Coronavirus, le università polacche sospendono gli scambi con l’Italia, la reazione dell’Ambasciata

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Tra Polonia e Italia c’è uno storico intenso interscambio culturale legato alle università che ora, a causa del coronavirus, è stato bloccato. Una sospensione delle relazioni universitarie decisa prima unilateralmente da alcune università polacche, in particolare quella di Cracovia, e poi oggi (5 marzo 2020) confermata dal ministero dell’istruzione polacco. Una questione su cui era intervenuto ieri l’Ambasciatore italiano in Polonia Aldo Amati con una nota ufficiale in cui esprimeva: “preoccupazione e stupore per la decisione adottata da alcune autorità accademiche polacche di sospendere tutte le attività di scambio con alcuni paesi, tra cui l’Italia a causa dell’emergenza coronavirus. Non si è infatti a conoscenza di misure restrittive e vincolanti adottate in materia dalle autorità centrali polacche, le quali hanno invece finora adottato linee di buon senso riguardo all’arrivo di vettori aerei dall’Italia. Tali decisioni appaiono pertanto in contrasto con tale orientamento e si spingono evidentemente ben oltre lo spirito delle norme di comportamento che qualsiasi ente o persona (a prescindere dalla nazionalità) è stata giustamente invitata a seguire per ridurre il rischio di propagazione del virus.” Un comunicato che si chiudeva con l’auspico dell’ambasciatore Amati “che le misure adottate dalle università polacche non determinino violazioni dei diritti degli studenti italiani e che non venga posto in essere un atteggiamento ingiustamente discriminatorio nei confronti del nostro paese”. Ma oggi è intervenuto il governo polacco ufficializzando una linea di blocco nelle relazioni universitarie tra la Polonia e Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Iran e Italia. Questa la nota ufficiale del Ministero dell’Istruzione polacco: “Si raccomanda di sospendere i viaggi di studenti polacchi, dottorandi e docenti accademici e ricercatori in aree a rischio di coronavirus SARS-Cov-2, nonché di arrestare l’arrivo di studenti, dottorandi, docenti accademici e ricercatori da queste aree. Secondo le informazioni dell’Ispettorato sanitario capo (secondo lo stato attuale), le regioni attualmente a rischio sono: Cina, Hong Kong e Corea del Sud, Italia, Iran e Giappone. Si raccomanda di considerare di limitare gli scambi accademici e i viaggi di lavoro in altri paesi. A seconda dello sviluppo della situazione, si raccomanda di considerare la possibilità di posticipare l’inizio dello scambio internazionale al prossimo semestre o consentire l’apprendimento a distanza e di lavoro utilizzando le moderne tecnologie, ad esempio quelle utilizzate nel campo del telelavoro e dei processi di apprendimento a distanza. Nelle università che forniscono istruzione medica, si può prendere in considerazione la limitazione o la sospensione delle lezioni nei reparti infettivi, come valutato dai rettori.” La sospensione degli scambi universitari è ora diventata una disposizione provvisoria ma cogente riguardo tutti gli istituti di formazione che hanno relazioni con l’Italia, unico paese europeo sottoposto a tale trattamento. Secondo l’ambasciatore Amati bisogna lavorare per trovare una via di sicurezza per consentire a studenti, dottorandi, ricercatori e a chiunque lavora nelle università italiane e polacche di continuare nella collaborazione. “Ritengo importante e urgente salvaguardare la continuità delle relazioni universitarie a tutti i livelli per questo auspico che si trovi un sistema, sanitariamente garantito, per evitare sospensioni di rapporti sine die. Ad esempio una soluzione potrebbe essere una quarantena volontaria di 2 settimane a casa di chi arriva dall’Italia in Polonia. In ogni caso ribadisco che la questione coronavirus riguarda molti paesi europei e non solo l’Italia.”