Chi è Donald Tusk, il nuovo presidente del Consiglio Europeo

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Donald Tusk, primo ministro della Polonia, è stato appena nominato presidente del Consiglio Europeo. La sua nomina giunge contemporaneamente a quella di Federica Mogherini come Lady Pesc. Prima di tutto, vediamo di che cosa si occupa il presidente del Consiglio Europeo. Il Consiglio europeo è composto dai capi di Stato o di governo dei paesi membri dell’Unione europea e dal Presidente del Consiglio europeo che ne presiede le sessioni; inoltre partecipa senza diritto di voto il Presidente della Commissione europea. Secondo il trattato di Lisbona, il Consiglio Europeo dà all’Unione gli impulsi necessari al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti politici e le priorità politiche generali.

E invece, chi è Donald Tusk? Classe 1957, nato a Danzica, attivo ai tempi dell’università in Solidarnosc, membro della minoranza casciuga, centrista pragmatico e cattolico praticante (ma laico in politica). In Polonia, era stato sconfitto nel 2005 dal candidato iperconservatore Lech Kaczynski, per poi prendersi una rivincita nel 2007 e rivincere nuovamente nel 2011. Il suo partito è Piattaforma Civica, partito di centrodestra dalla forte connotazione europeista e membro del Partito Popolare Europeo.

La storia politica di Donald Tusk è un po’ quella della nuova Polonia, uno dei pochissimi paesi dell’Unione Europea che anche in questi paesi di magra sta raccogliendo ottimi risultati dal punto di vista economico divenendo un’ennesima meta per i giovani talenti, anche italiani. La situazione economica in Polonia è infatti ottima, se dovessimo usare i criteri numerici del debito pubblico (55%) e della crescita del Pil in anni di recessione (nel 2014 dovrebbe salire del 2,8%). Ciononostante rimane molto alta la disoccupazione (al 10,3%) e soprattutto ci sono ancora vaste aree del paese che vivono in una situazione di povertà.

Nel complesso, però, la tendenza economica della Polonia è molto positiva, tanto più che l’ingresso della Polonia nella Ue ha avuto parecchi risvolti positivi, come scrive Limes: “L’aumento di credibilità del paese nell’arena internazionale, che ha consentito di attirare più facilmente gli investimenti esteri e pagare un premio di rischio più basso in punti percentuali. L’altro è stato l’afflusso dei fondi di coesione dell’Ue, negli ultimi anni pari a circa il 3% del pil, che hanno permesso alla Polonia di vivere una vera e propria rivoluzione infrastrutturale“.

A favore di Donald Tusk ha però giocato anche la “chimica” tra lui e Angela Merkel, chimica che ha fatto sì che in questi anni i rapporti tra i due paesi diventassero strettissimi. Scrive Europa:

L’agenda di Tusk ha portato a risultati apprezzabili, anche grazie alla “chimica” raggiunta con Angela Merkel. Entrambi centristi, entrambi pragmatici, entrambi nati negli anni ’50 (Tusk nel ’57 e Merkel nel ’54) e cresciuti al di là della cortina di ferro. I due paesi, inoltre, hanno sperimentato in questi anni un ulteriore aumento delle relazioni economiche. Si deve tenere conto, infine, anche delle origini polacche della cancelliera tedesca: hanno senz’altro aiutato.

( Andrea Signorelli – www.polisblog.it )

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