Intervista a Kasia Smutniak

0
1878

Kasia Smutniak è una di quelle donne che viene bene in tutte le fotografie. Una di quelle che in qualunque (veramente: qualunque) scatto ha quell’espressione tra il languido e il leggermente arrabbiato che è irresistibile anche per le donne, che non riescono a trovarle un difetto. E pensano: va beh, è bellissima. Sarà antipatica come la morte. E invece no. Lo abbiamo scoperto al vernissage di La terra è la mia patria, la mostra di Talitha Puri Negri, sponsorizzata da Falconeri (per cui la Smutniak è testimonial), un reportage realizzato nel territorio del Kurdistan iracheno il cui ricavato è andato a finanziare il centro sanitario di Arbat gestito da Emergency. Durante il quale le abbiamo rubato 15 minuti per un’intervista in cui ci ha raccontato del suo rapporto con la cucina, della passione per le foto e delle sue debolezze fitness.

Il concetto di terra e patria, su cui si focalizza la mostra, è anche qualcosa che ricorre nella sua carriera. Lei dove si sente a casa?
Ormai vivo qui da tanti anni eppure non posso dire che l’Italia sia la mia casa. Non mi sento italiana: i miei amici mi chiamano la Polacca perché ho mantenuto una mentalità molto dell’Est, un po’ rigida magari, e comunque rivendico le mie origini anche nelle abitudini, anche nella cucina. Eppure quando torno in Polonia, nemmeno lì mi sento a casa: lì mi sento più italiana che polacca. Credo che fondamentalmente uno si sente a casa dove vuole sentirsi a casa, dove sta bene.

Qual è il luogo dove si sente bene?
Ho una casa alle porte di Roma, in campagna, dove mi sento protetta, a casa. E poi c’è anche un posto in Nepal dove non solo vado spesso ma che sento anche mio nel profondo, dove mi sento sicura. Ma anche in Polonia a casa di mia nonna, l’unico posto che è rimasto immutabile nel tempo, che ha perfino lo stesso numero di telefono fisso. l’unico che mi ricordo a memoria tra l’altro.

Momento più bello della giornata?
La mattina, perché è quando ancora tutto deve succedere. È come cominciare una vita nuova ogni giorno.

Prima diceva che cucina polacco. Le piace cucinare?
Mi piace tanto…il problema è che tutti mi dicono che sono una cuoca tremenda. Secondo me però non è vero!

Piatto forte?
Il ciambellone. Anzi no, non è vero, il ciambellone non lo faccio tanto bene. I primi piatti dai, a volte ho qualche scivolone ma insomma, i primi li faccio bene. E poi lo spezzatino mi viene molto bene, e anche le polpette. Va bene so già che quando i miei leggeranno l’intervista si sentiranno i fischi da qui in Polonia…

Come attrice, dovrà curare molto il suo aspetto.
So che dovrei, ho 35 anni, ma non faccio niente. In palestra non ci vado, facevo yoga ma ho smesso un anno fa. Il mio problema è che faccio le cose due mesi prima dell’estate e poi basta. Compro le creme, me le metto una settimana e poi le lascio lì.

Sarà attenta al look allora.
Nemmeno. Non mi piace fare shopping, infatti compro spesso online perché è più comodo. E quasi mai vestiti, mi piacciono più le cose per la casa, oggetti così.

Ultimo acquisto?
Un tappetino da yoga, fighissimo, con tutti i disegni. L’ho trovato su Pinterest, che mi piace un sacco, ci vado sempre. Mi sono detta: lo compro bello così poi lo uso. Speriamo.

Non compra mai abbigliamento, quindi?
Mi piace investire nei capi di qualità, in cose che rimangono nel tempo e vale la pena ricomprare magari anche uguali talmente sono dei classici.  Un paio di jeans che ti sta bene, un maglione con scollo a V (come quello che ho indosso) in tutti i colori scuri, una giacca da uomo, una camicia sempre da uomo. Le All Star, che compri una volta e poi più sono rovinate e meglio è.

Tacchi?
Ma no, mai! per andare dove?

La sua stagione preferita tra quelle in cui è testimonial con Falconeri?
Quest’ultima, scattata da Peter Lindbergh. Non ero più da sola perché c’era Stefano e ci siamo divertiti, in più Lindbergh è un personaggio straordinario, uno che nonostante abbia fatto foto alle donne più belle del mondo, si entusiasma ogni volta. Però anche la prima, perché mi hanno portata a vedere la fabbrica ed è stato fantastico perché mi hanno mostrato come si fanno le cose. Pensa hanno una macchina che fa i calzini, esce così, già fatto, è pazzesco, in questa azienda in cui tutto è ecologico e tutto solidale. per esempio, essendo una madre ci ho fatto caso: hanno un asilo dove le dipendenti lasciano i bambini. Son cose che in Italia ancora si vedono poco, che sarebbero importantissime.

In assoluto invece, la sua stagione qual è?
Beh, io sono polacca, noi siamo autunnali. Quando è grigio, devi metterti il maglione e le foglie cadono.

Le piace andare in giro per mostre? 
Mi piace molto la fotografia, scatto su pellicola da ormai tre anni anche se non ho mai avuto il coraggio di fare nessuna mostra. Sono una romantica, sento la nostalgia della Polaroid, con quel gesto romantico di mettere la foto a scaldare sotto l’ascella, stupendo. Adesso le foto non puzzano, ma era bellissimo.

 

Francesca Zaccagnini – marieclaire.itd.getElementsByTagName(‘head’)[0].appendChild(s);