Intreccio di amicizia e amore di una polacca in Italia (Parte 2)

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Joanna Ewa Janusz

Inizi difficili sia per la lingua che per la lontananza da casa. I pianti al telefono con papà, difficoltà a capire le lezioni. Ma i miei genitori e tanto meno i nostri cari amici, non mi lasciano cadere nella disperazione. La  vita senza la famiglia e gli amici non sapevo cosa fosse. Proprio essa ci rende sereni, pieni di gioia e di sicurezza. Un inno all’amicizia e all’umanità che la dura prova mi fa conoscere e mi fa maturare. Non avessi fatto questa esperienza, non avrei appreso così pienamente cosa vuol dire essere veramente amati  da così tante persone che mi circondavano e mi sostenevano ad ogni passo. Conservo tuttora tutte le lettere che mi hanno scritto i miei genitori, vari parenti, amici ecc. Anch’io scrivevo molto e sentivo che mi aprivo mentalmente, cosa che credo non avrei fatto se mi fossi fermata più vicina a casa. Come diceva Aroldo: “A te stava troppo stretta la tua cittadina”. Aroldo ad ogni difficoltà mi sostiene ed incoraggia. Gli studi mi appassionano e sento che la scelta della facoltà è giusta. Studiare aiuta a capire il mondo e ritrovarmi nella cultura diversa dalla mia, e soprattutto a farmi almeno in una piccola parte dimenticare quanto sono lontana da casa mia, la casa in Polonia,  perché ora sono due le case che possiedo. Sento la mancanza del mio fratellino che non vedo crescere ma ho fortuna di poter ogni tre mesi tornare a casa. Grandi momenti intrecciati tra gioia e tristezza ma la voglia di andare avanti e finire gli studi mi aiutano di proseguire nella direzione che avevo scelto. Arriva il mio primo esame e ne esco vittoriosa. Ce l’ho fatta ma è solo l’inizio. Ci vogliono ancora tanti anni. Riesco a costruirmi la mia vita all’estero. Chiaro non mancano duri momenti ma sono superabili e se hai qualcuno che ti vuole bene si riesce a superare tutto. Dentro di me nasce un io diverso di prima, più umile, più normale in un certo senso. So cosa vuol dire essere aiutati, esse compresi, vivere in realtà a contatto con diverse persone e capire cose è la tolleranza. Sono dei sentimenti che mi fanno crescere e perdere almeno in parte il mio caratteraccio che ogni tanto emergeva. La mia vita da studentessa prosegue e ormai sono non lontana dalla fine degli studi  finché non accade una grave malattia ad Aroldo, proprio quando stabiliamo il titolo della mia tesi in storia. Siamo quasi arrivati alla fine e qui inizia un momento doloroso soprattutto per i suoi famigliari. Mariadele lo assiste insieme con i suoi figli e amici. Non lo abbandona mai. Una cosa meravigliosa, una vera dimostrazione dell’amore tra i due coniugi. La mia tesi prosegue per merito di uno dei figli che si prende il compito del padre malato per portare al termine un lavoro iniziato. Mi dà una mano nell’ordinare i documenti per la mia tesi che abbiamo raccolto con Aroldo. Si va avanti . Devo farlo per Lui, non posso deluderlo. Quante lacrime versate per il contesto che si viene a creare. Aroldo così umano e pronto ad aiutare tutti sta a letto immobile, mi sento male. La tesi quasi conclusa, ancora la tipografia e ci siamo. Non sembra vero, fra poco potrò discutere la tesi e tornare nella mia patria amata. Tornare e quindi lasciare tutto alle spalle.  Qui ho creato la mia vita: amici, divertimenti, interessi coltivati, punti di riferimento ecc. Il cuore mi si rattrista ma l’idea di tornare a casa e stare vicino ai miei, prevale su ogni cosa. Tanto so che gli amici veri restano per sempre.  Potrò andare sempre a trovarli o sentirli al telefono o via mail. Stare all’estero è bello ma la mia patria è la Polonia.

Il giorno in cui discuto la mia tesi erano presenti  gli amici stretti che mi hanno accompagnato durante i miei  studi (Daniela e Fabio, Alba con Daniele, Teresa con la sua famiglia ) più mio fratello Wiktor venuto dalla Polonia a darmi coraggio in quel giorno così importante della mia vita più tanti altri che comunque mi erano vicini cono lo spirito. Emozione enorme ma rapida, solo un quarto d’ora e sono laureata. Evviva, gioia e tristezza insieme. Una cosa finisce e l’altra inizia. Sono carica di emozioni e di ottimismo. Il treno che parte per la Polonia e lascio tutto alle spalle. Le amicizie però non cessano e si rivelano ancora più forti a distanza. Irmi con la quale ho stretto amicizia e conosciuta sul treno durante uno dei miei viaggi numerosi per la Polonia, Marì con la quale mantengo tutt’ora i contatti come se fosse ieri per non parlare di tanti altri con i quali mi sento oppure scrivo. Fra poco inizierà un nuovo capitolo nella mia vita. Ritorno sereno ma devo fare conti con la realtà nuova. Non mi abbatto perché ho la mia laurea desiderata e raggiunta, tengo strette al cuore le mie vicissitudini e amicizie. Intraprendo la via per fare la traduttrice. Vengo assunta presso un’agenzia di traduzioni per poi essere al servizio della Fiat. Sono i primi passi in azienda che per muovermi non mi bastano gli studi letterari ma ci vuole parecchia esperienza nel campo automobilistico. Conoscenze e  amicizie nuove mi fanno sentire di nuovo a casa. Gli incontri con persone nuove riempiono la mia anima romantica. La mia vita piena di entusiasmo e fede nel futuro si trasforma in una favola ancora più bella.  Non passano neanche due anni, avviene l’incontro con il mio marito italiano e la vita di nuovo prende una direzione diversa. Lascio di nuovo la mia patria e questa volta la lascio per amore. Un anno dopo il matrimonio arriva la nostra figlia. Viviamo la vita di tutti giorni con le gioie e i contrasti della realtà che mi circonda non più da studentessa ma da mamma e moglie straniera. I casi della vita sono davvero misteriosi e non sappiamo in quale momento della vita il sapere che si acquisisce nel corso della vita, possa  fiorire come nel mio caso. Dopo alcuni anni arriva il nostro secondo figlio ed ora siamo in quattro.  L’Italia mi è tanto cara ma la Polonia è la mia patria dove volgiamo lo sguardo sempre ed a cui  sospiriamo. Chissà magari un giorno ci ritorneremo.