Italianissima Sopot

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1919

La splendida Sopot, “capitale estiva della Polonia”, una delle località di villeggiatura più note d’Europa, sembra non avere legami storici con l’Italia. Questo delizioso lembo di terra dal microclima particolare, riparato dal Baltico aperto dalla penisola di Hel e protetto alle spalle dai pendii boscosi delle alture moreniche della Casciubia, venne scoperto nel 1807 da un medico alsaziano al seguito di Napoleone, Johann Georg Haffner, che ne intuì subito le potenzialità di meta ideale per il relax e le terapie marine. Quando Bonaparte, dopo la disfatta di Russia, ripiegò verso la Francia, Haffner decise di non seguirlo stabilendosi a Sopot e impiantandovi uno dei primi stabilimenti balneari del nostro continente. La città allora faceva parte della Prussia, la talassoterapia era molto di moda in area tedesca, e così, quando, dopo la metà dell’800, Danzica venne collegata a Berlino da una linea ferroviaria, la zona rapidamente si coprì di graziose ville e palazzine nello stile eclettico noto come “romantico tedesco” e quindi nel periodo della Belle Époque, Zoppot, che nel frattempo era arrivata a 10.000 abitanti, si affermò come una delle stazioni balneari più eleganti e frequentate d’Europa. Posizione che non perse più, sia nel periodo fra le due guerre, quando venne inglobata nella Città Libera di Danzica, sia durante l’occupazione nazista dal 1939 al 1945, sia quando, dopo il 1945, tornò a far parte della Polonia che entrò nell’orbita sovietica, sia dopo il 1989 quando ritornò nell’alveo del consesso europeo-occidentale. Sopot, attraversando indenne i colori e i sistemi politici più diversi, è sempre rimasta una raffinata stazione balneare del Baltico polacco, frequentata in prevalenza da tedeschi, polacchi e scandinavi. Non è facile trovarvi tracce del passato che rimandino ad altre aree d’Europa, anche se segni di presenze italiane si trovano anche qui. Sarebbe strano il contrario, del resto, dal momento che Sopot è una città ludica, votata al cosiddetto ‘savoir-vivre’, un campo in cui gli italiani eccellono.

Forse è solo un caso (o forse anche no) che proprio a Sopot sia nata un’associazione che ha come missione il coltivare e diffondere in Polonia il meglio della cultura italiana nel suo senso più ampio – dalla musica, all’arte, alla letteratura, alla buona cucina – e che questa associazione si chiami “Italianissima” (nome completo in polacco: Stowarzyszenie Miłośników Włoch “Italianissima”). Del resto basta entrare nel loro sito (www.italianissima.com.pl) per rendersi subito conto che queste signore non scherzano. Nella home page, a mo’ di benvenuto, sotto lo slogan “Innamorati dell’Italia!”, leggiamo: “Se ami la vita e i suoi piaceri […] se ami la buona cucina e il buon vino, allora sei uno di noi. Tutto questo lo trovi in Italia, così vicina al cuore polacco, così generosamente fornita dalla Natura. Dall’amore per l’Italia, per i suoi abitanti, per lo stile e la gioia di vita, è nata l’idea di organizzare gite culinarie in Italia, per soddisfare tutti i sensi!” Per soddisfare la nostra curiosità noi invece abbiamo voluto incontrare loro, per farci spiegare come nasce una passione capace di ispirare tali belle parole.

“Nel 2007 andammo in Sicilia con un gruppo organizzato” dice Hanna Baranowska, presidentessa e co-fondatrice insieme ad Alina Żołnierkiewicz dell’associazione. “Un viaggio affascinante, luoghi splendidi, hotel di ottimo livello. Io e Alina conoscevamo già l’Italia, la sua lingua, la cultura, la gastronomia. Proprio per questo durante quel soggiorno restammo invece molto deluse dal cibo. Ricordo una volta in cui chiedemmo prosciutto e melone, e ci servirono un melone acerbo, in settembre, capisci!… ci vuole una grande arte per trovare un melone acerbo in Sicilia in quel mese! e anziché prosciutto nel piatto c’era speck tirolese e per di più affettato grosso così! Riflettemmo, allora: se un polacco arriva per la prima volta in Italia e mangia così male, che immagine si fa di questo meraviglioso Paese?” Nonostante la cocente delusione culinaria Hanna e Alina tornano in Polonia ancora innamorate cotte dell’Italia e decidono di passare al contrattacco. Nasce così l’idea di creare una comunità di persone amanti dell’Italia con il fine di ‘educare’ i polacchi ai ‘misteri’ enogastronomici della Penisola. “Volevamo che i polacchi provassero la vera cucina italiana!” si inserisce Alina Żołnierkiewicz, vicepresidentessa di Italianissima e insegnante di italiano. “Così iniziammo a organizzare incontri enogastronomici in buoni ristoranti italiani presenti in Polonia per condividere esperienze, opinioni, e soprattutto ‘praticare’ una convivialità quanto più vicina possibile allo spirito italiano”. Nata a Sopot nel 2008, “Italianissima” completa la sua attività ‘educativa’ in Polonia organizzando anche spedizioni in Italia. In origine si trattava di viaggi prevalentemente turistico-gastronomici, ma con il passare del tempo l’attività si è estesa a eventi culturali di ogni genere, dalla musica al cinema, dalla letteratura all’arte. “All’inizio non avevamo neanche intenzione di creare un’associazione ufficialmente registrata,” prosegue Alina “ma poi la cosa si è resa indispensabile per intrattenere rapporti ufficiali con istituzioni, alberghi oppure fiere, che frequentiamo per prendere contatto con nuove regioni da esplorare, produttori di vini, agriturismi. In questi pochi anni di attività, abbiamo già visitato: Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, e poi abbiamo fatto crociere lungo le coste di Liguria, Sardegna, Campania. La nostra prossima meta sarà la Puglia.”

Niente Toscana? “No, niente Toscana” riprende Hanna. “Scegliamo appositamente le regioni meno osannate. In Polonia, ma non solo, l’Italia viene associata soprattutto alla Toscana. Noi invece vogliamo mostrare che esistono tante altre regioni altrettanto belle e ricche di arte e cultura, oltreché appetitose dal punto di vista enogastronomico, e anche meno care, cosa che non guasta.”
Italianissima nasce a Sopot non perché ci fossero legami particolari, storici o di altro tipo, fra Sopot e l’Italia, ma semplicemente perché la presidentessa, Hanna Baranowska, viveva a Sopot e al suo indirizzo venne registrata la sede dell’associazione. Fatto sta però che comunque, per forza di cose, da quel momento a Sopot si organizzano parecchi loro eventi, oltre alle annuali assemblee plenarie dell’associazione, durante le quali si ritrovano tutti i membri dell’associazione, che arrivano da Poznań, Łódź, Varsavia e da altre città della Polonia. E anche grazie a Italianissima fra le strade di Sopot aleggiano sempre più spesso note, accenti, profumi e sapori italiani, senza contare che da qualche anno tra la moltitudine di polacchi, tedeschi e scandinavi, che in estate affollano la città, cominciano ad arrivare sempre più italiani. Del resto Sopot ha tutto ciò che serve per piacere agli italiani: un’aura spensierata e vacanziera, una grande varietà di locali d’atmosfera dove trascorrere piacevolmente il tempo in ogni momento della giornata fino alle ore piccole e una passeggiata di oltre 1 km che si conclude in mezzo al mare con il celebre Molo, il quale, con i suoi 511 m, detiene il primato di più lungo molo in legno d’Europa. E già qui, in questo lungo percorso dello struscio e della movida, un italiano può sentirsi subito a casa. Fin dal nome di questa via pedonale, che è intitolata agli eroi di Monte Cassino (ulica Bohaterów Monte Cassino) e che i locali chiamano semplicemente Monte Cassino oppure Monciak. Scendendo giù verso il mare, nel punto in cui la via si allarga a formare la piazza degli Amici di Sopot, sulla destra, salta all’occhio la storica, celebre Gelateria Italiana Milano, fondata nel 1956 da Oronzo De Marco e sempre rimasta in mano alla famiglia.
Dirigendosi invece dalla parte opposta, risalendo verso i pendii boscosi della Sopot alta, fra le ville immerse nel verde, se ne trova una in cui si respira un’atmosfera italiana, dalla lingua agli arredi, dal calore dell’accoglienza all’aroma di caffè espresso che si spande nell’aria. Qui abitano Dario e Małgorzata Iacoponi, lui laziale di Civitavecchia, lei polacca purosangue. Dopo aver vissuto a lungo in Italia, qualche anno fa hanno deciso di trasferirsi a Sopot e di adattare questa bella casa con un inconfondibile tocco di italianità e ricavandovi alcune stanze da affittare ai viaggiatori. “Siamo gli unici affittacamere italiani di tutta Sopot,” tengono a specificare, “l’unico posto dove regna una vera atmosfera italiana declinata dalla colazione fino ai genuini piatti italiani” (www.magnoliarooms.com).
Oltre a questo a Sopot non mancano naturalmente apprezzati ristoranti e pizzerie che servono la nostra cucina, molti dei quali gestiti da italiani, fra cui i più noti sono Tesoro, A Modo Mio, Trattoria Toscana. La buona cucina ci riconduce all’associazione Italianissima e alla sua battaglia in favore delle eccellenze enogastronomiche del Bel Paese. Perché è indubbiamente anche merito loro se negli ultimi anni Sopot è diventata un po’ più italiana e  col tempo potrebbe anche diventare… italianissima!