L’Italia fatica a trasformare il Pil in benessere: i migliori sono i polacchi

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Pil e benessere: non sempre la crescita economica si traduce in un miglioramento della qualità della vita. Anzi, spesso, il progresso aumenta le diseguaglianza. E’ quanto emerge da un’analisi di Boston Consulting Group secondo cui l’Italia “è ancora uno dei paesi dove si vive meglio al mondo, ma ha ampi margini di miglioramento”, perché rimane allo stesso livello del Portogallo e dei paesi dell’Est Europa. La trasformazione della crescita economica in benessere per i cittadini riesce benissimo a Polonia e Germania. Progressi anche tra le economie emergenti come Vietnam, Cina e India, mentre il Brasile, che era al primo posto nel 2012, scivola di qualche posizione ma resta tra i più forti. Fanalino di coda è l’Africa dove i miglioramenti ci sono, ma restano insufficienti.

Lo studio della società di consulenza ha esaminato 149 paesi, tra cui l’Italia, valutando la capacità di conversione della ricchezza in benessere lungo differenti indicatori sociali ed economici. Il nostro Paese, nel dettaglio, si posiziona nel primo 40% dei Paesi dove si vive meglio al mondo (nel secondo quintile), “ma è più indietro quando si guarda ai progressi compiuti sul fronte del benessere. Rispetto ai Paesi del G20 e dell’EU28 totalizziamo un punteggio inferiore alla media, in particolare, sul fronte dell’occupazione”. Risultati migliori, invece, si registrano “nella parità salariale, nel livello delle infrastrutture e nella tutela dell’ambiente”.

Tra gli aspetti chiave evidenziati dall’analisi, c’è il caso Polonia, che ha registrato il miglior risultato nella capacità di convertire la crescita economica in aumento di benessere. La Germania, invece, supera gli Stati Uniti nelle performance di conversione di ricchezza in benessere. Tra il 2006 e il 2013 entrambi i paesi hanno riportato tassi di crescita pari all’1,1%, tuttavia la fotografia del 2015 berlinese è quella di un paese con capacità di creazione di benessere pari a quelle di un’economia cresciuta a ritmi del 6%. Washington, invece, assomiglia a uno stato fermo al -1%.

L’Africa migliora la propria capacità di trasformare ricchezza in benessere, avanzando in particolare sotto il profilo della tutela della salute. Un risultato che si rispecchia nelle performance di Ruanda ed Etiopia, i due paesi che più hanno migliorato la propria posizione. (repubblica.it)