EURO 2012: Non abbiamo investito tanto su calcio o divertimento, ma nello sviluppo del paese

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Siamo arrivati al fischio d’inizio di Euro 2012. Una grande prova per il Paese. Che cosa siamo riusciti a realizzare nell’ambito di Euro 2012 e in che cosa abbiamo fallito? La Polonia ha fatto un grande salto economico e industriale grazie al torneo? La Polonia sarà visitata da oltre un milione dei turisti,ma poi  vorranno tornare in vacanza nel nostro Paese? A queste domande risponde Miko?aj Piotrowski, responsabile della comunicazione nella società PL.2012.

Gli economisti di Ernst & Young e Oxford Economics hanno nominato la Polonia “una stella della regione” sotto l’aspetto industriale ed economico. Considera questa opinione giusta oppure esagerata?

Soprattutto credo che sia un periodo molto buono per la Polonia, e non mi riferisco solo al mese di giugno 2012 ma a tutti questi ultimi anni. È vero che in questo momento difficile per l’economia europea, la Polonia si distinguerispetto agli altri paesi, perchéè il paese europeo che sta realizzando il maggiore processo di modernizzazione. Nel 2007 quando l’organizzazione degli Euro 2012 è stata assegnata alla Polonia e all’Ucraina, da una parte abbiamo fatto una promessa all’Europa, dall’altra abbiamo acceso grandi aspettative verso il nostro Paese. Ricordiamoci che noi, come organizzatori dei campionati, abbiamo dovuto eseguire molti investimenti in più, soprattutto a livello infrastrutturale, rispetto agli organizzatori precedenti dei Campionati Europei. Ultimamente ho parlato con un amico della Svizzera e ho chiesto quali investimenti ha effettuato il suo Paese nell’ambito dell’Euro. Mi ha risposto che hanno dovuto costruire un’uscita dell’autostrada. Non si può paragonare questa situazione alla Polonia che ancora oggi è un grande cantiere di costruzione. Finora sono stati investiti 95 miliardi di z?oty di cui solamente il 4,5% è stato destinato agli investimenti negli stadi. Aeroporti, stazioni, reti ferroviare e autostrade non sono state costruite solamente per l’Euro, ma per il futuro.

Le persone che verranno in Polonia, vorranno tornarci di nuovo? In Polonia ci sarà “l’Effetto Barcellona” dopo la conclusione dell’Euro?

Ricordiamoci che per un tifoso le cose più importanti saranno: servizi, informazioni e atmosfera, perciò dal momento in cui abbiamo iniziato i preparativi ci siamo concentrati con i nostri partner su qualità dei servizi, sicurezza, sanità, gestione dei trasporti… Questi gli aspetti di vita che interesseranno il tifoso in modo diretto. Dalla buona organizzazione dipendono le esperienze dei nostri ospiti, esperienze che poi influiranno sull’immagine del paese dopo l’Euro 2012. È una cosa semplice. Vogliamo che un italiano, un tedesco, un spagnolo, un croato o un russo dopo esser tornato nel proprio paese dica: “sentite, siamo stati in Polonia. È un bel paese, in cui la gente e l’atmosfera sono accoglienti. Vogliamo ritornarci”. L’Effetto Barcellona, con quanto di positivo è successo in Catalogna dopo l’organizzazione delle Olimpiadi, noi ce lo auguriamo.

L’atmosfera, appunto. Sarà completamente diversa da quella prevista dall’inglese BBC?

Mi affascina il fatto che subito dopo l’inizio della polemica sollevata dal programma, in Europa si siano registrate diverse voci, di cui la maggioranza ha completamente sconfessato l’affidabilità di questo servizio negativo sulla Polonia. Oggi ho letto un articolo di uno dei principali giornalisti irlandesi, che è venuto alcune volte in Polonia. È rimasto scioccato dal programma della BBC. Ha aggiunto che la Polonia, l’organizzatore dei campionati, ha fatto tutto il possibile per offrire impianti all’altezza.

Sappiamo che la società PL.2012 ha invitato Sol Campbell a venire in Polonia, malgrado il giornalista abbia consigliato tutti di non venirci per il rischio di ritornare a casa in… bara.  

Per prima cosa voglio dire di essere concorde con Sol Campbell, riguardo le cose sui cui dobbiamo lavorare, tra queste la battaglia contro il tifo violento negli stadi. In secondo luogo da quanto capisco le sue accuse riguardavano soprattutto l’Ucraina, ma il programma certo ha presentato anche la Polonia sotto una luce negativa. Sì, abbiamo invitato Sol Campbell, ma non sappiamo se verrà o no. Vorrei che venisse perchè cambierebbe di sicuro la sua opinione sul nostro Paese.

Le autostrade, un’aspetto importante nelle comunicazioni per l’Euro, non sonoaln 100% pronte.Ma almeno iIl tratto C dell’A2, che collegherà Varsavia e ?ód?, sarà pronto prima dell’inizio del torneo?

È molto probabile che il tratto C dell’A2 sia pronto. Stiamo aspettando una risposta della GDDKiA (Amministrazione Generale delle Strade Statali e Autostrade). Comunque, non sono d’accordo che le autostrade sono l’aspetto più importante del trasporto. Se guardiamo bene, nella prima fase del campionato, la maggioranza delle squadre, tra cui greci, italiani, spagnoli, croati, irlandesi e russi, scegliràe il trasporto aereo. Ci stiamo focalizzando troppo su 20 chilometri del tratto C, dimenticando oltre 800 chilometri di strade e di autostrade che abbiamo.

I treni…

Il trasporto ferroviario è un aspetto importante perché i tifosi che verranno in Polonia in aereo poi useranno i treni. Qui conta di più la durata del viaggio tra le città ospitanti, che ammonterà a 3-5 ore.Un tempo di percorrenza accettabile dai tifosi.

Abbiamo costruito nuovi stadi, aeroporti, alberghi, autostrade (anche se non tutti i tratti sono stati aperti), ma anche se sono investimenti positivi, per molti polacchi l’Euro è stato uno spreco di denaro. Che cosa vuole rispondere agli avversari dell’Euro in Polonia?

Il partito dei contrari ci sarà sempre perché la Polonia è così. È ovvio che ci possono essere opinioni diverse. Che cosa vorrei dire ai critici? Per l’organizzazione dell’Euro non spendiamo nanche un soldo, perché non è l’investimento per un campionato, calcio o diveritmento. Noi investiamo consapevolmente i soldi nello sviluppo del nostro paese. Questo fatto avrà tante conseguenze positive.

Secondo Lei, dopo la conclusione dell’Euro 2012, i nuovi impianti sportivi riusciranno a mantenersi oppure saranno un peso per i budget delle città, com’è successo in Portogallo dopo il 2004?

Dopo la conclusione dell’Euro i nostri stadi possono svolgere un ruolo di business. Nel Portogallo la situazione era un po’ diversa. Rocordiamoci che lì sono stati costruiti circa 10 stadi con circa 40 mila posti in località abitate da 80 mila persone. In Polonia non ci sono stadi ma arene multifunzionali, per cui lo sport non è la fonte principale dei soldi. Gli stadi polacchi dispongono di un’ampia superficie commerciale, che potrà essere affittata. Già adesso sono dei posti più popolari nelle città ospitanti, mi riferisco soprattutto allo Stadio Nazionale di Varsavia.

Quel’è, secondo Lei, il luogo simbolico degli investimenti legati all’Euro?

Il collegamento ferroviario Ok?cie – Stadio Nazionale. Immaginiamoci una situazione in cui un tifoso svizzero arriva a Varsavia e noi prima del suo arrivo togliamo tutte le indicazioni con le informazioni. Malgrado questo, il tifoso si sentirà a casa, dopo esser uscito dall’aereo, prenderà il treno e arriverà allo stadio, dove ancora alcuni anni fa c’era un mercato orrendo. Quattro anni fa nessuno credeva che lì sarebbe stato costruito lo Stadio Nazionale e che l’8 giugno i polacchi ci batteranno i greci!