Falcone, secondo Wojtyla una martire del nostro secolo

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Con questi articolo vogliamo dare risalto ad una nobile iniziativa, partita dal Prof. Losito, di commemorare la morte di Giovanni Falcone, divenuto uomo simbolo nella lotta alla mafia.

Con il patrocinio dell’Ambasciata Italiana a Varsavia (addiritura con un messaggio del Presidente Napolitano) e il supporto dell’Università di Varsavia e di quella dell’Aquila, lo scorso 8 novembre a Varsavia si svolto un interessantissimo convegno sulla lotta alla mafia. Partecipavano, oltre all’Ambasciatore Guariglia, personaggi del calibro di Grasso, Sidoti, il procuratore Prestipino e anche l’avvocato Falcone, sorella dello scomparso Giovanni.

Per me personalmente, in quanto siciliano, è stata una importantissima testimonianza del fatto che quei terribili anni della nostra storia hanno rappresentato una svolta nella lotta alla mafia e alle eventuali presenze della stessa in apparati statali. L’aula dell’Università era gremita di studenti polacchi che, interpellati, sfoderano un italiano molto forbito e corretto.

Il momento a mio avviso più toccante è stato l’intervento del Procuratore antimafia Grasso, il quale, eludendo la retorica, ha illustrato con lucidità e molta empatia i lati anche più umani di un giudice come Falcone, che viveva questo pericoloso mestiere esorcizzandolo a volte con battute infantili atte appunto ad alleggerire la costante minaccia alla quale erano sottoposti magistrati come appunto Falcone e Borsellino e le loro scorte.

Alla fine dell’intervento di Grasso (invito ad ascoltarlo sulla nostra pagina web) è scattato un lungo, commosso e sincero applauso di tutta la sala che si è spontaneamente alzata in piedi (il Rettore ha detto che è stata la prima volta che è accaduto) quasi a volere indicare che anche se molti di loro non erano neanche nati al tempo di quegli orrori ne hanno capito e apprezzato il sacrificio per un futuro migliore.

Gazzetta Italia era presente anche con le proprie telecamere e ha dato un esaustivo resoconto dell’evento anche in diretta sul web. Chi volesse riascoltare per intero l’evento, può farlo tramite il sito www.gazzettaitalia.pl

Ai nostri microfoni, il Professor Losito ha così risposto alla domanda su quale sia la valenza del ricordo di Giovanni Falcone.

“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ci hanno consegnato col loro sacrificio una fiaccola di Libertà la cui fiamma è nostro dovere continuare a tenere accesa ed alimentare. Che è poi quel che fa egregiamente e senza sosta la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone di cui la Prof. Maria Falcone è Presidente.”

Con Giovanni Falcone, come sappiamo, morirono per mano assassina e stragista in circostanze ancora non tutte chiarite (anche sul piano giudiziario: l’inchiesta è stata infatti recentemente riaperta) la moglie Francesca e tre agenti della scorta. Poco dopo, la stessa sorte toccò a Paolo Borsellino. Papa Wojtyla li ha iscritti entrambi nella lista dei Martiri del secolo. È questo un dettaglio importantissimo e non a tutti noto e ce lo ha ricordato a Cracovia proprio S.E. il Cardinale Stanislao Dziwisz, durante un incontro svoltosi il 7 novembre in Arcivescovado con il PNA Pietro Grasso e sua moglie Maria Fedele, reso possibile dal Console Onorario Italiano in Polonia Anna Boczar Trzeciak.

Un altro elemento su cui non ci stancheremo mai di insistere è la dimensione internazionale della lotta contro la criminalità di stampo mafioso, che proprio Falcone concretizzò con gli Stati Uniti d’America, collaborando con l’FBI e con la magistratura americana per l’estradizione in Italia di don Masino, alias Tommaso Buscetta: il primo pentito collaboratore di Giustizia, che poi testimoniò contro Cosa Nostra al maxiprocesso celebrato a Palermo con Pietro Grasso come giudice a latere. A Varsavia questo aspetto di rilevanza ancora insuperata lo ha sottolineato Richard Martin, il pubblico accusatore del celebre caso di traffico internazionale di droga noto come pizza connection: fu lui che con Louis Freeh e Rudolph Giuliani costituì un formidabile team investigativo e giudiziario di storica crucialità. E per concludere con le parole del criminologo Sidoti: “Nell’incontro di Varsavia è stato osservato che ci sono diversi modi di rappresentare l’antimafia. In Italia è molto visibile l’antimafia di Antonio Ingroia, di Marco Travaglio, di Michele Santoro, di Antonio Di Pietro, che conducono da anni un’intensa campagna di indagini, di sensibilizzazione, di denuncia. Ma non sono i soli: in infinite versioni l’antimafia è un patrimonio ideale di tantissimi italiani e italoamericani. L’allineamento nella stessa giornata di Pietro Grasso, di Maria Falcone, di Michele Prestipino, indica che c’è anche questa antimafia, non a caso preceduta da un messaggio augurale del Presidente della Repubblica. L’incontro di Varsavia non è stato l’ennesimo incontro sulla mafia. Ma sulla grandezza internazionale della nostra italianità, spesso misconosciuta o sottovalutata. Dicono che l’Italia è anche il paese della mafia, ma a Varsavia abbiamo visto la più gloriosa Italia dell’Antimafia.”

I nostri complimenti vanno a tutti coloro i quali hanno permesso che questo convegno avvenisse proprio a Varsavia.