Paolino Spada – l’anima di Lipari tra passione e argilla

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foto: Miriam Ziina

 

Lipari, la perla dell’arcipelago eoliano, è un’isola dove il tempo scorre lento e la vita, libera dal trambusto delle metropoli, celebra la semplicità e l’autenticità. Tra i suoi incanti, tra le stradine strette e l’azzurro del Mar Tirreno, incontriamo Paolino Spada, uno scultore la cui storia è l’essenza del dolce far niente siciliano. Non si tratta di pigrizia, ma dell’abilità di trarre gioia da ogni giorno e di lasciare un’impronta duratura di passione.

L’eredità della famiglia Spada e il contesto storico di Lipari

La storia di Paolino inizia con suo padre, Giuseppe Spada, un eminente scultore di San Pietro Patti. Il suo viaggio a Lipari non fu casuale. Dopo la Prima Guerra Mondiale, dalla quale tornò con una ferita all’occhio e sofferente per il freddo, il medico gli consigliò di trasferirsi in un luogo più caldo. L’isola di Lipari, con una storia che affonda le radici nella preistoria, si rivelò il luogo ideale per l’artista. Dagli antichi insediamenti di ossidiana alle tracce dell’antico commercio di pomice, pulsava di vita e cultura, costituendo un crogiolo di influenze greche, romane e bizantine.

Giuseppe Spada era un artista così apprezzato che gli americani lo invitarono a collaborare alle decorazioni scenografiche per alcuni film. Ebbe anche l’onore di creare frammenti del monumentale Altare della Patria a Roma, conosciuto anche come Vittoriano. Nonostante incarichi così prestigiosi, Giuseppe rimase un umile artigiano, creando anche monumenti in onore dei soldati caduti ad Acquacalda. Nel cimitero di Lipari si trova ancora oggi un toccante monumento funebre dedicato a sua madre – “un angelo che la consola in agonia per portarla in cielo” – realizzato in cemento per la mancanza di marmo. Nel laboratorio di casa modellava Madonne e statue. Per la chiesa di Marina Corta (San Giuseppe) e di Canneto creò la grotta della Madonna di Fatima. Aiutò nella modifica dell’altare della Basilica di San Pietro e realizzò una scultura della Madonna con bambino, che donò alla chiesa senza compenso. Tra le sue opere figura anche la scultura di due metri di San Giovanni per la cappella di Salina. Giuseppe realizzava anche ritratti di personalità importanti e dipingeva maschere di Carnevale. La madre di Paolino, una rinomata sarta di abiti da sposa, altrettanto talentuosa, completava il panorama artistico della famiglia Spada.

Paolino e suo fratello Giovanni, musicisti e scultori, crebbero in una casa intrisa d’arte. La loro infanzia si svolse nella “bottega di Giuseppe Spada“, l’officina del padre, dove fin dalla più tenera età, sotto l’occhio attento di Giuseppe, impararono l’arte della scultura e della modellazione. Fu lì, tra l’argilla e il marmo, che si formarono le loro mani abili e le loro anime sensibili. I loro primi lavori, come “pesciolini, animaletti, e poi angioletti”, furono le fondamenta del loro percorso artistico. La passione per la creazione, tramandata di generazione in generazione, divenne per loro un modo di vivere naturale.

Maschere antiche e creazione contemporanea

Il Museo Archeologico Regionale Luigi Bernabò Brea di Lipari è un tesoro di storia, con manufatti in ossidiana e tracce dell’antico commercio di pomice, che raccontano il ricco passato dell’isola. I fratelli Spada furono particolarmente affascinati dalla collezione di antiche maschere teatrali del periodo ellenistico (III-I secolo a.C.).

Le maschere teatrali nell’antica Grecia e a Roma erano un elemento inseparabile degli spettacoli. Servivano non solo a cambiare identità, ma anche ad amplificare la voce dell’attore, rendendola udibile a migliaia di spettatori. Esprimevano emozioni, età e status del personaggio, il che era cruciale nei grandi anfiteatri. Scoperte sull’isola, testimoniano la ricca cultura teatrale di Lipari.

Paolino e Giovanni decisero di infondere nuova vita a queste forme antiche. Ogni domenica, con il padre, si recavano al museo per studiare e schizzare gli originali. Con precisione ricreavano fedeli repliche tridimensionali a grandezza naturale delle antiche maschere e bassorilievi, riproducendo esattamente gli originali in terracotta. Il loro laboratorio divenne un luogo dove la storia incontrava l’artigianato contemporaneo, e ogni maschera raccontava una nuova, affascinante storia. Realizzarono anche maschere su commissione teatrale per una compagnia di Roma che metteva in scena a Lipari l’opera “La Donna di Samo“.

La versatilità dei fratelli Spada si manifestava anche nella musica. Paolino ricorda con nostalgia come il padre, un talentuoso liutaio, costruiva loro le chitarre. Entrambi i fratelli suonavano la chitarra, e Paolino anche il basso. Suonavano in un gruppo per feste e in locali notturni a Lipari e Vulcano. Giovanni era considerato uno dei migliori chitarristi della Sicilia. I fratelli realizzarono insieme una grande scultura di Prometeo (circa 1,20 m) e aiutarono nella realizzazione della scultura di San Giovanni, alta due metri, per la cappella di Salina. E Paolino e Giovanni dipingevano anche. Giovanni realizzò ritratti di sua madre e suo padre, e Paolino un grande quadro sacro.

Filosofia di vita a Lipari: semplicità e passione

La vita di Paolino Spada è l’essenza della semplicità siciliana. A Lipari non troveremo auto di lusso o il trambusto delle grandi città. Le mattine iniziano con una classica colazione: fresca granita alla pesca con un tocco di Malvasia, un vino locale che esprime perfettamente il sole e il calore dell’isola. È in questi semplici rituali, nel lavoro quotidiano e nella vicinanza alla natura, che Paolino trova la vera bellezza. La sua filosofia di vita si iscrive nell’idea che “la perfezione risiede nell’imperfezione”. Questo approccio gli permette di apprezzare l’autenticità, rispettare il corso naturale delle cose e creare opere che – pur riproducendo forme antiche – possiedono una propria anima e un carattere unico. Dopo la morte del fratello Giovanni, Paolino continua da solo la tradizione, prendendosi cura del laboratorio e creando nuove opere.

Paolino Spada non è solo un artista, è un simbolo vivente di Lipari, un uomo profondamente rispettato sull’isola. La sua storia mostra che la vera ricchezza non si nasconde nei beni materiali, ma nella passione, nel talento versatile e nella volontà di lasciare dietro di sé una bellezza che sopravviverà alle generazioni. Paolino non ha dimenticato la sua passione musicale. Attualmente sta lavorando a un brano che spera di presentare al famoso festival di Sanremo, e nel suo laboratorio, intriso del profumo di argilla e di storia, si può sentire il battito del polso dell’isola, dove l’arte e la vita si intrecciano in un ritmo armonioso.

Riproduzione delle maschere del Museo di Lipari