Le lingue nell’educazione moderna

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Weronika Boczar

Dal momento dell’adesione della Polonia all’Unione Europea, nel sistema scolastico polacco  è stata osservata l’inedita tendenza di insegnare l’inglese ai bambini sin dall’asilo nido, assieme magari ad altre lingue di importanza secondaria come lo spagnolo o l’italiano. Si può dire che da qualche anno le lingue straniere fanno parte integrante dei programmi d’insegnamento degli asili nido polacchi e sono diventate così importanti che i genitori scelgono l’asilo nido per il loro bambino basandosi sull’insegnamento della lingua previsto dalla struttura educativa. Bisogna quindi soffermarsi a riflettere sulle ragioni secondo cui imparare una lingua straniera nella prima infanzia sia considerato un metodo estremamente efficace.

Cosa dicono gli scienziati?

Negli ultimi anni vari eccellenti otorinolaringoiatri, neurologi, logopedisti e filologi hanno scritto moltissimi testi scientifici relativi ai vantaggi dell’insegnamento delle lingue straniere ai bambini in tenera età. Loro sostengono che l’orecchio di un bambino nella sua fase di sviluppo iniziale sia sensibile e vulnerabile a tutte le lunghezze d’onda, mentre invece raggiunti i 12-13 anni sia solo predisposto naturalmente a riconoscere la lunghezza d’onda dei suoni caratteristici della propria lingua madre. Anche gli scienziati che si occupano di psicologia dello sviluppo sono favorevoli all’insegnamento delle lingue straniere ai bambini. Come motivazione forniscono l’apertura dei bambini ad un nuovo linguaggio, l’interesse verso il mondo che li circonda e la gioia della comunicazione con l’ambiente. Da un’altra ricerca risulta che l’età dei bambini che vanno all’asilo nido sia migliore per padroneggiare la corretta pronuncia di una lingua straniera, visto che successivamente l’influenza della lingua madre è così forte che fa sparire il cosiddetto “periodo senza accento”.

Apprendimento delle lingue straniere e sviluppo del bambino

Insegnare ai bambini una lingua straniera diventa realmente efficace solo quando si prendono in considerazione le loro caratteristiche di sviluppo. I bambini piccoli hanno prima di tutto un modo di pensare concreto e una memoria meccanica, non hanno ancora sviluppato la memoria logica e il pensiero astratto. Quest’approccio ha molti vantaggi visto che i bambini reagiscono spontaneamente in varie situazioni linguistiche senza analizzarle e porsi delle barriere che potrebbero ostacolare la comunicazione. Perciò l’apprendimento della lingua straniera dovrebbe basarsi sullo sviluppo della capacità di parlare e ascoltare.

I bambini nell’età prescolare si caratterizzano per la mancanza di autoconsapevolezza, non vedono rischi sociali e quindi si prestano assai più volentieri di un ragazzino ai giochi linguistici, partecipando attivamente alle lezioni preparate dall’insegnante. Inoltre hanno una grande motivazione interna che deriva dalla loro curiosità, dal loro interesse e dalla necessità di svilupparsi che a sua volta dovrebbe essere correttamente coordinata dal maestro. L’apprendimento in questo periodo dell’infanzia avviene tramite l’inclusione dei bambini in giochi linguistici, la memorizzazione delle canzoni, l’ascoltare delle storie e delle poesie. Tutto questo dovrebbe essere integrato con un gesto e con un’espressione del viso. Dal momento che i bambini a questa età sono molto vitali, le lezioni dovrebbero essere intervallate da alcuni esercizi specifici e giochi di mobilità che a loro volta contribuiranno a far ricordare al bambino il lessico, le frasi e le espressioni più difficili. Le attività adeguatamente organizzate favoriscono la crescita della fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, che danno un buon punto di partenza per gli studi futuri.

So per esperienza che le attività interessanti stimolano la fantasia dei bambini, sviluppano le loro competenze linguistiche, migliorano l’udito e insegnano la corretta pronuncia. Il contatto con una lingua straniera, nonostante non sembri, sviluppa le prime competenze sociali dal momento che il bambino incosciamente impara come reagire nelle situazioni apparentemente stressanti durante le quali non ha la possibilità di comunicare nella propria lingua madre. Il bambino è costretto a cercare la soluzione di un problema, la via d’uscita da una situazione difficile. Questo a sua volta rappresenta una motivazione per la creazione di comportamenti atipici e allo stesso tempo di soluzioni interessanti per superare il problema della comunicazione. Grazie alla partecipazione nei giochi linguistici, i bambini imparano anche certe norme del funzionamento dei gruppi, le possibili conseguenze dei loro comportamenti e come reagire durante la competizione attiva con gli altri bambini. Ritengo che tutte queste conoscenze siano estremamente importanti e preziose nel prosieguo del corso educativo del bambino e nella vita adulta.

Anche se l’inglese è la lingua più popolare, i genitori scelgono molto spesso anche l’italiano come lingua secondaria per i loro figli. Perché questa scelta? La lingua italiana viene considerata come la lingua più bella del mondo, molto facile da imparare. Inoltre già dai tempi di Casanova viene chiamata “la lingua dell’amore”. L’italiano è la lingua della cultura, della musica, della poesia, delle vacanze soleggiate e del calcio. È anche la lingua di Dante e di grandi artisti, pittori, poeti e filosofi. L’italiano accompagna anche i prodotti “Made in Italy” ed è un linguaggio importante nel mondo della moda, della cucina e delle macchine. È anche la lingua della “Dolce Vita” e dell’Italia piena di tesori culturali e di panorami mozzafiato. Gli italiani vengono considerati gente creativa, aperta, simpatica e calorosa.

Come ho già detto, l’apprendimento della lingua italiana è particolarmente facile visto che contiene molte parole che altre lingue hanno preso in prestito da essa (e dal latino) come, ad esempio, annullare (anulowa? in polacco) oppure dipende (depends in inglese). L’italiano è melodico, aperto, variegato e ricco d’espressioni, il che lo rende semplice da capire. Grazie alla conoscenza di questa lingua si può studiare a una delle università più antiche d’Europa, ovvero all’Univeristà di Bologna. Molti atenei polacchi collaborano con quelli italiani nell’ambito del programma Erasmus.

Insegnare una lingua straniera negli asili nido dà tanti risultati positivi e benefici per i bambini. Le lezioni d’inglese dovrebbero far parte del programma d’istruzione prescolare perché integrano i metodi, gli scopi e i contenuti dell’insegnamento della lingua straniera e polacca; il bambino può così conoscere il mondo ed esprimersi non solo nella sua lingua madre ma anche in inglese o in altre interessanti lingue.

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