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Polonia Oggi: Una pilota polacca tra le vittime della tragedia di Leicester

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

La polizia britannica ha rivelato l’identità delle altre vittime della tragedia avvenuta sabato scorso a Leicester. Nello schianto di un elicottero, oltre al miliardario thailandese Vichai Srivaddhanaprabha, presidente del Leicester City, la locale squadra di calcio, hanno perso la vita altre quattro persone. Tra di loro c’è la polacca Izabela Lechowicz, 46enne pilota e istruttrice di volo. Lechowicz e il compagno Eric Swaffer erano rispettivamente secondo e primo pilota a bordo del velivolo. Grazie alla sua esperienza e prontezza Swaffer ha compiuto manovre per impedire che l’elicottero si schiantasse sullo stadio facendo molte vittime tra gli astanti. Izabela Lechowicz era stata intervistata recentemente presso l’ambasciata polacca a Londra nell’ambito di #Polka100, progetto che mira a presentare la storia di donne polacche eccezionali, che ispirano la società polacca nel Regno Unito.

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Polonia Oggi: E’ morto il pittore Edward Dwurnik

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Ieri mattina a Varsavia è morto Edward Dwurnik, pittore e grafico tra i maggiori artisti polacchi d’arte contemporanea. Dwurnik è autore di circa 5 mila dipinti e 10 mila disegni, una produzione copiosa che gli ha garantito fama di artista frenetico. “Al mattino mi alzo e dipingo. Non devo fare altro e non sono capace di fare altro. Sono un operaio dell’arte”, diceva in un incontro. Dwurnik nacque nel 1943 a Radzymin e studiò pittura e scultura all’Accademia di Belle Arti di Varsavia. Elesse a suo maestro Nikifora, celebre pittore autodidatta. Il ciclo pittorico “Podróże autostopem” (Viaggi in autostop, ndr), che Dwurnik iniziò nel 1966 e che continuò fino agli ultimi anni di vita, è quello che gli ha tributato la maggiore fama. I suoi lavori sono caratterizzati da un connubio tra realismo e simbolismo e da un umorismo amaro. Nei suoi dipinti si riflettono le trasformazioni politiche e sociali in Polonia, il totalitarismo, le repressioni in URSS, le violenze della polizia. Uno dei temi a lui più cari è stata la città di Varsavia.

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Polonia Oggi: Spreco di cibo, la Polonia tra i paesi meno virtuosi

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I polacchi sprecano ogni anno 235 kg di cibo a testa, collocandosi al 5° posto in UE. Questo è quanto reso noto dalla società di consulenza Deloitte, secondo la quale in Polonia vengono sprecati annualmente 9 milioni di tonnellate di cibo. Proprio ieri l’ONU celebrava la giornata mondiale dell’alimentazione, che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi legati all’alimentazione, alla fame nel mondo, alla povertà. “Ad oggi ci sono ancora 2 miliardi di persone che soffrono di malnutrizione. Nei paesi sviluppati, tra i quali rientra la Polonia, il dibattito attuale ruota intorno alla quantità di cibo che viene sprecata”, ha detto Irena Pichola, a capo del gruppo Sustainability Consulting Central Europe, partner di Deloitte. Il parlamento polacco sta lavorando a una proposta di legge per la prevenzione degli sprechi. La proposta prevede che gli esercizi commerciali con una superficie di almeno 250 metri quadrati e i cui ricavi siano per almeno il 50% derivanti dalla vendita di prodotti alimentari debbano sottoscrivere accordi con le ONG che raccolgono i prodotti alimentari invenduti per destinarli ai meno abbienti.

pap.pl

Polonia Oggi: FMI, bene la crescita polacca ma la congiuntura positiva è finita

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Christine Lagarde, managing director of the International Monetary Fund (IMF), speaks during the International Economic Forum Of The Americas conference in Toronto, Ontario, Canada, on Monday, Sept. 12, 2016. The Toronto Global Forum is an international conference fostering dialogue on national and global issues while bringing together heads of states, central bank governors, ministers and economic decision makers. Photographer: James MacDonald/Bloomberg

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Il Fondo monetario internazionale (FMI) pone la crescita del PIL polacco al 4,4% quest’anno, ma ritiene che l’apogeo della congiuntura economica positiva in Polonia sia ormai passato e ha abbassato la prognosi di crescita nel 2019 al 3,5%. Sposta invece dal 2% al 2,8% l’inflazione media annua e dunque il ritmo di innalzamento dei prezzi. Per quanto riguarda la disoccupazione, l’FMI la colloca al 4% quest’anno rispetto al 4,9% del 2017, con un lieve aumento nel 2019 fino al 4,1%. La revisione al rialzo delle stime di crescita del PIL polacco nel 2018 – ad aprile l’FMI lo poneva al 4,1% – si collocano sullo sfondo di una prospettiva di crescita globale che è in peggioramento. La crescita mondiale l’anno prossimo toccherà quota 3,7% (-0,2% rispetto alle precedenti stime).

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Stanisław Dziekoński, aprirsi agli altri invece di circondarsi di beni superflui

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Gli anni passati in Italia, a Maletto in Sicilia e poi a Motta Visconti in Lombardia, hanno lasciato un segno indele­bile nella vita e nell’azione di Stanisław Dziekoński, rettore dell’Università Cardinale Stefan Wyszyński, ateneo che vanta intense relazioni scientifiche e di interscambio studentesco con il Bel Paese.

“Sono andato a Maletto, piccolo comune a 60 km da Catania, per imparare l’italiano. Ero nel pieno dei miei anni di formazione e quella esperienza ha avuto un ruolo fondamentale nella mia crescita spiri­tuale e culturale. Sono stato accolto in maniera meravigliosa da persone di grande cuore, piene di energia posi­tiva e aperte verso il prossimo. Arri­vavo da un paese all’epoca conside­rato “povero” ma nessuno mi ha mai fatto sentire estraneo o mi ha messo in secondo piano, anzi era come se fossi nato e cresciuto lì. Poi sono stato trasferito a Motta Visconti in Lombardia, dove ho iniziato la mia azione pastorale. Per tante cose era come essere finito in un altro mondo rispetto a Maletto. Mi dice­vano “ndom in cies”, io li guardavo perplesso perché “cies” mi suo­nava come “jazz” e pensavo ma che c’entra il jazz? Poi finalmente ho capito che significava “andiamo in Chiesa”. Ho provato di per­sona quanto l’Italia sia ricca di diversità anche se gli italiani di ogni regione sono accomunati dall’essere un popolo aperto, generoso e spirituale. Una spiritualità che secondo me gli italiani hanno nel DNA, anche chi non è religioso partecipa spesso con grande tra­sporto agli appuntamenti della tradizione come ad esempio l’incre­dibile processione di barche sul fiume Ticino per la Festa dell’As­sunta. Una spiritualità unita alla capacità di vivere in comunità.”

Italia e Polonia sono notoriamente connesse da antiche rela­zioni culturali e religiose ma, soprattutto queste ultime, decli­nate in modo diverso.

Si dice “Polonia semper fidelis” citazione che fa intendere quanto lo scambio culturale italo-polacco corra da secoli sul filo del cat­tolicesimo, la Polonia era il bastione della chiesa romana nella dif­ficile area del Nord Europa. Questo porta anche ad un diverso approccio verso i precetti della Chiesa che se in Italia sono sug­gerimenti in Polonia sono Vangelo, ovvero una verità diretta che prendiamo senza filtri. Per questo a volte i polacchi sono definiti più papisti del Papa.

A proposito durante le Giornate della Gioventù, svoltesi l’anno scorso a Cracovia, alcuni media sollevavano dubbi sull’amore dei polacchi verso Papa Francesco.

Innanzi tutto va detto che prima delle Giornate della Gioventù in tanti pensavano che sarebbe stata una catastrofe organizzativa. E questo ha seminato un clima di incertezza che ha spinto alcuni a dire che sarebbe stato meglio rinunciare all’evento anche per un possibile rischio di attentati. Invece i fatti, ovvero l’enorme suc­cesso delle Giornate cracoviane, hanno smentito queste paure e hanno mostrato al mondo una Polonia ospitale, moderna, attrez­zata. È stata una meravigliosa occasione di arricchimento per tutti quelli che vi hanno partecipato e di conseguenza per Cracovia e per tantissimi polacchi. Papa Francesco ha mostrato un approccio verso i giovani completamente diverso rispetto a Benedetto XVI e il suo modo di rapportarsi può essere stato scioccante per una parte dell’opinione pubblica polacca. È chiaro che Papa France­sco vuole comunicare con forza, senza mezzi termini, che dottrina e forma non bastano, ci vuole la sostanza. Non basta dire sono cat­tolico e andare a Messa, ma bisogna esserlo nella quotidianità. Ed essere cattolico oggi significa riscoprire il vero significato del Van­gelo: l’amore, l’andare verso la gente, aprirsi a chi è respinto dal sistema. I media poi non devono fare l’errore di contrapporre Fran­cesco a Wojtyla, perché si tratta di due epoche diverse e in coe­renza a questa distanza storica il messaggio apostolico e il ruolo dei due papi è stato doverosamente diverso. Nella Polonia comu­nista tanti erano perseguitati per le loro idee e la loro fede, in quel momento Wojtyla oltre ad essere la guida religiosa era il difensore del popolo polacco, un padre della patria.

Dopo mezzo secolo di guerra fredda oggi siamo tutti nell’U­nione Europea che però da tempo è al centro di un profondo dibattuto riguardo l’identità del Vecchio Continente e le sue prospettive, anche alla luce del fenomeno migratorio.

Io credo che l’Europa oggi abbia fame di spiritualità, ovvero di valori condivisi che diano senso alla nostra esistenza e questa esi­genza la si riscontra ovunque dalla vita quotidiana – in cui si cerca di colmare il vuoto spirituale con beni materiali superflui – fino alla scuola dove gli insegnanti non sono più visti come figure impor­tanti che aiutano la crescita dei giovani. In Europa oggi l’ateismo è la regola, la religione è vista come ostacolo, come nemico dello sviluppo mentre invece coltivare la spiritualità spinge le persone ad aiutarsi, ad avere un canone di vita cui ispirarsi, dei ruoli e delle regole che contribuiscono a far crescere meglio la comunità in cui viviamo. Il vuoto di spiritualità lo si vede nella ricerca continua di soddisfazioni materiali, di una felicità fatta di cose e non di condivi­sione con altre persone. Nel denunciare questa situazione europea Papa Francesco è sempre molto efficace attraverso i suoi richiami alla sensibilizzazione verso l’altro. In questa realtà il tema migra­torio porta una ulteriore complessità. È chiaro che non possiamo rinunciare a prenderci cura di chi è in stato di necessità ma proprio per questo dobbiamo pensare a quale sia, al di là dell’emergenza, la via migliore per aiutare le persone che lasciano tutto per cercare un lavoro in Europa. Siamo sicuri che non preferirebbero avere una vita dignitosa nel loro paese, con le loro famiglie? Siamo sicuri che accettiamo l’immigrazione per carità e non perché sono economi­camente utili ai nostri sistemi produttivi? Non sarebbe più umano dare loro le tecnologie necessarie a sviluppare i loro paesi invece di proporre le tecnologie solo come merce che quei paesi non possono acquistare? L’immigrazione è un tema complesso e molto politico, preferisco affrontarlo ponendo domande che magari aiu­tano ad intravvedere le responsabilità di una economia senza valori dietro questo problema mondiale. Intanto all’università Wyszyński nel nostro piccolo cerchiamo di portare un contributo accogliendo ogni anno decine di studenti provenienti dai paesi più martoriati da guerre e povertà. Studenti che noi educhiamo e manteniamo in tutto e per tutto e che poi fanno ritorno nei loro paesi arric­chiti di una preparazione universitaria e di una esperienza all’estero che crediamo possa dargli qualche strumento in più per diventare motore di cambiamento nei loro paesi.

E nella moderna università Wyszyński, frequentata da ben 12 mila studenti, si continuano a sviluppare nuove collaborazioni proprio con l’Italia.

La novità è l’apertura della facoltà di Medicina in collaborazione scientifica con l’ospedale romano Policlinico Gemelli, ma la gran parte dei nostri undici dipartimenti ha collaborazioni a livello didat­tico e di interscambio studentesco con altrettante facoltà italiane, in particolare con le università di Firenze, Roma e Bari.

Alla fine l’Italia torna sempre protagonista nella sua vita.

Gli italiani mi hanno dato molto, ho imparato quanto importante sia cercare di costruire una quotidianità di relazioni e scambi, di fratellanza e amicizia. Ricordo con grande piacere la vita semplice e autentica di Motta Visconti, dopo la Messa si andava a bere insieme con i parrocchiani, e non si stupivano affatto di incontrarmi vestito sportivo quando andavo ad allenarmi con la bicicletta. Ecco questo è un aspetto degli italiani che amo moltissimo, la capacità di sdrammatizzare, di trasformare un contrattempo in una oppor­tunità per vedere la vita sotto un altro aspetto. Se qualcuno arriva in ritardo non è un dramma perché c’è un senso della vita più pro­fondo e esistenziale, c’è una maggiore disponibilità ad accettare quello che la vita ti dà. E se perdono un aereo dicono “è la vita”, e non è detto che per forza un inconveniente sia portatore di nega­tività. Il loro modo di vivere è bellissimo e salutare per la psiche, c’è una maggiore accettazione ed elasticità e poi si impegnano profondamente nell’aiutare il prossimo. Ho incontrato tanti italiani, anche molto benestanti, che il fine settimana invece che andarsi a divertire si dedicavano ad aiutare gli altri e lo facevano con pia­cere senza farlo pesare. Forse è anche per questa umanità e spiri­tualità, oltreché per le ben note bellezze del Paese, che quando i polacchi parlano dei paesi in cui hanno viaggiato dicono: “sì belli… ma… l’Italia…” e sul volto si dipinge un’espressione di felicità mista a nostalgia per una cultura che ci rassicura e a cui noi polacchi sen­tiamo d’appartenere.

Polonia Oggi: A Danzica una scuola in un centro commerciale

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L’Akademia Dobrej Edukacji (ADE) di Danzica collaborerà con il centro commerciale Alfa Centrum, che metterà a disposizione delle sue scuole una parte dei propri locali. E’ la prima cooperazione di questo genere in Polonia. Il presidente del consiglio d’amministrazione dell’ADE, Katarzyna Hall, ha spiegato che fino all’anno scorso i loro studenti condividevano gli spazi della scuola pubblica, ma l’aumento del numero degli allievi li ha costretti a cercare una nuova localizzazione. Agli 81 studenti che frequentano questa scuola privata sono state fatte tre distinte proposte e ha prevalso quella del centro commerciale.

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Nel 2019 sarà girato un film sul generale Władysław Anders

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A settembre dell’anno prossimo inizieranno le riprese di una superproduzione cinematografica dedicata al generale Władysław Anders. La pellicola è attualmente in pre-produzione: sono in corso lavori sulla scenografia e i costumi e anche l’attività di casting. Il film, il cui titolo provvisorio è “Anders”, racconterà la storia del celebre generale a capo del II Corpo d’Armata, che partecipò alla campagna d’Italia durante la seconda guerra mondiale e combatté a Montecassino. Il film affronterà anche le tappe precedenti della carriera del suo protagonista, dalla battaglia di Krasnobród, alla prigionia in Unione sovietica, alla liberazione e alle lunghe peregrinazioni che porteranno l’armata di Anders in Persia, Irak, Siria, Palestina, Egitto e infine in Italia. Oltre all’assalto a Montecassino, il II Corpo d’Armata trionfò contro i nazifascisti ad Ancona ed entrò per primo a Bologna. Una parte della pellicola sarà girata proprio in Italia. Le riprese inizieranno il 19 settembre 2019 e proseguiranno fino a giugno 2020.

Polonia Oggi: Marcia dell’Uguaglianza a Lublino, 8 poliziotti feriti e 21 arresti

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Otto agenti di polizia sono rimasti lievemente feriti in seguito alle violenze avvenute sabato scorso a Lublino. In città si stava svolgendo la Marcia dell’Uguaglianza (Marsz Równości), ossia il Pride locale. Il corteo è stato bloccato da una contromanifestazione violenta. Le forze dell’ordine hanno cercato di disperdere i facinorosi e consentire alla marcia di proseguire usano gas lacrimogeni e idranti. 21 persone sono state arrestate, 16 saranno penalmente perseguite. Secondo le stime della polizia i partecipanti alla marcia sono stati 1.500. Alla contromanifestazione hanno partecipato circa 200 persone.

pap.pl

GAZZETTA ITALIA 71 (ottobre-novembre 2018)

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Numero imperdibile con la copertina e il divertentissimo poster di GestItaliani disegnati da Luca Laca Montagliani. Dentro anche un articolo che spiega la nobiltà e attualità della comunicazione gestuale. In più, in questo numero intervista a Stanisław Dziekoński, il rettore dell’Università Cardinale Stefan Wyszyński che racconta le sue esperienze italiane, e al Maestro del cinema polacco Krzysztof Zanussi cui nuovo film “Etere” potremo vedere nelle sale da novembre. Da leggere anche numerosi articoli sui viaggi, un racconto del viaggio in Toscana, cartoline da Modena e Calabria fuori percorso che porterà a Rossano. E poi ancora, un invito a ballare con ATS Flash mob, un nuovo premio a Renato Rizzi per il progetto del Teatro Shakespeariano, le presenze polacche alla 75. Mostra del Cinema di Venezia. Non manca lo spazio per la cucina con le ricette e le prelibatezze del Ristorante Sicilia, un angolo di italianità nel cuore di Rzeszów. Il cibo deve essere rigorosamente annaffiato con un bicchiere di champagne cui origini iniziamo a raccontare da questo numero. Si continua anche il giro d’Italia tra i dialetti e racconto sugli italiani in Polonia nei secoli, questa volta i protagonisti sono Filippo Mazzei e Cristoforo Masini. E infine vi invitiamo alla partecipazione ai numerosi eventi organizzati nell’ambito della XVIII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo che si terrà dal 15 al 21 ottobre.

Polonia Oggi: La metà dei polacchi non si allontana dal posto di lavoro in pausa pranzo

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Secondo un sondaggio condotto da Uber Eats e YouGov la metà dei lavoratori polacchi non si allontana dalla scrivania durante la pausa pranzo e quasi un terzo non interrompe nemmeno il proprio lavoro. Un quarto degli impiegati mangia ogni giorno lo stesso pasto, solitamente un panino portato da casa. La pausa pranzo dura in media appena 26 minuti. Nonostante il tempo dedicato al lavoro eroda quello dedicato al pasto e al riposo, ciò non significa che il lavoro ne trae un vantaggio, anzi. Questi cattive abitudini non influiscono positivamente sulla produttività. Quasi la metà dei lavoratori polacchi mangia in solitudine, guardando internet; meno di un terzo sfrutta la pausa per chiacchierare con i colleghi del lavoro.

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