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Polonia Oggi: Carlos Santana in Polonia per il Tauron Life Festival Oświęcim

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

“Il chitarrista Carlos Santana salirà sul palco il 15 giugno in occasione del Tauron Life Festival Oświęcim. L’esibizione di Santana a Oświęcim sarà l’unica tappa polacca del suo tour mondiale Divination Tour in programma per quest’anno”, hanno annunciato ieri gli organizzatori del festival. “La Musica può essere un collante che unisce le persone. È questo il messaggio che sento da quando ero giovane e ci credo ancora’’ ha scritto nella sua autobiografia Santana. Gli organizzatori hanno ribadito che questo spirito riflette perfettamente l’idea alla base del Tauron Life Festival Oświęcim, previsto dal 14 al 16 giugno: creare relazioni pacifiche oltre i confini culturali e nazionali e condannare ogni forma di razzismo e antisemitismo. Non è un caso che tale messaggio parta proprio da Oświęcim: durante la Seconda Guerra Mondiale i nazisti avevano scelto la città per costruirvi il campo di concentramento di Auschwitz Birkenau. Al festival hanno già partecipato nel corso degli anni Peter Gabriel, Sting, Elton John, Eric Clapton, i Queen e gli Scorpions.

Fonte: pap.pl

Polonia Oggi: Tutto pronto per la Notte dei Biologi

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Domani sarà un giorno speciale per gli appassionati di biologia: in occasione della Notte dei Biologi circa 30 istituzioni culturali, tra università, centri scientifici, parchi zoologici e giardini botanici, saranno impegnate in conferenze, lezioni in laboratorio, gite e mostre. Eventi dedicati si terranno a Stettino, Zielona Góra, Poznań, Opole, Katowice, Cracovia, Rzeszów, Lublino, Bydgoszcz, Toruń, Poznań e Varsavia. La maggior parte dei workshop e degli appuntamenti avrà luogo il pomeriggio e la sera di domani e per partecipare è necessario prenotare. Gli organizzatori hanno presentato sulla pagina web dell’evento moltissime sorprendenti scoperte biologiche fatte a cavallo tra il XX e il XXI secolo. “Sembra proprio che il XXI secolo sarà il secolo della biologia e non sorprende che questo affascinante campo attiri folle di curiosi pronti a scoprirne tutti i misteri”, scrivono gli organizzatori del festival. La prima edizione della Notte del Biologi, concepita dal dipartimento di biologia dell’Università Adam Mickiewicz di Poznań, risale al gennaio di sei anni fa, quando presero parte circa 16-20 mila partecipanti. Da allora è stata abbinata alla Notte dei Musei, che ogni anno attrae sempre più visitatori. Maggiori informazioni sul programma si trovano sul sito web ufficiale: http://nocbiologow.pl/noc/index.php#home

Fonte: pap.pl

Polonia Oggi: Il 92% delle aziende straniere è soddisfatto di aver investito in Polonia

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L’Agenzia polacca di investimenti e commercio (PAIH) ha condotto insieme a HSBC e Grant Thornton un’indagine intitolata “Il clima di investimenti in Polonia”, dal quale risulta che il 92% degli investitori stranieri è contento di aver investito in Polonia. Il mercato polacco è ritenuto attraente dalle aziende straniere, che sviluppano innovazioni tecnologiche e creano posti di lavoro per personale altamente qualificato. Il rapporto segnala che il 64% delle aziende considera le condizioni per gli investimenti in Polonia buone o molto buone, il 30% le valuta in maniera intermedia, mentre le critiche sono arrivate dal 4% degli intervistati. Gli elementi che potrebbero costituire un ostacolo, come il reclutamento di lavoratori, sono compensati da fattori positivi, quale la favorevole congiuntura economica. A convincere gli investitori stranieri sono soprattutto la stabilità economica, la grandezza del mercato interno, la disponibilità di materiale e componenti, nonché la collaborazione delle amministrazioni locali. Altri punti di forza sono lo sviluppo delle infrastrutture, la lealtà, l’efficienza e la cultura del lavoro dei polacchi. I fattori da migliorare sono la stabilità del sistema legislativo, l’efficienza dei tribunali e le formalità relative al sistema fiscale. Nel 2018 il 70% delle aziende spera che le entrate siano superiori all’anno precedente, il 56% prevede di assumere più dipendenti e il 48% si dichiara intenzionato a investire maggiore denaro. Il sondaggio è stato condotto tra 76 aziende straniere che operano in Polonia.

Fonte: forsal.pl

Polonia Oggi: Il 2017 anno record per gli aeroporti polacchi

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Il settore aereo in Polonia sta crescendo come il vento. Non è tutto merito dell’aeroporto Chopin della capitale, perché anche negli altri aeroscali del paese cresce il traffico passeggeri. L’aumento totale del numero di viaggiatori è stato pari al 17,7%. Nell’aeroporto Chopin di Varsavia il trend è in constante crescita: basti pensare che nel 2017 ha registrato un transito di 15,75 milioni di persone. Si batte bene anche l’aeroporto di Katowice a Pyrzowice, con un incremento del traffico passeggeri pari al 21,7% (3,89 milioni di persone). Gli scali di Cracovia e Danzica vantano risultati altrettanto buoni, anche se i loro numeri crescono più lentamente rispetto alla media nazionale. Tuttavia l’aeroporto di Bydgoszcz ha registrato un calo dell’1,8%, fermandosi a quota 331 mila viaggiatori. Il 2017 è stato particolarmente positivo anche perché per la prima volta il numero totale di passeggeri ha superato i 40 milioni, in base a quanto annunciato dal sito web fly4free.pl. Nel 2016 erano stati appena 36 milioni, nel 2015 30 milioni e nel 2010 appena 20 milioni. Il risultato sarebbe stato addirittura migliore, se non fosse stato per i gravi problemi della Ryanair, che ha cancellato centinaia di voli a causa del contenzioso con i piloti.

Fonte: rp.pl

Le iniziative ICE in Polonia nel primo trimestre 2018

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Nel corso del primo trimestre del 2018 l’azione dell’Ufficio di Varsavia dell’​ICE-Agenzia ​avrà come “focus” la promozione dei macchinari e della tecnologia italiana, che sono la prima voce del nostro export verso la Polonia e dell’agroalimentare, che vede non solo una rapida crescita delle importazioni polacche ma anche un progressivo cambiamento delle abitudini e un orientamento verso una dieta pi​ù ricca di frutta e verdura e prodotti di ​qualità​.
 
Di seguito il calendario delle principali iniziative previste:
  • ​”Borsa Vini Italiani 2018″- ​ Varsavia​, 8 febbraio 2018;​
  • “Mostra Autonoma Prodotti Agroalimentari del Sud Italia” – ​Varsavia, ​7 Marzo​ 2018 (con possibile seminario a Cracovia e/o Breslavia​ in data da definirsi​);
  • Iniziativa sul Design italiano in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia ​la prima settimana di ​m​arzo;
  • Presentazione Fiera Emo di Milano (macchine utensili) – ​Varsavia, ​12 marzo​ 2018 (data da confermare);
Oltre alle iniziative realizzate in Polonia l’ufficio I​CE-Agenzia di Varsavia organizza sistematicamente Missioni ​in Italia ​di operatori e “opinion leader” polacchi per visite alle principali aree di produzione e​ alle principali manifestazioni fieristiche italiane.
 
Nel primo​ trimestre sono previste delegazioni di operatori polacche in occasione di:
  • ​Vicenzaoro – Vicenza, 18-21 gennaio 2018​;
  • ​Altaroma​ (Moda) – Roma, 24-28 gennaio 2018;
  • ​HOMI (Complementi d’arredo) ​- Milano 26-29 gennaio 2018;
  • Incoming agroalimentare in Puglia in ambito Piano Export Sud – Bari, 28 gennaio-1 febbraio 2018;
  • Fiera del Fuoco (Impianti per la produzione di calore ed energia)​ – Verona, 21-23 febbraio 2018.

Contatti:

Agenzia ICE – Ufficio di Varsavia

ul. Marszałkowska 72
00-545 Warszawa
Tel: +48 22 6280243
varsavia@ice.it

UE-Polonia: la minaccia dell’Articolo 7 e la ricerca di un compromesso

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Lo scorso mese la Polonia è diventata suo malgrado la protagonista di un episodio senza precedenti nella storia dell’Unione europea: il 20 dicembre 2017, per la prima volta dalla sua costituzione, la Commissione europea ha avviato la procedura di attivazione dell’Articolo 7 del TUE sulla promozione e salvaguardia dei valori dell’Unione europea. L’articolo in questione può innescare un meccanismo di sanzione ai danni di uno Stato membro dell’UE qualora sia constatata l’esistenza “di un evidente rischio di violazione grave” dei valori fondamentali dell’ordine comunitario (libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto, rispetto dei diritti umani e altri ancora). L’eventuale pena consiste nella sospensione di alcuni diritti per lo Stato membro, compresi i diritti di voto in seno al Consiglio europeo. Tuttavia, le sanzioni possono essere comminate solo nel caso in cui il Consiglio europeo le approvi all’unanimità: l’Ungheria guidata dall’euroscettico Viktor Orban ha ribadito in più occasioni che rimarrà alleata a Varsavia e non voterà a favore dell’Articolo 7.

La Polonia è quindi al riparo dalle sanzioni, ma lo strappo con Bruxelles è sotto gli occhi di tutti. La cosiddetta “opzione nucleare” dell’Articolo 7 è il risultato di due anni di dissapori tra le istituzioni europee e il governo polacco, culminati nella recente riforma del sistema giudiziario voluta da Varsavia, che metterebbe a rischio la separazione dei poteri fondamentali e l’indipendenza della magistratura. All’annuncio della decisione della Commissione europea, il vicepresidente Frans Timmermans ha dichiarato: “Abbiamo deciso col cuore pesante, ma non avevamo altra scelta, dobbiamo difendere trattati, valori e spirito dell´Europa”. La Polonia ha tre mesi di tempo per attuare le direttive europee in materia di stato di diritto, altrimenti si andrà al voto al Consiglio europeo.

Rispetto alla decisione di Bruxelles, le principali reazioni degli esponenti del governo polacco sono state di sconcerto, ma il Primo Ministro Mateusz Morawiecki – che ha assunto l’incarico lo scorso 7 dicembre – ha dimostrato una certa moderazione. Il Premier ha pubblicato un tweet in cui ha detto che la Polonia è “fedele allo stato di diritto quanto il resto dell’Unione europea” e ha poi aggiunto: “Il dialogo tra la Commissione europea e Varsavia deve essere aperto e onesto. Credo che la sovranità della Polonia e l’idea di un’Europa unita possano essere riconciliate”. Morawiecki è stato anche invitato a Bruxelles dal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, che in questo periodo sta cercando di ricucire i rapporti tra le due posizioni per evitare un’ulteriore divisione tra Europa occidentale e orientale. Come segno di distensione, il presidente della Commissione europea ha apertamente manifestato la sua contrarietà a tagliare i fondi strutturali destinati alla Polonia, che nell’attuale bilancio settenale è la maggiore beneficiaria dell’Unione Europea.

Nel frattempo, nella mattinata di martedì 9 gennaio, il Primo Ministro polacco ha formalmente annunciato un rimpasto di governo, che vede un avvicendamento alla guida di sei ministeri di primo piano (Esteri, Finanza, Difesa, Interni, Salute e Ambiente). Per quanto la decisione abbia importanti riflessi sulla politica interna della Polonia, il rimpasto può anche essere interpretato come un atto di buona volontà nei confronti dell’Unione europea. In particolare, l’allontanamento di Antoni Macierewicz, Witold Waszczykowski e Jan Szyszko – rispettivamente Ministri della Difesa, degli Esteri e dell’Ambiente – potrebbe dare nuovo respiro alle relazioni Varsavia-Bruxelles, dato che gli ormai ex ministri sono stati sempre molto critici verso la politica dell’Unione Europea e non hanno certo facilitato il cammino del governo polacco nei due anni di questa legislatura. I prossimi mesi ci diranno se sarà possibile un’inversione di rotta che contenga le tensioni o se la crepa nei rapporti tra Polonia e Unione Europea si rivelerà ancor più pronunciata.

Polonia Oggi: Siti di cambio valuta, cifre da capogiro per il mercato polacco

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Il mercato del cambio valute è un business molto redditizio. Secondo quanto emerge dai dati raccolti dalla Banca dei regolamenti internazionali (BIS), nel 2016 il fatturato netto medio giornaliero del mercato valutario polacco ammontava a 9.116 milioni di dollari, di cui 5.959 milioni sono stati convertiti in zloty. Stando a Xchanger.pl e Fintek.pl, le operazioni di cambio valute effettuate sul suolo polacco riguardano soprattutto il dollaro, l’euro, il franco svizzero, la sterlina e la kuna croata. In Polonia, oltre ai 5 mila sportelli più tradizionali, la rete offre attualmente 50 siti di cambio valuta, il cui boom risale al 2011, anno in cui è stata adottata dal Sejm (il Parlamento) la cosiddetta legge anti-spread. Il mercato online del cambio valute si aggira intorno ai 40 miliardi di zloty per anno. A prima vista questi portali funzionano in modo simile tra loro, ma ovviamente bisogna sempre prestare molta attenzione ai dettagli, quali tassi di cambio, eventuali commissioni, velocità delle transazioni. Per usufruire di siti di cambio valute privati è necessario avere due conti correnti, uno in zloty e l’altro nella valuta straniera scelta. Il pericolo di truffe e tassi di cambio gonfiati è sempre in agguato, perché i siti privati non sono sottoposti ad alcuna verifica.

Fonte: money.pl

Il Telethon polacco organizzato dalla Fondazione WOŚP

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Ogni anno a gennaio si tiene un evento molto sentito in Polonia, che raccoglie migliaia di persone in centro a Varsavia davanti al Palazzo di Cultura e Scienza, simbolo storico della città. Si tratta del concerto di solidarietà organizzato dalla Fondazione WOŚP, la Grande Orchestra per la Beneficenza di Natale.

Quest’anno la manifestazione è arrivata alla sua 26^ edizione, che sarà chiusa con il gran finale di domenica 14 gennaio, quando l’ennesimo concerto metterà fine alla raccolta fondi organizzata nel 2017. L’anno scorso la Fondazione ha ricevuto la cifra record di 105 milioni di zloty (circa 25 milioni di euro), da destinare alle strutture ospedaliere nazionali per salvare la vita e la salute dei bambini ricoverati nei reparti di pediatria e per garantire l’assistenza sanitaria degli anziani. In totale, in questi 25 anni il ricavato raccolto è stato di 825 milioni di zloty (quasi 200 milioni di euro), utile all’acquisto di moderne attrezzature per gli ospedali della Polonia.

L’evento è organizzato con il vitale contributo di moltissimi volontari – l’anno scorso addirittura 120.000 – che coordinano la raccolta fondi e, oltre al concerto, mettono in piedi una serie di iniziative collaterali, come aste e manifestazioni sportive. Un paragone non azzardato si potrebbe fare tra il concerto WOŚP e la maratona Telethon in Italia. La manifestazione va in diretta televisiva ed è possibile aiutare anche tramite i canali online messi a disposizione dall’organizzazione. Jerzy Owsiak, fondatore di WOŚP, è molto orgoglioso perché ciò che rende unico questo evento è il fatto che sia organizzato dal basso: la Fondazione garantisce le strutture per gli attivisti locali, ma tutto il resto dipende dalla creatività e dall’intraprendenza della società civile.

Come da tradizione, l’apice del gran finale si svolge alle 8 di sera con i fuochi d’artificio che brillano davanti al Palazzo di Cultura in un caleidoscopio di colori definito “una luce al cielo”. Nello stesso momento, una luce viene accesa presso ogni stand della Fondazione, con la speranza che migliaia di persone seguano questo esempio nel resto della Polonia. La chiusura è decisamente spettacolare (soprattutto se si pensa che avviene nel gelo del gennaio polacco!), ma è anche fondamentale per dare un aiuto concreto sul piano medico. La raccolta fondi di quest’anno è impreziosita anche dal contributo economico cinese grazie ai concerti organizzati da WOŚP a Pechino e Shanghai.

Polonia Oggi: Gruppo Lotos, sponsor della nazionale polacca fino al 2022

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Anche se l’attuale contratto con la nazionale di calcio polacca scade a fine 2018, la Lotos, azienda statale del settore petrolifero, ha già deciso di rinnovarlo fino al 2022. In via ufficiosa si stima che il valore del contratto sia pari a 100 milioni di złoty (25 milioni di złoty all’anno). La decisione è motivata dagli ultimi successi della nazionale (quarti di finale agli Europei 2016, 6° posto nel ranking FIFA e testa di serie nel Mondiale 2018). La Lotos, oltre ad essere sponsor ufficiale della nazionale maschile, diventerà sponsor pure della squadra U-21 e della squadra nazionale di calcio femminile. In virtù del nuovo contratto, il gruppo potrà usare l’immagine dei calciatori a fini pubblicitari. Da anni la Lotos vuole affermarsi come ambasciatore dello sport polacco. Tra le sue attività supporta l’altro sport molto seguito in Polonia: il salto con gli sci. Il gruppo è impegnato anche nel “Narodowy Program Rozwoju Skoków i Biegów Narciarskich”, il programma nazionale di promozione dello sci di fondo e del salto con gli sci.

Fonte: nafta.wnp.pl

La Polonia nelle Memorie di Giacomo Casanova

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Casanova giunse a Varsavia il 10 ottobre 1765, dopo aver trascorso nove mesi in Russia. La situazione politica della Polonia era allora assai difficile. Il Paese era immenso, comprendeva ancora le attuali Lituania, Bielorussia e quasi tutta l’Ucraina, la popolazione ammontava a quasi 14 milioni (a titolo di confronto, intorno al 1770 l’Italia aveva circa 16,5 milioni di abitanti), ma era un Paese ridotto allo stremo dal malgoverno dei re sassoni, dalle prepotenze degli Stati limitrofi, e anche dall’incoscienza e dall’egoismo della propria classe dirigente, dei famosi magnati cui ubbidiva la szlachta, la nobiltà che godeva di tutti i diritti, mentre i ceti inferiori ne erano praticamente privi.

Morto Augusto III di Polonia e di Sassonia, nel settembre 1764 venne eletto re – per volontà della zarina Caterina II che spedì in Polonia le sue truppe – il giovane Stanislao Poniatowski (nato nel 1732), che avrebbe regnato con il nome di Stanislao Augusto. Esponente di spicco della fazione filorussa capeggiata dalla potentissima famiglia Czartoryski, egli si trovò subito osteggiato dalla battagliera fazione filosassone cui appartenevano un buon numero di magnati e la maggioranza dei nobili, decisamente contrari alla Russia. Il giovane sovrano, colto, intelligente e ambizioso, cui cominciava a pesare la tutela dei Czartoryski, durante i primi anni del suo regno visse piuttosto isolato, in un clima di avversione e di maldicenze, considerato dai più un arrivista indegno della corona. Malvisto dai connazionali, tendeva a circondarsi di stranieri, tra i quali non mancarono gli italiani.

Casanova arrivò quindi in un Paese tutt’altro che tranquillo e in una capitale che era un vero vespaio: il re con il suo entourage prevalentemente straniero, i prepotenti diplomatici russi e prussiani, i seguaci dei Czartoryski e della fazione opposta vi si incrociavano sospettosi o apertamente ostili, tra diverbi, diatribe, risentimenti, malumori e pettegolezzi. Ciò non toglie che a Varsavia, dove le grandi famiglie polacche avevano le loro residenze, vi fosse una vita mondana molto intensa: frequentissime le feste, i balli, i pranzi e i ricevimenti vari, numerosi i teatri in cui si esibivano innanzi tutto le compagnie straniere. Non molto tempo prima, negli anni 1748-1749 e 1754, il pubblico di Varsavia aveva potuto applaudire la madre di Giacomo, Zanetta Farussi Casanova, attrice della compagnia italiana di Andrea Bertoldi in tournée nella capitale polacca.

Nel 1765 Casanova era un quarantenne molto navigato: aveva girato l’Italia e mezza Europa, fatto mille mestieri, avuto mille avventure, guadagnato e sperperato una montagna di denaro. Negli ultimi tempi, però, non riuscì a combinare niente né a Berlino, né a San Pietroburgo. Allora perché non tentare la sorte a Varsavia, presso un re amico degli stranieri? Arrivò nella capitale polacca munito di commendatizie che gli aprirono le porte del palazzo di un Czartoryski, dove fu subito presentato a Stanislao Augusto. La migliore società di Varsavia lo accolse a braccia aperte, dove l’ottima conoscenza del francese gli permise di comunicare senza nessuna difficoltà con i suoi anfitrioni, visto che questa lingua era parlata dalla quasi totalità dei polacchi colti.

Una bella vita, dunque; ciononostante Casanova non è contento. Aspira a un impiego a corte, forse come segretario del re, e deve comportarsi da persona seria, rinunciare al gioco e alle donne. I soldi, che riceve da Venezia tramite un negoziante polacco, non sono pochissimi, ma non gli bastano lo stesso; deve comparire, pagare l’alloggio, la carrozza, due servitori, essere sempre elegantemente vestito. Comincia a frequentare la prima biblioteca pubblica polacca, fondata una ventina di anni addietro dal vescovo Józef Andrzej Załuski, noto storico e avversario dichiarato dei Czartoryski e della loro politica filorussa. Viene a conoscere il dotto vescovo, con cui ha lunghi colloqui su argomenti storici e di attualità. I contatti con Załuski gli permettono di raccogliere una quantità considerevole di notizie di prima mano – ma tutt’altro che obiettive – sugli sviluppi politici in Polonia, che egli metterà poi a frutto nella sua Istoria delle turbolenze di Polonia. Tuttavia, la sua familiarità con Załuski gli aliena assai probabilmente il clan dei Czartoryski. Riesce però ad avvicinarsi al re; frequenterà regolarmente il Castello Reale per conversare con Stanislao Augusto durante il rito mattutino della pettinatura, ma non leggeranno insieme l’Ariosto, benché il sovrano abbia espresso inizialmente tale desiderio. Il fatto è che il re, come leggiamo nella versione italiana dei “Mémoires” (Storia della mia vita, III, Mondadori, 1996), “capiva l’italiano, ma non abbastanza bene per parlarlo e ancor meno per gustare il grande poeta”.

Comunque, l’agognato posto di segretario regio gli sembra più vicino; ma il diavolo ci mette la coda. Nel marzo del 1766 Casanova litiga, a causa di una ballerina italiana, con un generale polacco amicissimo del re, Franciszek Ksawery Branicki, e, ritenendosi offeso, molto coraggiosamente lo sfida a duello. Ferisce l’avversario piuttosto gravemente e riporta egli stesso una leggera ferita. Si trova poi in pericolo di vita, perché un feroce subalterno del generale intende vendicarlo. Riparato in un convento, viene tormentato dai chirurghi polacchi che vorrebbero amputargli la mano ferita, temendo la cancrena, o forse per far piacere a Branicki. Riesce a salvare la mano e stende una dettagliata relazione dell’accaduto che sarà pubblicata in italiano con il titolo “Il duello” nei suoi “Opuscoli miscellanei” (Venezia, 1780) ed entrerà dopo, con qualche modifica, a far parte dei Mémoires.

Decide poi di assentarsi per un po’ di tempo da Varsavia aspettando che le acque si calmino, e probabilmente anche per poter guadagnare qualcosa al tavolo da gioco, lontano dalla corte. Compie quindi un viaggio di circa sei settimane nella Polonia sudorientale, ricevuto da alcuni magnati nei loro vasti possedimenti. A Krystynopol, in Ucraina, visita il ricchissimo Franciszek Salezy Potocki, voivoda di Kiev. A Zamość, bel borgo rinascimentale, Klemens Zamoyski gli mette a disposizione “un appartamento bello ed elegante, ma sprovvisto di tutto: in Polonia, infatti, si usa così, perché si suppone che un uomo dabbene viaggi con tutto ciò he gli occorre”. A Lwów (oggi Lviv) lo ospita l’influente Katarzyna Kossakowska, acerrima nemica del re, come il veneziano giustamente ribadisce; purtroppo non possono comunicare, perché la dinamica signora non conosce né il francese, né l’italiano. A Podhorce in Podolia lo riceve Wacław Rzewuski, alto grado militare, ma anche autore di opere teatrali e poeta.

Rientra a Varsavia verso la fine di giugno e si accorge immediatamente che tutti, il re compreso, gli sono contrari. Invece di festeggiarlo, gli si chiede perché sia tornato. Riceve poi una lettera anonima che spiega i motivi di tale atteggiamento nei suoi confronti: si sarebbe sparsa la voce che lui fosse un pessimo soggetto, per averne combinate di tutti i colori a Parigi (ed era vero). Quanto alle sue gesta parigine – l’imbroglio ai danni della credula marchesa d’Urfé, le cambiali false – a parlarne a Varsavia fu quasi certamente Marie-Thérèse Geoffrin, rinomata intellettuale e amica carissima di Stanislao Augusto, arrivata nella capitale polacca il 22 giugno 1766 su invito del sovrano. Ma il colpo di grazia lo diede al veneziano colui che egli considerava un ottimo amico, August Moszyński, architetto di corte e uomo di fiducia del re. Casanova, nelle Memorie, lo chiama “una persona veramente squisita” e “il generoso Mossinski (sic)”, senza sapere che fu proprio lui a rovinarlo. In quel torno di tempo Moszyński scrisse infatti a Stanislao Augusto una lettera che costituisce un vero e proprio atto di accusa contro il veneziano, definito pericoloso intrigante, baro e spia, oltre che scroccone. Ai primi di luglio Casanova riceve l’ordine di lasciare Varsavia; il re, che ci teneva a non inimicarsi troppo gli stranieri di qualche importanza, gli regala però la bella somma di mille ducati, con cui potrà pagare i propri debiti. Parte dalla capitale polacca intorno alla metà di luglio 1766, diretto a Breslavia, appartenente allora alla Prussia. La Polonia, tuttavia, tornerà presto al centro della sua attenzione: infatti, pochi anni più tardi, scriverà un’opera ad essa dedicata.

A differenza dei Mémoires, la scrive in italiano. Il titolo completo suona: “Istoria delle turbolenze di Polonia dalla morte di Elisabetta Petrovna fino alla pace fra la Russia e la Porta ottomana” (Gorizia, 1774). L’opera riguarda l’arco di tempo che va – o che piuttosto dovrebbe andare, perché dei previsti sette volumi ne nasceranno soltanto tre – dal 1762 al 1770 circa. Si tratta di un periodo effettivamente molto turbolento e confuso – basti menzionare la guerra civile provocata dalla cosiddetta Confederazione di Bar, schiacciata poi dai russi – che precede immediatamente la prima spartizione del Paese (1772). Come abbiamo già avuto modo di accennare, l’Istoria è basata in larga misura sui materiali raccolti dall’autore a Varsavia, nella biblioteca pubblica e soprattutto conversando con testimoni oculari o comunque con personaggi bene informati, anche se non proprio imparziali, come il vescovo Załuski. Fu una mole di notizie troppo spesso contraddittorie – gli esponenti della fazione filorussa non raccontavano di sicuro le stesse cose che i loro avversari politici – che si rivelò troppo pesante per il povero Casanova. Il suo libro è farraginoso, vi manca un filo conduttore, l’autore vi si perde ogni tanto lui stesso; probabilmente anche per questo ebbe delle difficoltà con il suo editore goriziano che lo indussero a interrompere la stesura dell’opera. Ciononostante l’Istoria merita la nostra attenzione per la vastità del suo impianto, per la ricerca di una documentazione direttamente alle fonti, e soprattutto per una serie di giudizi corrispondenti alla verità storica: il ruolo determinante della Russia, l’importanza dell’intervento turco, la carenza di un forte potere interno in Polonia, la contraddizione tra la libertà sfrenata dei nobili che rende ingovernabile lo stato e la feroce schiavitù che opprime i contadini, cioè la stragrande maggioranza della popolazione.

Il libro di Casanova, interrotto a metà, non ebbe certamente molta diffusione; malgrado i suoi difetti, esso rimane a testimoniare l’interesse per le drammatiche sorti della Polonia nella seconda metà del XVIII secolo, che vi fu in Italia e in particolar modo nella Repubblica di Venezia, anch’essa ormai molto debole e minacciata dallo straniero.

 

 

L’autore dell’articolo: Krzysztof Żaboklicki è professore all’Università di Varsavia, traduttore di libri dall’italiano al polacco e autore del testo “Storia della letteratura italiana” (Titolo originale: Historia literatury włoskiej, Casa Editrice PWN, 2008).