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Home Blog Page 229

Polonia Oggi: La rivitalizzazione del centro storico di Toruń

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Toruń

Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Il Ministro della Cultura Piotr Gliński ha affermato ieri che il piano di rivitalizzazione del centro storico di Toruń è il più grande progetto con fondi europei per la tutela e la conservazione dei monumenti in Polonia. Toruń otterrà un contributo di circa 54,5 milioni di złoty dal Ministero della Cultura, che rientreranno nel Programma Operativo Infrastrutture e Ambiente 2014-2020. Il costo totale dei tredici investimenti che saranno realizzati è appena inferiore a 71,5 milioni di złoty. Gliński ha assicurato che il governo ha a cuore lo sviluppo della cultura, sottolineando l’importanza degli investimenti in questo settore. Il progetto ha una valenza ulteriore, perché quest’anno si festeggia il ventesimo anniversario dell’iscrizione del centro storico di Toruń nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

pap.pl

POLONIA OGGI: 20 mila turisti a “Poznań a metà prezzo”

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Durante lo scorso weekend gli abitanti di Poznań e i turisti hanno affollato le strade del capoluogo della Grande Polonia, approfittando di oltre 140 offerte turistiche a metà prezzo. Si trattava della decima edizione dell’iniziativa “Poznań a metà prezzo”, che ha consentito a molti di beneficiare di grandi sconti. A promuovere l’iniziativa è stata l’organizzazione turistica locale. Tra i luoghi e gli eventi più visitati quest’anno ci sono il Museo dei Croissant, il centro commerciale e artistico Stary Browar e il recital di Chopin della pianista giapponese Shizuki Okumura, promosso dal Teatro della Musica.

rp.pl

Polonia Oggi: Elezioni francesi, torna la paura dell’idraulico polacco

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Le elezioni presidenziali francesi hanno improvvisamente coinvolto la Polonia: Marine Le Pen, la candidata del Front National, ha accusato il suo avversario, Emmanuel Macron, di favorire “una globalizzazione selvaggia” attraverso l’eliminazione di posti di lavoro in Francia. Il riferimento è all’annuncio dato da Whirlpool a gennaio, quando l’azienda ha informato di voler chiudere il suo stabilimento di Amiens per trasferire la produzione in Polonia entro la fine del 2018. Le Pen si è presentata mercoledì a sorpresa davanti all’ingresso dell’impianto, ricordando che i 290 lavoratori impiegati nella fabbrica francese perderebbero il lavoro. Torna quindi lo spauracchio dell’idraulico polacco, simbolo dei lavoratori che avrebbero inondato l’Unione Europea dopo l’ingresso dei 10 paesi dell’Europa centro-orientale nell’allargamento del 2004. Questa paura aveva avuto un ruolo determinante nel rifiuto alla Costituzione Europea che il popolo francese aveva manifestato nel referendum del 2005. “In questi momenti la Polonia è presa a riferimento perché è il più grande paese tra quelli entrati nell’UE nel 2004 (…) gli imprenditori francesi non hanno ancora capito che è necessario spostare la parte più semplice della produzione in paesi dove il costo del lavoro è minore, come hanno fatto i tedeschi. Questa situazione induce una visione della Polonia come di un paese che minaccia la prosperità della Francia”, ha commentato Pierre Verluise, direttore del portale di geopolitica Diploweb.

rp.pl

Polonia Oggi: Assegnanti i premi Lewiatan 2017

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Crediti foto: Confederazione Lewiatan

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Ieri sera presso la Filharmonia Narodowa di Varsavia si è svolto il “Gala Nagród Lewiatan”, un evento organizzato ogni anno dalla Confederazione degli imprenditori polacchi (Konfederacja Lewiatan). Il Gala è stato introdotto da Henryka Bochniarz, presidente di Lewiatan, e presentato dalla giornalista Grażyna Torbicka. Punto saliente dell’evento è stata l’assegnazione di premi in numerose categorie. Quest’anno il premio nella categoria “piccole e medie imprese” è stato consegnato a Marek Maj, presidente della azienda Smay. Nella categoria “grandi imprese” il premio è andato ad Andrzej Wierzbicki, uno dei proprietari della società Wieloton. La regista Agnieszka Holland ha ricevuto il premio di Lewiatan e della Fundacja na Rzecz Myślenia im. Barbary Skargi per il suo pensiero coraggioso e indipendente. Un premio speciale è stato infine assegnato al capo redattore del settimanale Polityka Jerzy Baczyński e alla sua redazione. Lo sponsor principale dell’evento è stato Fiat Chrysler Automobiles (FCA).

Gazzetta Italia

Polonia Oggi: Nestlé trasferisce in Polonia la produzione dei wafer Blue Riband

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Nestlé ha annunciato di voler trasferire la produzione dei wafer Blue Riband dalla Gran Bretagna alla Polonia, motivando la decisione con la necessità di aumentare l’efficienza e mantenere la competitività in un ambiente in continua trasformazione. Questo processo di delocalizzazione verso la fabbrica polacca di Kargowa comporterà nei prossimi due anni la perdita di circa 300 posti di lavoro in Gran Bretagna. L’azienda multinazionale ha spiegato che i cambiamenti fanno parte del programma di riduzione dei costi in Europa e nel Vicino Oriente. La portavoce di Nestlé ha dichiarato che la decisione non è direttamente legata a Brexit. Ora la questione sarà oggetto di consultazioni con i sindacati. “Nestlé dovrebbe esportare cioccolato, non posti di lavoro. Il trasferimento in Polonia della produzione di un marchio leggendario è inaccettabile”, ha commentato Tim Roache, segretario generale del sindacato GMB.

Gazzetta Italia

POLONIA OGGI: Polonia al 4° posto nella classifica degli studenti di talento in UE

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Stando al rapporto dell‘Evidence Institute, nell’ambito dell’istruzione secondaria gli studenti polacchi sono i quarti più capaci in Unione Europea. Il 6,7% dei quindicenni polacchi si è rivelato estremamente talentuoso, sorpassando i coetanei di paesi come Italia e Spagna (rispettivamente al 6° e al 7° posto con il 5,5% e il 5,2%). Le stime dell’OCSE attestano risultati sopra la media per i polacchi relativamente a lettura (5° posto), matematica (9°posto) e scienze naturali (10° posto) in UE. Per quanto riguarda gli studenti italiani, questi si trovano al 19° posto per la lettura, 16° posto per la matematica e 20° posto per le scienze naturali. Nonostante gli alti rendimenti, gli studenti polacchi hanno tuttavia dichiarato di non sentirsi a loro agio a scuola e di sentirsi degli outsider.

Gazzetta Italia

„Artists on strike” – nowy film dokumentalny włoskiej reżyser Eleny de Vardy

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Nie ma wolności bez solidarności” krzyczeli robotnicy stoczni okrętowych w Gdańsku i tłumy manifestujących przyłączyły się do ich protestu. W grudniu 1981 stan wojenny ogłoszony przez ówczesnego premiera Polski Wojciecha Jaruzelskiego nie stłumił tamtych głosów, „rewolucja” obywateli rozprzestrzeniła się w całym kraju i dzięki powszechności sztuki i kultury odzyskała odebraną wolność za pomocą dzieł sztuki i talentów licznych artystów należących do polskiej sceny artystycznej. Sztuka z „publicznej” stała się „prywatną” i przeniosła się z teatrów i muzeów do domów prywatnych i kościołów.  Tłumy korzystały z „potajemnej” sztuki i tysiące osób stały w kolejkach żeby przyjść na wystawę lub uczestniczyć w spektaklu. Trudna sytuacja polaków zainspirowała międzynarodowych artystów (na przykład Joseph Beuys), którzy przybyli do naszego kraju, aby współpracować z polakami. To jest właśnie atmosfera „Artists on strike”, filmu dokumentalnego w trakcie realizacji przez włoską reżyser Elenę de Vardę, wyprodukowany we współpracy z wytwórnią filmową Wojtek films z Warszawy i Filmlux z Mediolanu. Kolejny przejaw długiej i owocnej kariery reżyserki, która ma za sobą liczne filmy dokumentalne, między innymi  „Za wolność naszą i waszą”, w którym przejrzyście przedstawiono konfliktu pod Monte Cassino. Został on wyemitowany wiele razy, począwszy od 2014 roku, zarówno przez włoską telewizję publiczną Rai jak i przez Telewizję Polską.

„Artists on strike” jest kinowym przedstawieniem ukazanym oczami młodej studentki mediolańskiego uniwersytetu – sama de Varda – podczas jej pobytu w Krakowie między 1987 a 1989 rokiem. Były to gorące dwa lata, które doprowadziły do upadku Związku Radzieckiego. Intymny i codzienny konflikt między włoską konsumpcyjnością, a surowością życia codziennego krajów byłego bloku wschodniego, przeżyty w kontakcie z najbardziej zainteresowanymi ruchami artystycznymi epoki, które zajmowały całe place miejskie. Ważny film – wyprodukowany w koprodukcji przez Telewizję Polską i miasto Gdańsk – w którym będą uczestniczyć liczne gwiazdy polskiej i międzynarodowej sztuki, wśród których jest aktorka Krystyna Janda, bliźniacy Janiccy (aktorzy historyczni teatru Kantora), Józef Robakowski, Jerzy Bereś, Jerzy Kalina, grupa Luxus, Pomarańczowa Alternatywa i wielu innych. Muzyka do filmu została napisana przez znanego włoskiego kompozytora, Louis Siciliano, zwycięzcy licznych nagród.

Prezentacja filmu jest przewidziana między 13 a 18 października w Gdańsku podczas tygodnia poświęconego demokracji, wydarzenia na którym będą obecni ważni dziennikarze polscy i włoscy. Jest to nadchodząca okazja dla włoskich firm pragnących sponsorować projekt o ogromnej wartości artystycznej i kulturowej mających na celu włączenie się w sposób wpływowy do polskiej gospodarki. Sponsorzy, którzy zdecydują się zainwestować w film, zostaną zaproszeni na pierwszą prezentację filmu, włączeni w napisy końcowe i opublikowani wewnątrz materiału promocyjnego.  Inwestorzy, którzy będą mieli zamiar zakupić akcje koprodukcji, oprócz tytułu sponsora,  otrzymają również część dochodów z filmu proporcjonalnie do zakupionych udziałów.

Projekt  przewiduje również udział ważnych instytucji kulturalnych, takich jak Ambasada Włoska w Warszawie, Konsulat  Polski w Mediolanie, Fundacja Tadeusza Kantora, Telewizja Polska, Muzeum Sztuki Współczesnej w Łodzi (jednej z najważniejszych instytucji artystycznych w Polsce), Galeria Miejska w Poznaniu oraz Centrum Sztuki Współczesnej „Łaźnia” w Poznaniu.

W informacji pod numerem pod numerem tel. 0048535788065/ 0039 3479822092

elena.wojtekfilms@gmail.com

Gazzetta Italia

 

Oświęcim e Cori sono città gemelle

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L’11 marzo 2017 nella chiesa di Sant’Oliva è stato firmato il patto conclusivo del gemellaggio tra le città di Cori e Oświęcim, nota nel mondo con il famigerato nome di Auschwitz, sede del più grande campo di sterminio nazista. All’evento hanno partecipato rappresentanti dell’Ambasciata polacca in Italia e il dottor Ugo Rufino, direttore dell’Istituto Italiano di Cracovia, che aveva organizzato in precedenza una notte italiana all’Istituto per la presentazione delle eccellenze storiche, monumentali, paesaggistiche e produttive di Cori. La chiesa di Sant’Oliva è costruita su un tempio pagano del III-I secolo a.C. inglobato da una chiesa del XII secolo. Contiene affreschi di straordinaria bellezza che raffigurano scene tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento, risalenti al 1533-1534 e simili a quelli della cappella Sistina in Vaticano.

Il primo patto di gemellaggio era stato firmato a Oświęcim il 26 gennaio 2017 nel castello della città, la cui lunga storia è iniziata almeno nel XII secolo. Nel 1518 soggiornò nel medesimo castello Bona Sforza, in viaggio da Bari a Cracovia per andare in sposa a Sigismondo I. La duchessa di Bari ha avuto un grande rilievo nella storia polacca e nei rapporti tra Italia e Polonia.

Cori è la seconda città italiana dopo Arezzo a firmare un patto di gemellaggio con Oświęcim. I rapporti tra Cori e Oświęcim sono cominciati più di mezzo secolo fa, quando nel luglio 1965 giunse in quest’ultima Pietro Vitelli, dopo un lungo viaggio in varie città polacche, ospite di amici conosciuti a Mosca nel 1963. Fu accompagnato da due studenti di Cracovia conosciuti a Częstochowa che lo invitarono a cena nella loro casa ai piedi del Wawel e gli suggerirono di visitare il Museo di Auschwitz-Birkenau. Fu una visita traumatica che consentì di conoscere una storia terribile della quale in quegli anni si parlava poco. Pensò che non sarebbe mai più tornato in quei luoghi, tanto erano state strazianti le emozioni vissute. Pietro Vitelli continuò tuttavia a frequentare la Polonia, tanto da passarvi per decenni le sue vacanze e persino a imparare un poco la lingua.

Nell’ottobre 1996, mentre era sindaco di Cori, Pietro Vitelli ebbe modo di incontrare l’allora sindaco di Oświęcim Andrzej Telka (1933-2010). I due si trovavano ad Atene per partecipare a un convegno di primi cittadini che aveva come scopo quello di firmare sulla storica terrazza di Pnika, di fronte all’Acropoli, una pace tra le città del Mediterraneo. Andrzej è stato sindaco di Oświęcim negli anni 1982-1989 e negli anni 1994-1997. Ha avuto meriti altissimi nella rinascita della città e nel potenziamento del Museo di Auchwitz-Birkenau, tanto da essere insignito dal Presidente della Repubblica Aleksander Kwaśniewski della Croce di Ufficiale dell’Ordine della Rinascita polacca per altissimi meriti nel consolidare e diffondere la conoscenza del campo di sterminio di Auschwitz. Egli con grande calore invitò Vitelli a tornare a Oświęcim dicendogli che la sua città, dopo la tragedia della guerra e del campo di sterminio, stava diventando luogo di incontro, di fratellanza e di pace tra i popoli.

Malgrado i numerosi viaggi in Polonia Pietro Vitelli tornò ad Auschwitz solo nel gennaio del 2004. Il parlamento italiano aveva approvato la legge 20 luglio 2000, n.211 per l’istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi di sterminio nazisti. Nel 2004 Vitelli cedette alle insistenti richieste dell’allora sindaco di Maenza, in provincia di Latina, che conosceva i suoi decennali rapporti con la Polonia e lo pregò di accompagnare lui e un gruppo di studenti della sua città per una visita ad Auschwitz – Birkenau per celebrare il 27 gennaio, Giorno della Memoria. Fu il primo viaggio della memoria organizzato da un comune della provincia di Latina. Si ebbe l’opportunità di incontrare l’allora Sindaco di Oświęcim Janusz Marszalek, con il quale si aprì subito un rapporto di simpatia e amicizia. Marszalek ebbe modo di visitare Cori e di essere ricevuto dal consiglio comunale, avendo modo di rivolgere un saluto di amicizia alla città di Cori. Su quel viaggio Pietro Vitelli, nel 2004, pubblicò un libro di versi “Haiku, Viaggio della memoria da Maenza ad Auschwitz”. Il libro è stato tradotto anche in polacco e pubblicato nel 2016 a Cracovia, venendo presentato proprio a Oświęcim qualche ora prima della firma del patto di gemellaggio, nella biblioteca della città. Il libro fece impressione alla sua uscita in provincia di Latina. L’allora Sindaco di Cisterna volle ripetere l’esperienza e pregò Vitelli di accompagnarlo con i ragazzi delle sue scuole. Era il 2005, anno in cui ricorreva il 60° anniversario della liberazione di Oświęcim e del campo di sterminio da parte dell’Armata Rossa. La presenza a quell’evento, al quale parteciparono numerosi capi di stato fu un’esperienza di grande valore politico, storico e culturale che lasciò nei partecipanti una forte impressione emotiva, in particolare negli oltre trecento studenti giunti da Cori e da altre città della provincia di Latina. L’occasione fu utile per conoscere meglio Oświęcim e per consolidare i rapporti con il sindaco Marszalek e la città. Lo stesso Marszalek, assieme ai giovani della sua città, ebbe poi modo di visitare Cori e altre città vicine, compresa Latina.

Di anno in anno la visita di studenti della provincia di Latina durante la giornata della memoria ad Auschwitz-Birkenau è diventato sempre più un importante momento di formazione. Anche i giovani di Cori, accompagnati dal sindaco Tommaso Conti, hanno partecipato a questi viaggi e l’amicizia con la città di Oświęcim si è via via rafforzata. Fondamentale in tal senso è stato il ruolo del nuovo sindaco Janusz Chwierut, che visitando Cori è rimasto colpito dall’antica storia della città, dal calore spontaneo con cui è stato accolto sia dagli amministratori che dai cittadini, dall’interesse che Cori ha mostrato per la storia di Oświęcim. Un interesse certamente suscitato dalla tragedia del campo di sterminio, ma anche e soprattutto dall’intenzione che la città si era data di contribuire alla costruzione di un mondo basato su relazioni pacifiche, solidali, di reciproco scambio nel campo culturale e anche economico sociale. Il sindaco Janusz Chwierut ha cominciato a invitare i rappresentanti di Cori anche per le giornate di festa per l’origine della città di Oświęcim e a promuovere gli scambi anche di gruppi e associazioni culturali e folkloristiche.

Grazie ai rapporti di amicizia di Pietro Vitelli, il gruppo artistico “La Mimosa”, che raccoglie pittori di Cisterna e Latina, ha visitato dal 30 agosto al 4 settembre 2012 la città di Oświęcim e il Campo di sterminio nazista di Auschwitz – Birkenau. La visita è avvenuta su invito di Chwierut e del “Grupa na Zamku”, gruppo di pittori di Oświęcim con sede nell’antico castello della città. Per l’occasione i pittori sono stati accompagnati, oltre che da Vitelli, da Mauro Carturan, sindaco di Cisterna e consigliere provinciale che ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei viaggi della memoria ad Auschwitz – Birkenau. I pittori pontini hanno dato concreta dimostrazione della loro maestria e del loro talento dipingendo opere in pubblico e suscitando l’ammirazione dei colleghi polacchi e del pubblico. Numerosi sono stati gli artisti polacchi incontrati, a cominciare dai presidenti del gruppo Zdzisław Nowak, Józef Momat e poi gli artisti Marian Majkut, Tadeusz Noworyta, Jolanta Kupiec, Dorota Klimczak, Wanda Sucherek, Anna Nosal-Tobiasz e altri. Tra i pittori pontini presenti vale la pena ricordare Mario Spigariol, che negli anni successivi ha donato alla città un quadro panoramico di Oświęcim che ora si trova nell’aula magna dell’università, ma anche Patrizio Veronese e Francesco Martelli. Oświęcim ha poi ospitato gli Sbandieratori, la compagnia di danze rinascimentali Tres Luxores e persino i cuochi dei più importanti ristoranti di Cori. Il sindaco Janusz Chwierut ha egli stesso più volte visitato Cori ed è stato accompagnato in visita ai giardini di Ninfa e a Montecassino, sia all’abbazia che al cimitero militare polacco.

Insomma, si è giunti a firmare il patto di gemellaggio dopo un lungo fidanzamento fatto di scambi culturali e turistici aventi come scopo fondamentale quello di dare continuità all’azione in difesa della memoria che caratterizza le due città. Per Cori e Oświęcim ricordare non è retorico, bensì indispensabile, affinché la memoria della Shoah faccia maturare nei giovani un’etica della responsabilità individuale e collettiva e favorisca la realizzazione di una pacifica convivenza e integrazione tra i popoli, oltre che il positivo sviluppo delle relazione economiche, culturali e sociali. Non v’è dubbio che il patto di gemellaggio tra Cori e Oświęcim sia stato possibile grazie alla sensibilità culturale e a una visione politica di grande respiro capace di guardare ben oltre il piccolo recinto del proprio giardino, della propria comunità, da parte dei sindaci Janusz Chwierut e Tommaso Conti. Essi hanno il merito storico di aver portato i consigli delle due città a decidere la firma di questo importante patto di amicizia che consolida anche le storiche amichevoli relazioni tra Italia e Polonia.

Non è male ricordare che la bandiera italiana nacque a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 e l’inno polacco, la cosiddetta marcia di Dąbrowski, fu composto nella stessa città nel luglio dello stesso anno. Così come è bene ricordare il riferimento alla Polonia nell’ultima strofa dell’inno di Mameli: “son giunchi che piegano le spade vendute;/già l’aquila d’Austria le penne ha perdute./ Il sangue d’Italia, il sangue polacco bevé col cosacco,/ma il cor le bruciò,/ stringiamoci a coorte!/ Siam pronti alla morte,/ L’Italia chiamò” e chiaro è poi il riferimento all’Italia nella prima strofa dell’inno polacco: “La Polonia non è ancor morta,/ finché noi viviamo/ ciò che ci tolse la forza straniera,/ riprenderemo con la spada, / marciamo Dąbrowski,/ marciamo dalla terra italiana alla terra polacca”.

Ciò che resta è far sì che il gemellaggio si rafforzi e continui a vivere negli anni futuri per il bene delle due città, delle due nazioni e per uno sviluppo pacifico delle relazioni internazionali.

Polonia Oggi: A luglio Cracovia ospita il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO

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Dal 2 al 12 luglio si svolgerà a Cracovia la 41^ sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. “È il più grande evento internazionale organizzato quest’anno dal governo polacco”, ha chiosato il Ministro della Cultura Piotr Gliński. Le riunioni previste avranno luogo presso il centro congressi internazionale di Cracovia e vedranno la partecipazione di circa 2.000 persone. Il Ministro Gliński ha dichiarato che la Polonia è pronta e ben organizzata per l’ospitare l’evento. La cerimonia solenne di inaugurazione si terrà il 2 luglio al Castello Reale di Wawel. Nei dieci giorni della sessione, i rappresentanti dei 21 paesi che attualmente compongono il comitato prenderanno decisioni riguardanti i beni culturali e naturali che sono riconosciuti come patrimonio dell’umanità. Tra i temi dell’incontro anche i siti UNESCO considerati a rischio. Nella lista del patrimonio mondiale sono già presenti 14 siti polacchi ed è possibile che dopo la riunione di luglio ne sia aggiunto un altro. La stessa città vecchia di Cracovia fa parte dei primi 12 siti che sono entrati a far parte della prestigiosa lista.

pap.pl

Polonia Oggi: Erasmus, ora la moda è Varsavia

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Uniplaces, piattaforma online di aiuto per gli studenti universitari in cerca di alloggi in affitto, ha stilato una classifica delle città europee nelle quali è più conveniente fare l’esperienza Erasmus. I fattori di valutazione sono costo dell’affitto, costo delle rette universitarie, costo medio di un pasto in ristoranti economici, abbonamento mensile per i trasporti pubblici e numero di università pubbliche. Se è vero che altri elementi influiscono nella scelta della destinazione in cui vivere il proprio Erasmus, i cinque fattori appena citati posizionano Varsavia in cima a questa particolare classifica. L’esperienza di studio nella capitale polacca non è ostacolata dalla difficoltà della lingua, perché la maggior parte degli atenei offre lezioni e programmi post laurea in inglese, tedesco e francese. Fabio Rossi, docente di Storia della lingua italiana all’Università di Messina, giudica positivamente l’accordo che il suo ateneo ha con l’Università di Varsavia perché sostiene che gli studenti rientrano in Italia con una preparazione più che soddisfacente. Rossi osserva che: “Il costo per l’alloggio e il vitto c’entra, ma non è l’unica motivazione. C’è anche la spinta a conoscere una città e un ambiente culturale nuovi, insieme alla certezza di frequentare corsi di alto livello, soprattutto per chi studia il russo”.

repubblica.it/scuola