“La Polonia ha tutte le caratteristiche di un ecosistema ideale per fare impresa. E’ il Paese che ha meglio saputo sfruttare l’entrata nell’Unione Europea. E nel ranking Doing Business della World Bank, la Polonia è riuscita a passare dal 76° posto nel 2009 al 32° nel 2015 su 189 Paesi, per facilità di impresa”. Lo ha detto oggi Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda al convegno Polonia opportunità di business per le imprese italiane a Milano. “I rapporti con il nostro Paese sono sempre stati, da un punto di vista economico e culturale, molto intensi e proficui. Sul territorio polacco sono oggi presenti 1300 imprese a capitale italiano (di cui il 17% nel settore automotive) con un totale di 90mila dipendenti. Il meccanismo di fertilizzazione reciproca fra impresa e impresa è già in essere e si dovrà sviluppare moltissimo. Molte imprese italiane stanno già riflettendo sulla Polonia come partner ideale per la sua densità industriale, scientifica e tecnologica”.
“Dal 2008 al 2013 – ha spiegato il numero uno di Assolombarda – l’economia polacca è cresciuta del 2,7% (la Germania dello 0,7%). La Polonia possiede una base manifatturiera solida come l’Italia e con un capitale umano giovane (oltre il 50% della popolazione ha meno di 40 anni), di qualità tecnico ingegneristica e a basso costo. Il 27% della popolazione tra i 25 e i 64 anni è laureata, tra i 30 e i 34 anni la percentuale di laureati sale al 42% (l’Italia è al 24%). La Polonia è uno dei Paesi che ha investito di più sull’education. Riteniamo che in questo momento l’ingegnere preparato polacco sia uno dei più competitivi al mondo, più di quello cinese”. “La Polonia ha, inoltre, un vasto mercato interno (38 milioni di abitanti) si trova al centro degli scambi commerciali est-ovest e nord-sud Europa e usufruisce di ingenti fondi Eu, finanziamenti che contribuiranno ad un ulteriore sviluppo economico del Paese e che aprono grandi opportunità per gli investitori privati stranieri” conclude Rocca.
(ITALPRESS).
Rocca: “Polonia ecosistema ideale per fare impresa”
Fiat investe 100 milioni in Polonia per nuova versione della 500
La Fiat Chrysler Automobiles Company (FCA) ha investito 100 milioni di euro nello stabilimento polacco di Tychy dove da quest’anno vengono prodotte le nuove versioni della Fiat 500 e della Lancia Ypsilon, scrive l’agenzia polacca Pap.
La nuova versione della Fiat 500, in cui ci sono stati molti cambiamenti, circa il 40%, è prodotta nello stabilimento da giugno, mentre la Lancia Ypsilon Dip è stata introdotta nelle linee di produzione recentemente e farà il suo debutto al Salone di Francoforte. “L’auto è stata sottoposta a una modernizzazione radicale, costata decine di milioni di euro”, ha spiegato il responsabile dello stabilimento dio Tychy Antoni Gren.
Lo stabilimento polacco produce Fiat dal 1975, quando il 18 settembre di quell’anno uscì dalle linee dell’impianto la prima Fiat 126. Negli ultimi 40 anni nella fabbrica sono stati prodotti 9,2 milioni di veicoli, di cui 2,1 milioni di Panda e altrettante 126.
Il National Day della Polonia a Expo 2015
“Insieme possiamo fare di più”: questo il messaggio di Janusz Piechocinski, Vice Primo Ministro e Ministro dell’Economia della Polonia in occasione del National Day del suo Paese in programma oggi a Expo Milano 2015. “Dobbiamo creare nuove forme di sviluppo economico, non attraverso la contrapposizione ma interagendo in maniera sinergia”.
Il riferimento è alla cooperazione economica ma anche ai problemi pressanti dell’immigrazione e della solidarietà, tema approfondito anche dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, nel proprio discorso istituzionale: “Abbiamo bisogno di affrontare in maniera coesa, propositiva e incisiva le sfide che si affacciano, che ci pongono davanti a scelte che coinvolgono la nostra umanità. Sono situazioni che richiedono una coerente, determinata capacità di affrontare le gravi tensioni e instabilità internazionali. I valori su cui puntare sono la libertà, la democrazia, la tolleranza e la ricerca della pace”.
Entrambi i ministri hanno dimostrato soddisfazione per la collaborazione tra i due Paesi in ambito politico ma anche economico e commerciale: la presenza imprenditoriale italiana in Polonia conta più di 1300 aziende coinvolte in diversi comparti dell’economia, che impiegano circa 90 mila dipendenti. L’Italia è il quinto partner commerciale della Polonia con 17 miliardi di euro di interscambio nel 2014, ha spiegato Galletti, che ha riconosciuto alla Polonia questo risultato: “A 10 anni dall’adesione all’Unione Europea, il vostro Paese si pone come protagonista della fase ripresa economica dell’Europa”.
Piechocinski ha voluto porgere i propri ringraziamenti all’Italia: “Gli investimenti diretti hanno portato non solo soldi, ma lavoro e conoscenza”, e ha poi evidenziato anche l’elevata competitività dell’economia polacca, la sesta in Europa, con una crescita del 3,5%. Quale il segreto? “Rispettiamo i nostri partner, pensiamo sia importante condividere il successo, attrarre investimenti stranieri”. Anche i settori agricolo e agroalimentare ha contribuito l’anno scorso con più di 21 miliardi di esportazione, grazie, sostiene il ministro, a validi scienziati e istituti di ricerca ma anche a un cibo molto buono: “I nostri piatti sono riusciti ad accumulare gusti da parti e popolazioni diverse. Vi invitiamo a stare a tavola insieme, con amicizia, stima reciproca”.
Le celebrazioni della giornata nazionale proseguono tutto il giorno con le performance dell’Orchestra Militare Polacca, una partita di pallavolo tra squadre giovanili di Italia e Polonia e un concerto di Chopin a cura di Joanna Rózewska.
Da Milano alla Polonia con la 2CV Soleil
Da Milano a Toru?, in Polonia, per il 21° raduno mondiale della 2CV. Protagonista Citroën Italia con una 2CV molto particolare: è la 2CV Soleil, la serie speciale ricostruita quest’anno da Citroën Italia sulla base dei disegni dell’artista Serge Gevin. Bianca e gialla, con un cappello da marinaio sulle fiancate e un salvagente sul portellone, la Soleil ha i colori della sabbia e del sole e ha accompagnato un equipaggio italiano verso il nord della Polonia, alla scoperta dei paesaggi della Mitteleuropa, sino a Toru?, la città di Copernico.
Il viaggio
I millecinquecento chilometri di strada sono stati divisi in tre tappe da circa cinquecento chilometri ciascuna. La prima, il 28 luglio, da Milano a Ulm, dopo 425 chilometri, attraversando Svizzera, sino al lago di Costanza, percorrendo qualche chilometro in Austria per poi varcare il confine tedesco e raggiungere Ulm, splendida e romantica cittadina tedesca che ha dato i natali ad Albert Einstein. Dopo qualche scatto fotografico nell’antico quartiere dei pescatori che si affaccia sul Danubio, l’indomani, 527 chilometri sulle ampie autobahn tedesche hanno portato a Torgau, nel cuore di quella che era la Germania Est, sulle rive del fiume Elba. La terza tappa, lunga 483 chilometri, ha condotto sino a Torun, città affacciata sulla Vistola, nel nord della Polonia, sede del raduno.
Su strada, la 2CV Soleil si è comportata benissimo, tenendo medie sempre superiori ai cento chilometri orari (con punte di 130) e consumi sull’ordine dei quattordici chilometri con un litro, risultato tutt’altro che trascurabile per un motore di soli 602cc e poco più di 30 cavalli di potenza!
Il raduno
Nato nel 1975, al più grande raduno dedicato alla 2CV hanno concorso 6000 partecipanti provenienti da più di trenta diversi Paesi: Algeria, Australia, Austria, Belgio, Bosnia, Brasile, Repubblica Ceca, Cile, Danimarca, Egitto, Finlandia, Francia, Germania, Israele, Italia, Kosovo, Lussemburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Serbia, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Turchia, Ungheria e ovviamente Polonia. L’evento è stato organizzato sulla pista erbosa del locale aeroporto che, per l’occasione, è stato parzialmente chiuso per alcuni giorni. Canti popolari, stand con specialità gastronomiche polacche ma anche francesi (memorabile la tartiflette cotta in padelle di due metri di diametro), birre da tutto il mondo e tanta voglia di divertirsi.
La piccola Citroën, esattamente venticinque anni dopo la sua uscita di produzione, continua a rappresentare la gioia di vivere, il desiderio di libertà e divertimento su quattro ruote. Desiderio incarnato da 2700 automobili ciascuna delle quali personalizzata, modificata, trasformata secondo i desideri e l’ispirazione del suo proprietario. A quasi ottant’anni di distanza dall’avvio del progetto che fece nascere la 2CV, pensata per portare uova e contadini per le campagne francesi, più che una macchina, la 2CV è ancora oggi (e forse più che mai) uno strumento d’espressione, perfettamente capace di trasmettere emozioni, idee e ideali. Un’art de vivre.
La cerimonia di chiusura del raduno si è svolta con l’annuncio dell’assegnazione alla Croazia del compito di organizzare il mondiale del 2019 (quello del 2017 si svolgerà in Portogallo) e con uno spettacolare gioco di fuochi d’artificio sull’inno del raduno e quello alla gioia di Beethoven, inno d’Europa.
(La Provincia)
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GROWING UP… NOT FOR KIDS, cioè “BABY BUMP” MADE IN POLAND
di Justyna G?uszenkow
Il 3 settembre nell’ambito del 72^ Festival del Cinema di Venezia si è svolta la prima mondiale del film “Baby Bump” di Kuba Czekaj. Certamente non poteva mancare la nostra presenza 😉
“Baby Bump” è una storia raccontata dal punto di vista di un ragazzo. Micky House ci cattura nel mondo della pubertà, dove la realtà si mescola con il sogno e fantascienza. Un corpo che si modifica è una sorprendente, imprevista e drastica trasformazione per il protanogista di 11 anni. Ovviamente questo suscita molte frustrazioni, e, per di più, la madre che non riesce ad accettare il figlio che sta cambiando complica tutta la situazione. L’adolescenza non è per i bambini, neanche per alcuni adulti.
Kuba Czekaj ha creato una surreale-assurdo immagine di corporalità e sessualità presentata in modo attuale. Questa impressione è creata anche a livelo formale, come dice lo stesso regista il film è una specie di fumetto cinematografico.
Micky House è il debutto di quattordicenne Kacper Olszewski. Il ruolo della Mamma l’ha interpretato Agnieszka Podsiadlik, attrice del Teatr Rozmaito?ci di Varsavia.
“Baby Bump” è uno dei tre vincitori della 3^ edizione di , i corsi dedicati allo sviluppo e la produzione dei progetti cinematografici a basso costo.
Il progetto vincitore è la prima parte del dittico sulla pubertà. La seconda parte – “Królowie Olch” (“I re degli ontani”), che è nella fase della post-produzione – tratta dello sviluppo emotivo. Il pubblico polacco avrà l’opportunità di vedere “Baby Bump” al Festival del Cinema di Gdynia il 14-19 settembre nella sezione Inne Spojrzenia.
Economic Forum – business e politica si incontrano in Polonia
“Verso un’Europa resiliente. Strategie per il futuro” è il motto del 25° Economic Forum di Krynica-Zdrój, in corso in Polonia dall’8 al 10 settembre
Promosso dalla Fondazione Istituto di Studi Orientali (Foundation Institute for Eastern Studies), l’Economic Forum di Krynica-Zdrój è una delle principali occasioni di incontro e dibattito tra leader politici ed economici dell’Europa centrale e orientale.
L’evento persegue obiettivi quali:
- promuovere l’educazione sociale e politica in vista di un futuro democratico dei paesi dell’Europa centrale e orientale,
- promuovere lo sviluppo della cooperazione economica, scientifica, tecnologica e culturale,
- sostenere e intraprendere iniziative comuni di investimento in settori chiave dell’economia,
- incentivare la cooperazione e la fiducia tra i Paesi interessati,
- sostenere e intraprendere attività e progetti che aiutino gli individui e le comunità a comprendere i processi in corso a livello locale indotti dalla trasformazione dei paesi dell’Europa centrale e orientale in Stati democratici moderni e con libero mercato.
Al via la 25a edizione
Il 25o Economic Forum ha preso il via ieri, 8 settembre, e si chiuderà domani, 10 settembre, nella città di Krynica-Zdrój (Cracovia, Polonia).
Il Forum si articola in sessioni plenarie e numerose tavole rotonde, presentazioni e conferenze organizzate in diversi gruppi tematici, quali macroeconomia, business e management, energia, innovazione, stato e riforma, Unione europea e vicinato, sicurezza, politica internazionale, salute, etc.
Tra le questioni al centro delle sessioni plenarie:
- Verso un’Europa resiliente. Strategie per il futuro (che dà anche il titolo all’edizione 2015 del Forum),
- Espansione e investimenti stranieri come opportunità per una sviluppo più rapido in Europa centrale,
- Una nuova dimensione di politica economica. L’Europa nel gioco globale,
- Perché abbiamo bisogno di sicurezza?,
- L’Europa affronta nuove sfide. Giovinezza o esperienza?,
- Il capitalismo nel 21° secolo. Che dire dei valori?
Ospiti della tre giorni polacca, tra gli altri:
- Donald Tusk, primo ministro polacco e presidente del Consiglio europeo,
- Jerzy Buzek, ex presidente del Parlamento europeo,
- Mikulas Dzurinda, ex primo ministro slovacco,
- Peter Stracar, CEO di GE per Europa Centrale e Orientale.
Polonia, costo referendum 8 euro a votante, affluenza flop al 7,8%
Polonia, affluenza ferma al 7,8% per uno dei referendum più cari d’Europa. Molte le polemiche.
I tre referendum “anticasta” cui sono stati chiamati ad esprimersi i cittadini della Repubblica di Polonia domenica 6 settembre sono stati ampiamente ignorati dall’elettorato.
L’affluenza alle urne pari al 7,8%rappresenta un record storico negativo: degli oltre 30 milioni di aventi diritto al voto, hanno votato appena 2 milioni e 385 mila elettori, addirittura meno dei 3,1 milioni che alle presidenziali dello scorso maggio avevano votato Pawe? Kukiz, principale “ispiratore” del primo quesito referendario.
Kukiz infatti aveva puntato molte energie nella sua battaglia per l’introduzione dei collegi uninominali anche per l’elezione della Camera polacca (Sejm), un sistema elettorale che a suo dire avrebbe scalzato la partitocrazia instaurando un rapporto diretto tra eletto e elettori della sua circoscrizione, senza la mediazione dei partiti.
Polonia, i risultati del referendum del 6 settembre
Venendo al dettaglio dei tre quesiti, per il primo, a favore dei collegi elettorali uninonimali si è espresso il 78,75% dei voti validi; per il secondo, l’82,63% dei voti validi ha optato per un cambiamento dell’attuale sistema di finanziamento pubblico ai partiti; per il terzo, il 94,51% si è mostrato favorevole al principio “in dubio pro tributario” che risolve le controversie interpretative in materia fiscale a favore del contribuente, principio appena entrato nell’Ordinamento polacco il mese scorso.
L’affluenza non ha superato il 7% nei voivodati di Lubusz, al confine con la Germania orientale, e di Podlachia, dal lato opposto della Polonia, confinante con Lituania e Bielorussia. Più elevata invece, in Pomerania, il voivodato che include Danzica, sul Mar Baltico, dove ha raggiunto l’8,4%. Nel seggio di Kukiz, a ?osiów, si sono recate alle urne 299 persone (14,51%); a maggio, solo per lui, avevano votato 728 elettori. Maggiore affluenza all’estero, superiore al 64%, in quanto il computo è basato solamente sui 17 mila, di cui 11 mila votanti, che si sono iscritti a questa specifica votazione; per le presidenziali si erano registrati in 257 mila. Venendo ai seggi consolari in Italia, a Milano hanno votato in 44 su 77 iscritti, mentre a Roma in 32 su 74. I tre quesiti hanno visto complessivamente il 74,7% favorevole all’uninominale, 78,4% favorevole ad un cambiamento del finanziamento pubblico ai partiti e addirittura il 100% favorevole al principio “in dubio pro tributario”.
Secondo la Commissione Elettorale Nazionale (PKW) la spesa per i referendum sarebbe pari a 84 milioni di z?oty (19,8 milioni di euro), con un costo superiore a 8€ per elettore votante: una delle consultazioni più costose mai realizzati in Europa. Ciò riaccende le polemiche.
Le reazioni
Il ministro dell’Agricoltura Sawicki (del partito ruralista governativo PSL) da un mese continuava a sostenere che avrebbe speso a favore dei contadini quella cifra che invece è andata alla macchina elettorale. Il partito di destra sociale Diritto e Giustizia (PiS), che esprime neoeletto Presidente della Repubblica Andrzej Duda, incolpa il presidente uscente Komorowski, della forza di centrodestra liberale Piattaforma Civica (PO), che ha indetto tale consultazione solo per tentare la (mancata) rielezione. Della stessa idea Leszek Miller, l’esponente socialdemocratico (SLD), che accusa innanzitutto il governo a guida PO, con la premier Ewa Kopacz, oltre a Kukiz e a Ryszard Petru, un economista che ha fondato recentemente la formazione politica liberale “Moderna” (Nowoczesna), stimata nei sondaggi attorno al 7%. Al contempo c’è chi accusa il Presidente Duda (PiS) per non aver voluto cancellare l’appuntamento con le urne e, anzi, di aver proposto altri referendum, poi bocciati dal Senato, da tenersi ad ottobre, in concomitanza con le elezioni per il rinnovo del parlamento.
Kukiz, dal canto suo, sostiene di aver dovuto fronteggiare la disinformazione – in quanto molti avrebbero pensato che la decisione del Senato avrebbe annullato anche questi referendum – e di aver proposto una precisazione dei quesiti referendari, che invano ha chiesto di rimandare ad ottobre o dopo. In base a tale affluenza, non è possibile stabilire, secondo Kukiz, se i polacchi siano o meno favorevoli ai collegi uninominali, anche perché PO e PiS avrebbero trasformato la consultazione in una lotta per il potere partitocratico. Kukiz accetta quindi il “padre” del dibattito sull’uninominale, ma rifiuta di esserlo anche per questo referendum.
Da gran parte dell’elettorato questa consultazione referendaria è stata percepita come inutile, se non una presa in giro, vista la vaghezza della formulazione dei quesiti che voleva assumere una forma plebiscitaria. Va infine precisato che, non avendo raggiunto la soglia del 50%, i referendum sono comunque validi, ma non vincolanti.
(Piotr Zygulski – termometropolitico.it)
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“11 minuti” di Jerzy Skolimowski fa il pieno di applausi alla proiezione per i giornalisti svoltasi stamattina (9 settembre) al Festival del Cinema di Venezia. Un film ambientato in una Varsavia in cui la vita sembra scorrere veloce, dura, quasi implacabile dove il tempo è scandito da aerei che decollano e atterrano continuamente e ildestino delle persone è appeso all’incrociarsi delle coincidenze. Ottime fotografia e montaggio della pellicola. Ora siamo in attesa della conferenza stampa con il regista in programma alle 14.
trailer: https://www.gazzettaitalia.pl/
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Polonia ‘Paese senza crisi’ guarda a futuro con ottimismo
C’è chi a buon diritto lo definisce il Paese senza crisi, unica nazione mai entrata in recessione in Europa dal 2008 a oggi. C’è chi elenca una serie di dati, quelli della costante crescita del Pil – +2,6% (2009), +3,7% (2010), +4,8% (2011), +1,8% (2012), +1,7% (2013), +3,4% (2014), +3,3% previsto nel 2015. C’è chi lo indica semplicemente come l’esempio migliore di transizione verso democrazia ed economia di mercato, ricordando le condizioni di vita a inizio Anni Novanta. Qual è la via più adatta, per descrivere la Polonia di oggi? Forse quella, più semplice, di dipingerla come un Paese in movimento. Paese che, malgrado zone grigie – problemi di bassa natalità ed emigrazione, eccessiva dipendenza dell’export verso l’Eurozona, ipotesi di maggiore tassazione su banche e ipermercati e urgenza di mitigare l’utilizzo di carbone – continua a crescere. E migliora, anno dopo anno.
E’ questa l’impressione che comunicano oggi città come Varsavia, dove il passato, con il Palazzo della Cultura e della Scienza, poco gradito ‘regalo di Stalin’, fa da contraltare al presente di grattacieli, banche e centri commerciali. O di Katowice, città di 330 mila abitanti, al centro di una conglomerazione di oltre due milioni di persone, la più grande dell’Europa centrale. Al tempo del comunismo era regione di acciaierie e di miniere di carbone – ora settore critico del sistema, in profondo rosso – ma grazie al denaro affluito grazie a fondi Ue e investitori stranieri è diventato il cuore pulsante del settore ‘automotive’, di servizi e Information technology. E la stessa impressione di Paese che migliora senza scossoni e senza eccessivi rallentamenti la danno anche i dati macroeconomici. La Polonia, nel ‘best case scenario’, ossia con tassi di crescita quasi doppi rispetto all’attuale, entro il 2025 potrebbe superare “i livelli di Pil pro capite di Spagna, Italia e Portogallo”, ha previsto McKinsey&Company, mentre oggi è al 70% della media Ue. A cavallo della crisi, dal 2008 al 2014, l’economia polacca è tuttavia già cresciuta del 24% circa contro lo 0,7% di quella dell’Eurozona – nella quale Varsavia, dopo l’adesione Ue nel 2004, non ha alcuna fretta di entrare.
Nello stesso periodo i salari sono aumentati però solo del 18-20%, facendo crescere un sentimento di delusione che pervade alcuni strati della popolazione e che dovrebbe facilitare l’ulteriore virata a destra alle elezioni politiche del 25 ottobre, con il partito Diritto e Giustizia accreditato della vittoria. Ma la stabilità politica, a prescindere dall’esito delle urne, assieme quella economica non sono in discussione. Elementi che allettano gli investitori stranieri, italiani inclusi. E in Polonia non ci sono solo Fiat, Brembo, Indesit, Magneti Marelli, Finmeccanica e altre 1.500 imprese, ma anche “l’ingegnere che apre una pasticceria a Varsavia per vivere nel Paese dell’innamorata, il pizzaiolo o quello che vuole inaugurare un sexy-shop”, racconta il direttore dell’Agenzia Ice nella capitale polacca, Giuseppe Federico.
Alla fine, sono tutti attratti dal ‘boom’ in versione polacca. La ricetta di Varsavia? Non è segreta, ma applicarla lontano da qui sembra difficile. Fondi europei – oltre 100 miliardi quelli in arrivo tra il 2014 e il 2020, la Polonia è il maggior ricevente nell’Ue – che hanno trasformato e modernizzato il Paese nel corso dell’ultimo decennio e che sono stati utilizzati bene, con un assorbimento oltre il 90%. E investimenti esteri – 220 miliardi di euro dal 1990 al 2013. Investitori che “già hanno aiutato enormemente a diminuire la disoccupazione in Polonia”, oggi al 10% rispetto al 20% di 15 anni fa, rimarca Iwona Chojnowska-Haponik, direttrice del Dipartimento per gli investimenti stranieri della Polish Information and Foreign Investment Agency (Paiiz). Aziende che vengono attratte, fin dal 1996, anche e soprattutto dalla 14 Economiche speciali (Zes) – la cui esistenza è stata prolungata dal 2020 al 2026 perché vera ‘arma’ competitiva di Varsavia. Zes come quella di Katowice, cuore della Slesia e del settore automotive polacco, con in testa Fiat e General Motors-Opel.
Katowice che, come il Paese, è cambiata in meglio nell’ultimo decennio. In pieno centro, nell’area di una grande miniera dismessa, grazie a fondi europei è “stata costruita un’area per concerti per 1.800 persone, un museo, un centro-congressi, un’idea pazza, ma abbiamo avuto fortuna e nel 2011 tutti gli edifici sono stati terminati”, ricorda con orgoglio Piotr Uszok, presidente per 16 anni della città, dal 1998 al 2014, oggi consulente per gli investimenti all’attuale presidenza.
Ma la città è soprattutto un diffuso polo di imprese, dove operano colossi come Ibm, Capgemini, Ericsson, ma anche il gioiellino dell’automazione Aiut, con clienti come VW, Fiat, Opel, Siemens, Abb, Ikea, ArcelorMittal, Man, Shell, Bp.
“Quando l’impresa arriva nella Zes, viene esentata dall’income tax per un certo periodo. Per accedere all’incentivo deve però produrre profitti”, sintetizzano alla Ksse di Katowice, l’istituzione pubblica che si occupa di promuovere la zona speciale e di fornire assistenza alle imprese. Imprese che possono godere di sgravi sul reddito d’impresa del 25% se grandi, 35% per le medie, 45% per le piccole. In questo modo, si sono attratti, solo in Slesia, 5,2 miliardi di investimenti dal 1996. Al momento, le aziende presenti sono 250, quasi 60mila gli occupati, il 22,4% sono investimenti italiani. Imprese che sono incentivate naturalmente anche dal costo del lavoro. Nel 2013 era di 7,6 euro all’ora (Italia 28,1). Un operaio semplice guadagna oggi 435-700 euro, uno qualificato 550-750, un ingegnere 1000-2000. Ancora poco, rispetto a molti Paesi Ue, forse non in quella che è ormai saldamente la sesta economia europea. Una ‘Tigre’ che non ha perso gli artigli e che può guardare al futuro con ottimismo. (ANSA).
Polonia: Amb. De Pedys, settore Difesa opportunità per Italia
La Polonia è, fra i Paesi Nato, uno di quelli che vanta la maggiore spesa in percentuale sul Pil “per il settore Difesa” ed è previsto “un massiccio programma di modernizzazione delle Forze armate”, in particolare per i sistemi d’arma, e “le nostre aziende sono interessate, con una forte concorrenza”. Lo ha riferito l’ambasciatore italiano a Varsavia, Alessandro De Pedys, durante un incontro con la stampa italiana.
La Polonia, ha aggiunto De Pedys, rimane in generale “un Paese interessante per l’Italia, sotto vari profili. Quello commerciale, con un Paese di quasi 40 milioni di abitanti, classe media in crescita e domanda di beni di consumo con esportazioni dall’Italia in aumento e interscambio a 17 miliardi. L’altro aspetto è quello dell’insediamento produttivo.
Tutte le aziende italiane più grandi sono qua”.
“Il terzo settore importante – ha sottolineato l’ambasciatore – è quello delle infrastrutture, dove le nostre aziende di costruzione sono presenti, in primis Astaldi e Salini-Impregilo. Ci sono enormi investimenti infrastrutturali, prevalentemente finanziati da fondi europei, procedure di gara trasparenti, pagamenti a 60 giorni”. Le imprese straniere che arrivano in Polonia, ha concluso De Pedys, trovano “disponibilità di manodopera eccellente a prezzi contenuti, stabilità politica che ha garantito crescita senza scossoni”, un panorama di “successo nella transizione all’economia di mercato perché hanno evitato la corruzione degli oligarchi” come in altri Paesi dell’ex blocco sovietico e anche “incentivi, soprattutto nelle Zes. Infine, i fondi europei, tantissimi, sono gestiti bene”. (ANSA)
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