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Home Blog Page 271

Tropea

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La vampa del sole d’agosto

 

Anche se siamo arrivati di mattina, il sole ormai era abbastanza forte. Stavo su un asfalto bollente del parcheggio cercando un po’ d’ombra. Mi sono pentita di non aver portato le altre scarpe, più chiuse. Nonostante i soffi delicati del vento, anche camminando sentivo come il sole mi abbronzava le braccia ed i piedi fino a farli diventare rossi. Proseguivamo per le scale di pietra in alto verso il centro della città, il quale sembrava guardarci dall’alto. Pesante, resistente al caldo, spuntava piano piano davanti ai nostri occhi dagli angoli. Gli edifici alti, collocati stabilmente sulle scarpate sembravano aderire ad esse così solidamente come se da sempre fossero un’unica cosa. Come se quelle rocce ripide si fossero consapevolmente lasciate sottomettere dall’uomo perché quello avesse potuto costruirci le proprie case.

 

Folla rumorosa e statuette oscene

 

È difficile trovare città di mare ben situate che non siano consumate dal turismo e nello stesso tempo da esso mantenute. Per strada passiamo accanto alle ba[cml_media_alt id='113592']SAMSUNG CAMERA PICTURES[/cml_media_alt]ncarelle, ai negozi con i souvenir e con i prodotti locali. Vicino alle fontane pubbliche si formano le file dei passanti desiderosi di una rinfrescata. Le papriche rosse brillano al sole insieme alle cipolle, qualcuno ci ferma e ci chiede se non abbiamo voglia di fare una crociera, visto che da un porto vicino circolano le navi turistiche che portano i viaggiatori alle Isole Eolie. Ringraziamo, forse un’altra volta. Il centro di Tropea durante il giorno è un agglomerato di folla rumorosa degli abitanti locali e dei turisti. Alcuni vogliono vendere qualcosa a qualcuno, altri, in un impeto di shopping, vogliono entrare in ogni negozio per poi tornare con sé una grossa borsa piena di alimentari, brocchette e bracciali comprati alle bancarelle. Ed ancora altri semplicemente corrono storditi dal calore verso le spiagge.

 

Ci fermiamo vicino ad un negozio di ceramica, e la donna  dal bancone ci sorride e ci dice di guardare dentro un cassetto nascosto dietro una grande maschera. Ci guardiamo, e dentro vediamo i prodotti (suppongo artigianali, fatti da lei) a forma dei genitali maschili. La signora era tutta contenta dello scherzo di dubbio gusto fattoci, e la sua gioia è aumentata ancora di più quando ha notato un gruppo di adolescenti che davano un’occhiata da dietro le nostre spalle. 

 

La Chiesa che sembra in un’isola

 

Arriviamo al punto panoramico, dal quale si estende una vista sulla costa e una falesia pittoresca che è diventata lo sfondo di numerose fotografie scattate in quel momento. Ai piedi della costa invece c’è collocata la più famosa costruzione di Tropea, ovvero la Chiesa di Santa Maria dell’Isola, costruita su un alto sollevamento del terreno alla fine della costa e per questo sembra di essere situata su un’isola. Invece le spiagge sono bucate densamente dagli ombrelloni che sembrano stuzzicadenti piegati dalla brezza marina.

 

Un sentiero simile a quello seguito per salire ci riporta sulla costa. Il sole d’agosto non la dà vinta nemmeno all’ombra, e quando arriviamo in spiaggia mi sento come se avessi camminato tutta la giornata nel deserto. La discesa al mare è piana, una sabbia fine ci copre delicatamente i piedi che sul bagnasciuga affondano. Grazie alla forma della costa, la spiaggia è larga, e l’acqua per alcuni metri rimane abbastanza bassa, però le onde che si formano sono abbastanza forti per farti allontanare velocemente dalla riva. Andavamo così alla deriva per un po’, stremati dal sole che anche in un tardo pomeriggio non perdeva la propria forza.

 

Tartufo, Bonaparte e terra focosa

 

Al ritorno ci siamo fermati a Pizzo per addentare il famoso tartufo, ovvero un gelato alle nocciole a forma rotonda o di un cuore, abbracciato da una spolverata di cacao in polvere. Un ca[cml_media_alt id='113593']SAMSUNG CAMERA PICTURES[/cml_media_alt]ne, sdraiato su uno dei balconi ci guarda pigramente, come se fosse nello stato di dormiveglia. Anche lui sembra stanco del calore. Oltre al tartufo, a Pizzo ci è capitato un bel tramonto con una vista sul porto, ed il Castello Murat, il quale, come ho scoperto dopo, il proprio nome lo deve ad un prigioniero che li fu recluso, ovvero a Gioacchino Murat, il re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte.

 

Le notti calabresi sono tranquille. La terra sembra riprendere fiato dopo un denso calore che durante il giorno pare penetrare dappertutto. Una notte, viaggiando in macchina, abbiamo notato un incendio del bosco su una delle colline. Le fiamme grandi piano piano entravano nel buio della notte. Erano ben visibili anche dalla distanza di pochi chilometri, alla quale ci trovavamo noi. Le autocombustioni delle foreste sono, a quanto si dice, un fenomeno abbastanza frequente d’estate.  Anche se, mentre ero ancora in Sicilia, ho pure sentito dire dei piromani che consapevolmente accendono il fuoco per radere i boschi di una terra ormai focosa.

Giacomo Casanova e il suo teatro

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Il poeta, traduttore, compositore, autore di testi teatrali, scrittore delle Repubblica delle Lettere, ricevuto alla corte di Varsavia da Stanislao Augusto re di Polonia.

Giacomo Casanova, nell’ottobre del 1765, all’età di quarant’anni, conosciuto, ormai, presso le corti di mezza Europa, proveniente da San Pietroburgo, approda a Varsavia, nelle vesti del Conte Jakub Kasanów, a cui aggiunge il cognome di sua madre, De Farussi, dal momento che lei è molto nota in città, come attrice, per aver ivi debuttato anni addietro, con grande successo. Ha portato con sé due bagagli: quello contenente le sue esperienze e quello contenente i suoi scritti, soprattutto versi e testi per il teatro. Egli infatti si definisce poeta improvvisatore, declamatore di versi poetici, comico, commediante, commediografo, drammaturgo, traduttore, scrittore, ballerino di minuetto, compositore di musica – un teatrante a tutto tondo, insomma! – e va dicendo in giro di essersi esibito nei vai salotti e di aver calcato le assi dei palcoscenici di mezza Europa, al pari di suo padre e di sua madre. Invece, in realtà, è stato unicamente a Trieste, che egli, frequentando, come era suo solito, i salotti dell’alta società, dopo aver affascinato e magari sedotto alcune dame, improvvisandosi capocomico, ha potuto allestire con costoro, una sorta di compagnia teatrale – composta di dilettanti – e proporre così una recita in casa del barone Königsbrunn. Invece qualche esperienza in teatro come autore, l’aveva effettivamente avuta già nel 1752 a Parigi, dove era stato introdotto dal suo amico Antonio Balletti. Qui, infatti, la famosa Comédie-Italienne ha messo in scena “Les Thessaliènnes ou Arlequin au sabbat”, una sua farsa scritta in collaborazione con François Le Prévost, a cui, peraltro, ne son seguite di nuove.

Tra le sue opere figurano, la versione italiana, dal francese, della tragedia “Zoroastro”, pubblicata a Dresda nel 1753; gli scritti “Lana caprina: epistola di un licantropo”, del 1772 e “Istoria delle turbolenze della Polonia”, del 1774; le commedie in tre atti “La Moluccheide, o sia i gemelli rivali”, del 1753 e “La forza della vera amicizia”, sempre del 1773, rappresentata lo stesso anno a Trieste, dalla Compagnia del comico milanese Onofrio Paganinni e ripresa, l’anno successivo, al Teatro Bandeu di Gorizia. Tra le sue opere poetiche, invece, appaiono due composizioni in versi, “Ode per la Passione di Cristo” e “Sonetto sulla Redenzione”, scritte a Frascati nel 1771, una delle quali, declamata a Roma in occasione della Pasqua. Giacomo Casanova, come poeta, è membro, con lo pseudonimo di ‘Eupoleme Pantaxene’, dell’Accademia dell’Arcadia presso la Colonia di Parma, nonché membro dell’Accademia degli Infecondi a Roma. Anche suo fratello Giovanni, pittore, disegnatore, incisore, è pastore arcade, con lo pseudonimo di ‘Saurio Trocense’.

Lascia Varsavia nell’aprile del 1766, diretto in Podolia, quindi sempre in territorio polacco, dopo esser essere stato colpito ad un braccio da un colpo di rivoltella in seguito al famoso duello che ha generato, peraltro, tre ulteriori feriti, il Conte Branicki, colpito gravemente ad un fianco, il Conte Carlo Tomatis, colpito da un proiettile di striscio e il Conte Moszy?ski, colpito invece in pieno volto.

Giacomo Casanova continuerà, fino alla morte, a scrivere e a comporre opere diverse, particolarmente per il teatro. Ne menziono qui, tra le altre, ancora due, “La felicità di Trieste”, una cantata a tre voci, del 1774 e “Le Polemoscope ou la calomnie démasquée par la prèsence d’esprit”, una tragi-commedia in francese, pubblicata postuma a Parigi, nel 1886.

Però, oggi, come nel passato, benché egli – esperto duellatore di spada – si sia sforzato di dimostrare d’essere anche abile duellatore di penna, gli studiosi e i critici continuano a mettere in discussione il valore e la validità storica di molte sue opere letterarie, per cui tutti sono concordi nell’affermare che, escludendo le composizioni autobiografiche, il resto della sua produzione non ha ottenuto alcun successo, né durante la sua vita, né dopo la sua morte. Se egli ha quindi ricevuto qualche consenso, l’ha ottenuto, eventualmente, soltanto come scrittore di opere autobiografiche, in quanto espresse con più cura e con più entusiasmo, un successo che però è venuto comunque stranamente a manifestarsi soltanto negli anni successivi alla sua morte, quando la sua figura affascinante di avventuriero leggendario e di seduttore irrefrenabile stava ormai gradatamente e simpaticamente passando alla storia.

Bere è facile ma…

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Il piacere di bere un calice di vino è un’azione semplice, alla quale non si pone molta attenzione ma un sommelier, un gourmet o semplicemente un appassionato sa bene che occorre avere un approccio diverso e più attento nel degustare un prodotto (sia esso vino, distillato, birra, ma anche olio o addirittura acqua!).

Le movenze che vediamo fare agli “addetti ai lavori” e che possono suscitare curiosità se non addirittura ilarità, sono in realtà dettati da precise esigenze sensoriali e gustative che quasi portano a seguire un percorso obbligato nei gesti, nei tempi e nelle pause dell’assaggio. I motivi sono molteplici, e tutti servono a valutare la qualità, la tipicità, l’assenza di difetti e la piacevolezza di un prodotto, per poter esprimere un giudizio e per godere pienamente del piacere che quel prodotto è in grado di regalarci.

Prendendo ad esempio il vino, le fasi dell’esame di valutazione sono tre: aspetto visivo, aspetto olfattivo e aspetto gusto-olfattivo.

Aspetto visivo: Avendo il giusto calice e le giuste condizioni di luce, esaminando la trasparenza e il colore (dopo aver sollevato il bicchiere e poi abbassato inclinandolo leggermente in avanti), la consistenza, il perlage (nel caso di vini spumanti), le lacrime e gli archetti formatisi dopo aver fatto roteare il liquido, possiamo avere già molte informazioni riguardo al tipo di vino, al suo grado alcolico, al metodo di lavorazione e all’annata di riferimento. Questo in forma preliminare. Ogni aspetto va poi confermato dall’esame successivo, oppure smentito, alla ricerca di quella coerenza organolettica che un prodotto di qualità deve avere.

Aspetto olfattivo: Portando il naso al calice per un breve momento, e in seguito per un tempo più[cml_media_alt id='113581']Lamponi - In vino veritas (3)[/cml_media_alt] lungo, possiamo apprezzare l’intensità e la complessità dei profumi, elencando le note che riconosciamo e le “famiglie” a cui questi sentori appartengono. Possono essere profumi floreali, fruttati, erbacei, minerali, speziati ecc. Essi ci parlano del tipo di vitigno, del metodo di lavorazione, della personalità di quel vino e della eleganza che esprime. Questo arricchisce la nostra esperienza ed è il secondo passo del nostro esame.

Aspetto gusto-olfattivo: A questo punto non resta che assaggiare; un piccolo sorso per “avvinare” la bocca e poi un altro sorso per l’esame. Da qui possiamo ricavare le informazioni sulla  e avere conferma o meno dei passaggi precedenti, nella coerenza e nell’equilibrio di tutte le sue componenti, con le sensazioni finali sulla persistenza e l’armonia di tutte le percezioni ottenute.

Le cose dette fin qui sono solo accennate e sommariamente esposte. Il percorso è decisamente più lungo e articolato, complesso e molto divertente, ma spero di aver suscitato un po’ di curiosità verso la Sommellerie e l’enogastronomia, conoscenze oggi di moda tra i giovani e apprezzate dal mercato del lavoro.

Jazz e spionaggio per Excentrycy di Janusz Majewski

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L’ambiente dei jazzmen, la fine degli anni ‘50, la Polonia in pieno regime comunista: è la cornice di Excentrycy, il nuovo film attualmente in produzione di Janusz Majewski (conosciuto fra gli altri per H.M. Deserters e The Rite of Passage, vincitore del premio speciale della giuria a Gdynia 2010). Il cineasta ha riunito un cast di prima scelta composto da Maciej Stuhr (Aftermath, Traffic Department, Walesa) come protagonista, le giovani attrici Natalia Rybicka e Sonia Bohosiewicz, e ancora Anna Dymna, Wojciech Pszoniak, Wiktor Zborowski, Magdalena Zawadzka, Adam Ferency, Zbigniew Buczkowski e Marian Opania.

Adattamento di un romanzo di Wlodzimierz Kowalewski che ha scritto la sceneggiatura con il regista, il film è incentrato su Fabian, giovane trombettista e ballerino polacco, emigrato durante la guerra. Di ritorno dall’Inghilterra, trova un gruppo di musicisti dilettanti e mette su con loro una “big band” di swing. Sin dalla loro prima performance, il successo è immediato e supera ogni aspettativa. Divenuto il “re dello swing”, Fabian incontra Modesta, affascinante cantante di cui diventa amante. La coppia, con la sua vita artistica ricca e libera, si distingue nel contesto grigio del paese sotto dittatura. Ma un giorno, Modesta scompare e la storia romantica si trasforma presto in un racconto di spionaggio.

Prodotto dallo studio WFDiF (Wytwórnia Filmów Dokumentalnych i Fabularnych) di Varsavia, Excentrycy beneficerà di una colonna sonora originale del celebre jazzista polacco Wojciech Karolak. La direzione della fotografia è affidata a Adam Bajerski. L’uscita del film nelle sale polacche è prevista per l’autunno prossimo.  (cineuropa.org)

Corso Polonia. Il 13esimo Festival della Cultura Polacca a Roma

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Si svolgerà dall’ 8 al 22 giugno 2015 CORSO POLONIA 13. Festival della Cultura Polacca a Roma. Un evento unico – di grande impatto e rilevanza culturale – che prevede numerosi appuntamenti con i più rilevanti interpreti della scena artistica polacca eccezionalmente riuniti a Roma. Varie location ospiteranno concerti, spettacoli e proiezioni, che rendono ricco ed questo importante manifestazione.

Wroclaw pieno di cultura (Wroclaw pelen kultury), recita il claim della città polacca che sarà Capitale Europea della Cultura nel 2016, titolo condiviso con la spagnola Donostia-San Sebastián. E Roma sarà piena di Wroc?aw con un Corso Polonia interamente dedicato ai suoi illustri artisti ed autori di oggi e del passato. Saranno in scena: Agata Zubel e Joonas Ahonen nel concerto Dream Lake con le musiche di Witold Lutoslawski, Luciano Berio e Andrzej Czajkowski; la poesia di Tadeusz Rozewicz e il teatro di Jerzy Grotowski; gli spettacoli e i canti liturgici del Teatro ZAR; la musica elettronica del duo Skalpel e, per la Festa della Musica, il jazz di Adam Baldych e Pawel Kaczmarczyk.

Con un focus sul teatro all’interno del Festival si festeggeranno i 250 anni del Teatro Pubblico in Polonia – una storia e un percorso culturale di inestimabile valore ed importanza per la Polonia, iniziati nel 1765 con il primo spettacolo pubblico di una compagnia teatrale nata per iniziativa del Re Stanislaw August Poniatowski e divenuta Teatro Nazionale attivo fino ai giorni nostri.

Gli eventi del Festival si svolgeranno nella sede dell’Istituto Polacco, oltre che allo Spazio Europa gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, alla Casa delle Letterature, al Monk, al Teatro India, alla Basilica di Santa Maria in Cosmedin e alla Casa del Jazz. Il Corso Polonia sarà presente anche agli appuntamenti di Roma con la cultura internazionale: al festival Letterature 2015 e al Mese della Cultura Internazionale

Primo appuntamento lunedì 8 giugno (ore 11.00) presso lo Spazio Europa, gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, con la presentazione di Wroclaw – Capitale Europea della Cultura 2016.

La sera dell’9 giugno (20,30) si svolgerà l’ INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL CORSO POLONIA con il Concerto Dream Lake presso l’Istituto Polacco di Roma: Agata Zubel, eccezionale vocalista, carismatica interprete di musica contemporanea e compositrice insieme a Joonas Ahonen, pianista finlandese, membro dell’ensemble Klangforum Wien esegue, fra l’altro, le musiche di Andrzej Czajkowski – una novità assoluta a Roma.

Mercoledì 10 giugno alle ore 19.00 presso la Casa delle Letterature si terrà l’evento: Et in Arcadia ego – Tadeusz Rozewicz, in ricordo di Tadeusz Rozewicz, prosatore e drammaturgo, uno dei più grandi poeti polacchi con il prof. Luigi Marinelli (docente di letteratura polacca all’Università “La Sapienza”), prof. Robert Cieslak (docente di letteratura, critico letterario e teatrale, giornalista) e il regista Andrzej Sapija.

Sabato 13 giugno – dalle ore 23.00 presso il Monk Circolo ARCI, il leggendario duoSkalpel formato da Igor Pudlo e Marcin Cichy, sarà protagonista del LIVE Skalpel e vj Luminator.

Lunedì 15 giugno dalle ore 18.00 presso l’ Istituto Polacco di Roma, in occasione dei250 ANNI DEL TEATRO PUBBLICO IN POLONIA si svolgerà la serata Omaggio a Jerzy Grotowski, con la presentazione del 2° volume degli scritti di Jerzy Grotowski Testi 1965-1969. Il teatro povero con la partecipazione di esperti italiani e polacchi. Alle ore 20.00, inaugurazione della mostra Polvere / Apocalypsis cum Figuris nelle fotografie di Maurizio Buscarino. Un viaggio nell’“aura” di Grotowski attraverso l’obiettivo di un grande fotografo di teatro, Maurizio Buscarino, mentre alle ore 21.00 toccherà alla proiezione della registrazione dello spettacolo del Teatro Laboratorio Akropolis, di Jerzy Grotowski.

Martedì 16 e mercoledì 17 giugno alle ore 21.00, da non perdere al Teatro India, la compagnia TEATRO ZAR protagonista dello spettacolo Taglio cesareo; lo spettacolo del Teatr ZAR di Wroclaw, diretto da Jaroslaw Fret, pone la domanda sullo stato di necessità del suicidio, sulla forza del destino e della salvezza.

Sempre il TEATRO ZAR sarà protagonista giovedì 18 giugno (ore 21.00 Basilica di Santa Maria in Cosmedin) del Concerto Colonne. Durante il concerto di canti liturgici armeni i membri del Teatr ZAR insieme ad Aram, Virginia e Vahan Kerovpyan, fondatori del Centro Studi di Canto Liturgico Armeno e del gruppo AKN di Parigi e con la partecipazione di Murat Içlinalç, presenteranno i risultati del loro lavoro sperimentale, frutto di una “immersione” nel mondo della musica modale.

Si torna al Teatro India da sabato 20 a lunedì 22 giugno (ore 21.00), con gli straordinari interpreti del TEATRO ZAR protagonisti di Armine, Sister, spettacolo dedicato alla storia e alla cultura del popolo armeno e al dramma del suo genocidio.

Gran finale domenica 21 giugno (ore 21.00) presso la Casa del Jazz – con la Festa Europea della Musica. Il Corso Polonia 2015 e la Capitale europea della cultura Wroc?aw 2016 celebrano la Festa della Musica con un concerto jazz organizzato in collaborazione con il Jazztopad Festival di Wroclaw.

Il Festival è organizzato dall’Istituto Polacco e dalla Capitale Europea della Cultura Wroclaw 2016.

PROGRAMMA DETTAGLIATO

CONFERENZA STAMPA / Wroc?aw – Capitale Europea della Cultura 2016

lunedì 8 giugno – ore 11.00

Spazio Europa, gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, via Quattro Novembre 149 – ingresso libero

La città polacca Wroc?aw, a cui è interamente dedicato il festival Corso Polonia 2015, sarà la Capitale europea della cultura nel 2016, titolo condiviso con la spagnola Donostia-San Sebastián. Durante la conferenza verranno presentati i principali punti del programma di Wroc?aw 2016 che intendono valorizzare la sua ricchezza e permettere una migliore conoscenza reciproca fra i cittadini dell’Unione europea.

INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL / Concerto Dream Lake

martedì 9 giugno 2015 – ore 20.30

Istituto Polacco di Roma, via Vittoria Colonna 1 – ingresso libero

Due musicisti di spicco: Agata Zubel, vocalista e compositrice apprezzata dalla critica e dal pubblico internazionale, insieme a Joonas Ahonen, pianista finlandese, membro dell’ensemble Klangforum Wien, propongono le musiche di Witold Lutos?awski, Luciano Berio e Andrzej Czajkowski. Quest’ultimo, straordinario compositore e pianista polacco di origini ebraiche, personaggio fuori dal comune, verrà presentato da Aleksander Laskowski, musicologo, critico musicale, conduttore radiofonico (Polskie Radio 2) e scrittore.

LETTERATURA / Et in Arcadia ego. Tadeusz Ró?ewicz

mercoledì 10 giugno – ore 19.00

Casa delle Letterature, Piazza dell’Orologio 3 – ingresso libero

Tadeusz Ró?ewicz, prosatore e drammaturgo, uno dei più grandi poeti polacchi, legato per la maggior parte della vita alla città di Wroc?aw, dedicò a Roma una delle sue opere più belle – Una morte fra vecchie decorazioni (a cura di Silvano De Fanti, Forum, 2011). A un anno dalla sua scomparsa, prof. Luigi Marinelli (docente di letteratura polacca all’Università “La Sapienza”), prof. Robert Cie?lak (docente di letteratura, critico letterario e teatrale, giornalista) e il regista Andrzej Sapija lo ricorderanno, nel luogo che lo accolse durante la sua ultima visita a Roma. A conclusione dell’incontro proiezione del documentario Poeta Emeritus di Andrzej Sapija (PL, 2010, 55’, v.o.sott.it).

Nell’ambito del Festival Internazionale di Roma Letterature 2015.

MUSICA / LIVE Skalpel e vj Luminator

sabato 13 giugno – dalle ore 23.00

Monk Circolo ARCI, via Giuseppe Mirri 35

Ingresso dalle 22.00, con la tessera ARCI;

pre-registrazione online: http://www.monkroma.club/tesseramento/

Il leggendario duo Skalpel formato da Igor Pud?o e Marcin Cichy, compositori e produttori, dopo aver pubblicato due album con l’etichetta Ninja Tune, propone le musiche più recenti dall’album Transit (2014): fresche sonorità della nuova elettronica con ambient, swing, latino, trip hop, broken beat e soprattutto con una buona dose di vibrazioni elettrizzanti. Le ispirazioni di questo nuovo cd vanno cercate lontano dalla Polonia, in Europa e nelle due Americhe. Allo show partecipa il vj Luminator.

250 ANNI DEL TEATRO PUBBLICO IN POLONIA / Omaggio a Jerzy Grotowski

lunedì 15 giugno – dalle ore 18.00

Istituto Polacco di Roma, via Vittoria Colonna 1 – ingresso libero

ore 18.00 – presentazione del II. volume degli scritti di Jerzy Grotowski Testi 1965-1969. Il teatro povero (Edizioni La Casa Usher 2014/2015) con la partecipazione di esperti italiani e polacchi: Mario Biagini, prof. Dariusz Kosi?ski, Renata M. Molinari e Carla Pollastrelli.

Brindisi ai 250 anni del Teatro Pubblico in Polonia.

ore 20.00 – Inaugurazione della mostra Polvere / Apocalypsis cum Figuris nelle fotografie di Maurizio Buscarino. Un viaggio nell’“aura” di Grotowski attraverso l’obiettivo di un grande fotografo di teatro, Maurizio Buscarino, che ha recuperato dal suo archivio gli scatti realizzati per le ultime recite di Apocalypsis cum figuris nel 1979.

ore 21.00 – Proiezione della registrazione dello spettacolo del Teatro LaboratorioAkropolis, regia e adattamento di Jerzy Grotowski, regia cinematografica di James McTaggart, produzione Lewis Freedman (USA, 1968, b/n, 82’).

TEATRO ZAR / Taglio cesareo

martedì 16 e mercoledì 17 giugno – ore 21.00

Teatro India, lungotevere Vittorio Gassman 1 (già lungotevere dei Papareschi)

ingresso disabili via Luigi Pierantoni 6

biglietti: intero 18 euro | ridotto 1 (under 35 e over 65) – 16 euro |ridotto 2 (cral e convenzionati) – 14 euro |10 euro – dietro presentazione del programma del Festival Corso Polonia

Taglio cesareo. Prove sul suicidio | Cesarskie Ci?cie. Próby o Samobójstwie (45’) – Partendo dalle riflessioni filosofiche di Albert Camus e dal lavoro della scrittrice e attrice Aglaja Veteranyi, lo spettacolo del Teatr ZAR di Wroc?aw, diretto da Jaros?aw Fret, pone la domanda sullo stato di necessità del suicidio, sulla forza del destino e della salvezza. Con: Kamila Klamut, Ditte Berkeley, Maciej Matejka, Nini Julia Bang, Alessandro Curti, Jaros?aw Fret, Aleksandra Kotecka, Ewa Pasikowska, Orest Sharak e Tomasz Wierzbowski.

TEATRO ZAR / Concerto Colonne

giovedì 18 giugno – ore 21.00

Chiesa di Santa Maria in Cosmedin, Piazza della Bocca della Verità, 18 – ingresso libero

Colonne | Kolumny – Durante il concerto di canti liturgici armeni i membri del Teatr ZAR insieme ad Aram, Virginia e Vahan Kerovpyan, fondatori del Centro Studi di Canto Liturgico Armeno e del gruppo AKN di Parigi e con la partecipazione di Murat Içlinalç, presentano i risultati del loro lavoro sperimentale, frutto di una “immersione” nel mondo della musica modale.

TEATRO ZAR / Armine, Sister

da sabato 20 a lunedì 22 giugno – ore 21.00

Teatro India, lungotevere Vittorio Gassman 1 (già lungotevere dei Papareschi)

ingresso disabili via Luigi Pierantoni 6

biglietti: intero 18 euro | ridotto 1 (under 35 e over 65) – 16 euro |ridotto 2 (cral e convenzionati) – 14 euro |10 euro – dietro presentazione del programma del Festival Corso Polonia

Armine, Sister (90’) – Spettacolo del Teatr ZAR di Wroc?aw, diretto da Jaros?aw Fret, è dedicato alla storia e alla cultura del popolo armeno e al dramma del suo genocidio. Grazie ai cinque anni di collaborazione con Aram Kerovpyan, armeno nato ad Istanbul e conduttore del coro nella Cattedrale armena di Parigi, il Teatro ZAR presenta il canto modale in una nuova forma di dramma musicale. Con: Davit Baroyan, Ditte Berkeley, Przemys?aw B?aszczak, Alessandro Curti, Jaros?aw Fret, Murat Içlinalça, Dengbej Kazo, Aram Kerovpyan, Vahan Kerovpyan, Kamila Klamut, Aleksandra Kotecka, Simona Sala, Orest Sharak, Mahsa Vahdat, Marjan Vahdat e Tomasz Wierzbowski.

CHIUSURA DEL FESTIVAL / JAZZ / Adam Ba?dych & Pawe? Kaczmarczyk

domenica 21 giugno – ore 21.00

Casa del Jazz, viale di Porta Ardeatina 55

info: www.casajazz.it

In chiusura del Corso Polonia 2015, nella splendida cornice del parco della Casa del Jazz suoneranno Adam Ba?dych – violino e Pawe? Kaczmarczyk – pianoforte. Partendo dalle loro possibilità artistiche illimitate, i due musicisti di spicco della giovane scena jazz polacca (Ba?dych è vincitore, fra l’altro, di ECHO Jazz 2013, Kaczmarczyk incide per l’etichetta ACT Music) sviluppano le loro improvvisazioni nella ricerca di nuove tecniche e consonanze. Ed è proprio la Festa della Musica!

Il Festival è organizzato dall’Istituto Polacco di Roma

e dalla Capitale Europea della Cultura Wroc?aw 2016

in collaborazione con:

Associazione Teatro di Roma, Teatro India

Casa del Jazz

Casa delle Letterature

Chiesa di Santa Maria in Cosmedin

Ente Nazionale Polacco per il Turismo di Roma

Fondazione Teatro della Toscana – Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale

Grotowski Institute Wroc?aw

Impart 2016 Festival Centre

Jazztopad Festival di Wroc?aw

Monk Circolo ARCI

National Forum of Music Wroc?aw

Spazio Europa, gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea

Theatre Institute Varsavia

partner strategico: KGHM

con il patrocino di: Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e al Turismo

European Glass Experience

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European Glass Experience

Museo del Vetro di Murano

Mostra: 18 aprile – 7 giugno 2015
Inaugurazione: 17 aprile 2015, ore 18.30

European Glass Experience, progetto internazionale nato per la valorizzazione dell’artigianato vetrario nell’arte contemporanea, approda a Venezia, dopo il tour europeo di mostre che ha toccato Finlandia, Spagna e Portogallo.

Al Museo del Vetro di Murano è in programma dal 18 aprile al 7 giugno 2015 l’esposizione che, curata dalla responsabile del Museo Chiara Squarcina, può essere considerata la più importante, per il maggior numero di opere esposte e per la rilevanza del luogo in cui sarà ospitata.

Qui saranno infatti esposte le 40 opere e i bozzetti selezionati dal comitato scientifico, già precedentemente esposte in Finlandia, Spagna e Portogallo.

[cml_media_alt id='112691']Avian Flu, 2012 by Luke Jerram x[/cml_media_alt]Inoltre la grande novità di questa mostra è appunto che una ventina di bozzetti diventeranno opere in vetro vere e proprie, realizzate dai maestri vetrai del Consorzio Promovetro Murano, concessionarie del marchio Vetro Artistico® Murano, che le interpreteranno secondo le tecniche di lavorazione del vetro di Murano. Tali opere, assolutamente inedite, rappresentano il fulcro di tutta l’esperienza EGE: il mondo dell’arte e quello dell’artigianato vetraio e della sua sapienza tecnica, che si fondono assieme, collaborando per creare qualcosa di unico.

EGE è nato dalla collaborazione del Comune di Venezia con il Consorzio Promovetro Murano e il Museo del Vetro di Murano – Fondazione Musei Civici di Venezia e con il coordinamento scientifico di Cornelia Lauf.

22 i paesi europei rappresentati, con opere di 78 giovani artisti (dai 18 ai 40 anni) austriaci, cechi, finlandesi, francesi, inglesi, irlandesi, italiani, lituani, olandesi, polacchi, svedesi, tedeschi, ungheresi, ma anche internazionali con lavori di artisti argentini, israeliani e turchi.

Nel 2013 il Servizio Politiche Comunitarie del Comune ha ottenuto il sostegno finanziario del Programma “Cultura” della Commissione Europea e ha costruito e coordinato il partenariato internazionale durante i 24 mesi di attività.

Il Consorzio Promovetro Murano, le cui aziende si sono occupate della realizzazione dei bozzetti in vetro di Murano, è nato nel 1985 e attualmente raccoglie una cinquantina di aziende artigiane e industriali Muranesi. Si occupa di promozione e tutela del vetro di Murano e per conto della Regione del Veneto è l’ente gestore del marchio Vetro Artistico® Murano, unica certificazione legalmente riconosciuta per i prodotti provenienti dall’isola.

Il Museo del Vetro, fondato nel 1861 a Murano, fa parte della Fondazione Musei Civici di Venezia. Il Museo è stato riaperto a febbraio con un progetto museografico rinnovato, spazi espositivi quasi raddoppiati, allestimenti e percorsi completamente ridisegnati, che consentono al pubblico di cogliere con più chiarezza gli snodi chiave della suggestiva e millenaria avventura del vetro a Murano. Il percorso espositivo, sviluppato in senso cronologico, presenta capolavori di rinomanza mondiale.

I partner:

Comune di Venezia, Venezia, Italia www.comune.venezia.it

Consorzio Promovetro Murano, Murano Venezia, Italia

www.promovetro.com

Fondazione Musei Civici di Venezia – Museo del Vetro di Murano, Venezia, Italia www.museovetro.visitmuve.it

Museo del Vetro Finlandese, Riihimaki, Finlandia        www.finnishglassmuseum.fi

Fondazione Nazionale del Vetro, La Granja, Segovia, Spagna http://www.fcnv.es/

Partner associati:

International Festival of Glass, Stourbridge, Gran Bretagna, www.ifg.org.uk

The Glass Factory, Boda Glasbruk, Svezia, www.theglassfactory.se

Stained Glass Museum, Krakow, Polonia, www.muzeumwitrazu.pl

Museo del Vetro Portoghese, Marinha Grande, Portogallo,

www.cm-mgrande.pt

 

Ufficio Stampa:

Maria Bonmassar
tel. +39 06 4825370 | c. +39 335 490311 | maria.bonmassar@gmail.com

Comune di Venezia
tel. +390412748967 | Ufficio.stampa@comune.venezia.it

Fondazione Musei Civici di Venezia

tel. +390412405225-32 |press@fmcvenezia.it

[cml_media_alt id='112692']Mixing, 2013, by Sona Trestikova x[/cml_media_alt]

Manuel Barbieri e street fashion a Milano

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Cari Lettori,

in questa puntata ho il piacere di presentarvi un giovane interior e furniture designer, Manuel Barbieri di Villafranca di Verona. Ha 25 anni e da tre anni vive e lavora a Milano, prima di trasferirsi ha studiato Design d’interni presso l’IDP (Istituto Design Palladio) di Verona. Per lui la moda ha un significato molto profondo.

Buona lettura,

La vostra corrispondente di Milano,

Magdalena Makowska

(makowska@gazzettaitalia.pl)

 

MM: Cosa fai nella vita?

Ho aperto a Milano nel 2012 il mio studio Barbieri Design Lab. Fornisco alle aziende, grazie anche a dei partner selezionati, un servizio a trecentosessanta gradi, dal disegno dei prodotti al branding. In questi primi mesi del 2015 il mio studio è diventato la società [cml_media_alt id='113497']Makowska - Barbieri (1)[/cml_media_alt] che divido con il mio socio Marco Magalini. Abbiamo all’attivo diverse collaborazioni con aziende quali Scandola Marmi, Chimento Design, ed Ecoepoque, delle quali sono il direttore creativo, Progetti, Purapietra, Margraf e Linea Zero.

All’attività di designer, affianco anche il mio progetto editoriale online Designspeaking, del quale sono fondatore e direttore. Avviato nel 2012, il mag è uno strumento di informazione e comunicazione orientato alle aziende internazionali del design, con un focus particolare sulle startup, giovani designer ed autoproduzione. Oltre alla diffusione dei contenuti redazionali, Designspeaking organizza temporary store ed esibizioni collettive (per ora a Verona, Milano, Mantova), e supporta le realtà più giovani dal punto di vista commerciale, di comunicazione e di immagine. A questo proposito ho ideato nel 2013 il premio Talent’s Manifesto, giunto oramai alla quarta edizione, pensato proprio per supportare i giovani talenti del product design. Da settembre 2014 è online anche The Press Cloud, del quale sono co-founder con Guendalina Perelli, una piattaforma 2.0 legata al mondo della comunicazione digitale che mette a sistema aziende e giornalisti.

MM: Come descriveresti il tuo stile?

Il mio stile è semplice, adoro le simmetrie e la linearità. Non amo i colori, specie se caldi, e prediligo materiali ricercati e rigidi nella sua struttura. Il mio look quotidiano è jeans scuri, maglietta, maglione e allacciatina, il tutto rigorosamente total black. Spezzo la basicità con occhiali e capispalla ricercati. Adoro il calzino colorato meglio se con fantasie.

 

MM: Cosa significa per te la moda?

Significa design, progettazione, ricerca e sacrificio. La moda è fatica e business prima che creatività e frivolezza. Nel 2015 progetterò una mia linea di cappotti da uomo che ho nel cassetto da diverso tempo e poi chissà… Mi piace contaminarmi di nuovi progetti e nuovi stimoli. Sono uno dei rappresentati della slash generation e il mio cassetto dei desideri non che essere pieno di progetti creativi e trasversali, sempre che di design si parli.

 

Grazie e in bocca al lupo!

Magdalena Makowska

NATO, all’Aeronautica Militare Italiana la guida della missione di pattugliamento aereo nel Baltico

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NATO, all’Aeronautica Militare Italiana la guida della missione di pattugliamento aereo nel Baltico

  1. Aprile 2015, frontiera baltica: aeroporto militare internazionale di Šiauliai. Con quattro velivoli caccia intercettori multiruolo Eurofighter “Typhoon” del 36º Stormo di Gioia del Colle, del 4º di Grosseto e del 37º di Trapani-Birgi rischierati in Lituania, l’aviazione militare italiana guida dal 1º gennaio la missione NATO Baltic Air Policing per tutelare la sicurezza di Estonia, Lettonia e Lituania a Šiauliai, che durante la Guerra Fredda fu uno dei più importanti aeroporti militari sovietici. 
  2. La rotazione era prevista a maggio. Se non che, su esplicita richiesta dei lituani, particolarmente rassicurati dalla presenza in area baltica degli italiani, il Ministro della Difesa Pinotti ha prolungato fino ad agosto la guida della missione affidata al Colonnello Marco Bertoli, alle cui dipendenze sono anche altri quattro caccia MiG 29 della 23 Aerobase Tattica di Mi?sk Mazowiecki, messi a disposizione dalla Polonia che, come noto, dal 12 marzo 1999 fa parte della NATO e dal 1º maggio 2004 dell’Unione Europea.

Il reparto di volo polacco che ha trascorso con noi in Lituania la settimana santa in zona di guerra fredda baltica, fa capo al Maggiore Grzegorz Czubski, comprensibilmente orgoglioso di essere il Vice Comandante di una task force di eccellenza: tale è infatti risultata nelle verifiche di prontezza reattiva giunte da SHAPE, il Quartier Generale NATO in Europa.

  1. Tra la Polonia e l’Italia l’amicizia è radicata da secoli, con reciproche citazioni nei rispettivi inni nazionali. Durante il Rinascimento dal 1518 e per ben trent’anni fu Regina di Polonia la Duchessa di Bari Bona Sforza, andata in sposa al re Zygmunt I il vecchio. Nel Risorgimento il garibaldino bergamasco Francesco Nullo combattè eroicamente nel 1863 a fianco dei polacchi insorti contro la Russia zarista: morì in combattimento e divenne un eroe nazionale.[cml_media_alt id='113490']Losito - NATO (1)[/cml_media_alt]
  2. La nostra Aeronautica Militare ha ricordato lo scorso anno con una cerimonia internazionale di alto profile istituzionale, i piloti polacchi che nel 1944 partirono da Brindisi con aiuti per i patrioti di Varsavia insorti contro i nazisti. La storia e la cultura, qui forse più che altrove, nei rapporti bilaterali contano ancora parecchio.

A parte i legami culturali, peraltro in progressiva valorizzazione anche sul piano diplomatico e governativo come formidabile risorsa propulsiva del sistema-Paese è proprio l’Italia che l’anno scorso ha vinto con l’Alenia Aermacchi di Venegono Superiore (Varese), un’importante gara industriale internazionale per fornire alla Polonia 8 velivoli M-346 da addestramento avanzato, con altri due in predicato, come possible acquisto ulteriore, previo ampliamento contrattuale.

I piloti italiani e polacchi della missione NATO in corso sono poi schierati a poche decine di chilometri di un’altra zona che ricorda gli anni in cui russi e americani si confrontarono per circa mezzo secolo con lo spettro minaccioso della Mutual Assured Destruction. A Plokštin?, esattamente dove l’Unione Sovietica aveva installato il primo poligono missilistico-nucleare sotterraneo progettato negli anni ’50, c’e’ un museo della Guerra Fredda. Noto solo a pochissimi alti esponenti della nomenklatura moscovita, era da lì che avrebbero potuto essere lanciati i temibili missili R 12 con testata atomica che furono rimossi solo nel giugno del 1978. Gli obiettivi venivano cambiati ogni 3/4 anni, con una gittata capace di raggiungere  Norvegia, Germania Ovest, Inghilterra, Spagna, Turchia e i Paesi Mediterraneo. Italia inclusa.

  1. A turbare la serenità dei Paesi baltici è oggi l’impressionante numero di sconfinamenti di aerei russi registrati nel 2014: quadriplicati, rispetto all’anno precedente, secondo un rapporto divulgato dall’European Leadership Network. Intrusioni che risultano assai pericolose anche per il traffico civile, specie se con i transponder disattivati per impedire l’individuazione del codice del velivolo, ovvero senza la prevista comunicazione dei piani di volo. E se a ciò si aggiunge l’aggressiva pressione di intelligence dispiegata dalla nuova strategia militare di Putin (che ha portato a clamorosi arresti di alti ufficiali di Paesi NATO ancora sotto processo a Vilnius ed a Varsavia, con l’accusa di aver ceduto informazioni sensibili in cambio di denaro), lo scenario parrebbe a tutti gli effetti quello di una nuova Guerra Fredda.
  2. Se il Cremlino si sente minacciato nei propri interessi dalla presenza di Paesi aderenti alla NATO al suo confine, gli Occidentali ribaltano l’accusa, recriminando l’intensificata presenza militare russa sia nel Baltico che nell’Artico: in quest’ultimo caso, per via delle allettanti presenze di petrolio e gas. Sullo sfondo, le ancora controverse questioni connesse all’annessione della Crimea ed ai dolorosi avvenimenti in Ucraina.
  3. In questo contesto si situa quindi la missione di pattugliamento aereo Baltic Air Policing tuttora in corso. I piloti al comando del Colonnello Bertoli sono pronti 24/7 a decollare in pochi minuti (dai 5 ai 7 dal momento dell’allarme), per identificare e verificare le intenzioni dell’aereo sconfinato nello spazio protetto dalle leggi internazionali. Sconfinamenti verificatisi anche nell’immediata vigilia di Pasqua ed in almeno altri 20 casi (solo da quando i piloti italiani sono arrivati in Lituania), tutti comunque brillantemente gestiti dalle forze della Baltic Air Policing.

A livello internazionale, la sensazione ch[cml_media_alt id='113491']Losito - NATO (5)[/cml_media_alt]e si percepisce al momento è quella di un dialogo tra sordi, che ricorda le peggiori apprensioni degli anni di Guerra Fredda, con l’incombente possibilità di un incidente anche involontario dalle conseguenze nefaste.

Da Mosca il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov stigmatizza come un pericoloso errore a danno della stabilità europea l’indebita espansione della NATO ai confini della Russia. Di contro, la portavoce della l’Alleanza Nord Atlantica Oana Lungescu, replica che non c’è nessuna minaccia contro la Russia e che sempre più si continueranno a cercare relazioni costruttive con Mosca, coerentemente a quanto prescritto dal Diritto Internazionale.

E se il segretario generale della NATO Stoltenberg incita i Paesi europei a spendere di più nel settore Difesa, il Presidente della Commissione Difesa al Senato USA John McCain ammonisce che se non sarà rafforzata la presenza americana nelle missioni baltiche, l’impossibilità di opporre una realistica deterrenza all’espansione neo-imperialistica della Russia comporterà la fine della stessa ragion d’essere dell’Alleanza.

Come che sia, sappiamo tutti purtroppo che quando si comincia a parlare di posizionamento ed invio di truppe, le prospettive di guerra si fanno sempre meno fredde. E ancor più si arroventeranno se la saggezza non prevarrà su rigurgiti di strategie obsolete. Prima che comincino a riproiettarsi le scene peggiori di un bruttissimo film già visto e che dovrebbe restare all’indice. Dove è stato già messo dalla storia.

Red velvet cupcakes

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Ingredienti per 6-8 persone

 

Per le basi:

250 g farina 00

1/2 cucchiaino di lievito per dolci

1/2 cucchiaino di sale fino

20 g di cacao amaro

115 g di burro morbido

300 g di zucchero semolato

2 uova grandi

240 ml di latte intero

1 cucchiaio di succo di limone

1 cucchiaino di aceto di vino bianco

1 cucchiaino di bicarbonato di sodio

colorante alimentare rosso in gel

 

Per la copertura:

340 g di formaggio spalmabile tipo Philadelphia

1 bacca di vaniglia

240 ml di panna fresca da montare

60 g di zucchero a velo

 

Per la decorazione:

Pasta di zucchero rossa

 

Preparazione:

Miscelare in una brocca il latte con il succo di limone e lasciare riposare per 30 minuti a temperatura ambiente: si otterrà così il latticello. Trascorso questo tempo, aggiungere al latte qualche goccia di colorante alimentare rosso.

Mescolare poi, setacciandoli, in una ciotola, la farina, il cacao, il lievito e il sale.

In un’altra grande ciotola, montare con le fruste elettriche il burro morbido, unire lo zucchero e lavorare fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungere quindi le uova, una alla volta, leggermente sbattute.

Aggiungere un po’ di latticello colorato al composto di burro, zucchero e uova, alternandolo con la miscela di farine e procedere allo stesso modo fino ad esaurimento dei due composti. In una tazzina, a parte, mescolare il bicarbonato con l’aceto, quindi aggiungerlo all’impasto e mescolare.

Preparare la teglia da muffin rivestendo ogni alveolo con un pirottino di carta e porzione l’impasto dentro i pirottini stessi.

Cuocere i cupcake a 175C° per 20 minuti circa.

Sfornare e far raffreddare bene, poi spostare le basi dei cupcake su un piatto da portata.

Preparare la copertura: in una ciotola montare il formaggio morbido con lo zucchero a velo e il contenuto di una bacca di vaniglia; aggiungere a filo la panna fredda e continuare a montare, fino ad ottenere una consistenza spumosa e solida.

Trasferire la crema dentro una tasca da pasticceria con bocchetta zigrinata e creare sulle basi dei cupcake un generoso ciuffo di crema. Riporre i cupcake in frigo. A piacere, decorare con cuori o fiori di pasta di zucchero rossa o con zuccherini rossi.

Il meglio oltre i numeri

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Il vino è un altro miracolo che appartiene a quella conformazione geografica, posta al centro del continente Europeo e che si allunga nel mare fino ad adocchiare le coste del nord-Africa, che viene chiamata Italia e il cui solo nome rievoca bellezza, qualità, eccellenze.

Nel 2014 la produzione di vino in Italia si è assestata in 44,4 milioni di ettolitri (al secondo posto dopo la Francia con 46,2 milioni) con le regioni Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia ai primi posti della produttività (queste regioni danno il 60% della produzione nazionale).

Al di là dei numeri, che possono incuriosire o dare una idea complessiva ma fredda delle cose, è interessante e utile sapere che le varietà di uva da vino in Italia sono ben 493, e oltre ai nomi conosciuti ve ne sono tantissimi a carattere gergale, di fantasia o che assumono nomi diversi in luoghi diversi pur appartenendo alla stessa uva, in un excursus geografico e lessicale incredibilmente vario e pittoresco.

Queste uve portano alla composizione di 73 D.o.c.g. (Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita), 336 D.o.c. (Denominazioni di Origine Controllata) e 118 I.g.t. (Indicazione Geografica Tipica), che creano l’incredibile varietà di prodotti che l’Italia offre, esporta, e racconta in tutto il mondo attraverso i viticoltori, i Consorzi di tutela, i Sommelier, i giornalisti e i blog che ogni giorno (e ogni notte) rendono omaggio a questo dono della natura e del territorio italiano.

Tra le parole ormai di successo e più adeguate per esprimere ampi spa[cml_media_alt id='113469']Lamponi - In vino veritas (1)[/cml_media_alt]zi emotivi oltre che reali vi è la parola “Territorio”. Quando un ospite, un viaggiatore o un turista si informa, acquista o assaggia un vino lo fa anche per riappropriarsi di un territorio che ha conosciuto, che vuole conoscere o che vuole ricordare. L’export dei vini italiani è motivato anche da queste dinamiche e a pensarci bene moltissimi vini italiani di successo hanno il nome del territorio da cui provengono (Chianti, Barolo, Brunello di Montalcino, Amarone della Valpolicella, Bardolino, Custoza, Lugana, Vermentino di Gallura e tantissimi altri); ciò significa che il legame col territorio, col suolo e con il lavoro delle persone che vi abitano è stretto e imprescindibile, portandoci a ricordare che dietro e dentro ogni bottiglia e ogni calice ci sono persone e fatica, risorse, tradizioni, linguaggi e l’ostinato amore per la propria terra da cui si riesce a produrre il meglio di cui è capace, una qualità che è alla portata di tutti coloro che sanno riconoscerla.