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Home Blog Page 272

Canosa di Puglia, rinnovato il gemellaggio con la città di Gròjec in Polonia

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Ristabiliti i rapporti interrotti da circa sei anni con la città gemellata di Gròjec, in Polonia. Infattil’Amministrazione comunale ha preso parte al “Festival del melo fiorito” portando in dono l’olio extra vergine d’oliva, il vino e i prodotti tipici pugliesi. Hanno rappresentato il Comune di Canosa l’assessore all’Agricoltura e Attività produttive, Leonardo Piscitelli, l’assessore al Turismo e Comunicazione istituzionale, Maddalena Malcangio, l’assessore alla Cultura, Sabino Facciolongo, e l’assessore ai Rapporti istituzionali, Marco Augusto Silvestri, ospitati dal Comune di Grojec.

“Grojec – ha spiegato Malcangio – è una città di 15mila abitanti circa, è vicina alla capitale Varsavia eproduce circa 2/3 delle mele che si mangiano in Polonia e nelle nazioni confinanti. Infatti il loro “Festival del melo fiorito”, che si svolge dal 22 al 24 maggio, riguarda proprio il loro prodotto d’eccellenza: la mela. Attraverso l’illustrazione delle bellezze della nostra città e della bontà della nostra cucina, e con l’aiuto di brochure turistiche in lingua inglese, abbiamo gettato le basi di un possibile interscambio commerciale e turistico, con una nazione in grande espansione economica come è la Polonia”.

“Abbiamo visitato immensi terreni di meleti – ha detto l’assessore Piscitelli -, una grande azienda che produce succo di mela (ci sono 3 qualità di mela e quindi 3 qualità di succo di frutta, con varie combinazioni. Vengono prodotti, ad esempio, succhi con mela e zucchina gialla, mela e ribes nero, mela e carota rossa, mela e barbabietole, ndr), assaporati dolci alla mela e prodotti tipici realizzati con il frutto tipico di Grojec. Abbiamo inoltre condiviso le tecniche utilizzate in agricoltura per le varie tipologie di coltivazione, e appreso quelle utilizzate per la trasformazione dei prodotti agricoli, che ci sono sembrate particolarmente applicabili anche ai prodotti del nostro territorio. Hanno potuto assaporare il nostro vino e il nostro olio offerti dall’azienda “Diomede” che già vanta un’ampia distribuzione in Polonia attraverso una sua  rete aziendale di bayer e sta valutando l’opportunità di aprire un deposito di vino a Grojec, per incrementare le vendite. Nell’incontro abbiamo invitato il sindaco ad incontrare le nostre aziende di eccellenza direttamente a Canosa. Li abbiamo invitati a partecipare alla festa patronale e alla sagra della percoca, per avviare al più presto lo scambio di esperienze e conoscenze delle attività imprenditoriali dei rispettivi Comuni. Il sindaco polacco ha accettato l’invito, che definiremo nel  prossimo mese di luglio”

Il 23 mattina si è tenuto un incontro ufficiale, nella sala consiliare di Grojec, con gli amministratori, i dirigenti comunali ed alcuni rappresentanti istituzionali che provenivano dalla Slovacchia e dalla Bielorussia.“La città di Grojec – ha raccontato Silvestri – ci è stata presentata attraverso la proiezione di alcune slide mentre noi abbiamo illustrato le bellezze archeologiche e storiche di Canosa anche attraverso la proiezione di un videofilmato. Abbiamo, inoltre, consegnato al sindaco e agli amministratori i gagliardetti con stemma comunale di Canosa di Puglia”.

“Abbiamo donato anche la copia di uno dei famosi vasi canosini, consegnato nelle mani del sindaco di Grojec, a significare il grande passato della nostra città. Ed è proprio sulla base del valore culturale e storico di Canosa che auspichiamo che i rinnovati rapporti con la cittadina polacca possano portare ad uno scambio turistico e culturale fra i due centri, accomunati anche dalla presenza del nunzio apostolico a Varsavia, monsignor Celestino Migliore, arcivescovo titolare di Canosa. È stata una bella esperienza che ci ha dato nuove idee per progetti da realizzare. Incontri come questo devono dare la possibilità di aprire nuovi orizzonti e generare nuove idee da ambo le parti. Ci sono progetti comuni su cui lavorare e speriamo che grazie a questo gemellaggio ci sia un ritorno turistico imprenditoriale reciproco, affinché possano trarne entrambe le città beneficio”.

Makino apre una nuova filiale in Polonia

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La Polonia non è solo la sesta più grande potenza economica dell’Unione Europea, ma è anche una delle economie con la più rapida crescita al mondo. Significativamente, la Polonia è stato l’unico stato membro dell’UE a emergere dalla recessione globale del 2008-2009 senza subire un calo del PIL. Al culmine della crisi finanziaria del 2009, il PIL dell’UE è diminuito del 4,5%, mentre quello della Polonia è aumentato del 1,6%.

Negli ultimi anni l’economia della Polonia ha probabilmente assistito alla crescita del PIL più significativo nella storia della nazione. Mentre le economie degli altri Stati membri dell’Unione Europea stanno lottando per tornare a livelli pre-crisi, l’economia polacca ha registrato una crescita a due cifre dall’inizio della recessione globale. Le principali ragioni di questo successo sono da scorgere nel vasto mercato interno e in un clima economico favorevole alle imprese.

Secondo Ernst & Young, la Polonia occupa il settimo posto a livello mondiale in termini di attrattività degli investimenti. L’industria automobilistica è un pilastro dell’economia polacca e rappresenta circa l’11% della produzione industriale totale della Polonia, mentre l’industria di forniture aeronautiche è diventata un importante fattore economico nella regione sud-est della Polonia. Non da ultimo, in seguito alla domanda di questi due settori, nel passato recente l’industria polacca ha goduto di un notevole sviluppo, insieme con società nazionali ed europee anche i trasferimenti di aziende americane o asiatiche registrano una crescita costante.

Makino Europe ha perseguito per molti anni la filosofia di coltivare e curare nel modo più stretto i contatti dei clienti esistenti e di quelli potenziali. Ciò ha portato alla creazione di un’organizzazione di vendita, un engineering dell’applicazione e un’organizzazione di supporto decentrate al fine di garantire una risposta competente e rapida alle esigenze dei clienti.

Poiché la Polonia è da molto tempo considerata un importante mercato dell’Europa centrale, scelta logica è stata l’apertura del nuovo Centro Tecnologico Makino il 21 maggio 2015 a Piaseczno, vicino all’aeroporto Chopin di Varsavia. Dopo Bratislava e Mosca, questa è la terza filiale che Makino apre in Europa centrale e orientale. Il nuovo Centro Tecnologico Makino di Piaseczno è caratterizzato da uno showroom per dimostrazioni di centri di fresatura ed EDM, nonché uffici per lo staff polacco di Makino.

“L’apertura del nostro nuovo impianto in Polonia dimostra il nostro impegno verso il mercato polacco”, afferma P. Anders Ingemarsson, presidente e CEO di Makino Europe. “Vogliamo essere visibili in Polonia per le aziende globali e nel contempo migliorare le nostre attività di marketing specifiche per il paese. Ora che il nostro consistente portfolio di centri di lavorazione ad alta tecnologia, orizzontale e verticale, a tuffo e a filo, è supportato dall’ufficio vendite, dall’engineering dell’applicazione, dal servizio assistenza e dagli specialisti che lavorano dietro le quinte, tutti situati in Polonia, saremo in grado di servire i nostri clienti ancor meglio, nonché di aumentare la nostra quota di mercato in Polonia”.

Makino Europe è ben consapevole dell’impatto psicologico positivo che riveste una sede in Polonia. I clienti esistenti apprezzano l’istituzione di un Centro Tecnologico Makino nei pressi di Varsavia e le prospettive di accoglienza di un partner commerciale con sede in Polonia sono note. “Sono convinto che la nuova filiale rappresenterà un segnale positivo per i nostri dipendenti attuali e futuri in Polonia”, aggiunge P. Anders Ingemarsson. “Non solo sarà più semplice fare business per il nostro staff di vendita, ma consentirà anche ai clienti di comunicare con noi a tutti i livelli nella loro lingua madre”.

L’Italia fatica a trasformare il Pil in benessere: i migliori sono i polacchi

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Pil e benessere: non sempre la crescita economica si traduce in un miglioramento della qualità della vita. Anzi, spesso, il progresso aumenta le diseguaglianza. E’ quanto emerge da un’analisi di Boston Consulting Group secondo cui l’Italia “è ancora uno dei paesi dove si vive meglio al mondo, ma ha ampi margini di miglioramento”, perché rimane allo stesso livello del Portogallo e dei paesi dell’Est Europa. La trasformazione della crescita economica in benessere per i cittadini riesce benissimo a Polonia e Germania. Progressi anche tra le economie emergenti come Vietnam, Cina e India, mentre il Brasile, che era al primo posto nel 2012, scivola di qualche posizione ma resta tra i più forti. Fanalino di coda è l’Africa dove i miglioramenti ci sono, ma restano insufficienti.

Lo studio della società di consulenza ha esaminato 149 paesi, tra cui l’Italia, valutando la capacità di conversione della ricchezza in benessere lungo differenti indicatori sociali ed economici. Il nostro Paese, nel dettaglio, si posiziona nel primo 40% dei Paesi dove si vive meglio al mondo (nel secondo quintile), “ma è più indietro quando si guarda ai progressi compiuti sul fronte del benessere. Rispetto ai Paesi del G20 e dell’EU28 totalizziamo un punteggio inferiore alla media, in particolare, sul fronte dell’occupazione”. Risultati migliori, invece, si registrano “nella parità salariale, nel livello delle infrastrutture e nella tutela dell’ambiente”.

Tra gli aspetti chiave evidenziati dall’analisi, c’è il caso Polonia, che ha registrato il miglior risultato nella capacità di convertire la crescita economica in aumento di benessere. La Germania, invece, supera gli Stati Uniti nelle performance di conversione di ricchezza in benessere. Tra il 2006 e il 2013 entrambi i paesi hanno riportato tassi di crescita pari all’1,1%, tuttavia la fotografia del 2015 berlinese è quella di un paese con capacità di creazione di benessere pari a quelle di un’economia cresciuta a ritmi del 6%. Washington, invece, assomiglia a uno stato fermo al -1%.

L’Africa migliora la propria capacità di trasformare ricchezza in benessere, avanzando in particolare sotto il profilo della tutela della salute. Un risultato che si rispecchia nelle performance di Ruanda ed Etiopia, i due paesi che più hanno migliorato la propria posizione. (repubblica.it)

L’ottava d’oro di Ludovico Ariosto

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foto: fineartamerica.com

1516, 1521, 1532: non stiamo dando i numeri, ma le date di alcune tappe fondamentali nella storia della redazione di una delle opere più significative della letteratura italiana, quelle delle edizioni dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, che corrispondono ad un percorso radioso verso la realizzazione pratica dell’utopica lingua nazionale ispirata al toscano letterario trecentesco, che in quegli anni aveva teorizzato Pietro Bembo.

D’altronde l’obiettivo di Ariosto, intimamente connesso all’idea stessa del suo poema, era quello (tutto sommato anch’esso di chiara derivazione petrarchesca) di ricomporre l’assoluto caos delle vicende narrate (paradigma dell’infinita variabilità ed imponderabilità di ogni esistenza) in un’omogeneità formale, capace di dominare artisticamente quel che non si può invece quotidianamente gestire. In una parola, conseguire quell’armonia, che troverà la sua realizzazione concreta nella sua cosiddetta “ottava d’oro”.

Come possiamo intuire analizzando le varianti delle tre redazioni successive del Furioso e dei frammenti autografi di poco anteriori all’ultima, è evidente lo sforzo messo in campo da Ariosto per conformarsi ad un’ideale di perfezione linguistica (intesa come scelta accurata di vocaboli, armonia di rapporti e richiami verbali), congiungendo i paradigmi petrarcheschi con la tradizione classicistica, ma partendo dal toscano, screziato da emilianismi e latinismi, che costituiva quella sorta di koinè padana che contraddistingueva l’Orlando Innamorato del Boiardo, del quale il Furioso doveva essere la continuazione, nel gusto del pubblico. Un pubblico che stava diventando, però, altro ed indefinito, dopo l’affermarsi della stampa.

Ludovico Ariosto si mise così, nella caparbia opera di revisione del suo poema, alla testa della corrente bembiana, alla ricerca di un linguaggio omogeneo e filtrato, bloccando gli idiomatismi esterni che avevano caratterizzato l’epica quattrocentesca e prendendo spunto tanto dalle opere di Dante, di Petrarca, di Boccaccio ed anche del Poliziano, quanto dal latino “classico” che si stava uniformando anch’esso in quel tempo; per andare poi a condensare il tutto nella sua famosa ottava, schema metrico capace di vedere incastonati assieme termini eleganti ed espressioni familiari, in una mirabile alleanza di musica e sintassi, grazie allo straordinario equilibrio di parallelismi e contrapposizioni, capace di amalgamare aspetti formali, concetti ed immagini.

Puntando ad uno svolgimento aperto e polifonico, Ariosto, rendendo fluidi i passaggi fra versi od ottave, fra proposizioni o periodi, tanto quanto lo dovevano essere quelli fra le varie situazioni o i quadri figurativi, consegue così il suo sigillo in ambito espressivo nell’ottenimento della “armonia” del Furioso, cioè, usando le parole di Cesare Segre: “il contrassegno stilistico della conciliazione tra spirito contemplativo e senso del movimento e della variabilità del reale, tra sottilità raziocinante e dominio sovrano delle forze storiche”.

Ambasciata d’Italia a Varsavia – Avviso di assunzione impiegato a contratto

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AVVISO  DI  ASSUNZIONE  DI  IMPIEGATO  A  CONTRATTO – L’Ambasciata d’Italia a Varsavia rende noto che è indetta una procedura di selezione per l’assunzione di n° 1 (uno) impiegato a contratto da adibire al servizio di collaboratore amministrativo nel settore traduzione-interpretariato. Termine per la presentazione della domanda: 18 giugno 2015.

AVVISO2015

Tropea

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La vampa del sole d’agosto

 

Anche se siamo arrivati di mattina, il sole ormai era abbastanza forte. Stavo su un asfalto bollente del parcheggio cercando un po’ d’ombra. Mi sono pentita di non aver portato le altre scarpe, più chiuse. Nonostante i soffi delicati del vento, anche camminando sentivo come il sole mi abbronzava le braccia ed i piedi fino a farli diventare rossi. Proseguivamo per le scale di pietra in alto verso il centro della città, il quale sembrava guardarci dall’alto. Pesante, resistente al caldo, spuntava piano piano davanti ai nostri occhi dagli angoli. Gli edifici alti, collocati stabilmente sulle scarpate sembravano aderire ad esse così solidamente come se da sempre fossero un’unica cosa. Come se quelle rocce ripide si fossero consapevolmente lasciate sottomettere dall’uomo perché quello avesse potuto costruirci le proprie case.

 

Folla rumorosa e statuette oscene

 

È difficile trovare città di mare ben situate che non siano consumate dal turismo e nello stesso tempo da esso mantenute. Per strada passiamo accanto alle ba[cml_media_alt id='113592']SAMSUNG CAMERA PICTURES[/cml_media_alt]ncarelle, ai negozi con i souvenir e con i prodotti locali. Vicino alle fontane pubbliche si formano le file dei passanti desiderosi di una rinfrescata. Le papriche rosse brillano al sole insieme alle cipolle, qualcuno ci ferma e ci chiede se non abbiamo voglia di fare una crociera, visto che da un porto vicino circolano le navi turistiche che portano i viaggiatori alle Isole Eolie. Ringraziamo, forse un’altra volta. Il centro di Tropea durante il giorno è un agglomerato di folla rumorosa degli abitanti locali e dei turisti. Alcuni vogliono vendere qualcosa a qualcuno, altri, in un impeto di shopping, vogliono entrare in ogni negozio per poi tornare con sé una grossa borsa piena di alimentari, brocchette e bracciali comprati alle bancarelle. Ed ancora altri semplicemente corrono storditi dal calore verso le spiagge.

 

Ci fermiamo vicino ad un negozio di ceramica, e la donna  dal bancone ci sorride e ci dice di guardare dentro un cassetto nascosto dietro una grande maschera. Ci guardiamo, e dentro vediamo i prodotti (suppongo artigianali, fatti da lei) a forma dei genitali maschili. La signora era tutta contenta dello scherzo di dubbio gusto fattoci, e la sua gioia è aumentata ancora di più quando ha notato un gruppo di adolescenti che davano un’occhiata da dietro le nostre spalle. 

 

La Chiesa che sembra in un’isola

 

Arriviamo al punto panoramico, dal quale si estende una vista sulla costa e una falesia pittoresca che è diventata lo sfondo di numerose fotografie scattate in quel momento. Ai piedi della costa invece c’è collocata la più famosa costruzione di Tropea, ovvero la Chiesa di Santa Maria dell’Isola, costruita su un alto sollevamento del terreno alla fine della costa e per questo sembra di essere situata su un’isola. Invece le spiagge sono bucate densamente dagli ombrelloni che sembrano stuzzicadenti piegati dalla brezza marina.

 

Un sentiero simile a quello seguito per salire ci riporta sulla costa. Il sole d’agosto non la dà vinta nemmeno all’ombra, e quando arriviamo in spiaggia mi sento come se avessi camminato tutta la giornata nel deserto. La discesa al mare è piana, una sabbia fine ci copre delicatamente i piedi che sul bagnasciuga affondano. Grazie alla forma della costa, la spiaggia è larga, e l’acqua per alcuni metri rimane abbastanza bassa, però le onde che si formano sono abbastanza forti per farti allontanare velocemente dalla riva. Andavamo così alla deriva per un po’, stremati dal sole che anche in un tardo pomeriggio non perdeva la propria forza.

 

Tartufo, Bonaparte e terra focosa

 

Al ritorno ci siamo fermati a Pizzo per addentare il famoso tartufo, ovvero un gelato alle nocciole a forma rotonda o di un cuore, abbracciato da una spolverata di cacao in polvere. Un ca[cml_media_alt id='113593']SAMSUNG CAMERA PICTURES[/cml_media_alt]ne, sdraiato su uno dei balconi ci guarda pigramente, come se fosse nello stato di dormiveglia. Anche lui sembra stanco del calore. Oltre al tartufo, a Pizzo ci è capitato un bel tramonto con una vista sul porto, ed il Castello Murat, il quale, come ho scoperto dopo, il proprio nome lo deve ad un prigioniero che li fu recluso, ovvero a Gioacchino Murat, il re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte.

 

Le notti calabresi sono tranquille. La terra sembra riprendere fiato dopo un denso calore che durante il giorno pare penetrare dappertutto. Una notte, viaggiando in macchina, abbiamo notato un incendio del bosco su una delle colline. Le fiamme grandi piano piano entravano nel buio della notte. Erano ben visibili anche dalla distanza di pochi chilometri, alla quale ci trovavamo noi. Le autocombustioni delle foreste sono, a quanto si dice, un fenomeno abbastanza frequente d’estate.  Anche se, mentre ero ancora in Sicilia, ho pure sentito dire dei piromani che consapevolmente accendono il fuoco per radere i boschi di una terra ormai focosa.

Giacomo Casanova e il suo teatro

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Il poeta, traduttore, compositore, autore di testi teatrali, scrittore delle Repubblica delle Lettere, ricevuto alla corte di Varsavia da Stanislao Augusto re di Polonia.

Giacomo Casanova, nell’ottobre del 1765, all’età di quarant’anni, conosciuto, ormai, presso le corti di mezza Europa, proveniente da San Pietroburgo, approda a Varsavia, nelle vesti del Conte Jakub Kasanów, a cui aggiunge il cognome di sua madre, De Farussi, dal momento che lei è molto nota in città, come attrice, per aver ivi debuttato anni addietro, con grande successo. Ha portato con sé due bagagli: quello contenente le sue esperienze e quello contenente i suoi scritti, soprattutto versi e testi per il teatro. Egli infatti si definisce poeta improvvisatore, declamatore di versi poetici, comico, commediante, commediografo, drammaturgo, traduttore, scrittore, ballerino di minuetto, compositore di musica – un teatrante a tutto tondo, insomma! – e va dicendo in giro di essersi esibito nei vai salotti e di aver calcato le assi dei palcoscenici di mezza Europa, al pari di suo padre e di sua madre. Invece, in realtà, è stato unicamente a Trieste, che egli, frequentando, come era suo solito, i salotti dell’alta società, dopo aver affascinato e magari sedotto alcune dame, improvvisandosi capocomico, ha potuto allestire con costoro, una sorta di compagnia teatrale – composta di dilettanti – e proporre così una recita in casa del barone Königsbrunn. Invece qualche esperienza in teatro come autore, l’aveva effettivamente avuta già nel 1752 a Parigi, dove era stato introdotto dal suo amico Antonio Balletti. Qui, infatti, la famosa Comédie-Italienne ha messo in scena “Les Thessaliènnes ou Arlequin au sabbat”, una sua farsa scritta in collaborazione con François Le Prévost, a cui, peraltro, ne son seguite di nuove.

Tra le sue opere figurano, la versione italiana, dal francese, della tragedia “Zoroastro”, pubblicata a Dresda nel 1753; gli scritti “Lana caprina: epistola di un licantropo”, del 1772 e “Istoria delle turbolenze della Polonia”, del 1774; le commedie in tre atti “La Moluccheide, o sia i gemelli rivali”, del 1753 e “La forza della vera amicizia”, sempre del 1773, rappresentata lo stesso anno a Trieste, dalla Compagnia del comico milanese Onofrio Paganinni e ripresa, l’anno successivo, al Teatro Bandeu di Gorizia. Tra le sue opere poetiche, invece, appaiono due composizioni in versi, “Ode per la Passione di Cristo” e “Sonetto sulla Redenzione”, scritte a Frascati nel 1771, una delle quali, declamata a Roma in occasione della Pasqua. Giacomo Casanova, come poeta, è membro, con lo pseudonimo di ‘Eupoleme Pantaxene’, dell’Accademia dell’Arcadia presso la Colonia di Parma, nonché membro dell’Accademia degli Infecondi a Roma. Anche suo fratello Giovanni, pittore, disegnatore, incisore, è pastore arcade, con lo pseudonimo di ‘Saurio Trocense’.

Lascia Varsavia nell’aprile del 1766, diretto in Podolia, quindi sempre in territorio polacco, dopo esser essere stato colpito ad un braccio da un colpo di rivoltella in seguito al famoso duello che ha generato, peraltro, tre ulteriori feriti, il Conte Branicki, colpito gravemente ad un fianco, il Conte Carlo Tomatis, colpito da un proiettile di striscio e il Conte Moszy?ski, colpito invece in pieno volto.

Giacomo Casanova continuerà, fino alla morte, a scrivere e a comporre opere diverse, particolarmente per il teatro. Ne menziono qui, tra le altre, ancora due, “La felicità di Trieste”, una cantata a tre voci, del 1774 e “Le Polemoscope ou la calomnie démasquée par la prèsence d’esprit”, una tragi-commedia in francese, pubblicata postuma a Parigi, nel 1886.

Però, oggi, come nel passato, benché egli – esperto duellatore di spada – si sia sforzato di dimostrare d’essere anche abile duellatore di penna, gli studiosi e i critici continuano a mettere in discussione il valore e la validità storica di molte sue opere letterarie, per cui tutti sono concordi nell’affermare che, escludendo le composizioni autobiografiche, il resto della sua produzione non ha ottenuto alcun successo, né durante la sua vita, né dopo la sua morte. Se egli ha quindi ricevuto qualche consenso, l’ha ottenuto, eventualmente, soltanto come scrittore di opere autobiografiche, in quanto espresse con più cura e con più entusiasmo, un successo che però è venuto comunque stranamente a manifestarsi soltanto negli anni successivi alla sua morte, quando la sua figura affascinante di avventuriero leggendario e di seduttore irrefrenabile stava ormai gradatamente e simpaticamente passando alla storia.

Bere è facile ma…

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Il piacere di bere un calice di vino è un’azione semplice, alla quale non si pone molta attenzione ma un sommelier, un gourmet o semplicemente un appassionato sa bene che occorre avere un approccio diverso e più attento nel degustare un prodotto (sia esso vino, distillato, birra, ma anche olio o addirittura acqua!).

Le movenze che vediamo fare agli “addetti ai lavori” e che possono suscitare curiosità se non addirittura ilarità, sono in realtà dettati da precise esigenze sensoriali e gustative che quasi portano a seguire un percorso obbligato nei gesti, nei tempi e nelle pause dell’assaggio. I motivi sono molteplici, e tutti servono a valutare la qualità, la tipicità, l’assenza di difetti e la piacevolezza di un prodotto, per poter esprimere un giudizio e per godere pienamente del piacere che quel prodotto è in grado di regalarci.

Prendendo ad esempio il vino, le fasi dell’esame di valutazione sono tre: aspetto visivo, aspetto olfattivo e aspetto gusto-olfattivo.

Aspetto visivo: Avendo il giusto calice e le giuste condizioni di luce, esaminando la trasparenza e il colore (dopo aver sollevato il bicchiere e poi abbassato inclinandolo leggermente in avanti), la consistenza, il perlage (nel caso di vini spumanti), le lacrime e gli archetti formatisi dopo aver fatto roteare il liquido, possiamo avere già molte informazioni riguardo al tipo di vino, al suo grado alcolico, al metodo di lavorazione e all’annata di riferimento. Questo in forma preliminare. Ogni aspetto va poi confermato dall’esame successivo, oppure smentito, alla ricerca di quella coerenza organolettica che un prodotto di qualità deve avere.

Aspetto olfattivo: Portando il naso al calice per un breve momento, e in seguito per un tempo più[cml_media_alt id='113581']Lamponi - In vino veritas (3)[/cml_media_alt] lungo, possiamo apprezzare l’intensità e la complessità dei profumi, elencando le note che riconosciamo e le “famiglie” a cui questi sentori appartengono. Possono essere profumi floreali, fruttati, erbacei, minerali, speziati ecc. Essi ci parlano del tipo di vitigno, del metodo di lavorazione, della personalità di quel vino e della eleganza che esprime. Questo arricchisce la nostra esperienza ed è il secondo passo del nostro esame.

Aspetto gusto-olfattivo: A questo punto non resta che assaggiare; un piccolo sorso per “avvinare” la bocca e poi un altro sorso per l’esame. Da qui possiamo ricavare le informazioni sulla  e avere conferma o meno dei passaggi precedenti, nella coerenza e nell’equilibrio di tutte le sue componenti, con le sensazioni finali sulla persistenza e l’armonia di tutte le percezioni ottenute.

Le cose dette fin qui sono solo accennate e sommariamente esposte. Il percorso è decisamente più lungo e articolato, complesso e molto divertente, ma spero di aver suscitato un po’ di curiosità verso la Sommellerie e l’enogastronomia, conoscenze oggi di moda tra i giovani e apprezzate dal mercato del lavoro.

Jazz e spionaggio per Excentrycy di Janusz Majewski

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L’ambiente dei jazzmen, la fine degli anni ‘50, la Polonia in pieno regime comunista: è la cornice di Excentrycy, il nuovo film attualmente in produzione di Janusz Majewski (conosciuto fra gli altri per H.M. Deserters e The Rite of Passage, vincitore del premio speciale della giuria a Gdynia 2010). Il cineasta ha riunito un cast di prima scelta composto da Maciej Stuhr (Aftermath, Traffic Department, Walesa) come protagonista, le giovani attrici Natalia Rybicka e Sonia Bohosiewicz, e ancora Anna Dymna, Wojciech Pszoniak, Wiktor Zborowski, Magdalena Zawadzka, Adam Ferency, Zbigniew Buczkowski e Marian Opania.

Adattamento di un romanzo di Wlodzimierz Kowalewski che ha scritto la sceneggiatura con il regista, il film è incentrato su Fabian, giovane trombettista e ballerino polacco, emigrato durante la guerra. Di ritorno dall’Inghilterra, trova un gruppo di musicisti dilettanti e mette su con loro una “big band” di swing. Sin dalla loro prima performance, il successo è immediato e supera ogni aspettativa. Divenuto il “re dello swing”, Fabian incontra Modesta, affascinante cantante di cui diventa amante. La coppia, con la sua vita artistica ricca e libera, si distingue nel contesto grigio del paese sotto dittatura. Ma un giorno, Modesta scompare e la storia romantica si trasforma presto in un racconto di spionaggio.

Prodotto dallo studio WFDiF (Wytwórnia Filmów Dokumentalnych i Fabularnych) di Varsavia, Excentrycy beneficerà di una colonna sonora originale del celebre jazzista polacco Wojciech Karolak. La direzione della fotografia è affidata a Adam Bajerski. L’uscita del film nelle sale polacche è prevista per l’autunno prossimo.  (cineuropa.org)

Corso Polonia. Il 13esimo Festival della Cultura Polacca a Roma

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Si svolgerà dall’ 8 al 22 giugno 2015 CORSO POLONIA 13. Festival della Cultura Polacca a Roma. Un evento unico – di grande impatto e rilevanza culturale – che prevede numerosi appuntamenti con i più rilevanti interpreti della scena artistica polacca eccezionalmente riuniti a Roma. Varie location ospiteranno concerti, spettacoli e proiezioni, che rendono ricco ed questo importante manifestazione.

Wroclaw pieno di cultura (Wroclaw pelen kultury), recita il claim della città polacca che sarà Capitale Europea della Cultura nel 2016, titolo condiviso con la spagnola Donostia-San Sebastián. E Roma sarà piena di Wroc?aw con un Corso Polonia interamente dedicato ai suoi illustri artisti ed autori di oggi e del passato. Saranno in scena: Agata Zubel e Joonas Ahonen nel concerto Dream Lake con le musiche di Witold Lutoslawski, Luciano Berio e Andrzej Czajkowski; la poesia di Tadeusz Rozewicz e il teatro di Jerzy Grotowski; gli spettacoli e i canti liturgici del Teatro ZAR; la musica elettronica del duo Skalpel e, per la Festa della Musica, il jazz di Adam Baldych e Pawel Kaczmarczyk.

Con un focus sul teatro all’interno del Festival si festeggeranno i 250 anni del Teatro Pubblico in Polonia – una storia e un percorso culturale di inestimabile valore ed importanza per la Polonia, iniziati nel 1765 con il primo spettacolo pubblico di una compagnia teatrale nata per iniziativa del Re Stanislaw August Poniatowski e divenuta Teatro Nazionale attivo fino ai giorni nostri.

Gli eventi del Festival si svolgeranno nella sede dell’Istituto Polacco, oltre che allo Spazio Europa gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, alla Casa delle Letterature, al Monk, al Teatro India, alla Basilica di Santa Maria in Cosmedin e alla Casa del Jazz. Il Corso Polonia sarà presente anche agli appuntamenti di Roma con la cultura internazionale: al festival Letterature 2015 e al Mese della Cultura Internazionale

Primo appuntamento lunedì 8 giugno (ore 11.00) presso lo Spazio Europa, gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, con la presentazione di Wroclaw – Capitale Europea della Cultura 2016.

La sera dell’9 giugno (20,30) si svolgerà l’ INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL CORSO POLONIA con il Concerto Dream Lake presso l’Istituto Polacco di Roma: Agata Zubel, eccezionale vocalista, carismatica interprete di musica contemporanea e compositrice insieme a Joonas Ahonen, pianista finlandese, membro dell’ensemble Klangforum Wien esegue, fra l’altro, le musiche di Andrzej Czajkowski – una novità assoluta a Roma.

Mercoledì 10 giugno alle ore 19.00 presso la Casa delle Letterature si terrà l’evento: Et in Arcadia ego – Tadeusz Rozewicz, in ricordo di Tadeusz Rozewicz, prosatore e drammaturgo, uno dei più grandi poeti polacchi con il prof. Luigi Marinelli (docente di letteratura polacca all’Università “La Sapienza”), prof. Robert Cieslak (docente di letteratura, critico letterario e teatrale, giornalista) e il regista Andrzej Sapija.

Sabato 13 giugno – dalle ore 23.00 presso il Monk Circolo ARCI, il leggendario duoSkalpel formato da Igor Pudlo e Marcin Cichy, sarà protagonista del LIVE Skalpel e vj Luminator.

Lunedì 15 giugno dalle ore 18.00 presso l’ Istituto Polacco di Roma, in occasione dei250 ANNI DEL TEATRO PUBBLICO IN POLONIA si svolgerà la serata Omaggio a Jerzy Grotowski, con la presentazione del 2° volume degli scritti di Jerzy Grotowski Testi 1965-1969. Il teatro povero con la partecipazione di esperti italiani e polacchi. Alle ore 20.00, inaugurazione della mostra Polvere / Apocalypsis cum Figuris nelle fotografie di Maurizio Buscarino. Un viaggio nell’“aura” di Grotowski attraverso l’obiettivo di un grande fotografo di teatro, Maurizio Buscarino, mentre alle ore 21.00 toccherà alla proiezione della registrazione dello spettacolo del Teatro Laboratorio Akropolis, di Jerzy Grotowski.

Martedì 16 e mercoledì 17 giugno alle ore 21.00, da non perdere al Teatro India, la compagnia TEATRO ZAR protagonista dello spettacolo Taglio cesareo; lo spettacolo del Teatr ZAR di Wroclaw, diretto da Jaroslaw Fret, pone la domanda sullo stato di necessità del suicidio, sulla forza del destino e della salvezza.

Sempre il TEATRO ZAR sarà protagonista giovedì 18 giugno (ore 21.00 Basilica di Santa Maria in Cosmedin) del Concerto Colonne. Durante il concerto di canti liturgici armeni i membri del Teatr ZAR insieme ad Aram, Virginia e Vahan Kerovpyan, fondatori del Centro Studi di Canto Liturgico Armeno e del gruppo AKN di Parigi e con la partecipazione di Murat Içlinalç, presenteranno i risultati del loro lavoro sperimentale, frutto di una “immersione” nel mondo della musica modale.

Si torna al Teatro India da sabato 20 a lunedì 22 giugno (ore 21.00), con gli straordinari interpreti del TEATRO ZAR protagonisti di Armine, Sister, spettacolo dedicato alla storia e alla cultura del popolo armeno e al dramma del suo genocidio.

Gran finale domenica 21 giugno (ore 21.00) presso la Casa del Jazz – con la Festa Europea della Musica. Il Corso Polonia 2015 e la Capitale europea della cultura Wroc?aw 2016 celebrano la Festa della Musica con un concerto jazz organizzato in collaborazione con il Jazztopad Festival di Wroclaw.

Il Festival è organizzato dall’Istituto Polacco e dalla Capitale Europea della Cultura Wroclaw 2016.

PROGRAMMA DETTAGLIATO

CONFERENZA STAMPA / Wroc?aw – Capitale Europea della Cultura 2016

lunedì 8 giugno – ore 11.00

Spazio Europa, gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, via Quattro Novembre 149 – ingresso libero

La città polacca Wroc?aw, a cui è interamente dedicato il festival Corso Polonia 2015, sarà la Capitale europea della cultura nel 2016, titolo condiviso con la spagnola Donostia-San Sebastián. Durante la conferenza verranno presentati i principali punti del programma di Wroc?aw 2016 che intendono valorizzare la sua ricchezza e permettere una migliore conoscenza reciproca fra i cittadini dell’Unione europea.

INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL / Concerto Dream Lake

martedì 9 giugno 2015 – ore 20.30

Istituto Polacco di Roma, via Vittoria Colonna 1 – ingresso libero

Due musicisti di spicco: Agata Zubel, vocalista e compositrice apprezzata dalla critica e dal pubblico internazionale, insieme a Joonas Ahonen, pianista finlandese, membro dell’ensemble Klangforum Wien, propongono le musiche di Witold Lutos?awski, Luciano Berio e Andrzej Czajkowski. Quest’ultimo, straordinario compositore e pianista polacco di origini ebraiche, personaggio fuori dal comune, verrà presentato da Aleksander Laskowski, musicologo, critico musicale, conduttore radiofonico (Polskie Radio 2) e scrittore.

LETTERATURA / Et in Arcadia ego. Tadeusz Ró?ewicz

mercoledì 10 giugno – ore 19.00

Casa delle Letterature, Piazza dell’Orologio 3 – ingresso libero

Tadeusz Ró?ewicz, prosatore e drammaturgo, uno dei più grandi poeti polacchi, legato per la maggior parte della vita alla città di Wroc?aw, dedicò a Roma una delle sue opere più belle – Una morte fra vecchie decorazioni (a cura di Silvano De Fanti, Forum, 2011). A un anno dalla sua scomparsa, prof. Luigi Marinelli (docente di letteratura polacca all’Università “La Sapienza”), prof. Robert Cie?lak (docente di letteratura, critico letterario e teatrale, giornalista) e il regista Andrzej Sapija lo ricorderanno, nel luogo che lo accolse durante la sua ultima visita a Roma. A conclusione dell’incontro proiezione del documentario Poeta Emeritus di Andrzej Sapija (PL, 2010, 55’, v.o.sott.it).

Nell’ambito del Festival Internazionale di Roma Letterature 2015.

MUSICA / LIVE Skalpel e vj Luminator

sabato 13 giugno – dalle ore 23.00

Monk Circolo ARCI, via Giuseppe Mirri 35

Ingresso dalle 22.00, con la tessera ARCI;

pre-registrazione online: http://www.monkroma.club/tesseramento/

Il leggendario duo Skalpel formato da Igor Pud?o e Marcin Cichy, compositori e produttori, dopo aver pubblicato due album con l’etichetta Ninja Tune, propone le musiche più recenti dall’album Transit (2014): fresche sonorità della nuova elettronica con ambient, swing, latino, trip hop, broken beat e soprattutto con una buona dose di vibrazioni elettrizzanti. Le ispirazioni di questo nuovo cd vanno cercate lontano dalla Polonia, in Europa e nelle due Americhe. Allo show partecipa il vj Luminator.

250 ANNI DEL TEATRO PUBBLICO IN POLONIA / Omaggio a Jerzy Grotowski

lunedì 15 giugno – dalle ore 18.00

Istituto Polacco di Roma, via Vittoria Colonna 1 – ingresso libero

ore 18.00 – presentazione del II. volume degli scritti di Jerzy Grotowski Testi 1965-1969. Il teatro povero (Edizioni La Casa Usher 2014/2015) con la partecipazione di esperti italiani e polacchi: Mario Biagini, prof. Dariusz Kosi?ski, Renata M. Molinari e Carla Pollastrelli.

Brindisi ai 250 anni del Teatro Pubblico in Polonia.

ore 20.00 – Inaugurazione della mostra Polvere / Apocalypsis cum Figuris nelle fotografie di Maurizio Buscarino. Un viaggio nell’“aura” di Grotowski attraverso l’obiettivo di un grande fotografo di teatro, Maurizio Buscarino, che ha recuperato dal suo archivio gli scatti realizzati per le ultime recite di Apocalypsis cum figuris nel 1979.

ore 21.00 – Proiezione della registrazione dello spettacolo del Teatro LaboratorioAkropolis, regia e adattamento di Jerzy Grotowski, regia cinematografica di James McTaggart, produzione Lewis Freedman (USA, 1968, b/n, 82’).

TEATRO ZAR / Taglio cesareo

martedì 16 e mercoledì 17 giugno – ore 21.00

Teatro India, lungotevere Vittorio Gassman 1 (già lungotevere dei Papareschi)

ingresso disabili via Luigi Pierantoni 6

biglietti: intero 18 euro | ridotto 1 (under 35 e over 65) – 16 euro |ridotto 2 (cral e convenzionati) – 14 euro |10 euro – dietro presentazione del programma del Festival Corso Polonia

Taglio cesareo. Prove sul suicidio | Cesarskie Ci?cie. Próby o Samobójstwie (45’) – Partendo dalle riflessioni filosofiche di Albert Camus e dal lavoro della scrittrice e attrice Aglaja Veteranyi, lo spettacolo del Teatr ZAR di Wroc?aw, diretto da Jaros?aw Fret, pone la domanda sullo stato di necessità del suicidio, sulla forza del destino e della salvezza. Con: Kamila Klamut, Ditte Berkeley, Maciej Matejka, Nini Julia Bang, Alessandro Curti, Jaros?aw Fret, Aleksandra Kotecka, Ewa Pasikowska, Orest Sharak e Tomasz Wierzbowski.

TEATRO ZAR / Concerto Colonne

giovedì 18 giugno – ore 21.00

Chiesa di Santa Maria in Cosmedin, Piazza della Bocca della Verità, 18 – ingresso libero

Colonne | Kolumny – Durante il concerto di canti liturgici armeni i membri del Teatr ZAR insieme ad Aram, Virginia e Vahan Kerovpyan, fondatori del Centro Studi di Canto Liturgico Armeno e del gruppo AKN di Parigi e con la partecipazione di Murat Içlinalç, presentano i risultati del loro lavoro sperimentale, frutto di una “immersione” nel mondo della musica modale.

TEATRO ZAR / Armine, Sister

da sabato 20 a lunedì 22 giugno – ore 21.00

Teatro India, lungotevere Vittorio Gassman 1 (già lungotevere dei Papareschi)

ingresso disabili via Luigi Pierantoni 6

biglietti: intero 18 euro | ridotto 1 (under 35 e over 65) – 16 euro |ridotto 2 (cral e convenzionati) – 14 euro |10 euro – dietro presentazione del programma del Festival Corso Polonia

Armine, Sister (90’) – Spettacolo del Teatr ZAR di Wroc?aw, diretto da Jaros?aw Fret, è dedicato alla storia e alla cultura del popolo armeno e al dramma del suo genocidio. Grazie ai cinque anni di collaborazione con Aram Kerovpyan, armeno nato ad Istanbul e conduttore del coro nella Cattedrale armena di Parigi, il Teatro ZAR presenta il canto modale in una nuova forma di dramma musicale. Con: Davit Baroyan, Ditte Berkeley, Przemys?aw B?aszczak, Alessandro Curti, Jaros?aw Fret, Murat Içlinalça, Dengbej Kazo, Aram Kerovpyan, Vahan Kerovpyan, Kamila Klamut, Aleksandra Kotecka, Simona Sala, Orest Sharak, Mahsa Vahdat, Marjan Vahdat e Tomasz Wierzbowski.

CHIUSURA DEL FESTIVAL / JAZZ / Adam Ba?dych & Pawe? Kaczmarczyk

domenica 21 giugno – ore 21.00

Casa del Jazz, viale di Porta Ardeatina 55

info: www.casajazz.it

In chiusura del Corso Polonia 2015, nella splendida cornice del parco della Casa del Jazz suoneranno Adam Ba?dych – violino e Pawe? Kaczmarczyk – pianoforte. Partendo dalle loro possibilità artistiche illimitate, i due musicisti di spicco della giovane scena jazz polacca (Ba?dych è vincitore, fra l’altro, di ECHO Jazz 2013, Kaczmarczyk incide per l’etichetta ACT Music) sviluppano le loro improvvisazioni nella ricerca di nuove tecniche e consonanze. Ed è proprio la Festa della Musica!

Il Festival è organizzato dall’Istituto Polacco di Roma

e dalla Capitale Europea della Cultura Wroc?aw 2016

in collaborazione con:

Associazione Teatro di Roma, Teatro India

Casa del Jazz

Casa delle Letterature

Chiesa di Santa Maria in Cosmedin

Ente Nazionale Polacco per il Turismo di Roma

Fondazione Teatro della Toscana – Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale

Grotowski Institute Wroc?aw

Impart 2016 Festival Centre

Jazztopad Festival di Wroc?aw

Monk Circolo ARCI

National Forum of Music Wroc?aw

Spazio Europa, gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea

Theatre Institute Varsavia

partner strategico: KGHM

con il patrocino di: Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e al Turismo