Slide
Slide
Slide
banner Gazzetta Italia_1068x155
Bottegas_baner
baner_big
Studio_SE_1068x155 ver 2
LODY_GAZETTA_ITALIA_BANER_1068x155_v2
ADALBERTS gazetta italia 1066x155
Baner Gazetta Italia 1068x155_Baner 1068x155

Home Blog Page 7

Falsi amici: le trappole della traduzione

0

Nel vasto universo delle lingue, il polacco e l’italiano emergono come due affascinanti sistemi linguistici, ognuno con le proprie peculiarità e intricati labirinti di significato. Tuttavia, quando si tratta di traduzione, ci sono delle trappole insidiose che possono confondere anche i traduttori più esperti: i cosiddetti “false friends” o falsi amici.

In linguistica i falsi amici sono tutte quelle parole appartenenti a due lingue diverse che, nonostante possano sembrare simili o avere una radice comune, in realtà hanno significati completamente diversi. Questi ingannevoli termini possono creare confusione durante la traduzione e richiedono un’attenta considerazione per evitare fraintendimenti linguistici.

Uno degli esempi più evidenti è rappresentato dalle parole “tapeta” in polacco e “tappeto” in italiano. A prima vista queste parole sembrano avere somiglianze, ma i loro significati sono completamente divergenti. Tappeto in italiano indica un tessuto di un certo spessore e morbido, utilizzato per coprire il pavimento, mentre tapeta in polacco si riferisce alla carta da parati, impiegata per adornare le pareti interne degli edifici.

Nonostante le apparenze, queste due parole condividono una radice etimologica comune, derivando entrambe dal latino “tapétum” e, ancor prima, dal greco “tápes”, che a sua volta risale alla radice persiana “tap”, con il significato di “tessere”, riferito quindi al tessuto. Il tappeto è stato un elemento centrale nella vita di molte società per secoli, utilizzato per delimitare spazi sacri, proteggere dal freddo e dalla sporcizia, e rendere più accoglienti gli ambienti domestici.

Sebbene la derivazione etimologica sia la stessa, le due parole hanno acquisito significati differenti a causa del diverso utilizzo che le popolazioni ne hanno fatto. Nel contesto storico e geografico dell’Impero Romano, la presenza abbondante di pietra naturale in Italia ha permesso la costruzione di edifici solidi, come ad esempio il maestoso Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come Colosseo, che è composto nella sua maggior parte di travertino, una pietra molto comune nelle zone limitrofe della città di Roma.

Nell’antica Roma, dove le case in pietra garantivano un’adeguata protezione dalle intemperie, i tappeti venivano utilizzati a terra per conferire comfort durante i banchetti, consentendo agli ospiti di consumare il cibo stando seduti sul pavimento. Ci spiega bene Petronio nel suo celebre Satyricon all’interno del capitolo dedicato alla Cena di Trimalchione, che i generosi banchetti che il ricco offriva ai suoi invitati si svolgevano sul pavimento perché solo al proprietario e agli invitati più illustri veniva data la possibilità di mangiare stesi su un letto (di nome triclinio) e per tutti gli altri non c’era altra possibilità di mangiare stando seduti per terra. Vista poi l’abbondanza di vino che veniva offerto ai commensali, a questi, tramortiti dall’alcool, non rimaneva altra scelta che accoccolarsi sui tappeti e dormire.

Mauro Tucciarelli

Al contrario, nelle regioni del nord Europa, dove la pietra era meno disponibile, si utilizzavano prevalentemente materiali meno isolanti come il legno nella costruzione delle case e capanne e i tessuti “tapétum” venivano utilizzati a scopo protettivo dalle avversità climatiche, dunque come rivestimento protettivo delle pareti. Inoltre dobbiamo considerare anche che i tappeti, specialmente quelli pregiati provenienti da regioni come la Persia, venivano appesi alle pareti come decorazioni nelle dimore delle classi nobiliari, e dunque ben esposti in quanto considerati simboli di ricchezza e status.

Tutte le lingue sono intrinsecamente collegate e in italiano esistono parole di ritorno come “tappezzeria” e “tappezzare”. Il termine tappezzeria deriva dal francese “tapisser” e dal latino “tapes” e indica attualmente qualsiasi tessuto o rivestimento impiegato nell’arredamento interno degli edifici o delle automobili, mentre nel linguaggio colloquiale italiano “fare tappezzeria”, che in polacco si potrebbe tradurre con il detto “podpierać ściany”, ha il significato di stare in disparte in un contesto sociale, un chiaro riferimento alla tappezzeria che riveste le pareti interne delle case.

Un’altra delle intriganti vicende linguistiche che attraversa il confine tra polacco e italiano riguarda le parole “dywan” e “divano”. Questi due termini, pur apparentemente simili, conducono a mondi concettuali differenti, offrendo uno spunto interessante per esplorare la storia e l’evoluzione del loro significato nel tempo. La parola diwan in polacco ha il significato di tappeto nella lingua italiana. Questa bizzarra e apparentemente illogica connessione ha in realtà una spiegazione ben precisa.

Entrambe le parole trovano le loro radici nel turco “diwan”, dove il punto d’origine da indicare è probabilmente il persiano “debir”, con il significato di “scrittore” e più in generale “quaderno”. Nel turco antico questo termine veniva originariamente utilizzato per indicare i registri amministrativi dove gli scribi lavoravano seduti su comodi cuscini. Nel corso del tempo, questo termine si estese per indicare l’ambiente in cui questi registri erano conservati e, in senso traslato, l’insieme dei cuscini su cui gli scribi sedevano. Tale pratica era già consolidata durante l’epoca califfale e persistette nell’Impero Ottomano, dove il Diwan indicava anche il Consiglio dei ministri riunito accanto al sultano per trascrivere le sue decisioni. Durante tali incontri, solo il califfo aveva il privilegio di sedere su un trono, mentre gli altri membri del consiglio erano relegati a sedere a terra su tappeti e cuscini, simboleggiando la loro sottomissione al sovrano. Successivamente il tappeto imbottito “diwan” fu applicato sulle panche per permettere una maggiore comodità alle persone anziane e in questa dualità influenzò la sua presenza nelle case ottomane, dove divenne un elemento comune dell’arredamento domestico. Nel corso dei secoli, l’idea del “divano” si trasformò in un mobile autonomo, particolarmente diffuso nelle dimore signorili a partire dal XVII secolo, assumendo la forma di una poltrona. Tuttavia, in alcune culture, come in quella polacca, il concetto rimase legato all’uso come semplice oggetto per il pavimento.

La distinzione tra le parole “divano” e “sofà” rappresenta un altro interessante sviluppo linguistico. Attualmente, non esiste una differenza sostanziale tra i due elementi, ma piuttosto una variazione di terminologia tra diverse lingue. Mentre in italiano prevale il termine “divano”, nelle lingue anglosassoni come l’inglese e il tedesco o le lingue slave, si preferisce utilizzare “sofà”. Quest’ultimo termine di lingua araba e precisamente all’arabo-persiano “sofah” o “suffah” indicava una tipica panchina imbottita con cuscini posta davanti alle case a scopo di ristoro.

A chiusura del cerchio linguistico analizziamo l’etimologia del termine polacco “kanapa”, equivalente di “divano” in italiano. La parola kanapa ha un’etimologia collegata al moderno francese “canapé” che indica un tipo di divano a due braccioli e schienale basso, spesso utilizzato già nel XVIII secolo. A sua volta questo termine è collegato all’antico francese “conope”, che si riferiva dapprima alla zanzariera e successivamente a una sedia a baldacchino con attorno una tela protettiva dagli insetti.

La radice comune è latina da “conopeum” che aveva lo stesso significato di zanzariera. Tuttavia, il significato della parola si è evoluto nel tempo e la parola canapé ha acquisito il significato di un piccolo pane o toast su cui venivano serviti vari condimenti, spesso consumati come spuntino o antipasto. Questo legame tra i due significati può essere ricondotto alla forma a sandwich dei canapé che, ricordano la struttura del mobile, crea una connessione insolita tra il mobile e il concetto di cibo.

In Italiano questo termine nel tempo si è mutuato in “conopeo” che indica il panno a maglie larghe che nelle chiese copre il tabernacolo in cui sono custodite le ostie consacrate e in “canapé” che, seppur in disuso, mantiene il doppio significato di divano e tartina. Quest’ultima dualità di significato resiste anche nel francese e nel polacco tra le parole “kanapa” e “kanapka” .

Questa affascinante evoluzione linguistica mostra come le parole possano assumere significati diversi nel corso della storia e riflettere le tradizioni e le pratiche culturali delle società in cui sono utilizzate.

Per terminare questa riflessione etimologica ci addentriamo nell’inglese “couch” che deve per l’appunto il nome al suo inventore Jay Wellington Couch. Nel 1895 Couch ebbe l’idea di allargare il divano nel modo in cui lo conosciamo quest’oggi, cioè con una seduta più lunga su cui potersi anche sdraiare e riposare.

In conclusione, la storia etimologica di queste parole riflette le complesse interazioni culturali e linguistiche che caratterizzano il panorama delle due lingue. Queste parole, seppur simili, rivelano sfumature e storie uniche, offrendo uno sguardo affascinante sulla ricchezza e la diversità di concetti molto diversi, ma con una storia comune che affonda le radici nella tradizione e nell’uso culturale di queste parole nel corso dei secoli.

Gazzetta Italia (agosto-settembre 2024)

0

Gazzetta Italia 106 è un’esplosione di colori, gusti, panorami, che si apre con la strepitosa foto dell’eruzione notturna del vulcano Stromboli di Sebastiano Cannavò. Oltre alla splendida isola andremo a Palermo, con le foto in bianconero di Kuba Świderek, a Sandomierz, una città all’italiana, e scopriremo la Val d’Orcia di cui ci parla Wojciech Hildebrandt, architetto, fondatore della Scuola di Architettura e Arte della Wielkopolska. Presenteremo poi “Io capitano”, il film di Matteo Garrone in uscita in queste settimane in Polonia, e daremo uno sguardo alle ultime proposte musicali italiane, senza dimenticare la cucina, con ricette e un interessante approfondimento sul cioccolato e una intervista ad Alessandro e Cristina, esperti di caffè, titolari di un noto bar di Bologna. Un numero ricchissimo in cui ci sarà anche la foto-relazione del Torneo di Calcetto Italiani in Polonia e interessanti recensioni di libri: “La fuga di Anna” di Mattia Corrente, la traduzione in polacco de “Le città del mondo” di Vittorini, “La straniera” di Claudia Durastanti e la traduzione in italiano di “Grovigli” di Tomasz Snarski. Come sempre i motivi per correre ad Empik a prendere Gazzetta sono tanti ma questa volta ce n’è uno in più: il delicato, sentito, ricordo di Jerzy Sthur scritto da Jacek Pałasinski. Buona lettura!

Poesja

0

Ho chiamato il mio progetto Poesja per unire la parola italiana “poesia” con il suo equivalente polacco “poezja”. Il pronome polacco “ja” significa “io” e, secondo me, l’io è la base di qualsiasi progetto letterario.

Sono una giovane scrittrice e traduttrice polacca che vuole incoraggiare altri giovani a scrivere e a condividere i loro testi. Ho cominciato a pubblicare le mie poesie in Polonia dieci anni fa e ricordo bene quanto sia stato difficile fare i primi passi. Conosco molte persone che scrivono sia in italiano che in polacco. Per questo motivo ho creato una piccola raccolta di testi e l’ho resa bilingue.

Poesja è una fusione letteraria e linguistica di qualcosa che non può essere facilmente definito. è una raccolta di testi che supera i limiti linguistici. Si tratta di un progetto che unisce i giovani scrittori e scrittrici in uno spazio sperimentale dedicato agli incontri letterari internazionali. Sono sicura che Poesja ci permetterà di toccare gli strati più sottili del linguaggio poetico.

Karolina Romano, traduzione: Lena Dominiczak
Un’opera d’arte
Ti ho scritto una poesia,
in realtà più di una,
forse troppe,
forse non avrei dovuto,
forse bastava limitarsi a un sorriso.
Eppure, ogni goccia d’inchiostro
che silenziosa si posava sul mio foglio
mi parlava di te,
e mi sembrava inevitabile disegnarti con le parole
fino ad ottenere un quadro completo
di tutto quello che sei.
E non ci si chiede mai
se l’opera vera e propria sia
frutto dell’artista o dell’ispirazione
che travolgente lo spinge a creare.
E in realtà, nemmeno importa
se a persistere nel tempo
è il connubio di due anime
che unite hanno creato Arte.

Wiktoria Gawlik, traduzione: Lena Dominiczak
l’assurdità
nell’inquietudine trovo la pace
guarda com’è bella questa assurdità
che non esiste nella tua presenza
e tu rendi tutto così normale
sai riempire il mio vuoto
oppure il deserto della mia anima
ma a volte sparisci pure tu
ed io
rimango vuota senza di te

Lena Dominiczak
passeggera
passo la notte in bianco,
ma passo dopo passo,
camminando verso

Mariusz S. Kusion, traduzione: Krzysztof Jeleń
Una notte di luglio
tra di noi c’è Italodisco che risuona. è successo così
affondati nella poltrona finché un sole migliore non riscaldi
le nostre parole di frasi complete. capirai
questi punti interrogativi così improvvisamente
come lo voglio io quando il nome ritrova il corpo
biondo. l’acquerello rivive davanti ai miei occhi
nei tuoi un verde velenoso divora le ultime occasioni
per la seconda incaranzione dell’amicizia

Patrycja Krakowińska, traduzione: Lena Dominiczak
Sala
alghe rosse
si muovono al vento a tempera
i capelli nascondono dalla folla
il grembo della vergognosa

mi sono persa qualche volta
tra le mani di marmo
groppe di cavalli teste
di Oloferne che cadono

gli zefiri soffiano sui fiori
i turisti inalano l’Arno
lo vedo sugli schermi dei telefoni
fotocamere digitali
proprio come a casa

non sento il rumore di una frattura
al collo lungo di una spalla slogata
mi alzo in punta di piedi e non capisco
quando la gente del posto mi parla troppo velocemente

nelle vicinanze qualcuno ha fatto esplodere
un’auto, qualcun altro ha scritto una poesia al riguardo
colpita al cuore, strappata, non uccisa
gli affreschi della stanza di Niobe staccati dal muro

Wiktoria Skrzypczak, traduzione della poesia di Jan Brzechwa „Kaczka Dziwaczka”
Paperella Bizzarella
Vicino al ruscello Fella
Viveva una bizzarella,
Ma anziché starci vicino,
Gironzolava un pochino.
Si recò dal parrucchiere:
“Avrebbe un chilo di mele?”
Più tardi andò dal dottore:
“Dei Cornetti, per favore”.
E poi corse dall’architetto:
“Del pollo, me ne dia un etto”.
E le papere a beccarsi:
“Magari un’oca la calci!”
Faceva tante uova sode,
E anche ai capelli le code.
E con lo stuzzicadenti
Ornava abiti aderenti.
Poi comprò del papavero
Per farne un altro papero.
Mangiando vecchie codette
Diceva: “sono trenette”.
E quando un soldo mangiò
Si trasformò tutta in bordeaux.
E disse un papero scaltro
“Si impapererà senz’altro!”
Alla fine fu comprata:
“Ne faccio una paperata”
Il cuoco la fece cotta.
Aggiunse anche la ricotta,
Ma servendola si stupì
Perché la papera sparì!
Restò solo papavero.
Mi sembrò strana, davvero.

Borse di funghi e scarpe d’uva. La moda italiana e l’ambiente

0
Save The Duck

traduzione it: Agata Pachucy

Il mercato della moda vale attualmente più di 6.000 miliardi di zloty. La cifra comprende numerose industrie, aziende e prodotti, non sorprende quindi che il suo impatto ambientale sia enorme.

“Nel 2024, l’industria della moda dovrà affrontare sfide ambientali significative: consumo eccessivo di acqua e inquinamento, emissioni di carbonio e produzione esorbitante di rifiuti”, afferma Mathilda Niclazon, esperta della rivista di moda sostenibile Circulaire. “Anche le pratiche di lavoro non etiche e l’uso di sostanze chimiche tossiche nei processi di produzione sono problemi urgenti”.

Capire come determinati marchi stiano rispondendo a sfide specifiche non è così facile, perché non tutte le aziende vogliono condividere queste informazioni. Il Fashion Transparency Index creato da Fashion Revolution, un’organizzazione che si batte per un cambiamento pro-ambiente e pro-sociale nella moda, cerca di misurare la trasparenza delle informazioni fornite dal 2016.

Dall’oscurità alla luce

I risultati dell’Indice 2023 non ispirano ottimismo: dei maggiori 250 marchi di abbigliamento al mondo ben l’88% non fornisce ancora i dati sulla produzione annuale, mentre addirittura il 99% non comunica quanti lavoratori vengono pagati abbastanza per vivere decentemente.

C’è comunque speranza di fare progressi sul tema della trasparenza, visto che ogni anno sempre più marchi forniscono informazioni corrette. I marchi italiani sono in testa alla classifica: il miglior punteggio (83%) nell’Indice 2023 appartiene a OVS, seguito da Gucci (80%) al secondo posto e da United Colors of Benetton (73%) al quinto.

Funghi, banane o uva?

I marchi italiani si adattano rapidamente alle nuove esigenze: anche nel caso di settori competitivi, come l’abbigliamento invernale, nascono innovazioni. Un marchio dal nome evocativo, Save The Duck, punta a eliminare i prodotti di origine animale dai suoi prodotti. Al posto delle piume utilizza un materiale chiamato Plumtech®, creato da poliestere riciclato, che ha già salvato circa 29 milioni di anatre.

Tuttavia questo è solo l’inizio. Il mercato tessile è stato sconvolto nel 2021 da una borsa di Hermès realizzata in Sylvania, un materiale sintetico prodotto dai funghi, ora questo tipo di soluzione viene proposta da molti marchi. Per esempio Inuikii, un marchio che unisce la precisione italiana al rispetto groenlandese per la natura, utilizza nei suoi modelli materiali ricavati da piante commestibili: dalla banana Bananatex al Vegea®, ricavato dalle vinacce dei vigneti italiani.

Dialogo con la tradizione

Oltre ai materiali, stanno cambiando anche le aspettative. Uno studio ampiamente citato di Tata Consultancy dimostra che i giovani consumatori guardano con attenzione alla sostenibilità: ben l’84% degli intervistati della Generazione Z ha dichiarato di essere pronta a spendere di più se un prodotto è stato creato con attenzione all’ambiente o di provenienza etica. Cosa significa questo per i marchi italiani, dove l’elemento chiave è spesso la tradizione sartoriale secolare? I brand del Belpaese stanno entrando in dialogo con il proprio patrimonio, come dimostra MaxMara. Fondato nel 1951 a Reggio Emilia, il marchio comprende oggi nove linee specializzate e genera profitti per oltre 8 milioni di zloty all’anno. Nel 2020 hanno proposto l’iniziativa Cameluxe in cui i tessuti scartati dalla produzione, soprattutto quelli color caramello, tonalità spesso protagonista dei capi del marchio, vengono utilizzati come materiale isolante nelle nuove collezioni.

Profumato “tira-mi-sù”!

0

tłumaczenie it: Agata Pachucy

L’olfatto è un senso molto soggettivo che, per mezzo degli odori, fissa la cosiddetta memoria emotiva, questo significa che, oltre a codificare i ricordi, aiuta a ricordare eventi importanti e migliora le funzioni cognitive del cervello. La percezione di un odore dipende dalle connotazioni individuali ad esso associate, dalla predisposizione genetica, dall’ora del giorno, dallo stato psicofisico in un determinato momento e dalle nostre “capacità olfattive”. È quindi consigliabile lasciarsi guidare dal proprio gusto, poiché gli oli essenziali di alta qualità hanno spesso molte proprietà in comune.

Anche sulle pagine di Gazzetta Italia ho più volte ricordato che gli oli essenziali puri e naturali hanno un effetto salutare sul nostro umore, sulla concentrazione, sulla memoria o sulla vitalità. Oggi vedremo da vicino alcune essenze di piante aromatiche che da secoli fungono da “miglioratori dell’umore” e da “rilassante” per l’uomo e gli animali. In epoca moderna sono state fatte diverse analisi per confermare le loro proprietà benefiche.

OLIO ESSENZIALE DI LAVANDA

Fragranza: floreale, dolce-erbaceo

Sono i fiori della lavanda alpina che si vedono sui manifesti dei paesaggi della Provenza francese. Il loro colore viola va di pari passo con la particolarità e la potenza della fragranza. Gli effetti calmanti dell’olio essenziale di lavanda sono noti da secoli. È un prodotto essenziale se vivete una vita di corsa e con tensioni costanti, e se troppi impegni vi fanno sentire frustrati, ansiosi e persino depressi. L’aromaterapia con olio di lavanda naturale calma, rilassa, combatte il senso di impotenza e distende i muscoli. Un bagno serale con un vero olio di lavanda vi aiuterà a ritrovare l’equilibrio necessario, facilitando il sonno profondo e ristoratore. La lavanda è conosciuta come la “regina degli oli essenziali” per le sue innumerevoli proprietà. È utile per rilassarsi, ma anche per lavorare o per lenire irritazioni e guarire ustioni. È un ottimo supporto per gli spasmi muscolari, il mal di stomaco e il raffreddore. Per saperne di più, consultate la sezione “oli di lavanda” di OlejkowySklep.pl

OLIO ESSENZIALE DI NEROLI

Fragranza: floreale, agrodolce

Forse conoscete il profumo del neroli dalle passeggiate primaverili a Roma, Madrid o Lisbona. È molto utilizzato nell’industria profumiera ed è un ingrediente di vera e propria acqua di Colonia. Il suo nome deriva dalla principessa italiana Anna Maria Orsini di Bracciano, principessa di Nerola del XVII secolo, che amava questa fragranza più di ogni altro profumo. L’olio essenziale di Neroli Oilo proviene dalla Tunisia ed è il risultato di una delicata distillazione a vapore di fiori freschi di arancio amaro, che garantisce una fragranza eccezionalmente profonda e satura e una purezza certificata. Il Neroli è l’olio essenziale più frequentemente falsificato, subito dopo gli oli di rosa, e qualsiasi offerta di vendita per una decina di zloty significa che è sintetico, diluito o sostituito con sostanze più economiche. La concentrazione dell’aroma di neroli in una goccia ne consente l’uso in quantità minime, per cui 5 ml di olio durano molto a lungo. L’olio essenziale di neroli ha un effetto antidepressivo, antisettico e decongestionante, ma ha anche proprietà afrodisiache e leggermente calmanti. Il beneficio più importante del neroli, tuttavia, è quello di alleviare lo stress. Sembra essere particolarmente utile per l’ansia e può essere utilizzato in situazioni che causano una maggiore tensione mentale, anche se viene utilizzato principalmente per trattare l’ansia più grave e prolungata. È utile per gestire lo shock e l’isteria. Ottimo per l’insonnia, soprattutto se l’incapacità di dormire deriva dall’ansia. Funziona meglio se aggiungete qualche goccia al bagno serale prima di andare a letto. Per saperne di più, cercate “oli di neroli” sul sito OlejkowySklep.pl 

OLIO ESSENZIALE DI ROSA

Fragranza: floreale, dolce e aspra

L’olio di rosa damascena vero, puro e biologico, creato dai petali dei fiori della Valle delle Rose in Bulgaria, fa capire perché questi fiori sono diventati simbolo di amore eterno. L’essenza di rosa così pura aiuta a costruire legami basati su sentimenti forti e profondi. È un afrodisiaco naturale. Allo stesso tempo, bilancia l’economia degli ormoni dell’amore: aumenta il desiderio quando è frenato, lo riduce quando è in eccesso. Sin dal IX secolo, l’essenza di rosa damascena è nota come cosmetico di lusso ideale per la cura del corpo, della pelle e dei capelli. Le proprietà versatili ed estetiche dell’olio essenziale bio sono utilizzate ancora oggi. L’olio di rosa rilassa profondamente, attiva il chakra del cuore, combatte l’ansia e gli incubi, aiuta a ripristinare l’equilibrio e l’armonia, inebria e riempie il cuore di calore e rafforza il legame tra madre e figlio. Come sottoprodotto del processo di produzione, si ottiene la cosiddetta acqua di rose o idrolato di rose, un cosmetico profondamente rilassante per la cura quotidiana di pelle e capelli che idrata, rigenera e ringiovanisce. Scoprite altre proprietà dell’olio di rosa sul blog di Olejkowy Sklep.

OLIO ESSENZIALE DI GERANIO

Fragranza: floreale, dolce-balsamico

Se non siete economicamente pronti per un lussuoso olio di rosa, potete optare per l’olio di geranio, spesso chiamato “olio di rosa” per il suo aroma dolce e simile alla rosa. Tuttavia, i suoi effetti sulla sfera somatica e mentale sono leggermente diversi da quelli della rosa damascena. Gli oli di geranio sono estratti dai fiori e dalle foglie del geranio dal profumo esotico. La sua terra d’origine è il Sudafrica, dove presenta le migliori condizioni di crescita. L’aromaterapia con diffusori a ultrasuoni di oli essenziali naturali calma i nervi, ripristina il buon umore, sostiene il sistema nervoso, ripristina le sensazioni di benessere e riaccende la speranza. Il geranio è noto per le sue proprietà depurative del fegato, dove vengono immagazzinati rabbia e dolore. È un rimedio naturale che aiuta a rimuovere le tracce del trauma emotivo dal corpo. Inoltre, questo olio ha molte proprietà rinforzanti e protettive per l’organismo: è usato per raffreddori, virus, disturbi ormonali e problemi della pelle. Per saperne di più sull’olio di geranio naturale, consultate il sito di Olejkowy Sklep.

OLIO ESSENZIALE DI ARANCIO

Fragranza: agrumato, dolce

L’olio naturale di arancia è più efficace se ottenuto dalla spremitura a freddo della buccia del frutto dell’arancia Citrus sinensis. L’olio essenziale di arancio ha effetti antidepressivi e depurativi. Le sue proprietà sono oggi apprezzate in tutto il mondo: rafforza le difese immunitarie, depura dalle tossine, riduce le rughe e aiuta a combattere la cellulite. Bastano poche gocce di olio d’arancia per godere dell’aroma caldo e dolce dell’arancia che ha profumo del sole. È uno degli oli essenziali più utilizzati. L’aromaterapia con l’essenza di arancio ripristina il buon umore e dà un po’ di energia. Allenta la tensione nervosa e dona equilibrio emotivo. Come tutti gli oli di agrumi, contiene soprattutto D-limonene, che ha effetti anti-invecchiamento, anti-depressivi e anti-cancro. Per saperne di più sulle proprietà dell’olio di buccia d’arancia, visitate il blog Olejkowy Sklep e Olejkowa Szkoła.

OLIO ESSENZIALE DI INCENSO

Fragranza: balsamico, resinoso, legnoso, caldo

Gli oli di incenso biologici sono tra le essenze più studiate e dagli effetti versatili. Le proprietà antivirali dei principi attivi dell’olio di incenso sono efficaci in caso di infezioni. Le essenze sono anche ottime per i problemi cutanei. Tuttavia, l’incenso antico è noto soprattutto per i suoi potenti effetti calmanti e di radicamento. Viene quindi utilizzato nei processi di preghiera e meditazione. L’olio di incenso, conosciuto anche come il “re degli oli essenziali”, si usa non solo nei momenti di debolezza e nelle infezioni virali o batteriche. Questo olio rafforza la funzione immunitaria dell’organismo. Per questo motivo si consiglia di utilizzare l’olio essenziale di incenso a partire dall’inizio dell’autunno per prepararsi alla stagione autunnale e invernale. L’olio essenziale di incenso ha un comprovato effetto antidepressivo.

Nella sezione “oli per lo stress” di OlejkowySklep.pl troverete altri oli che vi aiuteranno a rilassarvi e a superare gli stati depressivi.

Potete trovare molte informazioni su ogni olio essenziale sul sito di Olejkowy Sklep sia nell’applicazione gratuita OILO – Oli Essenziali, disponibile per telefoni Apple o Android.

Con il codice GAZZETTA riceverete il 10% di sconto sugli acquisti del nostro marchio familiare di oli di grado terapeutico Oilo.

Sulle orme del signor Herbert

0

Il 7 giugno presso la Sala Sant’Ansano in Santa Maria della Scala a Siena si è svolta l’inaugurazione del progetto “Sulle Orme del signor Herbert”. All’evento hanno partecipato, oltre ai rappresentanti dell’istituzione ospite e dell’Istituto Adam Mickiewicz, la presidente della Fondazione Zbigniew Herbert, Maria Dzieduszycka e la vicedirettrice dell’Istituto Polacco di Roma, Magdalena Trudzik.    

7 stand con fotografie e citazioni di Zbigniew Herbert, allestiti in varie località di Siena e Orvieto, creano una singolare passeggiata sulle orme del poeta, che visitò le città oltre 60 anni fa e ne riportò l’immagine nei suoi saggi. Il progetto, realizzato dall’Istituto Adam Mickiewicz, rientra nelle celebrazioni del centenario della nascita del poeta. La passeggiata offre l’opportunità di visitare Siena e Orvieto adottando il punto di vista di un poeta-viaggiatore che, grazie alla sua vasta conoscenza e alla sua abilità letteraria, fu in grado di scoprire le sottigliezze della storia, delle opere d’arte e dell’architettura di queste città, senza dimenticare di commentare la vita quotidiana dei loro abitanti.

Gli stand sono allestiti nei luoghi descritti da Herbert nel racconto del suo viaggio: tre a Orvieto (stazione ferroviaria P. Cahen Funicolare, Piazza Gualtieri/Via del Duomo, Piazza Duomo) e quattro a Siena (Palazzo Pubblico, Pinacoteca Nazionale di Siena, Santa Maria della Scala, Fortezza Medicea). Ognuno di essi presenta un breve testo biografico e una citazione da “Un barbaro nel giardino” (in italiano e in inglese). Questo libro, una delle opere più importanti dell’autore a breve uscirà in italiano per l’editore Adelphi, in traduzione di Andrea Ceccherelli.

L’installazione è stata realizzata nell’ambito delle celebrazioni del centenario della nascita di Zbigniew Herbert (con il patrocinio ufficiale dell’UNESCO), in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma e gli Uffici Comunali di Siena e Orvieto e rimarrà aperta al pubblico fino al 1° novembre 2024.

A Loreto e Ancona i Polovers Days 2024: per incontrare i polacchi che liberarono le Marche 80 anni fa

0

Un’edizione speciale per l’80° anniversario della liberazione

Loreto e Ancona si preparano ad accogliere i Polovers Days 2024, un’edizione speciale delle giornate dell’amicizia italo-polacca promosse dagli innamorati di Polonia. Dopo il successo riscosso a Macerata dal rinomato pianista di Varsavia Wojciech Świętoński in occasione del vernissage della mostra “Vis-à-vis” a Palazzo Buonaccorsi, il ricco programma dei Polovers Days nei giorni 17 e 18 luglio è pensato per onorare “i ragazzi del Generale Anders”, ovvero soldati, ufficiali ed ausiliarie del 2° Corpo Polacco che liberarono le Marche nell’estate 1944.

Commemorazioni ufficiali e tributo ai liberatori

Ricorre quest’anno l’80° anniversario del passaggio del fronte nella nostra regione durante la Seconda Guerra Mondiale, e in occasione delle commemorazioni ufficiali organizzate da UdsKiOR (Ufficio per i veterani e le vittime dell’oppressione) e l’Ambasciata di Polonia a Roma con le municipalità di Loreto e Ancona, i Polovers non possono far mancare il giusto tributo di memoria e riconoscenza nei confronti di chi si batté eroicamente e gratuitamente “per la nostra e la vostra libertà” nella Campagna d’Italia, anche a prezzo della propria vita.

Eventi del 17 luglio a Loreto

Si parte mercoledì 17 luglio a Loreto presso il Cimitero Militare Polacco (uno dei 4 in Italia) ove riposano 1.112 soldati polacchi: qui alle 17:30 si celebrerà la Santa Messa solenne in suffragio dei Caduti del 2° Corpo, con l’appello della memoria, la cerimonia di conferimento di onorificenze e la deposizione delle corone, cui presenzieranno le massime autorità civili militari e religiose. Cui prenderà significativamente parte la figlia del Generale Anna Maria Anders e,  in un’encomiabile e commovente testimonianza di umanità e senso civico, anche gli ultimi veterani polacchi ultracentenari giunti da tutto il mondo per rendere onore ai loro compagni d’arme.

Alle ore 20:15 dal palco allestito sul Belvedere di Porta Mariana di fronte la statua bronzea del papa polacco San Giovanni Paolo II, TPE Società di Progetti Educativi con il Consolato Onorario di Polonia in Ancona e Polovers offriranno al pubblico il concerto per pianoforte e archi Sonata Liberationis” opera musicale di grande pathos dedicata alla liberazione di Ancona del 18 luglio 1944 da parte delle truppe polacche, composta ad hoc dal M° Artur Tomasz Tomacki ed eseguita in anteprima mondiale dall’eccezionale ensemble composto da Marianna Humetska (piano, Leopoli), Krzysztof Wójtowicz (violoncello, Cracovia), Anna Wójtowicz  (violino, Cracovia), Paweł Wójtowicz (violino, Cracovia), Piotr Augustyn (viola, Cracovia). L’ingresso è gratuito.

Al termine del concerto, i Polovers si sposteranno presso il Santuario della Santa Casa di Loreto dove accolti dall’Arcivescovo Prelato Mons. Fabio Dal Cin, renderanno il loro sentito omaggio alla Vergine Lauretana, che proprio durante la pandemia di 3 anni fa li tenne a battesimo nel Museo Pontificio del Palazzo Apostolico.

La giornata si chiuderà poi in grande stile con un momento festoso aperto alla cittadinanza nell’antistante piazza della Madonna: qui i rappresentanti dell’Associazione dei Polacchi in Italia si daranno appuntamento per danzare insieme ad amici, turisti e curiosi la maestosa marcia polonaise, secondo una tradizione del 16° secolo consolidata lo scorso anno anche ai Polovers Days di Macerata.

Eventi del 18 luglio ad Ancona

Il 18 luglio si ricorda l’eroica presa di Ancona a seguito delle cruente battaglie sul Chienti e di Filottrano (ove persero la vita oltre 400 persone fra militari e civili). Il 2° Corpo Polacco, comandato dal generale Władysław Anders, svolse un ruolo cruciale nella liberazione delle Marche nel 1944. Durante la campagna d’Italia, il corpo contava circa 55mila uomini, inclusi circa 1.500 donne dei servizi ausiliari. Questi soldati erano per lo più cittadini polacchi arrestati dall’NKVD (la polizia segreta russa responsabile delle grandi purghe che operò in Polonia con la Gestapo nazista): dapprima deportati nei gulag sovietici, furono liberati grazie all’accordo Sikorski-Majskij del 1941. Con l’avvio dell’operazione Barbarossa, molti di loro furono rilasciati e formarono il ricostituito esercito polacco che si unì agli Alleati nel teatro di guerra del mediterraneo. La conquista del capoluogo dorico da parte dei polacchi fu tanto cruciale nella Guerra di Liberazione quanto la più spesso citata battaglia di Monte Cassino, poiché l’importanza strategica del porto per i rifornimenti consentì l’ulteriore avanzata degli Alleati verso il nord Italia.

Al mattino ore 9:30 si terrà innanzi alle massime autorità, alle associazioni combattentistiche, d’arma e partigiane la cerimonia commemorativa dell’80° anniversario dell’entrata dei liberatori polacchi attraverso Porta Santo Stefano, con la deposizione delle corone di alloro anche presso l’attiguo monumento ai Lancieri dei Carpazi, inaugurato nel 2022.

Nel pomeriggio dalle 17:45 lo Stadio Dorico in Viale della Vittoria si prepara a far riecheggiare i fasti della grande Polish Parade di 80 anni fa. Dapprima con l’inaugurazione della mostra storico-iconografica curata da TPE Il Generale dalla terra inumana” che narra l’epopea del generale Anders e del 2° Corpo Polacco illustrandone lo straordinario contributo alla liberazione dell’Italia – in tale occasione saranno distribuite anche copie del prestigioso catalogo bilingue prodotto da TPE in collaborazione con i Polovers (il concerto di Loreto e la mostra ad Ancona fanno parte del progetto finanziato dei fondi del Ministero degli Affari Esteri polacco). Saranno presenti anche i rievocatori in uniformi e jeep originali dell’Accademia di Oplologia e Militaria.

Presso l’attiguo l’info point dell’Esercito Italiano allestito e curato dal personale del Comando Militare Esercito “Marche” gli interessati potranno ricevere informazioni riguardanti le opportunità professionali offerte, con particolare riferimento al Bando di Arruolamento per Volontari in Ferma Prefissata di un anno (VFP1). Poi, imediatamente a seguire, alle 18:30 si terrà l’emozionante concerto dell’Orchestra di Rappresentanza dell’Esercito Polacco, che eseguirà un repertorio internazionale di marce marziali e brani tradizionali polacchi ed italiani lungo l’alberato Viale della Vittoria fino al Monumento ai Caduti del Passetto, da cui si gode il suggestivo affaccio sull’Adriatico e il Monte Conero.

Sarà sempre della ottima musica a concludere la giornata, grazie al duplice momento in omaggio della Polonia organizzato presso la Mole Vanvitelliana dall’Istituto Polacco di Roma in collaborazione con il Consolato Onorario della Repubblica di Polonia in Ancona e l’AIPNM, come di consueto inserito nel cartellone della rassegna Ancona Jazz Summer Festival 2024. Alle 19:00 Silvia Manco piano/voce partirà da una poesia di Wislawa Szymborska (premio Nobel 1996) per dar vita al recital “Ella in heaven”; mentre alle 21:30 sarà la volta di O.N.E. Quartet, combo tutto femminile dal sapore più contemporaneo e crossover, con l’italiana Francesca Remigi alla batteria.

Un’opportunità unica per celebrare l’amicizia italo-polacca

Durante i Polovers Days, sarà possibile acquistare le spille czerwone maki (papaveri rossi) ideate dalla Scuola di Lingua e Cultura “Anders” di Marche e Umbria in ricordo della battaglia di Monte Cassino, devolvendo un’offerta a supporto dall’Associazione Italo Polacca Nuova delle Marche.

Ma i più golosi, grazie all’opera di maestri pasticceri Foligni, Giuliodoro e Santini custodi della ricetta originale dei forni militari polacchi aperti negli anni ’40 nell’attuale Piazza Pertini , potranno gustare in bar, forni e pasticcerie del capoluogo la ricetta originale delle polacche – croissant a pasta sfogliata rinforzati con uno strato interno di pasta di mandorle, ricoperti da una sottile glassa di zucchero, che si mangiano solo in Ancona.

Insomma, i Polovers Days sono un’opportunità unica per celebrare la storica amicizia tra Italia e Polonia, ricordando i sacrifici dei soldati polacchi durante la Seconda Guerra Mondiale. Oltre che con le celebrazioni ufficiali, con una serie di eventi culturali che includono fotografia, musica e spiritualità, artigianato e arte pasticceria, danza e concerti. Tutte le info e gli aggiornamenti su polovers.it e sulle pagine social.

Un progetto promosso da:

POLOVERS® – Innamorati di Polonia

Consolato Onorario della Repubblica di Polonia in Ancona

ANDERS Scuola di Lingua e Cultura Polacca di Macerata Perugia e Ancona

AIPNM Associazione Italo Polacca Nuova delle Marche

Partner:

TPE Società Progetti Educativi

Patrocini: 

Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma

Ufficio Consolare presso l’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia

Istituto Polacco Roma

IPN Istituto della Memoria Nazionale polacco

Associazione dei Polacchi in Italia

Consiglio Regionale – Assemblea Legislativa delle Marche

Comune di Loreto

Comune di Ancona

Prelatura della Santa Casa di Loreto

ANCI Marche

ANCR Associazione Combattenti e Reduci Federazione di Macerata

L’Ambasciatore Franchetti Pardo consegna l’Onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia a Wojciech Fałkowski e dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Umberto Magrini

0
od lewej/ da sinistra: Luca Franchetti Pardo, Wojciech Fałkowski

L’Ambasciatore d’Italia in Polonia Luca Franchetti Pardo ha consegnato ieri (09.07.2024), alla presenza di diversi esponenti del mondo politico e culturale polacco, l’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia, con la classe di Ufficiale, al Prof. Wojciech Fałkowski, accademico specializzato in storia medievale e direttore del Museo del Castello Reale a Varsavia. Come sottolineato dall’Ambasciatore Franchetti Pardo, il Direttore Fałkowski ha contribuito a diffondere la conoscenza dell’arte e della cultura italiana ad un crescente pubblico polacco, supportando l’organizzazione di numerose mostre d’arte di opere italiane. In particolare, l’Ambasciatore ha ricordato l’importante mostra “I risvegliati”, esposta lo scorso anno al Palazzo Reale di Varsavia, che, attraverso un ampio numero di opere di principali maestri italiani, ha permesso al pubblico polacco ed internazionale di approfondire la conoscenza degli albori del Rinascimento italiano. Nel ringraziare il Presidente della Repubblica e l’Ambasciatore per l’onorificenza ricevuta, il Prof. Fałkowski ha evidenziato il suo forte legame con la cultura italiana, una tradizione che il grande pubblico deve riscoprire al fine di comprendere le profonde relazioni alla base della storia dell’Europa.

Oggi (10.07.2024) Luca Franchetti Pardo ha consegnato l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana con la classe di Commendatore al Dott. Umberto Magrini, fondatore dell’impresa Partnerspol e già insignito, nel 2008, del Cavalierato dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. L’Ambasciatore ha ricordato il prezioso sostegno fornito dal Dott. Magrini ai rifugiati ucraini – soprattutto donne e bambini – in fuga dalla guerra, e i servizi loro offerti al fine di superare i diversi traumi legati alla guerra. L’Ambasciatore ha anche evidenziato le forti sinergie createsi con il tessuto locale e con le istituzioni polacche ed italiane, in primis con l’Ambasciata d’Italia a Varsavia. Il Dott. Magrini ha espresso il suo ringraziamento per l’onorificenza ricevuta, affermando che tale riconoscimento è il risultato di un costante e stretto lavoro di squadra con i membri dell’azienda. L’imprenditore ha poi chiosato con l’importanza della funzione sociale dell’impresa e con la centralità della solidarietà, valore fondamentale della dignità umana in contrapposizione all’indifferenza, uno dei mali della società contemporanea.

“Le siciliane” Gaetano Savatteri

0

Durante la Fiera Internazionale del Libro di Varsavia si è svolto un incontro sul libro “Le siciliane” del giornalista Gaetano Savatteri, cui è intervenuta italianista e redattrice di Gazzetta Italia Agata Pachucy moderata da Adam Szaja, giornalista e autore del blog smakksiazki.pl. La traduzione in polacco è stata appena pubblicata dalla casa editrice Bo.wiem dell’Università Jagellonica.

Cosa distingue gli abitanti dell’isola più grande del Mediterraneo da quelli delle altre regioni italiane? Esistono varie teorie. Una appartiene al giornalista dello storico quotidiano palermitano “L’Ora” Vittorio Nisticò che dice che i siciliani si dividono in quelli dello scoglio (che non possono immaginare di vivere lontano dalla Sicilia) e quelli del mare aperto (che lasciano l’isola senza problemi). L’altra, che mi sembra migliore e più precisa, descrive la sicilianità con il termine sicilitudine coniato dallo scrittore e pittore palermitano Crescenzio Cane e poi reso celebre da Leonardo Sciascia. Sicilitudine è una condizione dello spirito. Come scrisse Cane nel suo saggio del 1959, questo stato nasce dalla paura e dalla solitudine che assalgono chiunque viva in Sicilia, terra di illusioni e delusioni, di impulsi e tirannie: prima il fascismo, poi la mafia. Secondo Sciascia, è anche una malinconia venata di dolcezza, un senso di fragilità bilanciato da una reazione istintiva e onesta a ciò che non ci piace e a ciò che vorremmo cambiare. È una profonda consapevolezza di sé, una spinta all’azione e alla conoscenza, il segno distintivo di una civiltà che non si arrende alle difficoltà. Se la sicilitudine è paura, lo è paura nel senso positivo. È il coraggio di stare in guardia e allo stesso tempo di rischiare. E di sentirsi vivi.

Mi sembra che queste parole descrivano perfettamente le donne che incontriamo nelle pagine del libro di Savatteri, il cui tratto comune è certamente la voglia di agire e di cambiare il proprio destino. Insieme all’autore, facciamo un viaggio nel tempo per incontrare santa Rosalia, patrona di Palermo, Franca Viola, simbolo dell’emancipazione femminile, la giornalista e scrittrice Giuliana Saladino, la “vecchia dell’aceto” che nel Settecento preparava le pozioni per avvelenare i mariti, la cantante Rosa Balistreri e l’editrice Elvira Sellerio, nonché la ribelle Goliarda Sapienza e tante altre grandi donne. Savatteri mostra la loro indipendenza, la loro natura intransigente e il loro enorme coraggio. Sono donne capaci di opporsi alla mafia, di lottare per la giustizia e di cambiare abitudini che le danneggiano. Sono un ottimo esempio per tutti nel mostrare che non sempre sono necessari gesti eroici, a volte è sufficiente iniziare con i cambiamenti nel nostro ambiente immediato per cambiare le sorti della storia.