SIENA, non solo Palio!

0
1312

Molti di noi a sentire la parola “Siena” pensano o alla famosa Piazza del Campo, unica nella sua forma di conchiglia enorme, oppure al Palio di Siena, una corsa di cavalli che si svolge due volte all’anno (2 luglio e 16 agosto) tra 10 delle 17 contrade presenti nella città. Le contrade a loro volta (Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre, Valdimontone), corrispondenti più o meno agli antichi quartieri di Siena, ognuna con propri colori e simboli, sono oggetto di varie leggende misteriose che non svelano del tutto la loro origine. La piccola rivale di Firenze, però, offre agli “ospiti” molto di più rispetto a quello che di solito sperimentano durante la (brevissima) visita. Per questo vi proponiamo quattro spunti da cui partire per scoprire il vero carattere e la storia particolare della meravigliosa Siena, nata come un borgo medievale riuscito poi a unire nelle sue mura pensiero economico d’avanguardia, potere e influenza, bellezza, mistero e… gusto!

MONTE DEI PASCHI

La banca Monte dei Paschi di Siena, ubicata nel Palazzo Salimbeni, fu fondata nel 1472 e d’allora in poi ha funzionato senza interruzioni, il che la rende la più antica del mondo ancora in funzione! Base della sua fondazione fu lo “Statuto dei Paschi”, scritto nel 1419 per regolare tutte le attività agricole e pastorali nella regione di Maremma. L’attuale forma della banca nacque nel 1624 quando Siena fu incorporata nel Granducato di Toscana e il Granduca Ferdinando II diede ai depositanti della banca il reddito dei pascoli (“Paschi”) di proprietà statale della Maremma come garanzia. La banca intensificò la propria attività nel Seicento e nel Settecento. Con l’Unità d’Italia, la banca ampliò la propria attività in tutta la penisola, avviò nuove attività tra cui, primi in Italia, i prestiti ipotecari. Il 25 giugno 1999, Banca Monte dei Paschi di Siena fu quotata con successo alla Borsa Italiana. Negli ultimi anni durante la crisi economica, però, la banca senese ha mostrato gravi difficoltà. In tutta Siena e nei suoi dintorni si parla dell’enorme crisi della banca, che solo 5 anni fa vendeva azioni intorno ai 13 – 14 euro l’una: negli ultimi anni, però, il valore delle azioni MPS è diminuito di 45 volte! Pur rischiando da anni la chiusura il Monte dei Paschi è tuttora in vita continuando nella sua longevità leggendaria.

LIBRERIA PICCOLOMINI

I Piccolomini erano una famiglia italiana di origine toscana, influente a Siena a partire dall’XI secolo. I suoi membri, grazie alla loro affermazione nel commercio, nelle armi, nella cultura e nelle scienze, acquisirono notevole visibilità, in Italia ed in Europa. Nel XV secolo, l’elevazione al pontificato di Pio II, al secolo Enea Silvio, ultimo discendente del cosiddetto “Ramo papale”, il più ricco e potente della famiglia, permise ai Piccolomini di aumentare ulteriormente il loro prestigio. Il cardinale Francesco Piccolomini Todeschini (poi papa Pio III), arcivescovo di Siena, affidò nel 1492 a Pinturicchio la decorazione di un ambiente del Duomo di Siena, detto Libreria Piccolomini. Tra i numerosi aiutanti impiegati nell’impresa c’erano anche il giovane pittore bolognese Amico Aspertini e il giovane Raffaello, il che testimonia la rilevanza dell’impresa, vero e proprio crocevia artistico dell’Italia di quegli anni. Le pareti, suddivise in dieci arcate con una comune intelaiatura architettonica dipinta, hanno come tema una “cronaca dipinta” della vita di Pio II. Lo stile si avvicina a quello delle miniature: nitido, ricco di colori brillanti intonati con maestria, ricolmo di decorazioni e di applicazioni tridimensionali in pastiglia dorata, su armi, gioielli, finiture, ecc. Per chi ama l’arte e l’architettura sia la Libreria che il Duomo sono due mete da non perdere durante il soggiorno a Siena.

FONTEBRANDA

Fontebranda è una fontana nel territorio della Nobile Contrada dell’Oca, nei pressi dell’omonima porta di Fontebranda. Aperta sulle mura edificate nella metà del secolo XIII e all’interno del quartiere abitato sin dal primo medioevo dagli artigiani dell’Arte della Lana, la cui organizzazione produttiva necessitava di una ingente quantità d’acqua. Fontebranda è certamente la fonte più imponente e la più famosa in quanto citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia (“ma s’io vedessi qui l’anima trista di Guido o d’Alessandro o di loro forte per Fontebranda non darei la vista”, Inferno XXX, vv. 76-78). Nei pressi della fonte è nata e vissuta santa Caterina da Siena, che per questo è chiamata la santa di Fontebranda. Entrare a Siena da porta Fontebranda significa immergersi in un sogno gotico di bellezza e suggestioni con la grande abbazia domenicana a sinistra e il colle della cattedrale a destra. Un’emozione fortissima determinata dalla perfetta conservazione dei luoghi che appaiono intatti nonostante il passare dei secoli. Oggi c’è un motivo in più per visitarla: ogni mezz’ora, per pochi minuti, nella fonte si sentono voci, suoni e canti del 1337. Sotto le volte di Fontebranda un sofisticato impianto elettronico crea un ambiente sonoro medioevale: ecco arrivare Agnese con il suo corteggio nuziale, più in là ci sono le sue amiche che cantano, poi passano i dottori molestati dal cattivo odore dei conciatori… Parlano in volgare toscano, principale antenato dell’italiano, sovrastando i rumori di una città brulicante e laboriosa. Un pezzetto di storia quotidiana che sembra del tutto naturale sotto le volte di Fontebranda. Per aiutare la comprensione c’è un pannello con la trascrizione in italiano e inglese oltre a un video di animazione che riproduce le stesse scene!

RICCIARELLI

I ricciarelli sono un dolce tipico senese a base di mandorle, zucchero e albume d’uovo. I biscotti sono fatti con una pasta tipo marzapane, a grana grossa, molto lavorata e a volte arricchita da un impasto di canditi e vaniglia. Hanno la forma del chicco di riso. Nati nel XIV secolo nelle corti toscane, seguendo antiche origini orientali, si sono poi evoluti in varianti arricchite con cioccolato in superficie. La leggenda narra che fu il cavaliere Ricciardetto Della Gherardesca a introdurre questi dolci, al ritorno dalle crociate, nel suo castello vicino a Volterra. Attualmente sono apprezzati soprattutto come dolce natalizio. Si consumano con vini da dessert, in particolare con Moscadello di Montalcino, Vendemmia Tardiva e con Vin santo toscano. È il primo prodotto dolciario per l’Italia ad avere la tutela europea: nel marzo 2010, la denominazione Ricciarelli di Siena è stata riconosciuta come indicazione geografica protetta (IGP).