Manifestazioni in tutta la Polonia in difesa della libertà dei media

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Ieri davanti al Palazzo presidenziale a Varsavia si è svolta una protesta contro l’emendamento alla legge sulla sull’emittenza radiotelevisiva approvata lo scorso venerdì dalla Camera dei deputati. La protesta, che ha visto coinvolti migliaia di partecipanti non solo in Krakowskie Przedmieście ma anche in molte altre città di tutta la Polonia, è stata organizzata, tra gli altri, dal movimento sociale Komitet Obrony Demokacji (Comitato per la Difesa della Democrazia). Tra le migliaia di partecipanti c’erano anche i leader di tutti i gruppi di opposizione, rappresentanti delle organizzazioni sociali, compresi i rappresentati di Komitet Obrony Demokracji e Strajk Kobiet  e giornalisti i quali chiedevano al presidente Duda di porre il veto sulla legge in questione, la quale limita in maniera decisa la libertà dei media in Polonia. I primi ad intervenire durante la protesta, sono stati i rappresentanti dei massi media, inclusi il presidente del gruppo TVN, Edward Miszczak, così come Jarosław Kurski di “Gazeta Wyborcza”, Jacek Żakowski di “Polityka” e Piotr Pacewicz di “Oko.Press”. Miszczak che gestisce l’azienda che a causa della nuova legge rischia la chiusura ha sottolineato che l’attacco alla proprietà americana di TVN da parte del governo è soltanto un pretesto per effettuare un attacco effettivo contro la libertà dei media. Come dichiarato dal leader di Platforma Obywatelska (Piattaforma Civica) Donald Tusk qui si scende in piazza a nome di tutti coloro i quali si sono ribellati qualche settimana fa, per  le strade di Varsavia e di altre città, difendono la Polonia europeista, a nome dei dipendenti della Sanità pubblica, che protestano instancabilmente nonché dei dipendenti dei tribunali civili e delle procure, che anche loro lottano per preservare i loro diritti. Come affermato da Tusk, restando uniti e solidali si riuscirà a far cadere il governo attualmente al potere. Ringraziando tutti coloro che si sono radunati in piazza ieri, il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski, ha sostenuto che la Polonia resta ancora un paese democratico soltanto grazie alla società civile, la quale lo rappresenta. La fase conclusiva della manifestazione ha visto intervenire l’ex difensore civico, Adam Bodnar, che avvertiva le presone radunate su una possibile fine della democrazia nonché di una situazione in cui le prossime elezioni potrebbero non essere del tutto libere.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C1032467%2Cdemonstranci-pod-palacem-prezydenckim-chcemy-weta.html