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“Wyspiański ignoto” al Museo nazionale di Cracovia

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

In occasione del 150° anniversario della nascita di Stanisław Wyspiański è stata inaugurata martedì al Museo Nazionale di Cracovia una mostra a lui dedicata. E’ possibile ammirare la sua collezione di libri, stampe grafiche e alcuni dei suoi quadri. La raccolta di libri è composta sia dai volumi privati di Wyspiański che dalla biblioteca personale degli zii Janina e Kazimierz Stankiewicz. Quasi tutti sono firmati dall’artista e molti contengono schizzi a matita e talvolta dediche di poeti e scrittori. La mostra è la più grande esposizione di stampe grafiche e di prime edizioni delle opere di Wyspiański avvenuta finora. Per la prima volta sarà possibile osservare una serie quasi completa di illustrazioni per l’liade di Omero. La mostra durerà fino al 5 maggio.

pap.pl

L’Ambasciatore Amati in visita ad Opole

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Per la prima volta la città di Opole ha ospitato Sua Eccellenza l’Ambasciatore d’Italia Aldo Amati, che ha compiuto la sua visita assieme ad Antonino Mafodda, direttore dell’Agenzia ICE a Varsavia, e a Monika Kwiatosz, console onorario a Breslavia. Una rappresentanza di UFI FILTERS composta da Paolo Malagoli, Onofrio Defina e Alberto Bonoldi ha dato il benvenuto all’Ambasciatore, che ha avuto incontri chiave con il vicesindaco di Opole Maciej Wujec e con il Maresciallo del Voivodato Andrzej Buła. Gli appuntamenti con le istituzioni locali aveva l’obiettivo di approfondire le relazioni economiche esistenti da circa 10 anni e di discutere la ricerca condivisa di nuovi percorsi di investimento. Al Museo Centrale dei Prigionieri di Guerra, diretto dalla dott.ssa Violetta Rezler-Wasielewska, si è svolto l’incontro successivo, nel quale è stato possibile conoscere il destino dei prigionieri italiani della prima e della seconda guerra mondiale, morti a causa delle ferite, del freddo e delle malattie nel campo di Lamsdorf (oggi Łambinowice), in Slesia, a 30 km da Opole. Gli organizzatori della visita hanno previsto altresì una puntata al Museo della Canzone Polacca, dove si può scoprire la storia del Festival Nazionale della Canzone Polacca di Opole, attivo dal 1963, e una breve passeggiata per il centro della città, in cui è possibile ammirare alcune sculture in marmo di Carrara, città gemellata ad Opole. La visita dell’Ambasciatore Amati si è conclusa con una visita alla fabbrica UFI FILTERS aperta a dicembre 2018.

Zakopane, meta privilegiata delle vacanze invernali

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Situata sui Monti Tatra vicino al confine con la Slovacchia, la città di Zakopane è una delle maggiori destinazioni turistiche della Polonia. La si può considerare la capitale delle vacanze invernali ed è un luogo ricco di storia. Zakopane è stata fondata nel XVI secolo ma è diventata ufficialmente una città soltanto nel 1933. Il suo stile architettonico caratteristico è stato inaugurato alla fine del XIX secolo da Stanisław Witkiewicz, celebre padre dell’altrettanto celebre Witkacy. Architettura, cucina regionale, dialetto popolare, cultura e costumi sono gli ingredienti indispensabili di un folclore locale ma che è riconosciuto in tutta la Polonia. Zakopane è stata residenza di molti artisti polacchi di grande levatura: musicisti, architetti, scultori e poeti. Oltre al già menzionato Witkiewicz vale la pena di ricordare Karol Szymanowski, Jan Kasprowicz e Kazimierz Przerwa-Tetmajer. Costoro hanno tratto ispirazione dalla bellezza del luogo, così come ancora oggi i turisti che lo attraversano trovano spunti interessanti e modi diversi di passare il tempo. A Zakopane si svolgono frequentemente sfide come la Coppa del Mondo di salto con gli sci (la città ha tre trampolini per il salto), o campionati di sci di fondo e alpino. La città vanta un gran numero di strutture ricettive, numerose piste e impianti di risalita, infrastrutture che ogni anno attirano migliaia di turisti polacchi e stranieri. Non è inconsueto per molti polacchi scegliere Zakopane como luogo in cui passare il capodanno. Così è stato anche quest’anno e a testimonianza della popolarità del luogo, all’indomani della notte di san Silvestro le forti nevicate, le cattive condizioni delle strade e l’esodo dei visitatori hanno creato una tempesta perfetta: il traffico a Zakopane e nei dintorni è stato completamente paralizzato. La montagna offre ovviamente ristoro anche a chi non è interessato a sciare. Non c’è niente di più piacevole che trascorrere una sera in una accogliente taverna montanara, con un camino caldo, ascoltando musica e bevendo “grzaniec” (miele, vino o birra riscaldata con le spezie) e mangiando (ad esempio costina in salsa o capicollo).

Zakopane non smette di essere attraente nemmeno in estate. Chi la visita in questa stagione può provare uno dei tanti sentieri di montagna, scalare le vette dei Monti Tatra (Kasprowy Wierch, Giewont), passeggiare per le valli vicine, andare al Morskie Oko, il lago che si trova nella Dolina Rybiego Potoku ad un’altitudine di 1395 m sopra il livello del mare, o visitare il Parco Nazionale dei Tatra. Le possibilità sono varie, e tutti questi luoghi sono raggiungibili con gli autobus da vari punti di Zakopane. La città è un luogo di villeggiatura particolarmente salubre grazie al suo clima unico. Il soggiorno è vivamente consigliato a chi voglia rigenerare il proprio corpo e curare disturbi o malattie croniche (alla fine del XIX secolo c’erano case di cura per malati di tubercolosi). La città ha anche da offrire un sacco di attrazioni per le persone che amano esplorare i luoghi e conoscere il patrimonio culturale. Ci sono diverse ville costruite in stile “zakopiański”, come villa Koliba, il cimitero storico, la galleria d’arte di Władysław Hasior e il teatro consacrato a Stanisław Ignacy Witkiewicz. Zakopane offre talmente tante attrazioni che è difficile elencarle tutte, sia in inverno che in estate. Dunque vale la pena visitare la città almeno una volta… per capire che ci si deve ritornare.

Salvini a Varsavia per incontrare Kaczyński, mentre Di Maio parla con Kukiz

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Il Ministro degli Interni Matteo Salvini è arrivato nella capitale polacca alle 10:30 con un volo di Stato. In mattinata ha incontrato il suo omologo polacco Joachim Brudziński e il Premier Mateusz Morawiecki. Ha fatto anche una puntata all’Ambasciata d’Italia per incontrare imprenditori e stampa italiana. Nel pomeriggio si vedrà con il leader di Diritto e Giustizia Jarosław Kaczyński.

La conferenza stampa congiunta con il Ministro Brudziński ha palesato una visione comune dell’Europa e del suo futuro. Entrambi hanno ribadito che Italia e Polonia vogliono restare nell’UE, ma vogliono anche che questa non si occupi soltanto di profughi ma di temi che dovrebbero stare al centro dell’azione europea: sicurezza, famiglia, lavoro, rispetto della storia di ciascun Paese. Finito è il tempo in cui l’Unione ruotava intorno all’asse franco-tedesco; ora è giunto il tempo di riequilibrare i rapporti di forza nel Vecchio Continente, a cominciare da un nuovo rapporto tra Italia, Polonia e altri Paesi la cui visione sia maggiormente legata ai suddetti valori fondanti. I due ministri degli interni hanno anche ricordato le numerose azioni di polizia coordinate tra Roma e Varsavia. Ci sono per esempio agenti polacchi nell’Urbe così come in località di montagna per aiutare nella gestione del turismo. Salvini ha detto di essere venuto a Varsavia per colmare un vuoto lasciato dai suoi predecessori, che per anni hanno negletto le relazioni con un Paese così importante come la Polonia, verso la quale l’Italia vanta un export da 10 miliardi, il che la rende un partner economico persino più importante di Cina o Turchia. Un concetto quest’ultimo ribadito anche dall’Ambasciatore Aldo Amati, che ha accolto il Ministro presso la locale rappresentanza diplomatica italiana.

Oltre ad Amati all’Ambasciata d’Italia erano presenti la stampa italiana e i rappresentanti delle imprese, in particolare quelle del settore edilizio, da Salini Impregilo, ad Astaldi, Toto, Pizzarotti, molto coinvolte in Polonia e che hanno per questo il bisogno di sentire il supporto dell’Italia così come altre aziende concorrenti sanno di poter contare sull’appoggio dei rispettivi Stati. Bisogna sottolineare il calore con il quale Salvini è stato accolto dalle autorità locali, complice l’avvertita vicinanza politica tra i due governi. Il Vicepremier italiano ha ricambiato spendendo parole di encomio per la Polonia e la sua economia.

L’incontro pomeridiano con i vertici di Diritto e Giustizia (PiS) servirà invece a tessere alleanze per allargare il fronte sovranista europeo e creare a Strasburgo il secondo maggiore gruppo parlamentare dopo quello del Partito Popolare Europeo (PPE). A tale scopo Salvini vuole convincere PiS, i cui eurodeputati sono membri dell’Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei (AECR), a unirsi al Movimento per un’Europa delle Nazioni e delle Libertà (MENL), di cui già fanno parte la Lega e il Rassemblement National di Marine Le Pen. Il contingente polacco nell’AECR è il secondo più numeroso dopo quello dei Conservatori britannici, sui quali però pende la spada di Damocle della Brexit. L’obiettivo è quello di presentare un programma comune per le europee di maggio, eleggere oltre 200 parlamentari e imporsi come l’interlocutore principale del PPE nella definizione dei nuovi equilibri a Bruxelles quando verrà nominata la nuova Commissione Europea. A facilitare questi futuri colloqui dovrebbe essere la sponda interna al PPE rappresentata dal Premier austriaco Sebastian Kurz e da quello ungherese Viktor Orban.Dalla parte polacca i temi caldi saranno probabilmente il Nord Stream 2 e i rapporti con l’Europa in relazione alla procedura d’infrazione.

Nel frattempo il Movimento 5 Stelle non sta a guardare e cerca di aprire propri canali di dialogo con la politica polacca. Paweł Kukiz, leader della formazione politica anti-sistema che porta il suo nome, ha incontrato ieri il Ministro dello Sviluppo Economico italiano e capo politico del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio. In un post su Facebook Kukiz ha scritto che i due hanno parlato “delle differenze e delle somiglianze programmatiche [dei rispettivi partiti] e dei piani in comune”. Da diversi mesi Kukiz’15 conduce colloqui programmatici con diversi raggruppamenti politici europei, a partire dal M5S. Si tratta di scambi di esperienze, di discussioni sulla democrazia diretta, sulla partecipazione dei cittadini e della Nazione all’esercizio del potere. “In Italia grazie alle pressioni del Movimento Cinque Stelle è sorto un Ministero della Democrazia Diretta, un’istituzione di cui in Polonia si sente la mancanza perché i cittadini non possiedono nessuno strumento che possa fare da freno a un potere eccessivamente autoritario o da stimolo ad uno troppo negligente”, ha detto Kukiz. I due hanno parlato anche dell’obsolescenza dei concetti di destra e sinistra, un refrain dei movimenti anti-sistema. Kukiz ha promesso che il dialogo con i M5S continuerà e ha aggiunto di aspettarsi “altre buone notizie nelle prossime settimane”. Non ha tuttavia rivelato alcun dettaglio.

Michałowski e la scuola di archeologia polacca

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Kazimierz Michałowski (1901-1981), fondatore della Scuola di Archeologia Mediterranea, amava dire che lo sviluppo culturale di un Paese si misura dal fatto se conduca o meno scavi archeologici in Egitto. Grazie al suo preziosissimo contributo, anche la Polonia si è ritagliata un posto di primo piano tra i Paesi impegnati nella ricerca archeologica sulle rive del Nilo, al punto che nel 2007 il Museo Egizio del Cairo ha eretto al suo ingresso un busto di Michałowski accanto a quelli dei suoi fondatori Auguste Mariette e Jean-François Champollion.

Michałowski iniziò la sua carriera nell’archeologia nella Grecia degli anni Trenta. Prima della seconda guerra mondiale partecipò ad alcuni scavi nell’Alto Egitto, per poi spingersi dopo la guerra nella regione nubiana (tra l’Egitto meridionale e il Sudan settentrionale), tant’è che è considerato anche tra i precursori della moderna nubiologia. I suoi ritrovamenti contribuirono a persuadere il governo egiziano della necessità di mettere al riparo diversi siti storici dai danni delle inondazioni provocate dal completamento della diga di Assuan. A metà anni Sessanta il palmarès delle sue scoperte includeva l’antica basilica cristiana, il palazzo e la necropoli dei vescovi di Faras. Gli scavi nel Wawat, a sud di Assuan, portarono alla luce anche una collezione di pitture sacre che decorano la galleria Faras del Museo Nazionale di Varsavia. L’archeologia polacca ha mostrato una costante sensibilità anche nei confronti della conservazione. Michałowski iniziò la ricostruzione del tempio di Hatshepsut, la celebre sovrana seppellita nella spianata di Deir el-Bahari.

Tra i meriti degli archeologi polacchi c’è anche quello di avere ridimensionato una popolare teoria secondo la quale prima della loro unificazione Alto e Basso Egitto erano due regni in lotta tra di loro. Krzysztof Ciałowicz e Marek Chłodnicki condussero scavi a Tell el-Farkha, sul delta del Nilo, 120 km a sud-est del Cairo, grazie ai quali dimostrarono che prima dell’unificazione esistevano due tribù che convivevano in pace. Myśliwiec, allievo di Michałowski, ha invece condotto ricerche a Saqqara, vicino Giza, dove è stato a capo della missione archeologica polacco-egiziana fino al 2016. Qui ha avuto modo di provare quanto determinante nel segnare la fine dell’Antico Regno fosse stato l’indebolimento del potere dei faraoni, insidiato da quello dei visir e dei nomarchi.

Consacrata a Stanisław Moniuszko la stazione centrale di Varsavia

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Stanisław Moniuszko è stato nominato nuovo patrono della stazione centrale di Varsavia. Alla cerimonia ufficiale svoltasi sabato, nella quale è stata svelata una lapide commemorativa, ha partecipato il Ministro della Cultura Piotr Gliński. Il Ministro ha evidenziato l’importanza e peculiarità di consacrare a Moniuszko proprio la stazione ferroviaria centrale della capitale, il cui principale aeroporto reca il nome di un altro grande compositore, Chopin. La fama di Moniuszko nel mondo non è pari a quella di quest’ultimo, ma resta una figura importantissima nella storia della musica polacca. Tra i componimenti più celebri del “padre dell’opera nazionale” ci sono “Halka” e “Straszny dwór”. Tra quelle minori ci sono la serie degli “Śpiewniki domowe”, che mettono in musica i versi di poeti come Lenartowicz, Mickiewicz, Pol e Witwicki. Sempre sabato scorso al Grande Teatro – Opera Nazionale di Varsavia si è svolta l’inaugurazione dell’Anno di Stanisław Moniuszko con una rappresentazione di “Halka” nella sua versione in lingua italiana. Commentando l’iniziativa Gliński ha detto che è un’ottima opportunità per dare nuova visibilità all’opera di questo artista. L’evento di sabato scorso è stato trasmesso da Radio Dwójka e l’emittente radiofonica nazionale trasmetterà anche le prossime rappresentazioni legate alle celebrazioni dell’Anno di Moniuszko.

 

Premiati due libri su Venezia scritti dagli architetti del Politecnico di Cracovia

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Venezia versa da tempo in una situazione difficile tra spopolamento, perdita di servizi ed eccessiva pressione turistica. Nel marzo del 2017 un gruppo di architetti della Facoltà di Architettura del Politecnico di Cracovia ha firmato una lettera d’intenti con la rivista italo-polacca Gazzetta Italia, che è sensibile al tema, e da questa collaborazione sono nati due volumi dedicati alla Serenissima: Wenecja. Potencjał (Venezia. Potenzialità), di Beata Malinowska-Petelenz, Maciej Skaza e Mariusz Twardowski, a cura di Magdalena Jagiełło-Kowalczyk, e Wenecja. Zagrożenia i perspektywy (Venezia. Minacce e prospettive) di Magdalena Jagiełło-Kowalczyk, Bogdan Siedlecki e Przemysław Markiewicz, sempre a cura di Magdalena Jagiełło-Kowalczyk. I due libri, che ospitano anche due interventi di Sebastiano Giorgi, caporedattore di Gazzetta Italia, presentano i problemi spaziali, funzionali, tecnologici e finanziari che Venezia affronta nel contesto rappresentato dalle aspettative sociali. Offrono una visione della situazione dalla prospettiva privilegiata di architetti e urbanisti, ma esprimono anche l’ammirazione degli autori per la singolare bellezza di questa città e presentano i suoi problemi odierni più importanti. Grazie a una stretta collaborazione con la parte italiana, è stata anche condotta un’indagine sugli attuali umori della popolazione veneziana. Lo scorso 17 maggio gli autori dei due volumi hanno presentato il loro lavoro nel corso di una sessione scientifica all’Accademia Polacca delle Scienze e il 14 dicembre hanno ricevuto un premio dal Rettore del Politecnico di Cracovia.

Per CEOWorld Magazine la Polonia è il secondo miglior Paese al mondo per gli investimenti

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CEOWorld Magazine ha inserito la Polonia al secondo posto della classifica dei migliori paesi al mondo in cui investire e fare business (World’s Best Countries To Invest In Or Do Business For 2018). Fa meglio soltanto la Malesia, mentre al terzo posto si trovano le Filippine. La rivista ha inoltre collocato la Polonia al settimo posto tra quelli più favorevoli alle startup (Most Startup Friendly Countries In The World 2019). Il podio in questo secondo ranking è andato a USA (1°), Regno Unito (2°) e Canada (3°).

pap.pl

Salvini cerca alleati a Varsavia

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Mercoledì prossimo il Ministro degli Interni italiano Matteo Salvini sarà in visita a Varsavia per incontrare i vertici di Diritto e Giustizia (PiS), tra i quali dovrebbe esserci anche Jarosław Kaczyński. La visita del Vicepremier italiano in Polonia serve a tessere alleanze per allargare il fronte sovranista europeo e mira a creare a Strasburgo il secondo maggiore gruppo parlamentare dopo quello del Partito Popolare Europeo (PPE). A tale scopo Salvini vuole convincere PiS, i cui eurodeputati sono membri dell’Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei (AECR), a unirsi al Movimento per un’Europa delle Nazioni e delle Libertà (MENL), di cui già fanno parte la Lega e il Rassemblement National di Marine Le Pen. Il contingente polacco nell’AECR è il secondo più numeroso dopo quello dei Conservatori britannici, sui quali però pende la spada di Damocle della Brexit. L’obiettivo è quello di presentare un programma comune per le europee di maggio, eleggere oltre 200 parlamentari e imporsi come l’interlocutore principale del PPE nella definizione dei nuovi equilibri a Bruxelles quando verrà nominata la nuova Commissione Europea. A facilitare questi futuri colloqui dovrebbe essere la sponda interna al PPE rappresentata dal Premier austriaco Sebastian Kurz e da quello ungherese Viktor Orban. Dalla parte polacca i temi caldi saranno probabilmente il Nord Stream 2 e i rapporti con l’Europa in relazione alla procedura d’infrazione. Mercoledì Salvini farà anche un passaggio presso l’Ambasciata Italiana dove incontrerà la stampa.

Da Cracovia la conferma che l’uomo cacciava i mammut

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Durante l’era glaciale gli uomini davano la caccia ai mammut con l’aiuto di armi. Ora se ne ha una conferma grazie all’identificazione di un frammento di una punta di lancia in selce, conficcata nella costola di uno di questi animali estinti. L’osso è stato rinvenuto nel 2002 nel sito archeologico nei pressi del Kopiec Kościuszki (il tumulo di Kościuszko, ndr) a Cracovia. Il sito ospita la maggior collezione di ossa di mammut in Europa, attribuite ad almeno 110 esemplari risalenti a circa 25mila anni fa. Poiché la lesione sulla costola non è immediatamente riconoscibile, il frammento di lancia è stato identificato soltanto nel febbraio 2018 dopo un’attenta analisi archeozoologica. A Cracovia sono state ritrovate numerose punte di lancia ma è la prima volta che se ne trova un pezzo dentro un osso di mammut. Si ipotizza che la lancia sia stata scagliata da una certa distanza, il che spiegherebbe la profondità della ferita: la punta aguzza ha penetrato la pelle per 2 cm e uno strato di grasso di 8 cm prima di toccare la costola. E’ improbabile che il colpo sia stato mortale. Da anni la comunità scientifica discute dei metodi adottati dai nostri antenati per cacciare i mammut: alcuni pensano che venissero guidati in inganno verso burroni e ripidi pendii; altri ritengono che venissero presi di mira gli esemplari più deboli e malati; altri ancora negano che l’uomo desse loro la caccia. Al momento gli unici ritrovamenti analoghi sono avvenuti in due siti in Siberia.

pap.pl