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Home Blog Page 263

POLONIA OGGI: Il sistema finanziario polacco relativamente stabile

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Come risulta dal rapporto pubblicato ieri dalla Banca Nazionale Polacca sulla stabilità del sistema finanziario, il sistema appare sicuro, tuttavia la proposta di cambiamento rispetto ai prestiti in valuta estera, nonché l’introduzione della tassa sulle attività delle istituzioni finanziarie potrebbe avere un influsso negativo sullo stesso.

Secondo la Banca Nazionale, le soluzioni proposte causerebbero un aumento dei costi bancari, indebolendo la resistenza delle banche ai rischi e diminuendo la loro capacità finanziarie. Nel rapporto si legge che “invece il peggioramento relativo alla resistenza del sistema bancario provocherebbe una rivalutazione da parte delle agenzie di rating dell’economia polacca ed un calo della fiducia degli investitori stranieri (…) mentre un disturbo sul funzionamento del sistema finanziario e della sua efficacia influirebbe in modo negativo sulla situazione delle imprese e delle famiglie polacche”.

(finanse.wnp.pl)

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POLONIA OGGI: Il giudizio della delegazione della Commissione di Venezia sulla situazione politica

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I delegati della Commissione di Venezia hanno terminato la loro visita a Varsavia. Ieri la Commissione ha discusso sui cambiamenti della legge sul Tribunale Costituzionale con il Ministro della Giustizia, Zbigiew Ziobro, con i giudici del Tribunale e con il difensore civico, Adam Bodnar. La Commissione di Venezia è giunta in Polonia successivamente all’invito del Ministro degli Affari Esteri Witold Waszczykowski.

Gianni Buquicchio, presidente della Commissione di Venezia, dopo l’incontro al Ministero della Giustizia ha affermato che la Commissione avrebbe riscontrato due problemi, uno di natura politica, l’altro di tipo legale. Riguardo al primo, Buquicchio ha sottolineato: “Per trovare un compromesso, la cosa importante è il senso di responsabilità di tutti gli attori sulla scena politica. Parlo di un compromesso conforme alle leggi, e non di un compromesso diabolico, visto che in questa sede sono emerse idee simili”.

(pap.pl)

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Mondo TV sottoscrive nuovo accordo in Polonia

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Mondo TV ha annunciato di aver sottoscritto con Multimedia Polska un accordo per la concessione in licenza dei diritti di trasmissione di sei serie animate della library di Mondo Tv, tra cui Sissi e Drakers. La licenza è concessa per un periodo di un anno ed include i diritti di trasmissione in via non esclusiva per internet e video-on demand in lingua polacca.

“Yossl Rakover si rivolge a Dio” di Zvi Kolitz, Adelphi Edizioni

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Una storia nella storia, una sorta di teatro nel teatro, la storia narrata e di chi scrive. Un caso controverso che porta alla luce la rivolta degli ebrei nel ghetto di Varsavia, un caso unico. Non solo, c’è in questo esile racconto, un processo a Dio che è in qualche modo tipico del popolo eletto; un rovesciamento dello spirito cristiano del popolo che ama la legge, la Torah, più che Dio stesso, della ferita esistenziale e del Dio che nasconde il proprio volto e lascia che il giusto non riceva pietà.

E’ un testo esile, rivolto a Dio e rivolta contro Dio senza però una condanna definitiva. Come non ricordare il Processo a Dio con Ottavia Piccolo di qualche anno fa al Teatro Valle di Roma e come non pensare che è tipico del popolo eletto questo genere di processo? Non c’è ad esempio nulla di simile nel popolo armeno che pure è stato sterminato. Al di là dei numeri, calcoli macabri, lo sterminio di massa, senza una ragione almeno plausibile è un abominio della storia che si ripete, eppure gli ebrei considerano il proprio stato singolare, per non dire unico. Attenzione non c’è la maledizione di Dio, ma un processo.

La prima parte del libro di Zvi Kolitz è appunto la requisitoria, senza nessuna aggressività di un uomo che sta morendo nel ghetto di Varsavia dove, dopo il 1943 appunto non esiste più un ghetto e per chi, come me, ha visitato Varsavia il pensiero è impressionante. Se infatti si visita l’immenso cimitero ebraico ci si rende conto delle proporzioni della presenza ebraica nella città così come il suo stato di abbandono denuncia un popolo scomparso. Nel settembre del 1946 una rivista in lingua yiddish di Buenos Aires, El diario israelita, pubblicava Yossl Rakover si rivolge a Dio, presentandolo come l’ultimo messaggio di un combattente mentre la sua casa va a fuoco, un messaggio affidato ad una bottiglia e ritrovato tra ceneri e ossa carbonizzate. Come ogni messaggio affidato ad un messaggero vive poi di una sua vita propria. E’ il 28 aprile del 1943 e il testo esordisce come una professione di fede di grande forza: “credo nel sole, anche quando non splende; credo nell’amore, anche quando non lo sento; credo in Dio anche quando tace.” Queste righe sono state ritrovate sui muri di una cantina di Colonia dove alcuni ebrei si rifugiarono durante tutta la durata della guerra. Nella tragedia che incombe la morte immediata è giudicata una salvezza e come un nuovo Giobbe sente che tornerà – auspicandolo – presto alla terra, nudo come dalla terra è venuto.

Inizia così il dialogo con Dio ripensando al tempo nel quale il protagonista della vicenda viveva felice e vedeva il Signore come un benefattore mentre ora sente che è Dio ad essere in debito nei confronti dell’uomo quasi ci fosse un castigo per i peccati. Ma non è questo si affretta ad aggiungere, che è piuttosto l’accettazione cristiana della sofferenza (ndr). E’ come se Dio si fosse nascosto. L’uomo che rivolge il proprio messaggio a Dio non chiede pietà, né un occhio di riguardo rispetto a tutti gli altri, consegnati ad una fine atroce. Non è questo l’argomento di discussione. La vendetta resta l’ultima, unica arma per combattere perché gli ebrei adesso combattono e a Varsavia c’è stato l’unico tentativo dalla notte dei tempi – dopo la rivolta a Roma nel 135 d.C. sotto l’Imperatore Adriano che la represse – organizzata da parte ebraica. Quel Dio d’amore dei popoli ora è un Dio di vendetta perché in nome suo, il popolo eletto è trucidato. La vera originalità è che la fede diventa una scommessa con Dio e addirittura, paradossalmente, contro Dio di spore kierkegaardiano perché il fedele crede anche contro Dio stesso, crede anche se consegna gli uomini agli assassini, diventando il Dio degli assassini…ma la fede è più grande di tutto e anche se sparisse la fede in Dio mai verrebbe meno quella nella sua legge. Non è una fede grande è una fede assurda ed è questo l’aspetto sconvolgente del credo ebraico. La fede infatti non ha bisogno di nutrirsi della venerazione della perfezione. Pochi allora conoscevano la storia del ghetto di Varsavia e quando il vero autore si fece vivo, rivelandosi come un ebreo lituano nato nel 1919, poi emigrato in Palestina, ci fu un effetto destabilizzante. Qualcuno pensò che la vicenda di Yossl Rakover fosse inventata, altri cercarono e dettero un’attribuzione anche se a mio parere non è questa tortuosa vicenda l’essenziale né l’aspetto originale della narrazione, alla quale nulla toglie e nulla aggiunge, secondo me. Può essere utile conoscere la comunità ebraica della Lituania, narrata nelle note al libro dal curatore, che viveva in condizioni di assoluta considerazione: lì ad esempio il calendario ebraico contava più di altri e la fede era molto radicata. Tra l’altro l’autore, figlio di un rabbino e talmudista, era cresciuto in un rapporto quasi confidenziale con Dio con il quale dialogava “alla pari” e nello spirito di Dostoevskji secondo il quale “se Dio non esiste tutto è possibile”. Ripercorrendo la storia di Kolitz – che visse sempre in hotel con la moglie, ramingo, fissando solo una casa sul Mediterraneo anche se poi la sua vera dimora fu a New York – si assaggia anche il nomadismo tipico ebraico e il vissuto raccontato all’esterno. Ad esempio di “camere a gas” non si parla prima del 1945 e anche in Palestina l’eco non arriva. Lo Stato d’Israele, d’altra parte, si costituisce nel 1948, data spartiacque dopo la quale cambieranno molte cose nello scacchiere internazionale. A proposito di quella che Heidegger – che con l’ebraicità ebbe un rapporto contrastato (ndr) – definì la “ferita esistenziale”, il danno prodotto dall’esistere stesso, per quanto riguarda il mondo ebraico ha una colorazione particolare. Oguno è indubbiamente più sensibile a quanto colpisce i propri cari, quindi il proprio circolo di amici, e via dicendo, il proprio paese. Per il mondo ebraico però questa risonanza del dolore di un altro ebreo è molto più forte e intima. Anzi, per mia conoscenza, devo dire che persone che non si considerano ebrei pur essendolo, ma prima di tutto cittadini di un certo paese, quindi connotati con il proprio mestiere, non religiosi, si riscoprono tali allorché si parla di olocausto. Così ad esempio è stato per il filosofo ebreo russo naturalizzato francese, Wladimir Jankélévitch – allievo prediletto di Bergson – che sentì la vicinanza a quello che definì il proprio popolo solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. E’ questo un libretto che vale la pena non tanto per quello che narra o per la strana vicenda editoriale ingarbugliata quanto perché è uno spunto originale e insolito per una riflessione su un tema sul quale sembra si sia detto così tanto, quasi troppo.

Yossl Rakover si rivolge a Dio
di Zvi Kolitz
Piccola Biblioteca 393
Adelphi Edizioni
Milano, 1997

 

Articolo di Ilaria Guidantoni

Polizze false vendute col brand della polacca Tuir Warta

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L’Ivass ha segnalato l’ennesimo caso di commercializzazione di polizze false, questa volta intestate alla compagnia polacca Tuir Warta Sa. I casi segnalati riguardano polizze fideiussorie e polizza Rc auto.

Per quanto riguarda le polizze fideiussorie, l’Autorità spiega che l’impresa polacca pur essendo abilitata a operare in Italia anche nel ramo in oggetto, “in data 27 gennaio ha comunicato di non operare in Italia nel settore Cauzioni e di essere venuta a conoscenza di polizze fideiussorie false”.

Per quanto riguarda invece i casi di commercializzazione di polizze Rc auto contraffatte, intestate alla società (segnalati in particolare nella zona di Napoli), l’Ivass sottolinea che l’impresa assicurativa con sede legale in Polonia “è abilitata a operare in Italia nel ramo Rc auto, ma limitatamente alla responsabilità civile del vettore. L’impresa, quindi, non è abilitata a rilasciare polizze per la responsabilità civile auto obbligatoria”. La stessa Tuir Warta ha inoltre dichiarato che si tratta di polizze Rc auto contraffatte.

Per entrambi i casi l’Ivass, pertanto, ricorda che a oggi l’eventuale stipulazione di polizze fideiussorie  e Rc auto “recanti l’intestazione T.U.I.R. WARTA S.A. comporta per i contraenti l’insussistenza della copertura assicurativa e per gli intermediari lo svolgimento di un’attività non consentita dalle vigenti disposizioni normative”.

Come sempre l’Autorità raccomanda ai consumatori di verificare, prima della sottoscrizione, che i contratti  siano  emessi  da  imprese “regolarmente autorizzate  allo  svolgimento  dell’attività assicurativa e che gli intermediari che propongono la sottoscrizione dei contratti siano iscritti nel  registro  unico  degli  intermediari  assicurativi o  nell’elenco  degli  intermediari  dell’Unione Europea, tramite la consultazione sul sito www.ivass.it”.

I  consumatori  possono  chiedere  chiarimenti  ed  informazioni  al  Contact  Center  dell’Ivass  al  numero  verde  800-486661  dal  lunedì  al  venerdì  dalle ore 9 alle  13.30.

di Beniamino Musto – Insurancetrade

Tra mare e cielo. Di corsa.

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Non riuscivo proprio a mettermi a scrivere questo articolo. Ho scelto un tema bellissimo, uno che va proprio di moda. Dovrei scrivere di una regione, anzi, di due regioni a me più vicine al cuore ma anche – geograficamente – le più vicine alla Polonia. Dovrei scrivere di una mia grande passione. Il cuore è pieno di emozioni, la testa piena di informazioni, manca “solo” l’ispirazione! Inconsciamente ho fatto di tutto per non sedermi alla scrivania, non volendo scrivere una cosa forzata. E quindi ho fatto una scorta di marmellata di prugne e confettura di lamponi per il prossimo inverno, ho sfornato il pane e preparato una torta vegana al lievito naturale… E poi, e poi sono uscita a farmi una corsetta. Ecco. Appunto. Correre.

Probabilmente non esiste un modo migliore per sistemare i pensieri e trovare l’ispirazione.

Probabilmente non esistono  luoghi più belli per correre di quelli che ci sono in Italia.

Venezia. Il capoluogo della regione di Veneto. Zero metri s.l.m. Anzi, spesso sotto.

Marmolada. La cima più alta delle Dolomiti – 3343 metri s.l.m. – che si vedono benissimo dal Campanile di San Marco in laguna con le loro vette  innevate. Quel che si stende nel mezzo e’ una pianura tagliata da fiumi e torrenti che sboccano nell’Adriatico e più avanti le colline di Valdobbiadene coperte di vigne di  prosecco. Correre da Venezia fino in cima alla Marmolada? Sì. Qualche settimana fa l’hanno fatto due ultramaratoneti veneti. Sono partiti al tramonto da Piazza San Marco, sono saliti in cima alla regina delle Dolomiti al tramonto due giorni dopo. 46 ore di corsa non stop. Più di 200 km a piedi, correndo, combattendo con il sonno, con la stanchezza. Il tutto per realizzare un sogno che uno di loro cullava fin dall’infanzia. Legare i due poli, polo nord e polo sud di una delle regioni d’Italia più ricche culturalmente e geograficamente. Contagiare gli altri con la passione per la corsa. Commuovere. Emozionare. Ispirare.

L’ideatore di quest’impresa, William Da Roit proviene da una piccola località montana, La Valle Agordina, e ammette che quest’avventura ha modificato il suo DNA. Una grande impresa, la stanchezza disumana, una prova senza prezzo dell’amicizia tra due corridori, la commozione estrema quando dalla vetta Punta Rocca hanno potuto avvistare la laguna e una città su essa, da questa prospettiva, tanto piccola.

William da Roit ed Elvis Secco per primi in assoluto hanno percorso tutta questa strada correndo. La loro impresa viene registrata nella storia dello sport. Ma viene registrata anche, se non soprattutto, nei cuori di tante persone che li hanno assistiti, sostenuti, ammirati e incitati durante il lungo percorso o meglio durante questo lungo viaggio.

Si, perché proprio gli italiani sanno incitare, acclamare nel modo migliore! Quotidianamente.

Non sono mai stata così acclamata in nessun altro paese al mondo, mentre correvo da sola in montagna, “sputando sangue”. Quanti applausi, quanta ammirazione, quanto incoraggiamento da parte di persone straniere, perfetti sconosciuti incontrati per caso sui sentieri. L’incoraggiamento che ti regala le ali per volare! E poi arrivano le grandi feste! Sì, si può dire senza esitazione che nella stagione delle corse sulle Dolomiti e nei dintorni c’è una continua festa, infinita. Praticamente ogni fine-settimana vengono organizzate delle gare di corsa. Tante. L’unico problema è scegliere a quale evento partecipare. Mica facile! C’e davvero l’imbarazzo della scelta!

Quale sarebbe la differenza tra le gare di corsa in Polonia e quelle in Italia? Prima di tutto c’è un’atmosfera diversa. Noi polacchi facciamo soprattutto una competizione, per gli italiani, invece, la corsa è sinonimo di festa, e partecipare ad una gara significa principalmente passare del tempo in buona compagnia. E poi anche proprio durante la gara mi sono convinta per l’ennesima volta che probabilmente non esistono tifosi migliori di quelli italiani!

La cosa più difficile nella pianificazione della stagione di corsa è la scelta delle manifestazioni a cui partecipare. La cosa più bella di questo sport è il fatto che nella corsa tutto dipende da noi e solo da noi. Non abbiamo bisogno di attrezzi costosi. Bastano un paio di scarpe e la voglia di correre. La forza di volontà. Il carattere. Ma su questo ci si lavora con ogni chilometro percorso. E si migliora. Sempre. Come dice un mio amico ultramaratoneta: “Hai il cervello nella testa. Hai i piedi nelle scarpe. Puoi puntare nella direzione che vuoi.”

Quest’anno a Cortina d’Ampezzo per The North Face Lavaredo Ultra Trail ci sono stati circa 100 corridori polacchi. A Cortina si può correre una gara ultra sui 119 km, Cortina Trail 47 km oppure la Sky Race sui 20 km. E tutto questo in un solo weekend di giugno.

Tanti dei miei amici ogni anno scelgono la Transcivetta. Il Monte Civetta insieme al Pelmo e alla Marmolada è il più caratteristico massiccio dolomitico. La Transcivetta si distingue appunto per i paesaggi mozzafiato da ammirare dal percorso molto panoramico della gara ai piedi del Monte Civetta. La gara va disputata a coppie il che la rende ancora più speciale. C’è da divertirsi, ma è anche un modo per rafforzare un’amicizia, oppure per confermare di essere in buona compagnia. Perché correndo in coppia non si è più responsabili solo di se’ stessi, ma anche del compagno con il quale passerai una giornata indimenticabile in montagna. I partecipanti alla Transcivetta sono di tutte le età, livello di allenamento, esperienza. Quest’anno alla partenza di questa gara storica (ormai 35^ edizione) si sono presentate 1000 coppie, 2000 partecipanti. Si fa la classifica di coppie maschili, femminili e miste. I migliori atleti disputano la gara (23 km e 2000 metri di dislivello positivo) in poco più di due ore, ma molti sono i partecipanti che tagliano il traguardo dopo più di 6 ore, perché la cosa più importante per loro è ammirare il panorama e godersi la fantastica accoglienza nei rifugi lungo il percorso dove gli atleti ricevono il sostegno logistico. Ecco si, al Rifugio Tissi avrei potuto fermarmi per sempre!

“Il sentiero degli orizzonti” è il nome del percorso della Sky Race del Monte Cavallo. Questa è una delle prime gare italiane di corsa in montagna a cui ho partecipato e nello stesso tempo è una manifestazione che ti rimane per sempre nel cuore. Il Monte Cavallo sorge maestosamente direttamente sopra la pianura veneto-friulana. È la prima parete montana sulla strada che porta da Venezia al nord. Salendo in macchina per una strada ripida verso Piancavallo da dove parte e dove termina la gara, si può ammirare tutta la pianura, la laguna, e i due capoluoghi di provincia del nord d’Italia: Venezia e Udine. Non c’è quindi niente di sorprendente nel fatto che il percorso della gara venga denominato “il sentiero degli orizzonti”. Ci sono molti punti panoramici lungo questo percorso bellissimo, ma nello stesso tempo tecnico, da cui si stende il panorama di quasi tutta la catena delle Dolomiti che dominano il paesaggio a nord e le navi nella rada e lunga costa adriatica a sud.

Verso la costa scorre anche il percorso della Maratona di Venezia. La manifestazione ha inizio a circa 20 km da Venezia, nell’entroterra, sulla sponda del fiume Brenta. L’unicità della Riviera di Brenta, luogo d’incrocio di storia, cultura, arte e natura che si compensano a vicenda, fu apprezzata già dai dogi e dall’aristocrazia veneta che lungo il fiume costruì le sue imponenti residenze estive. Dopo aver corso lungo la Riviera di Brenta, i maratoneti attraversano il Ponte della Libertà lungo quasi 4 km per dirigersi verso le Zattere, passando poi per il ponte galleggiante sul Canal Grande (il ponte è costruito appositamente per la maratona e viene smontato subito dopo il passaggio dell’ultimo atleta), per la Piazza San Marco ed infine verso la linea d’arrivo situata in Riva Sette Martiri vicino all’Arsenale. “È una delle maratone più belle del mondo” ammette Alex Zanardi, uno dei più noti atleti italiani, l’ambasciatore della Maratona di Venezia. Le iscrizioni a questa suggestiva manifestazione sono ancora aperte. E quindi chi se la sente, può ancora quest’autunno scoprire il gusto di una vera festa italiana di corsa. Ci vediamo il 25 ottobre a Venezia!

PRESTIGE: eccellenza italiana

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Prestige: un nome che sempre di più sta diventando in Polonia sinonimo di prodotti enogastronomici italiani di qualità. Un marchio con una duplice mission. Da un lato, servire la rete Ho.Re.Ca. con un catalogo di prodotti food & beverage altamente selezionati, sia freschi che confezionati, per proporre a ristoranti, hotel ed altre attività le vere eccellenze del Made in Italy. Dall’altro, arrivare con gli stessi prodotti al cliente finale, attraverso un network di retail di alto livello già presente a Varsavia e Bielsko-Biala, ed in prossima espansione a Wroclaw e Katowice.

Tra i molti progetti e iniziative promosse da Prestige, vi è la possibilità per i ristoratori di avere a disposizione, con la formula del “conto vendita”, una selezione di vini italiani di assoluto prestigio, mantenendo però un rapporto qualità-prezzo eccezionale. Ne parliamo con il Responsabile Commerciale Filippo Tognin e la Responsabile Marketing Linda Severino.

Qual è l’idea che sta alla base di questa vostra iniziativa?

FT: “È un’idea molto semplice: la nostra volontà è di consentire alla rete di ristoratori che aderisce al progetto di avere sulle tavole del ristorante una carta dei vini italiani di assoluto rilievo, con prodotti di alta gamma ed etichette selezionate, e tutto questo senza far sostenere un investimento al ristorante. Con la formula del “conto vendita” il ristoratore “acquisterà” da Prestige la bottiglia soltanto nel momento in cui il cliente la ordinerà.”

LS: “La mission di Prestige è diffondere la cultura della buona enogastronomia italiana. Tutti i nostri progetti vanno in questa direzione, perciò cerchiamo sempre di arrivare al cliente finale nel modo più diretto e immediato. Per questo, anche con questa iniziativa legata al vino, vogliamo rappresentare un’opportunità per i ristoratori, e non un investimento con possibili incognite. In fondo, sono i ristoratori i principali “promotori” della nostra qualità, e noi li vediamo come partner.

Qual è la particolarità della vostra carta dei vini?

LS: “Vogliamo far scoprire le ricchezze del nostro territorio, sia quelle già celebri, che quelle di nicchia. La carta dei vini Prestige si chiama “Special Guest”, perché ogni edizione della carta conterrà un vino “speciale tra gli speciali. E tutto questo garantendo vino di alta qualità al giusto prezzo”.

FT: “Per questa prima edizione della carta abbiamo puntato su “InNno”, un vino Toscano della cantina Certosa di Belriguardo che fa parte del progetto “Vino Libero”: prodotti realizzati con un’attenta selezione dei grappoli e metodi di vinificazione totalmente naturali che consentono una presenza di solfiti molto più bassa che negli altri vini. Stiamo parlando di un prodotto davvero particolare e unico”.

Avete già lanciato il progetto “Special Guest”?

LS: “Non solo. L’abbiamo fatto in grande stile, con un evento che ha visto la partecipazione di un personaggio molto caro a noi italiani, oltre che amante del vino, in quanto Lei stessa ne è produttrice: Gianna Nannini. Un vero “Special Guest” come recita il nome della nostra carta, che ha partecipato attivamente al progetto, dandoci la possibilità di inserire due vini da Lei prodotti: uno è, per l’appunto, lo “Special Guest” – “InNno” appena menzionato dal mio collega Filippo Tognin, l’altra etichetta è “Baccano”, un vino rosso corposo, “gioioso” e molto profumato. Gianna Nannini è intervenuta alla serata di presentazione fatta lo scorso 4 dicembre a Varsavia, di fronte a ristoratori e autorità.

FT: “ Il progetto ha già visto l’apprezzamento di molti ristoratori. La nostra intenzione è quella di creare sempre di più occasioni di partnership tra noi e il mondo Ho.Re.Ca. Presto presenteremo altre iniziative, mi auguro anche nelle pagine della vostra rivista, che è un punto di riferimento per gli Italiani in Polonia e per chiunque viva in Polonia ed apprezzi il lifestyle e la cultura italiana.”.

Per maggiori informazioni:

www.prestigeimportexport.pl

Responsabile Commerciale Filippo Tognin +48 602104361

FB: https://www.facebook.com/prestigeitalianfood/

Polonia, il freddo uccide altre sette persone. 33 dall’inizio dell’anno

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Le basse temperature continuano a uccidere in Polonia. Sette persone sono morte per il freddo nella notte scorsa, portando a 33 il numero delle vittime dall’inizio dell’anno. In alcune regioni del paese il termometro è sceso a -25 gradi.

Fonte: euronews} else {

Ue-Varsavia, scontro sui media

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La stretta di freni decretata dal governo polacco di centro destra nei riguardi dell’informazione, oltre a provocare una serie di proteste di piazza nel Paese, sarà probabilmente il tema del primo scontro aperto fra Varsavia e l’Unione europea. La Commissione europea ha minacciato la Polonia di aprire una procedura di infrazione dopo che il Parlamento polacco ha adottato una legge che sottopone i media pubblici al controllo del partito conservatore di Kaczynsk. Ad annunciarlo è il commissario all’Economia digitale, il tedesco Günther Oettinger, attravers l”edizione domenicale della “Frankfurter Allgemeine Zeitung”.
“Molti elementi ci spingono ad attivare il meccanismo sullo Stato di diritto ed a porre Varsavia sotto sorveglianza”, ha dichiarato il commissario. Secondo il quotidiano tedesco se la Polonia non dovesse modificare il testo secondo le indicazioni di Bruxelles sarà aperta una “procedura per violazione dei valori europei fondamentali”, che come conseguenza potrebbe portare fino al ritiro del diritto in voto in Consiglio europeo del Paese incriminato. La scorsa settimana deputati e senatori polacchi hanno approvato la controversa legge che mette fine con effetto immediato ai mandati dei membri delle direzioni e dei consigli di sorveglianza della tv e della radio pubblica.
Secondo la “Frankfurter Allgemeine Zeitung” il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha messo la questione all’ordine del giorno della riunione del 13 gennaio, durante la quale Oettinger intende sostenere l’avvio del meccanismo di infrazione. “Il direttore (di una radio o tv pubblica) non può essere licenziato arbitrariamente e senza motivazioni”, conclude il commissario.

Fonte: AFP

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Polonia, si dimettono direttori canali tv pubblica

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I direttori dei canali della televisione pubblica polacca, Tvp, hanno rassegnato le proprie dimissioni dopo che il 31 dicembre il Parlamento ha approvato la nuova e controversa legge di riforma sui media pubblici.

I motivi delle dimissioni non sono stati resi pubblici ma la tempistica coincide con l’approvazione del provvedimento da parte del Senato nonostante le polemiche e le proteste internazionali, ivi comprese le critiche dell’Unione Europea che ha chiesto spiegazioni al governo di Varsavia.

Fonte: askanews}