Gazzetta Italia 106 è un’esplosione di colori, gusti, panorami, che si apre con la strepitosa foto dell’eruzione notturna del vulcano Stromboli di Sebastiano Cannavò. Oltre alla splendida isola andremo a Palermo, con le foto in bianconero di Kuba Świderek, a Sandomierz, una città all’italiana, e scopriremo la Val d’Orcia di cui ci parla Wojciech Hildebrandt, architetto, fondatore della Scuola di Architettura e Arte della Wielkopolska. Presenteremo poi “Io capitano”, il film di Matteo Garrone in uscita in queste settimane in Polonia, e daremo uno sguardo alle ultime proposte musicali italiane, senza dimenticare la cucina, con ricette e un interessante approfondimento sul cioccolato e una intervista ad Alessandro e Cristina, esperti di caffè, titolari di un noto bar di Bologna. Un numero ricchissimo in cui ci sarà anche la foto-relazione del Torneo di Calcetto Italiani in Polonia e interessanti recensioni di libri: “La fuga di Anna” di Mattia Corrente, la traduzione in polacco de “Le città del mondo” di Vittorini, “La straniera” di Claudia Durastanti e la traduzione in italiano di “Grovigli” di Tomasz Snarski. Come sempre i motivi per correre ad Empik a prendere Gazzetta sono tanti ma questa volta ce n’è uno in più: il delicato, sentito, ricordo di Jerzy Sthur scritto da Jacek Pałasinski. Buona lettura!
Poesja
Ho chiamato il mio progetto Poesja per unire la parola italiana “poesia” con il suo equivalente polacco “poezja”. Il pronome polacco “ja” significa “io” e, secondo me, l’io è la base di qualsiasi progetto letterario.
Sono una giovane scrittrice e traduttrice polacca che vuole incoraggiare altri giovani a scrivere e a condividere i loro testi. Ho cominciato a pubblicare le mie poesie in Polonia dieci anni fa e ricordo bene quanto sia stato difficile fare i primi passi. Conosco molte persone che scrivono sia in italiano che in polacco. Per questo motivo ho creato una piccola raccolta di testi e l’ho resa bilingue.
Poesja è una fusione letteraria e linguistica di qualcosa che non può essere facilmente definito. è una raccolta di testi che supera i limiti linguistici. Si tratta di un progetto che unisce i giovani scrittori e scrittrici in uno spazio sperimentale dedicato agli incontri letterari internazionali. Sono sicura che Poesja ci permetterà di toccare gli strati più sottili del linguaggio poetico.
Karolina Romano, traduzione: Lena Dominiczak
Un’opera d’arte
Ti ho scritto una poesia,
in realtà più di una,
forse troppe,
forse non avrei dovuto,
forse bastava limitarsi a un sorriso.
Eppure, ogni goccia d’inchiostro
che silenziosa si posava sul mio foglio
mi parlava di te,
e mi sembrava inevitabile disegnarti con le parole
fino ad ottenere un quadro completo
di tutto quello che sei.
E non ci si chiede mai
se l’opera vera e propria sia
frutto dell’artista o dell’ispirazione
che travolgente lo spinge a creare.
E in realtà, nemmeno importa
se a persistere nel tempo
è il connubio di due anime
che unite hanno creato Arte.
Wiktoria Gawlik, traduzione: Lena Dominiczak
l’assurdità
nell’inquietudine trovo la pace
guarda com’è bella questa assurdità
che non esiste nella tua presenza
e tu rendi tutto così normale
sai riempire il mio vuoto
oppure il deserto della mia anima
ma a volte sparisci pure tu
ed io
rimango vuota senza di te
Lena Dominiczak
passeggera
passo la notte in bianco,
ma passo dopo passo,
camminando verso
Mariusz S. Kusion, traduzione: Krzysztof Jeleń
Una notte di luglio
tra di noi c’è Italodisco che risuona. è successo così
affondati nella poltrona finché un sole migliore non riscaldi
le nostre parole di frasi complete. capirai
questi punti interrogativi così improvvisamente
come lo voglio io quando il nome ritrova il corpo
biondo. l’acquerello rivive davanti ai miei occhi
nei tuoi un verde velenoso divora le ultime occasioni
per la seconda incaranzione dell’amicizia
Patrycja Krakowińska, traduzione: Lena Dominiczak
Sala
alghe rosse
si muovono al vento a tempera
i capelli nascondono dalla folla
il grembo della vergognosa
mi sono persa qualche volta
tra le mani di marmo
groppe di cavalli teste
di Oloferne che cadono
gli zefiri soffiano sui fiori
i turisti inalano l’Arno
lo vedo sugli schermi dei telefoni
fotocamere digitali
proprio come a casa
non sento il rumore di una frattura
al collo lungo di una spalla slogata
mi alzo in punta di piedi e non capisco
quando la gente del posto mi parla troppo velocemente
nelle vicinanze qualcuno ha fatto esplodere
un’auto, qualcun altro ha scritto una poesia al riguardo
colpita al cuore, strappata, non uccisa
gli affreschi della stanza di Niobe staccati dal muro
Wiktoria Skrzypczak, traduzione della poesia di Jan Brzechwa „Kaczka Dziwaczka”
Paperella Bizzarella
Vicino al ruscello Fella
Viveva una bizzarella,
Ma anziché starci vicino,
Gironzolava un pochino.
Si recò dal parrucchiere:
“Avrebbe un chilo di mele?”
Più tardi andò dal dottore:
“Dei Cornetti, per favore”.
E poi corse dall’architetto:
“Del pollo, me ne dia un etto”.
E le papere a beccarsi:
“Magari un’oca la calci!”
Faceva tante uova sode,
E anche ai capelli le code.
E con lo stuzzicadenti
Ornava abiti aderenti.
Poi comprò del papavero
Per farne un altro papero.
Mangiando vecchie codette
Diceva: “sono trenette”.
E quando un soldo mangiò
Si trasformò tutta in bordeaux.
E disse un papero scaltro
“Si impapererà senz’altro!”
Alla fine fu comprata:
“Ne faccio una paperata”
Il cuoco la fece cotta.
Aggiunse anche la ricotta,
Ma servendola si stupì
Perché la papera sparì!
Restò solo papavero.
Mi sembrò strana, davvero.
Borse di funghi e scarpe d’uva. La moda italiana e l’ambiente
traduzione it: Agata Pachucy
Il mercato della moda vale attualmente più di 6.000 miliardi di zloty. La cifra comprende numerose industrie, aziende e prodotti, non sorprende quindi che il suo impatto ambientale sia enorme.
“Nel 2024, l’industria della moda dovrà affrontare sfide ambientali significative: consumo eccessivo di acqua e inquinamento, emissioni di carbonio e produzione esorbitante di rifiuti”, afferma Mathilda Niclazon, esperta della rivista di moda sostenibile Circulaire. “Anche le pratiche di lavoro non etiche e l’uso di sostanze chimiche tossiche nei processi di produzione sono problemi urgenti”.
Capire come determinati marchi stiano rispondendo a sfide specifiche non è così facile, perché non tutte le aziende vogliono condividere queste informazioni. Il Fashion Transparency Index creato da Fashion Revolution, un’organizzazione che si batte per un cambiamento pro-ambiente e pro-sociale nella moda, cerca di misurare la trasparenza delle informazioni fornite dal 2016.
Dall’oscurità alla luce
I risultati dell’Indice 2023 non ispirano ottimismo: dei maggiori 250 marchi di abbigliamento al mondo ben l’88% non fornisce ancora i dati sulla produzione annuale, mentre addirittura il 99% non comunica quanti lavoratori vengono pagati abbastanza per vivere decentemente.
C’è comunque speranza di fare progressi sul tema della trasparenza, visto che ogni anno sempre più marchi forniscono informazioni corrette. I marchi italiani sono in testa alla classifica: il miglior punteggio (83%) nell’Indice 2023 appartiene a OVS, seguito da Gucci (80%) al secondo posto e da United Colors of Benetton (73%) al quinto.
Funghi, banane o uva?
I marchi italiani si adattano rapidamente alle nuove esigenze: anche nel caso di settori competitivi, come l’abbigliamento invernale, nascono innovazioni. Un marchio dal nome evocativo, Save The Duck, punta a eliminare i prodotti di origine animale dai suoi prodotti. Al posto delle piume utilizza un materiale chiamato Plumtech®, creato da poliestere riciclato, che ha già salvato circa 29 milioni di anatre.
Tuttavia questo è solo l’inizio. Il mercato tessile è stato sconvolto nel 2021 da una borsa di Hermès realizzata in Sylvania, un materiale sintetico prodotto dai funghi, ora questo tipo di soluzione viene proposta da molti marchi. Per esempio Inuikii, un marchio che unisce la precisione italiana al rispetto groenlandese per la natura, utilizza nei suoi modelli materiali ricavati da piante commestibili: dalla banana Bananatex al Vegea®, ricavato dalle vinacce dei vigneti italiani.
Dialogo con la tradizione
Oltre ai materiali, stanno cambiando anche le aspettative. Uno studio ampiamente citato di Tata Consultancy dimostra che i giovani consumatori guardano con attenzione alla sostenibilità: ben l’84% degli intervistati della Generazione Z ha dichiarato di essere pronta a spendere di più se un prodotto è stato creato con attenzione all’ambiente o di provenienza etica. Cosa significa questo per i marchi italiani, dove l’elemento chiave è spesso la tradizione sartoriale secolare? I brand del Belpaese stanno entrando in dialogo con il proprio patrimonio, come dimostra MaxMara. Fondato nel 1951 a Reggio Emilia, il marchio comprende oggi nove linee specializzate e genera profitti per oltre 8 milioni di zloty all’anno. Nel 2020 hanno proposto l’iniziativa Cameluxe in cui i tessuti scartati dalla produzione, soprattutto quelli color caramello, tonalità spesso protagonista dei capi del marchio, vengono utilizzati come materiale isolante nelle nuove collezioni.
Profumato “tira-mi-sù”!
tłumaczenie it: Agata Pachucy
L’olfatto è un senso molto soggettivo che, per mezzo degli odori, fissa la cosiddetta memoria emotiva, questo significa che, oltre a codificare i ricordi, aiuta a ricordare eventi importanti e migliora le funzioni cognitive del cervello. La percezione di un odore dipende dalle connotazioni individuali ad esso associate, dalla predisposizione genetica, dall’ora del giorno, dallo stato psicofisico in un determinato momento e dalle nostre “capacità olfattive”. È quindi consigliabile lasciarsi guidare dal proprio gusto, poiché gli oli essenziali di alta qualità hanno spesso molte proprietà in comune.
Anche sulle pagine di Gazzetta Italia ho più volte ricordato che gli oli essenziali puri e naturali hanno un effetto salutare sul nostro umore, sulla concentrazione, sulla memoria o sulla vitalità. Oggi vedremo da vicino alcune essenze di piante aromatiche che da secoli fungono da “miglioratori dell’umore” e da “rilassante” per l’uomo e gli animali. In epoca moderna sono state fatte diverse analisi per confermare le loro proprietà benefiche.
OLIO ESSENZIALE DI LAVANDA
Fragranza: floreale, dolce-erbaceo
Sono i fiori della lavanda alpina che si vedono sui manifesti dei paesaggi della Provenza francese. Il loro colore viola va di pari passo con la particolarità e la potenza della fragranza. Gli effetti calmanti dell’olio essenziale di lavanda sono noti da secoli. È un prodotto essenziale se vivete una vita di corsa e con tensioni costanti, e se troppi impegni vi fanno sentire frustrati, ansiosi e persino depressi. L’aromaterapia con olio di lavanda naturale calma, rilassa, combatte il senso di impotenza e distende i muscoli. Un bagno serale con un vero olio di lavanda vi aiuterà a ritrovare l’equilibrio necessario, facilitando il sonno profondo e ristoratore. La lavanda è conosciuta come la “regina degli oli essenziali” per le sue innumerevoli proprietà. È utile per rilassarsi, ma anche per lavorare o per lenire irritazioni e guarire ustioni. È un ottimo supporto per gli spasmi muscolari, il mal di stomaco e il raffreddore. Per saperne di più, consultate la sezione “oli di lavanda” di OlejkowySklep.pl
OLIO ESSENZIALE DI NEROLI
Fragranza: floreale, agrodolce
Forse conoscete il profumo del neroli dalle passeggiate primaverili a Roma, Madrid o Lisbona. È molto utilizzato nell’industria profumiera ed è un ingrediente di vera e propria acqua di Colonia. Il suo nome deriva dalla principessa italiana Anna Maria Orsini di Bracciano, principessa di Nerola del XVII secolo, che amava questa fragranza più di ogni altro profumo. L’olio essenziale di Neroli Oilo proviene dalla Tunisia ed è il risultato di una delicata distillazione a vapore di fiori freschi di arancio amaro, che garantisce una fragranza eccezionalmente profonda e satura e una purezza certificata. Il Neroli è l’olio essenziale più frequentemente falsificato, subito dopo gli oli di rosa, e qualsiasi offerta di vendita per una decina di zloty significa che è sintetico, diluito o sostituito con sostanze più economiche. La concentrazione dell’aroma di neroli in una goccia ne consente l’uso in quantità minime, per cui 5 ml di olio durano molto a lungo. L’olio essenziale di neroli ha un effetto antidepressivo, antisettico e decongestionante, ma ha anche proprietà afrodisiache e leggermente calmanti. Il beneficio più importante del neroli, tuttavia, è quello di alleviare lo stress. Sembra essere particolarmente utile per l’ansia e può essere utilizzato in situazioni che causano una maggiore tensione mentale, anche se viene utilizzato principalmente per trattare l’ansia più grave e prolungata. È utile per gestire lo shock e l’isteria. Ottimo per l’insonnia, soprattutto se l’incapacità di dormire deriva dall’ansia. Funziona meglio se aggiungete qualche goccia al bagno serale prima di andare a letto. Per saperne di più, cercate “oli di neroli” sul sito OlejkowySklep.pl
OLIO ESSENZIALE DI ROSA
Fragranza: floreale, dolce e aspra
L’olio di rosa damascena vero, puro e biologico, creato dai petali dei fiori della Valle delle Rose in Bulgaria, fa capire perché questi fiori sono diventati simbolo di amore eterno. L’essenza di rosa così pura aiuta a costruire legami basati su sentimenti forti e profondi. È un afrodisiaco naturale. Allo stesso tempo, bilancia l’economia degli ormoni dell’amore: aumenta il desiderio quando è frenato, lo riduce quando è in eccesso. Sin dal IX secolo, l’essenza di rosa damascena è nota come cosmetico di lusso ideale per la cura del corpo, della pelle e dei capelli. Le proprietà versatili ed estetiche dell’olio essenziale bio sono utilizzate ancora oggi. L’olio di rosa rilassa profondamente, attiva il chakra del cuore, combatte l’ansia e gli incubi, aiuta a ripristinare l’equilibrio e l’armonia, inebria e riempie il cuore di calore e rafforza il legame tra madre e figlio. Come sottoprodotto del processo di produzione, si ottiene la cosiddetta acqua di rose o idrolato di rose, un cosmetico profondamente rilassante per la cura quotidiana di pelle e capelli che idrata, rigenera e ringiovanisce. Scoprite altre proprietà dell’olio di rosa sul blog di Olejkowy Sklep.
OLIO ESSENZIALE DI GERANIO
Fragranza: floreale, dolce-balsamico
Se non siete economicamente pronti per un lussuoso olio di rosa, potete optare per l’olio di geranio, spesso chiamato “olio di rosa” per il suo aroma dolce e simile alla rosa. Tuttavia, i suoi effetti sulla sfera somatica e mentale sono leggermente diversi da quelli della rosa damascena. Gli oli di geranio sono estratti dai fiori e dalle foglie del geranio dal profumo esotico. La sua terra d’origine è il Sudafrica, dove presenta le migliori condizioni di crescita. L’aromaterapia con diffusori a ultrasuoni di oli essenziali naturali calma i nervi, ripristina il buon umore, sostiene il sistema nervoso, ripristina le sensazioni di benessere e riaccende la speranza. Il geranio è noto per le sue proprietà depurative del fegato, dove vengono immagazzinati rabbia e dolore. È un rimedio naturale che aiuta a rimuovere le tracce del trauma emotivo dal corpo. Inoltre, questo olio ha molte proprietà rinforzanti e protettive per l’organismo: è usato per raffreddori, virus, disturbi ormonali e problemi della pelle. Per saperne di più sull’olio di geranio naturale, consultate il sito di Olejkowy Sklep.
OLIO ESSENZIALE DI ARANCIO
Fragranza: agrumato, dolce
L’olio naturale di arancia è più efficace se ottenuto dalla spremitura a freddo della buccia del frutto dell’arancia Citrus sinensis. L’olio essenziale di arancio ha effetti antidepressivi e depurativi. Le sue proprietà sono oggi apprezzate in tutto il mondo: rafforza le difese immunitarie, depura dalle tossine, riduce le rughe e aiuta a combattere la cellulite. Bastano poche gocce di olio d’arancia per godere dell’aroma caldo e dolce dell’arancia che ha profumo del sole. È uno degli oli essenziali più utilizzati. L’aromaterapia con l’essenza di arancio ripristina il buon umore e dà un po’ di energia. Allenta la tensione nervosa e dona equilibrio emotivo. Come tutti gli oli di agrumi, contiene soprattutto D-limonene, che ha effetti anti-invecchiamento, anti-depressivi e anti-cancro. Per saperne di più sulle proprietà dell’olio di buccia d’arancia, visitate il blog Olejkowy Sklep e Olejkowa Szkoła.
OLIO ESSENZIALE DI INCENSO
Fragranza: balsamico, resinoso, legnoso, caldo
Gli oli di incenso biologici sono tra le essenze più studiate e dagli effetti versatili. Le proprietà antivirali dei principi attivi dell’olio di incenso sono efficaci in caso di infezioni. Le essenze sono anche ottime per i problemi cutanei. Tuttavia, l’incenso antico è noto soprattutto per i suoi potenti effetti calmanti e di radicamento. Viene quindi utilizzato nei processi di preghiera e meditazione. L’olio di incenso, conosciuto anche come il “re degli oli essenziali”, si usa non solo nei momenti di debolezza e nelle infezioni virali o batteriche. Questo olio rafforza la funzione immunitaria dell’organismo. Per questo motivo si consiglia di utilizzare l’olio essenziale di incenso a partire dall’inizio dell’autunno per prepararsi alla stagione autunnale e invernale. L’olio essenziale di incenso ha un comprovato effetto antidepressivo.
Nella sezione “oli per lo stress” di OlejkowySklep.pl troverete altri oli che vi aiuteranno a rilassarvi e a superare gli stati depressivi.
Potete trovare molte informazioni su ogni olio essenziale sul sito di Olejkowy Sklep sia nell’applicazione gratuita OILO – Oli Essenziali, disponibile per telefoni Apple o Android.
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Sulle orme del signor Herbert
Il 7 giugno presso la Sala Sant’Ansano in Santa Maria della Scala a Siena si è svolta l’inaugurazione del progetto “Sulle Orme del signor Herbert”. All’evento hanno partecipato, oltre ai rappresentanti dell’istituzione ospite e dell’Istituto Adam Mickiewicz, la presidente della Fondazione Zbigniew Herbert, Maria Dzieduszycka e la vicedirettrice dell’Istituto Polacco di Roma, Magdalena Trudzik.
7 stand con fotografie e citazioni di Zbigniew Herbert, allestiti in varie località di Siena e Orvieto, creano una singolare passeggiata sulle orme del poeta, che visitò le città oltre 60 anni fa e ne riportò l’immagine nei suoi saggi. Il progetto, realizzato dall’Istituto Adam Mickiewicz, rientra nelle celebrazioni del centenario della nascita del poeta. La passeggiata offre l’opportunità di visitare Siena e Orvieto adottando il punto di vista di un poeta-viaggiatore che, grazie alla sua vasta conoscenza e alla sua abilità letteraria, fu in grado di scoprire le sottigliezze della storia, delle opere d’arte e dell’architettura di queste città, senza dimenticare di commentare la vita quotidiana dei loro abitanti.
Gli stand sono allestiti nei luoghi descritti da Herbert nel racconto del suo viaggio: tre a Orvieto (stazione ferroviaria P. Cahen Funicolare, Piazza Gualtieri/Via del Duomo, Piazza Duomo) e quattro a Siena (Palazzo Pubblico, Pinacoteca Nazionale di Siena, Santa Maria della Scala, Fortezza Medicea). Ognuno di essi presenta un breve testo biografico e una citazione da “Un barbaro nel giardino” (in italiano e in inglese). Questo libro, una delle opere più importanti dell’autore a breve uscirà in italiano per l’editore Adelphi, in traduzione di Andrea Ceccherelli.
L’installazione è stata realizzata nell’ambito delle celebrazioni del centenario della nascita di Zbigniew Herbert (con il patrocinio ufficiale dell’UNESCO), in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma e gli Uffici Comunali di Siena e Orvieto e rimarrà aperta al pubblico fino al 1° novembre 2024.
A Loreto e Ancona i Polovers Days 2024: per incontrare i polacchi che liberarono le Marche 80 anni fa
Un’edizione speciale per l’80° anniversario della liberazione
Loreto e Ancona si preparano ad accogliere i Polovers Days 2024, un’edizione speciale delle giornate dell’amicizia italo-polacca promosse dagli innamorati di Polonia. Dopo il successo riscosso a Macerata dal rinomato pianista di Varsavia Wojciech Świętoński in occasione del vernissage della mostra “Vis-à-vis” a Palazzo Buonaccorsi, il ricco programma dei Polovers Days nei giorni 17 e 18 luglio è pensato per onorare “i ragazzi del Generale Anders”, ovvero soldati, ufficiali ed ausiliarie del 2° Corpo Polacco che liberarono le Marche nell’estate 1944.
Commemorazioni ufficiali e tributo ai liberatori
Ricorre quest’anno l’80° anniversario del passaggio del fronte nella nostra regione durante la Seconda Guerra Mondiale, e in occasione delle commemorazioni ufficiali organizzate da UdsKiOR (Ufficio per i veterani e le vittime dell’oppressione) e l’Ambasciata di Polonia a Roma con le municipalità di Loreto e Ancona, i Polovers non possono far mancare il giusto tributo di memoria e riconoscenza nei confronti di chi si batté eroicamente e gratuitamente “per la nostra e la vostra libertà” nella Campagna d’Italia, anche a prezzo della propria vita.
Eventi del 17 luglio a Loreto
Si parte mercoledì 17 luglio a Loreto presso il Cimitero Militare Polacco (uno dei 4 in Italia) ove riposano 1.112 soldati polacchi: qui alle 17:30 si celebrerà la Santa Messa solenne in suffragio dei Caduti del 2° Corpo, con l’appello della memoria, la cerimonia di conferimento di onorificenze e la deposizione delle corone, cui presenzieranno le massime autorità civili militari e religiose. Cui prenderà significativamente parte la figlia del Generale Anna Maria Anders e, in un’encomiabile e commovente testimonianza di umanità e senso civico, anche gli ultimi veterani polacchi ultracentenari giunti da tutto il mondo per rendere onore ai loro compagni d’arme.
Alle ore 20:15 dal palco allestito sul Belvedere di Porta Mariana di fronte la statua bronzea del papa polacco San Giovanni Paolo II, TPE Società di Progetti Educativi con il Consolato Onorario di Polonia in Ancona e Polovers offriranno al pubblico il concerto per pianoforte e archi “Sonata Liberationis” opera musicale di grande pathos dedicata alla liberazione di Ancona del 18 luglio 1944 da parte delle truppe polacche, composta ad hoc dal M° Artur Tomasz Tomacki ed eseguita in anteprima mondiale dall’eccezionale ensemble composto da Marianna Humetska (piano, Leopoli), Krzysztof Wójtowicz (violoncello, Cracovia), Anna Wójtowicz (violino, Cracovia), Paweł Wójtowicz (violino, Cracovia), Piotr Augustyn (viola, Cracovia). L’ingresso è gratuito.
Al termine del concerto, i Polovers si sposteranno presso il Santuario della Santa Casa di Loreto dove accolti dall’Arcivescovo Prelato Mons. Fabio Dal Cin, renderanno il loro sentito omaggio alla Vergine Lauretana, che proprio durante la pandemia di 3 anni fa li tenne a battesimo nel Museo Pontificio del Palazzo Apostolico.
La giornata si chiuderà poi in grande stile con un momento festoso aperto alla cittadinanza nell’antistante piazza della Madonna: qui i rappresentanti dell’Associazione dei Polacchi in Italia si daranno appuntamento per danzare insieme ad amici, turisti e curiosi la maestosa marcia polonaise, secondo una tradizione del 16° secolo consolidata lo scorso anno anche ai Polovers Days di Macerata.
Eventi del 18 luglio ad Ancona
Il 18 luglio si ricorda l’eroica presa di Ancona a seguito delle cruente battaglie sul Chienti e di Filottrano (ove persero la vita oltre 400 persone fra militari e civili). Il 2° Corpo Polacco, comandato dal generale Władysław Anders, svolse un ruolo cruciale nella liberazione delle Marche nel 1944. Durante la campagna d’Italia, il corpo contava circa 55mila uomini, inclusi circa 1.500 donne dei servizi ausiliari. Questi soldati erano per lo più cittadini polacchi arrestati dall’NKVD (la polizia segreta russa responsabile delle grandi purghe che operò in Polonia con la Gestapo nazista): dapprima deportati nei gulag sovietici, furono liberati grazie all’accordo Sikorski-Majskij del 1941. Con l’avvio dell’operazione Barbarossa, molti di loro furono rilasciati e formarono il ricostituito esercito polacco che si unì agli Alleati nel teatro di guerra del mediterraneo. La conquista del capoluogo dorico da parte dei polacchi fu tanto cruciale nella Guerra di Liberazione quanto la più spesso citata battaglia di Monte Cassino, poiché l’importanza strategica del porto per i rifornimenti consentì l’ulteriore avanzata degli Alleati verso il nord Italia.
Al mattino ore 9:30 si terrà innanzi alle massime autorità, alle associazioni combattentistiche, d’arma e partigiane la cerimonia commemorativa dell’80° anniversario dell’entrata dei liberatori polacchi attraverso Porta Santo Stefano, con la deposizione delle corone di alloro anche presso l’attiguo monumento ai Lancieri dei Carpazi, inaugurato nel 2022.
Nel pomeriggio dalle 17:45 lo Stadio Dorico in Viale della Vittoria si prepara a far riecheggiare i fasti della grande Polish Parade di 80 anni fa. Dapprima con l’inaugurazione della mostra storico-iconografica curata da TPE “Il Generale dalla terra inumana” che narra l’epopea del generale Anders e del 2° Corpo Polacco illustrandone lo straordinario contributo alla liberazione dell’Italia – in tale occasione saranno distribuite anche copie del prestigioso catalogo bilingue prodotto da TPE in collaborazione con i Polovers (il concerto di Loreto e la mostra ad Ancona fanno parte del progetto finanziato dei fondi del Ministero degli Affari Esteri polacco). Saranno presenti anche i rievocatori in uniformi e jeep originali dell’Accademia di Oplologia e Militaria.
Presso l’attiguo l’info point dell’Esercito Italiano allestito e curato dal personale del Comando Militare Esercito “Marche” gli interessati potranno ricevere informazioni riguardanti le opportunità professionali offerte, con particolare riferimento al Bando di Arruolamento per Volontari in Ferma Prefissata di un anno (VFP1). Poi, imediatamente a seguire, alle 18:30 si terrà l’emozionante concerto dell’Orchestra di Rappresentanza dell’Esercito Polacco, che eseguirà un repertorio internazionale di marce marziali e brani tradizionali polacchi ed italiani lungo l’alberato Viale della Vittoria fino al Monumento ai Caduti del Passetto, da cui si gode il suggestivo affaccio sull’Adriatico e il Monte Conero.
Sarà sempre della ottima musica a concludere la giornata, grazie al duplice momento in omaggio della Polonia organizzato presso la Mole Vanvitelliana dall’Istituto Polacco di Roma in collaborazione con il Consolato Onorario della Repubblica di Polonia in Ancona e l’AIPNM, come di consueto inserito nel cartellone della rassegna Ancona Jazz Summer Festival 2024. Alle 19:00 Silvia Manco piano/voce partirà da una poesia di Wislawa Szymborska (premio Nobel 1996) per dar vita al recital “Ella in heaven”; mentre alle 21:30 sarà la volta di O.N.E. Quartet, combo tutto femminile dal sapore più contemporaneo e crossover, con l’italiana Francesca Remigi alla batteria.
Un’opportunità unica per celebrare l’amicizia italo-polacca
Durante i Polovers Days, sarà possibile acquistare le spille czerwone maki (papaveri rossi) ideate dalla Scuola di Lingua e Cultura “Anders” di Marche e Umbria in ricordo della battaglia di Monte Cassino, devolvendo un’offerta a supporto dall’Associazione Italo Polacca Nuova delle Marche.
Ma i più golosi, grazie all’opera di maestri pasticceri Foligni, Giuliodoro e Santini custodi della ricetta originale dei forni militari polacchi aperti negli anni ’40 nell’attuale Piazza Pertini , potranno gustare in bar, forni e pasticcerie del capoluogo la ricetta originale delle polacche – croissant a pasta sfogliata rinforzati con uno strato interno di pasta di mandorle, ricoperti da una sottile glassa di zucchero, che si mangiano solo in Ancona.
Insomma, i Polovers Days sono un’opportunità unica per celebrare la storica amicizia tra Italia e Polonia, ricordando i sacrifici dei soldati polacchi durante la Seconda Guerra Mondiale. Oltre che con le celebrazioni ufficiali, con una serie di eventi culturali che includono fotografia, musica e spiritualità, artigianato e arte pasticceria, danza e concerti. Tutte le info e gli aggiornamenti su polovers.it e sulle pagine social.
Un progetto promosso da:
POLOVERS® – Innamorati di Polonia
Consolato Onorario della Repubblica di Polonia in Ancona
ANDERS Scuola di Lingua e Cultura Polacca di Macerata Perugia e Ancona
AIPNM Associazione Italo Polacca Nuova delle Marche
Partner:
TPE Società Progetti Educativi
Patrocini:
Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma
Ufficio Consolare presso l’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia
Istituto Polacco Roma
IPN Istituto della Memoria Nazionale polacco
Associazione dei Polacchi in Italia
Consiglio Regionale – Assemblea Legislativa delle Marche
Comune di Loreto
Comune di Ancona
Prelatura della Santa Casa di Loreto
ANCI Marche
ANCR Associazione Combattenti e Reduci Federazione di Macerata
L’Ambasciatore Franchetti Pardo consegna l’Onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia a Wojciech Fałkowski e dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Umberto Magrini
L’Ambasciatore d’Italia in Polonia Luca Franchetti Pardo ha consegnato ieri (09.07.2024), alla presenza di diversi esponenti del mondo politico e culturale polacco, l’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia, con la classe di Ufficiale, al Prof. Wojciech Fałkowski, accademico specializzato in storia medievale e direttore del Museo del Castello Reale a Varsavia. Come sottolineato dall’Ambasciatore Franchetti Pardo, il Direttore Fałkowski ha contribuito a diffondere la conoscenza dell’arte e della cultura italiana ad un crescente pubblico polacco, supportando l’organizzazione di numerose mostre d’arte di opere italiane. In particolare, l’Ambasciatore ha ricordato l’importante mostra “I risvegliati”, esposta lo scorso anno al Palazzo Reale di Varsavia, che, attraverso un ampio numero di opere di principali maestri italiani, ha permesso al pubblico polacco ed internazionale di approfondire la conoscenza degli albori del Rinascimento italiano. Nel ringraziare il Presidente della Repubblica e l’Ambasciatore per l’onorificenza ricevuta, il Prof. Fałkowski ha evidenziato il suo forte legame con la cultura italiana, una tradizione che il grande pubblico deve riscoprire al fine di comprendere le profonde relazioni alla base della storia dell’Europa.
Oggi (10.07.2024) Luca Franchetti Pardo ha consegnato l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana con la classe di Commendatore al Dott. Umberto Magrini, fondatore dell’impresa Partnerspol e già insignito, nel 2008, del Cavalierato dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. L’Ambasciatore ha ricordato il prezioso sostegno fornito dal Dott. Magrini ai rifugiati ucraini – soprattutto donne e bambini – in fuga dalla guerra, e i servizi loro offerti al fine di superare i diversi traumi legati alla guerra. L’Ambasciatore ha anche evidenziato le forti sinergie createsi con il tessuto locale e con le istituzioni polacche ed italiane, in primis con l’Ambasciata d’Italia a Varsavia. Il Dott. Magrini ha espresso il suo ringraziamento per l’onorificenza ricevuta, affermando che tale riconoscimento è il risultato di un costante e stretto lavoro di squadra con i membri dell’azienda. L’imprenditore ha poi chiosato con l’importanza della funzione sociale dell’impresa e con la centralità della solidarietà, valore fondamentale della dignità umana in contrapposizione all’indifferenza, uno dei mali della società contemporanea.
“Le siciliane” Gaetano Savatteri
Durante la Fiera Internazionale del Libro di Varsavia si è svolto un incontro sul libro “Le siciliane” del giornalista Gaetano Savatteri, cui è intervenuta italianista e redattrice di Gazzetta Italia Agata Pachucy moderata da Adam Szaja, giornalista e autore del blog smakksiazki.pl. La traduzione in polacco è stata appena pubblicata dalla casa editrice Bo.wiem dell’Università Jagellonica.
Cosa distingue gli abitanti dell’isola più grande del Mediterraneo da quelli delle altre regioni italiane? Esistono varie teorie. Una appartiene al giornalista dello storico quotidiano palermitano “L’Ora” Vittorio Nisticò che dice che i siciliani si dividono in quelli dello scoglio (che non possono immaginare di vivere lontano dalla Sicilia) e quelli del mare aperto (che lasciano l’isola senza problemi). L’altra, che mi sembra migliore e più precisa, descrive la sicilianità con il termine sicilitudine coniato dallo scrittore e pittore palermitano Crescenzio Cane e poi reso celebre da Leonardo Sciascia. Sicilitudine è una condizione dello spirito. Come scrisse Cane nel suo saggio del 1959, questo stato nasce dalla paura e dalla solitudine che assalgono chiunque viva in Sicilia, terra di illusioni e delusioni, di impulsi e tirannie: prima il fascismo, poi la mafia. Secondo Sciascia, è anche una malinconia venata di dolcezza, un senso di fragilità bilanciato da una reazione istintiva e onesta a ciò che non ci piace e a ciò che vorremmo cambiare. È una profonda consapevolezza di sé, una spinta all’azione e alla conoscenza, il segno distintivo di una civiltà che non si arrende alle difficoltà. Se la sicilitudine è paura, lo è paura nel senso positivo. È il coraggio di stare in guardia e allo stesso tempo di rischiare. E di sentirsi vivi.
Mi sembra che queste parole descrivano perfettamente le donne che incontriamo nelle pagine del libro di Savatteri, il cui tratto comune è certamente la voglia di agire e di cambiare il proprio destino. Insieme all’autore, facciamo un viaggio nel tempo per incontrare santa Rosalia, patrona di Palermo, Franca Viola, simbolo dell’emancipazione femminile, la giornalista e scrittrice Giuliana Saladino, la “vecchia dell’aceto” che nel Settecento preparava le pozioni per avvelenare i mariti, la cantante Rosa Balistreri e l’editrice Elvira Sellerio, nonché la ribelle Goliarda Sapienza e tante altre grandi donne. Savatteri mostra la loro indipendenza, la loro natura intransigente e il loro enorme coraggio. Sono donne capaci di opporsi alla mafia, di lottare per la giustizia e di cambiare abitudini che le danneggiano. Sono un ottimo esempio per tutti nel mostrare che non sempre sono necessari gesti eroici, a volte è sufficiente iniziare con i cambiamenti nel nostro ambiente immediato per cambiare le sorti della storia.
Marcin Patrzałek, il giovane musicista che ha conquistato il pubblico italiano
foto: Klaudia Kurek
Marcin Patrzałek è un chitarrista, musicista e compositore di Kielce, noto soprattutto per gli arrangiamenti di chitarra, che alla fine del 2018 hanno registrato oltre 70 milioni visualizzazioni online. Marcin, nonostante la giovane età, può vantarsi di aver vinto già due famosi programmi televisivi: uno in Polonia, ”Must Be The Music” nel 2015, e di recente, alla fine dello scorso anno, uno show italiano ”Tu Si Que Vales”. Ho parlato con Marcin del suo lavoro, dell’amore per la musica e dei suoi legami con l’Italia.
K.R.: Com’è nato il tuo amore per la musica?
M.P.: Possiamo dire che ho cominciato a suonare per puro caso. Nell’estate del 2010, quando avevo 10 anni, i miei genitori volevano trovarmi un’attività, un hobby. A mio padre è venuta l’idea di farmi iscrivere ad un corso di dieci giorni di chitarra classica nella mia città natale, Kielce. All’inizio non ne ero molto convinto visto che prima di allora non avevo fatto niente di simile. Tuttavia, dopo la prima lezione, è emerso che c’era un grande potenziale per continuare a studiare: la chitarra è diventata rapidamente qualcosa di naturale per me e ho iniziato subito a dedicarci molto tempo, esercitandomi. Dopo i primi 3 mesi di studio ho vinto il mio primo concorso, il Concorso Provinciale di chitarra classica. È stata una grande sorpresa per me e per la mia famiglia, perché il tempo di apprendimento è stato veramente breve. Poi ho cominciato a dedicare sempre più ore allo studio e ho iniziato a interessarmi ad altri stili e alla musica in generale. Attualmente suono lo stile classico, il flamenco, il fingerstyle, il jazz e cerco di combinare tutti questi stili con una sola chitarra e di creare soluzioni musicalmente davvero uniche. Compongo anche musica da film e musica elettronica e ho intenzione di introdurre questi tipi di musica nelle mie performance e nei miei concerti. Nessuno nella mia famiglia è mai stato un musicista professionista, tuttavia, mio nonno e mio padre sono molto interessati alla musica. Mio nonno da giovane ha suonato in una jazz band, invece mio padre per hobby (anche se di altissimo livello) si occupa della lavorazione del suono. Entrambi sono per me fonte di ispirazione e anche i più importanti critici delle mie composizioni.
Come descriveresti il tuo stile?
Lo stile che presento è davvero rarissimo. Uso la cassa della chitarra come un batterista usa la batteria, e con le unghie e i polsi faccio uscire dei suoni completamente non associati a questo strumento. Voglio usare la chitarra per suonare come un’intera band o un’intera orchestra sinfonica, il che non è facile, visto che richiede l’uso di molte complicate tecniche. Cerco di presentare un approccio molto individuale. Come ho già detto ho imparato chitarra classica, chitarra flamenca spagnola, jazz e chitarra acustica e cerco di combinare tutti questi stili in uno solo per creare uno spettacolo speciale, almeno lo spero. Lo stile è così nuovo e individuale che non esiste un percorso „corretto” di apprendimento. Ed è quello che mi piace. Si potrebbe specificare questo stile come un „fingerstyle” ma ho un approccio alla chitarra molto individuale e tale specificazione non è affatto importante.
Dove trovi l’ispirazione per creare le tue composizioni?
È molto difficile per me dire dove trovo l’ispirazione. Prima di tutto ascolto costantemente musica e penso che questa abitudine sia cruciale. Ammetto che ascolto raramente la musica di chitarra, preferisco concentrarmi su altri generi, partendo dal metal, passando per la musica sperimentale, il pop, il rap, il jazz, ecc. Il fatto che così tante diverse sonorità mi circondino costantemente mi spinge ad esprimermi con la chitarra in modi decisamente diversi dall’approccio tradizionale alla chitarra acustica. Quando compongo o arrangio spesso sono guidato da una sorta di impulso spontaneo che mi fa creare uno schema di un’intera canzone in un tempo molto breve. E poi per i successivi mesi con cura lo elaboro nei dettagli.
Nel 2015 hai vinto il programma polacco ”Must be the Music”. Come mai hai deciso di partecipare al talent show italiano?
L’idea, come la maggior parte delle cose nella mia vita, è stata spontanea. I miei genitori lavoravano in Italia quando erano studenti, e hanno dei bei ricordi di quei tempi, specialmente mia mamma, che parla fluentemente l’italiano e ama la cultura italiana. È stata lei a parlarmi a lungo dell’Italia, paese che mi interessava molto. L’anno scorso è stato molto proficuo per quanto riguarda la diffusione del mio lavoro all’estero. Alla fine del 2017 uno dei miei arrangiamenti ha ricevuto più di 30 milioni di visualizzazioni su internet e, pochi mesi dopo, il video con una mia interpretazione del Capriccio di Paganini ha ricevuto 14 milioni di visualizzazioni, ed anche il mio arrangiamento della 5^ sinfonia di Beethoven nel corso di un mese ha registrato 14 milioni di visualizzazioni. E la maggior parte degli utenti che seguivano le mie composizioni erano stranieri. Non avrei mai immaginato di ottenere tali risultati e il fatto che la mia musica sia stata accolta in modo così positivo all’estero mi ha fatto riflettere. Ho pensato: “vale la pena di presentarsi ad un pubblico più vasto!”. Così ho inviato diverse mie registrazioni al programma Tu Si Que Vales. Ed il resto è arrivato da solo.
Come ti sei trovato a lavorare nel programma con gli italiani?
Il mio soggiorno in Italia non è stato noioso nemmeno per un momento! Gli italiani sono estremamente energici ed aperti alle nuove amicizie, il che ha creato un’atmosfera davvero unica. Le persone che lavoravano al programma erano molto amichevoli e disponibili, il che è stato veramento d’aiuto vista la pressione generale legata alla realizzazione dello show. Tuttavia la sorpresa più bella per me è stata quando, dopo l’annuncio della mia vittoria, tutti i membri della produzione italiana che guardavano il programma dal backstage hanno cominciato a saltare di gioia ed applaudire! Io ero sul palco, ma da quello che mi ha raccontato la mia famiglia ho saputo che tutti erano veramente felici del risultato. Ed è una grande gioia per me perché volevo davvero ottenere la simpatia degli italiani, visto che ero uno straniero. È un ricordo davvero simpatico che al solo pensiero mi fa sorridere!
Hai già avuto occasione di esibirti in vari paesi. Come ti è sembrato il pubblico italiano?
Come ho già detto gli italiani sono molto calorosi quindi suonare per loro è puro piacere, senza contare che quelle che ho fatto in Tu Si Que Vales erano delle esibizioni davvero piene di energia! Quindi posso parlare solo bene del pubblico perché sono stato accolto incredibilmente bene ed in più ho ricevuto una standing ovation sia da parte degli spettatori che della giuria. Le emozioni che mi hanno fatto provare sono state straordinarie e quindi non posso fare altro che ringraziare con tutto il cuore il pubblico italiano ed anche i polacchi che vivono in Italia per il loro sostegno!
Ti senti in qualche modo vicino all’Italia?
I miei inizi con la chitarra sono legati ai brani classici e un gran numero dei compositori e degli artisti più geniali sono italiani quindi, da musicista, trovo naturale apprezzare questo paese. L’Italia è un paese molto musicale, per questo la sento vicina e non vedo l’ora di tornarci per suonare. Inoltre i miei genitori sono profondamente legati all’Italia, molto spesso ricordano i tempi quando lavoravano lì e… quasi lo dimenticavo… a casa mia regna la cucina italiana!
Piani per il futuro?
Ovviamente vorrei che il mio futuro fosse nel mondo della musica. Mi piacerebbe studiare al prestigioso Berklee College of Music di Boston, negli Stati Uniti. Lì vorrei dedicarmi alla composizione di musica da film con la chitarra come strumento principale. Oltre a studiare mi concentro molto sullo sviluppo personale, voglio andare oltre la chitarra. In futuro, spero di combinare musica elettronica e musica d’orchestra con uno stile unico della chitarra. Per ora sono solo progetti ma lavoro intensamente per realizzarli. Molte sono le occasioni che arrivano inaspettate, nel 2019 farò concerti quasi ininterrottamente fino a settembre, la maggior parte fuori della Polonia (per esempio in Sudafrica, in Norvegia, Francia, Malta, Italia, ecc.). È un grande piacere per me, ma si tratta anche di una difficile sfida perché a maggio avrò l’esame di maturità e non è per niente facile cercare di combinare questi tutti questi impegni con lo studio.
Blu Zaffiro, la magia del Lago di Garda
foto: Luca Del Sole
Un aprile insolito colora di tinte primaverili i parchi e i balconi di Peschiera del Garda, dove anche i ponti sui canali, come da tradizione, si vestono di gerani per salutare l’arrivo della bella stagione. L’emergenza che ha sorpreso l’Europa e il mondo ha lasciato il suo segno anche qui. Aprile, che tradizionalmente dà inizio alla stagione turistica accogliendo migliaia di affezionati che affollano il centro storico e il lungolago, sembra oggi sussurrare. La quiete che abbraccia la città è surreale, ciononostante l’atmosfera che si respira nel silenzio in riva al lago è magica.
Amata per il suo sole, il mare e le grandi isole, l’Italia più bella è anche quella del Nord, fatta di cime selvagge uniche al mondo, verdi pascoli, pendii innevati e scenari mozzafiato di cui sono teatro quei laghi che, a cavallo tra la Pianura Padana e le montagne più belle d’Europa, costellano la cinta delle Alpi come le gemme di un diadema che adorna il capo di una dama bellissima. Quel Nord, a volte frettolosamente associato all’idea di austerità, freddezza, di sola operosità, che troppo spesso soccombe nel confronto con l’iconografia stereotipata della pizza e del mandolino che ha sdoganato l’immagine dell’Italia nel mondo, ma che in realtà racchiude un patrimonio di bellezza, arte e cultura che offre l’imbarazzo della scelta a chi ne faccia la meta del proprio viaggio. Basti pensare che dei cinquantacinque siti annoverati tra il patrimonio culturale e naturale del mondo che è possibile ammirare lungo tutta la penisola, ben venticinque si trovano nell’Italia settentrionale. Tra questi Venezia e la Sua Laguna, le Dolomiti, le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene o ancora, le Opere di Difesa Veneziane, l’Orto Botanico di Padova e la stessa città di Verona. Esempi di una ricchezza senza tempo, che inesorabilmente seduce chiunque giunga nel Nord-Est d’Italia.
Ed è proprio qui che giace il lago di Garda, già Benaco nella tradizione romana, che si presenta come la sintesi armonica di tanto fascino. Le sue acque nascono infatti nel cuore delle Dolomiti, tra le meraviglie del parco naturale Adamello Brenta e percorrendo le tortuose anse del fiume Sarca ne alimentano il bacino dalla foce di Torbole, per poi riversarsi nel Mincio, cinquanta chilometri più a sud, dalla riva di Peschiera, lambendo i maestosi bastioni veneziani eretti a difesa della città del Quadrilatero. Un microcosmo di colori e profumi intensi, fatto di litorali e promontori inconfondibili. Luoghi unici, tra cui gli scoscesi pendii sulla sponda occidentale, tappezzati dalle antiche limonaie la cui bellezza incantò Johann Wolfgang von Goethe nel suo Grand Tour in Italia, o altri di rara suggestione come il santuario della Madonna della Corona. Sospeso tra terra e cielo, si erge incastonato nella roccia del Monte Baldo, a strapiombo sulla Val d’Adige nell’entroterra del versante levantino. A paesaggi fiabeschi si affianca la magnificenza delle sontuose opere architettoniche che si possono ammirare nell’area, quali la villa in stile neogotico-veneziano dell’Isola di Garda, Villa Bettoni a Gargnano o il complesso del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, monumentale opera nata dall’incontenibile estro di Gabriele D’Annunzio ed ultima residenza del Vate.
Un tesoro, quello del lago di Garda, dai mille volti, che non cessa mai di sorprendere, in un’alternanza di scorci mozzafiato tra cui le incantevoli spiagge di Parco Baia delle Sirene e borghi tra i più belli d’Italia, come Tremosine, dove ci si emoziona alla vista di panorami magnifici e Malcesine, dove il Castello Scaligero, Palazzo dei Capitani e il suggestivo porticciolo sono il lascito di tradizioni secolari condivise dalle regioni Veneto, Lombardia e Trentino. Un’eredità che è testimonianza di un crocevia di civiltà che hanno lasciato tracce indelebili del loro passaggio. Dagli insediamenti romani di cui rimangono le meravigliose vestigia delle ville di Desenzano e Sirmione, al retaggio culturale risultato dei fitti rapporti commerciali intrattenuti da sempre con i vicini popoli del centro Europa, gli elementi che contribuiscono a creare un’identità tanto caratteristica del territorio non si contano.
Non stupisce che il lago abbia ammaliato e ispirato con le sue bellezze artisti di tutto il mondo. Dell’ammirazione di Goethe si è già detto, ma le forme del Benaco sono immortalate anche dal magistrale acquerello di Joseph Mallord William Turner e dal pennello di Jean-Baptiste-Camille Corot. Nemmeno il Sommo Poeta tralascia di menzionare i luoghi del Garda. Nel Canto XX (63 – 78) dell’Inferno ritroviamo infatti il lago e Peschiera, che Dante Alighieri cita nel narrare le origini della negromante Manto. Infine, un’ode particolarmente accorata alle grazie del luogo è quella cantata da Valerio Catullo, intimamente legato alla città di Sirmione, di cui racconta la bellezza nel Carme XXXI del suo Liber. Quella stessa Sirmione, protesa sulle azzurre acque del lago, teatro del fatidico incontro tra Ezra Pound e James Joyce, tanto voluto dal saggista statunitense e di cui proprio questa primavera è ricorso il centenario.
L’elenco dei nomi illustri che lo hanno amato proseguirebbe, ma il Garda va ricordato anche per la memoria storica di cui è intriso. Dalle guerre napoleoniche, passando per le Guerre d’Indipendenza combattute per liberare la regione dal giogo austriaco, senza dimenticare gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. A seguito della firma dell’armistizio l’8 settembre 1943, il lago diviene scenario del tramonto della dittatura fascista. Con l’avanzata delle truppe anglo-americane che risalgono la penisola dal meridione, Mussolini trasferisce il quartier generale del proprio governo sulla sponda lombarda, dando vita alla Repubblica Sociale Italiana, ricordata ancora oggi come la Repubblica di Salò, dal nome della città sede dei Ministeri della Cultura Popolare e degli Esteri del regime. Scelta per il suo posizionamento strategico e per la vicinanza all’alleato tedesco, la località fece da sfondo ad una delle più controverse pagine della storia d’Italia.
A conclusione di questa breve parentesi storica mi preme riportare una curiosità che assume un valore particolare nello scrivere su queste pagine. Nell’ammirare l’imponenza dei muraglioni di Peschiera, non si può fare a meno di ricordare che queste fanno parte di quelle Opere di Difesa Veneziane che si è menzionato in precedenza e che, il caso vuole, siano state elevate al rango di patrimonio mondiale dell’umanità in occasione della 41esima sessione del Comitato UNESCO tenutasi proprio a Cracovia. Su quelle stesse mura nel 2019 torna a campeggiare orgoglioso il Leone di San Marco, simbolo della Repubblica di Venezia, di cui la trabeazione di Porta Verona era stata deturpata a seguito dell’invasione delle truppe di Napoleone Bonaparte nel 1797 che segnò la caduta della Serenissima. La preziosa scultura in marmo ridona l’antico splendore all’accesso principale della città fortificata, unendosi all’iscrizione latina mai rimossa che cita: “Disce haec moneat praecelsa leonis imago ne stimules veneti cev leo in hoste vigent” – “Questa eccelsa immagine del leone ti dissuada dal provocare i veneti, giacché essi contro il nemico hanno il vigore del leone”. La storia del Leone Alato di Peschiera del Garda rimanda, inevitabilmente, a quella di un altro Leone Marciano, quello che dopo quasi un secolo, grazie all’impegno del Comitato Ambasciatori di San Marco e del Comune di Venezia, ha ripreso il suo posto sulla facciata dell’Istituto di Storia del PAN (Accademia Polacca delle Scienze), all’angolo tra Rynek Starego Miasta e ulica Dunaj a Varsavia. Un aneddoto, una semplice curiosità, addirittura forse una forzatura, ma che qui, tra queste righe, mi piace interpretare come il simbolo di un antico legame tra la patria di Chopin e quella Serenissima Repubblica di Venezia che diede i natali ad Antonio Vivaldi.
Il Garda è il più grande tra i laghi d’Italia: con un’estensione di 368 chilometri quadrati, le sue acque bagnano le provincie di Verona, Brescia e Trento. Il clima particolarmente mite e la bellezza del territorio ne fanno da sempre una delle mete turistiche predilette di visitatori da tutto il mondo. La zona offre pressoché infinite possibilità di svago. Al camping e al relax della balneazione sulle rive del lago, si aggiungono innumerevoli itinerari escursionistici ed enogastronomici, oltre che le attrazioni dei grandi parchi di divertimento di Gardaland, Canevaworld e Movieland, il tutto coordinato da un’intensa e puntuale attività degli enti locali impegnati nella valorizzazione del patrimonio culturale, nello sviluppo e nella promozione del turismo. L’attrattività del Garda è poi confermata da numeri importanti. Secondo i rapporti pubblicati nel 2019, le tre province rivierasche si posizionano tutte tra le prime dieci italiane per flussi turistici. Se poi si osservano i dati relativi a quella di Verona, con oltre 13 milioni di presenze, il turismo gardesano incide addirittura per oltre il 75% della performance complessiva della provincia scaligera. I turisti stranieri ammontano al 76%, con una predominanza di soggiornanti provenienti da Germania e Olanda. Di particolare rilievo è anche la quota di visitatori polacchi, con un aumento rispetto all’anno precedente di circa il 12% per un totale di oltre 200.000 presenze.
Paradiso indiscusso degli sportivi, amatori e professionisti, il Lago di Garda offre grandi spazi e strutture di prim’ordine. Particolarmente adatto alla pratica degli sport a vela è un punto di riferimento per il windsurfing e kitesurfing, mentre la presenza di percorsi panoramici e suggestivi attraggono ogni anno migliaia di cicloturisti, ciclisti e triatleti. A tal proposito è estremamente interessante il progetto Garda Bike, tuttora in corso d’opera, che prevede la realizzazione di una pista ciclabile di quasi 200 km che consentirà di compiere il giro del lago attraverso un percorso che si snoda lungo tutto il suo sviluppo costiero. Infine, la particolare conformazione delle alture che circondano il bacino, fanno dell’area un vero e proprio santuario dell’arrampicata sportiva. Lungo le strapiombanti pareti del Garda sono infatti presenti una moltitudine di falesie, dove i rocciatori possono cimentarsi lungo le vie tracciate nella Dolomia che emerge a picco dal blu delle profondità del lago. Impossibile quindi non ricordare la città di Arco di Trento, sulla sponda settentrionale. Dal 1987, la città dell’omonimo castello ospita infatti il Rock Master, prestigiosa competizione internazionale di arrampicata che ogni anno richiama sul Garda i migliori tra i free climbers al mondo.
Ritengo pretenzioso cercare di condensare in poche righe tutto quello che il lago offre, le emozioni che suscita: semplicemente non è possibile. Ma perché non provare almeno a condividerne un po’?
Ricordo ancora quando durante le estati, da bambino, percorrevo la gardesana orientale per raggiungere le Dolomiti di Brenta dove ero solito trascorrere qualche settimana. Quelle crode hanno segnato la mia esistenza, ma la vista del Lago di Garda, con le sue spiagge e le sue isole, circondato da boschi e montagne, da allora, non ha mai smesso di togliermi il fiato ogni volta che torno. Uno spettacolo che rapisce il cuore, che culla chi si lasci trasportare. Personalmente considero un privilegio il poter passeggiare sul lungolago respirando il profumo dei pini mentre i cigni scivolano eleganti e fieri sull’acqua. Sono nato in Liguria, sono legato alla mia terra e il mare è una parte importante di me, ma a tutti quelli che mi chiedono quali luoghi d’Italia io suggerisca di visitare nel loro viaggio, rispondo sempre con la stessa domanda: “Conosci il Veneto? Conosci il Lago di Garda?”
Non è dato sapere cosa aspettarsi dall’estate oramai alle porte, ma è molto probabile che sarà diversa da quelle cui siamo abituati. Si può immaginare che i vicoli dei borghi medievali non brulicheranno di gente e che le spiagge, sotto il sole di luglio, saranno meno frequentate del solito. Il traffico per le strade sarà meno congestionato e l’aria un po’ più pulita. La sera ci sarà meno rumore, forse meno musica, ma nel silenzio, con il solo suono dello sciabordio delle onde che si increspano accarezzando i ciottoli sulla battigia, il lago, ne sono sicuro, sembrerà ancora più magico.
E tu? Conosci il Lago di Garda?