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L’ambasciatore Amati interviene al vertice sul Baltic Pipe

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

La costruzione del gasdotto Baltic Pipe prosegue secondo i piani. Alla fine del 2021 gli specialisti della marina finiranno i lavori di saldatura dell’intero gasdotto di circa 274 km. Questi sono i temi discussi durante l’incontro che si è tenuto mercoledì a Rotterdam sulla nave “Castorone” tra Piotr Naimski plenipotenziario del governo polacco per le Infrastrutture energetiche strategiche, l’ambasciatore d’Italia in Polonia Aldo Amati e i rappresentanti dei consigli di amministrazione di Gaz-System e Saipem, esecutore della parte offshore nel Mar Baltico. “La visita sulla nave Castorone ha consentito a me a alle autorità polacche di apprezzare pienamente le straordinarie risorse tecnologiche di cui dispone Saipem. Siamo di fronte a un progetto molto ambizioso che  costituisce l’ esempio migliore di un virtuoso incontro tra le industrie italiane e polacche”, ha dichiarato l’ambasciatore Aldo Amati. L’argomento principale della riunione è stata la discussione sulle disposizioni finali per la costruzione del Baltic Pipe. “Siamo pronti per iniziare i lavori a mare, il che significa che il primo ottobre 2022 il gas transiterà attraverso il gasdotto dalla piattaforma norvegese alla Polonia”, ha detto il plenipotenziario. Il presidente di Gaz-System Tomasz Stępień, ha ricordato che quest’anno è previsto il completamento della saldatura del gasdotto offshore, e l’anno prossimo si faranno le prove di pressione, test e certificazioni per ottenere l’autorizzazione per l’utilizzo del gasdotto. Gli operatori coinvolti nel progetto sono l’azienda polacca Gaz-System e la danese Energinet.

Budowa Baltic Pipe przyspieszyła. Do końca roku zakończy się spawanie podwodne gazociągu – Gospodarka – polskieradio24.pl

[Aggiornamento 06.05.2021] Situazione attuale in Polonia rispetto all’epidemia di COVID-19

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In Polonia questa settimana si sono registrati ancora nuovi casi, ma con il numero dei casi giornalieri e dei malati attivi in sensibile calo.

Il numero complessivo dei casi attivi è sceso a 202.634 (settimana scorsa 234.500), di cui in gravi condizioni 2.334 (settimana scorsa 2.895), ovvero circa l’ 1% del totale.

Gli ultimi dati mostrano un numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore di 6.431 nuove infezioni registrate su 66.600 test effettuati e 510 morti. Il numero delle vittime nell’ultima settimana è stato ancora  alto, ovvero 1.920 morti, numeri ancora importanti ma in forte calo rispetto alla settimana precedente in cui si erano registrati 2.905 morti.

Il Voivodato della Slesia (1.086), la Masovia (793) e la Grande Polonia (763) sono i Voivodati maggiormente interessati da nuovi casi.

Attualmente la pressione sulle strutture sanitarie polacche è in calo e sotto controllo. Risultano occupati 19.433 posti letto da pazienti COVID-19 su 39.168 disponibili, mentre sono 2.334 le terapie intensive attualmente occupate su 4.218.

Prosegue la campagna vaccinale in Polonia, attualmente sono state effettuate 12.614.827 vaccinazioni per COVID-19, di cui 9.454.765 prima dose (25,0%) e 3.308.889 seconda dose oppure Johnson & Johnson (8,7%).

Dal 4 maggio sono state avviate misure di alleggerimento delle restrizioni attualmente in vigore.

Hanno riaperto su tutto il territorio nazionale i saloni di bellezza, parrucchieri, centri commerciali e musei, mentre dal giorno 8 maggio apriranno nuovamente al pubblico gli hotel. Dal 15 maggio riapriranno bar e ristoranti con servizio all’aperto e sotto stretto regime sanitario, nonché cesserà obbligo di indossare mascherine, se all’aperto e in condizione di poter mantenere la distanza di sicurezza.

A partire dal 29 maggio è prevista la riapertura delle attività al chiuso, compresi ristoranti, bar, palestre, cinema e teatri.

Al momento tutto il territorio polacco rimane in zona rossa con obbligo di mascherine nei luoghi pubblici, anche all’aperto.

Sono ancora chiusi bar, ristoranti, hotel, teatri, piscine e palestre salvo eccezioni in casi particolari. Ristoranti, bar e caffetterie possono effettuare il solo servizio con consegna a domicilio o da asporto.

Per quanto riguarda gli sposamenti, resta in vigore l’obbligo di quarantena di 10 giorni per gli ingressi in Polonia, anche da paesi europei salvo presentazione di test COVDI-19 negativo PCR molecolare o test antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti l’ingresso.

Per gli ingressi in Polonia da paesi al di fuori dell’area Schengen è prevista la quarantena automatica obbligatoria, fino alla presentazione di un test negativo effettuato in Polonia successivamente all’ingresso, ad esclusione delle persone vaccinate per il COVID-19.

Si raccomanda di limitare gli spostamenti e monitorare i dati epidemiologici nel caso di viaggi programmati da e verso la Polonia.

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Informazioni per i cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia tra cui le risposte alle domande:

  • Ci sono Paesi dai quali l’ingresso in Italia è vietato?
  • Sono entrato/a in Italia dall’estero, devo stare 14 giorni in isolamento fiduciario a casa?
  • Quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario per chi entra dall’estero?
  • E’ consentito il turismo da e per l’estero?

Per gli spostamenti da e per l’Italia a questo link le informazioni del Ministero degli Esteri:
https://www.esteri.it/mae/it/ministero/normativaonline/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti/

La situazione Polonia verrà aggiornata all’indirizzo: www.icpartners.it/polonia-situazione-coronavirus/

Per maggiori informazioni:
E-mail: info@icpartnerspoland.pl
Telefono: +48 22 828 39 49
Facebook: www.facebook.com/ICPPoland
LinkedIn: www.linkedin.com/company/icpartners/

Rete Consolare, Billi (Lega): massimo supporto per migliorare i servizi

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Roma, 06/05/21 – “Massimo supporto per migliorare i servizi della Rete Consolare” dichiara l’On.Simone Billi, unico eletto della Lega Salvini Premier nella Circoscrizione Estero, Europa “che versa in una situazione critica, nonostante l’impegno e la passione dei dipendenti e dei Consoli, a causa del raddoppio degli AIRE negli ultimi 15 anni – 3 milioni di AIRE nel 2006, 6 milioni nel 2020 – a fronte di una riduzione delle risorse disponibili, a cui si aggiunge la drammatica pandemia che ha costretto alla chiusa o al lavoro ridotto molti Consolati.”

“L’aumento delle risorse rimane la soluzione principale per risolvere le carenze di organico” dichiara l’On.Billi “per colmare i posti vacanti nei Consolati utilissima anche la velocizzazione dell’assegnazione all’estero dei circa 200 neo-assunti dalla Farnesina, che oggi devono attendere 18 mesi per training a Roma.”

“Positive sono anche tutte le iniziative che possano supportare la Rete Consolare subito e a basso costo o addirittura a costo zero” precisa Billi “proprio a questo riguardo ieri, mercoledì 5 Maggio, la Commissione Esteri ha approvato all’unanimità una risoluzione per la valorizzazione della Rete Consolare Onoraria.”

“Sono soddisfatto perchè la buona politica nell’interesse degli italiani vince sulle divisioni ideologiche” conclude il deputato della Lega “incontrerò nei prossimi giorni alla Farnesina i funzionari di riferimento per discutere di queste e di ulteriori proposte di immediata attuazione per potenziare la Rete Consolare e quella Onoraria.”

Comunicato stampa di Simone Billi

Plurale o singolare?

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Da sempre ripeto che la lingua non è solo la grammatica che è importante, certo, ma ancora più importante è conoscere molte parole, espressioni e modi di dire. Poi ovviamente senza la grammatica non si può fare molto ma bisogna trovare un giusto equilibrio tra le due cose.

Alcune parole apparentemente facili possono diventare complicate perché hanno i generi diversi in polacco ed in italiano ad esempio il libro – książka, in italiano maschile in polacco è femminile. O altri esempi: la casa – dom, il pesce – ryba oppure la luna – księżyc di cui si parlava un’altra volta. Quali sono le conseguenze? A volte parlando abbiniamo in modo automatico un aggettivo del genere sbagliato, quello che c’è nella nostra lingua madre perché è naturale che uno parlando pensi nella lingua madre ed in un certo senso traduca le frasi.

Una situazione simile può nascere nei casi delle parole che in italiano funzionano solo al plurale o solo al singolare mentre in polacco al contrario. Vi presento alcuni esempi:

  • LA GENTE – è una parola che si usa sempre al singolare. In teoria è facile ma in pratica chi è madrelingua di una lingua in cui la stessa parola è al plurale parlando a volte sbaglia. E quindi si dice:
    La gente va a teatro. Ludzie idą do teatru.
    La gente non ha fatto niente. Ludzie nic nie zrobili.
    Non è tutto perché la parola non solo è singolare ma anche è femminile!
    Vedi quella gente dall’altra parte della strada? Widzisz tych ludzi po drugiej stronie ulicy?
    Molta gente è sorpresa. Dużo ludzi jest zdziwionych.
    Tutta la gente era contenta. Wszyscy ludzie byli zadowoleni.

La cosa da fare a questo punto è praticare per ricordare meglio e per rendere la cosa automatica o nel caso della parola “gente” si potrebbe anche usare la parola “persona”, “persone” – osoba, osoby che in polacco ha lo stesso numero e genere. Diciamoci però la verità è difficile parlare l’italiano evitando la parola “gente”.

Altri esempi delle parole che hanno la stessacaratteristica sono:

  • LA PORTA questa parola singolare e femminile in italiano in polacco invece è al plurale drzwi e quindi un errore che ci capita di fare è di nuovo quella di abbinare automaticamente un aggettivo sbagliato.
    La porta è chiusa. Drzwi są zamknięte.
    Vedi quella porta nera? Widzisz tamte czarne drzwi?
    Non aprire la porta! Nie otwieraj drzwi!
  • L’UVA – in italiano si usa al singolare per parlare della frutta in generale, in polacco funziona piuttosto la forma al plurale.
    Devo comprare l’uva. Muszę kupić winogrona.
    Preferisco l’uva nera. Wolę ciemne winogrona.
    L’uva è ricca di vitamine. Winogrona są bogate w witaminy.
    La stessa parola al plurale le uve possiamo incontrare nel contesto in cui si parla della qualità di uva.
  • LA FRUTTA – inteso come l’insieme dei frutti che si mangiano è singolare mentre in polacco è plurale ad esempio:
    La frutta è molto sana. Owoce są bardzo zdrowe.
    Non le piace la frutta. Ona nie lubi owoców.
    In vacanza ho mangiato molta frutta. Na wakacjach jadłam dużo owoców.

Questi esempi servono solo a farvi prestare attenzione a tale aspetto perché possiamo trovarne molti altri e non ha senso studiarne la lista ma è molto meglio ogni volta che ne troviamo una sottolineare questa differenza.

Censimento agricolo: meno aziende ma di maggiori dimensioni

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Dominik Rozkrut, presidente del GUS (l’Istituto Statistico Polacco), ha reso noti i risultati del Censimento Agricolo Generale del 2020. In Polonia attualmente vi sono 1.317.000 aziende agricole, circa il 13% in meno (circa 190.000) rispetto al Censimento Agricolo Generale del 2010, tuttavia sono di dimensioni sempre più grandi: la loro estensione è aumentata da 9,8 ettari nel 2010 ad 11,1 ettari (circa il 13% in più). Commentando questi dati, Rozkrut ha sottolineato che essi mostrano le tendenze essenziali osservate nei territori agricoli polacchi, dove si osserva una sempre maggiore specializzazione delle aziende agricole ed il progresso nella concentrazione della produzione agricola. Mentre il numero di aziende agricole aventi estensione fino a 15 ettari di terreni coltivabili è diminuito di circa il 16%, è aumentato di circa il 6% il numero di aziende agricole aventi estensione oltre 15 ettari. Il GUS ha comunicato che è diminuito il numero delle aziende agricole più piccole, aventi estensione fino a 5 ettari di terreni coltivabili, dal 54% nel 2010 al 52,5% nel 2020, e contemporaneamente è aumentata la presenza di aziende agricole aventi estensione di 15 ettari ed oltre di terreni coltivabili, dal 13% nel 2010 al 15,8% nel 2020. Secondo i risultati preliminari del censimento del 2020, l’estensione dei terreni coltivabili complessivamente nelle aziende agricole risulta di circa 14 637 mila. Negli ultimi 10 anni, questa superficie è diminuita di circa 200 mila ettari (circa 1,5%). Il censimento inoltre ha mostrato che nell’arco di 10 anni è aumentata la superficie dei terreni per la semina di circa 340 mila ettari (del 3,3%), ma è diminuita la superficie destinata ai frutteti di circa 50 mila ettari (di circa il 14%) e dei terreni a prato permanente di circa 45 mila ettari (dell’1,4%). La percentuale dei terreni per la semina è del 73,2%, e a confronto con il 2010 è aumentata di 3,4 punti percentuali. La percentuale dei terreni a prato permanente è del 21,8% (con un aumento di 0,1 punto percentuale). La percentuale dei frutteti è del 2,1% (con una diminuzione di 0,3 punti percentuali). La superficie complessiva dei terreni per la semina nelle aziende agricole nel 2020 è risultata essere di oltre 10.707 mila ettari, più estesa di circa 340 mila ettari rispetto al 2010. La coltivazione dominante è rappresentata dai cereali, che costituiscono circa il 70% delle colture. La loro superficie nel 2020 è risultata di circa 7 377 mila ettari. Riguardo alle coltivazioni, rispetto al 2010, è diminuita la percentuale dei cereali (di 4,5 punti percentuali) e delle patate (di 1,5 punti percentuali), la coltivazione delle rape è rimasta invariata, ed è di poco aumentata la percentuale delle barbabietole da zucchero (di 0,3 punti percentuali). Invece riguardo agli animali da allevamento, rispetto al 2010, il bestiame è aumentato circa del 10% fino a raggiungere 6 299 mila unità, mentre i suini sono diminuiti di oltre il 26%, ora sono 11 203 mila. Nel 2020, per ogni azienda agricola avente animali da allevamento, corrispondono mediamente 24 unità di bestiame (rispetto ad 11, nel 2010) e 133 suini (rispetto a 39, nel 2010). Dal 2014, le malattie che hanno colpito i suini, principalmente l’ASF (African swine fever), hanno condotto alle misure veterinarie di controllo negli allevamenti e quindi alla diminuzione degli allevamenti di suini su piccola scala rispetto a quelli intensivi, di tipo industriale. Secondo i dati preliminari del censimento, nell’arco dell’ultimo decennio è aumentato anche il numero di trattori nelle aziende agricole (circa 1 444 mila, ossia circa 2% in più rispetto al 2010); mediamente, per ogni azienda agricola risultano esservi 1,1 trattore (rispetto a 0,9, nel 2010). Comunque, la superficie media dei terreni coltivabili per trattore (circa 10 ettari) si è mantenuta ad un livello simile a quella del 2010 (10,5 ettari). Nel 2020 le mietitrebbiatrici sono circa 167 mila, ossia oltre il 10% in più rispetto al 2010. In confronto al 2010, è diminuita la quantità di spruzzatori agricoli per distribuire sulle piante i prodotti per la loro protezione (di circa il 5%, a 513mila unità). Il Censimento Agricolo Generale del 2020 è stato condotto dal 1 settembre al 30 novembre 2020, ed è il secondo dopo l’entrata della Polonia nell’UE.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C844003%2Cw-polsce-znacznie-spadla-liczba-gospodarstw-rolnych.html

Mummia egiziana conservata a Varsavia, si tratta di donna incinta

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La ricerca di un team di scienziati polacchi mostra che la prima mummia egiziana riconosciuta al mondo di una donna incinta si trova nel Museo Nazionale di Varsavia. Si è creduto a lungo che nascosto sotto i rotoli di bende fosse il sacerdote Hordehuti ma nuove analisi utilizzando un tomografo moderno hanno dato nuovi risultati. La scoperta è stata fatta nell’ambito del Warsaw Mummy Project. Un articolo sui risultati è appena apparso sul Journal of Archaeological Science. La dottoressa Marzena Ożarek-Szilke, l’antropologa ed l’archeologa della Facoltà di Archeologia dell’Università di Varsavia, che è una degli autori dell’articolo, ricorda in un’intervista a PAP che, poco prima che la stampa fosse pubblicata per la pubblicazione, insieme con il marito Stanisław, hanno notato un piccolo piede nel ventre della donna deceduta. Finalmente, dopo l’uso di vari filtri e scansioni e molte ore d’esperienza di Marcin Jaworski, esperto nel campo della visualizzazione ed allo stesso tempo archeologo, è stato possibile vedere con maggiore precisione l’intero feto. Si è scoperto che la donna era nella 26.-28. settimana di gravidanza. Ciò significa che questa mummia è l’unica finora riconosciuta al mondo con un feto nel grembo materno, sottolinea l’autore principale della pubblicazione, il dottor Wojciech Ejsmond dell’Istituto delle culture mediterranee ed orientali dell’Accademia polacca delle scienze. Ożarek-Szilke afferma che lasciare il feto nella pancia è un mistero e che i tessuti contengono tracce del sangue del defunto. Come parte della prossima fase pianificata del progetto, gli scienziati vogliono analizzare la sua composizione. Grazie a questo, potrebbe essere possibile scoprire la causa della morte di una donna incinta, in quanto alcune tossine indicative di malattie specifiche possono essere rilevate ancora oggi. La mummia arrivò in Polonia nel XIX secolo, probabilmente grazie a Stanisław Kostka Potocki, il ministro dell’istruzione, che sostenne attivamente la creazione della collezione di antichità presso l’emergente Università di Varsavia. Secondo il dottor Ejsmond, si è creduto a lungo che ci fosse una “mummia di donna” all’interno della bara. Questo è ciò che dicono i documenti del XIX secolo. Fu solo nel periodo tra le due guerre che furono letti i geroglifici sulla bara, che indicavano chiaramente il suo proprietario: il sacerdote Hordehuti. Si riteneva quindi che l’uomo stesse riposando all’interno. Solo nel corso di recenti studi è stato accertato che si tratta di una donna. Attualmente la mummia, appartenente all’Università di Varsavia, è depositata presso il Museo Nazionale di Varsavia dal 1917. Insieme al sarcofago è esposto nella Galleria permanente di Arte Antica di recente apertura.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C862298%2Cpierwsza-znana-egipska-mumia-ciezarnej-kobiety-znajduje-sie-w-warszawie

Jan Ostrowski, l’Italia una delle patrie dell’arte europea

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Intervista a Jan Ostrowski, storico dell’arte ed ex-direttore del museo Castello del Wawel

A giugno del 2018 le è stato conferito il premio Gazzetta Italia per i suoi meriti nel rafforzare i rapporti italo-polacchi. Quando e in quale occasione sono cominciate le sue relazioni con l’Italia?

In quanto storico dell’arte è naturale che i miei interessi si concentrino sull’Italia: una delle principali fonti della cultura e dell’arte europea. Ancora ai tempi universitari imparare i nomi dei monumenti italiani, che avevano un suono alquanto originale, per noi era una sfida. Per  esempio, la pronuncia di luoghi come “Santa Maria sopra Minerva” oppure “Palazzo Massimi alle Colonne” è bellissima, non le pare? Seguendo il consiglio di mio padre già dal primo anno dell’università ho cominciato a studiare l’italiano. Dopo un anno ero in grado di comunicare e quando sono andato in Italia, dopo il secondo anno, me la cavavo abbastanza bene. Questo è stato un bel po’ di tempo fa, era il lontano 1967. Dieci anni dopo, grazie alla borsa di studio della fondazione di Roberto Longhi, ho passato tutto un anno accademico a Firenze. All’epoca ero ormai uno storico dell’arte abbastanza maturo, avevo già conseguito il mio dottorato di ricerca e durante questo soggiorno ho raccolto i materiali per il libro che è diventato la base per la mia abilitazione. Successivamente sono tornato in Italia spesso.

Che cosa ammira dell’Italia e cosa non le piace?

Dal punto di vista di storico dell’arte l’Italia è una una terra promessa, una delle patrie dell’arte europea. La sua forza sta nella moltitudine di monumenti e opere d’arte che attirano milioni di persone. E poi l’Italia è un bellissimo paese, un vero giardino d’Europa, avvantaggiato dal punto di vista geografico: mare caldo e meravigliose montagne. Italia significa anche buona cucina e ottimo vino. Allo stesso tempo l’italiano medio è molto aperto, con simpatia approccia gli stranieri, soprattutto quando si rende conto che può comunicare in italiano. Se dovessi proprio indicare una qualità che meglio caratterizza gli italiani di sicuro proporrei la franchezza, la facilità di relazionarsi con gli altri, e penso che a noi non farebbe male prendere esempio da loro. Eppure, nonostante la sua unicità e bellezza, l’Italia ha anche qualche problema, che comunque è normale, poiché niente è perfetto. Questi problemi vengono a galla quando si comincia a conoscere meglio il paese. In Italia di sicuro colpisce la smisurata sproporzione tra il Nord e il Sud, soprattutto dal punto di vista economico e di sviluppo. Poi, dopo averci vissuto qualche tempo, uno si rende conto pure della abbastanza faticosa burocrazia, anche se temperata dalla spontaneità e disinvoltura degli italiani. Ma a mio avviso i vantaggi prevalgono sicuramente.

Come descriverebbe le relazioni tra Polonia e Italia?

Ci piace vedere Italia e Polonia come paesi vicini. La Polonia è un paese cattolico e perciò è naturale che si interessi alla Santa Sede. Se gli Italiani vedono in noi un paese vicino? Penso che l’italiano medio non sappia molto sulla Polonia e la vede piuttosto quale stato lontano ed esotico. Quest’ottica cambia quando gli capita di venire in Polonia. Dalla mia esperienza mi risulta che gli italiani qui si adattano velocemente e ci stanno molto bene.

Possiamo considerare Cracovia una delle città più italiane in Polonia?

Prendendo in considerazione i numerosissimi monumenti di grande rilievo eseguiti dagli artisti italiani, possiamo reputare Cracovia, specie il Wawel, quale capitale italiana della Polonia. Oltre Cracovia merita menzionare Zamość e Sandomierz. Chiaramente queste sono città molto meno conosciute, ma altrettanto legate alla cultura italiana.

Che cosa direbbe agli italiani per invogliarli a visitare Wawel?

Penso che quelli che vengono non abbiano bisogno di essere incoraggiati. Wawel è il punto cardine per ogni turista che visita Cracovia. Ascoltando le lingue parlate dai visitatori, molto spesso sento proprio l’italiano e credo che una volta arrivati a Wawel sentino la sua italianità.

In quanto storico dell’arte potrebbe darci qualche nome degli artisti italiani che particolarmente le stanno a cuore?

Preferirei evitare di cadere nei cliché quali per esempio Michelangelo oppure Raffaello, ma d’altronde è inevitabile, perché in fin dei conti è stata proprio l’Italia, oltre a Olanda e Francia, a mettere al mondo i migliori artisti. A parte i nomi di spicco sono particolarmente legato ad alcuni pittori del periodo di manierismo, ossia della seconda metà del Cinquecento. Per esempio: Agnolo Bronzino oppure Giulio Cesare Procaccini.

Quali pittori polacchi le piacerebbe far conoscere ai nostri lettori italiani?

Rimanendo sempre a Cracovia agli italiani indubbiamente piace Wit Stwosz, e poi la pittura ottocentesca con Matejko in prima linea. Inoltre, le opere di Mateiko oppure Chełmoński sono molto diverse da quello che gli italiani possono vedere nel loro paese. Particolarmente consiglierei agli italiani di visitare la Galleria d’Arte in Sukiennice.

È contento di aver ricevuto il Premio Gazzetta Italia e quali sono i suoi futuri progetti per consolidare i rapporti italo-polacchi?

Sì, vorrei ringraziare tanto per il Premio, mi sono trovato in ottima compagnia, e poi anche la cerimonia è stata eccezionale. Dirigendo un museo importante e poi essendo tuttora uno storico dell’arte attivo, rimango sempre a contatto con l’Italia. La mostra dell’arte quattrocentesca organizzata a Perugia, dove tra l’altro andrà un quadro della collezione di Wawel, di sicuro sarà un altro evento che in qualche modo unirà la cultura polacca con quella italiana. Grazie ai doni della Contessa Karolina Lanckorońska siamo in possesso di tante preziose opere d’arte datate al primo Rinascimento, tra le quali anche questo quadro.

Miasto Włoch – perspektywy i retrospektywy mediolańskie

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Dziś, bardziej niż kiedykolwiek, próba uchwycenia Mediolanu w migawce jest jedynie naiwnym, trudnym do zrealizowania pragnieniem. To lombardzkie miasto nie od dziś jest nieprzystępne, opiera się schematom i dwuwymiarowemu postrzeganiu. Ale to nie wszystko: Mediolan zmienia się i to w zawrotnym tempie. Oko obserwatora śledzi wznoszące się budynki, linia nieba faluje, a na niej, nakreślone jakby szybkimi pociągnięciami pędzla, malują się etapy endemicznej transformacji.

Duomo, niezwykła, słynna neogotycka katedra królująca w centrum miasta, przez wieki zachowywała wyłączne prawo do mediolańskiego nieba. Dziś jest jedynie mirażem zagubionym we mgle. Podniebny prym przejął w latach 50. wieżowiec Pirelli, pieszczotliwie nazywany Pirellone. Dziś natomiast na linii horyzontu wznoszą się sylwetki trzech gigantów dzielnicy Citylife, gdzie lombardzka ironia nazewnicza odzwierciedla atmosferę czasów Spaghetti Westernów: il Dritto (Prosty; wieżowiec Isozaki), lo Storto (Krzywy; wieżowiec Hadid, którego budowa ma się ku końcowi) oraz il Curvo (Wykrzywiony; wieżowiec Libeskind, niezłomnie pnący się w górę w pozycji mniej więcej pionowej). Rzeczony obszar jest owocem prawie dziesięcioletniego projektu, zrzeszającego międzynarodowej sławy architektów, którzy nakreślają na nowo profil miasta. „Niebo Lombardii, takie ładne, kiedy jest ładnie, tak wspaniale, tak spokojne”, obecnie muskane jest przez futurystyczny las. Trzy budynki, zaprojektowane kolejno przez Aratę Isozaki, Zahę Hadid i Daniela Libeskinda – polski akcent w mediolańskiej panoramie – stanowią wierzchołek (a raczej trzy wierzchołki) góry lodowej nowego, międzynarodowego tchnienia, który znacznie przybrał na sile w 2015 roku wraz z mediolańską edycją Expo.

W związku z tym należy stwierdzić, że mapa niewielkiej wioski, w starożytności zwanej Mediolanum, położonej w samym centrum doliny Padu, w ostatnim czasie nabrała nowego charakteru za sprawą znacznej liczby budynków o nowoczesnym i ambitnym designie. Zaczynając od sugestywnej piazza Gae Aulenti – okrągłego, podwyższonego placu okalanego pierścieniem budynków, nad którymi wznosi się strzelisty wieżowiec Unicredit, najwyższy we Włoszech.

Plac ten jest przedstawieniem zmieniającego się Mediolanu, a ci, którzy po nim spacerują, stają twarzą w twarz z mnogością wież „wschodzącego miasta”. Z placu rozpościera się widok na Torre Garibaldi i sąsiednie wieżowce Bosco Verticale, budynek rady regionalnej Lombardii, wieżę Galfa, Wieżę Miejskiej Obsługi Technicznej, wieżowiec Pirelli, wieżowce mieszkalne Solaria, Solea, Aria i część Torre Diamante.

Warto wspomnieć nieco więcej o wieżowcach zdecydowanie wyróżniających się na tle innych, a mianowicie o Bosco Verticale: to zespół dwóch budynków mieszkalnych, usytuowanych wzdłuż starej dzielnicy ludu, Isola, obecnie uwielbianej przez artystów. Bosco Verticale jest przykładem ambitnej próby „zalesienia miasta” w iście mediolańskim stylu… Według jego twórcy, Stefano Boeriego, projekt zrodził się z twórczego paradygmatu (który, być może, ma poniekąd także duchowy charakter) typowo mediolańskiego i lombardzkiego, czyli paradoksu. Wizjonerska sprzeczność polegająca na próbie zbliżenia korzeni do nieba. Elewacje tychże dwóch budynków zdobi nie mniej niż dwa tysiące roślin drzewiastych, w tym krzewów. „Pionowy Las” (z wł. Bosco Verticale) wydał pierwsze owoce w 2015 roku, gdy kompleks budynków otrzymał tytuł „najpiękniejszego i najbardziej innowacyjnego wieżowca”, przyznany przez Council on Tall Buildings and Urban Habitat.

Podwójna dusza Mediolanu przejawia się w jego tellurycznej naturze, ucieleśnionej przez tradycyjne ceglane budownictwo i jego masywne formy ( czego idealnym przykładem jest bazylika Sant’Ambrogio, będąca symbolem mediolańskiej tożsamości do tego stopnia, że przymiotnik „ambrozjański” od niepamiętnych czasów stanowi synonim przymiotnika „mediolański”), a także w dążeniu do metafizycznych aspiracji, których urzeczywistnieniem jest Duomo. A dwa te bieguny stanowią prawdopodobnie niewidzialną nić, łączącą przeszłość, teraźniejszość i przyszłość miasta. Ziemia i niebo, a miedzy nimi città. Odpowiedzią mieszkańców Lombardii na wielkie zagadki historii wydaje się być nauka ziemskiej pokory, z korzyścią dla niebios.

Jeśli to prawda, że żywot duszy dłuższy jest niż sama historia, a zwłaszcza, gdy stwierdzenie to dotyczyć ma niezłomnej duszy Mediolanu, pozwólcie mi cofnąć się w czasie do epoki renesansu. W książęcej siedzibie rodziny Sforza możliwości rozwoju w swym najbardziej twórczym okresie odnalazł przybysz z miasteczka Vinci o imieniu Leonardo. Relacja między artystą a miastem jest szczególnie znacząca, a stosunek Leonarda do wyzwań jego czasów jest symbolem iście mediolańskiej postawy.

Na ulicach miasta nadal odczuwalna jest jego obecność, za sprawą spuścizny materialnej, artystycznych i inżynieryjnych projektów w pełni tutaj zrealizowanych, ale także tej wizjonerskiej.

Technika i wizja: to połączenie postawy mediolańskiej i stylu z rodzinnych stron Vinci, z którym artysta wychodził w swych projektach na spotkanie z przyszłością. Uniwersalizm Leonarda, zdolny do łączenia sztuki, nauki i technologii, mówi nam o duchu miasta, w którym piękno, praktyczność i to, co nowe znajdują przestrzeń do pełnego i aktywnego współistnienia. Praca i tworzenie są prawdziwym wyrazem mediolańskiego DNA, które z pewnej praktycznej zdolności stworzyło własny etyczny kompas.

Podążając śladami Leonarda, renesansowe miasto kryje w sobie wiele zaskakujących inspiracji. Ostatnia wieczerza w Santa Maria delle Grazie to jedno z najbardziej enigmatycznych dzieł toskańskiego mistrza, który pięć i pół wieku temu dotarł jako muzyk na dwór przyszłego księcia Ludovico il Moro, by opuścić go dwadzieścia lat później jako geniusz. Obraz, znany wszystkim, jest absolutnym dziedzictwem ludzkości i osobliwym świadectwem eksperymentalizmu jego autora. Barwnik wykorzystywany przez Leonardo jest w rzeczywistości innowacyjną mieszanką, przez co przez lata dzieło wystawiane było na poważne ryzyko ścierania. W końcu nawet najlepszym zdarza się popełniać błędy, ale wyobrażenie sobie, że mogłaby to być pewna forma figla, spłatanego przez cwanego staruszka, jest zdecydowanie ciekawszą opcją. Mniej znane są natomiast freski w Sala delle Assi w zamku Sforzów, ośrodku władzy książęcej w epoce renesansu; stanowią piękna dekorację ścienną o tematyce sielankowej. Mówiąc o Leonardzie i malarstwie, nie sposób nie wspomnieć o delikatnym i odległym pięknie Damy z gronostajem, portrecie kochanki Moro, Cecylii Gallerani, który z Lombardii przebył długą drogę do muzeum narodowego w Krakowie.

Związek Leonarda z Mediolanem wciąż przynosi nowe niespodzianki, nawet osobom najbardziej obeznanym w temacie. Odkrycie ostatnich lat zwróciło obywatelom tzw. winnicę Leonarda, niedawno przywróconą do pełnego użytku małą, winiarską posiadłość, którą książę podarował artyście w 1498 roku. Winnica znajduje się niedaleko od wspomnianej wcześniej Santa Maria delle Grazie, na dziedzińcu Casa degli Atellani, którą także można zwiedzać. To właśnie tam Maestro opracował pomnik konny Francesco Sforzy (którego reprodukcja zachowała się na miejskim hipodromie), przyjmował uczniów, pracował, jadł, odpoczywał.

W naszej odkrywczej podróży śladami przeszłości mistrza z Vinci nie możemy zapomnieć o Navigli. Ten złożony system kanałów został wymyślony już w czasach średniowiecznych w celu połączenia Mediolanu z rzekami Adda i Ticino, aby miasto zyskało dostęp do rzecznych i morskich połączeń handlowych. Także i w tej inicjatywie miał swój udział Leonardo, projektując system tam, które wyeliminowały problem w różnicy poziomu wody w punktach połączeń. Dziś, nad brzegiem Naviglio Grande i Pavese, rozgrywa się znaczna część nocnego życia Mediolanu. Obszar ten jest objęty strefą dla pieszych i jednocześnie stanowi skupisko nocnych klubów, barów, winiarni i restauracji. Nie brakuje tam także kramów, sklepów i pracowni artystów; pod każdym względem jest to jeden z najbardziej malowniczych i ciekawych kulturowo zakątków miasta.

Projekty tam Naviglio są obecnie przechowywane w Codex Atlanticus, największym zbiorze notatek Leonarda, zachowanym w Biblioteca Ambrosiana. Poczynając od szkiców odzyskanych z tego i innych źródeł, Muzeum Nauki i Technologii opracowało modele naturalnej wielkości, powołując do życia inżynieryjne wizje Mistrza i udostępniając je zwiedzającym.

Krótko mówiąc, nigdy nie będziemy w stanie wystarczająco odwdzięczyć się geniuszowi Leonardo, ale by złagodzić obraz samotnego wizjonera, ponownie przywołujemy wyobrażenie Mediolanu czasów rodziny Sforza – tygiel kulturowych bodźców i niepokojów, przybraną ojczyznę artystów pokroju Donato Bramante. To fascynujące wyobrazić sobie wzajemne wpływy artystów tamtych czasów; przypominając sobie prace Leonarda nad perspektywą, na myśl przychodzi „nieistniejąca absyda” w kościele Santa Maria presso San Satiro, arcydzieło perspektywy malarskiej wykonane przez Bramante w Mediolanie. Istnieje przypuszczenie, uzasadnione zresztą, że właśnie tam narodził się współczesny styl malarski. Dziś, tak jak wtedy, serce miasta bije w rytmie dłuta zagranicznych twórców, formuje się i rośnie w duchu międzynarodowej nowoczesności. Szanowni Państwo, oto miasto Włoch! Ukształtowane pod znakiem wierności tradycji, zwrócone jednak ku światu i na niego otwarte, miasto wielu odmian. Oddychajcie nim z tarasu, zakosztujcie go, odnajdując jego smak w kieliszku Spritza, obserwujcie go, zaglądając na miejscowe podwórka. Mediolan rzuca odwiedzającym wyzwanie pięciu zmysłów, czterech ścian i sześciu kontynentów… a siedem mórz (póki co) pozostawmy Neapolowi.

tłumaczenie pl: Karolina Romanow
foto: Catilina Sherman

Centri mobili di vaccinazione attivi anche durante i giorni festivi

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Dal 1 al 3 maggio tutti gli interessati si potranno vaccinare contro il Covid nei punti vaccinali mobili senza registrarsi. Basta avere una ricetta elettronica ottenuta secondo il calendario di vaccinazione. I pazienti otterranno una dose di Johnson&Johnson. Prima dell’iniezione ognuno dovrà qualificarsi alla vaccinazione secondo la procedura standard: sul posto sarà disponibile l’assistenza medica. Durante l’iniziativa “Vaccinati al ponte del primo maggio” il personale medico risponderà alle domande sui preparati farmacologici usati. Dopo il ponte verrà continuata la registrazione regolare. Il governo conferma che entro il 9 maggio ogni maggiorenne riceverà una ricetta elettronica per vaccinarsi. L’intera lista dei hub vaccinali mobili è disponibile nell’articolo.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C862754%2Czaszczep-sie-w-majowke-lista-mobilnych-punktow-szczepien-bez-zapisow 

[Aggiornamento 29.04.2021] Situazione attuale in Polonia rispetto all’epidemia di COVID-19

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In Polonia questa settimana si sono registrati ancora nuovi casi, ma con il numero dei casi giornalieri in sensibile calo e terapie intensive sotto le 3.000 unità occupate. Rimane ancora alto il numero decessi, anche se si conferma il calo rispetto alle ultime settimane.

Il numero complessivo dei casi attivi è sceso a 234.500 (settimana scorsa 286.301), di cui in gravi condizioni 2.895 (settimana scorsa 3.229), ovvero circa l’ 1% del totale.

Gli ultimi dati mostrano un numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore di 8.427 nuove infezioni registrate su 65.800 test effettuati e 541 morti. Il numero delle vittime nell’ultima settimana è stato alto, ovvero 2.905 morti (nella settimana precedente si erano registrati 3.556 morti).

Il Voivodato della Slesia (1.328), la Masovia (1.025), la Bassa Slesia (934), la Grande Polonia (846), e la Piccola Polonia (620) sono i Voivodati maggiormente interessati da nuovi casi.

Le strutture sanitarie polacche registrano un miglioramento dell’occupazione dei posti letto in ospedale. Attualmente risultano occupati 24.667 letti da pazienti COVID-19 su 43.498 disponibili, mentre sono 2.895 le terapie intensive attualmente occupate su 4.439.

Prosegue la campagna vaccinale che da maggio sarà aperta a tutti. Attualmente in Polonia sono state effettuate 11.081.369 vaccinazioni per COVID-19, di cui 8.316.698 prima dose (22,0%) e 2.852.329 seconda dose oppure Johnson & Johnson (7,6%).

Dato il miglioramento sensibile della situazione a partire dal 1° maggio sono state annunciate nuove misure di alleggerimento delle restrizioni attualmente in vigore. Da maggio progressivamente riapriranno i saloni di bellezza, parrucchieri e hotel, seguiti dalle attività commerciali e dalla gastronomia. A partire dal 15 maggio riapriranno i ristoranti e bar all’aperto, nonché cesserà obbligo di indossare mascherine all’aperto. Dal 29 maggio è prevista la riapertura delle attività al chiuso, compresi ristoranti, bar, palestre, cinema e teatri.

Al momento tutto il territorio polacco rimane in zona rossa con obbligo di mascherine nei luoghi pubblici, anche all’aperto.

Sono chiusi bar, ristoranti, palestre, centri commerciali, hotel, teatri, musei, piscine e aree sportive salvo eccezioni in casi particolari. Ristoranti, bar e caffetterie possono effettuare il solo servizio con consegna a domicilio o da asporto.

Per quanto riguarda gli sposamenti, resta in vigore l’obbligo di quarantena di 10 giorni per gli ingressi in Polonia, anche da paesi europei salvo presentazione di test COVDI-19 negativo PCR molecolare o test antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti l’ingresso.

Per gli ingressi in Polonia da paesi al di fuori dell’area Schengen è prevista la quarantena automatica obbligatoria, fino alla presentazione di un test negativo effettuato in Polonia successivamente all’ingresso, ad esclusione delle persone vaccinate per il COVID-19.

Si raccomanda di limitare gli spostamenti e monitorare i dati epidemiologici nel caso di viaggi programmati da e verso la Polonia.

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Informazioni per i cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia tra cui le risposte alle domande:

  • Ci sono Paesi dai quali l’ingresso in Italia è vietato?
  • Sono entrato/a in Italia dall’estero, devo stare 14 giorni in isolamento fiduciario a casa?
  • Quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario per chi entra dall’estero?
  • E’ consentito il turismo da e per l’estero?

Per gli spostamenti da e per l’Italia a questo link le informazioni del Ministero degli Esteri:
https://www.esteri.it/mae/it/ministero/normativaonline/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti/

La situazione Polonia verrà aggiornata all’indirizzo: www.icpartners.it/polonia-situazione-coronavirus/

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