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La bassa disoccupazione della Polonia attira forza lavoro

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

L’ufficio statistico ha informato che, secondo i dati Eurostat, la Polonia ha attualmente il livello di disoccupazione più basso nell’Unione europea (in Polonia a gennaio 3,1% rispetto a dicembre 2020 e 3,2%, e nell’area dell’euro a gennaio 2021 – 8,1%, contro 8,3% nel mese precedente). Il dottor Artur Bartoszewicz a Polskie Radio 24 ha affermato che il tasso di disoccupazione in Polonia può far sì che il paese sia un luogo in cui venire a cercare un lavoro, anche se non si è ancora ben pagati come in altri paesi dell’UE in cui si registrano forti cali del PIL. Secondo Bartosiewicz sarà un successo mantenere questi valori con le incertezze che probabilmente seguiranno. Il dottor Bartoszewicz ha sottolineato che “la disoccupazione giovanile è il maggior problema del mercato del lavoro nell’Unione europea”. Per questo, come ha sottolineato l’ospite di PR24, una delle scelte determinanti per la scelta di un luogo di lavoro è proprio il fatto di “avere un lavoro e possibilità di sviluppo professionale”.

https://polskieradio24.pl/130/5925/Artykul/2692475,Ekonomista-Polska-moze-stac-sie-miejscem-do-ktorego-bedzie-sie-przyjezdzalo-w-poszukiwaniu-pracy

Andrea Ciccolella, Campione di Tiramisù

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Da umili origini verso grandi imprese. Andrea Ciccolella è un ragazzo di Feltre (città di circa 20mila abitanti in provincia di Belluno) del 1988 e quando è diventato Campione del Mondo di Tiramisù non aveva ancora compiuto 30 anni, precisamente nell’edizione 2017/18.

È l’unico ad essere riuscito ad imporsi come “singolo campione del mondo”, in una gara con 750 concorrenti internazionali, perché tutte le altre edizioni hanno avuto due vincitori: uno per la categoria “classica” ed uno per la categoria “rivisitata”. La categoria “classica” prevede la preparazione di un tiramisù con, appunto, ingredienti classici (biscotti savoiardi, uova, caffè, zucchero, mascarpone e cacao); quella “rivisitata”, invece, con tre ingredienti alternativi in aggiunta o in sostituzione a quelli originali (ad esempio utilizzando Pavesini o altri biscotti al posto dei tradizionali savoiardi). Non solo. Ciccolella detiene anche un altro record mondiale: quello di aver preparato l’unico tiramisù ricoperto di oro commestibile 24 carati. Nonostante i suoi mille impegni dovuti al grande successo, Gazzetta Italia è riuscita ad intervistarlo e vi porta a scoprire i segreti contenuti nel tiramisù più buono del mondo.

Com’è nata la tua passione per la cucina e per la pasticceria in generale?

È una passione che ho fin da quando ero piccolo, posso dire di essere cresciuto tra i fornelli, mio padre mi ha insegnato a fare le pizze, i dolci e altri piatti della cucina tipica del sud, mentre mia mamma del nord mi ha insegnato la cucina veneta; ricordo che a 6 anni ho fatto la mia prima pizza tutta da solo e le mamme dei miei compagni mi chiedevano la ricetta, da quel giorno non ho mai più smesso di cucinare; scelsi di fare la scuola alberghiera a Longarone (in provincia di Belluno) e feci uno stage al ristorante “Il Carro” di Duna Verde (a Caorle, in provincia di Venezia). Una volta finito lo stage, Luca Faraon, proprietario del ristornate, mi chiese di rimanere per la stagione estiva. Vide in me delle doti come pasticcere ed iniziò ad insegnarmi tutto quello che sapeva. L’anno successivo diventai capo partita (capo di un gruppo di chef) del settore pasticceria e così anche per i quattro anni successivi, devo molto a Faraon per tutto quello che so nell’ambito della cucina e della pasticceria.

Quando ha partecipato alla gara non eri un pasticcere di professione, cosa ti ha spinto a lanciarti in questa sfida?

Dal 2011 iniziai a lavorare in Luxottica ma la voglia di ritornare a fare il pasticcere era troppo forte, mi mancava e mi manca tutt’ora. Sono sincero: a quel mondiale inizialmente non volevo partecipare, avevo letto che stavano esaurendo le iscrizioni e si erano già superati i 700 iscritti, dentro di me dissi “che ci vado a fare? Con tutte quelle persone figurati se posso vincere!”. Poi il mio migliore amico, Matteo, insistette che dovevo iscrivermi in modo così pressante che mi convinse, partecipai quasi per fargli piacere. Da quel giorno e per i due mesi successivi iniziai a preparare tiramisù tutti i giorni perché volevo arrivare alla gara in condizioni tali da fare almeno una bella figura.

Ci puoi dire quali sono i tuoi segreti?

In molti mi chiedono quali siano i segreti del mio tiramisù, in verità segreti veri e propri non ce ne sono. Quello che è fondamentale è l’altissima qualità degli ingredienti e il loro bilanciamento per far sì che nessun ingrediente sovrasti l’altro. Importante è poi la scelta del tipo di ingredienti, per esempio utilizzo un mascarpone che abbia almeno il 45% di grassi. Ma soprattutto ci sono tante, tantissime, prove alle spalle con relativi assaggi per arrivare a quello che poi è stato il tiramisù vincente.

Perché secondo te la cucina e la pasticceria italiana sono così apprezzati in tutto il mondo, tanto da essere, insieme all’arte, alla moda, un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale?

Credo che la cucina e la pasticceria italiana siano famose nel mondo semplicemente perché i nostri piatti sono… buonissimi! Preparati con ingredienti di eccellenza. Quando si pensa alla cucina o alla pasticceria italiana si pensa alla qualità, alla tradizione, basti pensare a quanti piatti, dolci, ingredienti e vini contraddistinguono ciascuna regione italiana! E appunto abbiamo il tiramisù, il dolce più famoso al mondo è italiano (per la precisone Veneto).

La tua fama ormai ti precede e gli impegni sono innumerevoli, ma saresti disposto ad organizzare degli eventi live in cui è possibile assaggiare il tuo tiramisù in Polonia?

Certo! Perché no?! Se ci sono ristoranti, pasticcerie, bar e locali che hanno voglia di offrire qualcosa di nuovo al loro pubblico ed alla città in generale, possono contattarmi senza problemi, in Polonia vengo volentieri!

Com’è possibile contattarti?

Mi si può scrivere nei profili social, in particolare alla pagina facebook “Andrea Ciccolella – Campione del Mondo di Tiramisù 201/2018” e su instagram: rispondo sempre ai messaggi!

foto: Dominika Grabińska

Gowin: in estate riaprirà il settore turistico

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Durante la conferenza stampa il ministro dello sviluppo, lavoro e della tecnologia Jarosław Gowin ha detto che in estate sarà possibile l’apertura del settore turistico con alcune restrizioni. Secondo il ministro, come negli altri paesi le persone vaccinate dovrebbero avere il permesso di utilizzare i servizi turistici. Non è certo però se le strutture turistiche saranno aperte solo per i polacchi. Gowin ha informato anche che per la settimana prossima è pianificato l’appuntamento con la partecipazione del rappresentante del governo per la vaccinazione Michał Dworczyk con i rappresentanti delle grandi aziende per discutere la procedura della vaccinazione dei dipendenti. Gowin ha indicato anche che il ministero è aperto alle proposte degli altri operatori economici.

https://forsal.pl/biznes/aktualnosci/artykuly/8137161,gowin-otwarcie-branzy-turystycznej-mozliwe-latem.html  

Firenze è donna!

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Firenze è una donna. Nobile, inconquistabile, fiera. Non ti guarda mai negli occhi e quando già pensi di averla vista tutta o di aver stretto amicizia, cambia volto e non la riconosci più.

Avvolta nella nebbia salgo sulla torre. Un vento freddo soffia dalle finestre, al centro della stanza c’è un letto. Sono cose che esistono solo qui, solo Firenze ti fa dormire in una torre. In cima ad una torre, per essere precisi. Dalle quattro finestre vedo balconi e merli, mura e altre torri. Dalla strada sento il rumore delle ruote di un carrello sul marciapiede. Accendo il riscaldamento, sperando in una notte non troppo fredda.

L’inverno è la stagione migliore per incontrare per strada qualche fiorentino e per sperimentare il silenzio. Con meno persone in giro si sorride più facilmente, ci si saluta più volentieri, si scambiano due chiacchiere. Sono venuta per vedere le opere di Giotto, scrutando la città in cerca di dettagli, prospettive, affreschi e progetti. Mi sorprende ancora quanto sono caratteristiche le pennellate degli artisti, quanto facilmente riconoscibili!

La mia prima tappa è il maestoso Campanile, di un’eleganza tale che sembra essere dipinto sul cielo in questa stagione più grigio che mai, con colori così amati da Giotto, i suoi rosa e verde fiabeschi, quasi attaccato alla facciata di Santa Maria del Fiore. Salgo in cima alla cupola del Duomo, pur impaurita dall’essere così in alto, per vedere la torre da vicino, per ammirarne le sfumature. Firenze toglie il fiato, ruba il cuore e incanta l’anima.

Poi mi fermo a Santa Maria Novella, che paradossalmente si trova a due passi dalla stazione, ma allo stesso tempo è una delle chiese più belle e più tranquille. Giotto c’è anche qui, nel suo crocifisso dorato quasi sospeso nell’aria, accompagnato da affreschi, dalla magnifica geometria dell’architettura e dal silenzio.

Passo anche un pomeriggio intero nella Galleria degli Uffizi, dove l’arte non ha né inizio né fine ma crea una dimensione tutta sua. È un posto che intimidisce, se penso al valore delle opere che ci sono dentro. Ma è anche un rifugio per gli occhi, una dose di bellezza indispensabile per tornare alla quotidianità.

Trovo Giotto anche a Santa Croce. Nella mattinata tranquilla e piovosa arrivo alla piazza dove c’è il mercatino di Natale e mi avvicino alla chiesa. È qui dove riposano i grandi. Mi fermo davanti ai monumenti di Galileo, Dante e Michelangelo e ho la sensazione di venir a trovare degli amici. Per così tanto tempo mi avevano accompagnata negli studi, per così tanto avevo cercato di scoprire qualche loro segreto. La navata della chiesa mi porta alle cappelle delle famiglie Peruzzi e Bardi, affrescate da Giotto, padre della pittura moderna. Proseguo verso il chiostro e verso la cappella dei Pazzi, la più pura delle espressioni artistiche dell’architettura: è qui dov’è nato il Rinascimento!

Il freddo mi fa entrare più volte nei bar e nelle trattorie, mi fa girare tra le specialità del Mercato Centrale, mi fa assaggiare cose che non avrei mai mangiato. Mi fa gustare la ribollita, una ricchissima zuppa piena di fagioli, verdure e pane. Per la prima volta ho coraggio di assaggiare una delle specialità fiorentine, il lampredotto. Il cosiddetto “quinto quarto” della carne (per essere metaforici) oppure il quarto stomaco della vacca (per dire alla lettera). Il lampredotto si mangia dentro un panino, con carciofi e salsa verde, ed è – lo dico da quasi vegetariana – sorprendentemente buono. E l’arte si apprezza molto meglio a stomaco pieno!

Tra le luci della stagione natalizia cammino lungo le strade fiorentine piene di botteghe e negozi che vendono pelle, cartoleria, guanti e cachemire. La città ha un’aria nobile, di lusso, di ricchezza accumulata per secoli.

Non c’è niente di più fiorentino dei bigliettini, carnet e carta da lettere che ispira a scrivere. Non c’è niente di più elegante di un mazzo di fiori accompagnato da un bigliettino d’auguri con il giglio fiorentino e di una busta con dorature e rilievo.

Non posso chiaramente limitarmi solo a Giotto. Nelle mie passeggiate incontro quasi casualmente gli affreschi di Fra Angelico nel convento domenicano di San Marco, scopro l’abitazione di Fra Girolamo Savonarola e ritorno nelle cappelle Medicee a San Lorenzo.

M’infilo tra i palazzi e attraverso un passaggio strettissimo arrivo alla piazzetta davanti alla chiesa dei Santi Apostoli. Le ceramiche bianco-celesti dei Della Robbia recuperano il colore
del cielo che tanto manca in questa stagione.

A due passi dall’Ospedale degli Innocenti il mio sguardo si ferma sulla vetrina di una farmacia. “Sede storica dal 1561” leggo sulla porta. Ma veramente esistono posti con una storia ininterrotta, una storia di quattro secoli e mezzo? Esistono e sono tutelati, ricordandoci un passato che di per sé è un valore inestimabile?

In un mondo che guarda solo verso il futuro, che corre avanti, è difficilissimo trovare spazio per la piccola storia, quella che riguarda singole famiglie e imprese.

Lascio la farmacia dietro di me ma sento che l’esperienza di questa strada fiorentina per l’ennesima volta mi ha cambiata.

Firenze nel mio cuore occupa un posto speciale tra le città italiane. Forse perché è stata una delle prime che ho conosciuto veramente, forse perché ha tracciato per me anche il percorso da fare nella vita. Sono partita da qui per cercare ispirazioni, alla scoperta della lingua, della cultura e soprattutto dell’arte. Sono passati dodici anni, e guardo Firenze con occhi diversi. Non si può scendere due volte lo stesso fiume e non si vede mai due volte la stessa città perché cambiamo noi, perché scorrono nuvole e giorni.

Per l’ultima volta quest’anno cammino con la valigia verso la stazione. E non saprei dire se sono fiocchi di neve vagabondi oppure luci di Natale che danzano per salutarmi. O forse Firenze, come tutte le donne, si è messa a piangere? Sono sicura che non lo ammetterebbe mai.

Zbigniew Rau: l’Ucraina ha il diritto di difenders

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Ieri il ministro polacco degli affari esteri Zbigniew Rau ha visitato Kiev. Rau ha parlato con il ministro ucraino degli affari esteri Dmytro Kuleba del crescendo della tensione sulla frontiera settentrionale e orientale ucraina e della costruzione del gasdotto Nord Stream 2. L’Ucraina, ugualmente come la Polonia e gli altri paesi baltici e gli Stati Uniti, è contro la costruzione del gasdotto Nord Stream 2, che potrebbe aumentare l’influenza della Russia sulla politica europea. I ministri hanno parlato anche della minaccia per la pace nell’Europa. Secondo l’Ucraina nella regione del Donbass, dove nel 2020 è stata proclamata la tregua, la Russia rafforza il suo esercito. Il ministro Rau ha dichiarato che l’Ucraina ha il diritto di difendersi e che non è sola nella difesa della sua sovranità, integrità territoriale e inviolabilità dei confini.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C848155%2Cminister-rau-ukraina-ma-prawo-sie-bronic.html 

Dante in polacco

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Quest’anno non può essere diversamente: vi invitiamo alla lettura del classico dei classici della letteratura italiana, ossia Dante. Nell’offerta della libreria Italicus possiamo trovare varie edizioni italiane della Divina Commedia, fornite di un commento più o meno dettagliato, letture graduate per stranieri, la Commedia tradotta in polacco e un po’ di critica dantesca per chi vuole approfondire la conoscenza del poema.

Qual è la migliore traduzione della Commedia? È una domanda che ricorre spesso, visto che anche le persone che in generale se la cavano bene con l’italiano possono sentirsi intimidite dall’originale del poema dantesco. E allora? Vi avverto che la mia risposta sarà lunga ed evasiva.

L’interesse per Dante in Polonia fu risvegliato, dopo alcuni secoli di silenzio e sulla scia di altri paesi europei, dal Romanticismo, negli anni 20 dell’Ottocento. Un grande ruolo nel processo fu rivestito dai poeti e letterati, tra cui A. Mickiewicz. La prima traduzione polacca dell’intero poema fu stampata nel 1860. Il traduttore J. Korsak, estasiato da una precedente traduzione tedesca della Commedia, ci aveva dedicato più di dieci anni: per tradurre Dante prima aveva dovuto imparare l’italiano! Il suo lavoro, inizialmente accolto con entusiasmo, presto dovette sopportare la concorrenza da parte delle traduzioni successive pubblicate da A. Stanisławski (1870) e E. Porębowicz (1899-1906). Nei decenni successivi alla lista vennero aggiunte le proposte di J. Kowalski (1933), A. Świderska (1947) e A. Kuciak (2002-2004). Nella serie delle traduzioni della Commedia in polacco troviamo anche i lavori tuttora inediti di J. Guszkiewicz (XIX sec.), J. I. Kraszewski (XIX sec.) e S. Dembiński (1902-1903), oggetto di studio filologico.

Perché tradurre un’opera così tante volte? Già nel 1857 Kraszewski scrisse a Stanisławski: “Si può tradurre Dante anche dieci volte, ma non sarà mai troppo”. Anzi, sarà sempre poco, mi permetto di aggiungere, dato che ogni versione in fin dei conti ci lascia insoddisfatti. La traduzione della Commedia, opera estremamente complessa da ogni punto di vista, è una grande sfida. La lingua polacca è nettamente diversa da quella italiana e il divario geografi co, storico e culturale tra noi e l’originale certamente non aiuta. In più, l’opera di Dante, non può esse racchiusa in interpretazioni e schemi validi una volta per tutte: non senza ragione la critica dantesca fiorisce da ben sette secoli, contribuendo anche all’evoluzione delle esigenze del lettore e all’inevitabile “invecchiamento” delle traduzioni. I traduttori, costretti a negoziare tra il provare a mantenere la forma dell’originale e i tentativi di salvarne il contenuto, fanno del loro meglio (e così, per esempio, Korsak intervalla vari tipi di rima, Stanisławski adotta il verso sciolto, Porębowicz, Kowalski, Świderska e Kuciak mantengono le terzine, con varie conseguenze per il senso e le altre caratteristiche dell’opera). Questo è il motivo per cui è impossibile indicare la “migliore” traduzione che ci possa soddisfare in tutto e per tutto nel  confronto con l’originale dantesco. Ogni traduzione ci offre una Commedia diversa. È un fatto naturale e prezioso. Sul mercato editoriale polacco domina, nonostante le sue innegabili imperfezioni (come lo stile poco chiaro e un’ostentata originalità legata ai canoni estetici della lingua polacca degli inizi del Novecento), la proposta di Porębowicz, studioso di letterature romanze. Se non ci sentiamo in grado di leggere l’originale del poema corredato di un buon commento italiano, possiamo venire a un compromesso e scegliere l’edizione bilingue (D. Alighieri, Boska Komedia/La Divina Commedia, trad. E. Porębowicz, Kraków: Pasaże, 2018), con l’introduzione di M. Maślanka-Soro e le note di A. Pifko. In questa maniera possiamo goderci l’originale, aiutandoci al tempo stesso con la traduzione posta a fronte e gli ulteriori chiarimenti.

Ma di Dante c’è anche altro, non solo La Commedia! Nell’ambiente letterario fiorentino l’Alighieri era un poeta conosciuto e apprezzato ancora prima di aver iniziato il lavoro sul poema. Nella giovinezza scriveva tra l’altro delle rime amorose, di cui molte si iscrivono nella poetica stilnovistica. Dopo la morte di Beatrice, Dante scrisse Vita nuova, opera mista di prosa e versi, che presenta l’evoluzione dell’amore, la storia della poesia d’amore e della formazione artistica dell’autore. Il testo, anche se di modeste dimensioni, è un componimento di grande valore artistico, innovativo, complesso e diffi cile da interpretare. Il lettore polacco può scegliere tra quattro traduzioni del “libello”: di A. Siekierski (XIX sec., ed. 2017), G. Ehrenberg (1880), W. Husarski (1921), A. Górski (1915) ed E. Porębowicz (1934). Non sarà una sorpresa, suppongo, se vi dico che queste traduzioni sono “invecchiate” già da tempo e che non sono al passo con l’odierna interpretazione e conoscenza della Vita nuova. I traduttori (qui generalizzo, per essere breve), spesso conformemente alle tendenze predominanti nei loro tempi, ci impongono la lettura autobiografica dell’opera, la leggono in prospettiva verticale come “un’introduzione alla Commedia” (il che non è sbagliato, ma è molto limitativo), ne trascurano l’atmosfera religiosa o la poetica dello stilnovo, trasformando questo piccolo capolavoro in un racconto sull’amore giovanile di Dante verso una graziosa ragazza. Non ne siamo soddisfatti. Cosa possiamo fare, allora, se non siamo in grado di leggere l’originale? Prima della lettura del “libello” in polacco, indipendentemente dalla traduzione scelta, sicuramente vale la pena di leggere delle pubblicazioni che ci descriveranno nei tratti essenziali la ricchezza dei temi nascosti nella Vita nuova (da consigliare, in polacco, per es. “Introduzione” a: D. Alighieri, Vita nuova – Życie nowe, trad. A. Siekierski, ed. A. Pifko, Kraków: Collegium Columbinum, 2017).

Quest’anno non dimentichiamoci anche del Convivio (trad. da M. Bartkowiak-Lerch), di De Monarchia (trad. da W. Seńko) e del trattato De vulgari eloquentia (trad. da W. Olszaniec). Nella lettura ci saranno d’aiuto le introduzioni e i commenti. Anche se, con molta probabilità, la pandemia toglierà un po’ di splendore e visibilità alle grandi celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, non ci toglierà il più importante: la possibilità di leggere le sue opere. Quest’anno siamo particolarmente invitati a scoprire e approfondire la nostra conoscenza delle opere del Sommo Poeta. Vale la pena anche informarsi bene su internet, perché molti grandi eventi, a cui probabilmente non potremmo partecipare a Ravenna, Firenze e altri posti del mondo, si svolgeranno in rete e diventeranno accessibili.

Le pubblicazioni scientifiche su Dante e sulla sua ricezione (in polacco) da consultare (scelta):

  • Grzybowski J., Miecz i pastorał. Filozoficzny uniwersalizm sporu o charakter władzy. Tomasz z Akwinu i Dante Alighieri, Kęty: Antyk, 2005
  • Grzybowski J., Theatrum Mundi. Kosmologia i teologia Dantego Alighieri, Warszawa: Semper, 2009
  • Kuciak A., Dante romantyków. Recepcja Boskiej Komedii u Mickiewicza, Słowackiego, Krasińskiego i Norwida, Poznań: Wydawnictwo Naukowe UAM, 2003
  • Litwornia A., „Dantego któż się odważy tłumaczyć?” Studia o recepcji Dantego w Polsce, Warszawa: IBL PAN, 2005
  • Maślanka-Soro M., Tragizm w Komedii Dantego, wyd. II, Kraków: Universitas, 2010
  • Maślanka-Soro M., Antyczna tradycja epicka u Dantego, Kraków: Księgarnia Akademicka, 2015

***

Leggo, vivo meglio è una rubrica gestita da Krystyna Juszkiewicz-Mydlarz, la proprietaria della Libreria Italicus a Cracovia che opera ininterrottamente dal 1991, inizialmente come negozio per corrispondenza, e ora come libreria (anche online) e caffetteria. Italicus ha nella sua offerta oltre 2 mila titoli tra cui i più importanti libri di testo italiani per l’apprendimento e l’insegnamento, gli autori classici e contemporanei della letteratura italiana in lingua originale e in traduzione polacca nonché gli autori polacchi tradotti in italiano.

[Aggiornamento 08.04.2021] Situazione attuale in Polonia rispetto all’epidemia di COVID-19

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In Polonia questa settimana si sono registrati ancora nuovi casi, con il numero dei malati attivi in calo negli ultimi giorni, ma con terapie intensive ancora sotto pressione e decessi in aumento di 189 unità rispetto alla scorsa settimana.

Il numero complessivo dei casi attivi è sceso a 366.344 (settimana scorsa 421.126), di cui in gravi condizioni 3.362 (settimana scorsa 3.143), ovvero circa lo 0,9% del totale.

Gli ultimi dati mostrano un numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore di 27.887 nuove infezioni registrate su 111.500 test effettuati e 952 morti. Il numero delle vittime nell’ultima settimana è stato alto e ancora in crescita, ovvero 2.994 morti (nella settimana precedente si erano registrati 2.805 morti).

Il Voivodato della Slesia (4.880), la Masovia (3.910), la Piccola Polonia (2.813), la Grande Polonia (2.767) e la Bassa Slesia (2.299) sono i Voivodati maggiormente interessati da nuovi casi.

Le strutture sanitarie polacche rimangono ancora sotto pressione, con occupazione dei posti letto in ospedale intorno al 78% della capacità totale. Sono attualmente occupati 34.864 letti da pazienti COVID-19 su 44.878, mentre sono 3.362 le terapie intensive attualmente occupate su 4.293.

Prosegue la campagna vaccinale, attualmente aperta alle persone con più di quarant’anni, che conta attualmente 6.995.652 vaccinazioni per COVID-19 in Polonia, di cui 4.909.594 prima dose e 2.090.058 seconda dose.

Dato il numero alto di decessi e la situazione ospedaliera sono state confermate le restrizioni attualmente in vigore fino al 18 aprile.

Tutto il territorio polacco è zona rossa con obbligo di mascherine nei luoghi pubblici, anche all’aperto.

Sono chiusi bar, ristoranti, palestre, centri commerciali, hotel, teatri, musei, piscine e aree sportive salvo eccezioni in casi particolari. Ristoranti, bar e caffetterie possono effettuare il solo servizio con consegna a domicilio o da asporto.

Per quanto riguarda gli sposamenti, resta in vigore l’obbligo di quarantena di 10 giorni per gli ingressi in Polonia, anche da paesi europei salvo presentazione di test COVDI-19 negativo PCR molecolare o test antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti l’ingresso.

Per gli ingressi in Polonia da paesi al di fuori dell’area Schengen è prevista la quarantena automatica obbligatoria, fino alla presentazione di un test negativo effettuato in Polonia successivamente all’ingresso, ad esclusione delle persone vaccinate per il COVID-19.

Si raccomanda di limitare gli spostamenti e monitorare i dati epidemiologici nel caso di viaggi programmati da e verso la Polonia, per il rischio di possibili nuove restrizioni sui voli e gli spostamenti.

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Informazioni per i cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia tra cui le risposte alle domande:

  • Ci sono Paesi dai quali l’ingresso in Italia è vietato?
  • Sono entrato/a in Italia dall’estero, devo stare 14 giorni in isolamento fiduciario a casa?
  • Quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario per chi entra dall’estero?
  • E’ consentito il turismo da e per l’estero?

Per gli spostamenti da e per l’Italia a questo link le informazioni del Ministero degli Esteri:
https://www.esteri.it/mae/it/ministero/normativaonline/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti/

La situazione Polonia verrà aggiornata all’indirizzo: www.icpartners.it/polonia-situazione-coronavirus/

Per maggiori informazioni:
E-mail: info@icpartnerspoland.pl
Telefono: +48 22 828 39 49
Facebook: www.facebook.com/ICPPoland
LinkedIn: www.linkedin.com/company/icpartners/

Il governo ha deciso di mantenere le restrizioni fino al 18 aprile

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Ieri il ministro della salute Adam Niedzielski ha informato che il governo polacco ha deciso di mantenere le restrizioni fino al 18 aprile. Il ministro ha detto anche che la settimana prossima il governo prenderà ancora altre decisioni riguardo la pandemia. Niedzielski ha informato che la decisione del governo è il risultato della necessità di osservare lo stato della pandemia dopo la Pasqua. I dati riguardo i nuovi contagi però non possono essere considerati un segno ottimistico: la situazione negli ospedali, soprattutto riguardo i posti letto occupati dai pazienti, è ancora difficile. Il ministro ha informato però che questa situazione è diversa nelle varie regioni della Polonia. Adesso sono occupati 34,5 mila posti letto e oltre 3,3 mila posti letto con respiratore. “Circa l’80% dei posti letto in Polonia sono occupati, il che è un parametro pericoloso”, ha dichiarato il ministro.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C847365%2Cniedzielski-podjelismy-decyzje-ze-obecne-obostrzenia-zostana-przedluzone-do

GAZZETTA ITALIA 86 (aprile – maggio 2021)

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Gazzetta 86. Sophia Loren non è solo una grande attrice, bella e affascinante, ma è anche icona di caparbietà e forza, una donna simbolo che per la cantante Natalia Moskal è una continua fonte d’ispirazione. Con l’artista di Lublino, che vive a Milano, parliamo a lungo della sua carriera e dei suoi progetti tra cui l’impegno da editrice. E poi via a spasso oziosamente, “ovvero flaneuring”, per Milano scoprendo l’enorme offerta culturale della città. Incontriamo quindi una pittrice polacca che ha scelto di vivere nella magica Toscana, un ragazzo veneziano che si è convertito sulla via di Varsavia e oggi dice messa ogni domenica in Plac Grzybowski e la “pizzagirlpatrol” innamorata della Sicilia! 

Insomma come sempre moltissimi articoli interessanti insieme alle tante rubriche sul cinema, parliamo di Lina Wertmuller, sulla cucina, tante ricette e scopriremo la storia del famoso risotto italiano, e sulla lingua con approfondimenti su Pascoli e sull’etimologia delle parole.