Val d’Orcia: gli effetti del Buon Governo nella campagna toscana

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Devo dire che dall’inizio del mio Erasmus a Siena, la città non mi ha risparmiato sensazioni estetiche. Già dalla prima serata sono rimasta stupita dal suo clima medievale, un po’ magico. Era l’inizio di ottobre, i festeggiamenti dopo il Palio stavano per finire, Siena pian piano cadeva nel sonno invernale… Nei seguenti mesi ho seguito i corsi universitari e ho goduto della bellezza della mia nuova piccola patria.

L’Italia è il paese che vanta piu siti UNESCO (50), invece la provincia di Siena e il luogo più “premiato” d’Italia, il che la rende il leader assoluto nella categoria! Nella lista del patrimonio mondiale troviamo infatti: centro storico di Siena, borghi medievali di San Gimignano e Pienza e la valle del fiume Orcia ovvero Val d’Orcia.

Il punto panoramico da cui si può ammirare la valle pittoresca si trova a Pienza in Viale s. Caterina. Li troviamo anche una targa che dice: “Val d’Orcia, paesaggio culturale patrimonio mondiale dell’Unesco. La Val d’Orcia è un eccezionale esempio del ridisegno del paesaggio nel rinascimento, che illustra gli ideali di buon governo e la ricerca estetica che ne ha guidato la concezione. Celebrata dai pittori della scuola senese, la Val d’Orcia e divenuta un’icona del paesaggio che ha profondamente influenzato lo sviluppo del pensiero paesistico.”

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Gli “ideali di buon governo” richiamano gli affresci di Ambrogio Lorenzetti, datati all’anno 1338-1338, che si trovano nel Palazzo Pubblico a Siena. Lorenzetti nelle sue opere rappresentò le allegorie di buono e cattivo governo e gli effetti di essi in città e nella campagna circostante, che dovevano ispirare il Governo dei Nove a governare bene a Siena, ma anche istruire il popolo sui vantaggi del buon governo. È uno dei primi esempi d’arte laica di tematica civica, complessa e ricca di simboli. Il Buon Governo di Lorenzetti doveva personificare le tre virtù teologiche: Fede, Speranza e Carità, e le quattro virtù cardinali: Giustizia, Temperanza, Prudenza e Forza. E infatti, ai tempi del Governo dei Nove Siena visse un periodo di grande splendore, interrotto purtroppo dall’epidemia di peste nera, che impedì alla citta di tornare alla potenza precedente. Il morbo vanificò inoltre i piani di espansione della Cattedrale di Siena, che doveva essere un elemento di rivalità con Firenze.

Sotto il Governo dei Nove, tutti i cittadini di Siena seppero la propria posizione nella gerarchia, ognuno faceva il proprio mestiere. In città governava la Tranquillità (personificata da un angelo), che garantiva la sicurezza. Fu ovviamente un’utopia, diversa dalla realtà, però fino al giorno d’oggi a Siena, se ci guardiamo intorno, nel centro oppure guardando dalla Piazza del Mercato verso la Villa il Pavone e Monte Amiata, oppure uscendo da Porta San Marco che domina la campagna toscana, vediamo un’incredibile armonia delle forme e la proporzione divina tra l’uomo, inserito nella natura, e la tecnica, intesa come infrastrutture di vario tipo.

Se c’e qualcosa che mi ricordo particolarmente bene dal mio soggiorno in Toscana, sono proprio i paesaggi idilliaci. Siena è una cosiddetta ‘città giardino’, creata a misura d’uomo. Si inserisce perfettamente nel paesaggio della zona, non ingombrandolo troppo e non rovinando l’atmosfera di potenza medievale con complessi residenziali moderni, intromissioni che invece molte città, come per esempio Perugia, non sono riuscite a evitare.

Non avendo più raggiunto l’importanza precedente, Siena paradossalmente ne ha tratto vantaggio, rimanendo immutata nella sua perfezione. Gli effetti del buon governo del Governo dei Nove si sono diffusi nella zona e sono visibili in tutta la provincia, fino al confine con l’Umbria. Le buone pratiche tratte da questi tempi remoti, ma anche la grande autonomia di Siena e dei senesi, hanno permesso alla città di mantenere la sua forma per secoli. La cinta senese, cioe un tipo locale di cinghiale, di cui si producono i salumi Cinta Senese DOP, immortalata 700 anni fa negli affreschi di Lorenzetti, ancor oggi è un animale caratteristico della regione e testimonia il suo carattere originale.

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La Val d’Orcia con il suo paesaggio pittoresco dà un’impressione fuori dal tempo, trasferendoci in un mondo idilliaco e in un clima emozionante. I suoi vasti campi verdi assomigliano a tappeti fatti da artiginali con tanta cura, e ci stupiscono con la loro bellezza non forzata. La flora del luogo è dominata dai cipressi, così indispensabili alla campagna toscana; in altre regioni italiane vengono percepiti come cattivo auspicio e associate strettamente ai cimiteri, qui, però, si inseriscono perfettamente, provocando muta ammirazione. Qua e la, tra l’erba e cipressi, si puo notare qualche villa isolata sulla collina, che completa questa immagine favolosa. Ma sul tema di Val d’Orcia non bisogna soffermarsi troppo a lungo: VA SEMPLICEMENTE VISTA!

foto: Katarzyna Kurkowska