Corte d’Appello di Varsavia: via libera ai documenti in polacco nelle cause contro Facebook

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La Corte d’Appello di Varsavia ha emesso una dichiarazione storica nella causa di Krzysztof Czabański contro Facebook. Secondo la Corte, nel trattamento di una causa contro Facebook l’utente non è obbligato alla traduzione in inglese dei documenti processuali. La denuncia intentata da Krzysztof Czabański è stata depositata nel 2019 presso la Corte Distrettuale di Varsavia e riguardava la violazione dei diritti personali attraverso la censura dei contenuti condivisi dalla piattaforma. La controversia sulla traduzione è stata posta per la prima volta a settembre 2021, quando il Tribunale Distrettuale ha sospeso tutto il procedimento della causa, per un mancato pagamento dell’anticipo per la traduzione della denuncia legale in inglese (dell’importo di 2 000 zloty) che dovrebbe essere a carico di Czabański. In seguito alla decisione della Corte, Facebook ha rifiutato di accettare la denuncia (per il fatto che il documento non è stato presentato nella lingua ufficiale dello stato del destinatario della controversia) e tutto è avvenuto in conformità del diritto dell’UE. Nel dicembre 2021 l’avvocato di Czabański ha presentato un reclamo alla Corte d’Appello, contro la decisione di settembre, e la Corte facendo il riferimento alla decisione della Corte Regionale Superiore di Düsseldorf (del 18 dicembre 2019: che annullava l’obbligo dell’utente tedesco di Facebook di tradurre i documenti processuali in inglese) ha deciso di accogliere il reclamo. Secondo la Corte di Varsavia, pur essendo un’entità straniera, Facebook Irleand Ltd a Dublino, crea i documenti in polacco (regolamenti d’uso, politiche sulla privacy, accordi con gli utenti), dunque ha accesso al personale qualificato che capisce il polacco. La sentenza della Corte d’Appello di Varsavia apre le porte alle possibili future controversie con gli utenti, essendo un atto simbolico di uguaglianza davanti alla legge sia dei cittadini comuni che delle grandi corporazioni. Nel risultato della recente dichiarazione della Corte d’Appello, il caso di Czabański sarà riaperto e Facebook durante il procedimento dovrà spiegare le sue azioni di censura contro gli account degli utenti nei social media.

https://www.pap.pl/aktualnosci/news%2C1048897%2Csad-w-sporze-z-facebookiem-nie-trzeba-tlumaczyc-pozwu-na-angielski