JUSTYNA PAW?OWSKA: Roma è proprio la mia “grande città” dei sogni

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La vita di Justyna Pawlowska è un esempio di come i sogni si possono avverare. Sognava di vivere in una grande città e  all’eta di 20 anni è arrivata a Roma dove ha cominciato la sua grande carriera nel mondo della fotografia nel settore della moda e della pubblicità. Ma non è successo tutto immediatamente, ed ha avuto il coraggio di lasciare un lavoro sicuro all’ambasciata polacca. Pazza? Forse. Testarda e determinata? Di sicuro ha cominciato da zero e ha ottenuto un grande successo. Oggi Paw?owska è un personaggio conosciuto e un’apprezzata professoressa (insegna Fotografia della Moda, Fashion Forecasting e Cool Hunting all’Accademia del Lusso a Roma) la sua esperienza lavorativa vanta numerose collaborazioni, come quella con il designer Augusto Vespasiano, e con la famosa cantante Erykha Badu, oltre a opere per il Comune di Roma, Agip, e per la catena italiana di abbigliamento Fiorucci. Nonostante i tanti impegni l’artista ha trovato un po’ di tempo per rilasciare un’intervista a Gazzetta Italia… da Parigi raccontando se stessa e parlando del futuro.

Dove è cresciuta e quando è nata in lei la passione per la fotografia?

Sono nata a Kielce, ma sono cresciuta a Skar?ysko-Kamienna, che ho sempre sentito come un posto troppo stretto per me. Già da teenager sognavo di vivere in una “grande città” e di viaggiare per il mondo.

E il sogno si avverat[cml_media_alt id='113529']Longawa - JUSTYNA PAW?OWSKA (14)[/cml_media_alt]o, all’età di 20 anni lei si trasferisce a Roma. Quali sono stati i suoi primi passi nella Città Eterna?

La scelta di venire a Roma non è stata casuale, anche se non ero molto affascinata dall’Italia, ma questo paese era uno dei pochi dove si poteva andare senza problemi. Sono una goccia nell’ondata di emigrazioni. Sono venuta per le vacanze, volevo trovare qualche lavoro stagionale e poi tornare, ma ho capito subito che non è cosi facile quando non si conosce la lingua. Con il tempo ho trovato lavoro e mi sono iscritta a un corso di italiano e ho fatto le prime amicizie. I mesi passavano e quando arrivato il momento di tornare, ho capito che Roma era proprio la città dei miei sogni d’infanzia, una “grande città”. La fotografia è apparsa tardi nella mia vita, la prima macchina fotografica l’ho comprata a 23 anni, subito dopo ho capito che per me era qualcosa di più di un hobby e a 27 anni ho deciso di rischiare, ho lasciato un buono, anzi un buonissimo posto di lavoro e ho cominciato a seguire un corso triennale alla Scuola Romana di Fotografia. Il resto già lo sapete.

In quale tipo di fotografia si è specializzata?

La mia specializzazione è in Fashion & Adversting photography, ma la mia più grande passione è il ritratto, al quale ultimamente sto dedicando il mio tempo sempre di più. I vestiti alla moda danno una buona occasione per fare un ritratto creativo.

Di quale dei suoi progetti è più orgogliosa?

Certamente dei miei progetti personali. Quando lavoro su commissione non sono libera di scegliere, il cliente o l’agenzia di pubblicità decide tutto. Solo i progetti personali mi permettono esprimere la mia visione del mondo. La più grande soddisfazione me l’ha data il progetto NUDE, una sessione haute couture c[cml_media_alt id='113530']Longawa - JUSTYNA PAW?OWSKA (20)[/cml_media_alt]on una modella e con 4 gatti sfingi, che ha ricevuto tanti riconoscimenti, tra cui il venire presentato al Festival della Fotografia a Cannes. Mi ricordo questa sessione come una delle più stressanti: silenzio assoluto nello studio, lunga attesa che i gatti si avvicinassero alla modella. Alla fine è valsa la pena aspettare! Nessuna delle foto è un fotomontaggio (ride).

Su cosa sta lavorando ora?

Sto facendo contemporaneamente diverse cose: ho degli incarichi commerciali, sono professoressa di Fotografia della moda nel corso di Fashion Forecasting & Cool Hunting dell’ Accademia del Lusso, una delle scuole di moda romane, e nel tempo libero preparo i miei progetti personali, sperando di trovare il tempo per realizzarli e che non rimangano soltanto una idea sulla carta…

Rimpiange di aver lasciato un posto di lavoro sicuro all’ambasciata polacca di Roma per la fotografia?

Una professione libera e creativa ha i suoi pro e i suoi contro, e qualche volta succede che io abbia rimpianti, ma mi passa subito. Se dovessi decidere di nuovo, farei la stessa scelta. Sono una persona a cui non piace la routine; non dico che questa non esista nella fotografia, ma comunque c’è n’è di meno che in ufficio.

Lei ha ottenuto un grande successo nel suo mestiere. Quali sono i nuovi obiettivi?

Il lavoro di fotografo è molto difficile ed è complicato salire i gradini della carriera. Quando arrivi già al tuo obiettivo, subito capisci che davanti a te c’è ancora tanto lavoro e stai cominciando di nuovo. Questo non è solo un mestiere, questo è uno stile di vita, ovvio, molto affascinane, ma che non ti dà un momento di tregua. Con l’età le priorità stanno cambiando, penso di farmi una famiglia, e questo nel caso della donna, come ben sapete, non va d’accordo con la carriera. Davanti a me ho una difficile scelta.

Lei ha lavorato anche in altri paesi?

Spesso lavoro su commissione in Spagna ma ultimamente sto valutando le offerte di lavoro in Medio Oriente. Da sempre mi hanno affascinato paesi esotici e ora lì ci sono stipendi spesso maggiori di quelli europei e quindi si può andare non solo per le vacanze.

Le sue foto spesso assomigliano a quadri, esprimono sempre emozioni, attirano l’attenzione. Come descrive il suo stile?[cml_media_alt id='113531']Longawa - JUSTYNA PAW?OWSKA (27)[/cml_media_alt]

Non ho mai provato a descrivere il mio stile, al contrario, penso che, non ne ho uno. Ringrazio tutti quelli che pensano che lo possiedo. Per me è un grande complimento!

Quale delle sessioni fotografiche non potrà mai dimenticare?

Un lavoro per Stretch Couture , più precisamente per Augusto Vespasiani un stilista romano di haute couture  geniale, che purtroppo oggi non è più con noi. Mi ricordo uno degli ultimi nostri incontri e una serie di foto con una indimenticabile star di soul americana, Erukha Badu.

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