La Polonia si divide sull’aborto: la Czarny Protest si riversa sulle strade del paese

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Si è svolta ieri in molte città polacche la cosiddetta “Protesta Nera” (Czarny Protest), durante la quale migliaia di donne e uomini hanno marciato lungo le strade per esprimere la loro opposizione all’eventuale irrigidimento della legislazione riguardante l’aborto. Il numero considerevole di partecipanti ha costretto diverse attività commerciali a chiudere. Nonostante la pioggia incessante, la protesta a Varsavia ha attirato tra le 17 mila e le 30 mila persone (a seconda delle fonti), mentre altre manifestazioni si sono svolte a Breslavia, Stettino, Poznan, Katowice, Bydgoszcz, Kielce, Płock e in altre località minori. Contro questa legge si sono verificate proteste anche a Bruxelles, Londra, Parigi, Berlino e Kiev. Durante le manifestazioni sono stati scanditi slogan quali “voglio poter scegliere” oppure “il mio corpo è affar mio”. Insieme alla protesta sono state promosse diverse iniziative, ad esempio la giornata a porte aperte presso le organizzazioni che proteggono i diritti delle donne. A Varsavia, tali eventi sono stati organizzati dal Centro per i diritti delle donne (Centrum Praw Kobiet) e dalla Federazione per le donne e la pianificazione familiare (Federacja na rzecz Kobiet i Planowania Rodziny). In risposta alla “Protesta Nera”, coloro che vorrebbero vietare l’aborto hanno organizzato diverse contro-manifestazioni, in cui si sono vestiti di bianco. I gruppi a favore dell’irrigidimento della legge hanno esposto striscioni con immagini di feti abortiti o con la scritta “dove inizia la vita?”. Ci sono anche persone che si sono riunite in chiesa, pregando e partecipando alle messe. La Chiesa ha sottolineato la propria opposizione all’aborto, ma si dice anche contraria alla punizione delle donne. L’eventuale irrigidimento della legge sull’aborto è la conseguenza di un’iniziativa civile, secondo la quale l’aborto dovrebbe essere completamente vietato e le donne che decidono di interrompere la gravidanza dovrebbero essere punite. L’iniziativa sarà esaminata dalla Camera dei Deputati, mentre il progetto di liberalizzazione della legge è già stato respinto dopo la prima lettura.

pap.pl