La storia del gelato

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Karolina Kij

Con l’arrivo dell’estate mi ritornano in mente ricordi dei solari giorni estivi della mia infanzia, dei tempi quando con i miei cugini andavamo nel bosco a raccogliere mirtilli e fragole, nuotavamo nel fiume ed inventavamo decine di giochi e scherzi. Sento ancora l’odore del fieno che si seccava, il fresco del bosco e il sapore dei dessert estivi: fragole con panna e zucchero, brioche ai mirtilli e ovviamente… gelati. Siccome ho vissuto una gran parte della mia infanzia durante gli ultimi anni dell’epoca comunista in Polonia mi ricordo più vivamente i gelati “Bambino” che godevano di grande popolarità nella Repubblica Popolare di Polonia. I gelati prodotti nei primi anni Sessanta dello scorso secolo avevano gusti alla crema, al caffè e alla frutta. Ora, contrariamente a quell’epoca, gli scaffali dei negozi sono pieni di qualsiasi tipo di beni e non ci si può lamentare della mancanza di gelati, anche se proprio in Polonia ne vengono mangiati relativamente pochi, principalmente in primavera ed in estate. Godendo però il sapore di questo manicaretto freddo avete mai pensato alle sue origini? Secondo alcune fonti i primi ad acquisire la capacità di produrre gelati furono i cinesi che tre mila anni A. C. mettevano una miscela di neve e di salnitro attorno ad un recipiente riempito di uno sciroppo dolce. L’invenzione sarebbe stata portata in Europa dal famoso viaggiatore veneziano Marco Polo. Invece secondo altre fonti, i siciliani, per primi in Europa, attorno al XIII secolo, elaborarono il metodo di preparare gelati, e più precisamente sorbetti. Dalla Sicilia la tecnica fu esportata in Toscana e successivamente si diffuse in tutto il mondo. C’è un’altra teoria secondo cui Caterina De’ Medici, arrivando a Parigi nel 1533 quale moglie quattordicenne di Enrico d’Orléans (in seguito diventato il re di Francia Enrico II), portò con sé il suo disegnatore ed architetto Bernardo Buontalenti, alle passioni del quale apparteneva l’invenzione dei dolci. Sarebbe stato proprio Buontalenti ad inventare i gelati. Comunque il prototipo dei gelati, come ho detto prima, fu innegabilmente il sorbetto siciliano (dalla parola araba “sherbet”), fatto con succo di frutta mescolato con la neve dei monti, che in Sicilia veniva raccolta dall’Etna. Il sorbetto di neve e di frutta fu arricchito di mosto d’uva, vino e miele, e dal XVII secolo anche di burro e crema, diventando così un nuovo dessert, che non fu più sorbetto. Dalla Sicilia i gelati arrivarono presto a Parigi. Nel 1686 Francesco Procopio Dei Coltelli aprì nella capitale francese il famoso caffè Le Procope. Il locale esite tuttora (nel quartiere di Saint Germain), tuttavia è stato trasformato in un ristorante molto elegante. Si dice che Beniamin Franklin fosse talmente rapito dai gelati serviti a Le Procope che ha scritto la costituzione degli Stati Uniti quasi senza uscire dalla gelateria. La svolta nella storia del gelato arrivò nel XIX secolo quando la produzione industriale di  bevande e di gelati andò nelle mani dei piccoli artigiani del Veneto. All’inizio del XX secolo l’80% del commercio di gelati in Italia fu controllato dai veneziani che vendevano la loro merce dai carrettini dei gelati. In molte località, per motivi di igiene, fu introdotto un divieto di vendita dei gelati sulle strade, perciò i veneziani aprirono gelatterie e negozietti. Fino ad oggi molti locali sparsi per tutta la penisola appenninica portano nel proprio nome le tracce di questo passato veneziano: caffetteria Venezia, bar Rialto, ecc. Attualmente in Italia, caso unico nel mondo, il 55% della produzione di gelati è artigianale.