La Tana del Lupo di Hitler nella Masuria dei mille laghi

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C’è un pezzo di Polonia che sembra volersi incuneare tra Bielorussia, Lituania e l’enclave russa di Kaliningrad, una regione modellata dall’azione del grande ghiacciaio scandinavo il quale, ritirandosi circa 12mila anni fa, ha lasciato dietro di sé una terra dolcemente ondulata trapuntata di laghi postglaciali che nel corso dei millenni si è ricoperta di distese di conifere e betulle. I laghi sono talmente tanti che nell’immaginario collettivo, per definire questo territorio, nel corso dei secoli ha preso piede l’espressione “Paese dei Mille Laghi”. Invece per paradosso i laghi della Masuria sono ben più di mille! Per la precisione, fra grandi e piccoli, circa 2600! Un territorio composto di detriti morenici (argilla, pietrisco, sabbia e rocce) da sempre poco fertile la cui unica ricchezza era quella che veniva dai boschi: legname, pece vegetale, selvaggina, animali da pelliccia, miele, cera e poco altro. Questo ha risparmiato alla regione uno sfruttamento agricolo intensivo e scoraggiato una capillare antropizzazione preservando il suo ambiente naturale in una forma, non diciamo integra, ma quantomeno abbastanza equilibrata. Una cartina di tornasole sono le cicogne, che notoriamente disdegnano ambienti naturali inquinati. Pare infatti che quasi un quarto della popolazione mondiale di questi uccelli scelga la Polonia per passarvi l’estate, e la maggior parte di esse per riprodursi si darebbe convegno proprio in questo angolo del paese.
Tali caratteristiche naturali, che in un lontano passato potevano risultare un handicap, oggi, nell’epoca dei viaggi e del turismo, si rivelano un vero asso nella manica.

E così, in particolare dal secondo dopoguerra, la Varmia e Masuria (così si chiama la regione amministrativa che accorpa in sé due regioni storiche), è pian piano diventata una delle mete polacche preferite per il turismo estivo, grazie all’abbondanza di verde (boschi e prati) e di azzurro (laghi e corsi d’acqua), una combinazione sempre molto ambita da chi è in cerca di svago e riposo, più o meno attivo. Una miriade di laghi dalla forma serpeggiante collegati fra loro da canali diventano un paradiso per gli amanti degli sport d’acqua declinati in cento modi. E va detto però anche che, paradossalmente, pur essendo da decenni una delle regioni più bramate, amate e regolarmente visitate dai villeggianti ed escursionisti polacchi, la Masuria non è ancora stata scarnificata dalle cavallette del turismo di massa.

Questo a mio parere per almeno due motivi: il primo è il grande rispetto che i polacchi hanno in generale per la natura, e il secondo è il fatto che il Paese dei Mille Laghi continua a restare piuttosto isolato dal resto della Polonia e dell’Europa, non possedendo ancora una rete di trasporti tale da favorire flussi turistici da grandi numeri. Per questa ragione, chi apprezza questo modo di trascorrere le vacanze dovrebbe affrettarsi a goderselo, prima che vengano realizzate le autostrade e ampliati gli aeroporti. Per ora il modo migliore è muoversi in macchina, con pazienza, spirito ‘slow’ e un bel po’ di tempo a disposizione. In alternativa, spostarsi in barca (per chi ce l’ha o la vuole noleggiare) sfruttando la fitta rete di canali e corsi d’acqua che collegano fra loro un gran numero di laghi. In questo modo si può vagabondare in libertà fuori dai percorsi più battuti per provare l’ebbrezza di scoprire da soli angoli segreti, un laghetto occhieggiante fra un rigoglio di verde, un semplice localino dove ristorarsi con una birra o rifocillarsi con un robusto piatto di campagna o di pesci di lago appena pescati…

Il cuore della Masuria, l’area nota come Paese dei Grandi Laghi Masuri, si estende su 1732 kmq, di cui 486 kmq occupati da laghi e le località più frequentate e meglio attrezzate, quelle dove è più comodo fare base e da dove partire per escursioni nei dintorni, oltre che per gite in battello da un lago all’altro, sono Węgorzewo, Giżycko, Mikołajki e Mrągowo. Un itinerario alternativo, o meglio integrativo, può essere per esempio quello che tocca i castelli dei Cavalieri Teutonici, da visitare o in cui pernottare o pranzare, essendo tutti stati riadattati ad alberghi, musei o ristoranti: Olsztyn (capoluogo della regione), Lidzbark Warmiński, Reszel, Kętrzyn, di nuovo Giżycko e Ryn. In due di questi, a Olsztyn e Lidzbark Warmiński, trascorse diversi anni della sua vita Nicolò Copernico, conducendovi fra l’altro calcoli e osservazioni astronomiche che sistematizzerà nell’opera De revolutionibus orbium coelestis, con cui nel 1543, quasi sul letto di morte, decreterà che è la terra a girare intorno al sole e non viceversa.

Tuttavia, per gli amanti della storia, e soprattutto di quella del Novecento, forse la meta più intrigante della regione è Gierłoż, una minuscola frazione di Kętrzyn, situata 8 km a est della città. Qui, occultate tra i boschi, i laghi e gli acquitrini si trovano le rovine della famigerata Tana del Lupo (in tedesco: Wolfsschanze; in polacco: Wilczy Szaniec), la base strategica che Adolf Hitler fece costruire per sé e per i gerarchi della Germania nazista. Il Quartier Generale del Führer fu iniziato nel 1940 in previsione dell’attacco all’Unione Sovietica programmato per l’anno seguente (il “Piano Barbarossa”). Il luogo fu scelto perché l’allora Prussia Orientale era una zona storicamente ben fortificata, molto vicina al confine sovietico, da dove lo stato maggiore dell’esercito tedesco poteva dirigere meglio le operazioni di guerra. In origine il Quartier Generale era costituito di pochi edifici leggeri costruiti in mattoni, legno e sottili coperture di cemento armato, anche perché si pensava di annientare l’Unione Sovietica con una guerra lampo di non più di sei mesi. Negli anni seguenti, man mano che la guerra si prolungava, il complesso venne sempre più ampliato e rafforzato, fino a estendersi su circa 250 ettari dove sorgevano un’ottantina di edifici vari, fra cui 7 di tipo pesante (i bunker) edificati in cemento armato con muri spessi da 4 a 8 metri praticamente inscalfibili dalle bombe del tempo. E questo è ben visibile ancora oggi: quando con l’avvicinarsi del fronte sovietico, nel gennaio del 1945 il Quartier Generale venne abbandonato, i tedeschi posizionarono dentro ogni bunker fra 8 e 11 tonnellate di esplosivo per farli saltare in aria, ma non servì a molto. Pur se in gran parte danneggiate queste costruzioni sono rimasti integre nelle strutture principali e oggi sono visitabili in buona parte anche internamente.

Adolf Hitler per la prima volta entrò nella Tana del Lupo il 24 giugno 1941, due giorni dopo l’inizio dell’invasione dell’Unione Sovietica, e la abbandonò per sempre il 20 novembre del 1944 per rifugiarsi a Berlino. Detraendo il tempo durante il quale, spostandosi con il suo speciale treno blindato, soggiornò in qualche altro dei suoi 13 quartieri generali, dal 24 giugno 1941 al 20 novembre 1944 il Führer trascorse nella Tana del Lupo di Gierłoż (che allora in tedesco era Görlitz) complessivamente circa 800 giorni!  
Qui riceveva i capi di stato dei paesi alleati, fra cui anche Benito Mussolini, che fece a Hitler diverse visite. L’ultima volta fu il 20 luglio del 1944, esattamente il giorno in cui Claus Schenk von Stauffenberg compì il celebre attentato chiamato “Operazione Walkiria” che, come sappiamo, purtroppo fallì. Per colpa anche, in un certo senso, proprio di Mussolini. Hitler aveva subito fino a quel momento una quarantina di attentati, dai quali con molta fortuna era sempre uscito illeso. E la fortuna lo aiutò anche stavolta. I congiurati non credevano più nella vittoria della Germania ed elaborarono un piano per decapitarne in un colpo solo tutta la leadership (il Führer, Hermann Goering, Heinrich Himmler, Wilhelm Keitel, Martin Bormann e Alfred Jodl). Contemporaneamente a Berlino sarebbe dovuta scoppiare una rivolta congiunta di una parte dell’esercito e dei lavoratori forzati del Reich.

Essendo entrato a far parte dello stato maggiore il 1° luglio 1944 il conte Stauffenberg decise che sarebbe stato proprio lui a compiere l’attentato, poiché la sua carica gli permetteva di assistere alle riunioni dello Stato Maggiore nel Quartier Generale di Hitler. Nel mese di luglio erano state programmate riunioni il 6, il 15 e il 20, e Stauffenberg scelse quest’ultima data, perché quel giorno sarebbero dovuti essere presenti tutti. L’attentato fallì per un insieme di circostanze, ma soprattutto perché la riunione venne anticipata di mezz’ora, dalle 13 alle 12.30, a causa dell’arrivo imprevisto di Benito Mussolini, e Stauffenberg e il suo aiutante Werner von Haeften fecero in tempo ad azionare solo una delle spolette chimiche della bomba. Inoltre, per via del caldo, la riunione non si svolse in un bunker come previsto ma nella baracca delle conferenze speciali, un edificio leggero le cui molte finestre aperte contribuirono a disperdere l’onda d’urto. La valigetta con la bomba che Stauffenberg aveva lasciato sul lato sinistro di una trave in cemento armato, cioè dalla parte di Hitler, venne spostata sull’altro lato della trave, quindi più lontano da Hitler, dal generale Heusiger che se l’era trovata fra i piedi e al quale aveva dato fastidio.

La deflagrazione ferì molte delle persone presenti, ma ne uccise solo quattro, e non delle più importanti. Adolf Hitler riportò solo una piccola ferita al braccio destro all’altezza del gomito, un taglio sulla mano sinistra e, come tutti i presenti, lesioni ai timpani. Goering e Himmler arrivarono in ritardo, dopo le 12.30, a esplosione già avvenuta. Stauffenberg e Haeften erano intanto partiti in aereo per Berlino convinti che l’attentato fosse andato a buon fine, ma nel frattempo anche il colpo di stato a Berlino era fallito, perché avviato in ritardo e con molta lentezza solo dopo l’arrivo di Stauffenberg, dopo le 15.15. Alla mezzanotte del 21 luglio la rivolta era già stata soffocata con l’arresto di circa 6000 militari sospetti. Stauffenberg e i capi della rivolta vennero subito fucilati, mentre gli altri vennero giustiziati alcuni giorni dopo in modo atroce, impiccati con delle corde di pianoforte attaccate agli uncini del mattatoio di Ploetzensee o in altri modi umilianti. Hitler fece filmare le esecuzioni e in seguito pare godesse sadicamente nel riguardarsele nella Tana del Lupo.
Se a Mussolini non fosse venuto il capriccio di fare, quel giorno, una sorpresa a Hitler o fosse invece arrivato, da bravo italiano, un po’ in ritardo, l’attentato sarebbe potuto andare a effetto e la fine della Seconda Guerra Mondiale forse avrebbe potuto prendere tutta un’altra piega.

Per informazioni:
Warmińsko-Mazurska Regionalna Organizacja Turystyczna – ul. Staromiejska 1, 10-017 Olsztyn –  tel./fax +48 89 535 35 65 – e-mail: kontakt@wmrot.org
Per organizzare il viaggio e per visite guidate in italiano:
Guzik z podróży – Katarzyna Kiewro – tel. +48 693 143 807 – e-mail: guzikzpodrozy@gmail.com – w www.guzikzpodrozy.pl (Kasia parla anche italiano).