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Il concerto del gruppo salentino Mascarimiri a Varsavia

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Il 16 novembre al pub Skład Butelek si terrà l’unico concerto a Varsavia del gruppo salentino Mascarimiri!

MASCARIMIRI – è una perla della scena world music, capace di brillare non solo nel contesto italiano ma anche internazionale. Questo grazie al sound unico ed originale che è il risultato di oltre 20 anni di “Tradinnovazione”, l’idea di electro world music creata da Claudio “Cavallo” Giagnotti, musicista produttore salentino di origine Rom, leader e fondatore della band dal 1998.

Il progetto MASCARIMIRI, prodotto artistico di un Salento non ancora così turistico come invece oggi, da sempre all’avanguardia nella sperimentazione sonora, è sinonimo di unione tra la tradizione e l’innovazione dal sound potente e coinvolgente, arricchito dai suoni di tutta l’area Mediterranea e gipsy. Oggi il suono dei MASCARIMIRI è maturo, sempre innovativo, forte della profonda conoscenza delle proprie radici ma con inconfondibile identità internazionale. Con dieci album all’attivo e un calendario concertistica di primo livello, i Mascarimiri da oltre 20 anni riscrivono la tradizione, rimanendo la formazione più innovativa tra i gruppi di Pizzica Salentina.

Satisfashion Milano

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22 września 2019 odbyła się druga edycja SATISFASHION, objazdowej imprezy całkowicie poświęconej modzie autorskiej, której celem jest promowanie projektantów i budowanie platformy łączącej świat biznesu i sztukę projektowania. Satisfashion obyło się w zabytkowej przestrzeni I Chiostri di San Barnaba w Mediolanie. Wydarzenie podzielone zostało na dwa etapy: najpierw kolekcje zaprezentowano w piętnastowiecznych w krużgankach Chiostro dei Pesci, a następne w ruinach dawnego kościoła S. Maria della Pace.

 

Organizatorem Satisfashion jest Kasia Stefanów, założycielka agencji Mystyle-Events. Podczas imprezy, która jest łącznym pokazem wielu twórców, zaprezentowano kolekcje ponad 20 projektantów. Imprezę otworzyły pokazy włoskiej marki A-Lab Milano, rosyjskiego eklektycznego artysty Gera Skandal oraz wzrastającego nazwiska włoskiej sceny modowej Emilio Bonadio. Następnie swoje kolekcje zaprezentowali Yulia Fedetska, Seyit Tordogan zwany Seyit Ares, Dono da Scheggia, marka stworzona przez Dagmarę Nowak i Beatę Drzazgę, Agnès Wuyam, Diana Pinto w wyjątkowej współpracy z Marcosem Marin, Aleksander Gliwiński zaprezentował autorską kolekcję biżuterii z bursztynu w połączeniu z pokazem Viktorii Nosach, Silk Epoque, Colorat, Marcin Raczkowski, Barbara Cały wraz z biżuterią Shalini Aroraa, Kamila Froelke, Kathy, Rockmadchen, Martin Appelt, Zhila oraz kolektywa projektantów ALWAYSUPPORTALENT pod wodzą stylistki Flavii Cannaty.

 

Impreza została objęta honorowym patronatem Konsulatu Generalnego Polski w Mediolanie. Patronował jej także Salvatore Piccione – włoski projektant mody, laureat prestiżowych nagród. Satisfashion Milano dopełnił business lunch, zorganizowany 23 września w Dogana, w sercu Mediolanu. Celem lunchu było zdobycie nowych kontaktów biznesowych, a także zgłębienie wiedzy na temat rynku mody, dzięki spotkaniu z przedstawicielami mediów, kupcami oraz wyjątkowymi prelegentami: Criss Egger z Criss Egger Luxury Consultacy oraz z Patrycją Niemczyk-Favaro z Polskiej Agencji Inwestycji i Handlu w Mediolanie.

Satisfashion Milano było drugą edycją projektu Satisfashion, imprezy która swój debiut miała w czerwcu tego roku w Monte Carlo, w Monako. Misją projektu jest łączenie mody (fashion) i uczucia satysfakcji (satisfaction). To przyjemność obcowania ze sztuką użytkową w życiu codziennym. Satisfashion będzie kontynuowało podbój świata mody w kolejnych miastach, w następnych miesiącach.

GAZZETTA ITALIA 77 (ottobre-novembre 2019)

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Gazzetta Italia 77: In tutto il mondo in questo periodo si celebra la Settimana della Lingua Italiana e Gazzetta celebra questo appuntamento con un articolo sulla storia della lingua italiana in Polonia firmato dal docente Luca Palmarini. Otto pagine di articolo che descrive cronologicamente la diffusione dell’idioma di Dante in Polonia che è assolutamente imperdibile per tutti gli appassionati di lingua italiana. E poi da questo numero di Gazzetta comincia la collaborazione con il famoso storico Alessandro Marzo Magno che nella sua rubrica pillole culinarie ci spiega le origini di tutti i maggiori piatti italiani a cominciare dagli spaghetti! Un nuovo ricco, ben 80 pagine, numero di Gazzetta in cui troverete tanti articoli di viaggio, arte, lingua, cucina, motori e tantissimo cinema nelle relazioni dall’ultima Mostra di Venezia in cui, tra l’altro, interviste all’attrice Sandra Drzymalska protagonista del film “Sole” e al regista Carlo Sironi, e l’intervista con il regista di “Corpus Christi” Jan Komasa e il protagonista Bartosz Bielenia.

Il Museo Nazionale di Cracovia su internet

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl
Uscire di casa non ѐ più necessario per poter ammirare le ricchezze del Museo Nazionale a Cracovia (140 anni di vita), perché da ieri 130 mila fotografie dei capolavori sono disponibili online. Il nuovo sito: www.zbiory.mnk.pl su cui per 3 anni hanno lavorato 120 persone mira a diffondere l’arte e raggiungere un pubblico sempre più vasto. Possiede un sistema di ricerca intelligente, ѐ attrezzato alle persone con disabilità, nonché disponibile in inglese, assicura il vicedirettore del museo per la strategia, sviluppo e comunicazione Łukasz Gaweł. Tra gli altri vantaggi del portale web troveremo anche descrizioni, saggi ed accesso illimitato a capolavori che nonsi può guardare quotidianamente. Il sito ѐ stato creato grazie ai fondi dell’Unione europea nell’ambito del Programma Operativo Polonia Digitale ed il Ministero della cultura, la cui sovvenzione ѐ stata pari a 2 milioni 162 mila di zloty (il valore totale dell’operazione: 9 milioni di zloty).

Joanna Mendys-Gatti, di giorno medico, di notte pittrice

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L’Italia per me è una seconda patria. Qui mi piace tutto. L’Italia è un paese talmente ricco di arte e di architettura che vivendoci e guardando ogni giorno questa bellezza non si può restare indifferenti. La vita qui è splendida e diversa da quella in Polonia. Nonostante la crisi economica la gente rimane allegra, aperta e spontanea. Quando ho raggiunto il mio marito italiano sono stata subito ben accolta e accettata. Il fatto che fossi polacca non ha mai fatto alcuna differenza per gli italiani. Ma non ho mai perso la relazione con il mio Paese e la mia vita si svolge tra Milano e Cracovia, città cui torno spesso ed in cui ho tanti amici. 

Di professione medico ma per passione pittrice?

Personalmente amo dipingere quanto fare il medico e così faccio entrambe le cose. Qui la gente viene ai vernissage per avvicinarsi all’arte e se trova qualcosa che gli piace la comprano. Ho fatto tante mostre in Italia e a nessuno interessava in quale accademia mi fossi laureata e con quale professore. In Polonia l’approccio è un po’ diverso. La pittura mi ha sempre affascinato e ai tempi del liceo ero indecisa tra l’Accademia delle Belle Arti e la facoltà di diritto. Poi, all’improvviso, ho avuto la premonizione che dovevo studiare medicina. Scegliendo tra medicina e accademia ho pensato che se mi fossi laureata in medicina poi avrei comunque potuto dipingere, ma il contrario non sarebbe stato possibile.

Come concili attività così diverse?

Nella mia vita, come in quella di tanti altri medici, c’è spazio sia per la professione che per l’arte. Per esempio durante la Riunione Mondiale dei Medici Polacchi si presentano anche gli interessi extra-medici dei partecipanti. In maggio a Danzica arriveranno molti medici illustri, i quali oltre alle relazioni sul proprio lavoro mostreranno anche le loro creazioni artistiche: pittura, fotografia e addirittura poesia. Anch’io avrò la mia mostra.

Parlavi italiano prima di trasferirti a Milano?

No. Ma durante i miei studi di medicina tutte le diagnosi si scrivevano ancora in latino, quindi lo conoscevo correntemente. Grazie a ciò dopo 3 mesi di soggiorno nel Bel Paese riuscivo già a parlare italiano abbastanza bene. 

Quali sono i tuoi luoghi preferiti in Italia?

Adoro la Toscana, è bellissima. Ogni anno ci torno per le vacanze con un sentimento speciale visto che qui ho incontrato mio marito. Ma non andrei a viverci. Per me Milano, e tutta la Lombardia, sono ideali per lavorare al meglio. Amo anche Roma. Ci vado a volte senza motivo, semplicemente per fare una passeggiata. E poi sono bellissime la Sardegna e la Sicilia. 

Non è da stupirsi che dipingi paesaggi.

Dipingo ciò che sento nell’anima. L’Italia mi ispira profondamente. Tutto può diventare tema di pittura. Fotografo i momenti fuggevoli e poi li riverso sulla tela. Dipingo spesso di notte, dopo aver passato una giornata di lavoro con i miei pazienti.

Dipingi partendo dalle foto?

Al giorno d’oggi con una tale evoluzione tecnica della fotografia quasi tutti dipingono a partire dalle foto. Durante gli incontri all’aria aperta con la mia associazione posso anche permettermi il lusso di dipingere direttamente dalla natura. Ma quotidianamente chi ha il tempo per questo?

Quali tecniche utilizzi?

La tecnica dipende dal tema. Dipingo su tela oppure su tavola, con vernici ad olio, un pennello e una spatola. Spesso comincio con il pennello e termino con la spatola. Creo quadri di varie dimensioni, però prediligo i grandi formati, perchè danno slancio, spazio.

I temi?

Paesaggi, fiori, natura morta, animali, uomini, ritratti. Anche rappresentazioni di santi. Tutto.

Quando hai cominciato a dipingere?

Dopo gli studi di medicina a Cracovia ho conosciuto mio marito e sono partita per l’Italia. La Polonia non era ancora nell’Unione Europea e dunque ho dovuto convalidare la mia laurea, cioè ripetere la maggior parte degli esami all’Università di Milano. Sono stati anni di tirocini, corsi, due specializzazioni in odontoiatria e medicina estetica, il dottorato di ricerca, il lavoro, la famiglia, i bambini. Dipingere era un sogno nel cassetto. Il giorno in cui ho cominciato a sentirmi realizzata professionalmente mi sono detta: o provi adesso oppure è la fine del tuo sogno. Ed ho ricominciato a studiare, stavolta disegno e pittura. Lavorando come medico non avevo il tempo per studi regolari, così ho scelto un percorso individuale di apprendimento. Ho terminato parecchi corsi di lungo periodo all’Università di Milano Brera e all’Istituto Paolo Borsa a Monza, ed ho fatto anche lezioni private nelle botteghe degli artisti.

Una vita di studio e lavoro!

Si’. Per fortuna non ho bisogno di dormire molto, quindi di giorno lavoro e di notte dipingo. Dunque alla domanda cosa faccio di professione, rispondo che di giorno faccio il medico e di notte la pittrice. Seguo le mie due passioni.

La prima mostra?

Alla Galleria d’Arte a Pescarenico, nel 2004, è piaciuta molto sia ai critici che al pubblico. Ero felice e ho valutato questa esperienza come un successo. Ho preso coraggio. Poi ho fatto altre mostre in Italia, a Parigi e quindi hanno cominciato ad invitarmi in altre città e la passione è diventata un’attività molto concreta e intensa. Ho esposto in Italia, Francia, Polonia, Usa, Germania, ora ho contemporaneamente una mostra a Lodz e una a Piacenza. Sono membro della Compagnia Artistica Paolo Borsa di Monza, della Bottega dell’Arte a Missaglia e di CIAC a Roma.

Hai parlato anche di quadri con i santi come tema.

Sì lo faccio come volontariato. Ho dipinto anche l’immagine del Gesù misericordioso, 140×80 cm, per la parrocchia di San Lorenzo a Żółkiew, vicino a Leopoli, dove mi sono trovata in occasione del 100° anniversario dell’apertura dell’ordine dei medici in Polonia. Il quadro nelle cornici dorate sostituirà il poster di carta che pende oggi in questa chiesa. Ho dipinto anche la rappresentazione del Cristo su commissione della chiesa di Linas presso Parigi. Mi hanno chiesto anche di fare un dipinto per una parrocchia in Congo. Recentemente inoltre sono stata coinvolta nel rinnovamento di una cappella, vicino a Cracovia, per salvare la scultura di Stryjeński “Madonna con Gesù Cristo”, distrutta e danneggiata, come tutta l’installazione.

Altri progetti?

Collaboro con alcune case editrici. Daniele Bertoni, un artista e scrittore toscano, nel suo libro, che simbolicamente fa riferimento alle rose, ha progettato la copertina sulla base del mio dipinto ‘Rose’. Marek Orzechowski, il corrispondente polacco di PAP, sta per finire un libro sulla cultura musulmana in Tunisia e ha già scelto per le illustrazioni alcuni dei miei lavori. Il quadro “I dervisci ballanti” è stato scelto per la copertina. Attualmente sto dipingendo il ritratto di Cristoforo Colombo, per un libro di cui non posso svelare nulla a parte il fatto che la commissione mi è arrivata dagli USA. In generale comunque penso che il mondo non abbia né limiti, né vincoli, anzi apre davanti a noi tante strade, tutte interessanti… Io passo la vita ad imparare sempre qualcosa di nuovo, questo è il mio progetto di futuro.

 

Mille Sapori e Casa Gheller: nuova collaborazione per promuovere il Made in Italy in Polonia

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10 settembre al Ristorante San Lorenzo di Varsavia si è svolta la serata d’inaugurazione di una nuova collaborazione esclusiva di Mille Sapori con il brand Casa Gheller. Alla serata erano presenti l’Ambasciatore d’Italia in Polonia Aldo Amati, il Direttore dell’ICE Antonino Mafodda, l’export manager di Casa Gheller Flavio Geretto, manager del Wine Department di Inalca Food & Beverage Sandro Randazzo e CEO Mille Sapori Plus Luciano Pavone oltre a rappresentanti dell’Ambasciata e tanti manager specialisti del settore. La collaborazione tra l’Italia e la Polonia sta diventando sempre più importante per Mille Sapori che, insieme al Gruppo Cremonini a cui appartiene, cerca di promuovere la qualità del prodotto italiano e del vero Made in Italy. Per questo motivo tra una serie di collaborazioni di alto livello è iniziata anche quella con Casa Gheller che dagli anni Settanta fa parte del Gruppo Villa Sandi. Il prosecco Casa Gheller è un prodotto tradizionale proveniente dall’area per eccellenza del prosecco Valdobbiadene e la sua qualità unica sta nella particolare cura dedicata alla produzione con una ricetta originale immutata dagli inizi del marchio fino al giorno d’oggi. Come ha dichiarato Sandro Randazzo Casa Gheller non è solo il prodotto ma un marchio che vogliamo promuovere in tutto il mondo soprattutto adesso quando il prosecco è diventato il patrimonio dell’Unesco ovvero un prodotto da proteggere e valorizzare a livello mondiale. Casa Gheller sarà l’unico prosecco presente in offerta di Mille Sapori per il canale Horeca a prezzi veramente accessibili. Per promuovere questa nuova e forte partnership Mille Sapori ha in programma una serie di eventi di wine tasting nelle maggiori città polacche.

Re Matteuccio Primo, pubblicata la prima edizione integrale in lingua italiana

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È finalmente nelle librerie italiane la prima e unica edizione integrale di Re Matteuccio Primo (Villaggio Maori Edizioni), il grande classico della letteratura d’infanzia polacca. Scritto nel 1922 da Janusz Korczak, al secolo Henryk Goldszmit, l’illustre pedagogo, medico, pubblicista e scrittore polacco, ucciso nel campo di sterminio di Treblinka insieme ai bambini del suo orfanotrofio, il romanzo racconta le vicissitudini del giovane erede al trono Matteuccio, che deve presto rinunciare a un’infanzia felice e spensierata perché costretto a succedere al re suo padre morto improvvisamente. Re Matteuccio vive un avvincente susseguirsi di avventure e disavventure, che lo portano a crescere in fretta, a farsi nuovi amici e nemici, ma soprattutto a scontrarsi con la dura realtà. Infatti Re Matteuccio, talvolta riformatore, talaltra tiranno, impara a sue spese preziose lezioni di vita: capisce che non c’è azione senza conseguenza (più o meno grave) e che non sempre chi ci circonda è chi dice di essere. In effetti il romanzo rispecchia la vocazione educativa dell’autore, poiché aiuta i bambini suoi lettori a comprendere meglio i meccanismi della politica e mostra loro come imparare dai propri errori e affrontare a testa alta tutte le sconfitte e le amarezze della vita. Allo stesso tempo, pure gli adulti, il secondo destinatario dell’opera, ricavano interessanti spunti di riflessione da questa lettura. Ogni capitolo si legge tutto d’un fiato grazie alla pregevole traduzione di questa nuova versione italiana, curata da tre nomi di rilievo della nostra polonistica, Andrea Ceccherelli, Lorenzo Costantino e Marcin Wyrembelski. L’edizione ha il merito di rispettare appieno lo spirito e lo stile della prosa dell’originale polacco ed è impreziosita da un’utile prefazione, nonché dalle belle illustrazioni di Alessio Maggioni. Insomma un’impresa splendidamente riuscita, tanto che un po’ dispiace arrivare all’ultima pagina. Non ci rimane che sperare nella pubblicazione del sequel!

JUST LIKE HOME, investire bene nell’immobiliare

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UŚMIECH, SZCZĘŚCIE, RADOŚĆ (Sorriso, gioia, felicità) …. Nella lingua polacca ci sono tante parole difficili da pronunciare non solo per un italiano. Se qualcuno viene qui per un lungo periodo gli serve imparare la lingua? Non necessariamente, tanti italiani vivono in Polonia senza parlare il polacco soprattutto se riescono a comunicare in inglese. Esiste però un’espressione che vale la pena di conoscere: “proprietà di beni immobili”. Non tutti sanno che potenziale si nasconde nel settore immobiliare polacco. L’acquisto di una casa per affitti in Polonia può essere un’alternativa interessante per le persone che vogliono fare un investimento sicuro.

Per ragioni storiche ed economiche in Polonia c’è una carenza di case – ci sono 376 appartamenti ogni mille abitanti – mentre in altri paesi dell’Unione Europea il risultato è molto più alto, in media 435 appartamenti ogni mille persone. Il deficit di abitazioni è stimato in 2-2,5 milioni di appartamenti e questo contribuisce ad un aumento della domanda di appartamenti in affitto. Dal punto di vista di un potenziale investitore il fatto che i polacchi non possano permettersi di comprare casa è molto significativo perché questo li constringe a cercare opportunità di affitto. È inoltre significativo che in Polonia è molto evidente una tendenza a non essere proprietari di un appartamento. Nonostante la situazione finanziaria consolidata, molte persone (soprattutto i cosiddetti millenials) decidono spesso di affittare un appartamento piuttosto che comprarne uno. Sta diventando di moda anche la tendenza di condividere un appartamento con altri giovani lavoratori, una cosa che finora facevano piuttosto gli studenti, invece oggi (soprattutto nelle grandi città) affittare un appartamento insieme ad altre persone che lavorano è uno scenario molto frequente. Non trascurabile è anche il fatto che i centri di studio e ricerca polacchi, grazie alla loro buona reputazione, sono molto popolari tra gli studenti stranieri che decidono di studiare all’università polacca e cercano un posto in cui vivere.

Dopo aver preso la decisione di prendere una casa in Polonia vale la pena di riflettere su una collaborazione con qualcuno che offre un supporto completo in tutto il processo di investimento. Una delle aziende che offre tale supporto agli stranieri è JUSTLIKEHOME. Partiamo da un’approfondita analisi legale e fiscale degli effetti delle potenziali transazioni, segue la ricerca di un immobile con un grande potenziale, la ristrutturazione e infine affitto. JUSTLIKEHOME prende in gestione l’appartamento acquistato dall’investitore garantendo la pluriennale collaborazione a determinate condizioni e il beneficio passivo dall’immobile in possesso. Il gruppo JUSTLIKEHOME ha l’esperienza di undici anni nel settore immobiliare polacco e gode di una grande fiducia degli investitori da anni offrendo aiuto anche riguardo agli immobili già in possesso dell’investitore. Tutti quelli che collaborano con noi ricevono dai propri immobili un ritorno del 5-10% all’anno. Forse conviene quindi ricordarsi il termine menzionato sopra “proprietà di beni immobili” perché può introdurre alla nostra vita anche le parole difficili da pronunciare come UŚMIECH, SZCZĘŚCIE e RADOŚĆ…

Sito web: www.justlikehome.pl
E-mail: patrycja@justlikehome.pl

Polański e Komasa premiati alla 76ᶺ Mostra del Cinema

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Si è conclusa sabato scorso la 76ᶺ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con il trionfo di “Joker” di Todd Phillips con lo strepitoso Joaquin Phoenix come protagonista. Una edizione non proprio memorabile, tra i film in concorso qualche delusione soprattutto per quelli firmati da registi affermati da cui tutti si aspettavano non dico un cambio radicale di stile ma almeno mantenimento di un certo livello a cui ci hanno abituati. Livello alto che invece ha senz’altro mostrato Roman Polański che con il suo J’Accuse ha vinto il Gran Premio della Giuria. La storia, ispirata al famoso caso del capitano Alfred Dreyfus, giovane ufficiale dell’esercito francese accusato di essere un informatore dei tedeschi, dimostra fino a che punto possono arrivare le autorità politiche per difendere gli interessi del paese, un tema che sotto tanti aspetti è estremamente attuale.

 

Ma la Mostra non è solo il concorso ufficiale e in effetti molte emozioni hanno offerto agli spettatori le sezioni Orizzonti, Settimana della Critica e Giornate degli Autori con in programma film coraggiosi provenienti da tutto il mondo. In quest’ultima sezione segnaliamo “Boże Ciało”, del regista polacco Jan Komasa, la coinvolgente storia di Daniel, un ventenne che vive una trasformazione spirituale mentre sconta la sua pena in un centro di detenzione, vincitore a Venezia 76 del premio Europa Label Cinemas e di una menzione della giuria. Il film, con la straordinaria performance di Bartosz Bielnia nel ruolo del carismatico protagonista, è un bellissimo racconto sulla ricerca di sé stessi e sul forte desiderio di essere accettati. Da segnalare anche la coproduzione italo-polacca “Sole” di Carlo Sironi presentata nella sezione Orizzonti con Sandra Drzymalska nel ruolo della protagonista. Il primo lungometraggio del giovane regista (figlio di Alberto Sironi, regista del famoso commissario Montalbano) racconta la storia di Lena, una giovane ragazza polacca che arriva in Italia per vendere la bambina che porta in grembo e poter iniziare così una nuova vita, e di Ermanno che fingendo di essere padre per permettere a suo zio e alla moglie l’adozione veloce tra parenti, inizia a comportarsi come se fosse il vero padre. Un tema non approfondito ancora dal cinema, raccontato in modo essenziale attraverso il crescendo delle emozioni fino alla loro esplosione finale. La varietà delle storie raccontate, la bravura dei registi e degli attori ha fatto sì che il cinema polacco non sia passato inosservato al Lido. Un passo importante soprattutto per i giovani autori che devono ancora affermare la loro posizione nella cinematografia internazionale.

Marco Bernardi: la mia cucina è passione, qualità, autenticità

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Attento alla tradizione ma innovativo, con una grande esperienza alle spalle, simpatico e con in cassetto un tesoro di 365 ricette squisite scritte a mano. È Marco Bernardi lo chef di Scorzè, piccola città a metà strada tra Venezia e Treviso, ben noto a Danzica ed ormai anche in Polonia per l’impronta di autenticità italiana data ad alcuni ristoranti come il San Marco e Al Ponte a due passi dalla Motlawa.

Ma come sei arrivato da Scorzè al Baltico?

“Tutta colpa, anzi merito!, della moglie polacca di un amico. Tornato in Italia al termine di due buone esperienze in Portogallo ed in Giappone sono incappato in un locale che non mi dava soddisfazione e ho cercato subito un altro posto. L’amico mi ha detto “Vai in Polonia!”. Gli ho risposto ok vado ma voglio che ci sia il mare. Così ho guardato la piantina della Polonia e ho mandato il mio curriculum ad una serie di ristoranti di Danzica.”

La svolta avviene due mesi dopo il tuo arrivo a Danzica quando diventi chef del Ristorante San Marco dopo aver conosciuto il manager del locale che essendo di Jesolo era praticamente un tuo conterraneo.

“Sì però la vera svolta è il rapporto con Jarek il mio boss proprietario del San Marco e oggi anche del ristorante Al Ponte. Tra noi è stato uno scontro di caratteri forti ma alla fine Jarek mi ha dato fiducia e mi ha lasciato creare un menù di piatti autentici italiani, in cui sono banditi ketch up e altre deviazioni inutili, tipo l’orribile panna sulla carbonara. Una volta un cliente mi ha chiesto il ketch up da mettere sulla pizza e gli ho detto di no. È andato fuori a comprarselo, quando è tornato gli ho chiesto se avrebbe gradito vedermi mettere dell’aranciata dentro lo zurek. Ha capito e ha rispettato il gusto della pizza italiana.”

A volte è complicato soddisfare il palato polacco?

“Diciamo che di base cercano i gusti forti, ma col tempo stanno imparando a percepire le sfumature delicate dei piatti italiani. A chi mi chiede il segreto del cucinare italiano rispondo: utilizzate pochi prodotti ma che siano di qualità. Se a casa hai solo olio d’oliva, parmigiano e pepe puoi farti una pasta o un riso buonissimi. Un altro consiglio che do spesso a chi si diletta in cucina è di passare meno tempo a postare foto di piatti su facebook ed invece dedicare più tempo a youtube e wikipedia dove si trovano tante informazioni interessanti sulla cucina. E poi provare e rischiare senza aver paura di sbagliare finché non si arriva a qualcosa di buono.”

La tua formazione studentesca è arte fotografica, la cucina è l’hobby che hai trasformato in lavoro e ragione di vita.

“È successo tutto per caso. Da giovane avevo la passione per i vini, ho frequentato molti corsi da sommelier e ho iniziato a lavorare in una osteria. Un giorno restarono senza cuoco e mi chiesero se sapevo cucinare. Non battei ciglio e risposi: certo! Poi grazie allo chef Fabio Cucchelli iniziai un turnover di collaborazioni con ristoranti di qualità e stellati tra cui L’Oca Bianca a Mirano, il Rifugio Fuciade al Passo San Pellegrino, Castelbrando, Villa Crespi e tanti altri. Esperienze da cui ho imparato manualità del lavoro e scelta di abbinamenti di sapori nel rispetto della tradizione.”

Pur se attaccato alla cucina tradizionale sei uno che continua ad innovare, cosa ci dobbiamo aspettare adesso?

“La base della mia cucina è quella tradizionale popolare dell’area compresa tra Venezia e Treviso, ricette di pesce lagunari e verdure e vini della Marca. Ricette che ho imparato da mia madre che mio padre commentava sempre con straordinario senso critico. Poi quando ho cominciato a sottoporgli dei miei piatti se commentava con un “ho mangiato di meglio” era già un gran successo. Tornando ad oggi sto introducendo nuove tipologie di pesci come lo scorfano e la rana pescatrice, e poi i “folpetti” e ricette storiche come il “saor”. Adesso sono tentato di far scoprire ai polacchi le mozzarelle in carrozza e tramezzini, magari rilanciando anche il baccalà che qui ancora non apprezzano come in Italia. Altro progetto cui tengo molto è quello di creare dei corner-shop di prodotti italiani dentro i ristoranti, con formaggi, affettati, olio d’oliva, pasta, mozzarelle di bufala il tutto selezionato in esclusiva da me e dal mio staff.”

A Danzica ti conoscono tutti e la gente ti ferma per strada.

“Mi sono ambientato benissimo, ho tanti amici tra cui l’infaticabile Jolanta Gyza insegnate della scuola Zespol Szkol Gastronomiczno-hotelarskich, dove tengo spesso corsi agli studenti e poi con piacere partecipo agli incontri della Fondazione Ital-Gedania guidata da Roberto Polce. Ma lasciami dire che per noi italiani in Polonia anche l’avere Gazzetta Italia aiuta a farci sentire a casa.”