Joanna Mendys-Gatti, di giorno medico, di notte pittrice

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L’Italia per me è una seconda patria. Qui mi piace tutto. L’Italia è un paese talmente ricco di arte e di architettura che vivendoci e guardando ogni giorno questa bellezza non si può restare indifferenti. La vita qui è splendida e diversa da quella in Polonia. Nonostante la crisi economica la gente rimane allegra, aperta e spontanea. Quando ho raggiunto il mio marito italiano sono stata subito ben accolta e accettata. Il fatto che fossi polacca non ha mai fatto alcuna differenza per gli italiani. Ma non ho mai perso la relazione con il mio Paese e la mia vita si svolge tra Milano e Cracovia, città cui torno spesso ed in cui ho tanti amici. 

Di professione medico ma per passione pittrice?

Personalmente amo dipingere quanto fare il medico e così faccio entrambe le cose. Qui la gente viene ai vernissage per avvicinarsi all’arte e se trova qualcosa che gli piace la comprano. Ho fatto tante mostre in Italia e a nessuno interessava in quale accademia mi fossi laureata e con quale professore. In Polonia l’approccio è un po’ diverso. La pittura mi ha sempre affascinato e ai tempi del liceo ero indecisa tra l’Accademia delle Belle Arti e la facoltà di diritto. Poi, all’improvviso, ho avuto la premonizione che dovevo studiare medicina. Scegliendo tra medicina e accademia ho pensato che se mi fossi laureata in medicina poi avrei comunque potuto dipingere, ma il contrario non sarebbe stato possibile.

Come concili attività così diverse?

Nella mia vita, come in quella di tanti altri medici, c’è spazio sia per la professione che per l’arte. Per esempio durante la Riunione Mondiale dei Medici Polacchi si presentano anche gli interessi extra-medici dei partecipanti. In maggio a Danzica arriveranno molti medici illustri, i quali oltre alle relazioni sul proprio lavoro mostreranno anche le loro creazioni artistiche: pittura, fotografia e addirittura poesia. Anch’io avrò la mia mostra.

Parlavi italiano prima di trasferirti a Milano?

No. Ma durante i miei studi di medicina tutte le diagnosi si scrivevano ancora in latino, quindi lo conoscevo correntemente. Grazie a ciò dopo 3 mesi di soggiorno nel Bel Paese riuscivo già a parlare italiano abbastanza bene. 

Quali sono i tuoi luoghi preferiti in Italia?

Adoro la Toscana, è bellissima. Ogni anno ci torno per le vacanze con un sentimento speciale visto che qui ho incontrato mio marito. Ma non andrei a viverci. Per me Milano, e tutta la Lombardia, sono ideali per lavorare al meglio. Amo anche Roma. Ci vado a volte senza motivo, semplicemente per fare una passeggiata. E poi sono bellissime la Sardegna e la Sicilia. 

Non è da stupirsi che dipingi paesaggi.

Dipingo ciò che sento nell’anima. L’Italia mi ispira profondamente. Tutto può diventare tema di pittura. Fotografo i momenti fuggevoli e poi li riverso sulla tela. Dipingo spesso di notte, dopo aver passato una giornata di lavoro con i miei pazienti.

Dipingi partendo dalle foto?

Al giorno d’oggi con una tale evoluzione tecnica della fotografia quasi tutti dipingono a partire dalle foto. Durante gli incontri all’aria aperta con la mia associazione posso anche permettermi il lusso di dipingere direttamente dalla natura. Ma quotidianamente chi ha il tempo per questo?

Quali tecniche utilizzi?

La tecnica dipende dal tema. Dipingo su tela oppure su tavola, con vernici ad olio, un pennello e una spatola. Spesso comincio con il pennello e termino con la spatola. Creo quadri di varie dimensioni, però prediligo i grandi formati, perchè danno slancio, spazio.

I temi?

Paesaggi, fiori, natura morta, animali, uomini, ritratti. Anche rappresentazioni di santi. Tutto.

Quando hai cominciato a dipingere?

Dopo gli studi di medicina a Cracovia ho conosciuto mio marito e sono partita per l’Italia. La Polonia non era ancora nell’Unione Europea e dunque ho dovuto convalidare la mia laurea, cioè ripetere la maggior parte degli esami all’Università di Milano. Sono stati anni di tirocini, corsi, due specializzazioni in odontoiatria e medicina estetica, il dottorato di ricerca, il lavoro, la famiglia, i bambini. Dipingere era un sogno nel cassetto. Il giorno in cui ho cominciato a sentirmi realizzata professionalmente mi sono detta: o provi adesso oppure è la fine del tuo sogno. Ed ho ricominciato a studiare, stavolta disegno e pittura. Lavorando come medico non avevo il tempo per studi regolari, così ho scelto un percorso individuale di apprendimento. Ho terminato parecchi corsi di lungo periodo all’Università di Milano Brera e all’Istituto Paolo Borsa a Monza, ed ho fatto anche lezioni private nelle botteghe degli artisti.

Una vita di studio e lavoro!

Si’. Per fortuna non ho bisogno di dormire molto, quindi di giorno lavoro e di notte dipingo. Dunque alla domanda cosa faccio di professione, rispondo che di giorno faccio il medico e di notte la pittrice. Seguo le mie due passioni.

La prima mostra?

Alla Galleria d’Arte a Pescarenico, nel 2004, è piaciuta molto sia ai critici che al pubblico. Ero felice e ho valutato questa esperienza come un successo. Ho preso coraggio. Poi ho fatto altre mostre in Italia, a Parigi e quindi hanno cominciato ad invitarmi in altre città e la passione è diventata un’attività molto concreta e intensa. Ho esposto in Italia, Francia, Polonia, Usa, Germania, ora ho contemporaneamente una mostra a Lodz e una a Piacenza. Sono membro della Compagnia Artistica Paolo Borsa di Monza, della Bottega dell’Arte a Missaglia e di CIAC a Roma.

Hai parlato anche di quadri con i santi come tema.

Sì lo faccio come volontariato. Ho dipinto anche l’immagine del Gesù misericordioso, 140×80 cm, per la parrocchia di San Lorenzo a Żółkiew, vicino a Leopoli, dove mi sono trovata in occasione del 100° anniversario dell’apertura dell’ordine dei medici in Polonia. Il quadro nelle cornici dorate sostituirà il poster di carta che pende oggi in questa chiesa. Ho dipinto anche la rappresentazione del Cristo su commissione della chiesa di Linas presso Parigi. Mi hanno chiesto anche di fare un dipinto per una parrocchia in Congo. Recentemente inoltre sono stata coinvolta nel rinnovamento di una cappella, vicino a Cracovia, per salvare la scultura di Stryjeński “Madonna con Gesù Cristo”, distrutta e danneggiata, come tutta l’installazione.

Altri progetti?

Collaboro con alcune case editrici. Daniele Bertoni, un artista e scrittore toscano, nel suo libro, che simbolicamente fa riferimento alle rose, ha progettato la copertina sulla base del mio dipinto ‘Rose’. Marek Orzechowski, il corrispondente polacco di PAP, sta per finire un libro sulla cultura musulmana in Tunisia e ha già scelto per le illustrazioni alcuni dei miei lavori. Il quadro “I dervisci ballanti” è stato scelto per la copertina. Attualmente sto dipingendo il ritratto di Cristoforo Colombo, per un libro di cui non posso svelare nulla a parte il fatto che la commissione mi è arrivata dagli USA. In generale comunque penso che il mondo non abbia né limiti, né vincoli, anzi apre davanti a noi tante strade, tutte interessanti… Io passo la vita ad imparare sempre qualcosa di nuovo, questo è il mio progetto di futuro.