Slide
Slide
Slide
banner Gazzetta Italia_1068x155
Bottegas_baner
baner_big
Studio_SE_1068x155 ver 2
Nutella_Gazzetta_Italia_1068x155_px_final
Gazetta Italia 1068x155

Home Blog Page 261

La fuga di Benjamin Lerner

0

Varsavia, Prima guerra mondiale, estate, in una qualche data tra il 1914 e il 1917. Benjamin Lerner è disperato, il panno del pastrano militare è urticante, ha la schiena gravata da uno zaino foderato di pelliccia ‒ frutto di una spoliazione – il fucile a bandoliera lo strozza, il collo dell’uniforme è strettissimo. È ansante, rischia una punizione o peggio se si presenterà in caserma in ritardo, ma tutto sembra congiurare contro di lui. Le strade sono incredibilmente affollate, i mezzi a trazione animale si contendono le carreggiate con moderni mezzi a motore, il ponte di accesso alla città è completamente ingombro di compagnie di soldati che vanno verso il fronte, l’ottusità di un poliziotto gli vieta di usare il marciapiede parchè è armato. La consapevolezza dell’irrazionalità e insensatezza della sua vita si fa strada dentro di lui in maniera prepotente, fino a convincerlo a varcare a ritroso il cancello della caserma che aveva tanto faticosamente raggiunto quasi in perfetto orario. Trova rifugio da suo zio, che lo ha accolto sin dalla morte dei suoi genitori. Reb Baruch Joseph è altrettanto convinto della propria genialità quanto dell’altrui stupidità. Un aspirante grand’uomo a cui un fato costantemente avverso ha impedito di rifulgere come avrebbe voluto. Un grande possidente terriero ridotto in misera dalle sue idee strampalate e sbeffeggiato e abbandonato dai suoi contadini prima ancora che i cosacchi in avanzata ne occupassero le terre costringendolo a cercare rifugio a Varsavia insieme a Toybele, la sua moglie piagnucolona, e a Gitta la dolce figliola teneramente innamorata del cugino fin dall’infanzia, ma strumento designato delle mire di riscatto paterne, che ne vogliono fare la moglie di un vedovo speculatore di guerra. Fuggiranno Gitta e Benjiamin, lui dall’irrazionalismo, lei dalle retrograde idee familiari, insieme verso l’utopia…

Benjiamin Lerner è un personaggio complesso, che subisce una considerevole evoluzione sotto gli occhi del lettore: è sin dall’inizio poco religioso, portato a speculazioni critiche in ordine all’inutilità dei sacrifici umani al fronte, vagamente attratto dal socialismo, ma man mano che l’avventura della sua vita scorre in parallelo con grandiosi eventi storici a cui partecipa in prima persona, dalla rivolta degli schiavi del Ponte di Praga, all’assalto al Palazzo d’Inverno, passando per un tentativo utopistico di costituire una Comune ‒ insieme a un miliardario ebreo socialista ‒ e per la galera, la sua personalità si fa più definita, si arricchisce di spigoli e sfaccettature. Lerner, grazie alla sua capacità di stupirsi dell’irrazionale risulta un perfetto mediatore sia tra forze opposte come gli operai e la dirigenza tedesca della fabbrica in cui lavora, sia quando il conflitto è tra la sua tiepida fede e i principi di egualitarismo socialisti. Israel Joshua Singer crea una serie di figure che sono quasi i progenitori dell’ebreo borghese la cui ascesa è impietosamente ricostruita nel suo I fratelli Ashkenazi e anche dei Moskat, il cui declino di ricchi borghesi fu immortalato da suo fratello minore e Premio Nobel, Isaac Bashevis. I comprimari di Bejiamin Lerner mantengono intatte le illusioni,un’innocenza di fondo e un’aderenza né fanatica né negligente ai valori del popolo errante. In una Varsavia che sembra incontaminata dalla guerra, sfuggono all’irrazionalismo rifugiandosi ciascuno nella propria marca di idealismo. I battibecchi tra personaggi ripropongono con sagacia le dinamiche intergenerazionali tipiche di culture fortemente tradizionaliste a confronto con bruschi cambiamenti. La sconfitta dei tedeschi è stato l’inizio della fine per gli ebrei europei orientali, che, da alleati dei tedeschi finiranno in poco tempo per essere cacciati dai loro shtetl. Nella diaspora perderanno molti dei loro principi e gran parte della loro storia comunitaria, barattandoli con l’omologazione prima ancora che le ultime vestigia vengano calpestate dagli scarponi chiodati dei nazisti e dei sovietici.

Autore:
Israel Joshua Singer
Traduzione di: 
Marina Morpurgo
Romanzo
Bollati Boringhieri 2015

di Lisa Puzella

(Fonte: Mangialibri)

Gmg, così la Polonia accoglie l’Italia

0

Racconta di contatti stabiliti, di legami, di attese e di pagine tutte da scrivere.La mappa dei gemellaggi non indica solo i luoghi in cui si recheranno i gruppi diocesani e regionali italiani prima di arrivare a Cracovia per il raduno internazionale, ma è soprattutto la rappresentazione grafica di incroci, cammini e punti da cui ripartire. Le «Giornate nelle diocesi», in programma dal 20 al 25 luglio, sono infatti l’occasione per conoscere, condividere e arricchire il proprio bagaglio di vita e di fede. Decine di migliaia di giovani italiani vivranno questa esperienza nelle Chiese locali polacche: ognuna si trasformerà in un luogo biblico, offrendo momenti di scambio culturale, testimonianza e festa.
Ad esempio, sarà il «Monte Carmelo» la diocesi di Katowice dove confluirà gran parte della spedizione azzurra: Alba, Acqui, Bergamo, Crema, Cremona, Cuneo, Fossano, Gorizia, Mantova, Mondovì, Oria, Saluzzo, Termoli, Velletri, Verona, Milano insieme ai gruppi regionali di Campania e Marche. Tra le più «gettonate», anche per la relativa vicinanza a Cracovia, figurano Bielsko-Zywiec eTarnów, scelte rispettivamente da nove e da undici delle nostre diocesi. A parlare italiano sarà pure Radom dove arriveranno ben otto gruppi, tra cui quello della regione Liguria. La Basilicata invece sarà accolta a Lodz, l’Umbria a Lowicz e la Calabria a Sosnowiec. A Wloclawek, nel cui territorio è nata santa Faustina Kowalska, l’apostola della Divina Misericordia – e patrona della Gmg assieme a san Giovanni Paolo II –, sono attesi i ragazzi di Castellaneta. Adria, Lucca, Treviso raggiungeranno invece Danzica (Gdansk in polacco), all’estremo nord, sul Mar Baltico, mentre l’unica ad essere ospitata da una delle diocesi confinanti con la Polonia che hanno dato disponibilità all’accoglienza dei pellegrini sarà Biella, che ha come destinazione Plzen, nella Repubblica Ceca. Sebbene sia gemellata solo con Livorno, la diocesi di Czestochowa sarà meta di molti gruppi che si recheranno in preghiera nel celebre Santuario mariano, tappa fondamentale insieme a quella nel campo di sterminio diAuschwitz.
La mappa è delineata, ma è ancora possibile prenotare un gemellaggio: chi volesse, oltre a contattare il Servizio nazionale per la pastorale giovanile per informazioni e supporto nell’organizzazione, può prendere accordi con la Chiesa polacca seguendo le indicazioni del sito www.krakow2016.com.

(Fonte: Avvenire.it)

POLONIA OGGI: Riorganizzazione del settore estrattivo; previsti tagli degli stipendi e del personale

0

Abbassare gli stipendi di circa mille zloty e licenziare il 12% del personale: queste sono le prospettive per il nuovo Gruppo Minerario Polacco, che dovrebbe essere riformato il 1° maggio 2016. I minatori perderanno anche alcuni privilegi. Nel gruppo dovrebbero entrare undici miniere di carbone. La società si impegna a migliorare la redditività e la produttività. Nel giro di due anni, l’occupazione dovrà essere ridotta dalle attuali 34 mila unità a meno di 30 mila lavoratori. Il livello salariale diminuirà di circa 1100 zloty per arrivare a 5560 zloty lordi. I tagli dovrebbero abbassare il costo dell’estrazione di carbone da 258 a 213 zloty per tonnellata. Si prevede che il Gruppo Minerario Polacco avrà un profitto di 290 milioni di zloty. A metà dell’anno scorso, la perdita che il gruppo ha registrato era pari a 746,7 mln di zł.

“Il fatto che si debbano chiudere alcune miniere è evidente. Anche per questo ci saranno dei licenziamenti. È importante però la modalità con cui verranno effettuati”, ha detto Janusz Steinhoff. L’ex-presidente della Compagnia Carbonifera, Mirosław Taras, è contro la riduzione dei salari dei minatori: “L’abbassamento dello stipendio dei minatori non è il miglior passo. I minatori lavorano in condizioni difficili e pericolose, in un’infrastruttura vecchia, in condizioni climatiche difficili, respirando aria polverosa che mette a rischio la salute, la vita. Questo non si deve dimenticare”, ha sottolineato Mirosław Taras..

biznes.pl

POLONIA OGGI: Beata Szydło a Berlino

0

Venerdì a Berlino si è discusso su importanti questioni riguardanti l’UE, la Polonia e la Germania. “La cosa più importante è impegnarci insieme per rendere l’UE più forte”, ha detto il primo ministro polacco. Inoltre si è parlato delle relazioni tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea. Entrambi i paesi sono d’accordo che sia necessario fare di tutto perché il Regno Unito rimanga nell’UE e per questo cercheranno di scendere a compromessi durante le consultazioni. La questione più difficile nelle negoziazioni con il Regno Unito è la proposta di limitare l’accesso ai benefici per gli immigrati provenienti da altri paesi dell’UE.

Si è parlato anche del problema della migrazione. Szydło ha dichiarato che per la Polonia l’allocazione permanente degli immigrati non sia da accettare, almeno per il momento. La Polonia vuole dimostrarsi attiva per quanto riguarda l’aiuto umanitario dei rifugiati, e per questo motivo il governo polacco ha deciso di partecipare agli aiuti per la Siria, destinando a questa i relativi fondi. Szydło ha proposto al cancelliere tedesco di svolgere un “progetto umanitario polacco-tedesco” in Siria, Libano o Turchia. “Siamo d’accordo che il tema della migrazione sia una delle più grandi sfide che l’Unione Europea deve affrontare”, ha detto Merkel, aggiungendo che la Polonia e la Germania vogliono proteggere le frontiere esterne dell’Unione europea.

La cancelliera tedesca ha dichiarato inoltre che entrambi i paesi continueranno a svolgere consultazioni intergovernative sulle questioni economiche, sugli scambi giovanili, sulle sfide nel campo della politica estera e anche per la situazione dei polacchi che vivono in Germania. Szydło ha sottolineato che la Germania sia un vicino molto importante. La Polonia vuole sostenere, sviluppare e approfondire la collaborazione, mantenendo buone relazioni con la Germania. Quest’anno segna il venticinquesimo anniversario del trattato di “buon vicinato” tra la Polonia e la Germania, il quale è stato firmato nel giugno 1991 al fine di creare i presupposti per le buone relazioni tra i due paesi.

pap.pl

POLONIA OGGI: Novità dall’Ispettorato del Lavoro, sanzioni più pesanti ai datori di lavoro?

0

Durante la sessione plenaria della Commissione Nazionale di Controllo tenutasi mercoledì, il nuovo Ispettore del Lavoro Roman Giedrojć ha presentato la relazione sui regolamenti ostacolanti l’efficace applicazione delle leggi da parte dell’Ispettorato del Lavoro. Sono stati proposti alcuni rimedi per risolvere il grande problema degli imprenditori disonesti, i quali, col passar del tempo, hanno imparato a bloccare i controlli sul posto di lavoro.

La soluzione migliore secondo Giedrojć sarebbe quella di diminuire le ispezioni, ma al tempo stesso di aumentare le competenze degli ispettori. Fino ad oggi il controllo riguardava soltanto la verifica dei requisti sanitari e quindi un ispettore non poteva intervenire sulle irregolarità in merito alle ore lavorative.

A questo proposito si è inoltre parlato della possibilità di raddoppiare le multe previste per i datori di lavoro, perché ad oggi sono talmente basse che gli imprenditori preferiscono pagarle invece di condurre gli affari in modo lecito. Se tali cambiamenti entrassero in vigore, l’Ispettorato del Lavoro avrebbe un potere maggiore rispetto al passato.

rp.pl

POLONIA OGGI: Il sistema finanziario polacco relativamente stabile

0

Come risulta dal rapporto pubblicato ieri dalla Banca Nazionale Polacca sulla stabilità del sistema finanziario, il sistema appare sicuro, tuttavia la proposta di cambiamento rispetto ai prestiti in valuta estera, nonché l’introduzione della tassa sulle attività delle istituzioni finanziarie potrebbe avere un influsso negativo sullo stesso.

Secondo la Banca Nazionale, le soluzioni proposte causerebbero un aumento dei costi bancari, indebolendo la resistenza delle banche ai rischi e diminuendo la loro capacità finanziarie. Nel rapporto si legge che “invece il peggioramento relativo alla resistenza del sistema bancario provocherebbe una rivalutazione da parte delle agenzie di rating dell’economia polacca ed un calo della fiducia degli investitori stranieri (…) mentre un disturbo sul funzionamento del sistema finanziario e della sua efficacia influirebbe in modo negativo sulla situazione delle imprese e delle famiglie polacche”.

(finanse.wnp.pl)

per ricevere la newsletter completa, vai su www.gazzettaitalia.pl/it/polonia-oggi/

POLONIA OGGI: Il giudizio della delegazione della Commissione di Venezia sulla situazione politica

0

I delegati della Commissione di Venezia hanno terminato la loro visita a Varsavia. Ieri la Commissione ha discusso sui cambiamenti della legge sul Tribunale Costituzionale con il Ministro della Giustizia, Zbigiew Ziobro, con i giudici del Tribunale e con il difensore civico, Adam Bodnar. La Commissione di Venezia è giunta in Polonia successivamente all’invito del Ministro degli Affari Esteri Witold Waszczykowski.

Gianni Buquicchio, presidente della Commissione di Venezia, dopo l’incontro al Ministero della Giustizia ha affermato che la Commissione avrebbe riscontrato due problemi, uno di natura politica, l’altro di tipo legale. Riguardo al primo, Buquicchio ha sottolineato: “Per trovare un compromesso, la cosa importante è il senso di responsabilità di tutti gli attori sulla scena politica. Parlo di un compromesso conforme alle leggi, e non di un compromesso diabolico, visto che in questa sede sono emerse idee simili”.

(pap.pl)

(per ricevere la newsletter completa, vai su www.gazzettaitalia.pl/it/polonia-oggi/)

Mondo TV sottoscrive nuovo accordo in Polonia

0

Mondo TV ha annunciato di aver sottoscritto con Multimedia Polska un accordo per la concessione in licenza dei diritti di trasmissione di sei serie animate della library di Mondo Tv, tra cui Sissi e Drakers. La licenza è concessa per un periodo di un anno ed include i diritti di trasmissione in via non esclusiva per internet e video-on demand in lingua polacca.

“Yossl Rakover si rivolge a Dio” di Zvi Kolitz, Adelphi Edizioni

0

Una storia nella storia, una sorta di teatro nel teatro, la storia narrata e di chi scrive. Un caso controverso che porta alla luce la rivolta degli ebrei nel ghetto di Varsavia, un caso unico. Non solo, c’è in questo esile racconto, un processo a Dio che è in qualche modo tipico del popolo eletto; un rovesciamento dello spirito cristiano del popolo che ama la legge, la Torah, più che Dio stesso, della ferita esistenziale e del Dio che nasconde il proprio volto e lascia che il giusto non riceva pietà.

E’ un testo esile, rivolto a Dio e rivolta contro Dio senza però una condanna definitiva. Come non ricordare il Processo a Dio con Ottavia Piccolo di qualche anno fa al Teatro Valle di Roma e come non pensare che è tipico del popolo eletto questo genere di processo? Non c’è ad esempio nulla di simile nel popolo armeno che pure è stato sterminato. Al di là dei numeri, calcoli macabri, lo sterminio di massa, senza una ragione almeno plausibile è un abominio della storia che si ripete, eppure gli ebrei considerano il proprio stato singolare, per non dire unico. Attenzione non c’è la maledizione di Dio, ma un processo.

La prima parte del libro di Zvi Kolitz è appunto la requisitoria, senza nessuna aggressività di un uomo che sta morendo nel ghetto di Varsavia dove, dopo il 1943 appunto non esiste più un ghetto e per chi, come me, ha visitato Varsavia il pensiero è impressionante. Se infatti si visita l’immenso cimitero ebraico ci si rende conto delle proporzioni della presenza ebraica nella città così come il suo stato di abbandono denuncia un popolo scomparso. Nel settembre del 1946 una rivista in lingua yiddish di Buenos Aires, El diario israelita, pubblicava Yossl Rakover si rivolge a Dio, presentandolo come l’ultimo messaggio di un combattente mentre la sua casa va a fuoco, un messaggio affidato ad una bottiglia e ritrovato tra ceneri e ossa carbonizzate. Come ogni messaggio affidato ad un messaggero vive poi di una sua vita propria. E’ il 28 aprile del 1943 e il testo esordisce come una professione di fede di grande forza: “credo nel sole, anche quando non splende; credo nell’amore, anche quando non lo sento; credo in Dio anche quando tace.” Queste righe sono state ritrovate sui muri di una cantina di Colonia dove alcuni ebrei si rifugiarono durante tutta la durata della guerra. Nella tragedia che incombe la morte immediata è giudicata una salvezza e come un nuovo Giobbe sente che tornerà – auspicandolo – presto alla terra, nudo come dalla terra è venuto.

Inizia così il dialogo con Dio ripensando al tempo nel quale il protagonista della vicenda viveva felice e vedeva il Signore come un benefattore mentre ora sente che è Dio ad essere in debito nei confronti dell’uomo quasi ci fosse un castigo per i peccati. Ma non è questo si affretta ad aggiungere, che è piuttosto l’accettazione cristiana della sofferenza (ndr). E’ come se Dio si fosse nascosto. L’uomo che rivolge il proprio messaggio a Dio non chiede pietà, né un occhio di riguardo rispetto a tutti gli altri, consegnati ad una fine atroce. Non è questo l’argomento di discussione. La vendetta resta l’ultima, unica arma per combattere perché gli ebrei adesso combattono e a Varsavia c’è stato l’unico tentativo dalla notte dei tempi – dopo la rivolta a Roma nel 135 d.C. sotto l’Imperatore Adriano che la represse – organizzata da parte ebraica. Quel Dio d’amore dei popoli ora è un Dio di vendetta perché in nome suo, il popolo eletto è trucidato. La vera originalità è che la fede diventa una scommessa con Dio e addirittura, paradossalmente, contro Dio di spore kierkegaardiano perché il fedele crede anche contro Dio stesso, crede anche se consegna gli uomini agli assassini, diventando il Dio degli assassini…ma la fede è più grande di tutto e anche se sparisse la fede in Dio mai verrebbe meno quella nella sua legge. Non è una fede grande è una fede assurda ed è questo l’aspetto sconvolgente del credo ebraico. La fede infatti non ha bisogno di nutrirsi della venerazione della perfezione. Pochi allora conoscevano la storia del ghetto di Varsavia e quando il vero autore si fece vivo, rivelandosi come un ebreo lituano nato nel 1919, poi emigrato in Palestina, ci fu un effetto destabilizzante. Qualcuno pensò che la vicenda di Yossl Rakover fosse inventata, altri cercarono e dettero un’attribuzione anche se a mio parere non è questa tortuosa vicenda l’essenziale né l’aspetto originale della narrazione, alla quale nulla toglie e nulla aggiunge, secondo me. Può essere utile conoscere la comunità ebraica della Lituania, narrata nelle note al libro dal curatore, che viveva in condizioni di assoluta considerazione: lì ad esempio il calendario ebraico contava più di altri e la fede era molto radicata. Tra l’altro l’autore, figlio di un rabbino e talmudista, era cresciuto in un rapporto quasi confidenziale con Dio con il quale dialogava “alla pari” e nello spirito di Dostoevskji secondo il quale “se Dio non esiste tutto è possibile”. Ripercorrendo la storia di Kolitz – che visse sempre in hotel con la moglie, ramingo, fissando solo una casa sul Mediterraneo anche se poi la sua vera dimora fu a New York – si assaggia anche il nomadismo tipico ebraico e il vissuto raccontato all’esterno. Ad esempio di “camere a gas” non si parla prima del 1945 e anche in Palestina l’eco non arriva. Lo Stato d’Israele, d’altra parte, si costituisce nel 1948, data spartiacque dopo la quale cambieranno molte cose nello scacchiere internazionale. A proposito di quella che Heidegger – che con l’ebraicità ebbe un rapporto contrastato (ndr) – definì la “ferita esistenziale”, il danno prodotto dall’esistere stesso, per quanto riguarda il mondo ebraico ha una colorazione particolare. Oguno è indubbiamente più sensibile a quanto colpisce i propri cari, quindi il proprio circolo di amici, e via dicendo, il proprio paese. Per il mondo ebraico però questa risonanza del dolore di un altro ebreo è molto più forte e intima. Anzi, per mia conoscenza, devo dire che persone che non si considerano ebrei pur essendolo, ma prima di tutto cittadini di un certo paese, quindi connotati con il proprio mestiere, non religiosi, si riscoprono tali allorché si parla di olocausto. Così ad esempio è stato per il filosofo ebreo russo naturalizzato francese, Wladimir Jankélévitch – allievo prediletto di Bergson – che sentì la vicinanza a quello che definì il proprio popolo solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. E’ questo un libretto che vale la pena non tanto per quello che narra o per la strana vicenda editoriale ingarbugliata quanto perché è uno spunto originale e insolito per una riflessione su un tema sul quale sembra si sia detto così tanto, quasi troppo.

Yossl Rakover si rivolge a Dio
di Zvi Kolitz
Piccola Biblioteca 393
Adelphi Edizioni
Milano, 1997

 

Articolo di Ilaria Guidantoni

Polizze false vendute col brand della polacca Tuir Warta

0

L’Ivass ha segnalato l’ennesimo caso di commercializzazione di polizze false, questa volta intestate alla compagnia polacca Tuir Warta Sa. I casi segnalati riguardano polizze fideiussorie e polizza Rc auto.

Per quanto riguarda le polizze fideiussorie, l’Autorità spiega che l’impresa polacca pur essendo abilitata a operare in Italia anche nel ramo in oggetto, “in data 27 gennaio ha comunicato di non operare in Italia nel settore Cauzioni e di essere venuta a conoscenza di polizze fideiussorie false”.

Per quanto riguarda invece i casi di commercializzazione di polizze Rc auto contraffatte, intestate alla società (segnalati in particolare nella zona di Napoli), l’Ivass sottolinea che l’impresa assicurativa con sede legale in Polonia “è abilitata a operare in Italia nel ramo Rc auto, ma limitatamente alla responsabilità civile del vettore. L’impresa, quindi, non è abilitata a rilasciare polizze per la responsabilità civile auto obbligatoria”. La stessa Tuir Warta ha inoltre dichiarato che si tratta di polizze Rc auto contraffatte.

Per entrambi i casi l’Ivass, pertanto, ricorda che a oggi l’eventuale stipulazione di polizze fideiussorie  e Rc auto “recanti l’intestazione T.U.I.R. WARTA S.A. comporta per i contraenti l’insussistenza della copertura assicurativa e per gli intermediari lo svolgimento di un’attività non consentita dalle vigenti disposizioni normative”.

Come sempre l’Autorità raccomanda ai consumatori di verificare, prima della sottoscrizione, che i contratti  siano  emessi  da  imprese “regolarmente autorizzate  allo  svolgimento  dell’attività assicurativa e che gli intermediari che propongono la sottoscrizione dei contratti siano iscritti nel  registro  unico  degli  intermediari  assicurativi o  nell’elenco  degli  intermediari  dell’Unione Europea, tramite la consultazione sul sito www.ivass.it”.

I  consumatori  possono  chiedere  chiarimenti  ed  informazioni  al  Contact  Center  dell’Ivass  al  numero  verde  800-486661  dal  lunedì  al  venerdì  dalle ore 9 alle  13.30.

di Beniamino Musto – Insurancetrade