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Economic Forum – business e politica si incontrano in Polonia

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“Verso un’Europa resiliente. Strategie per il futuro” è il motto del 25° Economic Forum di Krynica-Zdrój, in corso in Polonia dall’8 al 10 settembre

Promosso dalla Fondazione Istituto di Studi Orientali (Foundation Institute for Eastern Studies), l’Economic Forum di Krynica-Zdrój è una delle principali occasioni di incontro e dibattito tra leader politici ed economici dell’Europa centrale e orientale.

L’evento persegue obiettivi quali:

  • promuovere l’educazione sociale e politica in vista di un futuro democratico dei paesi dell’Europa centrale e orientale,
  • promuovere lo sviluppo della cooperazione economica, scientifica, tecnologica e culturale,
  • sostenere e intraprendere iniziative comuni di investimento in settori chiave dell’economia,
  • incentivare la cooperazione e la fiducia tra i Paesi interessati,
  • sostenere e intraprendere attività e progetti che aiutino gli individui e le comunità a comprendere i processi in corso a livello locale indotti dalla trasformazione dei paesi dell’Europa centrale e orientale in Stati democratici moderni e con libero mercato.

Al via la 25a edizione

Il 25o Economic Forum ha preso il via ieri, 8 settembre, e si chiuderà domani, 10 settembre, nella città di Krynica-Zdrój (Cracovia, Polonia).

Il Forum si articola in sessioni plenarie e numerose tavole rotonde, presentazioni e conferenze organizzate in diversi gruppi tematici, quali macroeconomia, business e management, energia, innovazione, stato e riforma, Unione europea e vicinato, sicurezza, politica internazionale, salute, etc.

Tra le questioni al centro delle sessioni plenarie:

  • Verso un’Europa resiliente. Strategie per il futuro (che dà anche il titolo all’edizione 2015 del Forum),
  • Espansione e investimenti stranieri come opportunità per una sviluppo più rapido in Europa centrale,
  • Una nuova dimensione di politica economica. L’Europa nel gioco globale,
  • Perché abbiamo bisogno di sicurezza?,
  • L’Europa affronta nuove sfide. Giovinezza o esperienza?,
  • Il capitalismo nel 21° secolo. Che dire dei valori?

Ospiti della tre giorni polacca, tra gli altri:

  • Donald Tusk, primo ministro polacco e presidente del Consiglio europeo,
  • Jerzy Buzek, ex presidente del Parlamento europeo,
  • Mikulas Dzurinda, ex primo ministro slovacco,
  • Peter Stracar, CEO di GE per Europa Centrale e Orientale.

Polonia, costo referendum 8 euro a votante, affluenza flop al 7,8%

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Polonia, affluenza ferma al 7,8% per uno dei referendum più cari d’Europa. Molte le polemiche.

I tre referendum “anticasta” cui sono stati chiamati ad esprimersi i cittadini della Repubblica di Polonia domenica 6 settembre sono stati ampiamente ignorati dall’elettorato.

L’affluenza alle urne pari al 7,8%rappresenta un record storico negativo: degli oltre 30 milioni di aventi diritto al voto, hanno votato appena 2 milioni e 385 mila elettori, addirittura meno dei 3,1 milioni che alle presidenziali dello scorso maggio avevano votato Pawe? Kukiz, principale “ispiratore” del primo quesito referendario.

Kukiz infatti aveva puntato molte energie nella sua battaglia per l’introduzione dei collegi uninominali anche per l’elezione della Camera polacca (Sejm), un sistema elettorale che a suo dire avrebbe scalzato la partitocrazia instaurando un rapporto diretto tra eletto e elettori della sua circoscrizione, senza la mediazione dei partiti.

Polonia, i risultati del referendum del 6 settembre

Venendo al dettaglio dei tre quesiti, per il primo, a favore dei collegi elettorali uninonimali si è espresso il 78,75% dei voti validi; per il secondo, l’82,63% dei voti validi ha optato per un cambiamento dell’attuale sistema di finanziamento pubblico ai partiti; per il terzo, il 94,51% si è mostrato favorevole al principio “in dubio pro tributario” che risolve le controversie interpretative in materia fiscale a favore del contribuente, principio appena entrato nell’Ordinamento polacco il mese scorso.

L’affluenza non ha superato il 7% nei voivodati di Lubusz, al confine con la Germania orientale, e di Podlachia, dal lato opposto della Polonia, confinante con Lituania e Bielorussia. Più elevata invece, in Pomerania, il voivodato che include Danzica, sul Mar Baltico, dove ha raggiunto l’8,4%. Nel seggio di Kukiz, a ?osiów, si sono recate alle urne 299 persone (14,51%); a maggio, solo per lui, avevano votato 728 elettori. Maggiore affluenza all’estero, superiore al 64%, in quanto il computo è basato solamente sui 17 mila, di cui 11 mila votanti, che si sono iscritti a questa specifica votazione; per le presidenziali si erano registrati in 257 mila. Venendo ai seggi consolari in  Italia, a Milano hanno votato in 44 su 77 iscritti, mentre a Roma in 32 su 74. I tre quesiti hanno visto complessivamente il 74,7% favorevole all’uninominale, 78,4% favorevole ad un cambiamento del finanziamento pubblico ai partiti e addirittura il 100% favorevole al principio “in dubio pro tributario”.

Secondo la Commissione Elettorale Nazionale (PKW) la spesa per i referendum sarebbe pari a 84 milioni di z?oty (19,8 milioni di euro), con un costo superiore a 8€ per elettore votante: una delle consultazioni più costose mai realizzati in Europa. Ciò riaccende le polemiche.

Le reazioni

Il ministro dell’Agricoltura Sawicki (del partito ruralista governativo PSL) da un mese continuava a sostenere che avrebbe speso a favore dei contadini quella cifra che invece è andata alla macchina elettorale. Il partito di destra sociale Diritto e Giustizia (PiS), che esprime neoeletto Presidente della Repubblica Andrzej Duda, incolpa il presidente uscente Komorowski, della forza di centrodestra liberale Piattaforma Civica (PO), che ha indetto tale consultazione solo per tentare la (mancata) rielezione. Della stessa idea Leszek Miller, l’esponente socialdemocratico (SLD), che accusa innanzitutto il governo a guida PO, con la premier Ewa Kopacz, oltre a Kukiz e a Ryszard Petru, un economista che ha fondato recentemente la formazione politica liberale “Moderna” (Nowoczesna), stimata nei sondaggi attorno al 7%. Al contempo c’è chi accusa il Presidente Duda (PiS) per non aver voluto cancellare l’appuntamento con le urne e, anzi, di aver proposto altri referendum, poi bocciati dal Senato, da tenersi ad ottobre, in concomitanza con le elezioni per il rinnovo del parlamento.

Kukiz, dal canto suo, sostiene di aver dovuto fronteggiare la disinformazione – in quanto molti avrebbero pensato che la decisione del Senato avrebbe annullato anche questi referendum – e di aver proposto una precisazione dei quesiti referendari, che invano ha chiesto di rimandare ad ottobre o dopo. In base a tale affluenza, non è possibile stabilire, secondo Kukiz, se i polacchi siano o meno favorevoli ai collegi uninominali, anche perché PO e PiS avrebbero trasformato la consultazione in una lotta per il potere partitocratico. Kukiz accetta quindi il “padre” del dibattito sull’uninominale, ma rifiuta di esserlo anche per questo referendum.

Da gran parte dell’elettorato questa consultazione referendaria è stata percepita come inutile, se non una presa in giro, vista la vaghezza della formulazione dei quesiti che voleva assumere una forma plebiscitaria. Va infine precisato che, non avendo raggiunto la soglia del 50%, i referendum sono comunque validi, ma non vincolanti.

(Piotr Zygulski – termometropolitico.it)

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  “11 minuti” di Jerzy Skolimowski fa il pieno di applausi alla proiezione per i giornalisti svoltasi stamattina (9 settembre) al Festival del Cinema di Venezia. Un film ambientato in una Varsavia in cui la vita sembra scorrere veloce, dura, quasi implacabile dove il tempo è scandito da aerei che decollano e atterrano continuamente e ildestino delle persone è appeso all’incrociarsi delle coincidenze. Ottime fotografia e montaggio della pellicola. Ora siamo in attesa della conferenza stampa con il regista in programma alle 14.

trailer: https://www.gazzettaitalia.pl/files/11_minutes.mov

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Polonia ‘Paese senza crisi’ guarda a futuro con ottimismo

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C’è chi a buon diritto lo definisce il Paese senza crisi, unica nazione mai entrata in recessione in Europa dal 2008 a oggi. C’è chi elenca una serie di dati, quelli della costante crescita del Pil – +2,6% (2009), +3,7% (2010), +4,8% (2011), +1,8% (2012), +1,7% (2013), +3,4% (2014), +3,3% previsto nel 2015. C’è chi lo indica semplicemente come l’esempio migliore di transizione verso democrazia ed economia di mercato, ricordando le condizioni di vita a inizio Anni Novanta. Qual è la via più adatta, per descrivere la Polonia di oggi? Forse quella, più semplice, di dipingerla come un Paese in movimento. Paese che, malgrado zone grigie – problemi di bassa natalità ed emigrazione, eccessiva dipendenza dell’export verso l’Eurozona, ipotesi di maggiore tassazione su banche e ipermercati e urgenza di mitigare l’utilizzo di carbone – continua a crescere. E migliora, anno dopo anno.

E’ questa l’impressione che comunicano oggi città come Varsavia, dove il passato, con il Palazzo della Cultura e della Scienza, poco gradito ‘regalo di Stalin’, fa da contraltare al presente di grattacieli, banche e centri commerciali. O di Katowice, città di 330 mila abitanti, al centro di una conglomerazione di oltre due milioni di persone, la più grande dell’Europa centrale. Al tempo del comunismo era regione di acciaierie e di miniere di carbone – ora settore critico del sistema, in profondo rosso – ma grazie al denaro affluito grazie a fondi Ue e investitori stranieri è diventato il cuore pulsante del settore ‘automotive’, di servizi e Information technology. E la stessa impressione di Paese che migliora senza scossoni e senza eccessivi rallentamenti la danno anche i dati macroeconomici. La Polonia, nel ‘best case scenario’, ossia con tassi di crescita quasi doppi rispetto all’attuale, entro il 2025 potrebbe superare “i livelli di Pil pro capite di Spagna, Italia e Portogallo”, ha previsto McKinsey&Company, mentre oggi è al 70% della media Ue. A cavallo della crisi, dal 2008 al 2014, l’economia polacca è tuttavia già cresciuta del 24% circa contro lo 0,7% di quella dell’Eurozona – nella quale Varsavia, dopo l’adesione Ue nel 2004, non ha alcuna fretta di entrare.

Nello stesso periodo i salari sono aumentati però solo del 18-20%, facendo crescere un sentimento di delusione che pervade alcuni strati della popolazione e che dovrebbe facilitare l’ulteriore virata a destra alle elezioni politiche del 25 ottobre, con il partito Diritto e Giustizia accreditato della vittoria. Ma la stabilità politica, a prescindere dall’esito delle urne, assieme quella economica non sono in discussione. Elementi che allettano gli investitori stranieri, italiani inclusi. E in Polonia non ci sono solo Fiat, Brembo, Indesit, Magneti Marelli, Finmeccanica e altre 1.500 imprese, ma anche “l’ingegnere che apre una pasticceria a Varsavia per vivere nel Paese dell’innamorata, il pizzaiolo o quello che vuole inaugurare un sexy-shop”, racconta il direttore dell’Agenzia Ice nella capitale polacca, Giuseppe Federico.

Alla fine, sono tutti attratti dal ‘boom’ in versione polacca. La ricetta di Varsavia? Non è segreta, ma applicarla lontano da qui sembra difficile. Fondi europei – oltre 100 miliardi quelli in arrivo tra il 2014 e il 2020, la Polonia è il maggior ricevente nell’Ue – che hanno trasformato e modernizzato il Paese nel corso dell’ultimo decennio e che sono stati utilizzati bene, con un assorbimento oltre il 90%. E investimenti esteri – 220 miliardi di euro dal 1990 al 2013. Investitori che “già hanno aiutato enormemente a diminuire la disoccupazione in Polonia”, oggi al 10% rispetto al 20% di 15 anni fa, rimarca Iwona Chojnowska-Haponik, direttrice del Dipartimento per gli investimenti stranieri della Polish Information and Foreign Investment Agency (Paiiz). Aziende che vengono attratte, fin dal 1996, anche e soprattutto dalla 14 Economiche speciali (Zes) – la cui esistenza è stata prolungata dal 2020 al 2026 perché vera ‘arma’ competitiva di Varsavia. Zes come quella di Katowice, cuore della Slesia e del settore automotive polacco, con in testa Fiat e General Motors-Opel.

Katowice che, come il Paese, è cambiata in meglio nell’ultimo decennio. In pieno centro, nell’area di una grande miniera dismessa, grazie a fondi europei è “stata costruita un’area per concerti per 1.800 persone, un museo, un centro-congressi, un’idea pazza, ma abbiamo avuto fortuna e nel 2011 tutti gli edifici sono stati terminati”, ricorda con orgoglio Piotr Uszok, presidente per 16 anni della città, dal 1998 al 2014, oggi consulente per gli investimenti all’attuale presidenza.

Ma la città è soprattutto un diffuso polo di imprese, dove operano colossi come Ibm, Capgemini, Ericsson, ma anche il gioiellino dell’automazione Aiut, con clienti come VW, Fiat, Opel, Siemens, Abb, Ikea, ArcelorMittal, Man, Shell, Bp.

“Quando l’impresa arriva nella Zes, viene esentata dall’income tax per un certo periodo. Per accedere all’incentivo deve però produrre profitti”, sintetizzano alla Ksse di Katowice, l’istituzione pubblica che si occupa di promuovere la zona speciale e di fornire assistenza alle imprese. Imprese che possono godere di sgravi sul reddito d’impresa del 25% se grandi, 35% per le medie, 45% per le piccole. In questo modo, si sono attratti, solo in Slesia, 5,2 miliardi di investimenti dal 1996. Al momento, le aziende presenti sono 250, quasi 60mila gli occupati, il 22,4% sono investimenti italiani. Imprese che sono incentivate naturalmente anche dal costo del lavoro. Nel 2013 era di 7,6 euro all’ora (Italia 28,1). Un operaio semplice guadagna oggi 435-700 euro, uno qualificato 550-750, un ingegnere 1000-2000. Ancora poco, rispetto a molti Paesi Ue, forse non in quella che è ormai saldamente la sesta economia europea. Una ‘Tigre’ che non ha perso gli artigli e che può guardare al futuro con ottimismo. (ANSA).

Polonia: Amb. De Pedys, settore Difesa opportunità per Italia

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La Polonia è, fra i Paesi Nato, uno di quelli che vanta la maggiore spesa in percentuale sul Pil “per il settore Difesa” ed è previsto “un massiccio programma di modernizzazione delle Forze armate”, in particolare per i sistemi d’arma, e “le nostre aziende sono interessate, con una forte concorrenza”. Lo ha riferito l’ambasciatore italiano a Varsavia, Alessandro De Pedys, durante un incontro con la stampa italiana.

La Polonia, ha aggiunto De Pedys, rimane in generale “un Paese interessante per l’Italia, sotto vari profili. Quello commerciale, con un Paese di quasi 40 milioni di abitanti, classe media in crescita e domanda di beni di consumo con esportazioni dall’Italia in aumento e interscambio a 17 miliardi. L’altro aspetto è quello dell’insediamento produttivo.

Tutte le aziende italiane più grandi sono qua”.

“Il terzo settore importante – ha sottolineato l’ambasciatore – è quello delle infrastrutture, dove le nostre aziende di costruzione sono presenti, in primis Astaldi e Salini-Impregilo. Ci sono enormi investimenti infrastrutturali, prevalentemente finanziati da fondi europei, procedure di gara trasparenti, pagamenti a 60 giorni”. Le imprese straniere che arrivano in Polonia, ha concluso De Pedys, trovano “disponibilità di manodopera eccellente a prezzi contenuti, stabilità politica che ha garantito crescita senza scossoni”, un panorama di “successo nella transizione all’economia di mercato perché hanno evitato la corruzione degli oligarchi” come in altri Paesi dell’ex blocco sovietico e anche “incentivi, soprattutto nelle Zes. Infine, i fondi europei, tantissimi, sono gestiti bene”. (ANSA)

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Le opere di due salernitani sbarcano in Polonia

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Polonia-Italia. Sembra il titolo di una partita di calcio, invece è l’inizio di un importante partenariato tra i due paesi. A sancire l’abbraccio culturale, il progetto “Plein-air” manifestazione giunta all’ottava edizione, mostra collettiva di arte contemporanea, organizzata a livello internazionale dall’Istituto Superiore per le Foreste in Legno, corrispondente ad un istituto superiore tecnico italiano, che promuove arte contemporanea giovanile. L’evento viene organizzato a Garbatka-Letnisko, piccolo paese della Polonia centrale. Il preside Mirek Dziedzicki ha acceso partenariati con l’accademia delle Belle Arti di Varsavia e con enti stranieri tra cui anche il Comune di Nocera Superiore. A partecipare da tutta Europa artisti spagnoli, inglesi, macedoni, israeliani, ucraini. Per l’Italia sono presenti Nadia Tramontano di Nocera Superiore e Vito Mercurio di Cava de’Tirreni, che hanno trovato nello storico dell’arte Teobaldo Fortunato il referente curatore per il nostro paese. I due giovani artisti della provincia salernitana hanno trascorso un periodo di stage di due settimane. L’intero mese di settembre sarà dedicato alla visita del museo d’arte contemporanea presso l’istituto polacco, con le opere dei due giovani artisti. Viene da Nocera Superiore, Nadia Tramontano, grande esperta di incisioni su legno, con la tecnica della xilografia, molto diffusa in Europa tra il ‘300 e il ‘400. La nocerina, che ha studiato alle Belle Arti di Napoli, è anche stata la mente che ha partorito il logo del museo provinciale archeologico di Salerno di via San Benedetto. In Polonia ha realizzato opere su legno e stampa con temi paesaggistici del luogo ospitante. «È stato importante il confronto con altri artisti stranieri. Lì valorizzano davvero l’arte e la cultura dei loro territori, portandoli avanti nel tempo», racconta Nadia. A farle eco, l’altro italiano, di Cava de’Tirreni e originario di Battipaglia, Vito Mercurio. «Il popolo polacco ha molto sentito l’importanza dell’iniziativa dimostrando grande partecipazione. I polacchi sono attenti all’arte neoclassica e figurativa, non rinunciando agli aspetti dell’arte del primo Novecento». Vito oltre che pittore è anche un apprezzato madonnaro con alle spalle vittorie a concorsi in tutto il mondo, tra cui Messico, Francia. Adesso partirà per la Florida, lavorando ad un progetto del maestro Kurt Wenner, uno degli esponenti più influenti della 3D Street Painting. «Penso che in Italia si millanta un’arte come

baluardo di libertà – dice Vito – però alla fine se vuoi emergere devi entrare nei salotti di lusso con grandi sforzi economici. In Polonia ho trovato un ambiente diverso, le istituzioni si muovono sull’onda della bravura e del talento». (da. spe.)

 

La Polonia entra nel programma Cosmo Skymed

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La Polonia partecipa al programma italiano per l’osservazione della Terra Cosmo SkyMed. Il contratto, da 30 milioni di euro, prevede la realizzazione delle strutture di Terra necessarie per ricevere i dati forniti dei satelliti Cosmo SkyMed e rientra nell’accordo firmato nel 2012 dai ministeri della Difesa di Italia e Polonia per la cooperazione nel settore dell’Osservazione della Terra.

L’intesa è stata firmata dall’azienda Thales Alenia Space Italia, come mandataria del Raggruppamento Temporaneo d’Imprese (Rti) di cui fa parte la Telespazio come mandante, con la Teledife (Direzione Informatica, Telematica e Tecnologie Avanzate del Segretariato Generale del Ministero della Difesa italiano). il contratto prevede la fornitura al ministero della Difesa polacco della struttura(chiamata Polish Defence User Ground Segment, P-Dugs), che permette di ricevere a Terra e di elaborare i dati dei satelliti Cosmo SkyMed di prima e seconda generazione.

Il P-Dugs che sarà fornito alla Polonia dall’Italia diventerà quindi parte integrante dell’infrastruttura di Terra del sistema COSMO-SkyMed. La fornitura avverrà in due fasi, la prima delle quali è prevista tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 e consentirà l’accesso ai satelliti Cosmo-SkyMed di prima generazione. Con la seconda fase, prevista tra fine 2017 e inizio 2019, l’accesso verrà esteso anche ai satelliti della seconda generazione.

(ANSA)

EVEREST, la storia vera della drammatica scalata del 1996, apre la 72^ Mostra del Cinema di Venezia

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di Justyna G?uszenkow

Il primo giorno della 72^ Mostra del Cinema di Venezia inizia con una salita emozionante sulla cima più alta del mondo. “Everest” di Baltasar Kormákur è un impressionante film d’azione ispirato alla vera storia del maggio 1996, quando durante una spedizione sulla vetta dell’Everest sono morti 15 alpinisti. Il film documenta tre spedizioni che devono affrontare una delle più pericolose tempeste di neve. “Everest” ci prende per un viaggio, durante il quale nelle dure circostanze, malgrado le motivazioni con cui abbiamo intrapreso il viaggio, emerge l’umanità dei protagonisti. Quando l’ambizione, la debolezza umana e la crudele tempesta si incontrano sullo stesso percorso, l’unica e indiscussa cosa sembra essere non tornare indietro…

La storia di Baltasar Kormákur rispecchia in un modo non troppo pesante la tipica produzione americana-hollywoodiana, soprattutto grazie agli effetti 3D usati nel film, peró usati così leggermente, che abbiamo ancora voglia di partecipare a questo viaggio.

Nella produzione britanico-americana possiamo apprezzare un buon numero di star internazionali, cominciando da Jason Clarck, John Hawkes, Josh Brolin, ma anche Keira Knightley e Jake Gyllenhaal.

Il libro “Aria sottile”di Jon Krakauer , giornalista che è riuscito a sopravvivere a quella scalata al Monte Everest del 1996, è diventato la fonte d’ispirazione per il film “Everest”

https://www.gazzettaitalia.pl/files/everest_trailer.mov

Delegazione gualdese a Krosno

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Anche quest’anno una delegazione del Comune di Gualdo Tadino ha partecipato aKrosno, in Polonia, al “Carpathian Climates”, un evento di respiro  internazionale che introduce e diffonde le diverse culture della regione europea dei Carpazi. In agosto, infatti, la città polacca diventa il luogo di incontri di artisti, autori, musicisti di tutta la zona di confine che lì espongono le loro opere.

La delegazione gualdese era composta dagli assessori Roberto Morroni e Michela Mischianti e dai consiglieri  Jada Commodi e Daniele Guidubaldi.  All’iniziativa erano presenti altre sette rappresentanze provenienti da Germania, Repubblica Ceca,  Slovacchia, Ungheria,  Ucraina e Norvegia, oltre che dalla Polonia stessa.  La città di Gualdo Tadino è stata invitata all’evento dal sindaco di Krosno Piotr Przytocki, che nel 2011 sottoscrisse il rapporto di cooperazione con l’allora sindaco Morroni.

Nell’ambito del Carpathian Climates si è tenuto un meeting sull’importanza della cooperazione tra nazioni, al quale hanno partecipato i delegati delle varie città presenti. Per Gualdo Tadino è intervenuto l’assessore alla cultura Roberto Morroni.

L’accoglienza nei confronti della delegazione gualdese è stata particolarmente calorosa e, sottolineano dal Comune, verrà ricambiata in occasione dei Giochi de le Portequando una rappresentanza della città polacca sarà presente al Palio di San Michele Arcangelo.

(Redazione Gualdo News)

Michał Borecki: un dotato calciatore polacco nella Primavera della Lazio

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Michał Borecki ha solo 18 anni e già può vantarsi di aver raggiunto un grande successo internazionale. Da un anno e mezzo il giovane polacco vive in Italia, dove gioca da centrocampista nella Lazio Primavera, squadra allenata da Simone Inzaghi, fratello del famoso Filippo. Durante gli allenamenti Borecki è a contatto con le star della Lazio e del calcio mondiale, come Miroslav Klose, ma confessa di sognare una carriera come quella del suo idolo: Cristiano Ronaldo. L’ho incontrato nel centro della città eterna, in Piazza del Popolo, dove in modo simpatico e pieno del fascino giovanile (accompagnato dal cameraman e l’autore del nostro servizio fotografico, ?ukasz Siedlecki) ha raccontanto a Gazzetta Italia le sue peripezie calcistiche.

Hai appena compiuto 18 anni. Come l’hai festeggiato? Non ti mancavano il tuo paese e gli amici polacchi?

Si, ho festeggiato il mio compleanno in Italia. Sono stato a cena con gli amici. Mi è mancata però la mia famiglia, mi dispiace che non sia potuta essere con me.

Sei un grande talento della Lazio Primavera. Come sei entrato a far parte della squadra?

Tutto è cominciato durante un tor[cml_media_alt id='113695']Longawa - Michał Borecki (1)[/cml_media_alt]neo in Ucraina, dove sono andato con la squadra polacca
e dove mi ha notato lo scout della Roma. Poi sono andato a Roma per fare un provino, ho trascorso una settimana a Trigoria, ma non volevo andare a far parte di questa squadra. Alla fine ho preferito la Lazio Primavera, poiché mi ero allenato spesso con loro e ci piaceva giocare insieme.

 

Questa è la tua prima esperienza all’estero. La squadra è fatta da calciatori di varie nazioni, vi trovate bene insieme?

 

Andiamo d’accordo nel club, nessuno viene preso in giro. Visto che tutti parliamo italiano, neanche la comunicazione è un problema.

 

Come va con l’italiano?

 

Sono qui già da un anno e mezzo e con la lingua devo cavarmela in qualche modo.  Era molto difficile all’inizio, non parlavo con nessuno e proprio questa era la cosa peggiore. Solo dopo sei mesi sono riuscito a parlare e capire e finalmente ho iniziato di sentirmi a mio agio.

 

Nella squadra ricopri il ruolo di centrocampista. Qual è la partita di cui sei più orgoglioso finora?

Finora sono contento della mia prestazione nella Super Coppa a Verona nell’ottobre 2014, dove abbiamo vinto 1-0.

 

La Lazio questa stagione è tra le migliori squadre italiane. Tra i giocatori simbolo c’è Miroslav Klose. Lo conosci bene?

 

Si, ci conosciamo, tra noi parliamo polacco. Ci siamo allenati insieme. Mi ha dato molti consigli. Klose aiuta me e tutta la squadra. Nel campo parla moltissimo e ci incoraggia. Secondo me lui è leader. Che la Lazio sia diventata una grande famiglia, in parte èl merito suo. Anche i nuovi allenatori hanno contribuito moltissimo.[cml_media_alt id='113696']Longawa - Michał Borecki (3)[/cml_media_alt]

 

Quali sono i tuoi rapporti con gli altri calciatori polacchi che giocano nelle squadre italiane? Per esempio Skorupski della Roma e Glik da Torino?

 

Non ho mai avuto l’occasione di incontrarli. Conosco però gli altri polacchi dalla Primavera tra cui Damian Rasek (Cebaria) e Bartek Wolski. Con quest’ultimo ho frequentato le medie in Polonia, adesso lui gioca nel Latina.

La tua carriera sembra promettente. Quali consigli ti dà l’allenatore e quali progetti hai per il futuro?

 

Come tutti i calciatori vorrei giocare sempre meglio. L’allenatore mi dà motli consigli su dove dovrei mettermi in campo oppure sulle strategie di gioco. Il mio contratto scade nel giugno 2016, e poi cosa succederà? Non lo so.

 

E tu per quale squadra tifi?

 

Da anni, secondo una tradizione di famiglia, faccio il tifo per Real Madrid. I miei calciatori preferiti sono i centrocampisti, i playmaker come Modri?. Il mio idolo è  però Cristiano Ronaldo.

 

Secondo te chi vincerà i prossimi Campionati Europei?

 

Sempre forti restano i tedeschi. Hanno i giocatori più forti. Poi punto sull’Olanda, sulla Spagna e sulla Francia.