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Home Blog Page 267

Le opere di due salernitani sbarcano in Polonia

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Polonia-Italia. Sembra il titolo di una partita di calcio, invece è l’inizio di un importante partenariato tra i due paesi. A sancire l’abbraccio culturale, il progetto “Plein-air” manifestazione giunta all’ottava edizione, mostra collettiva di arte contemporanea, organizzata a livello internazionale dall’Istituto Superiore per le Foreste in Legno, corrispondente ad un istituto superiore tecnico italiano, che promuove arte contemporanea giovanile. L’evento viene organizzato a Garbatka-Letnisko, piccolo paese della Polonia centrale. Il preside Mirek Dziedzicki ha acceso partenariati con l’accademia delle Belle Arti di Varsavia e con enti stranieri tra cui anche il Comune di Nocera Superiore. A partecipare da tutta Europa artisti spagnoli, inglesi, macedoni, israeliani, ucraini. Per l’Italia sono presenti Nadia Tramontano di Nocera Superiore e Vito Mercurio di Cava de’Tirreni, che hanno trovato nello storico dell’arte Teobaldo Fortunato il referente curatore per il nostro paese. I due giovani artisti della provincia salernitana hanno trascorso un periodo di stage di due settimane. L’intero mese di settembre sarà dedicato alla visita del museo d’arte contemporanea presso l’istituto polacco, con le opere dei due giovani artisti. Viene da Nocera Superiore, Nadia Tramontano, grande esperta di incisioni su legno, con la tecnica della xilografia, molto diffusa in Europa tra il ‘300 e il ‘400. La nocerina, che ha studiato alle Belle Arti di Napoli, è anche stata la mente che ha partorito il logo del museo provinciale archeologico di Salerno di via San Benedetto. In Polonia ha realizzato opere su legno e stampa con temi paesaggistici del luogo ospitante. «È stato importante il confronto con altri artisti stranieri. Lì valorizzano davvero l’arte e la cultura dei loro territori, portandoli avanti nel tempo», racconta Nadia. A farle eco, l’altro italiano, di Cava de’Tirreni e originario di Battipaglia, Vito Mercurio. «Il popolo polacco ha molto sentito l’importanza dell’iniziativa dimostrando grande partecipazione. I polacchi sono attenti all’arte neoclassica e figurativa, non rinunciando agli aspetti dell’arte del primo Novecento». Vito oltre che pittore è anche un apprezzato madonnaro con alle spalle vittorie a concorsi in tutto il mondo, tra cui Messico, Francia. Adesso partirà per la Florida, lavorando ad un progetto del maestro Kurt Wenner, uno degli esponenti più influenti della 3D Street Painting. «Penso che in Italia si millanta un’arte come

baluardo di libertà – dice Vito – però alla fine se vuoi emergere devi entrare nei salotti di lusso con grandi sforzi economici. In Polonia ho trovato un ambiente diverso, le istituzioni si muovono sull’onda della bravura e del talento». (da. spe.)

 

La Polonia entra nel programma Cosmo Skymed

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La Polonia partecipa al programma italiano per l’osservazione della Terra Cosmo SkyMed. Il contratto, da 30 milioni di euro, prevede la realizzazione delle strutture di Terra necessarie per ricevere i dati forniti dei satelliti Cosmo SkyMed e rientra nell’accordo firmato nel 2012 dai ministeri della Difesa di Italia e Polonia per la cooperazione nel settore dell’Osservazione della Terra.

L’intesa è stata firmata dall’azienda Thales Alenia Space Italia, come mandataria del Raggruppamento Temporaneo d’Imprese (Rti) di cui fa parte la Telespazio come mandante, con la Teledife (Direzione Informatica, Telematica e Tecnologie Avanzate del Segretariato Generale del Ministero della Difesa italiano). il contratto prevede la fornitura al ministero della Difesa polacco della struttura(chiamata Polish Defence User Ground Segment, P-Dugs), che permette di ricevere a Terra e di elaborare i dati dei satelliti Cosmo SkyMed di prima e seconda generazione.

Il P-Dugs che sarà fornito alla Polonia dall’Italia diventerà quindi parte integrante dell’infrastruttura di Terra del sistema COSMO-SkyMed. La fornitura avverrà in due fasi, la prima delle quali è prevista tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 e consentirà l’accesso ai satelliti Cosmo-SkyMed di prima generazione. Con la seconda fase, prevista tra fine 2017 e inizio 2019, l’accesso verrà esteso anche ai satelliti della seconda generazione.

(ANSA)

EVEREST, la storia vera della drammatica scalata del 1996, apre la 72^ Mostra del Cinema di Venezia

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di Justyna G?uszenkow

Il primo giorno della 72^ Mostra del Cinema di Venezia inizia con una salita emozionante sulla cima più alta del mondo. “Everest” di Baltasar Kormákur è un impressionante film d’azione ispirato alla vera storia del maggio 1996, quando durante una spedizione sulla vetta dell’Everest sono morti 15 alpinisti. Il film documenta tre spedizioni che devono affrontare una delle più pericolose tempeste di neve. “Everest” ci prende per un viaggio, durante il quale nelle dure circostanze, malgrado le motivazioni con cui abbiamo intrapreso il viaggio, emerge l’umanità dei protagonisti. Quando l’ambizione, la debolezza umana e la crudele tempesta si incontrano sullo stesso percorso, l’unica e indiscussa cosa sembra essere non tornare indietro…

La storia di Baltasar Kormákur rispecchia in un modo non troppo pesante la tipica produzione americana-hollywoodiana, soprattutto grazie agli effetti 3D usati nel film, peró usati così leggermente, che abbiamo ancora voglia di partecipare a questo viaggio.

Nella produzione britanico-americana possiamo apprezzare un buon numero di star internazionali, cominciando da Jason Clarck, John Hawkes, Josh Brolin, ma anche Keira Knightley e Jake Gyllenhaal.

Il libro “Aria sottile”di Jon Krakauer , giornalista che è riuscito a sopravvivere a quella scalata al Monte Everest del 1996, è diventato la fonte d’ispirazione per il film “Everest”

https://www.gazzettaitalia.pl/files/everest_trailer.mov

Delegazione gualdese a Krosno

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Anche quest’anno una delegazione del Comune di Gualdo Tadino ha partecipato aKrosno, in Polonia, al “Carpathian Climates”, un evento di respiro  internazionale che introduce e diffonde le diverse culture della regione europea dei Carpazi. In agosto, infatti, la città polacca diventa il luogo di incontri di artisti, autori, musicisti di tutta la zona di confine che lì espongono le loro opere.

La delegazione gualdese era composta dagli assessori Roberto Morroni e Michela Mischianti e dai consiglieri  Jada Commodi e Daniele Guidubaldi.  All’iniziativa erano presenti altre sette rappresentanze provenienti da Germania, Repubblica Ceca,  Slovacchia, Ungheria,  Ucraina e Norvegia, oltre che dalla Polonia stessa.  La città di Gualdo Tadino è stata invitata all’evento dal sindaco di Krosno Piotr Przytocki, che nel 2011 sottoscrisse il rapporto di cooperazione con l’allora sindaco Morroni.

Nell’ambito del Carpathian Climates si è tenuto un meeting sull’importanza della cooperazione tra nazioni, al quale hanno partecipato i delegati delle varie città presenti. Per Gualdo Tadino è intervenuto l’assessore alla cultura Roberto Morroni.

L’accoglienza nei confronti della delegazione gualdese è stata particolarmente calorosa e, sottolineano dal Comune, verrà ricambiata in occasione dei Giochi de le Portequando una rappresentanza della città polacca sarà presente al Palio di San Michele Arcangelo.

(Redazione Gualdo News)

Michał Borecki: un dotato calciatore polacco nella Primavera della Lazio

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Michał Borecki ha solo 18 anni e già può vantarsi di aver raggiunto un grande successo internazionale. Da un anno e mezzo il giovane polacco vive in Italia, dove gioca da centrocampista nella Lazio Primavera, squadra allenata da Simone Inzaghi, fratello del famoso Filippo. Durante gli allenamenti Borecki è a contatto con le star della Lazio e del calcio mondiale, come Miroslav Klose, ma confessa di sognare una carriera come quella del suo idolo: Cristiano Ronaldo. L’ho incontrato nel centro della città eterna, in Piazza del Popolo, dove in modo simpatico e pieno del fascino giovanile (accompagnato dal cameraman e l’autore del nostro servizio fotografico, ?ukasz Siedlecki) ha raccontanto a Gazzetta Italia le sue peripezie calcistiche.

Hai appena compiuto 18 anni. Come l’hai festeggiato? Non ti mancavano il tuo paese e gli amici polacchi?

Si, ho festeggiato il mio compleanno in Italia. Sono stato a cena con gli amici. Mi è mancata però la mia famiglia, mi dispiace che non sia potuta essere con me.

Sei un grande talento della Lazio Primavera. Come sei entrato a far parte della squadra?

Tutto è cominciato durante un tor[cml_media_alt id='113695']Longawa - Michał Borecki (1)[/cml_media_alt]neo in Ucraina, dove sono andato con la squadra polacca
e dove mi ha notato lo scout della Roma. Poi sono andato a Roma per fare un provino, ho trascorso una settimana a Trigoria, ma non volevo andare a far parte di questa squadra. Alla fine ho preferito la Lazio Primavera, poiché mi ero allenato spesso con loro e ci piaceva giocare insieme.

 

Questa è la tua prima esperienza all’estero. La squadra è fatta da calciatori di varie nazioni, vi trovate bene insieme?

 

Andiamo d’accordo nel club, nessuno viene preso in giro. Visto che tutti parliamo italiano, neanche la comunicazione è un problema.

 

Come va con l’italiano?

 

Sono qui già da un anno e mezzo e con la lingua devo cavarmela in qualche modo.  Era molto difficile all’inizio, non parlavo con nessuno e proprio questa era la cosa peggiore. Solo dopo sei mesi sono riuscito a parlare e capire e finalmente ho iniziato di sentirmi a mio agio.

 

Nella squadra ricopri il ruolo di centrocampista. Qual è la partita di cui sei più orgoglioso finora?

Finora sono contento della mia prestazione nella Super Coppa a Verona nell’ottobre 2014, dove abbiamo vinto 1-0.

 

La Lazio questa stagione è tra le migliori squadre italiane. Tra i giocatori simbolo c’è Miroslav Klose. Lo conosci bene?

 

Si, ci conosciamo, tra noi parliamo polacco. Ci siamo allenati insieme. Mi ha dato molti consigli. Klose aiuta me e tutta la squadra. Nel campo parla moltissimo e ci incoraggia. Secondo me lui è leader. Che la Lazio sia diventata una grande famiglia, in parte èl merito suo. Anche i nuovi allenatori hanno contribuito moltissimo.[cml_media_alt id='113696']Longawa - Michał Borecki (3)[/cml_media_alt]

 

Quali sono i tuoi rapporti con gli altri calciatori polacchi che giocano nelle squadre italiane? Per esempio Skorupski della Roma e Glik da Torino?

 

Non ho mai avuto l’occasione di incontrarli. Conosco però gli altri polacchi dalla Primavera tra cui Damian Rasek (Cebaria) e Bartek Wolski. Con quest’ultimo ho frequentato le medie in Polonia, adesso lui gioca nel Latina.

La tua carriera sembra promettente. Quali consigli ti dà l’allenatore e quali progetti hai per il futuro?

 

Come tutti i calciatori vorrei giocare sempre meglio. L’allenatore mi dà motli consigli su dove dovrei mettermi in campo oppure sulle strategie di gioco. Il mio contratto scade nel giugno 2016, e poi cosa succederà? Non lo so.

 

E tu per quale squadra tifi?

 

Da anni, secondo una tradizione di famiglia, faccio il tifo per Real Madrid. I miei calciatori preferiti sono i centrocampisti, i playmaker come Modri?. Il mio idolo è  però Cristiano Ronaldo.

 

Secondo te chi vincerà i prossimi Campionati Europei?

 

Sempre forti restano i tedeschi. Hanno i giocatori più forti. Poi punto sull’Olanda, sulla Spagna e sulla Francia.

A Varsavia la Vistola è senz’acqua. Non accadeva dal 1879

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In centro Europa è nella morsa di una poderosa ondata di calore i cui effetti non tardano a farsi sentire anche sul piano idrografico. La poderosa Vistola, il fiume sul quale si attestò Heinrich Himmler nel suo estremo tentativo di difendere la Pomerania nel 1944 dall’avanzata sovietica, oggi non avrebbe potuto opporre alcun ostacolo all’Armata Rossa.

Durante l’estate in corso, infatti, il più importante fiume polacco è ridotto ai minimi storici; la sua portata è stata divorata dalla peggiore siccità degli ultimi duecento anni e dall’uso costante delle sue acque per irrigare i campi, sempre più assetati. Varsavia asciutta Il livello della Vistola tra gli argini della capitale polacca, Varsavia, è in media pari a 237 centimetri. Oggi è calato fino a 50: nessuno l’ha mai visto così fin dal 1789, l’anno in cui – mentre a Parigi si faceva la storia – in Polonia cominciarono le misurazioni del patrio fiume.

Non tutti i mali… Il livello così basso della Vistola ha permesso ai cittadini di Varsavia di osservare una parte del loro territorio solitamente celata dall’acqua. Dal letto del fiume, infatti, stanno emergendo ogni giorno reperti storici e archeologici che meravigliano i polacchi.

(Stefano Lamorgese – RAINews)

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Polonia: annunciano scoperta treno d’oro nazi e vogliono 10%

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Due uomini, un polacco e un tedesco, hanno dichiarato di aver ritrovato il leggendario treno, carico di oggetti d’oro rubati dai nazisti prima del 1945 e sparito, finora, nel nulla. Attraverso un notaio avrebbero avanzato la richiesta alle autorità polacche di un compenso pari al 10% del valore della loro scoperta, in cambio delle informazioni sulla località in cui si troverebbe il convoglio. Il treno sarebbe partito da Breslavia, nel maggio 1945, verso una destinazione finora ignota. (ANSA)

L’arte polacca a Scicli

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SITE SPECIFIC di Scicli con il progetto Not I si proietta verso la Polonia, una delle scene artistiche più vivaci d’Europa, avviando una nuova collaborazione con artisti e curatori internazionali.

Il progetto Not I, ideato dalle curatrici Edyta Wolska (artista, curatrice e direttrice della BALTIC CONTEMPORARY ART GALLERY di S?upsk) e Kasia Kujawska-Murphy (artista, curatrice di progetti internazionali e docente presso l’Università di Belle Arti di Pozna?), è stato inaugurato nella sua prima edizione presso la BWA Contemporary Art Gallery di Katowice nel 2014.

Not I sarà adesso presentato a Scicli per creare connessioni tra realtà che condividono gli stessi ideali e lo stesso agire critico. Un progetto multiculturale generato dalla necessità e dal desiderio di superare certi limiti, per proiettarsi al di la di certi confini, confermando il legame tra impegno artistico e sociale.

Questa esperienza intende creare nel tempo nuove possibilità di collaborazione tra Italia e Polonia, inserendosi nell’attività pluriennale di SITE SPECIFIC volta alla valorizzazione di Scicli attraverso progetti di ricerca d’arte contemporanea.

I concetti espressi in questo progetto traggono ispirazione dal monologo “Not I” scritto da Samuel Beckett nel 1972. Gli artisti Agata Drogowska (Polonia – USA), Emrah Gökdemir (Turchia), Pawe? Korbus (Polonia), Ola Kozio? (Polonia), Ola Kujawska (Germania – Polonia), Kasia Kujawska-Murphy (Polonia – UK), Héctor Solari (Germania), Edyta Wolska (Polonia), Maria Wro?ska (Polonia), si relazionano con tematiche complesse quali l’attesa, il ricordo, la lotta contro la futilità dell’esistenza, creando opere che rileggono il presente analizzando le problematiche connesse alla disuguaglianza di genere in tutto il mondo.

[…] Perché la sessualità – eterna energia atavica – diventa oggetto di manipolazione? Perché negli ultimi tempi è essa divenuta parte del paesaggio quotidiano, soprattutto nei media, dove viene utilizzata in spot pubblicitari che influenzano sia uomini che donne? Si potrebbe pensare che tale questione non ci riguardi in alcun modo. Ebbene, lo scopo di questo progetto è di dimostrare quanto ognuno di noi sia invischiato in questo aspetto fondamentale della vita moderna; di provare quanto le discussioni sui miti e sulle verità riguardanti le donne ci riguardino, andando ad influenzare il nostro modo di essere nel mondo.
[…] Il progetto affronta il mito della parità di diritti tra uomini e donne, l’inevitabile scelta tra casa e lavoro, e, infine, l’importanza di un discorso artistico sulla condizione femminile.
(Traduzione dal testo di Kasia Kujawska-Murphy dal catalogo Nie Ja / Not I)

INCONTRO CON LE CURATRICI DI NOT I
Durante la serata dell’inaugurazione, presso il giardino di SITE MILL – Mulino San Nicolò, si terrà alle ore 22:00 un talk con le curatrici Edyta Wolska e Kasia Kujawska-Murphy. Sarà questa l’occasione per raccontare al pubblico la genesi di Not I, le opere presenti in mostra, ed una selezione dei progetti a cui le curatrici hanno lavorato in Polonia, Giappone e Germania.

LA RESIDENZA DI SPAZI DOCILI
SITE SPECIFIC avvia una collaborazione con il collettivo di arte pubblica Spazi Docili.
Dal 15 al 27 agosto, Christian Costa di Spazi Docili, svolgerà il ruolo di coordinatore e mediatore culturale tra le parti italiana e polacca del progetto Not I, iniziando a conoscere i luoghi e le persone di Scicli.

Durante il periodo di residenza (28 agosto – 15 settembre 2015) Spazi Docili organizzerà una serie di talk ed incontri informali in cui saranno affrontate alcune urgenze del mondo della cultura e dell’arte contemporanea. L’intento è di generare un discorso critico complesso, condiviso e dialettico rivolto al pubblico del territorio della città siciliana. A tale riflessione collettiva e non-gerarchica, corrisponderà una esplorazione del contesto locale volta alla produzione d’interventi e azioni di arte pubblica.

SCHEDA PROGETTO

TITOLO
Not I
International Multimedia Exhibition

ARTISTI
Agata Drogowska / Polonia – USA
Emrah Gökdemir / Turchia
Pawe? Korbus / Polonia
Ola Kozio? / Polonia
Ola Kujawska / Germania – Polonia
Kasia Kujawska-Murphy / Polonia – UK
Héctor Solari / Germania
Edyta Wolska / Polonia
Maria Wro?ska / Polonia

CRITICI / CURATORI
Kasia Kujawska-Murphy
Edyta Wolska

COORDINAMENTO
Ola Kujawska
Christian Costa
Sasha Vinci

SEDI
SITE MILL – Mulino San Nicolò / Via Nazionale 55 / Scicli (Rg)

INAUGURAZIONE
Giovedì, 27 agosto 2015 / h. 21:00

TALK
Giovedì, 27 agosto 2015 / h. 22:00

ORARI VISITE
Ingresso libero / Da martedì a domenica, dalle 18:00 alle 23:00

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La scuola di volo di Galatina festeggia i 70 anni e ospita i piloti della Polonia

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Continua a crescere il numero delle nazioni ospitate dal 61esimo Stormo, la scuola di volo militare con sede sull’aeroporto “Fortunato Cesari” di Galatina. Nella base aerea salentina, nel prossimo autunno, avrà inizio il primo corso per i piloti della Polish Air Force (Paf), la forza aerea polacca. La Polonia ha recentemente acquistato, per il proprio centro addestrativo di Deblin, in sostituzione degli ormai datati TS-11 Iskra, otto T-346, gli stessi trainers in dotazione al reparto aeronautico di Lecce. Per lo Stato dell’Europa centrale, l’esigenza di formare gli istruttori di volo destinati ad addestrare gli allievi piloti sul nuovo velivolo.

L’attività si articolerà in una prima fase (cosiddetta di Conversion to Type) tenuta da istruttori di Alenia Aermacchi, la ditta italiana produttrice degli aerei, e in una parte tattica ed avanzata che sarà gestita dai piloti istruttori del 212esimo Gruppo volo del 61esimo Stormo. L’agreement tra Italia e Polonia rappresenta un segnale indicativo del saldo legame tra Italia e Polonia e mira a rinsaldare i già forti vincoli diplomatici, industriali e culturali esistenti tra i due Paesi. Con l’arrivo della Polonia, un’altra “bandiera” si aggiunge a quelle attualmente presenti all’ingresso dell’aeroporto: Argentina, Austria, Francia, Grecia, Kuwait, Olanda e Singapore.

Il 1prima settembre 2016 la scuola di volo di Galatina festeggerà 70 anni dalla sua costituzione, 70 anni di passione per il volo e per l’addestramento al volo. A questa data la base si avvicina in un contesto caratterizzato da un significativo ammodernamento delle sue infrastrutture, del quadro organico e dei sistemi tecnologici affidati; contemporaneamente il suo personale, circa 1.300 tra militari e civili, per lo più salentini, vive questa importante fase di transizione con una maggiore consapevolezza dell’importanza del ruolo rivestito.

Grazie alle potenzialità offerte dal nuovo velivolo addestratore e alle professionalità e alle esperienze acquisite nel settore dell’addestramento al volo militare, oggi il reparto aeronautico di Galatina costituisce una nicchia di eccellenza nel panorama internazionale, essendo in grado di presentare un pacchetto formativo che, agli occhi dei più importanti specialisti di settore, rappresenta una radicale trasformazione rispetto ai sistemi attualmente esistenti, sia in termini di innovazione tecnologica, che per il risparmio di risorse che consente di assicurare. Da qui il sempre maggiore interesse di tutte le aeronautiche estere a visitare la base aerea di Galatina e a mandare i propri piloti a formarsi nel Salento.

(lecceprima.it)

L’erotismo di Irene Cao

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In occasione della fiera del libro organizzata a Varsavia, abbiamo incontrato Irene Cao arrivata in Polonia per promuovere la sua trilogia erotica: “Io ti guardo”, “Io ti sento”, “Io ti voglio”, un grande successo pubblicato in polacco dalla casa editrice Sonia Draga. Cosa spinge una giovane donna a scrivere un romanzo?

Io scrivo da sempre, da quando ero piccola. E poi penso che la scrittura non sia qualcosa che si sceglie, è qualcosa da cui ci si lascia scegliere, non siamo noi a decidere tutto. Questa specie di “chiamata” l’ho sentita di più nel 2006/2007. Avevo appena finito l’università, il dottorato di ricerca e ho sentito qualcosa dentro. Ci si deve ascoltare nel profondo. Mi sono detta: OK, voglio mettermi alla prova altrimenti avrò rimorsi tutta la vita e quindi nel 2007 ho iniziato a scrivere questo romanzo. Ha subito tante revisioni, l’ho mandato a tante case editrici in Italia, finché un giorno dopo molto tempo (dicembre 2011) mi arrivò la risposta interlocutoria, né sì né no, dalla mia attuale casa editrice in Italia. Lì mi sono detta che forse era il caso di insistere, di non fermarsi, di ripartire. Cancellai tutto perché il mio editor mi disse di lavorarci ancora. Nel 2012 ripresentai il romanzo, salvando solo una piccola parte. Nel gennaio del 2012 presi addirittura il manoscritto e lo gettai nella stufa! Fu un momento molto importante, doloroso, ma fu una decisione giusta visto che nell’estate del 2012 la mia casa editrice mi disse: ci siamo!

Che cosa spinge una donna, filologa, specialista di storia antica a scrivere un romanzo erotico?

Quando ho finito il dottorato di ricerca ero immersa nel mondo accademico e ho sentito che forse non era più l’ambiente giusto per me. Me ne sono andata da Venezia dove avevo abitato in tutti quegli anni di studio e di lavoro. Ho capito che forse dovevo cercare qualcos’altro nella mia vita. Ma l’etichetta della “trilogia erotica” è arrivata dopo, è stata la stampa a darmela. Il mio obiettivo era quello di raccontare una storia d’amore. Infatti il nucleo del primo romanzo era essenzialmente una storia d’amore e anche di guarigione. Non so se possa veramente essere definita una trilogia “erotica”, non mi interessano molto i generi, mi interessa raccontare una storia e – quando la racconto – raccontarla con verità, essere realistica per arrivare al cuore delle persone e in particolare al cuore delle donne (questa storia l’ho scritta pensando soprattutto alle donne) per cui mi piacereb[cml_media_alt id='113673']Liaci - Irene Cao (1)[/cml_media_alt]be che prima dell’erotismo si pensasse veramente alla profondità di un sentimento.

Sicuramente la prossima domanda le darà fastidio ma gliela devo fare: spesso si legge che la sua è “la risposta italiana a 50 sfumature di grigio”. Un giudizio che Le pesa o che invece aiuta a promuovere il suo libro?

All’inizio in Italia (la trilogia uscì nel 2013) la stampa mi dipinse come la risposta italiana a 50 sfumature. Mi sono infastidita un po’, poi ho accettato. Però ci tengo a dire che ho cominciato a scrivere questi romanzi prima che uscisse il libro di E.L.James (estate 2012). Quindi non mi ero proprio posta  questo problema. Certo dopo il successo di Grey l’editore mi chiese di sviluppare la storia in tre libri. Non mi arrabbio, penso che le 50 sfumature abbiano avuto un successo internazionale e in qualche modo aperto la strada, un filone che già esisteva, ma lo ha reso più accessibile alle donne. Magari questo paragone può creare curiosità. Ma quello che racconto nei miei libri è un altro mondo rispetto a E.L. James e spero che le lettrici lo possano apprezzare. Già dalle prime pagine si vede il mio background classico.

A che cosa si è ispirata?

Come ho detto prima ho cercato di recuperare il mio bagaglio classico, di pensare soprattutto ai testi classici e di inserirli qui. Ma i miei modelli sono stati veramente i testi della letteratura femminile dell’800. Alla fine quelle sono le vere storie d’amore, i plot sono quelli in cui le scrittrici dell’epoca dovevano fermarsi sulla soglia della camera da letto, oltre non si poteva andare. Quando si racconta una storia d’amore non si può non parlare di quello che avvicina i personaggi. Altri miei modelli: la letteratura italiana del ‘900 – D’Annunzio che nonostante non amasse troppo le donne ha scritto dei romanzi molto sensuali, come “Il piacere” e “Il fuoco”. Le letterature erotiche non mi hanno influenzata.

Chi sono i personaggi?

Abbiamo tre personaggi principali. C’è la protagonista Elena che fa la restauratrice a Venezia. Ha 29 anni ma non è ancora una donna, è in fase di transizione nella sua vita (succede spesso in Italia d’avere adolescenze prolungate), non è troppo sicura di se stessa, vive un rapporto un po’ difficile con il proprio corpo, non si ama troppo. Ha avuto qualche esperienza ma non ha mai vissuto veramente, non si è mai lasciata andare fino in fondo. Le manca qualcosa e forse ha capito che è arrivato il momento di cambiare, di provare nuove esperienze, nuove sensazioni. In questo viene aiutata da Leonardo, uno chef di origini siciliane che per un caso del destino arriva a Venezia e si ritrova a vivere proprio nel palazzo dove Elena sta restaurando un affresco. Lei all’inizio non lo ama molto, anzi non lo sopporta. Leonardo diventa il tramite per lei per iniziare un viaggio nel mondo dei sensi e del piacere, ma non dobbiamo dare tutto il merito a Leonardo se Elena cambia. Non mi va che passi questo messaggio. Lei decide di affidarsi a lui e di fare questo viaggio perché lo vuole. Dall’altro lato abbiamo un altro personaggio maschile molto importante: Filippo, architetto, un amico di Elena. Si conoscono dai tempi del liceo. Da poco è rientrato anche lui a Venezia. Filippo e Leonardo sono i due lati opposti dell’universo maschile. Per riprendere un concetto classico: l’apollineo Filippo, e il dionisiaco Leonardo. Quindi Filippo è razionalità, costanza, presenza, affidabilità e Leonardo una sorta di presenza demoniaca, una specie di dio greco cattivo che entra nella vita di Elena e la stravolge; istinto, passione, ma anche inaffidabilità, da lui ci si può aspettare ogni tipo di sorpresa. Ad un certo punto Elena si ritroverà a dover fare la scelta di quale direzione prendere ma quello lo lasciamo scoprire alle lettrici. Io sono affezionata a entrambi i personaggi maschili, non parteggio per nessuno dei due.

Il libro è ambientato a Venezia, a Roma e sull’isola di Stromboli. Questi luoghi hanno qualche ruolo particolare oppure funzionano solo come sfondo?

Sono luoghi che hanno importanza anche nella mia vita. Volevo dare un’idea totale d’Italia e volevo anche che [cml_media_alt id='113674']Liaci - Irene Cao (5)[/cml_media_alt]la lettrice potesse fare un viaggio non solo nel piacere ma anche un viaggio reale dal Nord al Sud. Sono i luoghi che mi hanno dato modo di parlare delle bellezze della mia terra; io amo profondamente il mio Paese. Sono partita da Venezia perché è una città che conosco molto bene, ci ho vissuto per anni. Racconto una Venezia non solo turistica ma parlo anche della vera Venezia. Nel secondo libro si arriva a Roma, un’altra città a cui sono molto legata. Sarebbe stato troppo scontato far vivere Elena in centro perciò ho scelto l’EUR. È un quartiere proiettato in avanti, verso il futuro. Volevo dare questa idea di Roma, una città dove c’è una straordinaria stratificazione storica – dall’antichità al Rinascimento, dal Barocco, fino ai palazzi del ‘900. Infine Stromboli, l’isola dove è nato Leonardo, che mi aiuta a far emergere la sicilianità del personaggio. Un ambiente che a livello energetico è molto importante, c’è il vulcano e poi è un posto particolare: non ci sono le auto, di notte non c’è l’illuminazione pubblica. Veramente è un’isola rimasta com’era 50 anni fa.

Ormai la trilogia è conclusa. Ora che progetti ha?

In Italia dopo la trilogia ho pubblicato altri due libri. Un dittico sempre inserito nel filone erotico. Il primo “Per tutti gli sbagli” è ambientato nel Veneto, una regione che conosco bene, mentre nel secondo libro “Per tutto l’amore” ci spostiamo a Lisbona dunque c’è un respiro più europeo. Ora credo che inizierò a scrivere un nuovo romanzo se mi lasceranno il tempo di farlo; gli ultimi tre mesi li ho spesi per lavorare ad un programma in TV, un documentario su come sono cambiate le relazioni fra uomo e donna nell’epoca di Internet e dei social network.

Le diamo un grandissimo in bocca al lupo e aspettiamo l’uscita dei suoi libri in polacco.

Irene Cao è nata a Pordenone nel 1979. Ha studiato Lettere Classiche a Venezia, dove ha conseguito anche un dottorato in Storia Antica. Attualmente vive tra Milano e un piccolo paese del Veneto. In Italia ha pubblicato “Io ti guardo”, “Io ti sento”, “Io ti voglio”, la prima trilogia erotica italiana, e il dittico “Per tutti gli sbagli”, “Per tutto l’amore”, da subito in testa alle classifiche. È  inoltre, autrice e conduttrice tv.