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Ambasador Alessandro De Pedys złożył na ręce Prezydenta Rzeczypospolitej Polskiej

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Ambasador Alessandro De Pedys złożył na ręce Prezydenta Rzeczypospolitej Polskiej Bronisława Komorowskiego listy uwierzytelniające. Po uroczystej ceremonii jaka miała miejsce na dziedzińcu Belwederu, podczas której odegrano hymny narodowe i oddano honory wojskowe, Prezydent przyjął Ambasadora De Pedysa na serdecznej rozmowie w obecności Podsekretarz Stanu w Ministerstwie Spraw Zagranicznych Henryki Mościckiej-Dendys oraz Podsekretarza Stanu w Kancelarii Prezydenta Jaromira Sokołowskiego.

Volley: la Polonia usa il Mondiale come un passaporto per il turismo

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Uno dei pochi Paesi non colpiti dalla recessione economica, dopo l’Europeo di calcio del 2012, ha puntato sulle schiacciate come biglietto da visita sul mondo: aprendo le proprie città d’arte. Il passo indietro del colosso petrolifero statale

Per molti anni – addirittura prima dell’assegnazione dei campionati europei di calcio alla Polonia ed all’Ucraina nel 2012 – il cosiddetto “grande sport”, quello dei giochi olimpici o dei campionati mondiali delle più importanti discipline sportive non riguardava l’Est europeo (con la triste eccezione delle Olimpiadi di Mosca del 1980). In quell’epoca nell’Europa centro-orientale non venivano organizzati grandi eventi sportivi anche perché in quei Paesi, mancavano le adeguate infrastrutture: gli stadi erano fatiscenti, gli alberghi pochi e non all’altezza della civiltà moderna (tranne alcuni cosiddetti di lusso peraltro ben controllati dalle rispettive polizie politiche), non c’erano vie e mezzi di trasporto, e non si poteva comunicare in modo libero oppure non si poteva semplicemente comunicare a causa della mancanza delle reti telefoniche.

CADUTA DEL MURO — Ma la situazione non è migliorata neanche dopo i cambiamenti politici del 1989 poiché i nuovi stati post-comunisti, che hanno imboccato la via della democrazia, non si curavano del cosiddetto “sport qualificato” e ancor meno dello “sport di massa”. A causa di grossi problemi provocati dalla trasformazione sociale, economica e politica e di conseguenza della mancanza dei fondi per i settori come lo sport, anche le infrastrutture non venivano costruite e tenute in modo adeguato. La situazione è cambiata però nei primi anni del XXI secolo a causa di due principali fattori: uno politico: l’allargamento dell’Unione europea all’Europa centro-orientale del 2004; e l’altro economico: l’apparizione di un nuovo mercato, che non poteva essere più ignorato anche dalle federazioni sportive internazionali. Per i Paesi come la Polonia, che in 25 anni dai cambiamenti del sistema politico nel 1989, ha notato un vero e proprio progresso economico (finora la Polonia è uno dei pochi stati che nel corso dell’ultima crisi economica non ha subito la recessione), l’organizzazione di grandi eventi sportivi doveva e deve significare l’accelerazione della modernizzazione e il cambiamento dell’immagine (la Polonia dovrebbe essere vista come Paese moderno e aperto agli ospiti stranieri), ma anche i concreti vantaggi economici.
TURISMO — Non a caso le città che ospiteranno i gironi di qualificazione come pure quelli dei turni successivi fino alla finale di Katowice, sono le città dove non hanno invece le sedi dei migliori club della pallavolo polacca. In questo caso l’intenzione di dare una bella immagine era evidente. Eclatante è l’esempio di Cracovia (dove gioca l’Italia nella prima fase) dove la pallavolo non aveva da tempo né una squadra che contasse e neanche una struttura adeguata. D’altra parte però si tratta di un importante centro universitario, culturale e turistico, che non poteva lasciarsi scappare un’occasione come Mondiali della pallavolo. Cosi nel tempo di record è stato costruito il più moderno e più capiente (per 15 mila persone) palazzo dello sport della Polonia. Va sottolineato che l’Arena Krakow sarà polifunzionale, e ciò significa che a Mondiali conclusi non sarà, come succede spesso con costosi stadi di calcio, una “cattedrale nel deserto”, bensi un posto che sarà aperto a diverse esigenze sia sportive che culturali o di intrattenimento. L’Arena Krakow è stata già collaudata, con grande affluenza del pubblico, durante il recente torneo dedicato alla memoria di Hubert Wagner (leggendario c.t. della nazionale degli anni 70 del XX secolo); e proprio li che comincerà anche l’avventura mondiale della pallavolo italiana appunto. E’ quindi divento chiaro perché dopo il successo dell’Europeo calcistico nel 2012, si pensava subito, e da organizzare da soli, i Mondiali della pallavolo. I presupposti erano tutti: la Polonia era (ed è) pronta ad ospitare un grande evento sportivo non solo perché in tal modo si voleva colmare quella mancanza degli eventi del genere nel passato, ma – a differenza del calcio – a Varsavia si poteva sperare in un grande successo sportivo, addirittura la vittoria finale nei campionati Mondiali. E anche se i Mondiali della pallavolo saranno sicuramente ben organizzati ed avranno il sostegno non solo del pubblico che riempirà i palazzetti dello sport, ma anche della popolazione in quanto tale (non sono previste le contestazioni dell’evento), non è che tutto è andato liscio e senza problemi.
TV — Uno dei principali è stato quello del dietrofront della Tv commerciale, la Polsat che si, aveva elargito un’ingente somma per diritti televisivi, ma alla fine di luglio ha comunicato che i telespettatori polacchi non potranno seguire i Mondiali in chiaro, ma solo ad un adeguato pagamento. Tutto ciò proveniva dal fatto che si è ritirato, quasi all’ultimo momento, il potenziale sponsor dei mondiali ovvero il gigante petrolifero polacco “Orlen” (il contratto di sponsorizzazione, secondo la stampa polacca, doveva ammontare a circa 3 milioni di euro). E dato che “Orlen” è un ente statale, subito si è sparsa la voce che i Mondiali della pallavolo non erano un evento gradito al governo polacco. Da parte governativa ha risposto lo stesso ministro dello sport, Andrzej Biernat, sottolineando che proprio alle spese correnti dei mondiali è stata elargita una bella somma di 3,5 mln di zloty (quasi 1 milione di euro). E a prescindere dalle polemiche tutti in Polonia concordano che qualsiasi dibattito mediatico sui costi e sulle spese, cesserà di esistere quando allo Stadio Nazionale di Varsavia, il 30 agosto, verranno inaugurati i Mondiali della Pallavolo del 2014.

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Giovani termolesi protagonisti nel teatro in Polonia

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Giovani termolesi protagonisti a teatro in Polonia. Alcuni ragazzi della cittadina molisana hanno partecipato dal 22 al 30 luglio scorso al meeting workshop che si è svolto a Katowice, capitale della regione della Slesia, che servirà per mettere in scena “Iliada”, versione polacca dell’Iliade di Omero. Fra settembre e ottobre sono previsti gli spettacoli. Fra il pubblico non mancheranno gli allievi della scuola di italiano dell’insegnante Ewa Przywara, responsabile polacca del gemellaggio che da 14 anni unisce Termoli e Ghorzow, cittadina a soli sei chilometri da Katowice. I ragazzi termolesi hanno seguito lezioni di inglesi e hanno collaborato anche con lo spettacolo “Cinema” del regista torinese Beppe Novello.

(fonte: www.primonumero.it)

Sugo al pomodoro, elisir di salute

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Tra le verdure consumate con alta frequenza all’interno dello stile alimentare di tipo mediterraneo un posto di primissimo piano spetta al pomodoro che come dice il nome (pomo-d’oro) è proprio oro per chi lo consuma abitualmente. Nelle regioni mediterranee del pomodoro se ne fa un grandissimo uso sia fresco, nelle tante varianti che si possono realizzare, sia in conserva per riproporne sapore e carica preventiva e protettiva anche nei periodi dell’anno in cui (teoricamente) non c’è il pomodoro fresco, senza dimenticare la versione secca e quella sottolio. La frequenza di consumo è alta perché il pomodoro come ben si sa è l’elemento centrale del condimento che accompagna la pasta a tante altre pietanze similari.

Quale bella sorpresa allora nello scoprire che la combinazione tradizionale di ingredienti e passaggi di cottura tipici della salsa di pomodoro è di fatto una ricca raccolta di elementi protettivi per la nostra salute, tra cui i polifenoli, in grado addirittura di diminuire i rischi di patologie serie quali le malattie cardiovascolari e alcuni tipi tumori. La nuova bella notizia arriva da una ricerca spagnola pubblicata sulla rivista Food Chemistry in cui si evidenzia come il sugo di pomodoro oltre a essere di per sé un invenzione culinaria geniale è ricchissimo di nutrienti salutari come ad esempio oltre 40 tipi diversi di polifenoli, preziosi elementi che favoriscono la diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari, e abbondanti carotenoidi a loro volta altamente protettivi contro i tumori. Lo studio portato avanti dall’università di Barcellona si è premurato di analizzare con scrupolo scientifico dieci tipi di sugo in vendita sugli scaffali dei supermercati analizzandoli con la spettrometria di massa consentendo così di verificare la presenza di minime quantità di composti chimici diversi individuandoli senza possibilità di equivoci.

Ciò che ne è emerso è che in quasi tutti i sughi studiati, con differenze poco rilevanti, si ritrovano almeno una quarantina di polifenoli, vitamina C e numerosi carotenoidi come il licopene. La coordinatrice della ricerca, Rosa Maria Lamuela, precisa come “con 120 grammi di sugo aggiunto alla pasta si introducono dai 16 ai 4 milligrammi di polifenoli per porzione e dai 6 ai 10 milligrammi di carotenoidi, composti molto utili al cui consumo corrisponde una riduzione dei tumori e delle malattie cardiovascolari, come ha dimostrato lo studio PREDIMED (PREvention with a MEDiterranean Diet) nel quale si è valutata la frequenza dell’uso di sugo di pomodoro connessa con il rischio di patologie a cuore e vasi, senza però “misurare” esattamente che cosa, dentro all’alimento, sia responsabile dell’effetto protettivo. La nostra ricerca ha perciò individuato le sostanze responsabili dell’azione benefica del sugo».

Ci sono due precisazioni estremamente importanti in questa ricerca, da un lato il modo di come si fa un sugo di pomodoro così ricco e dall’altro l’estrema importanza della base grassa che conferma pienamente le straordinarie proprietà salutistiche dell’olio d’oliva. Per quanto riguarda il primo punto si intende il sugo con la classica combinazione cipolla, aglio, olio e pomodoro, sul secondo la dottoressa precisa come “cercando di capire quale sia la proporzione ideale fra i diversi ingredienti abbiamo innanzitutto osservato che l’olio d’oliva è meglio di quello di girasole: è più ricco di polifenoli e ha proprietà antiossidanti maggiori, inoltre, abbiamo anche verificato che i benefici del sugo sono superiori a quelli derivanti dal consumo dei suoi singoli ingredienti: sembra infatti esserci un effetto sinergico fra di essi e, insieme, apportano una quantità di polifenoli maggiore rispetto a quando sono mangiati singolarmente. Il pomodoro è l’alimento più ricco di queste sostanze, ma anche cipolla e aglio ne apportano in quantità discreta per cui il “cocktail” finale ne abbonda. Con notevoli vantaggi in termini di prevenzione delle malattie cardiovascolari e anche dei tumori».

Bechis in Polonia: «Sono fuggita per ritrovarmi»

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Marta Bechis ha iniziato la terza settimana di allenamenti nella sua nuova “casa”, la Polonia. Al telefono racconta del trasferimento, del viaggio, della preparazione, delle difficoltà e delle situazioni buffe con la lingua locale. E ride. Dice che chi sa ridere è padrone del mondo. Di certo Marta sa anche che in Polonia vuole ritrovare entusiasmo per quello sport che l’ha fatta innamorare da bambina. Con le idee chiare e due valigie, il 3 agosto Marta è partita per Legionowo, 50 mila abitanti, 25 kilometri da Varsavia, dove palleggerà per un club locale nato da pochissimo come l’Imoco, dove ha giocato un anno. Una svolta importante. Anche voglia di riscatto? «E’ un’esperienza che ho voluto fortemente, desideravo allontanarmi dall’Italia perché ci sono delle situazioni che non mi piacciono, avevo bisogno di nuovi stimoli. E anche di divertirmi e di giocare, dopo un anno nel quale non ho avuto molto spazio». Il club è nato da una società che era fallita: la nuova ha investito in giovani talentuose per puntare in alto fin dal primo anno. Come mai la Polonia? «Mi sembrava il giusto compromesso: sento questa città molto adatta al mio carattere. Anche Baku era allettante ma troppo distante. Adoro scoprire le città: qualche giorno fa ho visitato il lager di Aushwitz Birkenau, un’esperienza tosta ma che consiglio a tutti di fare». Nel campionato polacco, che inizia il 10 ottobre, incontrerà la ex compagna di squadra Berit Kauffeldt, quest’anno a Breslavia. «Ci siamo già sentite per vederci, ma non siamo poi così vicine: circa quattro ore in auto. Sono felice di rimanere in contatto, con Berit ho instaurato un bellissimo rapporto». Cosa si porta tra i ricordi di Conegliano? Il pubblico. Sono rimasta in contatto con molte persone, i tifosi che sono stati sempre gentili nei miei confronti. Porto con me i rapporti sinceri che abbiamo costruito quest’anno e le belle persone che ho conosciuto. In parte ho iniziato a scrivere sulla mia pagina Facebook per non perderli e non farmi perdere di vista. L’Italia è casa mia e ci tornerò presto, tra un anno o più. Auguro all’Imoco una bellissima stagione da dedicare al pubblico di Conegliano. Proprio dai post di Facebook sembra che stia andando tutto per il verso giusto, preparazione compresa. Mi hanno accolto benissimo, ho una casa molto bella e mi hanno fatto trovare tutto l’abbigliamento da palestra incredibilmente della taglia giusta (ride). La vera tragedia è stata partire con due sole valigie per un anno intero! Per quanto riguarda la lingua, sto imparando le espressioni polacche più comuni, buongiorno, buonasera e grazie, almeno sembro educata (ride), mentre in palestra comunichiamo in inglese. Siamo alla terza settimana di preparazione, stiamo lavorando tanto. Mi sento bene nonostante la stanchezza iniziale e l’energia per affrontare quest’anno è tanta».

Chiara Bortolato – tribunatreviso.gelocal.it

Gli sbandieratori dei Rioni di Cori in Polonia al torneo dei cavalieri di Leczyca

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Le dame, i cavalieri, l’arme, gli amori. Gli Sbandieratori dei Rioni di Cori (nella foto di Andrea Pistilli) volano in Polonia. Dal 22 al 25 agosto parteciperanno, per la prima volta, al XVI° Internatio?nal Knights Tournament in Leczyca Castle, nell’antica Leczyca, nel cuore della Polonia, sulle rive del fiume Bzura. Una manifestazione che ripercorre i fasti medievali della Città attraverso un corteo storico e varie rievocazioni, che si svolgono nei luoghi più suggestivi della cittadina. L’evento si conclude con la riproposizione di una battaglia tra cavalieri nella splendida cornice del castello gotico. Ogni anno, alla fine di agosto, il cortile del palazzo reale, oggi sede del museo locale, si riempie di uomini con armature a cavallo, che si sfidano in un torneo con prove di forza, destrezza ed abilità, singole e a squadre.

In questo suggestivo contesto in cui il tempo sembra essersi fermato, circondati da corazze, lance, spade e scudi, gli Sbandieratori dei Rioni di Cori, al suon di cupi, rullanti e chiarine, si esibiranno nella nobile arte del maneggiar l’insegna. Movimenti precisi con la bandiera, codificati in tempi di pace e tramandati dai Maestri D’Armi rinascimentali, che nel Medio Evo e nel Rinascimento permettevano al valoroso alfiere militare, che precedeva le truppe in guerra, di comunicare ordini ai soldati e di offendere con la sua picca, prima di trasformarsi in un abile lanciatore di insegna.

Tra sfilate in abiti d’epoca, competizioni equestri, gare di scherma, tiro con l’arco e armi da fuoco, spettacoli di falconieri, rappresentazioni belliche e riproduzioni di duelli amorosi, si inseriranno le esibizioni degli Sbandieratori dei Rioni di Cori, costruite per affascinare e perfezionate con anni di esperienza. Eleganza e grazia nei movimenti, figurazioni acrobatiche, ma anche dinamicità e spettacolarità dei lanci delle bandiere, sono le qualità coreografiche del gruppo, che ha studiato e messo in pratica una tecnica di sbandieramento unica in tutta Italia. Tra le figurazioni eseguite spicca la Schermaglia di bandiere, con la quale si vuole esprimere l’eterna lotta tra il Bene ed il Male.

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Apple vola in Borsa: sale la febbre per il nuovo iPhone

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Mario Tama/Getty Images

In casa Apple si continuano a registrare record. Questa volta a far sorridere la società di Cupertino è il mercato azionario: il titolo della mela martedì 19 agosto ha toccato quota cento dollari, per la prima volta da quando è avvenuto l’ultimo split azionario lo scorso 9 giugno. Con i 100,53 dollari ad azione Apple ha superato anche il valore più alto mai registrato, quello del settembre 2012 attestatosi a 100,30 dollari. Oltre alle buone previsioni effettuate dai principali analisti finanziari mondiali, secondo gli esperti l’andamento positivo del titolo AAPL è dovuto principalmente alle grandi aspettative riposte nei nuovi dispositivi in arrivo nei prossimi mesi.

Ci si aspetta infatti vendite milionarie per i nuovi iWatch, iPad e soprattutto per il prossimo iPhone. Lo smartphone di Cupertino, ormai elemento di punta della mela, dovrebbe essere messo sul mercato a metà settembre, e secondo gli analisti scatenerà una vera e propria psicosi di acquisto tra gli utenti. A leggere i numeri si capisce di cosa stiamo parlando: prospettive di vendita di 75 milioni di pezzi in poco più di tre mesi, 10 milioni di unità solo nel primo week end. A questi si aggiungerebbero poi altri 65 milioni di device, venduti nell’ultimo trimestre del 2014, che consentirebbero ad Apple di superare la quota più alta di vendite registrata fino ad ora, quella ottenuta tra ottobre e dicembre 2013, quando furono venduti 51 milioni di iPhone.

A convincere gli utenti ad acquistare il nuovo smartphone della mela dovrebbe essere l’aumento della grandezza degli schermi, caratteristica che spesso ha indirizzato chi acquista verso altri marchi, ma anche il materiale con cui questi verranno realizzato. Il cristallo zaffiro, altamente resistente, degli schermi dovrebbe essere la caratteristica peculiare dei nuovi iPhone. Tuttavia c’è anche chi sostiene che questo potrebbe rappresentare un fattore limitante, perché pare che lo zaffiro avrebbe portato a problemi di produzione che farebbero slittare al 2015 il lancio di iPhone 6 (anche sul nome però ancora non c’è assoluta certezza, ndr).

Tale successo però che va anche attribuito alla sapienza manageriale di Tim Cook e del suo team, su tutti l’ex capo di Burberry e nuovo responsabile del settore vendite di Apple Angela Ahrendts. Tante sono state le manovre, negli ultimi mesi, che hanno permesso ad Apple di non smettere di crescere: ad esempio la già citata scelta di effettuare uno split delle azioni con un rapporto di 7 a 1, dove in pratica chi aveva acquistato un’azione di Apple se ne sarebbe ritrovate sette con un valore nominale ridotto ma con un valore complessivo identico. Oltre all’intenzione di un programma di buy-back (riacquisto di azioni proprie) per 90 miliardi di dollari entro il 2015.

Appena qualche mese fa lo stesso Cook, commentando i risultati di una trimestrale oltre le attese, affermava con entusiasmo il fatto di «non vedere l’ora di introdurre nuovi prodotti che solo Apple può portare sul mercato». A lui, a cui troppo spesso si pone davanti il confronto talvolta ingombrante con il suo predecessore Steve Jobs, basta far parlare i numeri. E se questi poi raccontano di record battuti, di vendite in aumento e di crescita costante, allora è il caso di dire che il timone della nave è in mano a un degno capitano. A questo punto non rimane che aspettare l’uscita dell’attesissimo nuovo iPhone, e capire se sarà in grado di onorare le aspettative, superando magari gli ostacoli di quella saturazione di smartphone in Usa e Europa di cui tanto si parla.

Autore: Fabrizio Marino 

(fonte: www.linkiesta.it)

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Iscrizioni aperte per il 9° Premio Arte Laguna

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Pittura, scultura, arte fotografica, video arte e performance, arte virtuale e digitale

È aperta la nuova edizione del Premio Arte Laguna per l’anno 2014, il contest internazionale che espone le opere dei finalisti nei prestigiosi spazi dell’Arsenale di Venezia.

Pittura, scultura, arte fotografica, video arte e performance, arte virtuale e digitale sono le cinque categorie a cui gli artisti potranno iscriversi, sia via web sia via posta ordinaria.

Prima data di chiusura iscrizioni 15 ottobre

Modalità di iscrizione >>> http://www.premioartelaguna.it/index.php/iscrizione.html

La giuria internazionale che selezionerà i finalisti è presieduta da Igor Zanti e composta da:

Simone Frangi (Italia/Francia, Direttore Artistico di Viafarini DOCVA e Professore presso Ecole Supérieure d’Art e de Design de Grenoble-Valence)

Franck Gautherot (Francia, Co-Direttore di Le Consortium, Centro d’Arte Contemporanea di Digione)

Chus Martinez (Spagna, Direttrice Istituto d’Arte FHNW di Basilea)

Bartolomeo Pietromarchi (Italia, Direttore Fondazione Antonio Ratti di Como)

Domenico Quaranta (Italia, Critico e Curatore)

Veeranganakumari Solanki (India, Curatore indipendente e Art writer)

Philippe van Cauteren (Belgio, Direttore Artistico presso Museo S.M.A.K a Ghent)

Jonathan Watkins (Regno Unito, Direttore Ikon Gallery)

 

I PREMI

5 PREMI IN DENARO da 7000 euro ciascuno per il vincitore di ciascuna categoria

BUSINESS FOR ART (*per partecipare è necessario iscriversi con almeno due opere entro il 15 ottobre)

Si arricchiscono le collaborazioni con le aziende: 3 artisti saranno selezionati per collaborare con 3 eccellenze del Made in Italy nei settori del design, moda e vino:

– Pas de Rouge, 10.000 euro, progetto per il settore della calzatura;

– La Tordera, 5.000 euro, creazione di un’etichetta artistica;

– Riva1920, realizzazione di un oggetto di design in legno.

 

ARTIST IN RESIDENCE: Serigrafia Artistica Fallani – Venezia, Fonderia artistica Battaglia – Milano, Scuola del Vetro Abate Zanetti – Venezia, Art Stays – Slovenia

 

ARTIST IN GALLERY

Ogni galleria selezionerà un artista per una personale comprensiva di allestimento, opening, spese di trasporto, catalogo dedicato edito da ODE: Galleria Charlot, Francia; Galleria Fernando Santos, Portogallo; Galleria Isabelle Lesmeister, Germania

 

PREMIO SPECIALE OPEN

Selezione di un’opera di scultura e installazione per l’esposizione internazionale all’aperto a Venezia

 

Approfondisci tutti i premi >>> http://www.premioartelaguna.it/mobile/

Iscrizione >>> http://www.premioartelaguna.it/index.php/iscrizione.html
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Premio Internazionale Arte Laguna

tel. 041 5937242

info@premioartelaguna.it

www.premioartelaguna.it

Chazan, il medico polacco licenziato per l’obiezione di coscienza: «Il mio ospedale è intitolato alla Santa Famiglia, non alla polizia sovietica»

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Multato, licenziato e linciato pubblicamente sui giornali. È questa la sorte toccata al direttore dell’ospedale della Santa Famiglia a Varsavia, il dottor Bogdan Chazan, per essersi rifiutato di praticare un aborto invocando l’obiezione di coscienza. «Il mio caso non è l’unico in Polonia, dove non si può esplicitamente fare obiezione di coscienza», ha dichiarato a Lifesitenews.

DISCRIMINAZIONE. «Ad esempio, conosco il caso di una donna molto conosciuta a cui hanno negato un post-dottorato per le sue posizioni a favore della vita», continua il medico. «Di recente un candidato al posto di direttore del reparto di ginecologia presso la Medical University è stato scartato dopo aver ammesso che aveva firmato la Dichiarazione di fede e coscienza (insieme a migliaia di altri medici in Polonia, rigettando l’aborto, ndr)».

MULTA DI 17 MILA EURO. Chazan è finito nei guai per essersi rifiutato di abortire il figlio di una donna concepito con la fecondazione assistita. Chazan, contrariamente a quanto previsto dalla legge, non ha riferito la donna a un altro medico per l’aborto e lei lo ha denunciato. L’ospedale è stato condannato a pagare 17 mila euro di multa, misura che secondo Chazan «è punitiva. Soprattutto se si considera che in Polonia la maggior parte dei medici non pratica aborti per ragioni morali».
La norma che prevede di riferire chi vuole abortire a un medico disponibile è molto contestata in Polonia ed è attualmente oggetto di un ricorso al Tribunale costituzionale da parte del Consiglio nazionale dei medici.

«NON È L’OSPEDALE DZERZHINSKY». Il sindaco di Varsavia ha anche annunciato il licenziamento del medico, «anche se ancora non ho ricevuto nessuna comunicazione. È una punizione dolorosa e ingiusta visto che sotto di me l’ospedale si è sviluppato e modernizzato, diventando uno tra i più popolari di Varsavia». Un ospedale «in cui però io non voglio praticare aborti. Altrimenti al posto di Santa Famiglia, dovremmo chiamarlo Felix Dzerzhinsky (membro polacco della polizia segreta sovietica, ndr)».

«MERITANO IL NOSTRO AMORE». La madre del bambino aveva richiesto l’aborto perché il feto mostrava anomalie. Il bambino, che alla fine è nato, è morto pochi giorni dopo il parto. «I problemi del bambino non sembravano così seri allora e sembrava possibile operarlo», spiega Chazan. «Io penso che non dovremmo trattare le persone a seconda di come appaiono. Il dottor Debski (che si è recato in televisione per dire che il bambino non doveva nascere perché malformato, ndr) ha assunto un atteggiamento crudele verso il bambino, violando la sua umanità e dignità». Anche se i bambini presentano difetti, ha proseguito Chazan, «non significa che non dobbiamo amarli. Loro meritano il nostro amore».

L’OFFERTA DI CURE. Dopo che due ospedali si erano già rifiutati di fare abortire la donna, questa si era rivolta a Chazan. Il medico, pur opponendosi all’interruzione di gravidanza, aveva promesso alla donna di seguirla prima, durante e dopo il parto per cercare di curare il figlio.

Fonte: Polonia, Chazan: «Impossibile fare obiezione di coscienza» | Tempi.it

Est Europa cresce: Polonia +3,2%, Repubblica Ceca +2,6%

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L’Eurozona viaggia sulla crescita zero, l’Italia rivede la recessione e anche la Germania torna in territorio negativo, ma le economie dell’Est Europa continuano a segnare ritmi di crescita interessanti.

La Polonia ha registrato una crescita del Pil del 3,2% nel secondo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2013, e una crescita dello 0,6% sul primo trimestre 2014.

Nello stesso periodo la Repubblica Ceca è cresciuta del 2,6% (crescita zero sul primo trimestre), l’Ungheria del 3,9% (0,8%), la Romania dell’1,4% (-1%), la Slovacchia del 2,5% (0,6%) e la Bulgaria dell’1,6% (0,5%). La stima flash di Varsavia conferma l’alta crescita della prima economia dell’Est Europa, che nel primo trimestre era cresciuta del 3,5% sul 2013 e dell’1,1% sul trimestre precedente. (ANSA).