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Home Blog Page 323

Frecce tricolori, orgoglio italiano

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Rappresentano al meglio l’Italia da cinquantanni ovunque vadano suscitano entusiasmo e ammirazione, quando vanno all’estero il nostro prestigio internazionale aumenta ai massimi livelli; stiamo parlando della “Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN)”: italiano l’aereo Aermacchi MB 339 PAN, italiani i piloti che con tutto lo staff formano il 313mo Gruppo addestramento acrobatico  basata a Rivolto, Udine.

Anche in Polonia la PAN riscuote grande successo e non solo presso gli italiani che qui risiedono ma anche presso il popolo polacco che anche all’ultima manifestazione aerea di Radom, nell’agosto del 2011 ha decretato che fatto salvo l’amore per la propria pattuglia le frecce bianco rosse ISKRY, tutto il loro entusiasmo è stato per le Frecce Tricolori.

Il reparto si è formato nel 1961 a Rivolto per volontà dello stato maggiore Aeronautica Militare Italiana di raccogliere in un’unica sede tutte le esperienze acrobatiche per formare una compagine ufficiale che rappresentasse degnamente l’Italia negli eventi ufficiali soprattutto all’estero.

Devono aver preso molto a cuore l’impegno Mario Squarcina e i suoi piloti che con l’F84 prima e con il Fiat G91 poi per passare all’attuale Aermacchi MB 339 modificato dagli esemplari di serie e che prende pertanto la sigla PAN. A Rivolto è stata realizzata la formazione acrobatica più numerosa al mondo, ben dieci velivoli che volano come un sol aereo o meglio come un sol uomo. Da allora a Rivolto si sono succeduti decine di piloti, tecnici e personale che accompagnano la PAN nelle manifestazioni in Italia e all’estero, memorabili rimangono i trasferimenti negli Stati Uniti nel 1986 e nel 1992.

Una squadra di decine di uomini e donne che rendono possibile la realizzazione ovunque di uno spettacolo di 25 minuti che tiene lo spettatore col naso all’insu’ in un misto di stupore e ammirazione, venticinque minuti dove le Frecce Tricolori evoluiscono in figure spettacolari ma al tempo stesso estremamente precise tanto che nel luglio 2005 alle Frecce Tricolori fu consegnata La Spada di Re Hussein di Giordania, il più ambito riconoscimento per la precisione nelle manovre.

Durante l’esibizione che inizia con un grande looping fronte pubblico nella formazione a diamante tutti i dieci velivoli, nove piu il solista, evoluiscono all’unisono per separarsi subito alla seconda figura, detta appunto cardioide dove la formazioni si rompe in due sezioni di 5 + 4, anche il solista lascia la compagine, d’ora in poi il solista si esibirà in proprio in sincronismo con la pattuglia, suo il compito di dimostrare le peculiarità del velivolo capace di andare da +7g (cioè sette volte la forza di gravità che lo fa appesantire, pilota compreso, sette volte nella manovra denominata “schneider” il velivolo disegna un cerchio orizzontale al minor raggio possibile, durante questa manovra il sangue tende a defluire verso i piedi e se non abituati si può avere la “visione nera” dovuta al sangue che non riesce ad irrorare la retina; o i -3,5g nella medesima manovra ma questa volta a testa in giù il pilota si sente proiettato verso l’esterno del velivolo trattenuto solo dalle cinture e aiutato dalla tuta anti-g che si gonfia sull’addome e sui muscoli per impedire al sangue di defluire e comprimersi nella testa, in mancanza di allenamento questa manovra provoca al pilota la “visione rossa” dovuta al sangue che irrora tutta la retina con eccessiva pressione. Ma la manovra che fa si che il 339 sia vanto e orgoglio della nostra industria nazionale è la “scampanata” in questa figura il solista sale in verticale fino a che il motore non riesce più a spingere l’aereo il quale dopo essersi fermato per aria a muso in su, indietreggia, cade in avanti, dondola e riprende la sua caduta verso il basso per riacquistare velocità e controllo ai comandi del pilota. Dov’è la cosa eccezionale direte voi? semplice amici miei, i motori a getto per funzionare hanno bisogno di aspirare aria, tanta aria e quando il velivolo si ferma, indietreggia…i motori a getto si spengono….quello dell’AERMACCHI MB 339 PAN NO!

Intanto la formazione di nove velivoli evoluisce in molte figure acrobatiche che l’hanno resa famosa nel mondo, tonneaux a rombo, si trasforma in calice, arizona, cuore , triplo tonneaux, apertura e incrocio della bomba, nove velivoli salgono a triangolone fino a 1800 metri per aprirsi in nove direzioni diverse e al comando del leader si allontanano, risalgono, scendono, si girano e incrociano davanti allo spettatore tutti e nove contemporaneamente lasciandolo senza fiato, ammirato, stupito.

Il solista chiude la sua esibizione con un’altra spettacolare manovra “il volo folle” che di folle non ha proprio nulla anzi, si tratta di cinque sinusoidi in verticale (raso terra) durante le quali il solista aziona contemporaneamente tutti i comandi, mani e piedi, facendo con la cloche la “polenta” come dicono i suoi colleghi scherzosamente, un’altra indubbia prova delle capacita’ del pilota e delle performance del velivolo.

La formazione termina l’esibizione con un passaggio fronte pubblico di nove velivoli, con carrello estratto, mentre lascia una scia tricolore lunga oltre cinque chilometri che riempie tutto il cielo sopra la manifestazione mentre la voce di Luciano Pavarotti canta all’alba vincero’ dalla Turandot di Puccini.

La formazione 2013 propone Il com.te Jan Slangen come comandante dopo ben 3 anni da leader, il ruolo di capoformazione (Pony 1) è affidato infatti al capitano Mirco Caffelli, già esperto gregario della compagine acrobatica nazionale. Rimangono invariati, invece, il numero 6 (Leader della seconda sezione), Capitano Marco Zoppitelli, e il solista, numero 10, Capitano Fabio Capodanno. Quest’anno entrano a far parte della formazione due nuovi piloti: il capitano Pierangelo Semproniel, pilota di Tornado, proveniente dal 154° gruppo del 6° Stormo di Ghedi (Brescia) e il capitano Stefano Vit, pilota di AMX, proveniente dal 132° gruppo del 51° Stormo di Istrana (Treviso) che voleranno rispettivamente con il numero 7 ed il numero 9 al loro esordio il prossimo mese di maggio. Il capitano Fabio Martin si occuperà, invece, del loro addestramento acrobatico, supervisionando le complesse fasi che porteranno le Frecce Tricolori a essere pronte per l’inizio della loro 53° stagione acrobatica.

Frecce Tricolori, un volo lungo cinquantanni che ha reso fiero ed orgoglioso ogni italiano di essere tale, dieci velivoli, dieci uomini che rappresentano ovunque nel mondo la capacita’, il cuore e l’anima di tutti noi, la dimostrazione che quando vuole, l’Italia fa squadra….e vince.

Frecce Tricolori, Orgoglio Italiano!

Forum economico Italia-Polonia

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Lo scorso 12 ottobre 2012 al Centro Logistico Sistema Poland Sp. z o.o. in Bieru? si è svolto il Forum Economico Polacco-Italiano. Tra gli ospiti erano presenti tra gli altri Riccardo Guariglia Ambasciatore della Repubblica d’Italia in Polonia, El?bieta Bie?kowska Ministro dello Sviluppo Regionale, Zygmunt ?ukaszczyk, il Voivoda della Silesia, Adam Matusiewicz Presidente del Voivodato della Silesia, Ma?gorzata Sta? Direttore del Reparto dello Sviluppo Regionale presso Ufficio Marsza?kowski del Voivodato della Silesia, Bernard Bednorz Presidente della Regione di Bieru?-L?dziny, Bernard Pustelnik Sindaco della Città di Bieru?.

Hanno partecipato anche Piotr Wojaczek Presidente del Consiglio di Amministrazione della Speciale Area Economica di Katowice, Enrico Bazzi Direttore Generale della Argol Villanova, Enrico Bologna, Direttore Generale della Brembo Sp. z o.o., Giacomo Vessia Presidente della Avio Polska, Luigi Lovaglio Presidente della  Pekao S.A., Marcin Mrowiec Primo Economista della Pekao S.A. Il ruolo del padrone dell’incontro e del moderatore del Forum ha svolto Dino Grasso Presidente  del Consiglio di Amministrazione  Sistema Poland Sp. z o.o.

L’obiettivo del Forum era costruire possibilità di collaborazione tra i rappresentanti delle aziende e le autorità della Regione

Durante l’incontro la parte polacca ha presentato i presupposti del Programma Operativo Regionale per la Slesia per gli anni 2014-2020, le possibilità di investire nell’Area Economica di Katowice, le agevolazioni che offre agli investitori la regione di Bieru?- L?dziny nonché le guide di supporto  per nuovi investimenti a livello locale. “Riusciamo trovare giusto mezzo tra la tradizione e modernità”, ha detto Piotr Spyra, capo del Voivodato della Slesia. Sottolineando i benefici che crea la regione per l’attività economica sono stati indicati tra l’atro: la buona localizzazione geo-politica, la ben sviluppata infrastruttura logistica, il personale con alte qualifiche, i centri di ricerche e sviluppo, il grande potenziale e la capacita del mercato, l’alto livello dell’industrializzazione e  dell’urbanizzazione  nonché altri incentivi agli investimenti. Per i manager alla ricerca di un supporto la Speciale Area Economica di Katowice costituisce una soluzione ideale, ha garantito il suo Presidente Piotr Wojaczek.

Tante volte è stato detto che gli imprenditori italiani sono importanti partner per l’economia della Polonia e della Slesia. Al Forum Economico Polacco-Italiano la parte italiana è stata  rappresentata principalmente dai manager. Dello sviluppo e degli investimenti in Polonia hanno parlato i rappresentanti della Brembo Sp. z o.o., Avio Polska, Argol Villanova i Pekao S.A.

Elencando le possibilità che offre la Polonia alle ditte italiane si faceva notare la localizzazione nel centro dell’Europa, i competitivi costi delle materie prime e delle energie,  il personale specializzato e gli incentivi tipo zone economiche, agevolazioni fiscali, fondi europei.

La partecipazione al Forum ha fornito parecchie stimoli al business e ha dato la possibilità di stipulare e sviluppare varie forme di collaborazione.

CASA ANGELA… SI PUO‘ FARE DI PIU‘…

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Gazzetta Italia in occasione di una iniziativa di beneficenza  per bambini, durante il carnevale, ha scoperto e appoggiato una lodevole iniziativa tenutasi presso la pizzeria Rosso pomodoro a Varsavia.

Con il volontariato dei partecipanti , si sono raccolti fondi per un progetto concreto che cerchiamo qui di descrivervi.

Casa Angela nasce ispirandosi  a Sant’Angela Merici, fondatrice dell’ordine delle Orsoline di Brescia.

L’ordine delle suore di Gandino, gestisce con successo „Casa Betanea“  un complesso situato nurzec Stacja , ai confini con la Bielorussia.

Li‘ vengono ospitate donne maltrattate, ragazze madri bisognose e l’idea sarebbe quella di creare un asilo per i bambini bisognosi della zona.

Responsabile del progetto: Suor Laura Boschi

Se hai a cuore chi sta peggio di te fai una donazione a:

SIOSTR URSZULANEK N.M.P. z GANDINO

BANK PKO SA 07-100 W Wegrovie

PKO PPL PW

Numer: 68124 0273 11111 0010  1011 7809

Tocca a voi….

 

L’Erasmus nel paese di Goethe ovvero la studentessa d’italianistica va in Germania

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L’esperienza in un’università straniera nell’ambito del programma Erasmus lascia, senza dubbio, ricordi indimenticabili, come può assicurare ogni persona che nel corso degli studi universitari ha vissuto l’avventura Erasmus. Tuttavia, al contrario delle opinioni comuni, andare in Erasmusm non significa solo una serie infinita di feste pazzesche ma anche una chance di conoscere, in una certa misura, un altro paese, con la sua lingua (e va bene: a seconda del grado di motivazione degli studenti che spesso si circondano o dei propri connazionali o comunicano in una lingua che meglio conoscono, non necessariamente la lingua del paese in cui fanno l’Erasmus), la cultura, la mentalità e le usanze.

L’Erasmus è, ovviamente, anche un’opportunità di stringere amicizie internazionali, che spesso durano per molti anni, a volte di trovare l’amore oppure, alla fine, un impulso che spinge alla decisione di emigrare in un altro paese. Agli studenti d’Erasmus si apre anche la possibilità di conoscere un sistema di formazione universitaria che gli è nuovo. Il confronto inevitabile, che tale contatto con diverse tradizioni universitarie fa nascere, dà una prospettiva più larga e può cambiare il punto di vista riguardo a molti argomenti come, per esempio, il modo in cui i docenti universitari conducono i corsi, l’insegnamento delle lingue straniere, le organizzazioni studentesche, le attività sportive oppure l’offerta culturale dell’università.

All’ultimo anno dell’università ho deciso, e forse è stata una scelta poco ovvia per una studentessa di italianistica, di andare a Saarbrücken, una città situata al confine occidentale della Germania, vicina al confine con la Francia. I primi giorni di soggiorno in una città sconosciuta, in un paese straniero e in mezzo alla gente estranea non sono mai facili, ed un’ulteriore barriera è la lingua che, nel caso di tedesco, si tratta di una lingua complicata dal punto di vista grammaticale e fonetico come si può facilmente immaginare. E come sono lezioni a italianistica o nelle altre università tedesche? Dunque alle esercitazioni e ai seminari bisogna partecipare in modo abbastanza attivo. Per esempio, uno dei corsi scelti da me, che riguardava gli argomenti posti ai confini tra la scienza della letteratura e la linguistica (il corso era intitolato “Plurilinguismo nella letteratura italiana contemporanea”) esigeva dagli studenti una buona preparazione tramite un’analisi autonoma di determinati testi letterari, sotto l’aspetto linguistico.

Il sistema tedesco ha comunque un’ombra da non trascurare ovvero l’insegnamento stesso della lingua italiana: l’unica possibilità offerta dall’Università del Saarland agli studenti che hanno scelto appunto italianistica erano i corsi accessibili a tutti, condotti dal centro delle lingue straniere, che si svolgevano due volte alla settimana. Devo ammettere di esserne rimasta molto sorpresa; in paragone con il mio proprio ateneo, dove durante i primi quattro semestri l’italiano si studiava in modo molto intensivo, è davvero poco. Queste lacune vengono tuttavia compensate da un’altra soluzione: se lo studente desidera diventare insegnante di una lingua straniera in futuro, cioè, ad esempio, insegnante d’italiano, è tenuto a trascorrere, al minimo, sei mesi nel paese la lingua del quale vuole insegnare. Un esempio che dimostra come tale sistema funzioni bene sono stati i corsi di lingua inglese: le mie insegnanti, tedesche, padroneggiavano la lingua perfettamente, come fossero madrelingua.

Tra gli anni 2011 e 2012 al programma Erasmus hanno partecipato 315 atenei polacchi e su scala europea oltre 4000. Secondo gli ultimi dati disponibili della Commissione europea la Polonia nell’anno accademico 2010/2011 ha mandato, a studiare o a svolgere un tirocinio, 14.234 studenti, piazzandosi dopo l’Italia che ne ha mandati 22.031. Nelle università polacche sono venute 7.583 persone e in quelle italiane, invece, ne sono andate 19.172. La meta più popolare degli studenti polacchi è la Germania dove tra gli anni 1998 e 2011 sono andati 23.409 polacchi. In Italia, rispettivamente, sono andati 8.620 studenti provenienti dalla Polonia. In totale in Polonia in questo periodo sono venuti oltre 36 mila studenti Erasmus, di cui 2.626 sono stati italiani (nell’anno accademico 2010/2011 sono state 455 persone).

EMANUELE CERMAN. „We Włoszech bycie eklektycznym nie jest postrzegane najlepiej”.

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Emanuele Cerquiglini Cerman jest rzymskim autorem, aktorem teatralnym, kinowym i telewizyjnym („Romanzo Criminale 2”, „Don Matteo 8”, „Kronika normalnego absurdu”, „Bad brains”, „The wrath of the crows”), reżyserem („In nomine Satan”, „Decanter”, „Welcome to Italy”, „Tenebrae facte sunt”), zaangażowanym społecznie w tematy związane z niezależnym kinem włoskim oraz założycielem tzw. ‘Kina Indie’. Spotykamy się na kawie w dzielnicy San Pietro, gdzie Cerman opowiada o teatrze, o swoim ostatnim filmie zainspirowanym „bestiami szatana”, o włoskiej rzeczywistości kulturalnej, głόwnie filmowej oraz o swoich projektach „bez granic” z widokiem na Polskę.

Reżyser telewizyjny, kinowy, teatralny, autor tekstόw, scenarzysta, aktor. Ktόra z tych rόl daje ci najwiekszą satysfakcję i dlaczego?

„Bycie eklektycznym we Włoszech nie jest najlepiej postrzegane, szczegόlnie gdy oprόcz rόl przez ciebie wymienionych, dodamy rownież to, iż jestem współproducentem wielu niezależnych produkcji i montażystą rόżnych filmόw krόtkometrażowych, jednego programu telewizyjnego i dopiero potem mojego ostatniego filmu. Przede wszystkim jestem autorem. Piszę od zawsze i to własnie moim zdaniem pomogło rozwinąć się mojej karierze reżysersko-aktorskiej”.

W jaki sposόb twoje wykształcenie aktora teatralnego bazujące na metodzie Stanislavsky-Strasberg wpłynęło na ciebie jako artystę? Na czym ta metoda polegała?

„Nigdy nie miałem nauczycieli, ktόrych mόgłbym uważać za swoich absolutnych mistrzόw, byli to po prostu dobrzy nauczyciele. Metoda Stanislavsky-Strasberg pomogła mi wykształcić moją wewnętrzną konstrukcję bohaterόw i z niej, jak z każdej innej techniki, wziąłem to, co mnie interesowało i to coś uczyniłem swoim, odrzucając fałszywe dogmaty. Jedynym prawdziwym mistrzem stała się dla mnie praca. Miałem szczęście, iż już w młodym wieku przeszedłem szkołę aktorskiego życia w ‘Kinie Indie’. Na tego typu planach nie ma żartόw, aktor na pewno nie może mieć charakteru ‘gwiazdorczyny’ rozpieszczonego przez mały ekran. Pamiętam, iż kiedy była taka potrzeba sam pomagałem kamerzystom, zaraz przed zagraniem mojej sceny; te wszystkie wysiłki umysłowe związane z zapamiętywaniem tekstόw i koncentracją, jak i te fizyczne wykształciły moją zdolność szybkiego odnajdywania się w moim bohaterze. Jako młody chłopak pracowałem też często w teatrze z grupami znanych komikόw, zmieniałem więc często style z komediowego na eksperymentalny, wspόłczesny, zadeptując całe pokłady kurzu na deskach teatrόw off w Rzymie. Wrodzona zdolność zabawy z moim wewnętrznym demonem pozwoliła mi na przechodzenie z łatwością z komedii w dramat. Jako aktor wolałem słyszeć śmiech publiczności, a jako reżyser i autor skłaniam się ku dziełom z mocnym impaktem emotywnym, tworząc sytuacje wywołujące wśrόd widzόw ciszę lub zawieszenie. To, co pcha mnie nadal do tworzenia kina to moje doświadczenie. Unikam filmόw, ktόre jak tylko się kończą, odchodzą w zapomnienie. Społeczeństwo, według mnie, narzuca nam brak tego doświadczenia, brak tej wiedzy. Wydaje nam się, że robimy wiele rzeczy, wszystkie razem, a w rzeczywistości nie robimy nic, co mogłoby wpłynąć na nasz rozwόj, naszą ewolucję. Bycie “multi-tasking” oznacza niedostrzeganie rόżnic między uwagą a koncentracją, słuchaniem a słyszeniem, czy patrzeniem a obserwowaniem. Chciałbym mόc ulepszyć się do tego stopnia, by stworzyć kiedyś taki rodzaj kina, ktόry będzie w stanie stworzyć na nowo to doświadczenie, a ktόre tylko z czasem zostanie przyjęte”.

Rok 2012 jak i ten nowy są dla ciebie tzw. latami Szatana. Oczywiście mam na myśli twόj film „W imię Szatana”, wyprodukowany przez PokerEntertainment i Timeline, zainspirowany prawdziwą historią według tekstu Stefano Calvagna początkowo napisanego dla tv, a potem zaadoptowanego przez ciebie na potrzeby kina. Film ten, po tym jak został zauważony na Festiwalu Riff 2012, przygotowuje się do wejścia na ekrany włoskich kin. Kiedy to nastąpi? Jak wyglądały prace nad nim?

„Film powinien wyjść jesienią, jest to film ‘Indie’ kręcony w ekstremalnych warunkach: 10 dni zdjęciowych, budżet dziesięciokrotnie mniejszy od jakiegokolwiek filmu krόtkometrażowego francuskiego. Film ten był wyzwaniem pod każdym względem. To nie ja wybrałem argument, zostałem wezwany do tego filmu jako aktor, całość miał reżyserować Stefano Calvagna, ja w tym samym okresie pisałem inny film. Po zaledwie pięciu dniach zdjęć Stefano zaniemόgł, problemy zdrowotne nie pozwoliły mu kontrolować planu, w ten sposόb na jednym z zebrań zostałem wybrany na jego zastępcę. Wyszło to wszystkim na dobre, przede wszystkim głόwnemu sponsorowi filmu Mattia Mor. Miałem przed sobą przyjaciela, ktόry prosił bym go zastąpił, ryzykowałem. Gdybym powiedział ‘nie’, wszystkie osoby wezwane do filmu zostałyby odesłane z kwitkiem, więc zaakceptowałem propozycję ze świadomością, iż mogę się wpakować w kłopoty, ale też że dam z siebie wszystko. Poprosiłem tylko o wolna rękę przy scenariuszu, zmieniłem kilka drobiazgόw jak dla mnie za bardzo telewizyjnych, lecz w pięć dni nie można było uczynić cudu. Chciałem narzucić historii i sprawie mόj punkt widzenia, używając własnej symboliki i wprowadzając niektόre sytuacje i bohaterόw spoza przewidzianego castu. W ciągu tych pięciu dni spałem tylko 3 godziny dziennie, poprawiałem scenariusz, poznawałem obsadę, zapewniałem dobrych aktorόw o pewnych bardzo trudnych scenach i wchodziłem w kontakt z całą ekipą i produkcją w celu poznania planu i zrozumienia, jak należy kręcić. Teraz, jak o tym pomyślę, uważam, iż było to szaleństwem. Nie wiem, jak udało mi się wytrzymać to całe napięcie fizyczne, ale jestem pewny, iż chęć nas wszystkich do uczestniczenia w tym cudzie dała mi ten potrzebny napęd. Znalazłem wspaniałą ekipę od zdjęć, ktόra mimo trudności technicznych zaangażowała się w eksperymentalną pracę nad tą improwizacją artystyczną na bazie posiadanych zasobόw ludzkich. W tym klimacie moja wcześniejsza praca z aktorami takimi jak Francesca Viscardi w roli coacha, przydało się teraz w roli reżysera. Udało mi się połączyć aktorόw z rόl strategicznych z innymi, mało mi znanymi, ale dobrze przygotowanymi i gotowymi do wymagających emotywnie rόl oraz zapobiec plotkom niewiarygodności, szerzonym przez niektόrych niedojrzałych aktorόw wybranych zanim ja zostałem reżyserem. Mogę rzec zatem, iż moje metody zadziałały, zostałem wysłuchany”.

Spoglądasz na swoją pracę z perspektywy globalnej. Pracowałeś już na angielskim planie z reżyserami z innych krajόw, zdobywając liczne nagrody. Opowiedz nam o tych doświadczeniach i wyjaw, jaki jest twόj najbliższy filmowy międzynarodowy projekt. Gdzie chciałbyś go nakręcić i z kim?

„Moje wszystkie międzynarodowe doświadczenia dotyczą roli aktora. Ostatni film nakręcony z Ivanem Zuccon zostanie przedstawiony za kilka miesięcy w Los Angeles, a zatytułowany jest ’The wrath of the crows’, to horror wychodzący poza kanony gatunku. Na tym planie miałem przyjemność pracować z wieloma zdolnymi aktorami rόżnej narodowości i z dwoma krόlowymi ekranu Debbie Rochon i Tiffany Shepis. Chciałbym, by moje następne tego typu doświadczenie było w roli reżysera. Chciałbym przedstawić producentom zagranicznym napisany przeze mnie przerażający i groteskowy serial. W szufladzie trzymam ‘So that tomorrow no one will remember’ powieść Alberto Manca, ktόrą właśnie chciałbym nakręcić za granicą. To historia w stylu Kafki czy Orwella i z chęcią nakręciłbym ją w Europie, np. w Warszawie”.

Naprawdę w Warszawie? Co za zaszczyt! Dlaczego właśnie w Polsce?

„Warszawa tak jak Krakόw jest wspaniałym miastem, o ciekawej architekturze. W takim tle mόgłbym opowiedzieć wiele historii. Poza tym Polska ma wielką tradycję teatralną, jednym z jej wspaniałych przedstawicieli jest Jerzy Grotowski. Ludzi, ktόrych spotkałem tam na ulicy odebrałem bardzo pozytywnie. Na pewno pracowałoby mi się dobrze z polskimi technikami, musiałby się tylko znaleźć producent zainteresowany zainwestowaniem w mόj film!”.

Giornata della Memoria ad Auschwitz – Birkenau

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Il 27 gennaio 2013, 68° anniversario della liberazione del Campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau, si è tenuta in quella località una cerimonia solenne, alla quale è intervenuto anche l’Ambasciatore d’Italia Riccardo Guariglia. Dapprima si è svolta una fase commemorativa nel Campo di Auschwitz, al termine della quale – in presenza del Presidente della Duma, Sergey Naryshkin – è stato inaugurato il nuovo padiglione espositivo della Federazione Russa. Quindi, a Birkenau, si è svolta una cerimonia ecumenica, alla quale hanno presenziato, fra gli altri, diversi sopravvissuti. L’Italia è stato il Paese più rappresentato nell’occasione, con una delegazione di ben 390 studenti provenienti prevalentemente da licei della Provincia di Latina, accompagnati da Professori e da diversi Sindaci. L’Ambasciatore Guariglia ha potuto avere un cordiale e simpatico incontro con tutti loro.

 

Francesco Nullo

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(Schede di Alberto Macchi, con il contributo della Dott.ssa Angela Sołtys del Castello Reale di Varsavia)

In questo primo mese dell’anno 2013 ricorre il 150° Anniversario della “Rivolta di Gennaio”. Essa è stata la più lunga rivolta dei polacchi, dei lituoni e dei bielorussi, tutti contro l’Impero russo. E’ iniziata il 22 gennaio del 1863 e si è protratta al punto che nel 1865 alcuni insorti combattevano ancora. Iniziò come protesta spontanea da parte di giovani polacchi contro l’esercito russo, a cui si unirono politici polacchi e anche alti ufficiali dello stesso esercito dello Zar.

Intanto, per dar manforte agli insorti, nel 1863, fuori dal paese, un gruppo di uomini, una formazione raccogliticcia di circa seicento volontari, tra italiani e francesi, che comprendeva una sessantina di camicie rosse, con a capo Francesco Nullo si stava mobilitando.

Francesco Nullo era figlio di Arcangelo e Angelina Magno; era nato a Bergamo il 1º marzo del 1826 e ivi era divenuto socio in un’azienda tessile. Animato però da un grande spirito patriottico, nel 1859 egli si unì a Garibaldi nelle file dei Cacciatori delle Alpi per combattere contro gli austriaci. Seguirà poi l'”Eroe dei Due Mondi” anche nell’Impresa dei Mille; e durante questa spedizione sarà protagonista di atti di valore. Fu lui, il 27 maggio del 1860 a piantare il primo tricolore a Palermo.

Durante il viaggio di trasferimento dall’Italia in Polonia, altri piccoli gruppi di cacciatori polacchi in esilio, insieme ai cosiddetti “Zuavi della Morte”, guidati dal tenente François Rochebrune, si unirono a questa legione franco-italiana. Francesco Nullo rimarrà ucciso in battaglia il 5 maggio del 1863 a Krzykawa in provincia di Olkusz, sotto il fuoco cosacco e qui verrà sepolto.

Tanto, tantissimo è stato scritto sulla sua vita, per cui io qui mi limito a ricordare quest’italiano elencando, qui di seguito, una serie di particolari che lo riguardano e pubblicando due sue immagini rare, un’incisione ottocentesca e una cartolina dei primi del novecento:

– Francesco Nullo in Polonia è considerato un eroe nazionale.

– Il Compositore Giovanni Bottesini ha scritto “Fantasia funebre a grande orchestra alla memoria del Colonnello Nullo”.

– Il Governo Polacco gli ha conferito il grado di Generale.

– Un Console polacco si è recato a Bergamo per rendergli omaggio ai piedi del monumento che la sua città natale gli ha dedicato.

– In Polonia gli sono state dedicate diverse strade e scuole.

– Un cacciatorpediniere italiano, in servizio dal 1926 al 1941, ha portato il suo nome.

– Varie città italiane, come Milano, Bologna e Bergamo gli hanno dedicato una strada.

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Cosi quell’eroe, non transigendo mai col dovere, colle convinzioni, colla coscienza, ha consumato fino all’ultimo il sacrificio di sè stesso per la causa dell’umanità ed ha pagato, almeno in parte, il debito che l’Italia aveva pel sangue versato in suo favore dai figli eroici della Polonia. Possa il suo sangne esser fecondo per quella terra e per quella rivoluzione, ch’è in oggi presaga della grande rivoluzione Europea, e far ripullulare, le mille volte più feconda e gigantesca, la grande idea della rigenerazione dei popoli.

Luigi Stefanoni, Milano 1863

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Signor Stefanoni, accetto la dedica del vostro opuscolo sulla vita del mio caro amico e compagno d’armi — Francesco Nullo — nella certezza che sarà Ispirato dal santo amor di patria e libertà a cui questo prode e valente ufficiale consacrò anima e vita.

Vostro G. Garibaldi. Caprera, I giugno 1863.

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Fratelli di Polonia! — i nostri padri hanno, voi lo accennate, combattuto sotto gli stessi segni. Illusi dalle stesse speranze, diedero insieme il loro sangue per cemento ad un trono che poteva diventare il trono della civiltà, e non fu che quelto d’ un uomo. Fratelli di Polonia! — qualche cosa ci dice che nelle lotte parziali inevitabili a toccare l’intento comune, noi combatteremo anche una volta insieme. Ma quelle battaglie non c’inganneranno nei risultati, perchè saranno combattute per noi e da noi, perchè saranno te battagtie non d’ un uomo ma d’un Principio.

Giuseppe Mazzini, 1832

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Alla madre del Generale Nullo, Donna! cui devo affetto di fratello — perdonatemi se mi addentro nel santuario del vostro dolore — perdonatemi s’io vengo ad immischiarmi nell’amor vostro di madre — che un uomo non può apprezzare ma che mi sento il diritto di condividere — perchè anch’io amavo il nato dalle vostre viscere. Io amavo sì, e stimavo il prode dei prodi d’una falange, per cui l’Italia sentirà meno certamente, il peso delle sue vergogne! Egli è caduto da valoroso per una causa santa — e quando gli uomini capiranno tutta l’altezza del sacrificio del vostro Francesco – oh t allora l’umanità potrà decantare senza sacrilegio — Libertà, virtù, eroismo. Sono con tutto l’affetto dell’anima mia.

Vostro G. Garibaldi. Caprera 27 maggio.

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Del Russo il ferro apersegli

Ampia nel sen ferita

Polonia, Italia uditelo,

Amando in voi spirò.

Conclusione d’una poesia in memoria de Generale Nullo

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A FRANCESCO NULLO,

BERGAMASCO DI NASCITA ITALIANO DI PRINCIPII DI ASPIRAZIONI

MILITE DEL PROGRESSO DEL MONDO

MORTO GLORIOSAMENTE SUI CAMPI POLACCHI

PEL TRIONFO DELLA DEMOCRAZIA

E LA INDIPENDENZA DEI POPOLI.

IL POPOLO IRPINO.

Al sommo della Porta d’ingresso del Tempio

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1. VISSE DA PRODE

SOFFRI’ DA MARTIRE

COMBATTÈ COME GL’ ITALIANI SANNO COMBATTERE

MORI’ DA EROE.

2. ROMA, VENEZIA, COMO, VARESE, MARSALA,

SARNICO ASPROMONTE.

POLONIA

FEDE GLORIA MARTIRIO DELLO ILLUSTRE ESTINTO.

3. NULLO

CONSACRO’ LA FRATELLANZA DELLE NAZIONI

COL BATTESIMO DI SANGUE.

NOI COMPIAMOLA COL CULTO DOVUTO AI MORTI PER ESSA.

4. ITALIANI,

SAREMO LIRERI, GRANDI,

AFFRETTEREMO IL TRIONFO DELLA UMANITÀ’ SOFFERENTE

QUANDO VIVREMO.

COMBATTEREMO, MORREMO COME NULLO

ED I SUOI COMPAGNI DI OLKUSZ.

Ai quattro lati del Sarcofago

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I Russi medesimi onorano la memoria del forte. Per comando del generale russo Szachowski il frale di Nullo è sepolto a Miechow con pompa imponente. Una cassa coverta di velluto rosso, sormontata da un berretto rosso da zuavo e da due spade in forma di croce, lo rinchiude. Alcune signore, pietoso uffizio e gentile! si tolgono il carico di portarne la bara ; due prigiorieri italiani son donati della libertà per rendere gli ultimi onori al loro colonnello; una folla compatta accompagna il feretro sino all’ultima dimora; e quando la salma è deposta nella toniha, un distaccamento di fanteria russa esegue la triplice scarica di uso. O Polonia, prosegui la tua pugna — non passerà tempo, e tu sarai libera al pari di noi. — Dove le arti diplomatiche non giungeranno, arriveranno le nostre braccia, i nostri petti — Polonia! Italia ! voi siete i baluardi della libertà; il vostro trionfo è il trionfo de’ popoli, la vostra mina la loro ruina. Seguitate il vostro cammino, o generose; l’opera del Cristo sarà presto compiuta.

Giuseppe da Forio, Napoli 1863

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Cartolina del Novecento        Incisione dell’Ottocento

Scena Unica: EMMA E L’ALCOVA

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Napoli, anno 1787. Sir William Hamilton ed Emma Lyon (*) in camera da letto dove è disposto, proprio di fronte all’alcova, una sorta di pedana che funge da palcoscenico; un sipario aperto, con al centro, sul fondo, posta verticalmente, un’ampia cassa di legno, aperta sul davanti, dipinta di nero all’interno e listata da una sontuosa cornice d’oro, abbastanza grande da contenere una figura umana in piedi. Candelabri antichi, di forme e di dimensioni diverse, sono distribuiti un po’ dappertutto.

(*) EMMA o AMY HART o HARTE LYON o LYONS EMILY o AMY EMMA LYONS HAMILTON o Lady HAMILTON (Great Neston/Cheshire 26/4/1756 – Calais 16/1/1815), famosa eterea britannica. Nel 1783 fu inviata a Napoli presso Sir WILLIAM HAMILTON, ambasciatore di Gran Bretagna presso il Regno di Napoli. Nel 1791 i due si sposarono e i napoletani, per il temperamento, la soprannominarono  EMMA LIONA o ‘A LLIONA (ma anche per il cognome LYONS, per i capelli rossi come il pelo del leone e perché dominante sul vecchio marito come una leonessa). Più avanti divenne l’amante del Generale inglese HORATIO NELSON (1758 – 1805). Morì a Calais in Francia, dopo essere caduta in disgrazia e dopo aver scontato anche il carcere per debiti.

EMMA: (Si predispone, con vesti variopinte, sullo sfondo nero, nella cassa, dentro la cornice dorata e propone la sua bella immagine come statua vivente, ovvero esegue una delle sue “attitudes”o “tableaux vivents” espressione che usa lei per definire le sue pose con i suoi travestimenti storici e mitologici) Ti piace, tesoro, questo giuoco?

HAMILTON: (Sdraiato sul letto in adorazione di lei. Da fine intenditore d’arte e di giovinette qual’egli è, gode Emma come inimitabile e stuzzicante pittura). È straordinario! E poi con quella tua carnagione morbida, dalla pelle vellutata, come di cera, così piacevole al tatto come alla vista. Odorosa in tutto il corpo, del profumo delle magnolie del baltico e con quelle tue gambe lunghissime delicatamente arcuate, candide come i gigli più puri del mediterraneo. E con quei tuoi capelli lunghissimi color del sole al tramonto sul mare, degni d’una dea; i tuoi occhi grigi come quelli dei gatti del deserto. E quelle tue labbra rosso cinabro che così esprimono tutta la loro voluttà a cornice d’un diadema di perle responsabili d’un sorriso tanto innocente, quanto afrodisiaco.

EMMA: (Imita le antiche pitture pompeiane, nonché quelle di maestri moderni) E veder fare questo, ti piace?

HAMILTON: Da impazzire! (Porge ad Emma alcune vesti) Adesso provati questi altri abiti. Sono come autentici, molto simili ai costumi romani e greci antichi.

EMMA: Allora declamerò qualche passo dai “Carmina” del poeta latino Catullo e continuerò con “Afrodite” la più dolce fra le Liriche della poetessa greca Saffo. (Si abbiglia ora da vestale, ora da giovane ancella romana e canta, accompagnandosi con la lira, i versi di Catullo, adagiata sopra morbidi cuscini, fra drappi colorati, daghe d’argento, aquile d’oro e corone d’alloro.

HAMILTON: (L’anziano cavaliere dispone candele accese qua e là. Regge un lume, fissa Emma e resta in adorazione davanti alla sua persona.)

EMMA: (Finita l’esibizione, spegne le candele una ad una. Buio. Indossa abiti alla greca. Riaccende le candele. Un costume color pompeiano con balze dorate, in particolare, la veste mirabilmente. Si scioglie la chioma e, servendosi d’un paio di scialli, muta pose, gesti, espressioni. Ciò che avrebbero aspirato a creare tante migliaia di artisti, ella offre come realtà in movimento, con sorprendente successione di pose. In piedi, in ginocchio, seduta, sdraiata, seria, triste, maliziosa, sfrenata, contrita, provocante, minacciosa, timorosa e via dicendo: un’espressione segue l’altra, e un’altra la sostituisce. Per ciascuna di esse – ora all’interno della cassa, ora all’esterno – ella sa scegliere e cambiare il drappeggio del velo, e con le stesse stoffe si acconcia in cento modi i capelli. Si produce ancora nei suoi talenti musicali. Poi dispone grappoli d’uve diverse fra i capelli e, accompagnandosi con la cetra, canta rime e versi scelti di Saffo) Sento che stai godendo come un un’aquila che vola leggera nell’infinità del cielo, come un balenottero negli spazi interminabili degli oceani, mentre il pensiero vaga finalmente libero nell’eternità del cosmo. Sento che queste mie “attitudes” sono la concretizzazione del desiderio più ambito della tua vita. Quella felicità da te sempre immaginata, amore mio, finora mai raggiunta. Sento che finalmente stai vivendo il sogno più straordinario della tua vita. Chissà che il mio amore infinito non ti faccia confessar ogni tuo riserbo, ogni tuo orgoglio e finanche ogni tua vergogna!

HAMILTON: Perché ne avrei? … e dovrei?

EMMA: Non saprei! … ma vorrei!

HAMILTON: (Si acconcia da Fauno. Regge il lume e si pone in adorazione, in ginocchio, davanti ad Emma) La mente: queste odi e questi versi, dai poeti latini, mi riconducono col pensiero alla Tomba di Virgilio, qui a Napoli, contornata dal lauro, alla Grotta della Sibilla, Portici, Pompei, Ercolano. La vista: questa tua siluette che si agita in questo spazio del tempo, quello della storia, fra drappi, candele e arredi; questi tuoi lunghi capelli rossi, il bianco candore della tua pelle, lo sguardo dei tuoi occhi, i colori delle stoffe che, alternando, indossi. (Pausa) L’udito: la tua suadente voce che seduce, con certe parole che sai pronunciare soltanto tu, il suono degli strumenti che usi, il tuo canto sublime. (Pausa) L’odorato: il profumo del tuo corpo, quello degli incensi accesi e delle essenze. (Pausa) Il tatto: voglio sfiorare i tuoi seni nudi, i tuoi glutei, le tue gambe. (Pausa) Il gusto: fammi assaporare il nettare delle tue dolci labbra; vieni qui avvicinati, innocente creatura afrodisiaca, libidine di tutti i sensi miei! (Allunga un braccio verso Emma come ad implorarla di concedergli il suo seno, i suoi glutei, le sue gambe, le sue labbra)

EMMA: Non ora, mio Fauno, voglioso ed impaziente! (Così s’allontana di scatto e veloce s‘accovaccia in un angolo della scena, fingendosi imbarazzata ed intimorita. Poi riprende a provare altre immagini dell’antichità, i bei profili delle monete siciliane e persino l’’Apollo del Belvedere’)

HAMILTON: (Abbandona il lume, afferra un’anfora, versa del vino dentro due calici e ne offre uno ad Emma) Vuoi sorseggiare insieme a me, misteriosa Sibilla Cumana,  insidiosa Maga Circe, irresistibile Elena di Troia, una coppa di questo eccellente vino rosso del Vesuvio?

EMMA: Certo, mio amato Signore! (Accoglie il calice e brinda a favore di Hamilton, da sopra la scena)

HAMILTON: (Ricambia brindando verso Emma dal di fuori della scena) A noi due, ma soprattutto ad un’apparizione angelica che mi sta inebriando più del vino, o forse un diavolo, chissà, venuto dall’Averno dei Campi Flegrei, dal vulcano di zolfo di Pozzuoli, come lava incandescente dal fondo del Vesuvio in eruzione. (Lascia la coppa, va ad adagiarsi sul letto e incomincia a spogliarsi, portandosi sulla testa due corni da Satiro e indossando due zoccoli pelosi ai piedi)

EMMA: Ecco, mio bel Satiro, dopo una breve introduzione musicale con la Siringa, o Flauto di Pan che dir si voglia, terminerò declamando “L’Ali d’Amore” e “Canzonetta”, due dolcissime liriche di Anna Irène Duclos Parenti, la ben nota poetessa vivente, la mia pastorella arcade preferita, bellissima e austera, dallo charm tutto francese. (Suona lo strumento a fiato. Poi lo abbandona e canta i versi della Duclos Parenti mentre, sfiorandola con un dito percorre tutta l’alcova dell’amore fin sul corpo, ormai completamente nudo, di Hamilton)

HAMILTON: (Afferra Emma per un braccio e la trascina sotto le coperte ridendo divertito come un fanciullo)

EMMA: (Ride felice insieme ad Hamilton)

BUIO

Podatek od czynności cywilnoprawnych – część I

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Andrea Mazzocchi

Niniejszy artykuł rozpoczyna krótką serię publikacji poświęconych podatkowi od czynności cywilnoprawnych. Ten rodzaj podatku, często błędnie określany jako podatek rejestracyjny, jest nakładany na różne rodzaje transakcji (o których będzie mowa później), gdzie żadna ze stron zawierających umowę nie podlega opodatkowaniu podatkiem od towarów i usług (VAT).

Tekstem, który reguluje taki podatek jest Dz. U. 2000 Nr 86 poz. 95 USTAWA z dnia 9 września 2000 r. o podatku od czynności cywilnoprawnych, wraz z późniejszymi zmianami, który jest jednym z najmniej poznanych podatków przez zagranicznych inwestorów, ze względu na fakt, iż ta forma opodatkowania nie jest powszechnie praktykowana w państwach członkowskich Unii Europejskiej. Transakcje, które podlegają opodatkowaniu mają charakter zarówno materialny jak i finansowy i są wymienione poniżej:

  1. umowy sprzedaży oraz zamiany rzeczy i praw majątkowych,

  2. umowa pożyczki pieniędzy lub rzeczy,

  3. umowa darowizny – w części dotyczącej przejęcia przez obdarowanego długów i ciężarów albo zobowiązań darczyńcy,

  4. umowa dożywocia,

  5. umowy o dział spadku oraz umowy o współwłasności

  6. ustanowienie hipoteki

  7. ustanowienie odpłatnego użytkowania oraz odpłatnej służebności,

  8. umowy depozytu nieprawidłowego,

  9. umowy (statuty) spółek.

Warto zauważyć, że ten podatek należy zapłacić zarówno w momencie zawarcia umowy, jak również w przypadku, gdy taka umowa zostanie zmieniona w taki sposób, że wzrośnie jej wartość; nie możemy dać się zwieść terminologii stosowanej przez ustawodawcę w formułowaniu prawa, użycie terminu „umowa” odnosi się do kodeksu cywilnego, gdzie umowa nie jest zawierana tylko na piśmie, ale chodzi także o wszystkie działania, które mają formę umowną, w tym porozumienia pisemne i działania, które określają gotowość podjęcia zobowiązania umownego.

Istnieją jednak pewne warunki, aby należało taki podatek uiścić:

  1. rzeczy lub prawa majątkowe muszą znajdować się na terytorium Rzeczpospolitej Polskiej,

  2. rzeczy lub prawa majątkowe znajdują się poza terytorium Rzeczpospolitej Polskiej lecz nabywca ma miejsce zamieszkania w Polsce i transakcja nastąpiła na terenie Rzeczpospolitej Polskiej.

W następnej części omówimy transakcje, które nie podlegają opodatkowaniu, podmiotach zobowiązanych do zapłaty podatku oraz wysokości tego podatku.

Prima edizione dell’evento “LittlEATaly”

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Oltre 2.500 visitatori alla prima edizione di LittlEATaly, evento organizzato da MRGroup con la partecipazione del Comune di Wieliczka. L’evento si è svolto dal 12 al 14 ottobre 2012 presso il Centro “Solne Miasto” di Wieliczka utilizzando una superficie pari a 1600 m2. La manifestazione si è articolata in tre differenti tematiche: enogastronomia, business con focus sulle partnership pubblico private, turismo e sport.

Nell’area enogastronomica hanno partecipato le seguenti organizzazioni: Strada del Vino, Icone, Cantina Diomede, Barilla e Magillo. I visitatori hanno potuto assaggiare diversi prodotti pronti e gli ottimi piatti preparati al punto ristorazione. Comunicazione Polska e Barilla hanno organizzato un concorso interattivo sull’Italia dedicato ai più piccoli con il sistema multimediale Pan Geniusz.

L’area dedicata a sport e turismo ha visto il susseguirsi di numerose attrazioni tra le quali: una partita di Jorkyball, lezioni di arrampicata sportiva e il torneo di calcio per bambini “Piccolini Cup” organizzato dalla Juventus Soccer Schools Polska, MRGroup ed il comune di Wieliczka.

Nella zona business sono state attrezzate quattro sale conferenza. Nella “sala KPMG” per tre giorni si sono svolte numerose presentazioni di città polacche e panel tematici tenuti tra l’altro dallo stesso “KPMG”, sponsor dell’evento, dall’avvocato Domenico Di Bisceglie dello studio legale “WKB” ed altri. Importante menzione anche alla “ Fondazione Centro del Partenariato Pubblico–Privato” che si occupa della divulgazione della conoscenza sui metodi di applicazione PPP. Alle diverse attività hanno partecipato i rappresentanti di città, comuni, province e regioni di tutta la Polonia. Nella stessa area sono stati organizzati vari incontri B2B con protagonisti importanti aziende italiane e polacche.

Tra i visitatori dell’evento possiamo citare: S.E. Riccardo Guariglia, Ambasciatore d’Italia in Polonia, On. Nicola Formichella, membro Commissione Rapporti con l’Europa del parlamento italiano, Guglielmo Picchi, membro della Commissione Affari Esteri del parlamento italiano, Anna Boczar Trzeciak, Console onoraria d’Italia a Cracovia, Agnieszka Libura, direttore della Camera di Commercio Britannico-Polacca in Polonia, Kazimierz Karasin?ski, Console onorario del Regno Unito in Polonia, Domenico Di Bisceglie vice-presidente della Camera di Commercio e dell’industria italiana in Polonia.