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Casa Polonia ai Giochi Olimpici Milano-Cortina 2026

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Radosław Piesiewicz

Intervista a Radosław Piesiewicz, Presidente del Comitato Olimpico Polacco 

foto: Szymon Sikora/PKOl

 

Dal 6 al 22 febbraio 2026 Milano, capitale dell’innovazione italiana, e Cortina, perla delle Dolomiti, saranno i cuori pulsanti della XXV edizione dei Giochi Olimpici Invernali. Sarà la terza edizione olimpica invernale ospitata in Italia, dopo le edizioni di Cortina nel 1956 e Torino nel 2006, nonché la quarta assoluta includendovi quella estiva di Roma nel 1960. Sarà la prima edizione con ufficialmente due città ospitanti mentre le gare si svolgeranno anche a Rho (MI), Assago (MI), Bormio (SO), Livigno (SO), Predazzo (TN), Rasun-Anterselva (BZ), Tesero (TN). Olimpiadi invernali che saranno l’occasione per il Comitato Olimpico Polacco di realizzare una accogliente Casa Polonia destinata sia ad ospitare incontri tra atleti, tifosi e giornalisti polacchi, sia per far conoscere il Paese di Chopin al pubblico italiano e internazionale. Di questa bella iniziativa ne parliamo con il Presidente del Comitato Olimpico Polacco Radosław Piesiewicz.

“Nonostante ci sia una comprensibile preoccupazione tra i comitati olimpici per il fatto che le Olimpiadi si svolgano in sette luoghi distanti tra loro, contiamo sulla capacità degli organizzatori di gestire tutto con efficienza. Sono sicuro che le condizioni per atleti e allenatori saranno al massimo livello, l’Italia è ben preparata non è la prima volta che ospita i Giochi Olimpici Invernali. Come Comitato Olimpico Polacco, abbiamo già un piano per la gestione gli atleti e per lo staff che sarà impegnato. Intanto nel prepararci all’evento voglio sottolineare che incontriamo molta cordialità da parte degli italiani, in particolare a Cortina. Per noi è importante contare su questo supporto perché per la seconda volta nella storia, e per la prima durante i Giochi Invernali, organizzeremo un Casa Polonia durante i Giochi. Casa Polonia sarà un’occasione per mostrare la tipica ospitalità polacca e i sapori del nostro paese. Casa Polonia sarà presente nei diversi luoghi in cui i nostri atleti gareggeranno, affinché possano sentirsi supportati. Questa iniziativa è dedicata non solo ai nostri atleti ma anche ai tifosi polacchi, italiani e di tutto il mondo che a Casa Polonia troveranno, come durante i Giochi Olimpici di Parigi, una cosiddetta mix zone in cui tifosi, giornalisti, anche a quelli senza accredito, potranno incontrare i nostri atleti e sedersi a parlare delle gare davanti a un caffè o a un bicchiere di vino”.

Casa Polonia sarà un’occasione per fare promozione turistica del Paese?

“Non nascondo che vogliamo incoraggiare gli italiani a visitare la Polonia perché è un paese bellissimo. Abbiamo molto di cui essere orgogliosi: tanta natura, numerose bellezze architettoniche ed una storia ricchissima. E poi vogliamo incuriosire gli italiani a provare i sapori della nostra cucina e anche, lasciatemelo dire, dei nostri vini che seppur non siano al livello di quelli italiani, stanno diventando un prodotto di qualità”.

Intanto i polacchi da anni ogni inverno invadono gioiosamente le Dolomiti.

“I polacchi quando vanno a sciare all’estero scelgono l’Italia. Oltre alle ottime infrastrutture per lo sci l’Italia offre qualcosa che non si può comprare a nessun prezzo: il sole! Le montagne italiane sono poi apprezzate perché la stagione dello sci non finisce a gennaio o febbraio ma ad aprile. Anch’io amo sciare, i miei primi sci li ho ricevuti in regalo alla comunione. Da polacco devo comunque ammettere che riguardo gli sport invernali abbiamo ancora tanto da imparare e in Polonia non abbiamo le alte vette italiane”.

Che attese ci sono verso gli atleti polacchi?

“Innanzitutto mi piace ricordare che la prima delle 23 medaglie olimpiche invernali vinte dalla Polonia è stata ottenuta a Cortina nel 1956 da Franciszek Gąsienica Groń, quindi abbiamo un motivo in più per festeggiare la nostra presenza in questa meravigliosa località proprio come successo alle ultime Olimpiadi di Parigi dove abbiamo celebrato il centenario della prima medaglia olimpica per la Polonia. Per quanto riguarda l’attesa per i nostri sportivi io ho molta fiducia, sono una persona ottimista che ama sognare in grande e poi un presidente del Comitato Olimpico Polacco deve credere nei propri atleti. Detto questo ammetto che non sarà facile vincere medaglie, perché il Ministero dello Sport e del Turismo non ha finanziato in tempo le federazioni. In ogni caso credo che faremo una bella figura nel pattinaggio di velocità, nel biathlon, nel pattinaggio artistico, nello snowboard e nello short-track”.

Justyna Kowalczyk
Kamil Stoch

Non possiamo evitare di parlare dei brutti anni che stiamo vivendo e riflettere come ai tempi degli antichi greci in occasione dei Giochi c’era la “Ekecheiria” (776 a.C.) ovvero “la tregua sacra” proclamata per permettere a tutti di viaggiare in sicurezza per partecipare o assistere ai giochi, mettendo fine alle guerre almeno durante le Olimpiadi. In cuor suo cosa si augura?

“Sogno che tutti i conflitti nel mondo cessino, ma bisogna essere realisti, non sarà possibile, perché i soldi governano il mondo e le guerre portano ad alcuni grande arricchimento. Oggi viviamo guerre combattute come quella tra Russia e Ucraina, o tra Israele e Palestina e guerre ibride come quella che stiamo vivendo al confine orientale dell’Unione Europea. Ad andarne di mezzo sono soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Io personalmente non prenderei decisioni affrettate sull’esclusione di una nazione dai Giochi, perché così si rischia di punire atleti che non hanno alcuna responsabilità o influenza sul governo del loro Paese. Magari desiderano un cambiamento nel loro Paese ma hanno paura. È facile dire che si può protestare, noi polacchi sappiamo quanto costa: quante persone sono morte durante l’insurrezione di Varsavia o nelle altre nostre rivolte? Era necessario? Forse sì perché oggi viviamo in un paese libero. Ma sento il dolore per le vite che sono sacrificate per questa indipendenza, per questa libertà”.

Trieste Coffee Experts 2025

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Trieste Coffee Experts 2025: il futuro del caffè al centro della scena al Savoia Excelsior Palace di Trieste

Focus su Intelligenza Artificiale, Sostenibilità, Made in Italy e sul nuovo prezzo di una tazza di caffè

Si è conclusa a Trieste l’ottava edizione di Trieste Coffee Experts – “Coffee Megatrends”, il summit B2B organizzato da Bazzara, che ha riunito al Savoia Excelsior Palace i principali protagonisti della filiera italiana del caffè. Più di una conferenza, l’evento ha rappresentato un forum strategico condiviso in quello che molti definiscono una “tempesta perfetta” per il settore: volatilità dei mercati, nuove normative, trasformazione digitale e riposizionamento del Made in Italy. In due giorni di dibattiti – trasmessi in italiano e inglese e moderati dall’Event Director Andrea Bazzara – produttori, torrefattori, associazioni e istituzioni hanno affrontato le sfide più urgenti dell’industria. Riservato ai professionisti e certificato come Neutral Event, il summit ha ribadito il ruolo di Trieste come Città del Caffè e hub fondamentale per il dialogo sul caffè come motore culturale ed economico.

Ad aprire il summit è stato Franco Bazzara (Bazzara Caffè), che ha sottolineato la forte crescita dell’evento: pubblico raddoppiato rispetto all’edizione precedente, più partner e spettatori collegati da oltre 23 Paesi. Ha ringraziato i sostenitori e accolto Cuba come Paese focus del 2025, evidenziando come i nuovi Stati Generali del Caffè e il Roasters Think Tank contribuiranno a rafforzare la coesione della filiera in una fase di profondo cambiamento.

La prima giornata, intitolata “Beans of Change”, si è aperta con riflessioni sull’intelligenza artificiale e sull’industria del futuro. Padre Paolo Benanti ha introdotto il concetto di “Algoretica”, richiamando a una governance degli algoritmi centrata sull’uomo. Paolo Andrigo (Accenture Song) ha spiegato come la GenAI stia trasformando i processi commerciali, mentre Cristian Sartori (Siemens) ha delineato l’Industria 5.0 e i benefici dell’integrazione di “cervelli artificiali” nella produzione. Un Flash Talk di Anna Garneri (Matchplat) ha evidenziato il valore dei micro-dati per il decision-making strategico.

La sostenibilità è stata al centro della sessione pomeridiana. L’Ambasciatrice di Cuba, Mirta Granda Averhoff, ha presentato i notevoli progressi dell’isola in materia di riforestazione, mentre Michele Curto (BioCubaCafé / Fondazione Lavazza) ha illustrato il progetto di tracciabilità basato sulla blockchain. Claudia Carroccia (Olam Italia) ha sottolineato come la sostenibilità sia ormai un requisito di accesso al mercato, mentre Sara Corallo (HostMilano) ha collegato questi temi ai nuovi trend di consumo emergenti nelle principali fiere internazionali. Innovazione e responsabilità si sono nuovamente incontrate con gli interventi di Enrico Metti (Brita) sulla gestione dell’acqua, Andrea Gilli (IMA Petroncini) sui macchinari di torrefazione guidati dall’AI, Marco Schiavon (Caffè Borbone) sui sistemi monodose compostabili e Andrea Cometa (Apulia Software) sull’integrazione digitale come “sistema nervoso” delle moderne torrefazioni.

Il debutto degli Stati Generali del Caffè ha riunito le principali associazioni di settore italiane per discutere di costi, dinamiche di mercato, evoluzione dell’espresso e di un nuovo patto per la crescita sostenibile. Tra i partecipanti: Francesca De Feo (Comitato Italiano Caffè – Unione Italiana Food), Massimiliano Fabian (European Coffee Federation), Paolo Ghidotti (European Vending & Coffee Service Association), Omar Zidarich (Gruppo Italiano Torrefattori Caffè), Alessandro Borea (Istituto Espresso Italiano), Giorgio Caballini (Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale), Arianna Mingardi (Trieste Coffee Association), Roberto Nocera (UCIMAC), Eleonora Pirovano (IWCA – Women in Coffee Italy), Alberto Polojac (SCA Italia) e Petra Zambelli (Fairtrade Italia).

La seconda giornata, intitolata “Italian Coffee Excellence”, si è concentrata su identità, mercati e storytelling. Domenico Sturabotti (Fondazione Symbola) ha rilanciato il concetto che “la coesione è competizione”, mostrando come le imprese che investono in relazioni, innovazione e sostenibilità ottengano performance superiori alla media: un messaggio chiave per il settore del caffè. Maurizio Giuli (Simonelli Group) ha sottolineato la necessità di nuovi modelli di business in un mercato globale maturo, mentre Mario Rubino (Kimbo) ha spiegato come l’azienda abbia trasformato il proprio heritage napoletano in una narrazione internazionale contemporanea. Un Flash Talk di Laura Tentoni (Sigep) ha collegato questi temi al consumo fuori casa e ai suoi crescenti legami con pasticceria e gelateria.

Il dibattito si è poi spostato su trasparenza e artigianalità. Rudi Albert (Alkaff) ha illustrato l’impatto del nuovo Regolamento UE sulla deforestazione sulle importazioni di caffè verde; Alessandro Garbin (IMF) ha messo in evidenza l’“intelligenza artigiana”, dove il sapere umano incontra la tecnologia avanzata; Michele Cannone (Lavazza Group) ha descritto il “nuovo normale” post-pandemia, caratterizzato da consumi più premium e orientati all’esperienza; mentre Alessandro Chelli (Trusty) ha mostrato come certificazioni e dati possano supportare in modo concreto le dichiarazioni di sostenibilità.

Il summit si è concluso con il lancio del Roasters Think Tank, che ha riunito nove torrefattori italiani — Franco Bazzara (Bazzara), Alessandro Borea (La Genovese), Michele Cannone (Lavazza Group), Arianna Mingardi (Amigos Caffè), Andrea Antonelli (Andrea Antonelli Roastery), Arturo Morettino (Morettino), Antonio Quarta (Quarta Caffè), Massimiliano Scala (Kimbo) e Stefania Trombetta (Caffè Trombetta) — per discutere di pricing, valore percepito, formazione e di una rinnovata visione del Made in Italy.

Come da tradizione, il primo giorno è stato assegnato il Coffee Personality Award. Il riconoscimento di quest’anno è andato a Michele Cannone (Lavazza Group), premiato per aver saputo coniugare marketing internazionale, sostenibilità e valorizzazione dell’identità del caffè italiano. Nelle conclusioni, Andrea Bazzara ha sottolineato come il summit abbia ancora una volta dimostrato di essere un luogo in cui il settore non solo si incontra, ma progetta collettivamente il futuro del caffè. Gli spunti emersi confluiranno in un White Paper dedicato alla promozione della cultura del caffè di qualità. Ha infine ringraziato partner, relatori, media, partecipanti, il Savoia Excelsior Palace e tutto il team Bazzara per aver reso possibile l’ottava edizione dell’evento.

Passaggio di testimone in Gazzetta Italia

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Franco Aprile, Walter Prati

Luca Franchetti Pardo, Ambasciatore d’Italia in Polonia, intervenendo alla scorsa edizione del Premio Gazzetta Italia (26.02.25) disse: “Dopo 15 anni Gazzetta Italia ha raggiunto un livello che, per essere una rivista bilingue, non soltanto è elevatissimo ma, a mia conoscenza, non penso che molti altri Paesi e molte altre ambasciate possono avvalersi di uno strumento di questo tipo”.

Queste poche, graditissime, parole sono la miglior sintesi del percorso fatto da Gazzetta dal giugno 2010 ad oggi. Una piccola storia aziendale, che comprende anche il notiziario quotidiano Polonia Oggi, fatta di passione e ostinato impegno che ha trasformato l’idea di creare un media italo-polacco in una rivista che ha saputo affermarsi e distinguersi nell’odierna Babele comunicativa, costruendosi un seguito di lettori in costante espansione. Una crescita resa possibile dal supporto delle aziende che credono in noi, degli autori con cui collaboriamo e delle istituzioni che ci sono vicine. Una svolta decisiva in questo percorso l’ha data Giorgio Pezzolato, imprenditore italiano che, dopo aver ottenuto grandi successi nel settore alimentare, nel gennaio 2017 è entrato in Gazzetta rafforzando le fondamenta societarie e consentendoci di lavorare con serenità. Lo dico francamente: senza il suo apporto non saremmo quella rivista di cui parla l’Ambasciatore. 

La storia di Comunicazione Polska (società editrice di Gazzetta Italia e Polonia Oggi) si arricchisce ora di un nuovo capitolo con un passaggio di testimone tra amici. A Giorgio Pezzolato subentrano due imprenditori che hanno visto in Gazzetta uno strumento cruciale per il sistema Italia in Polonia, oltreché un consolidato patrimonio di relazioni italo-polacche: Walter Prati, titolare di GPoland, indiscusso leader nell’importazione della moda italiana in Polonia, un imprenditore di grandi visioni ed esperienza, ben noto in Italia e in Polonia, e Franco Aprile, apprezzato imprenditore e manager, impegnato in Polonia da oltre un decennio, con alle spalle numerosi ruoli istituzionali e tra l’altro importanti esperienze nei media, televisione e carta stampata, che saranno sicuramente utili nello sviluppo del progetto Gazzetta Italia. 

Io, nella veste di direttore, nel ringraziare ancora Giorgio accolgo con grande entusiasmo la guida di Walter e Franco persone che stimo e che sono certo daranno alla redazione il miglior indirizzo per raggiungere nuovi obiettivi.

Giorgio Pezzolato

Gazzetta Italia 114 (dicembre 2025 – gennaio 2026)

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Il 2026 è l’anno di San Francesco! Ricorrono infatti gli 800 anni dalla morte del Santo di Assisi. E allora quale migliore modo di celebrarlo che immaginarlo, visionariamente, approdare oggi, in questa nostra inquieta contemporaneità, portando una ventata di energia positiva? Questo il messaggio della nostra copertina ulteriormente esplicitato dallo splendido testo di Stefano Redaelli, uno dei due articoli che i lettori di Gazzetta possono anche ascoltare scansionando il qrcode.  

Nella nuova Gazzetta trovate poi suggerimenti di vacanze con un focus su 4 regioni italiane: Calabria, Emilia-Romagna, Friuli e Sardegna, e poi ancora il cinema con il film italiano “Un mondo a parte” uscito in questi giorni nei cinema polacchi.  

Tanti ancora i testi interessanti tra cui quelli su: gli angoli italiani a Breslavia, la Commedia dell’Arte tra Italia, Polonia e Francia, l’intervista al Prof. Ceccarelli sull’antologia polacco-italiana di Szymborska, l’intervista a Vincenzo Latronico, la recensione del romanzo di Chiara Valerio, tutto questo e molto altro con naturalmente anche le consuete rubriche di cucina, motori, fumetti e salute.  

Non vi resta che recuperare al più presto la vostra copia negli Empik o sul sito www.gazzettaitalia.pl. 

Buona lettura e Buon Natale! 

HORECA® 2025: Il Trionfo del Gusto Italiano con Fattorie del Duca a Cracovia

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FOTO: MARCIN KAŹMIERUK FOTOGRAFIA

 

Cracovia, 7 novembre 2025EXPO Kraków Hall. Si è concluso uno degli eventi di settore più importanti in Europa: la Fiera Internazionale HORECA® e la 22a Fiera Internazionale del Vino ENOEXPO®.

Dal 5 al 7 novembre, tra i 232 espositori e gli oltre 10 mila visitatori, il cuore della passione e del gusto italiano ha battuto presso lo stand di Fattorie del Duca Food&Prosecco. L’azienda, che dal 2012 importa con orgoglio sul mercato polacco le migliori specialità della Penisola, ha celebrato la tredicesima edizione del suo appuntamento annuale a Cracovia. Ancora una volta, la fiera si è rivelata un grande successo e un trionfo del sapore artigianale.

Fattorie del Duca è un distributore e importatore di prodotti alimentari italiani con sede a Cracovia, attivo dal 2012 nel settore della gastronomia polacca. L’azienda è definita “artigiana del gusto” (rzemieślnicy smaku) perché contribuisce alla creazione di piatti dal vero carattere italiano, introducendo sul mercato polacco specialità selezionate come salumi, formaggi e vini.

La missione chiave di Fattorie del Duca è la collaborazione con i professionisti del settore – ristoranti, pizzerie, gastronomie e enoteche – fornendo loro prodotti provenienti da produttori italiani locali. L’obiettivo è supportare coloro che puntano sulla massima qualità e sull’autentico gusto italiano.

La tredicesima partecipazione di Fattorie del Duca alla fiera è un appuntamento fisso nel calendario, organizzato ogni anno a Cracovia. Come confermato dai rappresentanti dell’azienda, l’edizione appena conclusa ha riscosso un enorme interesse ed è stata un grande successo, portando una significativa soddisfazione ai clienti. Un’attrazione indiscussa dello stand sono stati gli show di Live Cooking, che hanno permesso di degustare i prodotti in diretta e scoprirne l’utilizzo.

Ospiti Speciali e Partner Culinari

L’evento di quest’anno, conclusosi con successo, è stato impreziosito dalla presenza di importanti ospiti e partner:

  • Cristina Catese – SPECIAL GUEST. Presidente della Federazione Italiana Cuochi in Polonia (FIC Polonia), stimata chef e consulente. Quotidianamente conduce workshop, formazioni e partecipa a programmi televisivi (tra cui Pytanie na Śniadanie TVP). Autrice del libro Italia Amore Mio, è esperta e ambasciatrice dei prodotti italiani, collaborando costantemente con l’Ambasciata Italiana e l’Italian Trade Agency. La sua presenza è stata garanzia di autentica conoscenza e passione.
  • Łukasz Hrabia – Maestro Pizzaiolo. Brand Ambassador e Tecnico Polselli in Polonia. Uno dei pizzaioli più titolati del Paese e istruttore presso l’Accademia Polselli. In qualità di esperto di farine Polselli (distribuite da Fattorie del Duca), Łukasz Hrabia ha dimostrato l’arte della pizza perfetta.

Inoltre, lo stand è stato animato dalla presenza di fornitori artigianali italiani di primaria importanza.I visitatori hanno avuto l’opportunità di incontrare personalmente i produttori che, giorno dopo giorno, creano l’eccellenza assoluta: da Martino di Latteria Perenzin, specialista in formaggi pluripremiati, a Dario di Valcolatte, che ha svelato i segreti della mozzarella fresca, fino ai rappresentanti dello storico marchio di salumi Cavalier Umberto Boschi, che coltiva una tradizione ultracentenaria.I sapori italiani sono stati completati da Marco di Palazzo Tronconi, che ha presentato la filosofia e i gusti unici dei vini biodinamici. Questa presenza diretta di artigiani ha sottolineato la missione di Fattorie del Duca: offrire prodotti dalla garantita e autentica provenienza locale.

Il successo di questa edizione è un grande stimolo per il futuro. Fattorie del Duca ringrazia tutti per la numerosa partecipazione e invita fin da ora a prossimi eventi e seguirli sui loro social media.

www.delduca.pl

La Sinfonia dei Colori: Evento Artistico dell’Anno a Roma

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Dal 7 al 19 novembre 2025, si è tenuta nel prestigioso Palazzo Valentini, sede della Citta metropolitana di Roma Capitale, la mostra “La Sinfonia dei Colori” della pittrice Halina Skroban. L’evento ha celebrato i 25 anni di attività artistica della pittrice e ha offerto un’opportunità unica per gli amanti dell’arte.

La mostra è iniziata con un vernissage in cui è stata presentata una selezione di opere che costituiscono una sintesi del percorso artistico di Halina Skroban. I visitatori hanno potuto ammirare un’ampia gamma di dipinti che esplorano lo stile e la tecnica individuali dell’artista.

“La Sinfonia dei Colori” è stato un evento da non perdere. La mostra è stata accompagnata da incontri particolarmente cari alla pittrice e Palazzo Valentini, con la sua storia e la sua architettura, è stata la sede ideale. I visitatori hanno potuto ammirare le opere d’arte in una cornice unica e suggestiva che ne ha esaltato la bellezza e la creatività.

Halina Skroban, rafforzando la sua presenza sulla scena artistica romana, ha lasciato spazio a una serie di conferenze durante la mostra. In questo contesto spicca un evento latterario unico, dedicato all’opera della poetessa Maria Pawlikowska-Jasnorzewska, una delle poetesse più delicate e allo stesso tempo più coraggiose del XX° secolo.

Il 2025, è stato proclamato dal Senato della Repubblica di Polonia l’anno della poetessa, questa designazione commemora l’ottantesimo anniversario della sua scomparsa avvenuta il 09 luglio 1945.

L’arte si è sposata perfettamente con la sensibilità lirica di Lilka. L’incontro si è svolto nell’atmosfera unica della mostra commemorativa e il patrocinio dell’evento è stato conferito dall’Accademia polacca delle scienze di Roma, presieduta da Agnieszka Stefaniak-Hryćko. Tra conversazioni vivaci e riflessive con la professoressa Tatiana Czerska e il professor Piotr Krupiński dell’Istituto di Letteratura e Nuovi Media dell’Università di Stettino, nonché con la traduttrice italiana di Pawlikowska, Sara Quondamatteo, i partecipanti alla conferenza hanno riscoperto la bellezza della sua poesia e la sua influenza sulla cultura polacca.

La conferenza è stata accompagnata dal dipinto “Non ti ho visto già da un mese”, dipinto dalla festeggiata appositamente per l’anno del poeta.

Il ciclo di conferenze si è concluso con un incontro molto interessante dedicato alla famiglia reale Sobieski, che ha avuto un impatto significativo sulla vita culturale romana.

L’artista esplora da tempo il tema della pittura sulla famiglia reale. Nel febbraio 2020 è stato realizzato un dipinto intitolato “Jan III Sobieski” della serie “Sulle orme delle capitali polacche”. Successivamente, nel 2022, sono stati realizzati il ​​dipinto “Concerto per la regina Maria Kazimiera Sobieska” e il progetto “La regina a Roma”.

La relatrice, storico dell’arte, dott.ssa Sofia Laurenti dottoranda dell’Università di Roma “Tor Vergata”, ha immerso i partecipanti nell’epoca della regina Maria Casimira e della famiglia Sobieski.

Si è sviluppata interessante discussione con il pubblico sul tema di stato attuale di arte contemporanea in italia e nel mondo.

“Nella sua pittura, satura di colori evocativi, Halina combina abilmente “atmosfere” polacco-italiane; intreccia impressioni italiane o, usando il colore, seleziona frammenti dalla letteratura o dalla storia locale e crea narrazioni “fiabesche”” – un estratto dall’introduzione al catalogo della mostra scritto dalla professoressa Izabela Winiewicz-Cybulska della Scuola Statale Superiore di Belle Arti di Zamość. Fu sotto l’occhio vigile della professoressa Halina Skroban che mosse i suoi primi passi verso l’arte. Dopo il diploma di scuola superiore, l’artista inizia a studiare all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove, sotto l’influenza del professor Sandro Trotti, modifica radicalmente lo stile elaborato al liceo. La professoressa, storica dell’arte, è venuta appositamente a Roma dalla sua amata Zamość per partecipare all’anniversario della sua studentessa.

Nell’ambito delle celebrazioni Giorno dell’Indipendenza della Polonia, l’11 novembre è stata organizzata una cerimonia presieduta da Aleksander Nowak, presidente dell’Associazione “Polonia nel Cuore” e presidente del Club Gazeta Polska di Roma. Padre Józef Kazimierz Ślazyk, poeta e cantante, ha recitato le poesie di Giovanni Paolo II. La cerimonia è stata un’occasione per riflettere sulla storia e sulla cultura polacca, nonché per rafforzare i legami tra Polonia e Italia. La gioia di incontrarsi e celebrare l’indipendenza della Polonia è stata immensa. La musica e i canti polacchi eseguiti dal gruppo folk Czerwone Maki hanno risuonato nel cuore della Città Eterna, grazie all’ospitalità della Capitale Metropolitana di Roma e della Prefettura di Roma.

Un ringraziamento profondo va alle autorità della Città Metropolitana di Roma, che hanno espresso parole di grande apprezzamento per la qualità del lavoro svolto e per il valore culturale dell’iniziativa. La loro presenza e i loro complimenti sono stati un riconoscimento prezioso. La mostra è stata inaugurata ufficialmente dal Segretario dell’Assemblea Capitolina, Consigliere del Comune di Roma, Onorevole Fabrizio Santori.

Un ringraziamento speciale va all’On. Antonio Giammusso che ha creduto nel progetto.

Inoltre, la pittrice esprime un ringraziamento particolare all’Istruttore Amministrativo Angelo Perrotta della segretaria politica dell’onorevole Santori, per la disponibilità e il prezioso sostegno offerto alla realizzazione dell’evento.

Insieme ad Aleksander Nowak, l’evento è stato presentato da Catia Acquesta, giornalista, scrittrice, pittrice italiana e presidente dell’Associazione per la tutela delle vittime di violenza “Alleati con te”.

All’inaugurazione erano presenti Urszula Stefańska Andreini, Presidente dell’Associazione dei Polacchi in Italia.

Urszula Rzepczak, uno dei volti più noti della televisione polacca, giornalista e corrispondente televisiva di grande esperienza, che ha lavorato per molti anni in Italia e in Vaticano. La creatrice del canale YouTube Meridiana Media (Urszula Rzepczak)- patrono mediatico dell’evento.

A questo momento indimenticabile hanno partecipato la famiglia e gli amici dell’artista, oltre a momenti toccanti con i figli della festeggiata: Aurora e Leonardo Agnello.

Halina Skroban, pur lottando per l’indipendenza artistica, trova comunque il modo di sviluppare il suo talento e di rimanere fedele alla sua arte. Le visioni create dal cuore, senza timore dei canoni pittorici tradizionali, raggiungono le persone e le emozionano. Chagal ebbe visioni simili. Anche l’italiano Ligabue e il polacco Nikifor crearono a loro piacimento e divennero dei classici di valore.

C’è un grande talento in lei, supportato da grande diligenza.

L’evento si è svolto sotto il patrocinio onorario della Città metropolitana di Roma Capitale.

Altri patrocini sono; Accademia Polacca delle Scienze di Roma, Istituto Polacco di Roma, Scuola Superiore Statale di Belle Arti di Zamość, Circolo Giornalistico Polacco di Roma, Associazione “Alleati con te”, Associazione “Parasol Roztocza” di Tomaszów Lubelski -sponsor del catalogo.

Patrocinio mediatico: MeridianaMedia (Urszula Rzepczak)

Oggetti promozionali personalizzati sono stati forniti da Società The Best Promotion Srls, un’azienda con sede a Carpi, che opera a livello internazionale nel settore della promozione (PTO)

 

Foto: Delfino Enrico Fontana, Piotr Kolendowski, Jan Rzepka

Testo: Anna Dorota Pruchnicka

Buy Italy Tourism Roadshow 2025

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Il settore turistico italiano sta crescendo con grande dinamismo e il Buy Italy Tourism Roadshow 2025 non ha fatto che confermarlo. L’evento, organizzato dalla Camera di Commercio e dell’Industria Italiana in Polonia (CCIIP) sotto il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia, si è svolto in tre città chiave: Cracovia, Poznań e Varsavia, attirando rappresentanti del settore, tour operator e amministrazioni regionali italiane. Culmine dell’intero ciclo è stata la conferenza stampa a Varsavia durante la quale oltre 30 redazioni hanno partecipato alla presentazione di quattro regioni molto diverse tra loro: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Calabria e Sardegna.

La conferenza, moderata da Sebastiano Giorgi, caporedattore di Gazzetta Italia, ha mostrato in tutta la sua portata quanto forte e promettente sia oggi l’Italia come destinazione sul mercato turistico polacco. Le compagnie aeree parlano apertamente di record e piani di sviluppo: LOT apre nuovi collegamenti per Roma e Bologna, Ryanair amplia l’offerta con ulteriori aeroporti italiani e l’aeroporto di Varsavia/Modlin prevede una crescita del traffico nel 2025 e nel 2026. Particolarmente significativo è il fatto che l’Italia si trova tra le destinazioni in più rapida crescita nella rete europea dei vettori, non solo in stagione, ma durante tutto l’anno.

L’Emilia-Romagna si è presentata come una regione completa – tra l’Adriatico e gli Appennini, con un’incredibile gastronomia, una ricchezza di siti UNESCO, un’eccellente offerta sportiva e uno stradordinario patrimonio di storia e produzione nel settore dei motori. È una destinazione che colpisce per la sua accessibilità: due aeroporti, treni veloci, strade moderne. Ideale per buongustai, famiglie, ciclisti, appassionati di storia e amanti dello slow travel.

Il Friuli-Venezia Giulia ha ricordato di essere la regione italiana più vicina alla Polonia e una delle più compatte. Alpi, Dolomiti, Adriatico, Trieste, i vigneti del Collio, Grado, Aquileia, Palmanova… in 90 minuti si può passare dalle montagne al mare. La regione attira famiglie, ciclisti, sciatori, amanti della cultura e della buona cucina, offrendo al contempo ottimi collegamenti con la Polonia, tra cui il più recente Cracovia–Trieste.

La Calabria ha dimostrato che il vero Sud ha oggi un enorme potere di attrazione. ’Nduja, bergamotto, scogliere selvagge, 800 chilometri di costa, parchi nazionali, Tropea, Scilla e borghi medievali creano l’immagine di una regione naturale, autentica e piena di energia mediterranea. Cresce non solo il numero dei voli, ma anche quello dei polacchi che scelgono la Calabria per soggiorni più lunghi e rilassati.

La Sardegna, invece, ha mostrato un volto nuovo: un’isola da visitare tutto l’anno, che non vuole più essere percepita solo come un paradiso estivo. Le preistoriche Domus de Janas e i nuraghi, la musica e l’artigianato radicati nella tradizione vivente, gli sport outdoor, il trekking, il canyoning, lo slow tourism, gli storici borghi e il fenomeno della Blue Zone, tutto questo dà forma ad una cultura e uno stile di vita unici in Europa.

La conclusione che emerge dalla conferenza stampa di Varsavia è inequivocabile: le quattro regioni presentate hanno dimostrato che l’Italia è oggi una destinazione che risponde perfettamente alle esigenze dei turisti contemporanei unendo accessibilità, diversità, qualità e autenticità. Il Buy Italy 2025 ha confermato che la cooperazione polacco-italiana è in espansione e che il 2026 sarà un anno in cui l’offerta italiana diventerà ancora più visibile, ispirante e destagionalizzata.

L’Italia non solo affascina, ma anche supera continuamente le aspettative. Ed è proprio per questo che resterà una delle destinazioni più importanti per i viaggiatori polacchi negli anni a venire.

Natalia Palmowska-Messina: i tesori nascosti nel vino

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fot. Żaneta Nawrot

traduzione it: Maria Chiara Piras

 

Natalia Messina, prima donna polacca a conseguire un master in enologia. Laureata presso la Facoltà di Farmacia dell’Università Jagellonica di Cracovia e in Enologia presso le Università di Firenze e Torino, è ricercatrice scientifica presso l’Università di Milano. Fondatrice del proprio marchio cosmetico “Vitigna SkinLove”, basato su ingredienti ottenuti dalle viti. Dal 2015 vive a Como, in Italia.

Che vini beve una persona con un master in enologia?

In estate adoro i vini a base di un vitigno poco conosciuto il Timorasso. Era quasi estinto, ma fortunatamente è stato riportato in vita da un enologo del Piemonte e sta diventando sempre più popolare. È un vino minerale, leggermente salino, fresco e con un’elevata acidità. In inverno preferisco vini rossi più strutturati, con tannini ben presenti e di corpo, come dicono gli specialisti. Amo la Toscana, quindi adoro il Brunello, il Chianti, il Montepulciano, e fuori dalla Toscana l’Amarone della Valpolicella, un vino corposo e complesso, ottenuto da uve appassite che lo rendono più alcolico e leggermente amabile. Perfetto per le serate invernali, da degustare accanto al camino.

I nomi dei tuoi cosmetici derivano dai vitigni.

I nomi dei prodotti provengono dai vitigni da cui si ottengono i vini, e il loro carattere riflette la natura di ciascun cosmetico. Trebbiano è un vitigno bianco con un’elevata acidità, da cui nasce il mio tonico agli acidi. Sangiovese è il vitigno imprescindibile dei grandi vini rossi toscani come Brunello, Chianti e Nobile di Montepulciano. Lo stesso nome porta la mia crema idratante, la base assoluta di ogni cura della pelle. Malvasia è un vitigno bianco versatile, da cui si ottengono vini secchi, dolci e spumanti, e a volte viene persino aggiunto ai vini rossi. Da questo vitigno nasce il mio siero universale, da giorno e da notte, adatto a ogni tipo di pelle e a tutte le età. Attualmente sto lavorando alla crema contorno occhi che porterà il nome Moscato. Il Moscato d’Asti è un vino leggermente frizzante, brillante, che brilla nel calice riflettendo la luce. Proprio come farà questa crema, illuminando delicatamente la zona del contorno occhi.

Sulla base di quali proprietà dei vini hai basato la formula dei tuoi cosmetici?

Nel vino si nasconde una grande ricchezza. Consulto i database delle pubblicazioni scientifiche e combino la mia conoscenza scientifica con quella strettamente tecnica. Ad esempio, la δ-viniferina inibisce la formazione delle discromie cutanee e illumina la pelle. Il viniderm, ottenuto dal succo di uva rossa, stimola la sintesi del collagene e ha proprietà antirughe. L’olio di semi d’uva idrata perfettamente, trattiene l’acqua, leviga e ammorbidisce la pelle. Le bucce d’uva idrolizzate, ricche di polifenoli (composti chimici), sono potenti antiossidanti. Il più potente antiossidante contro l’invecchiamento cutaneo è il resveratrolo, che attiva le sirtuine, proteine della longevità, e stimola i processi di rigenerazione della pelle, prolunga la vitalità cellulare, regola la resistenza allo stress, inibisce la perdita di collagene ed elastina che causa la formazione delle rughe. Favorisce l’eliminazione delle cellule zombie, cioè quelle che non si dividono più ma causano infiammazione.

fot. Katarzyna Słomka

Da dove viene la tua conoscenza enologica?

Dopo aver completato gli studi farmaceutici, ho partecipato quasi per caso a Cracovia a una degustazione organizzata dall’associazione “Donne e Vino”. Questo mondo mi ha subito incantato: ho iniziato a frequentare gli incontri e a fornire lezioni sul vino. Ho lavorato per la presidente dell’associazione, Monika Bielka-Vescovi, la mia prima mentore, una donna straordinaria, fonte d’ispirazione, che mi ha fatto innamorare del mondo del vino. Sotto la sua guida ho completato con lode i tre livelli del corso Wine & Spirit Education Trust, organizzato sotto l’egida di una prestigiosa istituzione britannica, riconosciuta a livello internazionale come riferimento nella formazione enologica. Non si tratta di un corso da sommelier, ma di un percorso avanzato che mette l’accento sulla degustazione tecnica e sulla geografia enologica. A quel punto ho deciso di studiare enologia in Italia. Conoscevo già l’italiano, grazie a un insegnante molto esigente del mio liceo a Cracovia, che mi ha trasmesso una grande passione per la lingua e la cultura italiana. Ho continuato a studiarlo presso l’Istituto Italiano di Cultura e poi con lezioni private con un madrelingua. Nel luglio del 2015 mi sono trasferita in Italia. Ho affittato un appartamento a Firenze e ho trovato rapidamente un lavoro compatibile con gli studi presso il ristorante dei Frescobaldi, appartenente alla nota famiglia di marchesi. Ho intrapreso un percorso triennale di studi in enologia. Contemporaneamente mi sono iscritta a un corso da sommelier. Lì ho approfondito l’enografia, le regioni vinicole del mondo, con particolare attenzione naturalmente all’Italia e all’arte dell’abbinamento vino-cibo. Curiosamente, in Polonia durante le degustazioni si sputa il vino, mentre in Italia si beve.

Sapevi di voler vivere in Italia? 

La decisione di trasferirmi in Italia è nata già durante i miei studi universitari. Sono andata in Erasmus a Ferrara e lì mi sono sentita meravigliosamente. Sono stata accolta con calore, e già dopo due giorni, nella mia strada, tutti mi salutavano e mi riconoscevano. Tutti sorridevano. Questo era qualcosa di nuovo e bellissimo. È stato allora che ho deciso. Mi sono laureata in Polonia, uscendo dagli studi piena di ambizione, passione e conoscenza. Lavoravo in farmacia e mettevo da parte i soldi per il mio trasferimento e per studiare enologia.

Hai lavorato all’università?

La mia tesi di laurea triennale in enologia riguardava la microbiologia, in particolare l’impatto dei composti fenolici sullo sviluppo dei lieviti e dei batteri del vino. Durante il master interdisciplinare in enologia ad Asti, in Piemonte, nel primo anno ho seguito il corso di chimica della vinificazione, insegnato a un livello altissimo dal professor Tirelli venuto da Milano. Ne sono rimasta affascinata. Quando è arrivato il momento di scegliere la sede per il secondo anno, tra Piemonte, Milano, Sicilia, Sardegna, Foggia e Puglia, ovviamente ho scelto la sua cattedra. Ho ottenuto una borsa di studio per i buoni risultati e sono entrata nel laboratorio di enologia. Ho scritto con lui la tesi magistrale sul difetto di luce nei vini bianchi, cioè su come la luce può far sviluppare aromi sgradevoli come uova marce, cavolo cotto o aglio. Dopo la laurea sono rimasta alla cattedra del professor Tirelli come ricercatrice, continuando gli studi sul difetto di luce. Era il mio lavoro dei sogni, ma ogni giorno facevo il tragitto da Como a Milano nel traffico. Era estenuante. Uscivo di casa alle sei del mattino e tornavo alle sette di sera.  Alla fine ho dovuto lasciare quel lavoro per il mio benessere fisico e mentale. Ho dedicato il tempo libero alla preparazione del mio piccolo matrimonio italo-polacco. Ho poi fatto riconoscere il mio diploma e ho iniziato a lavorare part-time in una farmacia a Como.

Lavori in farmacia mentre sviluppi il tuo marchio cosmetico.

Nel traffico tra Milano e Como sono tornati i miei sogni di creare una mia linea cosmetica. Considerando quanto tempo e impegno ho dedicato sia alla farmacia che all’enologia, ho deciso di unire queste due passioni e creare cosmetici a base di ingredienti derivati dalla vite. I miei genitori avevano un negozio di cosmetici, quindi fin da piccola sono stata affascinata da quel mondo colorato e magico di flaconi, vasetti, creme e profumi Recentemente mia mamma mi ha ricordato che, quando ho scelto la facoltà di farmacia, ho detto che volevo avere una mia marca di cosmetici e diventare come la dottoressa Irena Eris. I miei genitori se la ricordano ancora quando veniva nel loro negozio con un carrellino pieno di prodotti preparati nel garage di casa, promuovendo le sue creme. Ha costruito un impero cosmetico. E io oggi inizio allo stesso modo. Propongo flaconi eleganti, pesanti, di vetro, pensati per decorare il bagno. Un profumo d’uva che ci trasporta con la mente in una soleggiata vigna. Texture delicate e vellutate. La composizione dei miei cosmetici si basa sulla filosofia dello skinimalismo, un approccio consapevole alla cura della pelle: meno prodotti, più risultati. Per creare le confezioni colorate ho invitato a collaborare l’artista Agata Sołyga, che dipinge bellissimi fiori ad acquerello. Ha dipinto per me i grappoli d’uva che decorano le scatoline dei vasetti.

Ammiro la tua determinazione nel seguire il tuo percorso.

Grazie. Spesso sento: “Così semplicemente hai deciso di trasferirti all’estero?” oppure “Così facilmente hai aperto un’azienda?” o ancora: “Studi, corsi, università, farmacia… sembra quasi che tu non riesca a trovare il tuo posto nel mondo”. Forse da fuori può sembrare così. Ma io so bene che tutto nasceva da una passione, e tutto era necessario per arrivare a creare i miei cosmetici con una propria identità sul mercato. Non ho mai avuto paura di agire. Sia io che mio marito lavoriamo molto, e ci piace farlo. Ho bisogno di realizzarmi, di avere una vita interessante, piena di momenti da ricordare. Un po’ mi motiva anche la paura della frustrazione. Di ritrovarmi fra trent’anni allo stesso sportello in farmacia a Cracovia, con il rimpianto di non averci provato. Di non essere mai partita per l’Italia, di non aver studiato enologia, di non aver creato la mia linea di cosmetici. I sogni non si realizzano da soli. Bisogna agire.

EICMA, l’esposizione internazionale delle due ruote, accende Milano

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Moto Guzzi a EICMA 2025

Testo e foto: Alberto Mangili

 

Torna come ogni anno, in quel di Rho Fiera Milano, uno degli appuntamenti più importanti su scala globale dell’industria della mobilità su due ruote: l’EICMA. Giunta all’edizione numero 82, in programma tra il 4 e il 9 novembre 2025, la kermesse di punta nel campo vanta un impressionante parco di oltre 730 espositori, 2000 brand con 50 Paesi del mondo rappresentati, e un ricco palinsesto di appuntamenti tra spettacolo e incontri con leggende del motorsport. Le prime due giornate, quella di apertura cui ho partecipato ieri e quella odierna, sono riservate a stampa e operatori del settore, mentre da domani, giovedì 6, sino al gran finale di domenica 9, centinaia di migliaia di appassionati si riverseranno, tra i giganteschi padiglioni e le vaste aree esterne, per assistere a qualcosa di davvero imperdibile. 

Come detto, i numeri sono realmente impressionanti, e rendono bene l’idea della quantità e qualità che si può riscontrare all’interno di un progetto che, ogni anno, cresce ed  offre qualcosa di più. Cioè che rende ancor meglio l’idea, però, è perdersi metaforicamente (o anche proprio fisicamente, con ironia) tra un’infinità di componenti tecniche, accessori, abbigliamento, esemplari, marchi prestigiosi, innovativi, in ascesa, dalle motociclette che ammiriamo in televisione, ma anche alle più classiche, da collezione, passando anche per le biciclette, scooter, minicar e tanti altri mezzi.  In particolare, non ho potuto fare a meno di scrutare a fondo anche, sedendomi spesse volte in sella,  quad e soprattutto motoslitte, due tipi di mezzi che ho guidato (in particolare le seconde) decine e decine e decine di volte. Ciò che ha catturato di più il mio occhio però è stata una motocicletta con una lama da sega circolare in luogo della ruota posteriore, utilizzata proprio per tagliare un grosso tronco. 

Normale comunque che i pezzi forti siano rappresentati, nel concreto e nell’immaginario, dalle più “consuete” motociclette. Presenti ovviamente tutti i principali marchi del settore, dalle eccellenze italiane di Moto Guzzi e Ducati, passando in terra straniera con Kawasaki e Yamaha, giusto per citarne un paio per parte tra i più noti, diciamo così. Nel primo caso ammetto un lieve pizzico di campanilismo, poiché la fabbrica storica della Moto Guzzi è situata a Mandello del Lario, a due passi dalla mia città natale, Lecco. Pur da appassionato e buon intenditore, però, la mia conoscenza del settore non è tanto altrettanto vasta come magari in altri campi, e pertanto è stato molto sorprendente osservare anche come marchi “meno noti” abbiano in realtà delle frecce veramente potenti nei propri archi, e spesse volte, molto variegate e diversificate. Qual posto migliore di questo, dunque, per osservare, ascoltare, e toccare con mano tante novità. 

Per finire, sia l’articolo sia la mia ricchissima giornata (siamo infatti ormai alle 18.30 nel mio racconto, poco dopo aver potuto ascoltare e salutare il forte pilota di Moto GP Johann Zarco) una chiusura su quella che, scusate il gioco di parole, è stata una storica apertura, ossia l’inaugurazione della mostra “Desert Queens”, dedicata al mito della celeberrima Dakar, a detta di molti la gara più dura al mondo. In una tendostruttura trasparente, volta a rievocare appositamente un tipico bivacco dakariano, ben 31 motociclette originali, che hanno segnato diverse ere della competizione, sono il pezzo forte, fortissimo, di una mostra mai vista prima in Italia. Eccezionale anche la sabbia di contorno e l’imponente schermo centrale, per proiettare immagini e video di una gara plasmata nel deserto e scolpita nella leggenda. Una testimonianza unica per poter ammirare da vicino un pezzo di storia dello sport in senso lato, che spinge EICMA anche oltre l’aspetto puramente espositivo, centrando in pieno l’ingresso in un piano anche più immersivo ed esperienziale.