Slide
Slide
Slide
banner Gazzetta Italia_1068x155
Bottegas_baner
baner_big
Studio_SE_1068x155 ver 2
Baner Gazetta Italia 1068x155_Baner 1068x155
kinderini-baner-1068x155
ADALBERTS 1068 x 155 23 09 2025

Home Blog Page 2

LA PALLAVOLO PARLA ITALIANO! AZZURRI COME LE AZZURRE, STORICO BIS MONDIALE. BRONZO POLONIA

0
Foto pag. FB Italia Team

Capitano momenti, nella storia dello sport, in cui si ha la fortuna di poter vivere in un periodo particolarmente propizio, per la presenza di certi campioni, di una particolare rivalità, e questo anche in senso universale: ma se ciò a cui un tifoso sta assistendo è in rappresentanza dei propri colori, allora ha ancora più sapore. E il momento della pallavolo azzurra è già nientemeno che, per l’appunto, pura storia.

Non si scopre di certo in questo settembre 2025 il valore e la forza delle selezioni italiane, femminile e maschile, allenate con sapienza da Julio Velasco e Ferdinando De Giorgi, e costellate da interpreti del gioco di livello assoluto (Sylla, Egonu e Danesi da un lato, Michieletto, Giannelli e Romanò dall’altro, per dirne giusto alcuni, ma dovrei dilungarmi molto con questo elenco), visti i titoli già ottenuti. Incidere il proprio nome però ancor più negli annali, conquistando uno storico doppio titolo mondiale, è un modo direi abbastanza efficace per rendere il tutto ulteriormente manifesto ed oggettivo, oltre che prettamente concreto, pratico. Thailandia, 7 settembre, Italia 3-2 Turchia; Filippine, 28 settembre, Italia-Bulgaria 3-1: campionesse del mondo, campioni del mondo.

E la Polonia? Sempre sulla strada dell’Italia. Tanto i ragazzi quanto le ragazze, prima di poter arrivare a mettersi la medaglia d’oro al collo, hanno dovuto affrontare il sempre ostico scoglio biancorosso. Nel ranking mondiale femminile è l’Italia a godere della prima posizione, mentre le polacche occupano la quarta piazza. L’incrocio in questa rassegna è arrivato ai quarti di finale, ma Stysiak e compagne, allenate dall’italiano Lavarini, nulla hanno potuto fare per arginare l’onda azzurra, che si è abbattuta con un netto 3-0. Stesso, sorprendente (si può dire) punteggio che si è registrato ieri nella semifinale dell’edizione maschile, nella finale anticipata tra le due compagini più forti al mondo, con Polonia e Italia rispettivamente a ieri prima e seconda nella graduatoria a punti. Nella mattinata di oggi, prima della finalissima tra l’Italia e la ostica Bulgaria (anche qui un coach italiano, Blengini), Wilfredo Leon e compagni hanno ottenuto il bronzo contro la Cechia, 3-1 il punteggio finale, per un risultato comunque, logicamente, di assoluto prestigio.

Per concludere, Italia e Polonia hanno avuto (e ci auguriamo continueranno ad avere) ruoli di grandi o addirittura assolute protagoniste nella pallavolo degli ultimi (e prossimi, appunto, speriamo!) anni. L’Italia femminile si è innegabilmente stagliata come principale potenza, mettendo in cascina tra le altre l’Europeo del 2021, i giochi Olimpici nel 2024, e ben tre delle ultime quattro Nations League, competizione nella quale la Polonia ha registrato invece ben tre bronzi consecutivi. Le selezioni maschili invece si sono divise il palcoscenico, e gli ultimi tre incroci, prima di quello di ieri, erano tutte finali valevoli per un titolo:  Nations League 2025 ed Europeo 2023 in favore della Polonia, Mondiale per l’Italia nel 2022. Titolo difeso dunque, con una prestazione straordinaria (due set ben gestiti, un terzo molto sofferto, ed un quarto finale schiacciante), il quinto mondiale, titolo bissato, titolo per “far compagnia” alle ragazze azzurre, tutti insieme e tutte insieme, sul tetto del mondo. Grazie ragazze, grazie ragazzi!

Maristella, autentici sapori d’Italia

0

traduzione it: Aleksandra Niziołek

 

Le classiche tovaglie a quadretti bianco-rossi, foto di grandi attori e cantanti, cartoline anni Venti del Novecento mandate dai bisnonni in vacanza in Italia, maschere veneziane e bottiglie sarde, ma soprattutto la simpatia dell’accoglienza e l’autenticità della cucina italiana. Così accoglie i suoi clienti il ristorante Maristella gestito da Tadeusz e dalla chef Edyta che vanta una lunga esperienza personale in Italia a Caserta, e una lunga esperienza professionale al fianco di chef italiani in vari ristoranti varsaviani. 

“Abbiamo aperto nel 2019 proprio pochi mesi prima dell’arrivo della pandemia. Quando è arrivato il Covid e le restrizioni con il mio socio Tadeusz ci siamo chiesti se aveva senso continuare. Abbiamo resistito! Consegne a domicilio e anche supporto alimentare ai pazienti di qualche ospedale. Poi finalmente siamo ripartiti ed ora siamo ormai un ristorante ben noto nella zona con affezionati clienti che vengono da noi da anni.”

Che piatti proponete?

“Naturalmente italiani con particolare attenzione alla cucina sarda. All’inizio i clienti erano un po’ sorpresi perché conoscevano poco l’isola e la sua cucina ma col tempo si sono abituati anche perché hanno scoperto la Sardegna come meta turistica. Proponiamo sia carne, come la guancia di manzo brasata, che pesce, come orata al forno, frutti di mare, piatti con la bottarga, e spesso abbiamo piatti del giorno che non sono nel menù, questo perché suggeriamo ricette con le primizie di stagione. Ci tengo poi a sottolineare che utilizziamo i migliori prodotti italiani dall’olio al tartufo, dai formaggi al vino ovviamente, di cui si occupa Tadeusz che in sala riceve i clienti. Naturalmente abbiamo anche i classici primi italiani come la carbonara però li facciamo in modo speciale”.

Ovvero?

“Frequentando gli chef della sezione polacca della Federazione Cuochi Italiani ho imparato alcuni segreti, tra questi la pasta “risottata”, pasta fresca cotta come un risotto nella pentola del sugo, buonissma!”

La tua specialità?

“Il piatto più richiesto è la carbonara, che facciamo molto bene, ma la vera specialità della casa sono i culurgiones sardi, ripieni di patate, pecorino e menta che poi condiamo con pomodoro fresco e bottarga. Farli è un gran lavoro quindi sono un piatto che proponiamo ogni tanto, posso dire che ho la lista di persone in attesa della serata culurgiones! Un’altra serata molto attesa è quella dell’ultimo giovedì del mese in cui facciamo un particolare evento degustazione con cinque piatti associati ad altrettanti vini”.

Il ristorante Maristella è così diventato un piccolo scrigno di sapori italiani grazie all’esperienza di Edyta e alla passione di Tadeusz che ha conosciuto l’Italia a Castelgandolfo dove vive la sorella.

“Oggi i polacchi viaggiano abitualmente in Italia, e stanno diventando dei veri esperti delle ricette popolari tanto che a volte tornati dalle vacanze vengono da noi per ritrovare i gusti italiani ma spesso anche per raccontarci d’essere finiti in ristoranti turistici in cui di qualità italiana nei piatti ne hanno vista poca. Questa è la miglior conferma che siamo per loro un punto di riferimento culinario”, raccontano con orgoglio Tadeusz ed Edyta.

La Mostra dietro le quinte

0
La Mostra del Cinema non è solo proiezioni e concorso per il Leone d’oro. È anche un evento sociale che attira masse di fan avidi di toccare o almeno d’avvicinare le star e respirare la stessa aria dei divi.
Si mettono davanti al red carpet dalla prima mattina con ombrellini, che riparano dal sole o dalla pioggia, sedie, tappettini, sacchi a pelo, coperte termiche e diversi tipi di scale per vedere meglio. Alcuni perfino dormono lì per paura che qualcuno gli rubi il posto privilegiato conquistato a fatica. Così aspettano le sfilate pomeridiane e quelle serali delle star. Sono a caccia d’autografi, foto e video con i loro idoli che poi metteranno sui social per vantarsi: “Io c’ero”, “L’ho visto/a e toccato/a”. Sono cose che contano e ti fanno sembrare più importante e le puoi aggiungere alla tua lista di esperienze. È un modo per uscire, almeno per un attimo, dalla routine quotidiana e vedere gli attori senza la barriera dello schermo. È impressionante la preparazione di questi ragazzini, sanno perfettamente tutti i nomi (di influencer, top model, gente dello spettacolo, divi più famosi e anche se non li conoscono l’autografo si prende lo stesso, non si sa mai!), i giorni e gli orari in cui si presentano sulla passerella. E poi, quando l’oggetto del desiderio finalmente sfila su red carpet, arriva la liberazione con urla, strilli, lacrime e conquista dell’autografo.
La Mostra pare sia diventata anche un’ottima vetrina per gli annunci. Quest’anno è diventato famoso un signore con addosso un cartello “cerco moglie top model”. Anche se lui di un top model non ha nulla (sicuramente avrà altri pregi), ha svelato che gli sono già arrivate svariate proposte. In effetti da qualche giorno è sparito, si vede che sta valutando le candidate.
E poi il Festival dà a tutti (anche agli autoctoni) la possibilità di farsi vedere e quindi si vedono outfit specificatamente pensati per la Mostra: vestiti da gala con tacco dodici (anche quando non fai il red carpet, rigorosamente con foto o video mentre si sfila tra i palazzi del Festival, proprio come fanno le star sul red carpet), peluche in testa attaccato al codino (che in realtà sono i giochi degli animali lasciati a casa, tre gatti e un cane: “così li sento vicini e la nostalgia è meno forte”, dice uno di accreditati), vestito elegante bordò con una borsetta fatta di peluche piccoli (i peluche quest’anno sembrano essere l’ultimo grido di moda!), scarpe che sembrano carri armati con le gonnelline corte o vestitini eleganti, capelli colorati e sabot di plastica con i gioielli attaccati e molto altro. Non mancano ovviamente vestiti eleganti con scollature e spacchi che non lasciano nulla all’immaginazione.
Insomma è una sfilata di moda, non sempre di buon gusto. Ma cosa non si fa per essere notati e ricordati (e ogni tanto anche fotografati, postati o pubblicati in un giornale)! Viva la Mostra anche per il divertente, colorato, popolo che porta al Lido.

Forum Economico di Karpacz, al centro il futuro e le sfide dell’Europa

0
Foto: Profilo FB di Forum Economico a Karpacz

Testo e foto: Andżelika Doba

 

La 34a edizione del Forum Economico di Karpacz ha preso il via ieri, aprendo le porte a una serie di intensi dibattiti sul futuro dell’Europa.

Il partner principale di quest’anno è il Governatorato del Voivodato della Bassa Slesia. I lavori sono stati aperti con la presentazione dell’8° Rapporto congiunto della SGH Warsaw School of Economics e del Forum Economico, un documento che riassume i principali processi economici in corso nell’Europa centro-orientale. La presentazione ha sottolineato che la transizione energetica, la sicurezza e la stabilità sono i pilastri su cui si fonderà il futuro della regione.

Il primo giorno del Forum ha visto numerose sessioni plenarie incentrate sulle sfide chiave del continente. Nel dibattito intitolato “Tempo di trasformazione: quale sarà il futuro dell’Europa?”, il politico polacco Sławomir Mentzen ha criticato l’Unione Europea per aver evitato discussioni su problemi reali come la demografia e la sicurezza, concentrandosi eccessivamente sul Green Deal.Uno dei panel è stato dedicato alla critica situazione demografica in Polonia e in tutta Europa. I partecipanti hanno discusso le soluzioni necessarie per invertire questa preoccupante tendenza. Si è parlato anche dell’educazione delle giovani generazioni, considerata una sfida enorme nel mondo contemporaneo, con la partecipazione dello stesso Presidente Andrzej Duda, che ha sottolineato l’importanza del tema.

Particolare interesse ha suscitato l’intervento di Domenico Ercoli, rappresentante di Lanterna, durante il panel “Dall’Europa delle patrie al superstato”. Ercoli ha presentato la visione italiana, che non vede l’Europa come una “federazione di nazioni” o un “superstato federale”, bensì come “un’Europa della solidarietà”, una “terza via” che concilia le identità nazionali con l’unità europea. Ercoli ha ribadito che l’Unione Europea deve essere più efficiente e capace di rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini. Ha sottolineato la necessità di un’unione fiscale, poiché “l’euro senza un bilancio condiviso è come un gigante con gambe fragili”. Inoltre, l’Italia sostiene una politica estera e di difesa comune, puntando all’autonomia strategica in settori chiave come l’energia e la tecnologia.

Il Forum è stato anche un’occasione per discutere di investimenti. Nel corso di un dialogo con Iacopo Ibello , è stato affrontato il tema delle strategie economiche italiane. Secondo Ibello, l’Italia non dovrebbe concentrarsi esclusivamente sul settore turistico a causa dei bassi salari, ma piuttosto investire nello sviluppo di servizi e nella produzione di beni di alta qualità, un campo in cui l’Italia è un pioniere da anni.

Il Forum Economico è anche una piattaforma per la cooperazione bilaterale. Durante una breve conversazione con Marco Ferruzzi Balbi, Console Onorario per il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, abbiamo appreso del crescente interesse dell’Italia per gli investimenti in Polonia. Il console ha sottolineato che la Polonia sta diventando un mercato chiave a causa delle crescenti difficoltà nell’esportazione verso gli Stati Uniti e della dinamica crescita economica del paese. Gli italiani vedono la Polonia come un partner strategico in Europa, soprattutto nel contesto della crescente domanda di materie prime e produzione di alta qualità ad esempio nel tessile. Il console ha anche notato l’intensa ricerca di partnership con istituzioni educative polacche, come le università, con l’obiettivo di espandere la cooperazione accademica e tecnologica.

Nella foto Marco Ferruzzi Balbi, Console Onorario della Repubblica di Polonia in Italia

La prima giornata del Forum si è conclusa con un gala serale, durante il quale il Ministro della Digitalizzazione Krzysztof Gawkowski ha ricevuto il premio “Uomo dell’Anno”. Nel suo discorso di accettazione, ha sottolineato che la trasformazione digitale è la chiave per costruire una Polonia competitiva e moderna, pronta ad affrontare le sfide del futuro. La prima giornata ha dunque gettato le basi per un dibattito proficuo, che promette di tracciare le rotte future per il continente. Il Forum Economico di Karpacz si conferma una piattaforma importante per il dibattito sul futuro della nostra Europa.

EuroBasket 2025, si gioca anche a Katowice. Italia e Polonia già oltre i gironi

0
In Polonia, all’Arena Spodek di Katowice, si disputano alcune gare degli Europei di pallacanestro

Testo e foto Alberto Mangili

 

Ha preso il via ormai già da una settimana, lo scorso mercoledì 27 agosto, il Campionato europeo maschile di pallacanestro, la più importante rassegna continentale della palla a spicchi.  4 gironi composti da 6 squadre l’uno, con la nazionale italiana inserita nel gruppo C e quella polacca nel D. Ad ospitare l’edizione numero 42 della storia sono 4 diversi Paesi, tra i quali figura la Polonia, che in quel di Katowice offre appunto il parquet unico per tutto il proprio raggruppamento. L’Italia gioca invece tutte le sue gare a Limassol (Cipro), mentre i gironi A e B hanno luogo rispettivamente a Riga (Lettonia) e Tampere (Finlandia). Tutta la fase finale, dagli ottavi alla finalissima del 14 settembre, si disputerà nella capitale lettone.

In questo momento, con le sole quinte e ultime sfide della fase iniziale ancora da affrontare, per tutte e 24 le compagini, sia Italia che Polonia hanno già staccato il pass per l’accesso alla fase successiva. All’appello delle nostre mancano Italia-Cipro e Polonia-Belgio di giovedì sera, sfide almeno sulla carta non proibitive contro nazionali già fuori dai giochi. Ciò che ancora non è deciso è però quale delle 4 posizioni utili nel proprio girone occuperanno, e dipenderà proprio dagli ultimi impegni; e attenzione, perché potrebbe esserci lo scontro italo-polacco agli ottavi di finale, poiché i gironi C e D si incrociano tra loro (la prima del C incontra la quarta del D, seconda contro terza e così via).

Nelle partite giocate ieri sera (quarto turno), gli Azzurri hanno conquistato un meraviglioso successo sulla Spagna di Santi Aldama, dopo un avvio shock con oltre metà primo quarto a secco di punti, grazie anche al super talento in grande ascesa Saliou Niang (benissimo anche Diouf, Fontecchio, Ricci, ma direi davvero tutti quanti), mentre la Polonia, priva del fenomeno Sochan ma con degli ottimi Loyd e Ponitka, ha tenuto testa sino alla fine alla corazzata (pur con enormi assenze…) Francia, ma ha incontrato la prima sconfitta, dopo tre successi consecutivi, contro lo strapotere di Yabusele. L’Italia ha registrato il suo unico risultato negativo contro la Grecia di Giannīs Antetokounmpo, mentre la Polonia aveva sorpreso con una grande prestazione la Slovenia di Luka Dončić. Da non tralasciare anche la vittoria di carattere contro Israele del fortissimo Deni Avdija.

Dopo aver citato di proposito due dei migliori cestisti della competizione e del mondo, trascinatori totali delle proprie selezioni greca e slovena, allarghiamo infine brevemente il raggio e agli altri gironi e vediamo quali team possono avere ambizione di podio finale, e addirittura del gradino più alto.

Nel gruppo A filotto totale per Serbia, forse la favorita assoluta e con il giocatore più forte, Nikola Jokić, e Turchia, trascinata su tutti da Şengün; le due squadre si daranno battaglia quest’oggi. Ci terrà a far bene anche la Lettonia, che come detto ospiterà la fase finale, ma servirà un super Porziņģis nella sua migliore versione.

Nel gruppo B fa spavento la quantità di punti macinata dalla Germania (in tutti match sopra i 100), e Franz Wagner e Dennis Schröder sono i mattatori di un’altra seria candidata al colpo grosso. Speranze più o meno ambiziose di un bronzo per la Finlandia, trascinata dal mio giocatore preferito in assoluto Lauri Markkanen, del quale conservo con gran cura la sua canotta di Chicago del 2019; riflettori anche per il già quasi iconico giovane talento Miikka “Slim Jesus” Muurinen. Discorso simile per la Lituania, formazione ben attrezzata, ma che ha perso per infortunio il playmaker Jokubaitis.

L’AMBASCIATA D’ITALIA A VARSAVIA PARTECIPA ALL’INAUGURAZIONE DELLA PRIMA CLASSE BILINGUE (ITALIANO E POLACCO) PRESSO UN LICEO DI KATOWICE

0

L’Ambasciata d’Italia ha partecipato oggi alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico presso il IV Liceo Gen. Maczek di Katowice.

L’evento ha coinciso con l’inaugurazione della prima classe bilingue di italiano e polacco, un importante progetto pilota realizzato con il patrocinio dell’Istituto di Cultura di Cracovia. Alla classe sono iscritti 24 giovani alunni, che il primo anno studieranno la lingua italiana per 18 ore alla settimana e dal secondo anno aggiungeranno lo studio in italiano di altre materie curricolari.

Nel commentare l’avvio del progetto, l’Ambasciatore Franchetti Pardo ha evidenziato che si tratta di “un primo, significativo passo per rendere più organico l’insegnamento dell’italiano nelle scuole polacche, riscontrando così anche l’auspicio che era stato formulato dal COMITES. Ciò potrà contribuire a rafforzare i legami culturali ed economici tra i due Paesi, a beneficio dei sempre più numerosi connazionali qui residenti e delle tante  imprese italiane presenti in Polonia”.

L’iniziativa si inserisce nella più ampia azione di diplomazia culturale svolta dell’Ambasciata e dagli Istituti di Cultura di Varsavia e Cracovia per promuovere la lingua italiana, attraverso il rafforzamento delle cattedre di italianistica nelle Università, i lettorati, l’insegnamento nelle scuole e i corsi organizzati presso gli Istituti.

L’impegno mira a diffondere ulteriormente la conoscenza della lingua italiana, già oggi molto studiata e amata dai cittadini polacchi.

Jacek Cygan: amo l’Italia

0

traduzione it: Natalia Zawadzka

 

Johann Wolfgang Goethe diceva che chi vuole conoscere un poeta deve visitare il suo paese. Il poeta Jacek Cygan parte per un viaggio sulle orme dell’autore di “Faust”, ma sceglie come meta l’Italia di cui ci racconta.

Federico Fellini affermava che i sogni sono l’unica realtà. Se avesse l’opportunità di incontrare in sogno qualche personaggio italiano famoso, sarebbe Claudia Cardinale, che il protagonista del suo racconto “Obietnica o twarzy Claudii Cardinale” incontra un giorno?

Ma io ho davvero incontrato Claudia Cardinale. Proprio nello stesso bar della Galleria Alberto Sordi in Via del Corso, dove la incontra il protagonista del mio racconto, dove ordino sempre un espresso e una piccola grappa. L’ho vista da una finestra aperta, ma non ho avuto il coraggio di disturbare la sua vita privata. Mi sono solo inchinato, e lei ha ricambiato l’inchino con un sorriso.

Chi altro ha incontrato in Italia?

Una volta ho scritto in polacco il testo del pezzo “La canzone di Marinella” di Fabrizio De André, che adoro. E proprio questa canzone l’abbiamo cantata con gli amici al mio compleanno, che ho organizzato in Liguria, al confine tra Portofino e Santa Margherita. Lì, nello stesso luogo e nello stesso momento, ho conosciuto Cristiano, il figlio di Fabrizio.

Un’altra volta, con mia moglie, siamo capitati in una famosa osteria vicino a Roma, di fronte alla sede di Rai Uno. A un certo punto siamo rimasti senza parole: dall’altra parte della sala sedeva Renato Zero. Quando abbiamo brindato al compleanno di mia moglie, lui ha ricambiato con lo stesso gesto rivolto verso di me. Il nostro amico, padre Mirek, che era con noi, ha detto: “Ti ha riconosciuto!” Questo è successo diverse volte. Dopo un po’, si è alzato, si è avvicinato a me e abbiamo iniziato a parlare. Mi ha chiesto chi fossi, e quando gli ho detto che ero un poeta polacco, ha risposto che somigliavo al giovane Karol Wojtyła. Siamo andati al parcheggio, gli ho dato il mio libro di poesie in italiano “Ambulanza”. Un anno dopo, per caso, l’ho incontrato in un ristorante in Piazza Farnese, mi ha riconosciuto e ci siamo scambiati le email. Così il destino avvicina le persone.

E quando è iniziata la sua avventura con l’Italia?

La prima fascinazione per l’Italia è stata grazie ai libri di Jarosław Iwaszkiewicz. Tuttavia, il primo viaggio è stato in un certo senso caricaturale. Nel 1986, io e mia moglie siamo partiti per il nostro primo viaggio in Italia acquistato tramite Orbis. Dovevano essere sette giorni in Italia. Dovevano, o almeno così pensavamo… Il primo pernottamento è stato a Bielsko-Biała, il secondo in Ungheria, il terzo in Slovenia, e infine due notti al Lido di Venezia e ritorno. Tuttavia, mi sono innamorato di questo paese a prima vista.

Qualcosa l’ha sorpreso particolarmente allora?

Incantati da Venezia, ci siamo preparati per un pranzo italiano speciale e abbiamo iniziato a cercare il posto più adatto. Abbiamo scelto a lungo, rifiutando i posti troppo costosi, troppo turistici o troppo poco soleggiati. Quando finalmente ci siamo decisi, erano le 14:30 e il ristorante ha chiuso, invitandoci a tornare alle 19:30… Ci è rimasta la pizza a fette comprata in un chiosco. Ma alle 19:30 è iniziata la festa…

Se all’inizio c’era Jarosław Iwaszkiewicz e i suoi viaggi in Italia, da dove è venuta l’idea di seguire le orme di Goethe?

Ho scoperto il libro “Viaggio in Italia” di Goethe alla fine degli anni ‘90. L’ho cercato a lungo nelle librerie e dagli antiquari, ma non si trovava da nessuna parte. Allora, io e mia moglie eravamo a Krynica Górska e lì, nella biblioteca municipale, ho trovato il libro. Dopo averlo letto, per oltre quindici anni è diventato un elemento inseparabile di ogni viaggio. E poiché si conoscono meglio le persone durante i viaggi, volevo davvero conoscere Goethe, le sue emozioni, le persone che lo circondavano e la sua opera. Mi ha affascinato il fatto che 235 anni fa, in una notte di settembre, il poeta partì segretamente in diligenza da Karlovy Vary, senza dire una parola ai suoi cari, compreso il suo amore platonico Charlotte von Stein, e viaggiò per due anni in Italia.

Molti dei luoghi che visita sulle orme di Goethe li conosceva già, ma con Ferrara è stato diverso.

Ferrara mi ha intrigato. È una città dove despoti sanguinari toglievano la vita alle loro mogli e parenti, ma allo stesso tempo, come grandi amanti dell’arte, accoglievano e coccolavano artisti del calibro di Tiziano, Bellini o i poeti rinascimentali preferiti di Goethe, Ariosto e Tasso. La città mi ricorda un po’ Amsterdam. C’è molta tranquillità, persone che non hanno fretta, molti ciclisti. Quasi in ogni piazzetta qualcuno suona o canta. Curiosamente, sopra il ristorante Al Brindisi, che si vanta di essere il più antico del mondo (la sua apertura risale al 1435), ha vissuto durante i suoi studi Niccolò Copernico.

A Venezia dedica una poesia, quella che dà il titolo alla raccolta “Ambulanza”, e come sottolinea nel suo ultimo libro, il suo posto preferito nella città dei canali è la terrazza in legno dell’hotel Monaco & Grand Canal. Perché proprio quella terrazza?

Non lo so. Probabilmente per i ricordi conservati nella memoria e la luce. La prima volta che ci siamo andati è stato alla fine di marzo, tornando dalle sciate nelle Dolomiti. Venezia era quasi vuota. L’atmosfera di quel luogo è unica, i primi di pasta nel ristorante sono inimitabili. Lì, a 200 metri da Piazza San Marco, c’è il mio centro di questa città. Ho lo stesso con molti luoghi in Italia, mi affascinano, ma il perché, è un mistero imperscrutabile.

Roma. La madre di tutte le città italiane. Goethe scriveva che “chi ha conosciuto bene Roma, non sarà mai completamente infelice”. Com’è la sua Roma?

Roma è il mio luogo preferito sulla terra e so che un giorno, in senso metafisico, mi stabilirò lì per sempre e forse allora incontrerò Goethe. È una città da percorrere a piedi, da Piazza del Popolo a Trastevere ci vogliono alcune ore. Bisogna vagare per Roma, scoprire i propri luoghi, perdersi, fidarsi della città. Sempre dietro l’angolo si trova qualcosa di straordinario, anche solo un pezzo di pietra preziosa. Camminando per Roma, parliamo con noi stessi, ci conosciamo meglio. È la migliore meditazione!

Nella sua avventura italiana, un ruolo significativo svolge anche Igor Mitoraj.

Io e mia moglie abbiamo avuto l’onore di essere amici di questo eminente scultore polacco, che in Polonia è ingiustamente trascurato. È un artista di altissimo livello. L’abbiamo conosciuto meglio a Roma, dove preparava la sua mostra. Dopo una breve conoscenza, siamo andati a bere vino in una trattoria vicino al Pantheon. Ricordo che abbiamo bevuto una bottiglia da tre litri di vino siciliano Planeta, che era caldo, quindi dovevamo raffreddarlo in una bacinella con ghiaccio. Ancora oggi, quando torno lì, il cameriere al mio arrivo esclama: “Signore si ricorda il Maestro Mitoraj!” Dopo quell’incontro siamo diventati amici e Mitoraj ci invitava spesso nella sua casa a Pietrasanta in Toscana.

A Mitoraj deve il titolo del libro “Ciao Goethe!”.

Ho cercato a lungo un titolo per il racconto sulle orme di Goethe in Italia. Un giorno mi è venuta in mente una storia di Pietrasanta. Igor ci ha portato in un ristorante completamente nuovo, dove ci ha accolti una bellissima donna italiana, elegante come Monica Vitti. Lo scultore si è chinato verso di lei al saluto, l’ha baciata sulla guancia e ha detto: “Ciao, bella”. Quel “ciao” era intriso di tenerezza e rispetto. In quel momento ho capito che è un’espressione che si usa solo con le persone care, perché non si dice così agli estranei. Goethe, durante quegli anni di viaggio, mi è diventato una persona vicina. Per questo ho deciso che sarebbe stato proprio “Ciao, Goethe!”.

Come viaggiare in Italia?

Evitare la paura che un determinato luogo possa essere turistico. In ogni trattoria, anche la più affollata dai turisti, si nasconde un cuore, cioè le persone che la creano e la loro storia, che servono nel piatto. E inoltre, parlare con gli italiani, attingere da loro il più possibile. Nella vita si tratta di incontri.

Wiesław Myśliwski ha scritto una volta che, oltre alla patria data dal luogo di nascita, dagli antenati, dalla nostra storia, bisogna trovare la propria patria, sotto forma di una città diversa da quella in cui siamo cresciuti o di un paese. La sua patria elettiva è l’Italia?

L’Italia è la mia scelta consapevole. Non sono attratto da altri luoghi, anche se sono stato anche più lontano, oltre il sud dell’Europa. Una volta un mio amico lodava la Thailandia e i gamberi più economici, che lì mangia a chili. Gli ho chiesto cosa beve con quei gamberi, e lui ha risposto: coca-cola. Gli ho detto che preferisco restare in Italia e gustare i frutti di mare con il mio vino preferito, La Scolca, piemontese, un vino bianco ottenuto da uve Cortese.

Ma questa patria, un po’ come Claudia Cardinale in sogno, la osserva da lontano.

È la mia felicità, alla quale mi piace tornare. Mi piace sentire nostalgia per l’Italia. È possibile che se l’avessi per sempre, nella quotidianità, se la incontrassi davvero come il protagonista del mio racconto incontra la sua Claudia Cardinale sognata, non sarebbe più la stessa emozione. Da desiderata e attesa, diventerebbe ordinaria. È più bello sentire la nostalgia dell’Italia da qui, dalla Polonia.

Goethe diceva che per comprendere un poeta bisogna visitare il suo Paese. Lei visita l’Italia subendone la fascinazione. Ma cosa ha scoperto su di lui?

Naturalmente, prima ho visitato la Germania, soprattutto Weimar. Nella Casa di Goethe mi ha colpito la quantità di oggetti italiani, le sue amate Giunoni o la bellissima Medusa. E poi chili di pietre, lava dell’Etna e del Vesuvio. Nel suo libro “Italienische Reise”, cioè Viaggio in Italia, Goethe si mostra come un osservatore non banale dell’architettura, dei dipinti, delle sculture e delle persone. Grazie a lui, per esempio, ho deciso di visitare Vicenza: mi ha affascinato il suo entusiasmo per l’architetto Andrea Palladio, che da scalpellino divenne un creatore eccezionale e intramontabile. Mi ha anche molto impressionato quando si recò in Sicilia e, a cavallo, con i bagagli trasportati dai muli, partì con tempo piovoso attraverso il cuore dell’isola per vedere i campi di grano più belli.

Bentornata Serie A! I calciatori polacchi al via del campionato 2025/2026

0
L’Atalanta apre a Bergamo contro il Pisa. Esordio per Zalewski 

Testo e foto Alberto Mangili

Come ogni anno, il progressivo avvicinamento alla fine del mese di agosto, e dunque in sostanza al termine della vera e propria estate italiana (c’è pur settembre però), è rimarcato anche da un evento ai più caro, ossia la ripartenza dei campionati di calcio. Se l’Ekstraklasa polacca prende il via al solito già a metà luglio, e quest’anno ero a Poznań per Lech-Cracovia il 18 luglio, la Serie A italiana ha visto il principio della stagione 2025/2026 nel lungo weekend appena conclusosi, tra sabato 23 e lunedì 25 agosto. Dopo le tante amichevoli o tornei estivi dunque (come qui sotto in una mia foto della classica amichevole in famiglia della Juventus del 13 agosto) per i club è ora tempo di fare sul serio. 

Più che ai risultati e ai pronostici in sé, concentriamoci sulla presenza di calciatori polacchi nelle rose dei club italiani, al solito sempre molto folta. Sebbene si siano persi però molti campioni o giocatori „normali” rispetto agli ultimi anni, la rappresentanza biancorossa nel massimo campionato italiano è sempre spiccata. Il calciomercato è ancora aperto per tutto agosto, e dunque i trasferimenti non sono finiti. Gli ultimi giorni, in particolare, sono sempre i più caldi, e spesso regalano sorprese. Chissà dunque quanto potrà variare questo elenco in questo pur breve lasso di tempo. 

Partiamo con l’Atalanta, per ordine di importanza, ehm … alfabetico, che schiera tra le proprie fila il forte rappresentante della nazionale (con anche cittadinanza italiana) Nicola Zalewski, ex Roma prelevato dall’Inter, dove ha giocato la seconda parte della scorsa stagione. Al suo esordio contro il Pisa domenica sera a Bergamo è stato senza dubbio uno dei migliori degli orobici, un motorino costante sulla fascia sinistra, un giocatore con margini di crescita importanti e che personalmente adoro. Lo vidi la prima volta dal vivo in nazionale nel 2022 a Varsavia nel doppio match con Belgio e Paesi Bassi di Nations League, e mi fece un’impressione pazzesca. E ora anche all’esordio con la Dea, e lo ho davvero apprezzato. 23 anni, una bella speranza per club e Polonia.  

A difendere i pali del Bologna c’è sempre il solito e solido Łukasz Skorupski, anche lui giocatore della rappresentativa biancorossa, ed ora il massimo esponente polacco del ruolo in Italia dopo gli anni della „saracinesca” juventina (e prima romanista) Wojciech Szczęsny. Sul piede di partenza, invece, il talentuoso centrocampista Kacper Urbański, già girato in prestito nella seconda metà della scorsa stagione. Per il detto ordine alfabetico, è dunque il turno di Inter e Juventus, con due dei giocatori polacchi più importanti nella storia recente della Serie A: Piotr Zieliński e Arkadiusz Milik, entrambi affermatisi con il Napoli, ed ora l’uno nerazzurro e l’altro bianconero. Per il centrocampista e l’attaccante la speranza è quella di vederli più spesso in campo, senza gli infortuni (soprattutto nel caso di Arek…) che ne hanno limitato l’impiego, per il primo più nell’ultimo anno, per il secondo tristemente con costanza nella carriera.

E a proposito di infortuni (purtroppo), con la maglia del Lecce non si è praticamente mai visto, lo scorso anno, Filip Marchwiński. Il talento scuola Lech Poznań, 15 anni di esperienza tra giovanili e prima squadra, aveva accesso su di sé i riflettori con un gran precampionato. Un limitato/nullo impiego iniziale, seguito da noie fisiche e dalla rottura del legamento crociato più tardi a gennaio, gli hanno sostanzialmente fatto perdere la stagione in toto. Proseguiamo e, ironicamente e sfortunatamente ripeto, è il turno di un altro giocatore che ha avuto a che fare con seri problemi fisici, ossia l’attaccante del Parma Adrian Benedyczak. Nelle fila dei ducali sin dal 2021 e decisivo per il ritorno in Serie A del 2023/2024 con 10 gol in Serie B, non sta ancora riuscendo a brillare nel massimo campionato, nonostante una qualità indiscussa.

Interessante acquisto per la Roma, che si è assicurata il giovane portiere classe 2006 Radosław Żelezny, che dopo le esperienze con Primavera e Under 17 della Juventus, è stato prelevato a parametro zero dai capitolini. Ma anche un altro giovane è in arrivo nella capitale, sempre sponda giallorossa, che sembra aver avuto la meglio sulla concorrenza di diversi club. Si tratta infatti del giovane difensore classe 2005 Jan Ziółkowski del Legia Varsavia, un colpo interessante per rinforzare la retroguardia. Ormai un volto noto del campionato è invece il nuovo difensore del neopromosso Sassuolo Sebastian Walukiewicz: il centrale, che vanta un gol in nazionale e ha preso parte a Euro 2024 pur senza scendere in campo, è alla sua quarta compagine italiana dopo Cagliari, Empoli e Torino. Infine, nella zona centrale del campo, un bel rinforzo di spessore per l’Udinese, sempre con un calciatore nel giro della rappresentativa „biało-czerwony”, ossia Jakub Piotrowski. Da pochissimo (ufficialità arrivata questo martedì pomeriggio poco dopo le ore 14) lo ha raggiunto anche l’attaccante Adam Buksa, anch’egli frequentatore della nazionale, classe 1996 con una buona esperienza internazionale. Non si tratta del primo Buksa in Serie A, visto che il fratello minore Aleksander (2003), ora in Ekstraklasa, 4 anni fa ha vestito la casacca del Genoa, non riuscendo però a ripetere quello che è stato uno degli exploit recenti, in generale e non solo polacco, più travolgenti degli ultimi anni in A e in Europa: Krzysztof Piątek.

Ultima nota per segnalare la partenza di due giocatori che ormai rappresentavano due colonne per la Polonia nel campionato di Serie A, dove hanno militato per tante stagioni; sarà infatti strano non trovare più i nomi di Karol Linetty e Paweł Dawidowicz nei listoni, al termine dei loro contratti con Torino e Hellas Verona.

Pattuglie polacche nelle maggiori città italiane

0

Anche quest’anno si è ripetuta l’iniziativa di coordinamento tra forze dell’ordine italiane e polacche. In questi giorni a Venezia a supporto della stazione dei Carabinieri di San Zaccaria ci sono i poliziotti Jacek Borsuk (grado: aspirant) e Katarzyna Pilipiuk (grado: młodszy aspirant) che hanno già avuto modo di supportare una famiglia polacca in vacanza nel veneziano.

“Queste iniziative di interscambio forze avvengono da anni, anche con altri paesi, come la Francia ad esempio. In Italia” spiega il generale dei Carabinieri Marco Aquilio “accogliamo esponenti di forze dell’ordine straniere nelle maggiori località turistiche italiane come Roma, Napoli, Firenze, Milano e appunto Venezia. E per Venezia la polizia polacca ha scelto di mandare due poliziotti che hanno anche competenze di controllo nautico”. Borsuk ha infatti esperienza nei laghi attorno a Lublino e Pilipiuk fa servizio regolare lungo la Vistola a Varsavia.

A celebrare questa collaborazione di forze dell’ordine, che viene ricambiata dalla presenza di Carabinieri a Cracovia, il 22 agosto c’è stato un informale incontro presso la splendida Stazione dei Carabinieri di San Zaccaria, cui hanno partecipato il generale dei Carabinieri Marco Aquilio, il tenente colonnello Giuseppe Battaglia, i poliziotti polacchi Borsuk e Pilipiuk, il console polacco a Venezia Marco Ferruzzi Balbi e il direttore di Gazzetta Italia, unico media italo-polacco, Sebastiano Giorgi.

La Vuelta, storica partenza dall’Italia: da Torino a Madrid, 3 super settimane di ciclismo

0
Jasper Philipsen vince in volata la prima tappa a Novara

Testo e foto: Alberto Mangili

 

La più celebre corsa ciclistica di Spagna e tra le più importanti al mondo, la Vuelta, festeggia la sua edizione numero 80 con quattro tappe in partenza eccezionalmente dalla nostra Italia. Lo stesso accadde per il Tour de France lo scorso anno, con altrettante frazioni in partenza dal Bel Paese. 

Allora presenziai alla seconda giornata sul salitone del San Luca a Bologna, il 30 giugno 2024, e da grande fan di ciclismo eccomi dunque qui per il primo storico arrivo della corsa spagnola in Italia, sul traguardo di Novara. La corsa è partita nella mattinata di sabato 23 agosto da Venaria Reale, Torino, per una lunghezza di circa 180 kilometri.

Ah, per chi se lo fosse perso, ho recentissimamente seguito e raccontato tutto il Tour de Pologne, tra il 4 e il 10 agosto, una meravigliosa settimana di sport tra scenari mozzafiato, dalla grande partenza di Wrocław, passando per le montagne di Karpacz e Bukowina Tatrzańska, per arrivare infine al finale di Wieliczka.

Tanti ciclisti che hanno preso parte alla 7 giorni polacca sono ai blocchi di partenza della 21 giorni spagnola. 18 gli italiani al via, tra cui Antonio Tiberi e Matteo Sobrero, entrambi a podio nel „Polonia”, e i 2 polacchi Stanisław Aniołkowski e Michał Kwiatkowski, che non avevano portato a compimento il Tour.

Ecco di seguito dunque l’elenco completo con anche le squadre di appartenenza degli atleti delle nostre nazioni.

Andrea Bagioli, Giulio Ciccone (Lidl –Trek), Giovanni Aleotti, Giulio Pellizzari, Matteo Sobrero (Red Bull – Bora – Hansgrohe), Gianmarco Garofoli (Soudal Quick-Step), Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck), Antonio Tiberi, Nicolò Buratti, Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), Nicola Conci, Lorenzo Fortunato, Fausto Masnada (XDS Astana Team), Alessandro Verre (Arkeá – B&B Hotels), Simone Petilli (Intermarché – Wanty), Elia Viviani (Lotto), Marco Frigo (Israel – Premier Tech), Michał Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), Stanisław Aniołkowski (Cofidis).

Se per me e i miei amici la giornata è stata un’ottima scusa anche per visitare Novara e mangiare degli ottimi piatti, per tutti gli atleti in gara è solo il preludio a ben tre settimane di fatica e sacrificio come detto, che culmineranno con l’arrivo a Madrid il 14 settembre, dopo oltre 3000 kilometri e quasi 24000 metri di dislivello totale. Addirittura dieci gli arrivi in salita e due le cronometro. Dopo la Torino-Novara odierna, domani partenza da Alba e arrivo a Limone Piemonte, mentre lunedì il percorso prevede partenza da San Maurizio Canavese e arrivo a Ceres. Martedì lo sconfinamento in Francia, con la quarta tappa Susa-Voiron, prima del passaggio effettivo in Spagna (in aereo).

Grandissimo favorito per la vittoria finale, e con tutti gli occhi puntati addosso, l’alieno della Visma – Lease a Bike Jones Vingegaard: nonostante la presenza di grandi campioni, il danese (che è più di un campione …) è chiamato a una grande Vuelta, dopo un pur ottimo Tour de France, non abbastanza però da aver avuto la meglio sul grande rivale Tadej Pogačar.

Per quanto concerne l’arrivo di Novara della prima tappa, forse l’unica del programma davvero cucita a misura dei velocisti, la vittoria è andata, senza troppe sorprese o ribaltamenti di pronostici, al belga della Alpecin-Deceuninck Jasper Philipsen.

Oltre alla prima maglia rossa ben indossata dal superl favorito, bene anche gli italiani Elia Viviani, quarto in generale, e Alessandro Verre, con la momentanea maglia di miglior scalatore. Entrambi erano presenti al già detto Tour de Pologne.

Ultima postilla finale, ho scritto il paragrafo con il pronostico della tappa odierna mezz’ora prima dell’arrivo, promettendomi di andare a Madrid in caso di errore. Anche se non si sarebbe trattato nel caso certamente di una crudele punizione o di un insormontabile sacrificio, pericolo scampato 🙂