La battaglia che fermò l’avanzata del comunismo in Europa

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La battaglia decisiva della guerra polacco-bolscevica (1919-1921) è nota come “Miracolo sulla Vistola”. Questo nome le venne attribuito dalla Democrazia Nazionale, partito di ispirazione nazionalista avversario del maresciallo Józef Piłsudski, che intendeva così ridimensionare il merito di quest’ultimo nella vittoria. Molti furono i fattori che contribuirono a che l’esercito polacco sconfiggesse i russi, a partire dalla presa degli equipaggiamenti radio dei nemici. Alla battaglia di Varsavia è riconosciuto un ruolo paragonabile a quello della battaglia di Vienna del 1683, quando le forze polacche guidate da Jan Sobieski impedirono un’invasione turca dell’Europa. A Varsavia nel 1920 fu impedito che a invadere il continente fosse il bolscevismo.

Nel 1918 la Polonia aveva riconquistato l’indipendenza da soli due anni ed era già minacciata da un’invasione russa. Il 2 luglio 1920 il Comandante dell’Armata Rossa sul fronte occidentale, Michail Tuhačevskij, così ordinò: “Il destino della rivoluzione internazionale dev’essere acceso qui, nell’Ovest, e il sentiero di questo fuoco globale deve passare sul cadavere della Polonia… A Vienna, Minsk, Varsavia – Marciamo!” L’avanzata del 1° reggimento di cavalleria iniziò il 5 giugno.

Stalin, che all’epoca era commissario delle truppe a sud, aveva pianificato di attaccare Leopoli, Budapest e Vienna. Forse aiutò involontariamente la Polonia perché Lenin esitò prima di accettare di muovere in direzione di Varsavia, il che rallentò l’offensiva.

Piłsudski nel frattempo aveva preso il comando del Consiglio di Difesa Nazionale e colse assieme al generale Tadeusz Rozwadowski un’apertura favorevole ai polacchi tra il fronte russo occidentale e meridionale. Il 6 agosto Piłsudski diede l’ordine di contrattaccare attraverso il fiume Wieprz.

Il 13 agosto una delle battaglie più importanti della storia polacca ebbe inizio. I russi incontrarono una fiera resistenza a Radzymin, nei pressi di Varsavia, e la cittadina passò di mano per ben cinque volte. Vicino a Modlin, sul fiume Wkra, la 5° armata del generale Władysław Sikorski contrattaccò il 16 agosto. Il piano, meticolosamente preparato da Piłsudski, costrinse i russi a ritirarsi verso la Prussia. Sorpreso dal volgere degli eventi, Tuhačevskij non ebbe il tempo di organizzare una ritirata, che avvenne in maniera confusa. Sul fiume Niemen il generale Rydz-Śmigły siglò la vittoria polacca e decine di migliaia di soldati russi furono fatti prigionieri.

Come larga parte della storia dell’Europa orientale, anche la battaglia di Varsavia è abbastanza trascurata dalla storiografia occidentale nonostante l’importanza. Un valido punto di partenza per colmare questa lacuna può essere “1920 Bitwa Warszawska”, film diretto da Jerzy Hoffman uscito nel 2011.