Raccolta di scioglilingua polacchi (parte prima)

0
5404

Scioglilingua! Si può dire che per un parlante italiano la lingua polacca sia tutta uno scioglilingua. Si sa che, dal nostro punto di vista, le lingue slave sono tutte abbastanza aspre, ricche di combinazioni consonantiche alle quali non siamo abituati, e tuttavia, pure per gli standard slavi, il polacco è sicuramente una delle più complicate. Anche coloro che lo studiano da anni faticano a parlarlo con disinvoltura senza mai incartarsi. Qui di seguito elenchiamo 4 celebri scioglilingua polacchi che mettono in difficoltà anche i nativi:

Stół z powyłamywanymi nogami

(‘Un tavolo con le gambe rotte’)

Non è esattamente la partenza più facile del mondo, ma da qualche parte bisogna pure cominciare. Questo scioglilingua (in polacco łamaniec językowy) è un classico con il quale torturare i bambini. La difficoltà della sua pronuncia sta nella parola centrale più che nell’uso di suoni propri del polacco. Una variante è drabina z powyłamywanymi szczeblami (‘una scala con i pioli rotti’).

Król Karol kupił królowej Karolinie korale koloru koralowego

(‘Re Karol ha comprato alla regina Karolina un collana color corallo’)

Questo è un altro grande classico e pure la traduzione in italiano può indurre all’errore. Qui l’osticità sta nell’alternanza dei suoni r ed l, rispettivamente una consonante vibrante e una laterale. Si tratta di due suoni la cui pronuncia scorretta può generare ilarità in molte lingue; pensiamo alla difficoltà con la quale i parlanti di lingue dell’Estremo Oriente hanno nel distinguerle. Questo scioglilingua è un esempio di tautogramma, ossia tutte le parole della frase cominciano con la stessa iniziale.

W czasie suszy szosa sucha

(‘In tempi di siccità si secca la strada’)

L’alternanza tra le fricative s e sz in un testo così conciso può provocare un mal di testa anche ai polacchi. La stessa cosa si può dire dei suoni z e ż (o rz): I cóż że ze Szwecji?

W Szczebrzeszynie chrząszcz brzmi w trzcinie

(A Szczebrzeszyn, un maggiolino ronza tra i giunchi’)

Questo è l’incipit di una poesia per bambini di Jan Brzechwa. La presenza dei digrafi sz, cz, rz, unita a quella delle consonanti b, ch, t, lo rendono uno scioglilingua abbastanza accessibile, per lo meno a coloro che hanno una buona padronanza dell’ortografia polacca. Per la cronaca, Szczebrzeszyn è una località che esiste davvero e che non deve la sua celebrità soltanto a questa poesia ma anche a un festival annuale di lingua polacca.