traduzione it: Maria Chiara Piras
Natalia Messina, prima donna polacca a conseguire un master in enologia. Laureata presso la Facoltà di Farmacia dell’Università Jagellonica di Cracovia e in Enologia presso le Università di Firenze e Torino, è ricercatrice scientifica presso l’Università di Milano. Fondatrice del proprio marchio cosmetico “Vitigna SkinLove”, basato su ingredienti ottenuti dalle viti. Dal 2015 vive a Como, in Italia.
Che vini beve una persona con un master in enologia?
In estate adoro i vini a base di un vitigno poco conosciuto il Timorasso. Era quasi estinto, ma fortunatamente è stato riportato in vita da un enologo del Piemonte e sta diventando sempre più popolare. È un vino minerale, leggermente salino, fresco e con un’elevata acidità. In inverno preferisco vini rossi più strutturati, con tannini ben presenti e di corpo, come dicono gli specialisti. Amo la Toscana, quindi adoro il Brunello, il Chianti, il Montepulciano, e fuori dalla Toscana l’Amarone della Valpolicella, un vino corposo e complesso, ottenuto da uve appassite che lo rendono più alcolico e leggermente amabile. Perfetto per le serate invernali, da degustare accanto al camino.
I nomi dei tuoi cosmetici derivano dai vitigni.
I nomi dei prodotti provengono dai vitigni da cui si ottengono i vini, e il loro carattere riflette la natura di ciascun cosmetico. Trebbiano è un vitigno bianco con un’elevata acidità, da cui nasce il mio tonico agli acidi. Sangiovese è il vitigno imprescindibile dei grandi vini rossi toscani come Brunello, Chianti e Nobile di Montepulciano. Lo stesso nome porta la mia crema idratante, la base assoluta di ogni cura della pelle. Malvasia è un vitigno bianco versatile, da cui si ottengono vini secchi, dolci e spumanti, e a volte viene persino aggiunto ai vini rossi. Da questo vitigno nasce il mio siero universale, da giorno e da notte, adatto a ogni tipo di pelle e a tutte le età. Attualmente sto lavorando alla crema contorno occhi che porterà il nome Moscato. Il Moscato d’Asti è un vino leggermente frizzante, brillante, che brilla nel calice riflettendo la luce. Proprio come farà questa crema, illuminando delicatamente la zona del contorno occhi.
Sulla base di quali proprietà dei vini hai basato la formula dei tuoi cosmetici?
Nel vino si nasconde una grande ricchezza. Consulto i database delle pubblicazioni scientifiche e combino la mia conoscenza scientifica con quella strettamente tecnica. Ad esempio, la δ-viniferina inibisce la formazione delle discromie cutanee e illumina la pelle. Il viniderm, ottenuto dal succo di uva rossa, stimola la sintesi del collagene e ha proprietà antirughe. L’olio di semi d’uva idrata perfettamente, trattiene l’acqua, leviga e ammorbidisce la pelle. Le bucce d’uva idrolizzate, ricche di polifenoli (composti chimici), sono potenti antiossidanti. Il più potente antiossidante contro l’invecchiamento cutaneo è il resveratrolo, che attiva le sirtuine, proteine della longevità, e stimola i processi di rigenerazione della pelle, prolunga la vitalità cellulare, regola la resistenza allo stress, inibisce la perdita di collagene ed elastina che causa la formazione delle rughe. Favorisce l’eliminazione delle cellule zombie, cioè quelle che non si dividono più ma causano infiammazione.

Da dove viene la tua conoscenza enologica?
Dopo aver completato gli studi farmaceutici, ho partecipato quasi per caso a Cracovia a una degustazione organizzata dall’associazione “Donne e Vino”. Questo mondo mi ha subito incantato: ho iniziato a frequentare gli incontri e a fornire lezioni sul vino. Ho lavorato per la presidente dell’associazione, Monika Bielka-Vescovi, la mia prima mentore, una donna straordinaria, fonte d’ispirazione, che mi ha fatto innamorare del mondo del vino. Sotto la sua guida ho completato con lode i tre livelli del corso Wine & Spirit Education Trust, organizzato sotto l’egida di una prestigiosa istituzione britannica, riconosciuta a livello internazionale come riferimento nella formazione enologica. Non si tratta di un corso da sommelier, ma di un percorso avanzato che mette l’accento sulla degustazione tecnica e sulla geografia enologica. A quel punto ho deciso di studiare enologia in Italia. Conoscevo già l’italiano, grazie a un insegnante molto esigente del mio liceo a Cracovia, che mi ha trasmesso una grande passione per la lingua e la cultura italiana. Ho continuato a studiarlo presso l’Istituto Italiano di Cultura e poi con lezioni private con un madrelingua. Nel luglio del 2015 mi sono trasferita in Italia. Ho affittato un appartamento a Firenze e ho trovato rapidamente un lavoro compatibile con gli studi presso il ristorante dei Frescobaldi, appartenente alla nota famiglia di marchesi. Ho intrapreso un percorso triennale di studi in enologia. Contemporaneamente mi sono iscritta a un corso da sommelier. Lì ho approfondito l’enografia, le regioni vinicole del mondo, con particolare attenzione naturalmente all’Italia e all’arte dell’abbinamento vino-cibo. Curiosamente, in Polonia durante le degustazioni si sputa il vino, mentre in Italia si beve.
Sapevi di voler vivere in Italia?
La decisione di trasferirmi in Italia è nata già durante i miei studi universitari. Sono andata in Erasmus a Ferrara e lì mi sono sentita meravigliosamente. Sono stata accolta con calore, e già dopo due giorni, nella mia strada, tutti mi salutavano e mi riconoscevano. Tutti sorridevano. Questo era qualcosa di nuovo e bellissimo. È stato allora che ho deciso. Mi sono laureata in Polonia, uscendo dagli studi piena di ambizione, passione e conoscenza. Lavoravo in farmacia e mettevo da parte i soldi per il mio trasferimento e per studiare enologia.

Hai lavorato all’università?
La mia tesi di laurea triennale in enologia riguardava la microbiologia, in particolare l’impatto dei composti fenolici sullo sviluppo dei lieviti e dei batteri del vino. Durante il master interdisciplinare in enologia ad Asti, in Piemonte, nel primo anno ho seguito il corso di chimica della vinificazione, insegnato a un livello altissimo dal professor Tirelli venuto da Milano. Ne sono rimasta affascinata. Quando è arrivato il momento di scegliere la sede per il secondo anno, tra Piemonte, Milano, Sicilia, Sardegna, Foggia e Puglia, ovviamente ho scelto la sua cattedra. Ho ottenuto una borsa di studio per i buoni risultati e sono entrata nel laboratorio di enologia. Ho scritto con lui la tesi magistrale sul difetto di luce nei vini bianchi, cioè su come la luce può far sviluppare aromi sgradevoli come uova marce, cavolo cotto o aglio. Dopo la laurea sono rimasta alla cattedra del professor Tirelli come ricercatrice, continuando gli studi sul difetto di luce. Era il mio lavoro dei sogni, ma ogni giorno facevo il tragitto da Como a Milano nel traffico. Era estenuante. Uscivo di casa alle sei del mattino e tornavo alle sette di sera. Alla fine ho dovuto lasciare quel lavoro per il mio benessere fisico e mentale. Ho dedicato il tempo libero alla preparazione del mio piccolo matrimonio italo-polacco. Ho poi fatto riconoscere il mio diploma e ho iniziato a lavorare part-time in una farmacia a Como.
Lavori in farmacia mentre sviluppi il tuo marchio cosmetico.
Nel traffico tra Milano e Como sono tornati i miei sogni di creare una mia linea cosmetica. Considerando quanto tempo e impegno ho dedicato sia alla farmacia che all’enologia, ho deciso di unire queste due passioni e creare cosmetici a base di ingredienti derivati dalla vite. I miei genitori avevano un negozio di cosmetici, quindi fin da piccola sono stata affascinata da quel mondo colorato e magico di flaconi, vasetti, creme e profumi Recentemente mia mamma mi ha ricordato che, quando ho scelto la facoltà di farmacia, ho detto che volevo avere una mia marca di cosmetici e diventare come la dottoressa Irena Eris. I miei genitori se la ricordano ancora quando veniva nel loro negozio con un carrellino pieno di prodotti preparati nel garage di casa, promuovendo le sue creme. Ha costruito un impero cosmetico. E io oggi inizio allo stesso modo. Propongo flaconi eleganti, pesanti, di vetro, pensati per decorare il bagno. Un profumo d’uva che ci trasporta con la mente in una soleggiata vigna. Texture delicate e vellutate. La composizione dei miei cosmetici si basa sulla filosofia dello skinimalismo, un approccio consapevole alla cura della pelle: meno prodotti, più risultati. Per creare le confezioni colorate ho invitato a collaborare l’artista Agata Sołyga, che dipinge bellissimi fiori ad acquerello. Ha dipinto per me i grappoli d’uva che decorano le scatoline dei vasetti.
Ammiro la tua determinazione nel seguire il tuo percorso.
Grazie. Spesso sento: “Così semplicemente hai deciso di trasferirti all’estero?” oppure “Così facilmente hai aperto un’azienda?” o ancora: “Studi, corsi, università, farmacia… sembra quasi che tu non riesca a trovare il tuo posto nel mondo”. Forse da fuori può sembrare così. Ma io so bene che tutto nasceva da una passione, e tutto era necessario per arrivare a creare i miei cosmetici con una propria identità sul mercato. Non ho mai avuto paura di agire. Sia io che mio marito lavoriamo molto, e ci piace farlo. Ho bisogno di realizzarmi, di avere una vita interessante, piena di momenti da ricordare. Un po’ mi motiva anche la paura della frustrazione. Di ritrovarmi fra trent’anni allo stesso sportello in farmacia a Cracovia, con il rimpianto di non averci provato. Di non essere mai partita per l’Italia, di non aver studiato enologia, di non aver creato la mia linea di cosmetici. I sogni non si realizzano da soli. Bisogna agire.




































































