Calcio Storico Fiorentino

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Firenze è una città eccezionale. Non solo per la quantità di opere d’arte, cultura, cibo e paesaggi. Ha anche qualcos’altro di unico: il calcio storico fiorentino conosciuto anche come calcio in costume o calcio in livrea. 

Si dice che il calcio fiorentino è lo sport più brutale al mondo. Ma questione fisica a parte queste partite sono un concentrato di folklore, spettacolo e amore per la tradizione. Le origini di questa disciplina derivano dall’antico gioco Romano ‘Harpastum’ che significa strappare a forza, ovvero quello che serve per prendere la palla all’avversario.

Ogni anno, all’inizio di giugno, si giocano tre partite. La finale si disputa il 24 giugno, nel giorno di San Giovanni Battista, patrono di Firenze. Tutte le partite si giocano in Piazza Santa Croce in un campo di sabbia, uno stadio costruito per l’occasione. Si sfidano quattro squadre che rappresentano quattro quartieri di Firenze: i Bianchi di Santo Spirito, gli Azzurri di Santa Croce, i Verdi di San Giovanni e i Rossi di Santa Maria Novella. Durante la partita che dura 50 minuti può succedere di tutto. Due squadre, con 27 ‘guerrieri’ ciascuna, si confrontano a mani nude in una battaglia per la vittoria che mescola calcio, rugby, lotta e arti marziali. La squadra che vince riceve in premio una vitella chianina.

L’evento si apre con la parata composta da circa 500 rievocatori storici, musicisti e giocatori che, tra due ali di folla e accompagnati da musiche d’epoca, attraversa la città da Piazza Santa Maria Novella a Piazza Santa Croce. Il Corteo Storico è composto da rievocatori che impersonano ruoli precisi tra cui:

  1. Ufficiale Comandante di Reggimento. A lui è affidata la responsabilità di far rispettare le regole delle sfide;
  2. Capitano di Guardia del Contado e del Distretto. È il responsabile della parata, della sua organizzazione e dello svolgersi delle manifestazioni. Ordina il ‘saluto alla voce’ secondo l’etichetta militare del XVI secolo che rende suggestivo il momento della presentazione del corteo alle autorità;
  3. Paggetto con il ‘palio’ destinato alla squadra vincente;
  4. Gruppo dei Bandierai: portano le insegne principali della Repubblica Fiorentina;
  5. Pallaio: porta i palloni del colore delle due squadre. Dà inizio alle ostilità lanciando in aria il pallone al centro del campo;
  6. Giudice Commissario: convalida i punteggi delle squadre durante la partita e rileva le irregolarità. Dà il segnale alle colubrine di sparare i colpi quando viene segnata una caccia;
  7. Giudici di Campo (8, 2 per quartiere). Hanno il compito di controllare le linee e segnalano all’arbitro ogni uscita del pallone;
  8. Capitano Generale delle Artiglierie: comanda tutte le artiglierie della parata.

Il regolamento di questo sport è stato scritto, in fiorentino, nel 1580 da Giovanni de’ Bardi e comprende 33 articoli, fra cui: 

Art.1 Teatro del Calcio sia la Piazza di S.Croce;

Art.6. Nel Calcio diviso, il numero de’ Giuocatori sia di 27 per parte, da distribuirsi in 5 Sconciatori, 7 Datori quattro Innanzi e tre Addietro;

Art.15. Al primo tocco della Tromba, che faran sonare i Giudici si ritirino tutte le genti di servizio, lasciando libero il campo;

Art.16. Al secondo, vadano i giuocatori a pigliare i lor posti;

Art.17. Al terzo, il pallaio vestito d’ambedue i colori, dalla banda del muro ricontro al segno di Marmo, giustamente batta la palla.

Per capire meglio questa pratica antica ho incontrato un ex-giocatore, Emanuele Nannucci, rappresentante dei Verdi dal 1987. Ha concluso la carriera di giocatore di calcio fiorentino nel 2016, ed ora è maestro di boxe e cross fit nella palestra fiorentina Time Out. Nannucci è una specie di gladiatore con cui ho avuto la fortuna di allenarmi. 

Cos’è il calcio storico fiorentino?

È una manifestazione folkloristica stupenda. Molto sentita a Firenze. Molto violenta. Si tramanda un rituale, una storia antichissima. Il calcio in costume è nato nel 1530. La storia narra che in una Firenze assediata dalle truppe francesi di Carlo V, mentre queste bombardavano le mura di Firenze, i fiorentini si misero a giocare una partita di calcio! I costumi storici si rifanno a quel periodo glorioso e da allora ogni anno si giocano queste partite. 

Le regole? 

Non ci sono regole. Però comunque ci si deve comportare con onore. Per esempio non tiro una pedata a uno che è a terra. Bisogna sapersi comportare bene senza le regole, è importante il rispetto e il fair play. La persona che ha dei principi di comportamento non ha bisogno di regole scritte. Se io voglio picchiare qualcuno gli vado davanti e mi metto in guardia facendogli capire le mie intenzioni. Purtroppo non tutti si comportano con rispetto e c’è chi colpisce alle spalle. In questo caso l’arbitro li butta fuori, ma c’è rischio di farsi male veramente. Si deve ricordare che non ci sono sostituzioni. Quando qualcuno si fa male, viene portano fuori dal campo e la squadra resta senza un giocatore.

Come si forma una squadra? 

Il calcio fiorentino è uno sport che riunisce aspetti del rugby, calcio, football americano, boxe e lotta. Gli allenamenti sono importanti così come la preparazione atletica: ogni quartiere presenta 50 o 60 atleti, ma solo 27 sono scelti a rappresentare la propria squadra. Un giocatore quando entra a far parte di una squadra diventa immediatamente un personaggio noto e rispettato a Firenze. Questo è lo stimolo più grande per chi gioca. Ma far parte di questo sport significa grande sacrificio e duro lavoro per tenersi in forma. I criteri di scelta dei giocatori sono molto precisi. Ogni squadra ha 27 giocatori divisi in due gruppi: Datori Innanzi e Datoni Indietro. 

Datori Innanzi sono: 

  1. Innanzi (6 giocatori) – sono i giocatori che stanno in prima linea sui lati del campo; 
  2. Mediana  (4 giocatori) –  prima linea che sta in mezzo al campo;
  3. Saltatori (2 giocatori) – la seconda linea, quelli che cercano di riprendere la palla dopo la rimessa in gioco; 

Datoni Indietro sono: 

  1. Sconciatori  (4 giocatori) – bloccano e spingono gli avversari; 
  2. Portatori palla  (3 giocatori) – più leggeri e veloci;
  3. Terzini (5 giocatori) –  stanno in difesa;
  4. Portieri (3 giocatori) – l’ultima linea

Chi può giocare?

Il regolamento dice che in campo vanno 27 persone, tra questi c’è la possibilità di inserire 3 non fiorentini. E noi abbiamo nella nostra squadra 2 polacchi, atleti di Mixed Martial Arts di Danzica: Michał Wlazło e Andrzej Kulik.

Puoi dirmi di più sulla preparazione atletica?

È migliorata rispetto ad una volta. Ora ogni squadra ha un preparatore atletico. Il problema è che non ci sono fondi per avere l’attrezzatura adeguata per allenare 60 persone. Molto allenamento viene fatto un po’ alla vecchia maniera, con tanta corsa, scatti e allunghi ripetuti per aumentare la capacità respiratoria. E poi circuiti a corpo libero: burpees, squats, flessioni, addominali. Quindi l’allenamento non è male, ma per chi se intende di preparazione atletica, c’è ancora tanto da migliorare. Ogni squadra ha il suo campo di allenamento, ogni squadra allestisce una palestra dove prepararsi durante l’inverno attraverso sessioni di lotta, pugilato e allenamenti funzionali.

Quando comincia l’allenamento?

Si inizia a settembre per arrivare pronti a giugno. A gennaio iniziano gli allenamenti in gruppo, una volta a settimana. Si fa anche qualche cena insieme per conoscersi meglio. A Pasqua c’è il sorteggio. E subito dopo: 3 allenamenti a settimana fino alla partita. Nel frattempo l’attesa cresce a Firenze. C’è tanta pressione e si discute su chi deve giocare e chi no. Poi, quando finiscono le partite, siamo di nuovo tutti amici.

Avete strategie particolari? 

Diciamo che ci sono piccoli accorgimenti tattici ma non esiste una vera e propria strategia di gioco. L’unica tattica realizzabile è quella di proteggere il portatore di palla. Il portatore di palla attorniato da 2-3 persone che “vanno a morire”, cioè si immolano contro gli avversari per fargli spazio. 

Paura?

Si, la paura c’è sempre. La paura è dentro di noi ma il calcio fiorentino mi ha insegnato a gestirla, non ci si fa mai l’abitudine. Ogni partita è un’esperienza diversa e può succedere di tutto. Pugni a mani nude, contusioni e fratture. Quando entri in campo sai che per 50 minuti sarà una guerra senza regole. In questo momento devi smettere di pensare e iniziare a reagire. Io giocavo perché volevo vincere, anche con paura, ma andavo sempre avanti.

C’è qualche ricaduta positiva ad esser giocatore di calcio fiorentino?

Si guadagna solo in immagine, in onore, perché un giocatore a Firenze è un dio. Tutta la città per un anno si prepara a questo evento. Il calcio fiorentino impone un sacrificio mentale e fisico enorme, ma è molto gratificante. Brutalità a parte, essere giocatore ti dà soddisfazione e orgoglio perché devi vincere la tua paura e le tue debolezze. 

Vorrei ringraziare Emanuele Nannucci per l’intervista, Michele Virgillo per le foto e i nostri rappresentanti polacchi Michał Wlazło e Andrzej Kulik per la collaborazione.

 

 

foto: Michele Virgillo