CinemaItaliaOggi, Mostra del nuovo Cinema Italiano

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CinemaItaliaOggi, l’atteso appuntamento annuale con il meglio della nuova produzione cinematografica italiana giunge alla decima edizione, realizzata in un contesto estremamente difficile per la società e per la cultura in tutto il mondo, ma fortemente voluta dal pubblico e dal circuito cinematografico polacco, valentemente coordinato dal nostro partner di sempre in questa “fatica” il Cinema Muranów-Gutek Film di Varsavia.

Ma l’edizione 2020 di CinemaItaliaOggi si deve all’immutata collaborazione tra Istituto Luce Cinecittà e gli Istituti Italiani di Cultura di Varsavia e Cracovia, con il sostegno istituzionale dell’Ambasciata d’Italia e dei Consolati onorari delle città coinvolte nella Rassegna. CinemaItaliaOggi continuerà ad avere anche quest’anno una portata nazionale: dodici pellicole tra le più riuscite e apprezzate in Italia nel 2020 saranno proiettate in prestigiose sale cinematografiche di ben otto città polacche: Varsavia, Cracovia, Łódź, Breslavia, Poznań, Katowice e Gydnia. Un progetto ambizioso, pensato e realizzato per valorizzare il nuovo cinema italiano in Polonia, in un contesto culturale importante e per un pubblico competente e sensibile. Allo sforzo organizzativo ha contribuito in modo decisivo Istituto Luce Cinecittà, facendosi anche interprete presso importanti distributori italiani della rilevanza di una sfida intesa a promuovere il cinema italiano anche fuori dai tradizionali circuiti di diffusione. Anche quest’anno si è aggiunto il prezioso contributo di alcuni distributori polacchi, a conferma dell’interesse locale per la nostra cinematografia contemporanea.

CinemaItaliaOggi 2021

  • Warszawa – Kino Muranów  1 – 6 luglio
  • Kraków – Kino Pod Baranami
  • Wrocław – Kino Nowe Horyzonty  9 – 15 luglio
  • Łódź – kino Charlie 1 – 5 luglio
  • Poznań – Pałacowe Centrum Kultury Zamek 28.07 – 1.08
  • Katowice – Kino Rialto 9 – 18 luglio
  • Gdynia – Gdyńskie Centrum Filmowe

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Rodzice kontra influencerzy / Genitori vs influencer (2021)
regia Michela Andreozzi

Quanto è difficile oggi essere il padre single di una teenager?
Paolo (Fabio Volo) professore di filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua figlia Simone – alla francese – (Ginevra Francesconi), con cui ha un bellissimo rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente nella fase dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager che si rispetti, infatti, sua figlia Simone viene “rapita” dallo smartphone, tanto che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) categoria che Paolo detesta. Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa Simone che diventa la sua web manager.
La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer… e gli farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una possibilità.

Dzieci / Figli (2020)
regia Giuseppe Bonito

Sara (Paola Cortellesi) e Nicola (Valerio Mastandrea) sono sposati e innamorati. Hanno una bambina di 6 anni, Anna, e una vita felice. L’arrivo del secondo figlio, Pietro, sconvolge gli equilibri di tutta la famiglia dando vita a situazioni tragicomiche. Nonni stravaganti, amici sull’orlo di una crisi di nervi e improbabili baby-sitter non saranno loro di aiuto. Tra attimi di felicità e situazioni di sconforto, Sara e Nicola riusciranno a resistere e a rimanere insieme?

Pod tym samym niebem / Non odiare (2020)
regia Mauro Mancini

La storia di Non odiare è ambientata in una città del nord-est, un non-luogo mitteleuropeo, contaminato e innervato da tante etnie, pulsioni, sedimentazioni e dalle profonde radici ebraiche. Qui vive Simone Segre , affermato chirurgo di origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Un giorno si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino.Preso dai sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell’uomo: Marica, la figlia maggiore; Marcello, adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale; il “piccolo” Paolo. Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare…

Złe baśnie / Favolacce (2020)
regia Damiano e Fabio d’Innocenzo

La narrazione prende le mosse dal ritrovamento di un diario nell’immondizia in un quartiere periferico di Roma. E’ una calda estate. Nelle villette a schiera vivono alcune famiglie in cui il senso di disagio costituisce la cifra esistenziale comune anche quando si tenta di mascherarlo. I genitori sono frustrati dall’idea di vivere lì e non altrove, di avere (o non avere) un lavoro insoddisfacente, di non avere in definitiva raggiunto lo status sociale che pensavano di meritare. I figli vivono in questo clima e ne assorbono la negatività cercando di difendersene come possono e magari anche di reagire. Una “storia triste” la definisce la voce narrante del film. Una “favola nera”, la definiscono gli autori, in cui le figure chiave per l’equilibrio e lo sviluppo delle nuove generazioni (i genitori, gli insegnati) hanno perduto ogni positività e capacità progettuale.

Chciałem się ukrywać / Volevo nascondermi (2020)
regia Giorgio Diritti

Un bambino solo, Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna, al freddo e alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura. “El Tudesc,” come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato, diventa il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari. Sopraffatto da un regime che vuole “nascondere” i diversi e vittima delle sue angosce, viene richiuso in manicomio. Toni dipinge se stesso, come a confermare il suo desiderio di esistere. L’uscita dall’Ospedale psichiatrico è il punto di svolta per un riscatto e un riconoscimento pubblico del suo talento. La fama gli consente di ostentare un raggiunto benessere e aprire il suo sguardo alla vita e ai sentimenti. Le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività, il dono della sua diversità.

Martin Eden (2019)
regia Pietro Marcello

Martin Eden racconta la nostra storia, la storia di chi si è formato non nella famiglia, o nella scuola, ma attraverso la cultura incontrata lungo la strada. È il romanzo degli autodidatti, di chi ha creduto nella cultura come strumento di emancipazione e ne è stato, in parte, deluso. Ma è anche un libro in grado, specie ad una seconda lettura, di rivelare – al di là del melodramma – la capacità di Jack London di vedere come in uno specchio le fosche tinte del futuro, le perversioni e i tormenti del Novecento. Per questo Martin Eden è un romanzo di grande attualità politica, e per questo il protagonista del film di Pietro Marcello attraversa il Novecento, o meglio una trasposizione trasognata del Novecento, libera da coordinate temporali, ambientata non più nella California del romanzo ma in una Napoli che potrebbe essere una qualsiasi città portuale (non solo) d’Italia.

Wszystko zostaje w rodzinie / Lacci (2020)
regia Daniele Lucchetti

Napoli, primi anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati.

Najlepsze lata / Gli anni più belli (2020)
regia Gabriele Muccino

“Gli anni più belli” è la storia di quattro amici Giulio (Pierfrancesco Favino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo, (Kim Rossi Stuart), Riccardo (Claudio Santamaria), raccontata nell’arco di quarant’anni, dal 1980 ad oggi, dall’adolescenza all’età adulta. Le loro speranze, le loro delusioni, i loro successi e fallimenti sono l’intreccio di una grande storia di amicizia e amore attraverso cui si raccontano anche l’Italia e gli italiani. Un grande affresco che racconta chi siamo, da dove veniamo e anche dove andranno e chi saranno i nostri figli. È il grande cerchio della vita che si ripete con le stesse dinamiche nonostante sullo sfondo scorrano anni e anche epoche differenti.

Drapieżnicy / I predatori (2020)
regia Pietro Castellitto

È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.

Życie jak film klasy B / Life is a B-movie (2020)
regia Piero Vivarelli

La vita irrequieta e la filmografia caleidoscopica di Piero Vivarelli, regista di B-Movies italiani di tutti i generi, paroliere di successi musicali, tra cui 24.000 baci di Celentano, e sceneggiatore dello Spaghetti Western Django, amato da Quentin Tarantino, si intrecciano in questo ritratto di un provocatore rivoluzionario. Giovanissimo aderente alla Decima MAS, l’unico non cubano, oltre a Che Guevara, ad avere una tessera del Partito Comunista Cubano firmata da Fidel Castro. Spaziando da Urlatori alla Sbarra, film musicale con Celentano, Chet Baker e Mina sul mondo giovanile che comincia a muoversi a ritmo di rock, a film di attualità politica come Oggi a Berlino, a Django, che anticipa uno stile di Spaghetti Western destinato a far scuola, Vivarelli cavalca l’onda del nuovo. Dà corpo ai fumetti con “Satanik” e “Mister X” e mette in scena la rivoluzione sessuale con Il Dio serpente.

Złota reguła / La regola d’oro (2020)
regia Alessandro Lunardelli

Cosa diavolo ci fa uno come Ettore Seppis dietro le quinte di una grande prima serata televisiva? Se lo chiede anche lui, mentre aspetta di ritirare un premio al Teatro antico di Taormina, pronto – si fa per dire! – a salire sul palco tra i flash dei fotografie gli applausi del pubblico. Ettore è un soldato, ha trascorso gli ultimi cinque mesi prigioniero dei fondamentalisti siriani, e adesso che è tornato a casa tutti lo trattano come un eroe: autografi da firmare, giornalisti a cui rispondere, conduttrici che sognano il picco di ascolti. E lui? Qualcosa lo tormenta, un segreto su cosa è realmente accaduto in Siria: avrebbe bisogno di parlarne, ma con chi? L’unico sembra Massimo, l’autore tv che dovrebbe preparare il suo discorso di ringraziamento: magari un giorno diventeranno amici, ma per ora sono due calamite che più si avvicinano e più si respingono…