Energie rinnovabili: la situazione in Italia e Polonia

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Lucia Morgantettti

L’Italia conosciuta come il paese del sole (e non solo), è diventata in questi ultimi anni faro d’Europa nel campo delle energie rinnovabili. I risultati raggiunti  in merito alla produzione di energia pulita sono in cima a tutte le classifiche europee. La necessaria lotta contro il riscaldamento climatico obbliga l’economia globale alla ricerca di nuovi modelli energetici e  la rielaborazione dell’attuale modello energetico ha come sbocco naturale il graduale abbandono dei combustibili fossili (esauribili ed inquinanti) in favore delle fonti rinnovabili. La Comunità Europea ha imposto a tutti gli stati membri il taglio dell’emissione dei gas cosi detti “serra”. La nostra nazione ha raggiunto obiettivi importanti, riducendo del 7% le emissioni nel 2011, con diversi anni d’anticipo rispetto alla soglia dettata dalla comunità europea. Dati alla mano l’Italia fino al 2011 ha prodotto circa 13.000 GWh di energia pulita derivante da fonti solari ed 12.000 GWh da fonti eoliche. Dati che si possono visionare interamente nel rapporto emanato dal GSE del 2011 (www.gse.it). Un forte contributo al raggiungimento di questi risultati è sicuramente fornito dalla regione Puglia che nel 2011 ha prodotto circa 2.100 GWh di energia derivante da fonte solare e 2.200 GWh di energia fornita da fonti eoliche, rappresentando così il 19% della produzione italiana di energia derivanti da fonti rinnovabili. Questo risultato regionale è dovuto anche alle molteplici iniziative del CNA provinciale di Bari (Confederazione Nazionale dell’Artigianato della Piccola e Media Impresa), e del suo Presidente con delega Energia e Ambiente,  Vito Cirrottola, che grazie alla sua forza imprenditoriale e al suo know-how derivante dall’esperienza acquisita in tanti anni di lavoro nell’azienda da lui fondata nel 1992, la Euro Assistance Elettromeccanica ha contribuito ad un processo di crescita di tutta la regione nel campo delle rinnovabili.

Sig. Cirrottola, perché è necessaria l’evoluzione delle fonti energetiche e quali sono i progetti futuri?

“Partiamo da un dato inconfutabile: è necessario produrre energia in modo sostenibile, è necessario un cambio di paradigma – ce lo chiede il pianeta, ce lo chiede la nostra salute. Ridurre le emissioni è un imperativo non solo per l’ambiente. Occorre invertire il processo di surriscaldamento della terra e tutto quello che ne consegue, è stata finalmente ed inequivocabilmente sancita la correlazione tra inquinamento da emissioni e smog e malattie del secolo (tumori, cancro, ecc.). In maniera molto pragmatica ne va di mezzo la nostra stessa sopravvivenza. In Italia è stato fatto tanto soprattutto in questi ultimi anni ma non abbastanza. Modificare un modello energetico richiede anni e costi, per cui prima si parte meglio è per tutti.”

Qual’è la situazione dell’Italia?

“In Italia, per stimolare lo sviluppo delle rinnovabili, è stato messo in atto un sistema incentivante denominato “conto energia” e dalla sua prima emanazione ne sono susseguiti altri quattro. Da pochi mesi si è concluso il quinto “conto energia” che ha visto ridurre il sostegno alle rinnovabili in funzione della riduzione del costo della tecnologia. Da parte delle istituzioni è stato dato un riconoscimento sostanziale di priorità delle energie rinnovabili sulle altre fonti energetiche tradizionali, definendole “opere di pubblica utilità indifferibili e urgenti” riservando ad esse un sistema semplificato per la loro autorizzazione, costruzione e infine per l’immissione in rete dell’energia prodotta.

Per il futuro verrà garantito il sostegno alle fonti che hanno maturato un gap negativo (solare termico, eolico, biomasse, geotermia, ecc.) rispetto al fotovoltaico che invece ha raggiunto un livello di maturazione prossimo alla “grid parity”.  Con questo termine si intendono raggiunte tutte le condizioni e gli aspetti economici che fanno in modo che l’energia elettrica autoprodotta con un impianto fotovoltaico costi, al chilowattora, come un kWh di energia prodotta con fonti tradizionali (petrolio, gas, carbone). Grid parity quindi significa avere costi uguali, pari sia nella produzione di kWh energia da fotovoltaico, sia nella produzione tradizionale, in ogni ora del giorno e per tutti i tipi di utenti, aziende o famiglie. Per queste ultime inoltre è in vigore un sistema di detrazione fiscale molto conveniente.

É possibile esportare le iniziative che l’Italia, la regione Puglia in particolare, hanno adottato per permettere ad altri stati di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla Comunità Europea?

“Sì, anzi, dovrebbe essere un dovere di chi come noi è partito prima, esportare esperienze al fine di limitare gli errori commessi.”

Con Vito Cirrottola incontro un giovane laureato, il Dott. Massimo Quattromini. Dopo un periodo trascorso a Cracovia e Katowice con il programma Erasmus attende adesso di poter partecipare al progetto della Regione Puglia “Ritorno al Futuro” per un master post lauream Varsavia.

“Ritorno al Futuro” è l’iniziativa attraverso cui l’amministrazione regionale interviene a sostegno dei giovani laureati, valorizzandone le capacità e le potenzialità creative, professionali ed occupazionali in collaborazione con varie università europee. Rivolgo la domanda ad entrambi:

Quali sono gli stati della comunità europea con grosse possibilità di

successo nel campo delle rinnovabili?

“Sicuramente l’area dell’est Europa ha ottime possibilità di raggiungere e superare i risultati italiani. Ad esempio nazioni come la Polonia e la Repubblica Ceca sono state chiamate dalla Comunità Europea a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra entro il 2050. In particolare modo la Polonia deve ridurre le proprie emissioni in maniera proporzionale del 30% entro il 2020, del 60% entro il 2030 e addirittura del 80% entro il 2050. Tutto questo, anche a detta delle stesse istituzioni polacche, ad oggi sembra essere impossibile, come d’altronde era impensabile che l’Italia potesse raggiungere i propri obiettivi mentre grazie ad una forte volontà politica, di governo e delle imprese è stato possibile addirittura con qualche anno d’anticipo.”

Quindi in definitiva non esiste uno stato ideale per produrre energia pulita?

“Tutti gli stati possono percorrere la via del rinnovabile, chiaramente in base alla conformazione morfologica dello stato stesso. Infatti ogni stato può puntare alla produzione di energia pulita in base alle risorse che esso presenta.”

L’intervento delle istituzioni statali è fondamentale per iniziare un processo di produzione di energia pulita?

“É indispensabile per portare i costi della tecnologia a livelli di sostenibilità. Abbiamo l’esperienza fatta in casa nostra. Gli stati hanno il dovere di sostenere, quantomeno nella fase iniziale, il processo di cambiamento (in Italia è iniziato all’incirca 10 anni fa) garantendo e soprattutto sostenendo le iniziative legate a questo settore.”

Quali sono le iniziative e quali sono gli stati che stanno iniziando il processo di cambiamento sponsorizzato dalle proprie istituzioni?

“Crediamo ad oggi che la Polonia rappresenti davvero una nazione che, grazie agli sforzi del governo, può essere in grado di intraprendere un processo di cambiamento. Infatti già dai primi mesi del 2013 il governo polacco sta lavorando ad una legge che permetterà a piccoli imprenditori, ma soprattutto a tutti i privati di realizzare micro e mini impianti fotovoltaici (rispettivamente fino a 40 kW e fino a 200 kW). Il governo polacco ha previsto inoltre di non far gravare alcuna spesa sui cittadini per l’allacciamento alla rete elettrica. In più esiste la possibilità per chi realizza un impianto fotovoltaico di vendere la parte in surplus di energia ai vari fornitori dei servizi elettrici statali. Chiaramente questo è un grosso aiuto per uno stato che vuole e deve cambiare in poco tempo. Il momento per cambiare è adesso. Abbiamo tutto quello che ci serve. Nuove tecnologie, governi attenti e soprattutto giovani che con la loro forza e le loro conoscenze vogliono fare qualcosa di concreto per il nostro pianeta e per la nostra sopravvivenza. Che altro occorre per cominciare ad attuare il cambiamento?”