Europa: fallimento o Rinascimento?

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di Emiliano Caradonna

 Nelle ultime settimane é tornata alla ribalta l’ipotesi di una crisi dell’euro e di un ritorno per vari o tutti i 27 paesi alle monete nazionali altrimenti detto Euro Break up.

Incredibilmente a scardinare le certezze di «Peter Pan» che si erano cominciate a radicare nelle coscienze degli europei é stato il salvataggio di Cipro; ma vediamo cosa é successo.

Il salvataggio di Cipro é stato inevitabile e qualcuno dice che si é trattato di un nuovo test per verificare se le «piazze» avrebbero tenuto.

Inevitabile perché causato, da un lato dalla miopia del sistema bancario cipriota, un piccolissimo gigante dai piedi di «feta» e dall’altro dalla gestione «schizofrenica» della crisi greca da parte della «Troika» (FMI, BCE, UE), il cui successo nel gestire le crisi é sotto gli occhi di tutti.

E infatti i finissimi dirigenti ciprioti avevano riempito i conti delle loro banche con titoli di stato greci che rendevano per caso più degli altri stati europei e abbiamo tutti visto perché. La troika invece dopo aver speso centinaia di miliardi di euro per non far fallire la Grecia ha deciso che in effetti non sarebbe fallita ma i detentori del debito avrebbero incassato solo il 30% e anche meno.

Le banche cipriote si son trovate ad affrontare perdite enormi, anche più grandi delle banche irlandesi se calcolate in proporzione all’economia del paese.

Questa volta tuttavia il salvataggio non é stato effettuato utilizzando il patrimonio dello stato, come per esempio i giacimenti di gas che sembrerebbero trovarsi in quella parte del mediterraneo ma piuttosto si é deciso di effettuare un esproprio.

Si é optato quindi per una decisione che dà prova di spregio della democrazia, incuranza delle leggi, totale mancanza di etica. Si é deciso di prelevare da tutti i conti correnti un certo ammontare (percentuale) per ripagare, ancora una volta, gli errori di qualche banchiere e la incompetenza degli organi di controllo nazionali e sovranazionali. Antidemocratico, illegale e antietico semplicemente perché i conti correnti in Europa sono assicurati e garantiti a livello nazionale e comunitario. Purtroppo come dimostrato solo fin quando tutto va bene.

Riconosco che è sempre facile commentare e criticare chi fa scelte politiche difficili di fronte alla necessià di intervenire.

Il problema é che per non fare scelte che secondo i microscopici politici europei minerebbero il sistema, si continua a distruggerlo negando a piacimento le leggi e le regole.

La storia ci ha insegnato cosa succede quando si comincia a piegare le leggi e le regole a piacimento. Le leggi e le regole sono la base di una democrazia, senza non c’é democrazia.

L’esproprio attuato é ben lontano dall’essere un provvedimento «democratico» ed ha inoltre aver nuovamente dimostrato l’inettitudine di chi ci governa e questo anche per gli standard della crisi dell’euro nel corso degli ultimi tre anni.

L’implicazione più significativa di tutto questo, è che la probabilità di un break-up dell’euro come è attualmente costituito è aumentata in modo significativo.

Con i nuovi precedenti in merito a condizioni di salvataggio per le banche e il controllo sui capitali, la velocità con cui la situazione potrebbe andare fuori controllo nei paesi a rischio ora é molto superiore e molto più difficile da controllare.

Come l’Irlanda ha sperimentato nel 2010, un deflusso di depositi può avvenire molto rapidamente.

Nel settembre 2010 i correntisti (per lo più stranieri) si spaventarono e ritirarono 31 miliardi di euro da banche con sede in Irlanda.

Nel mese di ottobre la cifra raggiunse i 67 miliardi.

Nel mese di novembre intervenne la troika.

Dopo Cipro, i correntisti nei paesi fragili vuoteranno i loro conti più velocemente al primo segno di guai. La probabilità di euro break-up non è mai stata così alta e la causa sarà la mancanza di credibilità nel sistema.

Sul dopo euro break up, in molti hanno detto la loro, sono stati scritti fiumi di parole, disegnate le più fini previsioni, a mio giudizio tuttavia quello che é importante non é definire cosa succederà il giorno dopo, sarà comunque un grande caos.

Il vero problema é quello che succederà nelle settimane e nei mesi successivi, e sicuramente avremo un aumento dei prezzi incontrollato e un aumento della disoccupazione per i privati ma i problemi saranno anche a livello istituzionale e per esempio l’obbligo di rinegoziare tutte le garanzie che ciascun singolo stato ha fornito per sostenere i sussidi, i fondi, e le strutture di salvataggio a marca UE.

Un nota positiva é che da varie fonti mi risulta che i vari governanti cominciano a prendere consapevolezza di non essere all’altezza e quindi forse un bel giorno smetteranno di fare scelte dettate da incompetenza e paura e finalizzate a conservare il sistema e lasceranno spazio a persone che invece sono pronte a cambiare il sistema e far entrare la nostra Europa in un nuovo Rinascimento.