Italiani all’estero, rinnovo Comites: ecco cosa cambia rispetto al passato

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Le elezioni per il rinnovo dei Comites si avvicinano sempre di più. E proprio di Comites di sta parlando in queste ore alla Camera dei Deputati. E c’è già una novità importante per le norme che disciplinano il voto degli italiani all’estero per il rinnovo dei Comitati: è stato infatti cambiato da 50 a 30 giorni, prima della data stabilita per le votazioni, il termine entro il quale è necessario iscriversi nell’anagrafe degli elettori presso l’ufficio consolare di riferimento per ricevere a casa il plico con le schede per la votazione.

Cambiano anche le norme per la presentazione delle liste dei candidati. Durante il lavoro svolto dalla commissioni Esteri e Difesa della Camera sul dl missioni internazionali, che all’articolo 10 disciplina le nuove elezioni dei Comites, sono state modificate alcune norme della legge n. 286 del 2003. In particolare si è deciso che a sottoscrivere le liste dei candidati per le collettività composte da un numero di cittadini italiani fino a 150 mila non debbano essere più almeno cento elettori ma cinquanta e per le comunità con oltre 150 mila italiani non serviranno più duecento sottoscrittori ma ne basteranno cento.

Inoltre, in deroga al comma 3 dell’articolo 15 della legge n. 286/2003 (che disciplina appunto la necessaria sottoscrizione delle liste di candidati), è stato stabilito di non richiedere nessuna sottoscrizione per i partiti o movimenti politici costituiti in gruppo parlamentare alla data di indizione delle elezioni dei Comitati.

Nessuna sottoscrizione è anche richiesta per i partiti o movimenti politici che hanno conseguito almeno tre seggi in occasione delle elezioni per il Parlamento europeo. In tali casi, la presentazione della lista deve essere sottoscritta dal presidente o dal segretario del partito o movimento politico ovvero da un loro rappresentante appositamente designato in ciascun ufficio elettorale istituito presso gli uffici consolari.

Nessuna sottoscrizione è infine richiesta per i partiti o movimenti politici rappresentativi di minoranze linguistiche che hanno conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni per la Camera dei deputati o per il Senato.

REGISTRO ELETTORI RIDUCE SPESE E AUMENTA TRASPARENZA” L’inserimento della disciplina per il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero nel decreto che proroga le missioni internazionali all’esame dell’aula della Camera è una decisione positiva “perché mette fine a un ritardo ormai quasi decennale” nel rinnovo dei Comites, “responsabilizzando la partecipazione al voto, che certo andrà perfezionata con il rinnovo di tutto il sistema”. E’ quanto sostiene uno dei relatori del decreto Mario Marazziti (PI) durante il suo intervento in aula che ha aperto l’esame del provvedimento.

Marazziti rivendica in particolare una delle novità introdotte nel sistema di voto che prevede l’obbligo per gli italiani all’estero di iscriversi entro 30 giorni dalla data di indizione delle elezioni nell’anagrafe degli elettori presso l’ufficio consolare di riferimento per ricevere a casa il plico con le schede per la votazione. Una modalità che “riduce le spese e innalza il livello di trasparenza” del voto, spiega Marazziti, che consentirà di risparmiare risorse “in considerazione degli oneri derivanti dalla spedizione di milioni di plichi” a persone che poi non esercitavano il diritto di voto. In questo modo, sottolinea il relatore, dovrebbe esserci inoltre “una maggiore sicurezza del voto”.

SI TRATTA DI UNA VERA SVOLTA” “Una svolta vera”, “non più politiche ‘contro’ ma ‘per’ gli italiani all’estero”. Così Laura Garavini, deputata Pd eletta nella circoscrizione estero Europa durante il suo intervento in aula alla Camera. “Per la rima volta da diversi anni questo è un gesto forte”, sottolinea Garavini ammonendo però che “non votare in tempo utile significherebbe dare un ulteriore schiaffo a questi organi di rappresentanza”. Secondo la deputata Pd “la decisione dell’attuale governo” di stanziare le somme necessarie allo svolgimento delle elezioni “dimostra non solo la correttezza ma anche il profondo rispetto nutrito per gli italiani nel mondo e il riconoscimento del valore delle loro rappresentanze”.

“Anche noi del Pd avremmo voluto che fosse stato possibile iscriversi per il voto fino al giorno delle elezioni”, spiega Garavini, “ma si tratta pur sempre di un voto di corrispondenza” e quindi per il suo regolare svolgimento “servono dei tempi tecnici”. Garavini rivendica poi la modifica ottenuta durante il passaggio nelle commissione Esteri e Difesa che sposta da 50 a 30 giorni, dalla data delle elezioni, il termine per iscriversi nell’anagrafe degli elettori presso l’ufficio consolare di riferimento per ricevere a casa il plico con le schede per la votazione. “Questi sono fatti e decisioni politiche concreti”, conclude Garavini, “e credo che con questo decreto il governo dia un segnale molto chiaro: se c’è la volontà politica, cambiare verso è possibile anche nelle politiche per gli italiani all’estero”.

(fonte: www.italiachiamaitalia.it)

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