La CGUE respinge i ricorsi di Ungheria e Polonia

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La Corte di giustizia dell’Unione europea ha respinto le denunce presentate dall’Ungheria e dalla Polonia sul meccanismo di condizionalità che subordina l’utilizzo dei finanziamenti del bilancio dell’UE nel rispetto degli Stati membri e dello stato di diritto. I giudici della Corte hanno dichiarato che “Tale meccanismo è stato adottato su una base giuridica consona, in linea con la procedura prevista e non oltrepassa i limiti delle competenze conferite all’Unione, rispettando il principio dello Stato di diritto. La sana gestione finanziaria del bilancio dell’Unione e i suoi interessi finanziari possono essere gravemente minacciati a causa delle violazioni dello Stato di diritto in uno Stato membro”. Tali violazioni, a parere della CGUE, possono comportare la mancanza di garanzie che soddisfino le condizioni di finanziamento previste dal diritto dell’UE. L’Ungheria e la Polonia hanno fatto ricorso alla Corte chiedendo l’annullamento di tale regolamento. Nella controversia legale, Varsavia e Budapest si sono sostenute a vicenda, mentre il Belgio, la Danimarca, la Germania, l’Irlanda, la Spagna, la Francia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, la Finlandia e la Svezia hanno, invece, sostenuto il Parlamento e il Consiglio europei.

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