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POLONIA OGGI: Terremoto nel centro Italia: Beata Szydło in Ambasciata per firmare il registro delle condoglianze

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Stamattina all’Ambasciata Italiana in Polonia, sita in plac Dabrawskiego a Varsavia, sono venute molte autorità, tra cui il Presidente del Consiglio dei Ministri Polacco Beata Szydło, ad apporre la firma sul registro di condoglianze esprimendo vicinanza all’Italia per i recenti tragici fatti dovuti al terremoto nel centro del Paese. L’Ambasciata, lascerà a disposizione del pubblico il registro delle condoglianze, fino a domani. Chiunque fosse interessato ad esprimere il proprio cordoglio per le vittime del terremoto, può recarsi alla sede dell’Ambasciata oggi e domani, nei seguenti orari: 29.08.2016, lunedì,  dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle 14.00 alle ore 16.00; 30.08.2016, martedì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00.

Polonia Oggi

Ulteriori informazioni: www.gazzettaitalia.pl/it/polonia-oggi

POLONIA OGGI: Numero record di polacchi in Gran Bretagna

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”Secondo i dati del 2015 in Gran Bretagna vivevano 916 mila di polacchi (63 mila di più rispetto al 2014)”, ha informato ieri l’Ufficio Statistico Britannico (ONS). I Polacchi rappresentano il maggiore gruppo nazionale straniero in Gran Bretagna. Al secondo posto ci sono gli indiani (362 mila), il loro numero, tuttavia, è sottovalutato a causa del fatto che le persone nate in India prendendo la cittadinanza britannica devono rinunciare al passaporto indiano. Dei 916 mila polacchi che vivono nel Regno Unito quasi il 12% (108 mila) è nato già in Gran Bretagna. Nel confronto con il 2003, poco prima dell’adesione della Polonia all’Unione Europea, la popolazione dei polacchi in Gran Bretagna è aumentata più di 20 volte. La ragione principale di questi numeri è ancora il lavoro. I dati pubblicati dal Dipartimento del lavoro e delle pensioni hanno dimostrato che da giugno 2015 al giugno 2016 ben 105 mila di polacchi ha ricevuto la registrazione che consente di lavorare legalmente nel Regno Unito.

rp.pl

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POLONIA OGGI: La Polonia fa le condoglianze alle vittime del terremoto in Italia e prepara corpi speciali da inviare in caso di bisogno

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Il presidente polacco Andrzej Duda ha espresso le condoglianze nel nome della Polonia e di tutti i suoi abitanti in un messaggio rivolto al presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e a tutto il popolo del Bel Paese. Beata Szydło ha invece dedicato parole di sostegno al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Witold Właszczykowski, ministro degli affari esteri ha detto che la situazione è costantemente monitorata dalle autorità polacche presenti sul posto (l’ambasciata, i consolati) e che le forze polacche specializzate sono pronte a dare un’aiuto se ce ne sarà bisogno. Anche Mariusz Błaszczak, capo del Ministero degli Affari Interni ha dichiarato ai giornalisti che ci sono dei gruppi di intervento polacchi che in caso di necessità sono in grado di partire immediatamente per l’Italia a dare sostegno ed aiutare gli abitanti colpiti dalla catastrofe.

pap.pl

IL TRADUTTORE, film di Massimo Natale

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Il traduttore, di Massimo Natale

sceneggiatura: Marie Giaramidaro, Nikolaus Mutschlechner

interpreti: Claudia Gerini, Kamil Kula, Silvia Delfino, Anna Safroncik, Marcello Mazzarella,

Piotr Rogucki

produzione: Polonia / Italia

data di uscita: 26 Agosto

Sogni (ir)raggiungibili

Andrei (Kamil Kula), un giovane studente rumeno, grazie alla borsa di studio all’Università di Trento può cominciare di realizzare i suoi sogni. Però il prezzo per raggiungerli è alto. Il ragazzo, dalla mattina alla sera, deve fare numerosi lavori per mantenersi. Per fortuna la conoscenza delle lingue lo privileggia e, oltre a fare il pizzaiolo, sta aiutando a tradurre le intercettazioni in questura. Quest’ultimo impegno gli peremtte di ottenere il permesso di soggiorno per la ragazza Mihaeli (Marianna Januszkiewicz) che vive a Moldavia. Un giorno gli arriva un’altra proposta di lavoro. La sua tutor lo manda da un’amica Anna (Claudia Grimaldi) che vuole far tradurre dal tedesco il diario del marito, scomparso da poco. L’incontro dei due inizia una relazione passionale nonché è una possibilità per Andrei di realizzare un altro sogno, quello di una promozione sociale e di fare una miglior (?) vita.

Il film racconta la situazione difficile degli immigrati che a volte (come nel caso del protagonista) per il bene dei loro cari sono disponibili a tradire i loro compaesani, e per ottenere la promozione sociale sono pronti alle furberie e menzogne. Ma è veramente questa la strada giusta per raggiungere i propri sogni? La cieca ed egoistica corsa dietro gli obiettivi fa sì che non li si apprezzi abbastanza quando arrivano. È difficile essere pienamente felici di qualcosa sapendo che magari il nostro successo ha ferito qualcun’altro.

Nonostante Il Traduttore tocca i temi importanti e attuali, a tutta la storia manca l’integrità. Può essere che un mosaico di avvenimenti possibili sia stato intenzionale però a volte sembra che il regista abbia voluto raccontare tanto (forse troppo) ed infine ha tralasciato diversi episodi senza una conclusione. Il punto forte del film sono invece le foto di Daniele Ciprì, noto dalle collaborazioni con grande registi, tra l’altro con Marco Bellocchio per i film Vincere e Bella Addormentata, e dai progetti personali da regista che gli hanno reso famoso in Italia e all’estero.

POLONIA OGGI: Tesco abbandona i mercati dell’Europa orientale?

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Il giornale ungherese “Magyar Idok” ha informato che Tesco si prepara a lasciare il mercato ungherese. Secondo le informazioni del giornale, l’azienda ha problemi con realizzazione delle vendite on-line e i manager si licenziano per il futuro incerto della filiale ungherese. Da tempo gira voce che Tesco voglia vendere i sui negozi in tutta l’Europa centro-orientale. In Polonia ha fatto licenziamenti collettivi, ha rinunciato al servizio delle spese on-line in qualche città e ha deciso di chiudere i negozi in 7 città polacche dal prossimo settembre. A marzo dell’anno scorso Tesco ha fuso le sue filiali dell’Europa centrale e dell’Europa orientale e questa scelta, secondo gli esperti, è il prologo all’abbandono dei mercati di questa area d’Europa. L’azienda ha smentito queste voci. Il direttore di Tesco ha confermato lo scorso giugno che la società vuole sviluppare il suo business nell’Europa centrale, Ungheria compresa. Tesco è presente nel mercato dell’Europa centrale da 20 anni. Nel 1995 è entrata in Ungheria, un anno dopo ha aperto i negozi in Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.

Ulteriori informazioni: www.gazzettaitalia.pl/it/polonia-oggi

POLONIA OGGI: Sempre meno istituti bancari tradizionali in Polonia

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“Dal 2012 sono scomparsi 1275 istituti bancari. Gli attuali dipendenti, perdono l’occupazione o lavorano nei call center, in chat o in webcam, dato che un’operazione bancaria su quattro in Polonia è effettuata da un’applicazione mobile”, scrive la Rzeczpospolita. Negli ultimi 4 anni, oltre 4mila e seicento polacchi hanno perso il lavoro nel settore bancario. “Questi dati indicano la presenza di nuova era online nel campo della finanza personale on-line”, dice Rafał Styczeń, presidente di Ailleron. Il gruppo Ailleron, che offre servizi di banca virtuale, pochi giorni fa ha firmato un accordo per l’attuazione della piattaforma LiveBank con Emirates National Bank of Dubai, la più grande banca degli Emirati Arabi Uniti. “In molti posti, sia in Asia sia nel Golfo Persico, le banche si modellano sulle banche polacche come mBank e BZ WBK”, afferma Styczeń. Dal rapporto di Bain & Company risulta che nell’anno scorso il cliente medio ha ridotto il numero di transazioni ATM dell’11% rispetto al 2013. Il cambiamento del modo in cui i clienti comunicano con le aziende è registrato in quasi tutti i segmenti dell’economia. Su questo trend guadagnano i fornitori di tecnologia come ad esempio LiveChat Software o Comarch. Quest’ultimo sottolinea che ha creato un prototipo di applicazione che combina le funzioni di servizi di progettazione e consulenza per gli investimenti finanziari utilizzando occhiali 3D.

rp.pl

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POLONIA OGGI: Il Festival Internazionale del Folklore delle Terre di Montagna a Zakopane

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Ieri a Zakopane è iniziato il 48º Festival Internazionale del Folklore delle Terre di Montagna. “Per i polacchi è uno dei più importanti eventi folcloristici a livello europeo. Questo festival unisce il popolo della montagna di tutto il mondo”, ha dichiarato Leszek Dorula, sindaco di Zakopane. Durante la festa i gruppi musicali concorrono per vincere la “Ciupaga d’oro” (il bastone da montanaro) in tre categorie: autenticità, artisticità e stile. Bożena Lewandowska, presidente della Giuria del Festival, ha sottolineato come l’autenticità dei riti, costumi e l’attingere alle antiche fonti storiche sia di grande importanza. “Apprezziamo profondamente anche gli strumenti tradizionali e naturalmente danze e canti eseguiti correttamente e coerentemente con la tradizione della regione”, ha spiegato la Lewandowska. A Zakopane sono arrivati gruppi da tanti paesi tra cui Spagna, Norvegia, Stati Uniti, Ungheria ed Italia. Nonostante la situazione politica abbastanza difficile, al festival si è aggiunto anche il gruppo proveniente dalla Turchia. Ci sarà anche una delegazione dal Messico che presenterà musiche e danze legate alla tradizione e mitologia azteca. Il gruppo più esotico del festival sarà quello dell’Indonesia che presenterà il particolare suono dell’angklug (gli idiofoni di bambù). Il Festival Internazionale di Folklore delle Terre di Montagna, con il patrocinio onorario di Agata Kornhauser-Duda, moglie del Presidente polacco, durerà fino a domenica.

pap.pl

Ulteriori informazioni: www.gazzettaitalia.pl/it/polonia-oggi

Giovani alla pari in Italia

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Le vacanze si avvicinano e tanti giovani stanno pensando all’organizzazione dei tre mesi più belli dell’anno. Dalla fine di maggio all’inizio di giugno, ogni anno cresce l’interesse ai viaggi di tipo au pair. Questo modo di passare il tempo non è molto popolare fra i giovani polacchi e per questo vorrei raccontare qualcosa in più sui viaggi au pair.

Il fenomeno alla pari è un programma di scambio culturale per giovani e soprattutto studenti, destinato a chi ha un’età tra 18-26 anni. Lo scopo principale è l’educazione culturale: nei vari programmi i giovani sono costretti a partecipare ai corsi di formazione o di lingua, naturalmente tutto dipende a quale agenzia ci si rivolge. Invece, per quanto riguarda le condizioni dell’iscrizione, è necessario sapere che bisogna conoscere almeno una lingua: l’inglese o la lingua straniera del paese dove si vuole andare. Un vantaggio per chi si iscrive al progetto è anche quello di possedere la patente e avere esperienza e facilità nel contatto con i bambini. Chi viaggia alla pari è una persona che sarà poi trattata come un membro della famiglia e che dovrà prendersi cura dei bambini. In cambio del lavoro con i bambini si ha un piccolo guadagno, oltre a vitto e alloggio, mentre eventuali altri benefit dipendono dalla volontà della famiglia ospitante. Le regole possono essere diverse ma di solito tutti rispettano una sorta di codice non scritto in cui gentillezza e ospitalità hanno la massima importanza. Le famiglie aiutano il loro ospite ad ambientarsi e lo introducono ai doveri presentando le loro abitudini quotidiane e dando consigli riguardanti il funzionamento della casa. Fra i doveri della persona au pair ci sono: la preparazione dei bambini per andare a scuola, l’aiuto con le lezioni e i compiti di casa e, fra i piaceri, ci sono i giochi con bambini e uscite al parco, nel giardino o in gelateria. Il compito principale di un giovane alla pari è quello di occuparsi dei piccoli quando i genitori escono.

La maggior parte delle famiglie rispetta la regola non scritta secondo cui durante il soggiorno il giovane au pair è trattato come un vero membro della famiglia e quindi non si deve preoccupare delle spese, dei biglietti e dei piccoli costi quando esce con la famiglia. Ma basta con la teoria, passiamo alla pratica.

Dalla mia esperienza so quanti dubbi si possono avere prima di partire, specialmente quando si va per la prima volta all’estero. Per stare più tranquilli suggerisco di mettersi in contatto con la futura host family. La soluzione migliore è forse quella di parlare via skype perchè così si conosce tutta la famiglia, l’importante è parlare con tutti i membri ma soprattutto con i piccolini. Io ho fatto così e grazie a questa opportunità ho preso la decisione giusta. Della stessa opinione è anche la mia amica Marta, che è già stata più volte ragazza alla pari in Italia. Proprio lei mi ha raccontato della sua esperienza e mi ha dato dei consigli utili. Le conversazioni via skype sono importanti anche per la famiglia che ci affiderà i loro tesori più preziosi dandoci fiducia e invitandoci a casa loro.

Quando si parla con le ragazze au pair la parola che viene ripetuta più spesso è “nostalgia”. Il periodo del soggiorno dipende da noi e dalla famiglia, se c’è necessità ovviamente si può tornare prima del tempo previsto. Cosa fanno le ragazze che sentono nostalgia e hanno mancanza di casa? Marta raccomanda di trovare nuovi amici e mantenere i contatti con loro, chi potrebbe capirti meglio che un’altra au pair? Se una ragazza si sente male o triste in ogni momento può scrivere a qualcuno su uno dei gruppi di Facebook. Grazie a questo si può andare a prendere il caffè insieme o fissare appuntamenti, oppure progettare i viaggi insieme. Inoltre Facebook può essere utile quando si cerca aiuto o quando si vuole cambiare famiglia. Ci sono decisamente più lati positivi nell’essere au pair, soprattutto perchè si ha l’opportunità di conoscere un’altra cultura, la cucina e la gente. Le ragazze che hanno scelto l’Italia come destinazione dell’esperienza au pair, parlano dell’ospitalità e di come erano benvenute in famiglia. Ogni au pair viaggia e visita posti interessanti, scopre luoghi sconosciuti, spesso per caso, e per questo è un’esperienza incredibile. Inoltre, durante i viaggi, si conoscono nuove persone che poi diventano amici e con cui spesso si mantengono i rapporti per tutta la vita. Delle nostre avventure italiane potremmo parlare per ore.

Non dimenticherò mai le emozioni durante le partite di calcio che abbiamo guardato con i piccoli. Sono stata ospitata da una famiglia romana tifosa della Roma, dunque per forza anche io col tempo sono diventata romanista. Ho insegnato ai bambini come si pronunciano i nomi dei giocatori polacchi che sono difficilissimi per gli italiani (Szczęsny o Błaszczykowski) e loro mi hanno insegnato il linguaggio sportivo. La famiglia nella quale sono stata prima di me ha ospitato una ragazza americana che, dopo il soggiorno a Roma, ha aperto un ristorante italiano negli Stati Uniti. Lei ha sfruttato l’occasione e durante il soggiorno prendeva appunti, scriveva le ricette che le piacevano e osservava come i cibi sono preparati dagli italiani. Dopo aver parlato con le ragazze au pair tutte, all’unanimità, ammettiamo che stare in una famiglia italiana ci arricchisce non solo di capacità culinarie, ma anche di qualche chilo di troppo….ma per questi sapori vale la pena ingrassare! Ogni ragazza ha portato in Polonia qualche ricetta dei cibi preferiti assaggiati in Italia e adesso i piatti italiani sono la nostra specialità.

Tutte le ragazze apprezzano le opportunità linguistiche, non c’è possibilità migliore per imparare una lingua straniera di un viaggio all’estero e di una cosiddetta immersione totale nella lingua e cultura che ci interessa. Vivendo con la famiglia si toccano temi diversi, dal piccolo resoconto della nostra giornata fino alle novità dal mondo.

Il lavoro con i bambini è un’esperienza di grandissimo valore perchè utilizziamo la lingua ogni giorno, le persone che hanno paura di parlare cominciano a comunicare fluentemente e velocemente per reagire alle azioni dei bambini. Il contatto con i piccoli rende l’apprendimento veloce ed è un’esperienza di valore perchè proprio i bambini sono i migliori insegnanti.

Oltre all’amicizia e a nuove capacità, si torna anche con tantissimi buoni ricordi immortalati dalle foto. Vivendo alla maniera italiana, conoscendo i costumi della regione sicuramente arricchiamo la nostra conoscenza della cultura italiana e, come è noto, l’appetito vien mangiando. Italia non significa solo pizza, caffè e gelati, ma soprattutto persone ospitali che creano sempre un’atmosfera indimenticabile a tal punto che poi tutti vogliono tornare.

Tra storia e leggenda, la “Carbonara”: uno dei piatti più famosi al mondo

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La cucina moderna sta perdendo l’obiettivo primario, cioè cuocere e preparare piatti e cibi di qualità che si possano ammirare, annusare, ma soprattutto degustare. Con questo articolo non voglio ribadire quanto sia vituperata la cucina tradizionale italiana, ma solo raccontarvi un po’ di aneddoti sulla meravigliosa Carbonara.

Fin da giovanissimo cercai informazioni storiche che confermassero perché la ricetta degli spaghetti alla carbonara fosse stata realizzata così. Nelle mie ricerche di allora non era ben precisata la regione di provenienza, si parlava dell’area centro appenninica intorno all’800.

Nelle miniere di carbone i minatori dovevano spesso rimanere anche più giorni nelle viscere della terra, pertanto non era possibile conservare prodotti freschi tranne alcuni. Ad esempio: pasta, uova, guanciale stagionato e pecorino stagionato. Secondo la storia è da questi prodotti che scaturì la ricetta degli spaghetti alla carbonara. La probabile leggenda dice inoltre che i minatori, non avendo molta acqua a disposizione, riciclassero quella di cottura della pasta e, per evitare proliferazioni batteriche, mettessero in fusione nella stessa della salvia (potente antibatterico). L’utilizzare l’acqua del giorno precedente rendeva sicuramente la pasta particolarmente collosa, conferendo al piatto maggior cremosità e il leggero profumo di salvia copriva quel possibile odore di “freschino”, solitamente provocato dall’uovo. Si dice, inoltre, che i vistosi puntini neri caratteristici della pietanza non fossero altro che polvere di carbone finita nel piatto dei commensali, successivamente sostituito dal pepe nero. Ma le novelle sono molte e spesso controverse,  dato che non vi è traccia scritta della carbonara prima del 1944. Una delle versioni più attendibili narra che a Napoli, ma più verosimilmente a Roma, nel periodo dello sbarco degli americani c’era penuria di cibo e che con le razioni dei militari americani “bacon e uova in polvere” uno sconosciuto cuoco di strada ebbe l’idea di mescolare il tutto, realizzando forse la prima “carbonara”. I venditori di spaghetti per strada, detti gli spaghettari, servivano ai passanti dei piatti poveri, come spaghetti cacio e pepe, spesso su cartocci e senza posate, in pratica consumati solo con l’uso delle mani. Questi furono, sicuramente, i precursori dei veri “street food” italiani di “spaghetti e pizza”. Per confermare questa tesi e dare un riferimento al nome “carbonara” ci sono altre ipotesi. La prima è che il guanciale o la pancetta, due ingredienti ambivalenti per la realizzazione della odierna e classica carbonara, a quel tempo erano molto pepati, permettendo una lunga conservazione. Questo salume veniva chiamato, in particolare nella zona dell’Appennino abruzzese, “Carbonada”, perché cotta nei carboni ardenti. La seconda ipotesi è che un ex carbonaio (spazzacamino) romano, si dedicò successivamente alla ristorazione e inventò questo piatto, in onore del suo vecchio mestiere chiamandolo, appunto, “carbonara”.

Dal 1951 fino al 1955 la carbonara fu uno dei piatti più in voga spopolando in tutto il mondo, in particolare negli USA. Se ne parlò molto nelle riviste dell’epoca e molti ristoratori si cimentarono nella realizzazione del piatto ma, non essendoci ancora una documentazione ufficiale, purtroppo, fu oggetto di molte personalizzazioni.

Riporto le dichiarazioni di un grande chef italiano, ormai 95enne, Renato Gualandi, Principe della cucina italiana, che ribadisce di essere lui l’inventore della carbonara:“Fu realizzata per la prima volta a Riccione il 22 settembre del 1944 per festeggiare la liberazione della città alla presenza dei generali americani. La ricetta fu così composta da: spaghetti, crema di formaggio, crema di latte, bacon e un bel colore rosso delle uova in polvere. La pasta venne un po’ cremosa e questo fu il suo successo”.

Ora, dopo tante ricerche storie e leggende, l’amico Executive Chef  Luca Alfieri ci riporta una grande testimonianza: quella dello Chef Alberto Ciarla. Queste le parole di Luca Alfieri: “Finalmente! Ho pregato uscisse la vera storia, ho sempre omesso la fonte, per stima, rispetto e perché volevo fossi tu a raccontarla” ha rivelato ad Alberto Ciarla, maestro e amico. 

La Carbonara nacque a Roma nell’immediato dopoguerra, intorno a Via della Scrofa in una piccola trattoria romana forse in Vicolo della Campana, con ingredienti tipicamente americani. Ero piccolo ma c’ero. Mia madre, cuoca da tradizioni, non la volle mai cucinare perché venivano usati degli ingredienti stranieri, come il bacon e l’uovo liofilizzato, che non ci appartenevano come cultura gastronomica e non fu una invenzione, ma un mero e sorprendente risultato della necessità di sopravvivenza“, spiega Alberto Ciarla da Roma.

Luca Alfieri mi raccontò inoltre che, di fatto, in quella piccola trattoria all’angolo di via della Scrofa  e vicolo della Campana, un giorno del ‘44 si presentarono degli ufficiali americani, stanchi di mangiare razioni “K”. Diedero al cuoco uova in polvere e bacon e gli imposero di realizzare qualcosa di buono. Mi diede un ulteriore dettaglio. Successivamente la ricetta fu riproposta con i medesimi ingredienti, quelli reperibili allora, ma con una interessante variante: l’aggiunta di pecorino al parmigiano, quasi in uguali proporzioni. La scelta era motivata dalla scarsa reperibilità di parmigiano.

Sono ormai anni che questo “povero ma ricco e famoso piatto” è stato perfezionato. Chef romani più o meno noti, chef internazionali e italiani amanti della carbonara sanno bene come si fa e la carbonara si cucina con questi ingredienti: spaghetti, pancetta o guanciale, tuorli d’uovo, pecorino romano e/o parmigiano reggiano, pepe, sale e null’altro!

PS: La ricetta completa e la procedura la pubblicheremo nel prossimo numero nella rubrica Cucina di Gazzetta Italia.

“Attraverso Siena”, il nuovo libro di Simona Merlo

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Attraverso Siena”, il nuovo libro di Simona Merlo

Passeggiare e perdersi tra le vie di Siena, osservare la città con occhi non senesi e raccontarla insieme a chi invece appartiene “per forza e per amore” a Siena: è il filo che “attraversa” l’ultimo lavoro di Simona Merlo edito dalla Betti Editrice, una guida emozionale, condivisa, raccontata. Diverse le interviste inserite nel testo a giornalisti, storici, stranieri, contradaioli tra cui la senese Lucia Morgantetti, altamurana ormai da 26 anni, per amore e lavoro lontana dalla sua città ma col cuore e con la mente sempre pronta a svelare qualcosa della sua amata Siena.

Il libro è arricchito da gallerie fotografiche e materiali di approfondimento consultabili attraverso la scansione di QR-code. Non resta che perdersi tra le vie di Siena, liberi – come suggerisce l’autrice – di imboccare una strada, di guardare un quadro, di respirare una città diversa dalle altre senza fretta né costrizioni.

Tutti coloro che per qualche motivo, sia per studio o semplicemente per turismo, sono passati da Siena possono infine seguire i social network di Simona Merlo e pubblicare fotografie e ricordi con l’hashtag #AttraversoSiena raccontando la città così come l’hanno vissuta.