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POLONIA OGGI: Sempre meno istituti bancari tradizionali in Polonia

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

“Dal 2012 sono scomparsi 1275 istituti bancari. Gli attuali dipendenti, perdono l’occupazione o lavorano nei call center, in chat o in webcam, dato che un’operazione bancaria su quattro in Polonia è effettuata da un’applicazione mobile”, scrive la Rzeczpospolita. Negli ultimi 4 anni, oltre 4mila e seicento polacchi hanno perso il lavoro nel settore bancario. “Questi dati indicano la presenza di nuova era online nel campo della finanza personale on-line”, dice Rafał Styczeń, presidente di Ailleron. Il gruppo Ailleron, che offre servizi di banca virtuale, pochi giorni fa ha firmato un accordo per l’attuazione della piattaforma LiveBank con Emirates National Bank of Dubai, la più grande banca degli Emirati Arabi Uniti. “In molti posti, sia in Asia sia nel Golfo Persico, le banche si modellano sulle banche polacche come mBank e BZ WBK”, afferma Styczeń. Dal rapporto di Bain & Company risulta che nell’anno scorso il cliente medio ha ridotto il numero di transazioni ATM dell’11% rispetto al 2013. Il cambiamento del modo in cui i clienti comunicano con le aziende è registrato in quasi tutti i segmenti dell’economia. Su questo trend guadagnano i fornitori di tecnologia come ad esempio LiveChat Software o Comarch. Quest’ultimo sottolinea che ha creato un prototipo di applicazione che combina le funzioni di servizi di progettazione e consulenza per gli investimenti finanziari utilizzando occhiali 3D.

rp.pl

Ulteriori informazioni: www.gazzettaitalia.pl/it/polonia-oggi

POLONIA OGGI: Il Festival Internazionale del Folklore delle Terre di Montagna a Zakopane

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Ieri a Zakopane è iniziato il 48º Festival Internazionale del Folklore delle Terre di Montagna. “Per i polacchi è uno dei più importanti eventi folcloristici a livello europeo. Questo festival unisce il popolo della montagna di tutto il mondo”, ha dichiarato Leszek Dorula, sindaco di Zakopane. Durante la festa i gruppi musicali concorrono per vincere la “Ciupaga d’oro” (il bastone da montanaro) in tre categorie: autenticità, artisticità e stile. Bożena Lewandowska, presidente della Giuria del Festival, ha sottolineato come l’autenticità dei riti, costumi e l’attingere alle antiche fonti storiche sia di grande importanza. “Apprezziamo profondamente anche gli strumenti tradizionali e naturalmente danze e canti eseguiti correttamente e coerentemente con la tradizione della regione”, ha spiegato la Lewandowska. A Zakopane sono arrivati gruppi da tanti paesi tra cui Spagna, Norvegia, Stati Uniti, Ungheria ed Italia. Nonostante la situazione politica abbastanza difficile, al festival si è aggiunto anche il gruppo proveniente dalla Turchia. Ci sarà anche una delegazione dal Messico che presenterà musiche e danze legate alla tradizione e mitologia azteca. Il gruppo più esotico del festival sarà quello dell’Indonesia che presenterà il particolare suono dell’angklug (gli idiofoni di bambù). Il Festival Internazionale di Folklore delle Terre di Montagna, con il patrocinio onorario di Agata Kornhauser-Duda, moglie del Presidente polacco, durerà fino a domenica.

pap.pl

Ulteriori informazioni: www.gazzettaitalia.pl/it/polonia-oggi

Giovani alla pari in Italia

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Le vacanze si avvicinano e tanti giovani stanno pensando all’organizzazione dei tre mesi più belli dell’anno. Dalla fine di maggio all’inizio di giugno, ogni anno cresce l’interesse ai viaggi di tipo au pair. Questo modo di passare il tempo non è molto popolare fra i giovani polacchi e per questo vorrei raccontare qualcosa in più sui viaggi au pair.

Il fenomeno alla pari è un programma di scambio culturale per giovani e soprattutto studenti, destinato a chi ha un’età tra 18-26 anni. Lo scopo principale è l’educazione culturale: nei vari programmi i giovani sono costretti a partecipare ai corsi di formazione o di lingua, naturalmente tutto dipende a quale agenzia ci si rivolge. Invece, per quanto riguarda le condizioni dell’iscrizione, è necessario sapere che bisogna conoscere almeno una lingua: l’inglese o la lingua straniera del paese dove si vuole andare. Un vantaggio per chi si iscrive al progetto è anche quello di possedere la patente e avere esperienza e facilità nel contatto con i bambini. Chi viaggia alla pari è una persona che sarà poi trattata come un membro della famiglia e che dovrà prendersi cura dei bambini. In cambio del lavoro con i bambini si ha un piccolo guadagno, oltre a vitto e alloggio, mentre eventuali altri benefit dipendono dalla volontà della famiglia ospitante. Le regole possono essere diverse ma di solito tutti rispettano una sorta di codice non scritto in cui gentillezza e ospitalità hanno la massima importanza. Le famiglie aiutano il loro ospite ad ambientarsi e lo introducono ai doveri presentando le loro abitudini quotidiane e dando consigli riguardanti il funzionamento della casa. Fra i doveri della persona au pair ci sono: la preparazione dei bambini per andare a scuola, l’aiuto con le lezioni e i compiti di casa e, fra i piaceri, ci sono i giochi con bambini e uscite al parco, nel giardino o in gelateria. Il compito principale di un giovane alla pari è quello di occuparsi dei piccoli quando i genitori escono.

La maggior parte delle famiglie rispetta la regola non scritta secondo cui durante il soggiorno il giovane au pair è trattato come un vero membro della famiglia e quindi non si deve preoccupare delle spese, dei biglietti e dei piccoli costi quando esce con la famiglia. Ma basta con la teoria, passiamo alla pratica.

Dalla mia esperienza so quanti dubbi si possono avere prima di partire, specialmente quando si va per la prima volta all’estero. Per stare più tranquilli suggerisco di mettersi in contatto con la futura host family. La soluzione migliore è forse quella di parlare via skype perchè così si conosce tutta la famiglia, l’importante è parlare con tutti i membri ma soprattutto con i piccolini. Io ho fatto così e grazie a questa opportunità ho preso la decisione giusta. Della stessa opinione è anche la mia amica Marta, che è già stata più volte ragazza alla pari in Italia. Proprio lei mi ha raccontato della sua esperienza e mi ha dato dei consigli utili. Le conversazioni via skype sono importanti anche per la famiglia che ci affiderà i loro tesori più preziosi dandoci fiducia e invitandoci a casa loro.

Quando si parla con le ragazze au pair la parola che viene ripetuta più spesso è “nostalgia”. Il periodo del soggiorno dipende da noi e dalla famiglia, se c’è necessità ovviamente si può tornare prima del tempo previsto. Cosa fanno le ragazze che sentono nostalgia e hanno mancanza di casa? Marta raccomanda di trovare nuovi amici e mantenere i contatti con loro, chi potrebbe capirti meglio che un’altra au pair? Se una ragazza si sente male o triste in ogni momento può scrivere a qualcuno su uno dei gruppi di Facebook. Grazie a questo si può andare a prendere il caffè insieme o fissare appuntamenti, oppure progettare i viaggi insieme. Inoltre Facebook può essere utile quando si cerca aiuto o quando si vuole cambiare famiglia. Ci sono decisamente più lati positivi nell’essere au pair, soprattutto perchè si ha l’opportunità di conoscere un’altra cultura, la cucina e la gente. Le ragazze che hanno scelto l’Italia come destinazione dell’esperienza au pair, parlano dell’ospitalità e di come erano benvenute in famiglia. Ogni au pair viaggia e visita posti interessanti, scopre luoghi sconosciuti, spesso per caso, e per questo è un’esperienza incredibile. Inoltre, durante i viaggi, si conoscono nuove persone che poi diventano amici e con cui spesso si mantengono i rapporti per tutta la vita. Delle nostre avventure italiane potremmo parlare per ore.

Non dimenticherò mai le emozioni durante le partite di calcio che abbiamo guardato con i piccoli. Sono stata ospitata da una famiglia romana tifosa della Roma, dunque per forza anche io col tempo sono diventata romanista. Ho insegnato ai bambini come si pronunciano i nomi dei giocatori polacchi che sono difficilissimi per gli italiani (Szczęsny o Błaszczykowski) e loro mi hanno insegnato il linguaggio sportivo. La famiglia nella quale sono stata prima di me ha ospitato una ragazza americana che, dopo il soggiorno a Roma, ha aperto un ristorante italiano negli Stati Uniti. Lei ha sfruttato l’occasione e durante il soggiorno prendeva appunti, scriveva le ricette che le piacevano e osservava come i cibi sono preparati dagli italiani. Dopo aver parlato con le ragazze au pair tutte, all’unanimità, ammettiamo che stare in una famiglia italiana ci arricchisce non solo di capacità culinarie, ma anche di qualche chilo di troppo….ma per questi sapori vale la pena ingrassare! Ogni ragazza ha portato in Polonia qualche ricetta dei cibi preferiti assaggiati in Italia e adesso i piatti italiani sono la nostra specialità.

Tutte le ragazze apprezzano le opportunità linguistiche, non c’è possibilità migliore per imparare una lingua straniera di un viaggio all’estero e di una cosiddetta immersione totale nella lingua e cultura che ci interessa. Vivendo con la famiglia si toccano temi diversi, dal piccolo resoconto della nostra giornata fino alle novità dal mondo.

Il lavoro con i bambini è un’esperienza di grandissimo valore perchè utilizziamo la lingua ogni giorno, le persone che hanno paura di parlare cominciano a comunicare fluentemente e velocemente per reagire alle azioni dei bambini. Il contatto con i piccoli rende l’apprendimento veloce ed è un’esperienza di valore perchè proprio i bambini sono i migliori insegnanti.

Oltre all’amicizia e a nuove capacità, si torna anche con tantissimi buoni ricordi immortalati dalle foto. Vivendo alla maniera italiana, conoscendo i costumi della regione sicuramente arricchiamo la nostra conoscenza della cultura italiana e, come è noto, l’appetito vien mangiando. Italia non significa solo pizza, caffè e gelati, ma soprattutto persone ospitali che creano sempre un’atmosfera indimenticabile a tal punto che poi tutti vogliono tornare.

Tra storia e leggenda, la “Carbonara”: uno dei piatti più famosi al mondo

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La cucina moderna sta perdendo l’obiettivo primario, cioè cuocere e preparare piatti e cibi di qualità che si possano ammirare, annusare, ma soprattutto degustare. Con questo articolo non voglio ribadire quanto sia vituperata la cucina tradizionale italiana, ma solo raccontarvi un po’ di aneddoti sulla meravigliosa Carbonara.

Fin da giovanissimo cercai informazioni storiche che confermassero perché la ricetta degli spaghetti alla carbonara fosse stata realizzata così. Nelle mie ricerche di allora non era ben precisata la regione di provenienza, si parlava dell’area centro appenninica intorno all’800.

Nelle miniere di carbone i minatori dovevano spesso rimanere anche più giorni nelle viscere della terra, pertanto non era possibile conservare prodotti freschi tranne alcuni. Ad esempio: pasta, uova, guanciale stagionato e pecorino stagionato. Secondo la storia è da questi prodotti che scaturì la ricetta degli spaghetti alla carbonara. La probabile leggenda dice inoltre che i minatori, non avendo molta acqua a disposizione, riciclassero quella di cottura della pasta e, per evitare proliferazioni batteriche, mettessero in fusione nella stessa della salvia (potente antibatterico). L’utilizzare l’acqua del giorno precedente rendeva sicuramente la pasta particolarmente collosa, conferendo al piatto maggior cremosità e il leggero profumo di salvia copriva quel possibile odore di “freschino”, solitamente provocato dall’uovo. Si dice, inoltre, che i vistosi puntini neri caratteristici della pietanza non fossero altro che polvere di carbone finita nel piatto dei commensali, successivamente sostituito dal pepe nero. Ma le novelle sono molte e spesso controverse,  dato che non vi è traccia scritta della carbonara prima del 1944. Una delle versioni più attendibili narra che a Napoli, ma più verosimilmente a Roma, nel periodo dello sbarco degli americani c’era penuria di cibo e che con le razioni dei militari americani “bacon e uova in polvere” uno sconosciuto cuoco di strada ebbe l’idea di mescolare il tutto, realizzando forse la prima “carbonara”. I venditori di spaghetti per strada, detti gli spaghettari, servivano ai passanti dei piatti poveri, come spaghetti cacio e pepe, spesso su cartocci e senza posate, in pratica consumati solo con l’uso delle mani. Questi furono, sicuramente, i precursori dei veri “street food” italiani di “spaghetti e pizza”. Per confermare questa tesi e dare un riferimento al nome “carbonara” ci sono altre ipotesi. La prima è che il guanciale o la pancetta, due ingredienti ambivalenti per la realizzazione della odierna e classica carbonara, a quel tempo erano molto pepati, permettendo una lunga conservazione. Questo salume veniva chiamato, in particolare nella zona dell’Appennino abruzzese, “Carbonada”, perché cotta nei carboni ardenti. La seconda ipotesi è che un ex carbonaio (spazzacamino) romano, si dedicò successivamente alla ristorazione e inventò questo piatto, in onore del suo vecchio mestiere chiamandolo, appunto, “carbonara”.

Dal 1951 fino al 1955 la carbonara fu uno dei piatti più in voga spopolando in tutto il mondo, in particolare negli USA. Se ne parlò molto nelle riviste dell’epoca e molti ristoratori si cimentarono nella realizzazione del piatto ma, non essendoci ancora una documentazione ufficiale, purtroppo, fu oggetto di molte personalizzazioni.

Riporto le dichiarazioni di un grande chef italiano, ormai 95enne, Renato Gualandi, Principe della cucina italiana, che ribadisce di essere lui l’inventore della carbonara:“Fu realizzata per la prima volta a Riccione il 22 settembre del 1944 per festeggiare la liberazione della città alla presenza dei generali americani. La ricetta fu così composta da: spaghetti, crema di formaggio, crema di latte, bacon e un bel colore rosso delle uova in polvere. La pasta venne un po’ cremosa e questo fu il suo successo”.

Ora, dopo tante ricerche storie e leggende, l’amico Executive Chef  Luca Alfieri ci riporta una grande testimonianza: quella dello Chef Alberto Ciarla. Queste le parole di Luca Alfieri: “Finalmente! Ho pregato uscisse la vera storia, ho sempre omesso la fonte, per stima, rispetto e perché volevo fossi tu a raccontarla” ha rivelato ad Alberto Ciarla, maestro e amico. 

La Carbonara nacque a Roma nell’immediato dopoguerra, intorno a Via della Scrofa in una piccola trattoria romana forse in Vicolo della Campana, con ingredienti tipicamente americani. Ero piccolo ma c’ero. Mia madre, cuoca da tradizioni, non la volle mai cucinare perché venivano usati degli ingredienti stranieri, come il bacon e l’uovo liofilizzato, che non ci appartenevano come cultura gastronomica e non fu una invenzione, ma un mero e sorprendente risultato della necessità di sopravvivenza“, spiega Alberto Ciarla da Roma.

Luca Alfieri mi raccontò inoltre che, di fatto, in quella piccola trattoria all’angolo di via della Scrofa  e vicolo della Campana, un giorno del ‘44 si presentarono degli ufficiali americani, stanchi di mangiare razioni “K”. Diedero al cuoco uova in polvere e bacon e gli imposero di realizzare qualcosa di buono. Mi diede un ulteriore dettaglio. Successivamente la ricetta fu riproposta con i medesimi ingredienti, quelli reperibili allora, ma con una interessante variante: l’aggiunta di pecorino al parmigiano, quasi in uguali proporzioni. La scelta era motivata dalla scarsa reperibilità di parmigiano.

Sono ormai anni che questo “povero ma ricco e famoso piatto” è stato perfezionato. Chef romani più o meno noti, chef internazionali e italiani amanti della carbonara sanno bene come si fa e la carbonara si cucina con questi ingredienti: spaghetti, pancetta o guanciale, tuorli d’uovo, pecorino romano e/o parmigiano reggiano, pepe, sale e null’altro!

PS: La ricetta completa e la procedura la pubblicheremo nel prossimo numero nella rubrica Cucina di Gazzetta Italia.

“Attraverso Siena”, il nuovo libro di Simona Merlo

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Attraverso Siena”, il nuovo libro di Simona Merlo

Passeggiare e perdersi tra le vie di Siena, osservare la città con occhi non senesi e raccontarla insieme a chi invece appartiene “per forza e per amore” a Siena: è il filo che “attraversa” l’ultimo lavoro di Simona Merlo edito dalla Betti Editrice, una guida emozionale, condivisa, raccontata. Diverse le interviste inserite nel testo a giornalisti, storici, stranieri, contradaioli tra cui la senese Lucia Morgantetti, altamurana ormai da 26 anni, per amore e lavoro lontana dalla sua città ma col cuore e con la mente sempre pronta a svelare qualcosa della sua amata Siena.

Il libro è arricchito da gallerie fotografiche e materiali di approfondimento consultabili attraverso la scansione di QR-code. Non resta che perdersi tra le vie di Siena, liberi – come suggerisce l’autrice – di imboccare una strada, di guardare un quadro, di respirare una città diversa dalle altre senza fretta né costrizioni.

Tutti coloro che per qualche motivo, sia per studio o semplicemente per turismo, sono passati da Siena possono infine seguire i social network di Simona Merlo e pubblicare fotografie e ricordi con l’hashtag #AttraversoSiena raccontando la città così come l’hanno vissuta.

POLONIA OGGI: Progettista di auto elettriche, nuova specializzazione all’universita di Katowice

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Questa notizia è tratta dal servizio POLONIA OGGI, una rassegna stampa quotidiana delle maggiori notizie dell’attualità polacca tradotte in italiano. Per provare gratuitamente il servizio per una settimana scrivere a: redazione@gazzettaitalia.pl

Gli studenti di Katowice avranno a breve l’opportunità di iniziare a progettare auto elettriche e ibridiche. Adam Urbańczyk, appartenente al reparto di promozione e sviluppo della scuola tecnica superiore di Katowice ha sottolineato che la nuova specializzazione è una risposta alle esigenze del mercato automobilistico che cambia di continuo.I vertici della facoltà fanno notare come il loro scopo sia quello di formare degli specialisti che siano in grado di creare e migliorare macchine elettriche. Secondo Urbańczyk questo potrebbe essere un passo importante nella lotta all’inquinamento e nel far si che l’economia polacca cresca e si modernizzi. Il vicepremier ministro dello sviluppo Mateusz Morawiecki dice che la Polonia punta fortemente sul trasporto elettrico, del quale vuole fare un marchio di fabbrica nazionale. L’azienda “E-bus” sta lavorando sulla costruzione di un bus elettrico polacco. La conclusione dei lavori è prevista per il 2025. Alcuni consorzi come PKN Orlen o Tesla stanno lavorando per creare delle infrastrutture dedicate ai trasporti elettrici. La più grande barriera all’espansione di questo tipo di trasporto sono finora state le batterie delle auto elettriche, le cui capacità sono troppo basse. Per ottobre di quest’anno il consorzio tedesco Daimler prevede la presentazione di una nuova macchina elettrica che potrà fare concorrenza al modello americano Tesla Model X. In Polonia è possibile ottenere un prestito per l’acquisto di un’auto elettrica per gli abitanti dei dintorni di Szczecin.

POLONIA OGGI: Ikea Retail: Anna Maria Pawlak‒Kuliga prima presidentessa polacca

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Nell’ultimo decennio tutti i presidenti dell’Ikea Retail in Polonia erano stranieri. Recentemente l’azienda ha nominato il nuovo capo: Anna Maria Pawlak‒Kuliga che inizierà a lavorare a settembre. Pawlak‒Kuliga si distingue per una grande esperienza presso Ikea. La sua carriera è cominciata nella filiale britannica nel 2008. Dopo quattro anni Pawlak‒Kuliga era già un membro del consiglio direttivo polacco e ricopriva tra l’altro il ruolo di vice presidentessa del consiglio. Al momento, l’Ikea Retail ha 9 negozi localizzati nelle diverse città polacche e raggiunge un fatturato annuo di circa 3 miliardi di PLN. L’obiettivo di lungo termine dell’azienda è quello di varcare la soglia dei 16 miliardi di PLN entro il 2035. Anna Pawlak‒Kuliga ha annunciato che nei prossimi anni Ikea aprirà dei nuovi negozi in Polonia. La prima inaugurazione si svolgerà nella seconda metà del 2017 a Lublino.

pb.pl

Ulteriori informazioni: www.gazzettaitalia.pl/it/polonia-oggi

POLONIA OGGI: Progetto del ministero dello sport e del turismo “Polonia: vedere di più, fine settimana a metà prezzo’

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Miniere, musei, parchi, zoo, castelli, palazzi, teatri, alberghi, ostelli e perfino centri benessere hanno dichiarato la loro partecipazione all’azione del Ministero dello Sport e del Turismo “Polonia: vedere di più, fine settimana a metà prezzo” la cui premessa è quella di creare una banca che offrisse dei prodotti e servizi turistici a sconti interessanti dal 23 al 25 settembre. ”Questo autunno sarà elaborato un progetto pilota”, spiega Dawid Lasek il vice ministro dello sport e del turismo. ”Abbiamo quasi 400 offerte. L’interesse per la partecipazione al progetto ha superato le nostre aspettative. Su richiesta del settore abbiamo anche esteso la scadenza per le domande di 5 giorni. Abbiamo partner provenienti da tutte le regioni, la distribuzione è abbastanza uniforme, in ogni regione c’è qualcosa di interessante”, aggiunge Lasek. “Polonia: vedere di più, fine settimana a metà prezzo” usa al livello nazionale una formula già comprovata delle azioni di sconto di fine settimana organizzate dalle città e regioni polacche. Azioni simili sono organizzate da anni a Poznań, Kołobrzeg e in Bassa Slesia. Al momento il ministero prepara un sito web con un database di tutti i partner.

rp.pl

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POLONIA OGGI: L’arcivescovo Salvatore Pennacchio nuovo nunzio apostolico in Polonia

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L’arcivescovo italiano Salvatore Pennacchio è stato nominato nuovo nunzio apostolico in Polonia da Papa Francesco. Nato nel 1952 a Napoli, Salvatore Pennacchio ha ricevuto l’ordine sacro nell’anno 1976. Dopo aver ottenuto il dottorato di ricerca in filosofia è stato mandato al settore diplomatico della Sede Apostolica. Nel 1999 ha ricevuto l’ordine episcopale dalle mani di Papa Giovanni Paolo II. L’arcivescovo Pennacchio è noto sopratutto per il suo legame stretto con il Santo Giovanni Paolo II. Il motto dell’arcivescovo è “Nolite timere” il che è la parafrasi delle parole del Papa Giovanni Paolo II “Non abbiate paura”. L’arcivescovo Salvatore Pennachio subentra nel ruolo di nunzio apostolico in Polonia all’arcivescovo Celestino Migliore che sarà il nunzio apostolico nella Federazione Russa.

L’approvazione della legge sull’energia e le possibilità delle aziende italiane nel settore delle rinnovabili

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Dopo circa tre anni di iter di approvazione, finalmente il parlamento polacco ha approvato la nuova legge che disciplina il tema dell’energia e regolamenta gli incentivi statali concessi per il settore delle rinnovabili. Sicuramente era una norma molto attesa anche da numerose aziende ed investitori italiani, che vedevano nella Polonia la possibilità di replicare i progetti sviluppati con successo in Italia qualche hanno fa, ma che fino ad ora sono stati in attesa delle linee guida chiare sia economiche che procedurali.

L’interesse delle aziende Italiane verso questo settore, soprattutto riferito al fotovoltaico, non si è mai interrotto , ma le richieste di analisi o quantomeno di chiarimenti in materia , giungevano in modo altalenante a seconda che si pensasse essere ormai vicino alla pubblicazione della legge, cosa che è stata paventata più volte negli ultimi tre anni.

Gli aspetti più importanti di questa norma appena approvata riguardano sia le modalità di approvazione degli investitori, sia il valore dell’incentivo distribuito dal governo. Si differenzia molto rispetto alla legge che disciplinava la materia in Italia, in quanto non si avranno i certificati verdi ma un sistema di aste dove dopo una prima fase di pre-selezione, i produttori di energia rinnovabile dovranno ottenere un certificato per potervi partecipare. Questo processo sancirà l’ottenimento di tutti i requisiti per partecipare all’asta, ossia le capacità finanziarie, lo sviluppo di un piano locale, i permessi ambientali, l’allacciamento alla rete. Etc. Durante le aste poi i partecipanti depositeranno i progetti e il prezzo offerto per l’energia e si aggiudicherà l’asta chi avrà stabilità il prezzo di vendita più basso , per la nuova azienda a partecipazione statale che si occuperà dell’acquisto dell’energia.

Le aziende e gli investitori italiani saranno sicuramente più interessati al tema dei micro impianti, ossia quegli impianti fino a 40 kW, che sono anch’essi disciplinati dalla normativa e per i quali è stato deciso che le società di distribuzione dell’energia elettrica saranno obbligate ad acquistarne l’energia prodotta, e per i quali non sono stati previsti particolari requisiti o licenze . Questo ultimo aspetto dei micro impianti che ho citato è forse il più interessante perché permetterebbe anche ai privati, o ai medi investitori italiani, con il supporto di istituti di credito di poter preparare dei progetti comuni legati alle rinnovabili con business plan dai numeri ragionevoli seppur a fronte di incentivi statali che non saranno certamente enormi. In sinestesi la linea decisa da Varsavia è stata di una scelta di gestione meno aggressiva e di non voler sturare il mercato nel brevissimo termine come accaduto in Italia, dove da un giorno ad un altro chiunque si inventava installatore di impianti fotovoltaici.

Il tema delle energie rinnovabili è però più ampio e non lo si può ridurre esclusivamente al prezzo per l’energia prodotta. Infatti oggi la Polonia è molto ricettiva anche per quanto riguarda i nuovi sistemi di mobilità urbana sostenibile, come i sistemi di bike o car sharing , anche elettrico. Sono molte le città polacche che sempre di più presentano nei loro centri urbani l’offerta di biciclette o auto a noleggio per spostarsi in modo comodo, ecologico e anche salutare. L’apprezzamento di queste iniziative arriva sempre di più dai turisti, poi dagli studenti ed infine un po’ da tutti i cittadini e le municipalità che si adoperano per queste realizzazioni sono spesso premiate per lo sviluppo civile che manifestano.

Da alcune ricerche svolte, gli impianti di bici a noleggio anche elettriche, si trovano ormai in tutte le città principali del Paese , da Wroclaw , Katowice , Varsavia e Danzica. In molti casi la realizzazione di questi impianti è affidata ad imprese straniere, e in alcune collaborazioni per la partecipazione a progetti di questo tipo sono presenti anche aziende Italiane , con un forte know-how nel settore. L’evoluzione del servizio riguarderà il posizionamento delle colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, non solo a noleggio , che potranno essere posizionati non solo nei centri urbani , ma anche presso investitori privati , come centri commerciali , sportelli bancari , cinema e dare così la possibilità anche a chi volesse acquistare un veicolo elettrico di poter viaggiare tranquillamente senza la preoccupazione di rimanere a “secco”. L’istallazione di questi dispositivi inoltre potrebbe costituire anche un volano per le case automobilistiche sempre più decise a puntare sulla produzione di questo tipo di veicoli , che ormai nel nord Europa rappresentano già una buona fetta del mercato della vendita di auto nuove.